Come tutti i maestri, Gerhard Rohlfs (Berlino-Lichterfelde 1892-Tubingen 1986) è stato maestro di... more Come tutti i maestri, Gerhard Rohlfs (Berlino-Lichterfelde 1892-Tubingen 1986) è stato maestro di semplicità disarmante per quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo nei suoi continui viaggi in quella che a ragione potrebbe essere definita la sua seconda patria, la Calabria, percorsa numerose volte da solo o accompagnato dalla figlia. A Oppido Mamertina, dove giunse più volte per confrontare le proprie appassionate ricerche col canonico Giuseppe Pignataro, ebbe anche la fortuna di conoscere tra gli altri il prof. Rocco Liberti, alla cui penna è affidato questo omaggio doveroso come a uno dei padri della glottologia moderna studiata e costruita pezzettino per pezzettino con metodi antichissimi quanto efficaci contattando la gente, a volte a dorso di mulo, porta per porta e raccogliendone religiosamente le testimonianze parlate: un metodo intramontabile, assai distante da certe ricerche estemporanee e di seconda mano che inondano sempre di più le librerie e i social. A Gerhard Rohlfs l'omaggio, ci si augura perpetuo, di noi Calabresi, e a Rocco Liberti l'ennesimo ringraziamento degli Oppidesi sempre più grati per la generosa condivisione di questi ricordi. (Bruno Demasi) _______________ Gerhard Rohlfs Ho avuto l'opportunità d'incrociare il mio passo culturale con quello del grande dialettologo tedesco per puro caso forse nell'anno 1977. Stavo passeggiando con un collega inverso Tresilico, quando, da una macchina improvvisamente fermatasi, è venuto a scendere un uomo alto e imponente, che ha chiesto delle informazioni ad alcune persone che si ritrovavano a lato della strada. Allorquando dalle scarne frasi pronunziate con un accento straniero piuttosto aspro ho capito che quegli andava cercando mons. Pignataro, ho detto subito al mio accompagnatore: Deve sicuramente trattarsi del prof. Rohlfs, uno studioso di statura mondiale! Non mi sono sbagliato. Ci siamo avvicinati e ci siamo offerti di condurlo alla residenza di colui che così tanto gl'interessava, dove peraltro doveva esservi stato variamente. Sicuramente, tanto per cambiare, non ricordava il luogo preciso. Una volta appreso che la persona cercata al momento non si trovava in paese, è rimasto piuttosto esitante. Allora, su due piedi, senza porre tempo, abbiamo deciso di riceverlo in Comune, dove abbiamo avuto un riscontro del suo solito tipo, cioè una chiacchierata in merito ad alcune voci del vernacolo oppidese. Non ricordo bene se è stato allora, ma credo proprio di sì, che il prof. Rohlfs a casa mia, dove successivamente ci siamo portati, mi ha parlato del dizionario dei cognomi che aveva in preparazione. Gli ho fatto presente ch'era bene nel caso tener conto che molti cognomi erano bell'e costruiti
Come tutti i maestri, Gerhard Rohlfs (Berlino-Lichterfelde 1892-Tubingen 1986) è stato maestro di... more Come tutti i maestri, Gerhard Rohlfs (Berlino-Lichterfelde 1892-Tubingen 1986) è stato maestro di semplicità disarmante per quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo nei suoi continui viaggi in quella che a ragione potrebbe essere definita la sua seconda patria, la Calabria, percorsa numerose volte da solo o accompagnato dalla figlia. A Oppido Mamertina, dove giunse più volte per confrontare le proprie appassionate ricerche col canonico Giuseppe Pignataro, ebbe anche la fortuna di conoscere tra gli altri il prof. Rocco Liberti, alla cui penna è affidato questo omaggio doveroso come a uno dei padri della glottologia moderna studiata e costruita pezzettino per pezzettino con metodi antichissimi quanto efficaci contattando la gente, a volte a dorso di mulo, porta per porta e raccogliendone religiosamente le testimonianze parlate: un metodo intramontabile, assai distante da certe ricerche estemporanee e di seconda mano che inondano sempre di più le librerie e i social. A Gerhard Rohlfs l'omaggio, ci si augura perpetuo, di noi Calabresi, e a Rocco Liberti l'ennesimo ringraziamento degli Oppidesi sempre più grati per la generosa condivisione di questi ricordi. (Bruno Demasi) _______________ Ho avuto l'opportunità d'incrociare il mio passo culturale con quello del grande dialettologo tedesco per puro caso forse nell'anno 1977. Stavo passeggiando con un collega inverso Tresilico, quando, da una macchina improvvisamente fermatasi, è venuto a scendere un uomo alto e imponente, che ha chiesto delle informazioni ad alcune persone che si ritrovavano a lato della strada. Allorquando dalle scarne frasi pronunziate con un accento straniero piuttosto aspro ho capito che quegli andava cercando mons. Pignataro, ho detto subito al mio accompagnatore: Deve sicuramente trattarsi del prof. Rohlfs, uno studioso di statura mondiale! Non mi sono sbagliato. Ci siamo avvicinati e ci siamo offerti di condurlo alla residenza di colui che così tanto gl'interessava, dove peraltro doveva esservi stato variamente. Sicuramente, tanto per cambiare, non ricordava il luogo preciso. Una volta appreso che la persona cercata al momento non si trovava in paese, è rimasto piuttosto esitante. Allora, su due piedi, senza porre tempo, abbiamo deciso di riceverlo in Comune, dove abbiamo avuto un riscontro del suo solito tipo, cioè una chiacchierata in merito ad alcune voci del vernacolo oppidese. Non ricordo bene se è stato allora, ma credo proprio di sì, che il prof. Rohlfs a casa mia, dove successivamente ci siamo portati, mi ha parlato del dizionario dei cognomi che aveva in preparazione. Gli ho fatto presente ch'era bene nel caso tener conto che molti cognomi erano bell'e costruiti intenzionalmente anche ai nostri tempi da coloro che li appioppavano ai trovatelli e non erano davvero pochi! Li per lì ha affermato candidamente di non averci pensato e, una volta che ho provveduto a inviargli miei lavori sull'imposizione dei soprannomi a Polistena e, per l'appunto "I figli di nessuno in Calabria", così il
Liberti ha superato davvero sé stesso con un affresco in larga parte sconosciuto sullo stato dell... more Liberti ha superato davvero sé stesso con un affresco in larga parte sconosciuto sullo stato delle cose in questo estremo lembo interno di Calabria, e in particolare a Oppido Mamertina, nei primi decenni del Novecento. Accanto al fervore culturale che neanche il primo "funesto" conflitto mondiale era riuscito a sopire e che alimentava non poche testate giornalistiche, di cui "Il Martello" era in qualche modo emblema e forse anche capofila, prosperavano i conflitti e le beghe politiche spicciole che, come spesso accade, traevano alimento dai modi più impensati e legalizzati di distrarre e sperperare il denaro pubblico ad uso e consumo dei soliti noti. In tale contesto ideale e problematico si propone dirompente la figura di don Saverio Guida sia come direttore di una testata giornalistica, già modernamente concepita e di sicuro spessore, sia come politico che non esita a dare le proprie dimissioni fiutando il nuovo corso delle cose proprio a ridosso della Marcia su Roma. Un uomo di grande dignità poco o punto conosciuta, che l'Autore ha, tra gli altri, il merito di riportare all'attenzione comune. Complessivamente un report storico puntuale e dettagliato, condensato in una belli
L'istituzione a Oppido Mamertina e frazioni Sicuramente poche istituzioni civili ebbero un effett... more L'istituzione a Oppido Mamertina e frazioni Sicuramente poche istituzioni civili ebbero un effetto dirompente e benefico sulla società e sulla crescita dei paesi aspromontani come l'istituzione e il progressivo consolidamento del servizio postale: non solo veicolo di comunicazione in sé, ma nel nostro caso un vero e proprio ponte con i paesi lontani, anche extraeuropei, nei quali già a partire dalla fine dell'800 si dirigeva la grande e dolorosa emigrazione calabrese. Il quadro che ne traccia Rocco Liberti in questa ricchissima pagina è molto eloquente: le poste italiane già nel momento della loro difficoltosa istituzione a livello locale nascevano come "servizio" sociale, non con quella connotazione di impresa commerciale che poi col tempo, e specialmente oggi, hanno assunto. Un servizio di grande portata perché reso a un contesto umano e sociale il più delle volte povero, oppresso da mille mali e da mille carenze strutturali, non ultima la mancanza di una rete viaria che fu faticosamente creata e migliorata col tempo e col sacrificio di tutti, mentre oggi in gran parte appare abbandonata a se stessa forse anche perché la comunicazione virtuale in prevalenza ha soppiantato quella cartacea. Un'altra pagina che ci deve a lungo far riflettere sul nostro stato sociale e culturale di oggi in rapporto a quello di ieri, di cui dobbiamo ancora una volta ringraziare la penna e la memoria di Rocco Liberti.
