Per deepfake si intende un video manipolato affinché chi vi è ritratto faccia cose. Cose che, molto spesso, sono lontanissime dalle azioni che la persona protagonista normalmente fa. Si tratta, infatti, di una manipolazione profonda, deep, appunto, tutt’altro che grossolana. Non ci si può improvvisare creatori di deepfake poiché è necessario avere a disposizione software che, utilizzando migliaia di immagini, possano ricreare situazioni del tutto realistiche, ma non reali, con la tecnica per sintesi dell’immagine umana basata sull’intelligenza artificiale. Proprio perché sono necessarie migliaia di immagini, i personaggi famosi sono tra le vittime quasi esclusive dei deepfake. Difficile, infatti, che qualcuno sia interessato a creare deepfake dello sconosciuto vicino di casa.
In rete, tempo fa, girava un video che rappresentava Tom Cruise, e non era lui, ovvio, che si rivolgeva direttamente alla webcam: Tom Cruise notoriamente è una delle star che non usa i social, ha account su alcune piattaforme, ma li usa per qualche sporadica incursione esclusivamente per pubblicare i trailer dei film. Nulla di più. Pareva quindi strano, improbabile, ai fan attenti, che davvero avesse fatto un video di quel tipo. E infatti non lo aveva fatto.
Scarlett Johansson è stata la vittima di un deepfake che la vedeva protagonista di un video porno. L’attrice ha deciso di utilizzare l’esperienza per attirare l’attenzione sul fenomeno pericoloso. Basti pensare, anche solo un per un attimo, alla fantapolitica. E al caso del deepfake in cui Zelensky annunciava la resa.
Questo solo per dire che quando il primo caso di deepfake terminato con un arresto ha coinvolto una studentessa americana piuttosto popolare nella sua scuola perché cheerleader qualcuno è rimasto forse un po’ perplesso.
Ma come? Ci sono attori, sportivi e personaggi pubblici che fanno e dicono conosce decisamente singolari nei deepfake e a finire in manette è una cinquantenne della provincia americana che, secondo le accuse, è autrice di un deepfake così realistico da sembrare vero?
La storia inizia con un video circolato in una chat delle mamme, come molte ce ne sono. Nel video una delle cheerleader, la più popolare, fumava una sigaretta elettronica. Non ci sarebbe stato niente di così eclatante, non fosse stato che nella squadra di appartenenza vige il divieto totale di fumo.
La ragazza, conosciuta da tutti, è stata immediatamente esclusa dal team e, di conseguenza, dalle competizioni. Ma insieme alla madre ha fatto sapere, con un certo candore, che quella ritratta nel video non era lei. Affatto. Anche l’investigatore incaricato delle indagini l’ha ascoltata e, per la prima volta in vita sua, ha sentito il termine “deepfake” pronunciato dalla ragazza.
La situazione si è evoluta rapidamente con quella che potremmo definire una sorta di “caccia alle streghe” culminata nell’arresto di una delle mamme della chat accusata, appunto, di aver creato il deepfake.
In studio, Cristina Brondoni e Sara Uslenghi analizzano il caso. Alla produzione, Giulia Rocco.