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Il Portale di
Treviso

«Dove Sile e Cagnan s'accompagna.»

Collabora a Wikiquote Dante Alighieri, Commedia, Paradiso, IX, v. 49.
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Treviso è un comune italiano di 82 911 abitanti, capoluogo della provincia omonima in Veneto. La città sorge nella media pianura veneta, in una zona ricca di risorse idriche. Entro lo stesso territorio comunale nascono numerosi fiumi di risorgiva, dei quali il più importante è certamente il Botteniga. Corso d'acqua principale è, comunque, il Sile, di cui il Botteniga stesso è tributario, il quale lambisce il lato meridionale del centro storico. Di probabile origene paleoveneta, la città divenne un municipio romano e quindi capitale di un importante ducato longobardo. Dopo essere stata governata dagli Ezzelini, dai Collalto, dai da Camino, dagli Scaligeri e dai Carraresi, Treviso fu una delle prime città venete a sottomettersi spontaneamente all'astro nascente di Venezia (1339), sotto la quale visse pacificamente fino al 1797. Passata sotto Napoleone, poi gli Asburgo e quindi annessa al Regno d'Italia, Treviso fu pesantemente bombardata dagli Alleati nella Seconda guerra. Dagli anni settanta, la città è divenuta capitale dell'imprenditoria veneta, una delle più sviluppate e competitive d'Italia, ed è oggi sede di numerosi eventi culturali e gastronomici, di mostre ed esposizioni, nonché di altrettanto numerose sportive di rilievo nazionale ed internazionale.
Palazzo dei Trecento, detto anche Palazzo della Ragione, è una delle architetture più importanti del centro storico di Treviso, affacciata su Piazza dei Signori. Edificato tra XIII e XIV secolo per essere sede del Maggior Consiglio, funse da palazzo rappresentativo del potere civile della città veneta. Nel 1944, il palazzo fu vittima di un bombardamento alleato che causò gravi danni a strutture e opere, tanto che se ne decise inizialmente il completo abbattimento: fortunatamente, grazie all'intervento dell'allora soprintendente Ferdinando Forlati, si provvide al recupero delle pareti superstiti, ad un restauro e alla ricostruzione, durante la quale fu salvata anche buona parte degli affreschi contenuti nel salone principale dell'edificio. Al giorno d'oggi, Palazzo dei Trecento è ancora sede del consiglio comunale, oltre che prestigioso luogo di mostre ed esposizioni.
Il bombardamento di Treviso avvenne durante il corso della Seconda guerra mondiale ad opera dei bombardieri alleati. L'attacco provocò circa 1 000 vittime fra la popolazione civile, nonché la distruzione di oltre l'80% del patrimonio edilizio della città, compresi i principali monumenti storici e artistici. Il bombardamento avvenne il giorno di venerdì santo (7 aprile) del 1944, che i giornali del tempo ribattezzarono Passione di Cristo e di Treviso. L'incursione aerea, tanto breve quanto devastante, si protrasse dalle 13:24 alle 13:29; un lasso di tempo durante il quale centocinquantanove Fortezze volanti statunitensi sganciarono circa duemila bombe sulla città, con obiettivo la stazione. Gli ordigni, tuttavia, si sparsero su gran parte del centro storico trevigiano: interi quartieri residenziali furono rasi al suolo dalle esplosioni e dagli incendi; le macerie continuarono a fumare per due settimane. Le ricerche delle vittime continuarono a lungo, con utilizzo di calce e disinfettante, per limitare gli effetti della decomposizione dei corpi delle vittime. Nel dopoguerra, gli Stati Uniti non diedero mai una motivazione in merito al bombardamento del capoluogo trevigiano. La città, che racchiudeva tra l'altro un inestimabile patrimonio artistico, non aveva certo obiettivi strategici. La reale causa del dramma è probabilmente attribuibile all'imprecisione dei bombardieri: Treviso, infatti, aveva un obiettivo militare - seppur non di primaria importanza - nella sua stazione ferroviaria, uno dei nodi ferroviari lungo la linea che dall'Italia passava alla Germania. Da quel 1944, alle 13:05 di ogni 7 aprile questo tragico avvenimento viene commemorato in Piazza dei Signori da autorità civili, religiose e militari.