Continua da parte del prof. Rocco Liberti, cui va unanime il ringraziamento, la carrellata su alc... more Continua da parte del prof. Rocco Liberti, cui va unanime il ringraziamento, la carrellata su alcune figure mamertine del recente passato che sicuramente hanno lasciato il segno e il ricordo in molti. Dopo la volta di Don Filippetto Grillo, il cui ritratto tracciato su questa stessa pagina ha riscosso veri e propri record di lettura da parte di tanti appassionati, è di turno la figura del prof. Sebastiano Maisano, la cui parabola umana, sportiva, politica, professionale e anche religiosa viene qui delineata con il rispetto assoluto che merita per la sua coerenza. Persona mite e lineare, lascia ancora un ricordo vivo in molta gente e tra le tante possibili chiavi di lettura della sua vicenda, come giustamente fa rilevare il prof. Liberti, una può mettere d'accordo tutti: l'amore sconfinato per il suo paese e per tutte le sue risorse umane e territoriali, coniugato nell'ultimo scorcio della sua esistenza con l'adesione piena e totale alla spiritualità dei Focolarini e di Chiara Lubich. (Bruno Demasi) Lo sportivissimo Prof. Sebastiano Maisano Fra i personaggi in vista della Oppido di ieri è da rilevarsi indubitabilmente il prof. Sebastiano Maisano. Atletico, gioviale, in amichevole rapporto con piccoli e grandi, sportivo praticante (lo si è a lungo considerato il miglior portiere della locale squadra di calcio Mamerto che ha furoreggiato sui più disparati campi della Provincia), appassionato di ciclismo. Scriveva nel 1972 Nicola De Meo in "La fobìa di un ragno" (p. 69): "Quanta gioia fornivano i tornei calcistici degli anni '30 da quella gloriosa squadra "Mamerto" che vedeva impegnati ottimi calciatori, dall'eccellente portiere Sebastiano Maisano al tenace attaccante Rocco Zerbi, che era abile negli stopper e nel dribling". Fervente fascista, come all'epoca usava e amico e commilitone di mio padre, ho avuto agio di conoscerlo sin da piccolo. Tanto più che tra i ragazzi che più frequentavamo c'erano i figli Angelo e Learco. Giocatore prima, dirigente poi, è stato una colonna dell'ambiente calcistico cittadino. Addirittura, quando si è eliminato lo storico campo del rione Caciagna ed è stato d'uopo servirsi di quello di Varapodio, non ha mancato d'interessarsene. Tra 1970 e 1974 ero delegato comunale allo sport e lui più volte mi ha coinvolto in iniziative al riguardo. L'ultima volta, era il periodo detto, è stato quando per la nuovissima struttura costruita sul corso Aspromonte ha ideato la coppa De Zerbi-Sella. È stato il canto del
Sicuramente riscuoterà l'approvazione di molti la decisione del prof. Rocco Liberti, pienamente c... more Sicuramente riscuoterà l'approvazione di molti la decisione del prof. Rocco Liberti, pienamente condivisa dal sottoscritto, di porre al primo posto in una possibile carrellata di importanti figure oppidesi contemporanee quella di DON FILIPPETTO GRILLO. Credo che mai un uomo con tanta nobiltà di cuore sia riuscito a mettere d'accordo quanti ebbero la fortuna di conoscerlo, i suoi concittadini in primis, per il grande spirito umano, culturale e artistico, la carità senza confini, assolutamente silenziosa, il tratto cordiale, riguardoso e riservato in qualsiasi occasione che lo ha accompagnato per tutta la sua vita e che ha saputo trasmettere pienamente alla sua numerosa e bella famiglia. Era doveroso ricordarlo, ma ancora più doveroso che il suo ricordo diretto e commosso venisse elaborato da chi, come Rocco Liberti, non solo lo ha conosciuto, ma ne ha condiviso totalmente fiducia, rispetto e amore per le memorie avite. Agli Oppidesi tutti il vanto di aver avuto il dono di questa grande persona e il compito importante di perpetuarne sempre il giusto ricordo! (Bruno Demasi) ____________ Nelle mie memorie paesane tra le Figure eminenti si staglia l'avvocato Filippo Grillo, amichevolmente chiamato Don Filippetto, persona buona, pia e di estrema cortesia. Fervido cattolico come d'altronde familiari e parenti in linea retta senza essere oltranzista, ha militato fra le fila dell'Azione Cattolica divenendone presidente diocesano. Con ascendenti di profondo impegno ecclesiale: padre Filippo Antonio (1837-1912) per un trentennio attivo nelle Missioni Liguorine in Cina, l'arcidiacono don Giuseppe Maria (+1862 a. 57) e d. Beatrice (+1930) fondatrice di un Ospizio per i poveri oltre a quanti vissuti nell'antica Oppido, apparteneva a uno stimato ceppo nobiliare oriundo da Genova, che nel distrutto borgo era stato parecchio operoso anche nel settore dell'amministrazione laica. Sempre affabile e cortese, lo vedevi giornalmente uscire dal suo palazzo o mettervi piede e attraversare in diagonale la vasta piazza Umberto I. Le méte erano quelle consuete: la Pretura, sede della sua occupazione principale e il Municipio, dove espletava l'incarico di vice-sindaco. Il di lui genitore, Domenico, era stato vice-pretore e sindaco del Comune. Aveva fatto da padrino di battesimo a mio padre.
