infrastrutture italiane: il 22 dicembre 2016 si è celebrata infatti-pure con qualche "pompa istit... more infrastrutture italiane: il 22 dicembre 2016 si è celebrata infatti-pure con qualche "pompa istituzionale"-una conclusione dei lavori che non era tale. Le celebrazioni erano funzionali al bluff deciso dall'ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e dal presidente dell'Anas da lui nominato, Gianni Vittorio Armani, per occultare le scelte reali riguardanti l'autostrada, sancite già dal DEF 2015: cancellare il vero completamento, rinunciando allo stanziamento dei poco meno dei 3 miliardi di euro necessari per l'ultimazione, dichiarati dal precedente direttore Anas Piero Ciucci più volte, anche davanti alle Commissioni Trasporti e Ambiente delle camere. E annullando quindi anche i progetti esecutivi e la ristrutturazione degli ultimi 67,5 chilometri mancanti-i più pericolosi ed incidentati-, riguardanti i tratti calabresi di Altilia, Rogliano, Pizzo-S.Onofrio e Villa S.Giovanni-Reggio Calabria; che resteranno con il vecchio tracciato a due corsie(Gattuso, 2016). Il reale completamento è stato azzerato per esigenze di bilancio, ma anche di "politica mediatica": i circa 3 miliardi non erano disponibili alla luce del Patto di Stabilità, e soprattutto non si poteva aspettare il 2021 per la reale conclusione dei lavori. Così si è deciso, puntando sull'ausilio dei media controllati o amici del governo, di spacciare la chiusura dei cantieri aperti per conclusione definitiva. Reggendo la farsa fino alla citata celebrazione di fine 2016. In una delle manifestazioni che hanno preceduto tale evento, che denunciavano appunto il bluff-certo con molta minore risonanza mediatica-proprio un anziano operario dell'Anas sottolineava come l'azione di governo ed Anas fosse "particolarmente odiosa": non solo perché sottraeva risorse preziose ad una operazione infrastrutturale (e nella fattispecie anche occupazionale) certamente ancora utile e necessaria (nonostante il declino ormai strutturale del volume di traffico), ma soprattutto perché trattava i cittadini italiani, specie calabresi e siciliani, come "sudditi scemi" da ingannare ed imbonire con le grancasse mediatiche.
L’articolo presenta e interpreta il report relativo al primo anno della ricerca triennale “Riutil... more L’articolo presenta e interpreta il report relativo al primo anno della ricerca triennale “Riutilizzare l’Italia”, promossa dal WWF e a cui lavorano gruppi universitari di urbanistica, ingegneria, architettura e sociologia. Essa affronta problematiche evidenti, oggi, nella societa prima che nella disciplina (iperconsumo di suolo, impatti, degrado, deterritorializzazione, spreco del patrimonio costruito), per verificare le potenzialita di riuso dell’enorme ‘deposito’ di urbanizzazione prodotto nel nostro Paese tramite l’interazione di livelli diversi delle analisi e delle politiche urbane ed ambientali. La ricerca muove dalla prospezione di una serie di categorie tipologiche di contesti urbani abbandonati o fortemente sottoutilizzati, per abbinarle ad altrettante categorie di riutilizzo, scaturenti dall’osservazione diretta dei luoghi interessati e dal loro inquadramento nei territori di riferimento, che compongono il paesaggio nazionale. Da questo si traggono questioni e temi, specifici e generali, di cui si analizza la gestione nell’ambito delle azioni di governance urbanistica e territoriale. Le diverse scale di osservazione permettono quindi di verificare i livelli di innovazione e di efficacia presenti nella strumentazione delle diverse Regioni sul riuso del territorio urbanizzato; ma favoriscono anche una lettura dell‘incidenza di talune ricerche disciplinari rispetto alla loro capacita di promuovere sostenibilita nelle politiche di riterritorializzazione proposte.