Villa Manfrin detta Margherita è una villa veneta di Treviso, ubicata nella frazione di Sant'Artemio, lungo la SS13. L'edificio risale alla seconda metà del Settecento e fu progettato dall'architetto veneziano Giannantonio Selva per volontà di Girolamo Manfrin. Attualmente, Villa Manfrin è sede di un comando militare, ma il suo ampio parco è pubblico ed aperto a tutti. L'edificio si dispone su tre livelli, con una facciata sviluppata in lunghezza; lo stile architettonico è neoclassico, con un frontone centrale e due piccoli timpani che sovrastano le monofore del piano nobile e il portale. Quest'ultimo è collegato direttamente da due simmetriche gradinate a gomito al giardino antistante, dov'è presente una fontana decorata da elementi scultorei. Internamente, nelle sale più importanti, sono conservati pregevolissimi stucchi. Tra gli annessi della villa vi sono due barchesse che danno al complesso una disposizione a U, essendo perpendicolari alla facciata posteriore dell'abitato. Tra i personaggi celebri che soggiornarono più o meno brevemente a Villa Manfrin sono da ricordare Francesco Giuseppe d'Austria, Nino Bixio ed Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta.
Il tiramisù è un dolce italiano origenario di Treviso, ed è uno dei più diffusi al mondo. È un dessert al cucchiaio a base di savoiardi inzuppati nel caffè, mascarpone, cacao e uova. La ricetta del tiramisù non è presente in libri di cucina precedenti agli anni sessanta; ciò consente di supporre che il tiramisù come lo si conosce ora sia una recente invenzione. Giuseppe Maffioli, esperto enogastronomo italiano, nel 1981 storicizzò la creazione del dolce verso la fine degli anni Sessanta, localizzandolo presso il ristorante "Alle Beccherie" di Treviso, gestito dalla famiglia Campeol, ad opera di un mastro pasticciere veneto, Roberto Linguanotto. Il nome del dolce in veneto (tiramesù), poi italianizzato in "tiramisù", sarebbe stato adottato per le sue peculiari qualità nutrizionali e ristoratrici. Il Maffioli identificò il tiramisù tra i dolci al cucchiaio di origene asburgica anche se, sostanzialmente, viene considerato come una variante della zuppa inglese. Benché numerose leggende raccontino diverse origeni di questo celebre dessert (la cui paternità è contesa a Treviso da altre città italiane, quali Siena e Torino, ma anche dalla Carnia friulana), a tutt'oggi il tiramisù è riconosciuto come dolce principe della Marca trevigiana.
Il Benetton Rugby è un club di rugby a 15 fondato a Treviso nel 1932 come GUF Treviso e ribattezzato, dopo la guerra, A.S. Rugby Treviso.

L'attuale denominazione risale al 1979, quando la famiglia Benetton legò il suo nome a quello della società. Militante in United Rugby Championship dal 2010, fino a tale data si è aggiudicato 15 campionati nazionali (il più recente proprio nel 2010) e quattro Coppe Italia, che ne fanno il club più titolato del rugby italiano dopo l’Amatori Milano. Disputa le proprie gare interne allo stadio di Monigo, situato nell'area nord-ovest del capoluogo della Marca, e i propri colori sociali sono il bianco e il verde. Il simbolo della squadra è un leone, che richiama il noto Leone di San Marco, antico simbolo della Serenissima. Dal 1982 il Benetton ha anche una divisione femminile, le cui atlete sono note con il nome di Red Panthers: la squadra, dal 1985 al 2003, ha vinto 19 campionati italiani consecutivi (11 ufficiali), e vanta in totale 23 titoli, l'ultimo dei quali nella stagione 2010-11.

Nella foto: una fase di Rugby Roma – Benetton, ultima giornata del Super 10 2008-09.
Il Sile (in veneto: Sil o Siłe) è il fiume di risorgiva che bagna la città di Treviso. Nasce a Casacorba di Vedelago (TV), a circa 15 km dal capoluogo della Marca. Particolarmente caratteristiche sono le sue sorgenti risorgive, localmente detti fontanassi, situate al confine tra Casacorba e Levada di Piombino Dese (PD). Questo fiume scorre con una certa sinuosità da ovest verso est e, una volta attraversata Treviso, piega in direzione sud-est verso la laguna veneta. Anticamente sfociava presso Portegrandi di Quarto d'Altino, tuttavia, nel 1683, la Serenissima ne deviò il corso tramite il canale Taglio del Sile che ne trasferisce le acque sul vecchio letto del Piave, a sua volta deviato più ad est. Il Sile, infine, si getta nel Mare Adriatico, andando a dividere il Lido di Jesolo dal Litorale del Cavallino (Porto di Piave Vecchia). L'intero corso è protetto dal Parco naturale regionale del Fiume Sile. A Treviso, la Restera è il tragitto ciclabile e pedonale che costeggia il ramo del Sile uscente dal centro abitato, e rappresenta un'oasi tranquilla e immersa nella natura, assiduamente frequentata dai cittadini.