sabato 15 giugno 2024 ALTRE NOTIZIE SU GIUSEPPE NUNZIATO MURATORE (di Rocco Liberti) Queste nuove... more sabato 15 giugno 2024 ALTRE NOTIZIE SU GIUSEPPE NUNZIATO MURATORE (di Rocco Liberti) Queste nuove notizie sull'illustre canonico musicista di Messignadi Giuseppe Nunziato Muratore (1786-1860), già parzialmente apparse sul "Corriere di Reggio", nel n. 35 dell'11 ottobre 1980, p.3, aprono nuove prospettive di ricerca su questa singolare e bella figura di artista e di uomo di chiesa, alla quale su questo spazio (clicca qui per leggere IL CANONICO GIUSEPPE NUNZIATO MURATORE, UN MESSIGNADESE AI FASTI DELLA MUSICA) un studio pregno di tutte le informazioni possibili è già stato dedicato dal prof. Rocco Liberti. All' Autore un doppio ringraziamento per essere tornato con metodo e passione su una figura messignadese quasi dimenticata e per averci fatto ritrovare in questa pagina anche la figura dell'avvocato Filippo Grillo a cui gli Oppidesi devono tanto, e non solo in termini musicali. (Bruno Demasi
Ecco una rievocazione molto eloquente del fervore artistico e culturale registrato in Oppido Mame... more Ecco una rievocazione molto eloquente del fervore artistico e culturale registrato in Oppido Mamertina nel secondo dopoguerra, e in particolare negli ultimi decenni del Novecento, col protagonismo non casuale del mondo della scuola e della Chiesa. Entrambe queste agenzie di grande partecipazione sociale ed educativa furono infatti al centro di tante iniziative utili non solo ad elevare un patrimonio di cultura fine a se stesso, ma ad imprimere a tutte le azioni aggregative un forte impulso di emancipazione sociale con ricadute notevoli sul tessuto civile del paese e dell'intero comprensorio. Una grande fioritura, per alcuni versi proseguita nel primo decennio di questo nuovo secolo, che ancora una volta è mirabilmente narrata e documentata in questa pagina, in cui molti si ritroveranno, dal professore Rocco Liberti, spesso diretto protagonista di tante e importanti iniziative che richiamarono come non mai su questa falda di Aspromonte nomi di primissimo piano della cultura e dell'arte calabrese ed extra calabrese. Non è eccessivo affermare che tale risveglio prendeva in buona parte le mosse anche dal cosiddetto "Tempo pieno" realizzato con lungimiranza nelle scuole elementari già negli anni Settanta, poi seguito a ruota dal "Tempo prolungato", realizzato alcuni anni dopo nelle scuole medie: due esperienze generose, smarrite negli anni successivi, che hanno dato a varie generazioni oppidesi un tipo di formazione molto pregnante e ricco. Come non essere grati al professore Liberti per questa commossa rievocazione e per quanto egli, in prima persona, si è speso per l'elevazione del proprio paese? (Bruno Demasi)
Ecco una rievocazione molto eloquente del fervore artistico e culturale registrato in Oppido Mame... more Ecco una rievocazione molto eloquente del fervore artistico e culturale registrato in Oppido Mamertina nel secondo dopoguerra, e in particolare negli ultimi decenni del Novecento, col protagonismo non casuale del mondo della scuola e della Chiesa. Entrambe queste agenzie di grande partecipazione sociale ed educativa furono infatti al centro di tante iniziative utili non solo ad elevare un patrimonio di cultura fine a se stesso, ma ad imprimere a tutte le azioni aggregative un forte impulso di emancipazione sociale con ricadute notevoli sul tessuto civile del paese e dell'intero comprensorio. Una grande fioritura, per alcuni versi proseguita nel primo decennio di questo nuovo secolo, che ancora una volta è mirabilmente narrata e documentata in questa pagina, in cui molti si ritroveranno, dal professore Rocco Liberti, spesso diretto protagonista di tante e importanti iniziative che richiamarono come non mai su questa falda di Aspromonte nomi di primissimo piano della cultura e dell'arte calabrese ed extra calabrese. Non è eccessivo affermare che tale risveglio prendeva in buona parte le mosse anche dal cosiddetto "Tempo pieno" realizzato con lungimiranza nelle scuole elementari già negli anni Settanta, poi seguito a ruota dal "Tempo prolungato", realizzato alcuni anni dopo nelle scuole medie: due esperienze generose, smarrite negli anni successivi, che hanno dato a varie generazioni oppidesi un tipo di formazione molto pregnante e ricco. Come non essere grati al professore Liberti per questa commossa rievocazione e per quanto egli, in prima persona, si è speso per l'elevazione del proprio paese? (Bruno Demasi
ALLA RISCOPERTA DI OPPIDO VECCHIO (di Rocco Liberti) UNA STORIA NELLA STORIA Ecco un altro ricco ... more ALLA RISCOPERTA DI OPPIDO VECCHIO (di Rocco Liberti) UNA STORIA NELLA STORIA Ecco un altro ricco excursus di ricordi personali e di ricostruzione storiografica, che costituirà una pregevole pietra miliare per tutti: Rocco Liberti vi ricompone la difficile vicenda della riscoperta di Oppido Vecchio e degli antichi insediamenti confinanti di cui esso è erede ricordando che solo meno di un secolo fa il complesso di ruderi drammaticamente abbandonati su un bislungo pianoro a S-W del nuovo abitato costituiva appena un luogo della memoria intriso delle sofferenze provocate dal sisma che un secolo e mezzo prima aveva distrutto completamente la città medievale. Un abitato che nell'immaginario collettivo era cristallizzato dentro un alone di leggenda e di mistero che nessuno riuscì a scalfire , almeno fino a quando le prime ricerche storicoarcheologiche modernamente concepite, iniziate dal canonico Giuseppe Pignataro e dai fratelli De Cristo negli anni Trenta del secolo scorso , non proposero la quasi sicura origene bruzio-ellenistica dell'antica Mamerto quale progenitrice della città medievale distrutta. E' tuttavia l'ultimo settantennio che vede una vera fioritura delle ricerche storiche e archeologiche, un arco temporale che per intero vede massimo protagonista proprio Rocco Liberti, che qui rievoca con la medesima passione e con la medesima lucidità di sempre tutto un fervore di studio della civiltà cosmopolita che a varie riprese interessò il territorio della distrutta città. Per quanti si chiedono cosa sia stato fatto in passato e cosa si stia facendo oggi per valorizzare quell'unicum archeologico e culturale, costituito dai resti di Oppido Vecchio e da quelli del suo antichissimo comprensorio, questa pagina è dunque preziosa e da conservare gelosamente. Essa fa rivivere una storia nella storia evidenziando quanto sia stato faticoso portare all'attenzione degli studiosi e del grande pubblico un bene inestimabile troppo a lungo lasciato a se stesso e ancora oggi male divulgato e non sempre in modo corretto. Ci si augura che questo ennesimo e ricchissimo lavoro del prof. Rocco Liberti, che con eleganza e senza sbilanciamenti torna a gettare luce sul mistero dei complessi e grandiosi resti di almeno quattro importanti insediamenti (Mamerto, in epoca bruzio/ellenistica; Oppidum in evo romano ; di nuovo Oppidum/Hagia Agathè in epoca medioevale e, a valle di esso, il suo mellah sorto sul sito abbandonato di età ellenistica) sia recepito da tutti non solo come
