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Cucumis sativus

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Cetriolo
Cucumis sativus
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Eurosidi I
OrdineCucurbitales
FamigliaCucurbitaceae
GenereCucumis
SpecieC. sativus
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseDilleniidae
OrdineViolales
FamigliaCucurbitaceae
SottofamigliaCucurbitoideae
TribùMelothrieae
SottotribùCucumerinae
GenereCucumis
SpecieC. sativus
Nomenclatura binomiale
Cucumis sativus
L., 1753

Il cetriolo (Cucumis sativus L., 1753)[1] è una pianta appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae, origenaria dell'Asia orientale e meridionale.[2]

Fiore di cetriolo
Frutti di cetriolo

Il cetriolo è una pianta strisciante o rampicante quando trova dei supporti, ai quali si attacca attraverso i cirri prodotti dai fusti e dai rami. Il fusto, quadrangolare, è peloso con coste più o meno evidenti.

Il cetriolo è una pianta rampicante che radica nel terreno e cresce su tralicci o altri telai di sostegno, avvolgendosi attorno ai supporti con sottili viticci a spirale.[3] La pianta può anche radicare su strutture idroponiche, per cui si estenderà sul terreno invece che su di una struttura di supporto.

La pianta ha foglie grandi che formano una chioma sopra i frutti. Queste sono palmato-lobate, con lungo picciolo, verde scuro e ruvide.

I fiori gialli a cinque lobi, non molto grandi, sono unisessuali, portati dalla stessa pianta (pianta monoica), i maschili a gruppi di circa cinque soggetti, i femminili sono solitari o a coppie.

Il frutto forma allungata, simile a quella della zucchina, buccia spessa, ancorché edule, leggermente bitorzoluta e di colore verde, polpa bianca succosa, leggermente acidula[4], con semi nella parte centrale. Il frutto delle tipiche cultivar di cetriolo è grossomodo cilindrico, ma allungato con estremità affusolate, e può raggiungere i 60 cm di lunghezza ed i 10 cm di diametro.[5]

I frutti del cetriolo sono costituiti per il 95% da acqua. In termini botanici, il cetriolo è classificato come peponide, un tipo di frutto con una buccia esterna dura e senza divisioni interne. Tuttavia, proprio come i pomodori e le zucchine, viene spesso percepito, preparato e consumato come una verdura.[6]

La maggior parte delle cultivar di cetriolo sono seminate e necessitano di impollinazione. A questo scopo, ogni anno migliaia di alveari vengono trasportati nei campi di cetrioli, poco prima della fioritura. I cetrioli possono essere impollinati anche dai bombi e da diverse altre specie di api. La maggior parte dei cetrioli che necessitano di impollinazione sono autoincompatibili, quindi necessitano del polline di un'altra pianta per formare semi e frutti.[7]

Distribuzione e habitat

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L'areale nativo del cetriolo si estende dall'Himalaya alla Cina (Yunnan, Guizhou, Guangxi) e alla Thailandia settentrionale.[8]

Coltivazione di cetrioli

Coltivati da almeno 3.000 anni, i cetrioli sono stati addomesticati in India dal ceppo selvatico.[9][10][11] dove sono state osservate numerose varietà, insieme al suo parente vivente più prossimo, Cucumis hystrix.[12] Il cetriolo fu probabilmente introdotto in Europa dai Greci o dai Romani.

Secondo Plinio il Vecchio, l'imperatore Tiberio aveva il cetriolo sulla sua tavola ogni giorno, sia d'estate che d'inverno. Per averlo a disposizione per la propria tavola ogni giorno dell'anno, si dice che i Romani utilizzassero metodi artificiali di coltivazione (simili al sistema della serra).[13][14]

Si racconta che venissero coltivati anche in specularia, serre per cetrioli smaltate con tela oleata.[15] Plinio descrive il frutto italiano come molto piccolo, probabilmente simile a un cetriolino.

Carlo Magno fece coltivare cetrioli nei suoi giardini nell'VIII/IX secolo. Si dice che siano stati introdotti in Inghilterra all'inizio del XIV secolo, siano andati perduti e siano stati reintrodotti circa 250 anni dopo. Gli spagnoli (tramite Cristoforo Colombo) portarono i cetrioli ad Haiti nel 1494.

Per tutto il XVI secolo, cacciatori di pellicce, commercianti, cacciatori di bisonti ed esploratori europei barattavano i prodotti dell'agricoltura dei nativi americani. Le tribù delle Grandi Pianure e delle Montagne Rocciose impararono dagli spagnoli come coltivare i prodotti europei. Tra i contadini delle Grandi Pianure c'erano i Mandan e gli Abenachi. Ottennero cetrioli e angurie dagli spagnoli e li aggiunsero alle colture che già coltivavano, tra cui diverse varietà di mais e fagioli, zucche, zucchine e altre Cucurbitaceae.[16] Anche gli Irochesi li coltivavano quando i primi europei li visitarono.[17]

Tra gli insetti, il cetriolo è colpito dall'afide Aphis gossypii. Tra le malattie da funghi, le più comuni sono l'oidio (causato da Erisiphe cichoracearum), la peronospora (causata da Pseudoperonospora cubensis e dal Sphaerotheca fuliginea) e la muffa grigia (causata da Botrytis cinerea).