La Chiesa di San Nicolò è un edificio religioso di Treviso. Per dimensioni, è la più grande costruzione del genere della città, superando anche il Duomo. La chiesa si trova nella zona sud-occidentale del centro storico, in un'area perlopiù di recente costruzione (la cosiddetta Città Giardino) in quanto gravemente danneggiata dal bombardamento del 1944. Annesso all'edificio è l'ex convento dei domenicani, oggi seminario vescovile. L'edificio fu costruito all'inizio del XIV secolo dai domenicani, grazie ai 70 000 fiorini che aveva lasciato il trevigiano fra' Nicolò Boccassino, eletto al soglio pontificio con il nome di Benedetto XI. Si sa, tuttavia, che già dal 1231 il governo locale finanziò alcuni progetti per la costruzione di una chiesa ad una navata. Lo stile della costruzione è gotico, la pianta a croce latina e l'interno suddiviso in tre navate. Annessa alla chiesa è la sala del capitolo, nella quale trova posto un vasto altro affresco di Tommaso da Modena (1352). Da ricordare, infine, i ritratti raffiguranti i frati Ugo di Saint-Cher e Nicolò di Rouen, ritenuti essere le prime testimonianze pittoriche di un paio d'occhiali e di una lente d'ingrandimento.
Paris Paschalinus Bordone (in trevigiano: Paris Bordon; Treviso, 5 luglio 1500Venezia, 19 gennaio 1571), è stato un pittore italiano del Rinascimento, il quale lavorò insieme a Tiziano, mantenendo una tecnica di manierismo molto complessa. Bordone nacque a Treviso, ma si trasferì a Venezia già nella tarda adolescenza. Nella capitale della Serenissima Repubblica, studiò brevemente e in modo alquanto infelice (secondo il Vasari) con Tiziano. Nel 1534-1535, egli dipinse su larga scala il suo più grande capolavoro per la Scuola di San Marco, una tela raffigurante Pescatore consegna al Doge l'anello di matrimonio. Si suppone che il Bordone avesse eseguito dipinti murali molto importanti a Venezia, Treviso e Vicenza, ma molti di essi andarono distrutti a seguito delle due guerre mondiali. Nel 1538, venne invitato in Francia da Francesco I, alla cui corte dipinse numerosi ritratti, anche se nessuna traccia di queste opere si trova nelle collezioni francesi. Durante il viaggio di ritorno in Italia, Bordone lavorò anche per il palazzo Fugger ad Augusta, ma anche queste opere, purtroppo, non ci sono pervenute. Negli anni 1542-1543, dopo essere ritornato dalla Baviera, decorò le pareti della chiesa di San Simone e Giuda Taddeo, a Vallada Agordina, con un magnifico ciclo di affreschi.
Luigi Bailo (Treviso, 8 agosto 1835Treviso, 28 ottobre 1932), è stato un abate italiano, figura di spicco dell'ambiente culturale trevigiano tra la seconda metà del XIX e la prima del XX secolo. Uomo di estrazione popolare, Bailo prese i voti nel 1858 e si laureò presso l'Università di Padova. Insegnante presso il seminario diocesano di Treviso dal 1857, fu anche e professore di lettere al Liceo ginnasio Antonio Canova dal 1864 al 1910. Fu direttore della Biblioteca comunale, nonché fondatore del Museo Civico, la cui sede storica è oggi a lui intitolata, e dell'Archivio storico comunale. Descritto dai contemporanei come uomo dal carattere sanguigno, Luigi Bailo aveva abbracciato idee apertamente liberali, cosa che lo pose frequentemente in aperto contrasto con le gerarchie ecclesiastiche italiane. Nella sua città, è sovente ricordato come esempio di impegno civile vissuto con vivo spirito risorgimentale.
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