lunedì 15 aprile 2024 IL CAFFE' DI DON ROCCO LIBERTI (di Rosario Condò e Rocco Liberti) La prima ... more lunedì 15 aprile 2024 IL CAFFE' DI DON ROCCO LIBERTI (di Rosario Condò e Rocco Liberti) La prima parte di questo interessante e spassoso articolo vide la luce, a firma di Rosario Condò, autore anche della gustosa ricostruzione grafica dell'entrata del bar Liberti a Oppido, negli anni Settanta del secolo scorso su un semplice, ma gloriosissimo periodico mamertino stampato in ciclostile, "MAMEPTINON". La seconda parte invece, a firma di Rocco Liberti, nipote del protagonista principale di questa bella pagina, è completamente inedita. Entrambe illustrano con rigore storico e documentario uno spaccato di vita mamertina a cavallo tra il XIX e il XX secolo e proiettano il lettore con immediatezza nel passato glorioso di un paese che all'epoca, malgrado i ricorrenti terremoti e le ristrettezze dei tempi difficili, coltivava a ragione speranze di ulteriore grandezza sia a livello urbanistico sia a livello sociale e culturale. Atmosfere quasi cittadine, vita semplice e persino allegra nel poco che offriva il quotidiano, ricchezza di industriosità, lavoro immane nei campi e nei piccoli e grandi opifici di paese: tutto mostrava la voglia di crescere e di migliorarsi che nel tempo è inesorabilmente venuta meno. (Bruno Demasi
Come tutti i maestri, Gerhard Rohlfs (Berlino-Lichterfelde 1892-Tubingen 1986) è stato maestro di... more Come tutti i maestri, Gerhard Rohlfs (Berlino-Lichterfelde 1892-Tubingen 1986) è stato maestro di semplicità disarmante per quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo nei suoi continui viaggi in quella che a ragione potrebbe essere definita la sua seconda patria, la Calabria, percorsa numerose volte da solo o accompagnato dalla figlia. A Oppido Mamertina, dove giunse più volte per confrontare le proprie appassionate ricerche col canonico Giuseppe Pignataro, ebbe anche la fortuna di conoscere tra gli altri il prof. Rocco Liberti, alla cui penna è affidato questo omaggio doveroso come a uno dei padri della glottologia moderna studiata e costruita pezzettino per pezzettino con metodi antichissimi quanto efficaci contattando la gente, a volte a dorso di mulo, porta per porta e raccogliendone religiosamente le testimonianze parlate: un metodo intramontabile, assai distante da certe ricerche estemporanee e di seconda mano che inondano sempre di più le librerie e i social. A Gerhard Rohlfs l'omaggio, ci si augura perpetuo, di noi Calabresi, e a Rocco Liberti l'ennesimo ringraziamento degli Oppidesi sempre più grati per la generosa condivisione di questi ricordi. (Bruno Demasi) _______________ Gerhard Rohlfs Ho avuto l'opportunità d'incrociare il mio passo culturale con quello del grande dialettologo tedesco per puro caso forse nell'anno 1977. Stavo passeggiando con un collega inverso Tresilico, quando, da una macchina improvvisamente fermatasi, è venuto a scendere un uomo alto e imponente, che ha chiesto delle informazioni ad alcune persone che si ritrovavano a lato della strada. Allorquando dalle scarne frasi pronunziate con un accento straniero piuttosto aspro ho capito che quegli andava cercando mons. Pignataro, ho detto subito al mio accompagnatore: Deve sicuramente trattarsi del prof. Rohlfs, uno studioso di statura mondiale! Non mi sono sbagliato. Ci siamo avvicinati e ci siamo offerti di condurlo alla residenza di colui che così tanto gl'interessava, dove peraltro doveva esservi stato variamente. Sicuramente, tanto per cambiare, non ricordava il luogo preciso. Una volta appreso che la persona cercata al momento non si trovava in paese, è rimasto piuttosto esitante. Allora, su due piedi, senza porre tempo, abbiamo deciso di riceverlo in Comune, dove abbiamo avuto un riscontro del suo solito tipo, cioè una chiacchierata in merito ad alcune voci del vernacolo oppidese. Non ricordo bene se è stato allora, ma credo proprio di sì, che il prof. Rohlfs a casa mia, dove successivamente ci siamo portati, mi ha parlato del dizionario dei cognomi che aveva in preparazione. Gli ho fatto presente ch'era bene nel caso tener conto che molti cognomi erano bell'e costruiti
Come tutti i maestri, Gerhard Rohlfs (Berlino-Lichterfelde 1892-Tubingen 1986) è stato maestro di... more Come tutti i maestri, Gerhard Rohlfs (Berlino-Lichterfelde 1892-Tubingen 1986) è stato maestro di semplicità disarmante per quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo nei suoi continui viaggi in quella che a ragione potrebbe essere definita la sua seconda patria, la Calabria, percorsa numerose volte da solo o accompagnato dalla figlia. A Oppido Mamertina, dove giunse più volte per confrontare le proprie appassionate ricerche col canonico Giuseppe Pignataro, ebbe anche la fortuna di conoscere tra gli altri il prof. Rocco Liberti, alla cui penna è affidato questo omaggio doveroso come a uno dei padri della glottologia moderna studiata e costruita pezzettino per pezzettino con metodi antichissimi quanto efficaci contattando la gente, a volte a dorso di mulo, porta per porta e raccogliendone religiosamente le testimonianze parlate: un metodo intramontabile, assai distante da certe ricerche estemporanee e di seconda mano che inondano sempre di più le librerie e i social. A Gerhard Rohlfs l'omaggio, ci si augura perpetuo, di noi Calabresi, e a Rocco Liberti l'ennesimo ringraziamento degli Oppidesi sempre più grati per la generosa condivisione di questi ricordi. (Bruno Demasi) _______________ Ho avuto l'opportunità d'incrociare il mio passo culturale con quello del grande dialettologo tedesco per puro caso forse nell'anno 1977. Stavo passeggiando con un collega inverso Tresilico, quando, da una macchina improvvisamente fermatasi, è venuto a scendere