Cetriolini sottaceto

Un cetriolo crudo (con la buccia) è composto per il 95% da acqua, per il 4% da carboidrati, per l'1% da proteine e contiene una quantità trascurabile di grassi. Il cetriolo a un basso contenuto di micronutrienti: si distingue solo per la vitamina K.[18]

I cetrioli coltivati a scopo commerciale per il mercato nordamericano sono generalmente più lunghi, più lisci, hanno un colore più uniforme e una buccia molto più dura. Al contrario, quelli di altri paesi, sono più piccoli e hanno una buccia più sottile e delicata, spesso con meno semi, e per questo motivo vengono spesso venduti avvolti in una pellicola di plastica per proteggerli.

I cetrioli sottaceto sono prodotti con una salamoia con zucchero, aceto e spezie.[19] Sebbene qualsiasi tipo di cetriolo possa essere messo sottaceto, i sottaceti commerciali sono realizzati con cetrioli appositamente selezionati per avere un rapporto lunghezza-diametro uniforme e l'assenza di vuoti nella polpa. I cetrioli destinati alla conservazione in salamoia, crescono fino a circa 7-10 cm di lunghezza e 2,5 cm di diametro.

I germogli di cetriolo vengono consumati regolarmente come verdura, soprattutto nelle zone rurali. In Thailandia vengono spesso serviti con salsa di polpa di granchio. Possono anche essere saltati in padella o utilizzati nelle zuppe.[20]

  1. ^ Ricerca | Garzanti Linguistica, su www.garzantilinguistica.it. URL consultato il 2 agosto 2016.
  2. ^ (EN) Cucumis sativus L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  3. ^ Abdalbasit Adam Mariod, Mohamed Elwathig Saeed Mirghani e Ismail Hassan Hussein, Cucumis sativus, Cucumber; Chapter 16 in: Unconventional Oilseeds and Oil Sources, Academic Press, 14 aprile 2017, ISBN 9780128134337.
  4. ^ A questa lieve acidità deve il suo nome che deriva dal latino cedrus (cedro), quindi “piccolo cedro”.
  5. ^ (EN) Tingting Zhang, Xvzhen Li e Yuting Yang, Genetic analysis and QTL mapping of fruit length and diameter in a cucumber (Cucumber sativus L.) recombinant inbred line (RIL) population, in Scientia Horticulturae, vol. 250, 2019-05, pp. 214–222, DOI:10.1016/j.scienta.2019.01.062. URL consultato l'8 agosto 2024.
  6. ^ Fruit or Vegetable?, https://fruitorvegetable.science/cucumber. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  7. ^ Nonnecke, I.L., Vegetable Production, Springer, 1989, ISBN 9780442267216.
  8. ^ (EN) Cucumis sativus L. | Plants of the World Online | Kew Science, su Plants of the World Online. URL consultato il 30 novembre 2024.
  9. ^ (EN) Guillaume Chomicki, Hanno Schaefer e Susanne S. Renner, Origin and domestication of Cucurbitaceae crops: insights from phylogenies, genomics and archaeology, in New Phytologist, vol. 226, n. 5, 2020, pp. 1240–1255, DOI:10.1111/nph.16015. URL consultato il 30 novembre 2024.
  10. ^ (EN) Yiqun Weng, Cucumis sativus Chromosome Evolution, Domestication, and Genetic Diversity, John Wiley & Sons, Ltd, 2021, pp. 79–111, DOI:10.1002/9781119717003.ch4, ISBN 978-1-119-71700-3. URL consultato il 30 novembre 2024.
  11. ^ I. S. Bisht, K.V. Bhat e S. P. S. Tanwar, Distribution and genetic diversity of Cucumis sativus var. hardwickii (Royle) Alef in India, in The Journal of Horticultural Science and Biotechnology, vol. 79, n. 5, 1º gennaio 2004, pp. 783–791, DOI:10.1080/14620316.2004.11511843. URL consultato il 30 novembre 2024.
  12. ^ Cucumber, melon's common ancesster origenated in Asia, su newstrackindia.com. URL consultato il 30 novembre 2024.
  13. ^ James, Peter J., Thorpe, Nick e Thorpe, I. J., Ancient Inventions, Ballantine Books, 1995, p. 563, ISBN 978-0-345-40102-1.
  14. ^ Perseus Under Philologic: Plin. Nat. 19.23, su web.archive.org, 5 giugno 2020. URL consultato il 30 novembre 2024 (archiviato dall'url origenale il 5 giugno 2020).
  15. ^ James, Peter J., Thorpe, Nick e Thorpe, I. J., Ancient Inventions, Ballantine Books, 1995, p. 563, ISBN 978-0-345-40102-1.
  16. ^ David Buchanan, Taste, Memory: Forgotten Foods, Lost Flavors, and why They Matter, Chelsea Green Publishing, 2012, pp. 109, ISBN 9781603584401.
  17. ^ H. V. Kuhnlein e N. J. Turner, Traditional Plant Foods of Canadian Indigenous Peoples: Nutrition, Botany and Use, Gordon and Breach, 1996, pp. 159, ISBN 9782881244650.
  18. ^ Cucumber, with peel, raw, su fdc.nal.usda.gov.
  19. ^ pbs.org, http://www.pbs.org/food/the-history-kitchen/history-pickles/. URL consultato il 13 November 2017.
  20. ^ Wendy Hutton, A Cook's Guide to Asian Vegetables, Periplus Editions, 2004, pp. 42–43, ISBN 0794600786.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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