un uomo alto e imponente, che ha chiesto delle informazioni ad alcune persone che si ritrovavano a lato della strada. Allorquando dalle scarne frasi pronunziate con un accento straniero piuttosto aspro ho capito che quegli andava cercando mons. Pignataro, ho detto subito al mio accompagnatore: Deve sicuramente trattarsi del prof. Rohlfs, uno studioso di statura mondiale! Non mi sono sbagliato. Ci siamo avvicinati e ci siamo offerti di condurlo alla residenza di colui che così tanto gl'interessava, dove peraltro doveva esservi stato variamente. Sicuramente, tanto per cambiare, non ricordava il luogo preciso. Una volta appreso che la persona cercata al momento non si trovava in paese, è rimasto piuttosto esitante. Allora, su due piedi, senza porre tempo, abbiamo deciso di riceverlo in Comune, dove abbiamo avuto un riscontro del suo solito tipo, cioè una chiacchierata in merito ad alcune voci del vernacolo oppidese. Non ricordo bene se è stato allora, ma credo proprio di sì, che il prof. Rohlfs a casa mia, dove successivamente ci siamo portati, mi ha parlato del dizionario dei cognomi che aveva in preparazione. Gli ho fatto presente ch'era bene nel caso tener conto che molti cognomi erano bell'e costruiti intenzionalmente anche ai nostri tempi da coloro che li appioppavano ai trovatelli e non erano davvero pochi! Li per lì ha affermato candidamente di non averci pensato e, una volta che ho provveduto a inviargli miei lavori sull'imposizione dei soprannomi a Polistena e, per l'appunto "I figli di nessuno in Calabria", così il
Liberti ha superato davvero sé stesso con un affresco in larga parte sconosciuto sullo stato dell... more Liberti ha superato davvero sé stesso con un affresco in larga parte sconosciuto sullo stato delle cose in questo estremo lembo interno di Calabria, e in particolare a Oppido Mamertina, nei primi decenni del Novecento. Accanto al fervore culturale che neanche il primo "funesto" conflitto mondiale era riuscito a sopire e che alimentava non poche testate giornalistiche, di cui "Il Martello" era in qualche modo emblema e forse anche capofila, prosperavano i conflitti e le beghe politiche spicciole che, come spesso accade, traevano alimento dai modi più impensati e legalizzati di distrarre e sperperare il denaro pubblico ad uso e consumo dei soliti noti. In tale contesto ideale e problematico si propone dirompente la figura di don Saverio Guida sia come direttore di una testata giornalistica, già modernamente concepita e di sicuro spessore, sia come politico che non esita a dare le proprie dimissioni fiutando il nuovo corso delle cose proprio a ridosso della Marcia su Roma. Un uomo di grande dignità poco o punto conosciuta, che l'Autore ha, tra gli altri, il merito di riportare all'attenzione comune. Complessivamente un report storico puntuale e dettagliato, condensato in una belli
L'istituzione a Oppido Mamertina e frazioni Sicuramente poche istituzioni civili ebbero un effett... more L'istituzione a Oppido Mamertina e frazioni Sicuramente poche istituzioni civili ebbero un effetto dirompente e benefico sulla società e sulla crescita dei paesi aspromontani come l'istituzione e il progressivo consolidamento del servizio postale: non solo veicolo di comunicazione in sé, ma nel nostro caso un vero e proprio ponte con i paesi lontani, anche extraeuropei, nei quali già a partire dalla fine dell'800 si dirigeva la grande e dolorosa emigrazione calabrese. Il quadro che ne traccia Rocco Liberti in questa ricchissima pagina è molto eloquente: le poste italiane già nel momento della loro difficoltosa istituzione a livello locale nascevano come "servizio" sociale, non con quella connotazione di impresa commerciale che poi col tempo, e specialmente oggi, hanno assunto. Un servizio di grande portata perché reso a un contesto umano e sociale il più delle volte povero, oppresso da mille mali e da mille carenze strutturali, non ultima la mancanza di una rete viaria che fu faticosamente creata e migliorata col tempo e col sacrificio di tutti, mentre oggi in gran parte appare abbandonata a se stessa forse anche perché la comunicazione virtuale in prevalenza ha soppiantato quella cartacea. Un'altra pagina che ci deve a lungo far riflettere sul nostro stato sociale e culturale di oggi in rapporto a quello di ieri, di cui dobbiamo ancora una volta ringraziare la penna e la memoria di Rocco Liberti.
Continua da parte del prof. Rocco Liberti, cui va unanime il ringraziamento, la carrellata su alc... more Continua da parte del prof. Rocco Liberti, cui va unanime il ringraziamento, la carrellata su alcune figure mamertine del recente passato che sicuramente hanno lasciato il segno e il ricordo in molti. Dopo la volta di Don Filippetto Grillo, il cui ritratto tracciato su questa stessa pagina ha riscosso veri e propri record di lettura da parte di tanti appassionati, è di turno la figura del prof. Sebastiano Maisano, la cui parabola umana, sportiva, politica, professionale e anche religiosa viene qui delineata con il rispetto assoluto che merita per la sua coerenza. Persona mite e lineare, lascia ancora un ricordo vivo in molta gente e tra le tante possibili chiavi di lettura della sua vicenda, come giustamente fa rilevare il prof. Liberti, una può mettere d'accordo tutti: l'amore sconfinato per il suo paese e per tutte le sue risorse umane e territoriali, coniugato nell'ultimo scorcio della sua esistenza con l'adesione piena e totale alla spiritualità dei Focolarini e di Chiara Lubich. (Bruno Demasi) Lo sportivissimo Prof. Sebastiano Maisano Fra i personaggi in vista della Oppido di ieri è da rilevarsi indubitabilmente il prof. Sebastiano Maisano. Atletico, gioviale, in amichevole rapporto con piccoli e grandi, sportivo praticante (lo si è a lungo considerato il miglior portiere della locale squadra di calcio Mamerto che ha furoreggiato sui più disparati campi della Provincia), appassionato di ciclismo. Scriveva nel 1972 Nicola De Meo in "La fobìa di un ragno" (p. 69): "Quanta gioia fornivano i tornei calcistici degli anni '30 da quella gloriosa squadra "Mamerto" che vedeva impegnati ottimi calciatori, dall'eccellente portiere Sebastiano Maisano al tenace attaccante Rocco Zerbi, che era abile negli stopper e nel dribling". Fervente fascista, come all'epoca usava e amico e commilitone di mio padre, ho avuto agio di conoscerlo sin da piccolo. Tanto più che tra i ragazzi che più frequentavamo c'erano i figli Angelo e Learco. Giocatore prima, dirigente poi, è stato una colonna dell'ambiente calcistico cittadino. Addirittura, quando si è eliminato lo storico campo del rione Caciagna ed è stato d'uopo servirsi di quello di Varapodio, non ha mancato d'interessarsene. Tra 1970 e 1974 ero delegato comunale allo sport e lui più volte mi ha coinvolto in iniziative al riguardo. L'ultima volta, era il periodo detto, è stato quando per la nuovissima struttura costruita sul corso Aspromonte ha ideato la coppa De Zerbi-Sella. È stato il canto del
Sicuramente riscuoterà l'approvazione di molti la decisione del prof. Rocco Liberti, pienamente c... more Sicuramente riscuoterà l'approvazione di molti la decisione del prof. Rocco Liberti, pienamente condivisa dal sottoscritto, di porre al primo posto in una possibile carrellata di importanti figure oppidesi contemporanee quella di DON FILIPPETTO GRILLO. Credo che mai un uomo con tanta nobiltà di cuore sia riuscito a mettere d'accordo quanti ebbero la fortuna di conoscerlo, i suoi concittadini in primis, per il grande spirito umano, culturale e artistico, la carità senza confini, assolutamente silenziosa, il tratto cordiale, riguardoso e riservato in qualsiasi occasione che lo ha accompagnato per tutta la sua vita e che ha saputo trasmettere pienamente alla sua numerosa e bella famiglia. Era doveroso ricordarlo, ma ancora più doveroso che il suo ricordo diretto e commosso venisse elaborato da chi, come Rocco Liberti, non solo lo ha conosciuto, ma ne ha condiviso totalmente fiducia, rispetto e amore per le memorie avite. Agli Oppidesi tutti il vanto di aver avuto il dono di questa grande persona e il compito importante di perpetuarne sempre il giusto ricordo! (Bruno Demasi) ____________ Nelle mie memorie paesane tra le Figure eminenti si staglia l'avvocato Filippo Grillo, amichevolmente chiamato Don Filippetto, persona buona, pia e di estrema cortesia. Fervido cattolico come d'altronde familiari e parenti in linea retta senza essere oltranzista, ha militato fra le fila dell'Azione Cattolica divenendone presidente diocesano. Con ascendenti di profondo impegno ecclesiale: padre Filippo Antonio (1837-1912) per un trentennio attivo nelle Missioni Liguorine in Cina, l'arcidiacono don Giuseppe Maria (+1862 a. 57) e d. Beatrice (+1930) fondatrice di un Ospizio per i poveri oltre a quanti vissuti nell'antica Oppido, apparteneva a uno stimato ceppo nobiliare oriundo da Genova, che nel distrutto borgo era stato parecchio operoso anche nel settore dell'amministrazione laica. Sempre affabile e cortese, lo vedevi giornalmente uscire dal suo palazzo o mettervi piede e attraversare in diagonale la vasta piazza Umberto I. Le méte erano quelle consuete: la Pretura, sede della sua occupazione principale e il Municipio, dove espletava l'incarico di vice-sindaco. Il di lui genitore, Domenico, era stato vice-pretore e sindaco del Comune. Aveva fatto da padrino di battesimo a mio padre.
sabato 15 giugno 2024 ALTRE NOTIZIE SU GIUSEPPE NUNZIATO MURATORE (di Rocco Liberti) Queste nuove... more sabato 15 giugno 2024 ALTRE NOTIZIE SU GIUSEPPE NUNZIATO MURATORE (di Rocco Liberti) Queste nuove notizie sull'illustre canonico musicista di Messignadi Giuseppe Nunziato Muratore (1786-1860), già parzialmente apparse sul "Corriere di Reggio", nel n. 35 dell'11 ottobre 1980, p.3, aprono nuove prospettive di ricerca su questa singolare e bella figura di artista e di uomo di chiesa, alla quale su questo spazio (clicca qui per leggere IL CANONICO GIUSEPPE NUNZIATO MURATORE, UN MESSIGNADESE AI FASTI DELLA MUSICA) un studio pregno di tutte le informazioni possibili è già stato dedicato dal prof. Rocco Liberti. All' Autore un doppio ringraziamento per essere tornato con metodo e passione su una figura messignadese quasi dimenticata e per averci fatto ritrovare in questa pagina anche la figura dell'avvocato Filippo Grillo a cui gli Oppidesi devono tanto, e non solo in termini musicali. (Bruno Demasi
Ecco una rievocazione molto eloquente del fervore artistico e culturale registrato in Oppido Mame... more Ecco una rievocazione molto eloquente del fervore artistico e culturale registrato in Oppido Mamertina nel secondo dopoguerra, e in particolare negli ultimi decenni del Novecento, col protagonismo non casuale del mondo della scuola e della Chiesa. Entrambe queste agenzie di grande partecipazione sociale ed educativa furono infatti al centro di tante iniziative utili non solo ad elevare un patrimonio di cultura fine a se stesso, ma ad imprimere a tutte le azioni aggregative un forte impulso di emancipazione sociale con ricadute notevoli sul tessuto civile del paese e dell'intero comprensorio. Una grande fioritura, per alcuni versi proseguita nel primo decennio di questo nuovo secolo, che ancora una volta è mirabilmente narrata e documentata in questa pagina, in cui molti si ritroveranno, dal professore Rocco Liberti, spesso diretto protagonista di tante e importanti iniziative che richiamarono come non mai su questa falda di Aspromonte nomi di primissimo piano della cultura e dell'arte calabrese ed extra calabrese. Non è eccessivo affermare che tale risveglio prendeva in buona parte le mosse anche dal cosiddetto "Tempo pieno" realizzato con lungimiranza nelle scuole elementari già negli anni Settanta, poi seguito a ruota dal "Tempo prolungato", realizzato alcuni anni dopo nelle scuole medie: due esperienze generose, smarrite negli anni successivi, che hanno dato a varie generazioni oppidesi un tipo di formazione molto pregnante e ricco. Come non essere grati al professore Liberti per questa commossa rievocazione e per quanto egli, in prima persona, si è speso per l'elevazione del proprio paese? (Bruno Demasi)
Ecco una rievocazione molto eloquente del fervore artistico e culturale registrato in Oppido Mame... more Ecco una rievocazione molto eloquente del fervore artistico e culturale registrato in Oppido Mamertina nel secondo dopoguerra, e in particolare negli ultimi decenni del Novecento, col protagonismo non casuale del mondo della scuola e della Chiesa. Entrambe queste agenzie di grande partecipazione sociale ed educativa furono infatti al centro di tante iniziative utili non solo ad elevare un patrimonio di cultura fine a se stesso, ma ad imprimere a tutte le azioni aggregative un forte impulso di emancipazione sociale con ricadute notevoli sul tessuto civile del paese e dell'intero comprensorio. Una grande fioritura, per alcuni versi proseguita nel primo decennio di questo nuovo secolo, che ancora una volta è mirabilmente narrata e documentata in questa pagina, in cui molti si ritroveranno, dal professore Rocco Liberti, spesso diretto protagonista di tante e importanti iniziative che richiamarono come non mai su questa falda di Aspromonte nomi di primissimo piano della cultura e dell'arte calabrese ed extra calabrese. Non è eccessivo affermare che tale risveglio prendeva in buona parte le mosse anche dal cosiddetto "Tempo pieno" realizzato con lungimiranza nelle scuole elementari già negli anni Settanta, poi seguito a ruota dal "Tempo prolungato", realizzato alcuni anni dopo nelle scuole medie: due esperienze generose, smarrite negli anni successivi, che hanno dato a varie generazioni oppidesi un tipo di formazione molto pregnante e ricco. Come non essere grati al professore Liberti per questa commossa rievocazione e per quanto egli, in prima persona, si è speso per l'elevazione del proprio paese? (Bruno Demasi
ALLA RISCOPERTA DI OPPIDO VECCHIO (di Rocco Liberti) UNA STORIA NELLA STORIA Ecco un altro ricco ... more ALLA RISCOPERTA DI OPPIDO VECCHIO (di Rocco Liberti) UNA STORIA NELLA STORIA Ecco un altro ricco excursus di ricordi personali e di ricostruzione storiografica, che costituirà una pregevole pietra miliare per tutti: Rocco Liberti vi ricompone la difficile vicenda della riscoperta di Oppido Vecchio e degli antichi insediamenti confinanti di cui esso è erede ricordando che solo meno di un secolo fa il complesso di ruderi drammaticamente abbandonati su un bislungo pianoro a S-W del nuovo abitato costituiva appena un luogo della memoria intriso delle sofferenze provocate dal sisma che un secolo e mezzo prima aveva distrutto completamente la città medievale. Un abitato che nell'immaginario collettivo era cristallizzato dentro un alone di leggenda e di mistero che nessuno riuscì a scalfire , almeno fino a quando le prime ricerche storicoarcheologiche modernamente concepite, iniziate dal canonico Giuseppe Pignataro e dai fratelli De Cristo negli anni Trenta del secolo scorso , non proposero la quasi sicura origene bruzio-ellenistica dell'antica Mamerto quale progenitrice della città medievale distrutta. E' tuttavia l'ultimo settantennio che vede una vera fioritura delle ricerche storiche e archeologiche, un arco temporale che per intero vede massimo protagonista proprio Rocco Liberti, che qui rievoca con la medesima passione e con la medesima lucidità di sempre tutto un fervore di studio della civiltà cosmopolita che a varie riprese interessò il territorio della distrutta città. Per quanti si chiedono cosa sia stato fatto in passato e cosa si stia facendo oggi per valorizzare quell'unicum archeologico e culturale, costituito dai resti di Oppido Vecchio e da quelli del suo antichissimo comprensorio, questa pagina è dunque preziosa e da conservare gelosamente. Essa fa rivivere una storia nella storia evidenziando quanto sia stato faticoso portare all'attenzione degli studiosi e del grande pubblico un bene inestimabile troppo a lungo lasciato a se stesso e ancora oggi male divulgato e non sempre in modo corretto. Ci si augura che questo ennesimo e ricchissimo lavoro del prof. Rocco Liberti, che con eleganza e senza sbilanciamenti torna a gettare luce sul mistero dei complessi e grandiosi resti di almeno quattro importanti insediamenti (Mamerto, in epoca bruzio/ellenistica; Oppidum in evo romano ; di nuovo Oppidum/Hagia Agathè in epoca medioevale e, a valle di esso, il suo mellah sorto sul sito abbandonato di età ellenistica) sia recepito da tutti non solo come
lunedì 15 aprile 2024 IL CAFFE' DI DON ROCCO LIBERTI (di Rosario Condò e Rocco Liberti) La prima ... more lunedì 15 aprile 2024 IL CAFFE' DI DON ROCCO LIBERTI (di Rosario Condò e Rocco Liberti) La prima parte di questo interessante e spassoso articolo vide la luce, a firma di Rosario Condò, autore anche della gustosa ricostruzione grafica dell'entrata del bar Liberti a Oppido, negli anni Settanta del secolo scorso su un semplice, ma gloriosissimo periodico mamertino stampato in ciclostile, "MAMEPTINON". La seconda parte invece, a firma di Rocco Liberti, nipote del protagonista principale di questa bella pagina, è completamente inedita. Entrambe illustrano con rigore storico e documentario uno spaccato di vita mamertina a cavallo tra il XIX e il XX secolo e proiettano il lettore con immediatezza nel passato glorioso di un paese che all'epoca, malgrado i ricorrenti terremoti e le ristrettezze dei tempi difficili, coltivava a ragione speranze di ulteriore grandezza sia a livello urbanistico sia a livello sociale e culturale. Atmosfere quasi cittadine, vita semplice e persino allegra nel poco che offriva il quotidiano, ricchezza di industriosità, lavoro immane nei campi e nei piccoli e grandi opifici di paese: tutto mostrava la voglia di crescere e di migliorarsi che nel tempo è inesorabilmente venuta meno. (Bruno Demasi
Stampa presso la Litografia Diaco snc Bovalino (RC) Tel. 0964-670270 Febbraio 2005 in copertina: ... more Stampa presso la Litografia Diaco snc Bovalino (RC) Tel. 0964-670270 Febbraio 2005 in copertina: panorama parziale di Oppido negli anni '30, con a destra gli alberi che fiancheggiavano il corso L. Razza ed a sinistra una delle tante baraccopoli e l'ospedale ancora in costruzione.
Pag. 159 ROCCO LIBERTI Cenni bio-bibliografici » 161 ANTONIO F. PARISI Da Anichio ad Anaslasio in... more Pag. 159 ROCCO LIBERTI Cenni bio-bibliografici » 161 ANTONIO F. PARISI Da Anichio ad Anaslasio in alcuni monasteri basii, dell'istmo di Calamaro » 168 GIOVANNI AMBROSIANO // « reportage » di Maria Brandon A Ibìnì dalla Calabria reggina » 180 NICOLA FERRANTE Le antiche parrocchie di Sbarre a Reggio » 191 ANTONIO TRIPODI L'erezione della Via Crucis nella chiesa dell'Immacolata di Dasà (Catanzaro) » 195 GIUSEPPE MOSCATO Per il 40° anniversario della ricostituzione del Consiglio Comunale di Reggio Calabria » 198 TRA LIBRI E RIVISTE » 205 INDICE DEL VOLUME XL -1987 » 206 Spcd. in abbonamento postale Or. IV
Nel 1709 incapparono nelle grinfie del Sant'Uffizio due povere donne di Tortora, Dianora Laino de... more Nel 1709 incapparono nelle grinfie del Sant'Uffizio due povere donne di Tortora, Dianora Laino detta Pitone e la di lei figlia Caterina, che, accusate di aver commesso atti nefandi, vennero severamente condannate dal Tribunale ecclesiastico di Cassano.
HISTORICA RIVISTA TRIMESTRALE DI CULTURA ANNO XLV APRILE -GIUGNO N. 2 -1992 AGAZIO TROMBETTA Anti... more HISTORICA RIVISTA TRIMESTRALE DI CULTURA ANNO XLV APRILE -GIUGNO N. 2 -1992 AGAZIO TROMBETTA Antichi Caffè di Reggio (pane IH) pag. 55 ROCCO LIBERTI Mons. Giuseppe Teta vescovo dal 1859 al 1875. Da Nusco a Oppido Mamertina ^ » 65 ANTONIO PIROMALLI Motivi religiosi nella poesia di Giuseppe Malattia » 76 FRANCO MOSINO Pubblicità dialettale nella Calabria degli Anni Trenta * 81 GIUSEPPE CANTARELLA Mutualità e Cooperazione nella Provincia di Reggio Calabria dopo il 1860 » 85 NICOLA SGRO Alessandro Longo » 90 DOMENICO ROTONDO Scoperte ed invenzioni di calabresi in Calabria. Per una storia della scienza e della tecnica in Calabria " 95 TRA LIBRI E RIVISTE MASSIMO BONTEMPELLI. FABIO BEHUVOGUO. Il senso detressere nette culture occidentali (E. BRUNI) p. 84; GIUSEPPE PENSABENE. La guerra tra Cesare Ottaviano t Sesto Pompeo e le corrispondenze attuali (Domenico De Giorgio) p. 99; MASSIMO.!ANO PEZZI, La Silo borbonica, tra usurpazioni e prescrizioni (Ivana De Giorgio) p. 99; MJCHELA D'ANGELO, Viaggiatori e mercanti inglesi nel Sud: Edward Lear tra Sicilia e Calabria (D.co De Giorgio) p. 100; FRANCO CARVINI, GIANCARLOANVENNA. PIER ANGELO ARlOTVA,(iaindi).FedericoBarbarossa e i Lombardi. Comuni ed imperatore nelle cronache contemporanee (Ettore Bruni) p. 100; CARLO PAVOL1NI, La vita quotidiana ad Ostia (E. Bruni) p. 101; MARIO SPtZZÌRRl, Criminalità e giusitia nel circondario di Rende(Massimiliano Pezzi)p. 101; PINALUPOI, Ladonnad«/i^pi (Nadia Crucilli) p. 102.
in copertina: torre costiera della Marinella di Bagnara Il fenomeno turchesco * Il Bruzio, in seg... more in copertina: torre costiera della Marinella di Bagnara Il fenomeno turchesco * Il Bruzio, in seguito alla dissoluzione dell'impero romano, venne spessissime volte a essere preso di mira da pirati d'ogni risma, ma due avvenimenti in particolare contribuirono in sommo grado a far acquistare alla regione un non invidiabile primato: la caduta di Costantinopoli e, quindi, la fine dell'egemonìa bizantina e la cacciata dei Mori dalla Spagna. Difatti, anche se sul finire del primo millennio della nostra era, con gli Arabi al culmine della loro espansione e di casa sul litorale tirrenico, si dovettero lamentare grosse perdite, come nel caso di Tauriana, fu nei secoli XVI XVII che la parte meridionale della penisola ebbe a soffrire i maggiori guasti.
chi l'osserva da quel centro non riceve lo stesso incanto perchè esso risulta sempre fasciato da ... more chi l'osserva da quel centro non riceve lo stesso incanto perchè esso risulta sempre fasciato da un fitto nebbione, che a stento talvolta lascia intravvedere l'imponente sagoma del castello. Come la nebbia, anche la neve vi fa ogni tanto capolino e, se sosta poco tempo, non è così nelle adiacenti sommità, dove a volte ristà anche per dei mesi.
Com'era vissuto l'avvento del Fascismo in un paese di Calabria: il caso di Oppido Mamertina 2 Ivi... more Com'era vissuto l'avvento del Fascismo in un paese di Calabria: il caso di Oppido Mamertina 2 Ivi, delibere della giunta. 3 Ivi, delibere del commissario prefettizio.
Tutti i diritti d'autore, di traduzione, elaborazione e riproduzione (anche di semplici brani o a... more Tutti i diritti d'autore, di traduzione, elaborazione e riproduzione (anche di semplici brani o a mezzo di radiodiffusione) sono riservati per tutti i paesi del mondo. Qualsiasi contraffazione e riproduzione di parti verrà perseguita a termini di legge. L' amore verso Cristo del Mittica si traduce in amore per i compagni di prigionia e per quanti, con le loro sofferenze, hanno fatto olocausto di se stessi in modo silenzioso. Proprio per questo motivo, si è voluto definire Francesco Mittica "Un Soldato di Cristo".
Stampa presso la Litografia Diaco snc Bovalino (RC) Tel. 0964-670270 Agosto 2004 in copertina: la... more Stampa presso la Litografia Diaco snc Bovalino (RC) Tel. 0964-670270 Agosto 2004 in copertina: la piazza principale di Oppido Mamertina con la cattedrale del Coppola e gli antichi palazzi
Anche per il secolo XVIII la storiografia non può far leva né su pubblicazioni né su documenti di... more Anche per il secolo XVIII la storiografia non può far leva né su pubblicazioni né su documenti di sorta che rendano in chiaro lo stato urbanistico di Oppido, ma è ragionevole pensare che il volto della città, fino alla distruzione causata dal sisma del 1783, resti quello delineato nella nota pianta prospettica e nelle pagine del Pacichelli, al cui contesto si rifanno senza ombra di dubbio sia gli storici del tempo che gli ordinari diocesani, i quali ne hanno agio per dare apertura alle proprie relationes ad Limina. Si tratta, certo, di scarsi cenni ripetitivi, che non sono latori di alcunchè di nuovo. Purtroppo, data la sua disposizione, nulla di meglio può offrire il catasto onciario del 1746, le cui scritture riguardano essenzialmente la composizione dei componenti dei fuochi con distinte annotazioni sul loro impegno lavorativo e su quanto posseggono in materia di proprietà fondiarie. Nessun dato sulle strutture murarie e sulla loro collocazione nei vari rioni. Tuttavia, dai rogiti del tempo e dal "caldarone" sortiscono almeno i nomi di alcune località interne all'abitato. Si evidenziano lo Burgo o anche Quartiere del Borgo, S. Anania, l'Arangara, S. Nicolò di mezzo, S. Francesco Saverio, Maurello, Santa Caterina, Santo Nicolò Superiore, l'Annunziata. Non sono ancora denominazioni di strade appositamente intitolate, ma indicazioni consegnate dalla tradizione in riferimento al dato più rilevante, con cui la gente si ritrova quotidianamente.
Il presente lavoro trae spunto da similari opere dedicate a città e paesi della nostra regione, c... more Il presente lavoro trae spunto da similari opere dedicate a città e paesi della nostra regione, come quelle su Reggio Calabria (Carmelo Trasselli, La vita a Reggio Calabria ai tempi di Carlo V, Edizioni Parallelo 38, Reggio Cal.1974; Francesco Arillotta, Reggio nella Calabria spagnola -Storia di una città scomparsa (1600-1650), Casa del libro editrice, Reggio Cal. 1981) e Gerace (Enzo D'Agostino, Gerace nel XVII secolo, Falzea editore, Reggio Cal. 2003). Segue in particolare, per quanto è possibile, la suddivisione dei capitoli indicata dal D'Agostino, che in modo veramente egregio abbraccia al completo la vita sociale di una comunità.
dei sinodi diocesani e dei concili provinciali e le relazioni delle visite pastorali e per le vis... more dei sinodi diocesani e dei concili provinciali e le relazioni delle visite pastorali e per le visite "ad limina" come fonti per la storia religiosa e sociale della Calabria, "La società religiosa nell'età moderna" (Atti Convegno Capaccio-Paestum 1972), Napoli 1973 appena tre relazioni: nel 1596 appunto, 1598 e 1603. La lacuna che dobbiamo riscontrare fra queste ultime date forse realmente non si sarà verificata, ma di una scrittura nel 1600 o 1601 l'archivio dei papi tace all'intutto 3 .
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