GIUSEPPE FERA e ALBERTO ZIPARO L'Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine de... more GIUSEPPE FERA e ALBERTO ZIPARO L'Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, rappresentando per la cultura urbanistica di quella fase uno scenario di grande rilievo entro cui inserire tra l'altro la problematica del collegamento stabile tra Sicilia e continente. Il concetto di area integrata dello stretto è peraltro affatto recente: le tendenze all'individuazione di un contesto comune, marcato da relazioni dense tra le genti e gli insediamenti che gravitano attorno alla "striscia di mare" che si allunga tra "le strette cimose contornate dalle pendici aspromontane e peloritane", risale all'evo antico, almeno al periodo Magno-Greco. Nel volume ci si sofferma sui caratteri distintivi ed evolutivi dell'area-con particolari sottolineature della ricchezza del patrimonio territoriale, ecopaesaggistico, sociale e storico-culturale-, attorno alle visioni, alle "immagini emergenti" su cui si è potuto prospettare nelle varie epoche e fasi lo scenario di Area dello Stretto. Costrutto rilanciato nel 1969 dal "Progetto 80" che enfatizza l'idea di area integrata; ma attorno alle filosofie di sviluppo "meridionalistiche" dominanti nel periodo: ambito connotato dai grandi poli industriali e infrastrutturali, che lo avrebbero contornato e marcato, nonchè alle attrezzature urbane previste nei centri maggiori; il tutto ruotante attorno all'idea del ponte come grande struttura di collegamento "tra elementi forti", ma quasi totalmente scollati dall'ecosistema circostante. Oggi, fallite evidentemente le ipotesi legate ai grandi poli, tramontata anche l'idea del ponte con il suo carico di equivoci, inganni e sprechi, riemerge il paesaggio dello Stretto, con le sue "meraviglie", la sua ricchezza patrimoniale, ma anche le molte cesure, rotture da risanare. L'area integrata dello Stretto può allora rilanciarsi attorno ai suio immensi "valori verticali", cultura, ecologia, archeologia, storia, arte, tradizioni, oltre che alle relazioni coesive tra i suoi molti "luoghi cospicui". Il volume contiene studi che ricercano modi "intelligenti ed innovativi" di affermazioni di tale tematiche. In copertina Marcello Sestito, Morgana Impennata pennarelli su carta di pane, cm 50x70, 2010 a cura di
GIUSEPPE FERA e ALBERTO ZIPARO L'Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine de... more GIUSEPPE FERA e ALBERTO ZIPARO L'Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, rappresentando per la cultura urbanistica di quella fase uno scenario di grande rilievo entro cui inserire tra l'altro la problematica del collegamento stabile tra Sicilia e continente. Il concetto di area integrata dello stretto è peraltro affatto recente: le tendenze all'individuazione di un contesto comune, marcato da relazioni dense tra le genti e gli insediamenti che gravitano attorno alla "striscia di mare" che si allunga tra "le strette cimose contornate dalle pendici aspromontane e peloritane", risale all'evo antico, almeno al periodo Magno-Greco. Nel volume ci si sofferma sui caratteri distintivi ed evolutivi dell'area-con particolari sottolineature della ricchezza del patrimonio territoriale, ecopaesaggistico, sociale e storico-culturale-, attorno alle visioni, alle "immagini emergenti" su cui si è potuto prospettare nelle varie epoche e fasi lo scenario di Area dello Stretto. Costrutto rilanciato nel 1969 dal "Progetto 80" che enfatizza l'idea di area integrata; ma attorno alle filosofie di sviluppo "meridionalistiche" dominanti nel periodo: ambito connotato dai grandi poli industriali e infrastrutturali, che lo avrebbero contornato e marcato, nonchè alle attrezzature urbane previste nei centri maggiori; il tutto ruotante attorno all'idea del ponte come grande struttura di collegamento "tra elementi forti", ma quasi totalmente scollati dall'ecosistema circostante. Oggi, fallite evidentemente le ipotesi legate ai grandi poli, tramontata anche l'idea del ponte con il suo carico di equivoci, inganni e sprechi, riemerge il paesaggio dello Stretto, con le sue "meraviglie", la sua ricchezza patrimoniale, ma anche le molte cesure, rotture da risanare. L'area integrata dello Stretto può allora rilanciarsi attorno ai suio immensi "valori verticali", cultura, ecologia, archeologia, storia, arte, tradizioni, oltre che alle relazioni coesive tra i suoi molti "luoghi cospicui". Il volume contiene studi che ricercano modi "intelligenti ed innovativi" di affermazioni di tale tematiche. In copertina Marcello Sestito, Morgana Impennata pennarelli su carta di pane, cm 50x70, 2010 a cura di
GIUSEPPE FERA e ALBERTO ZIPARO L'Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine de... more GIUSEPPE FERA e ALBERTO ZIPARO L'Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, rappresentando per la cultura urbanistica di quella fase uno scenario di grande rilievo entro cui inserire tra l'altro la problematica del collegamento stabile tra Sicilia e continente. Il concetto di area integrata dello stretto è peraltro affatto recente: le tendenze all'individuazione di un contesto comune, marcato da relazioni dense tra le genti e gli insediamenti che gravitano attorno alla "striscia di mare" che si allunga tra "le strette cimose contornate dalle pendici aspromontane e peloritane", risale all'evo antico, almeno al periodo Magno-Greco. Nel volume ci si sofferma sui caratteri distintivi ed evolutivi dell'area-con particolari sottolineature della ricchezza del patrimonio territoriale, ecopaesaggistico, sociale e storico-culturale-, attorno alle visioni, alle "immagini emergenti" su cui si è potuto prospettare nelle varie epoche e fasi lo scenario di Area dello Stretto. Costrutto rilanciato nel 1969 dal "Progetto 80" che enfatizza l'idea di area integrata; ma attorno alle filosofie di sviluppo "meridionalistiche" dominanti nel periodo: ambito connotato dai grandi poli industriali e infrastrutturali, che lo avrebbero contornato e marcato, nonchè alle attrezzature urbane previste nei centri maggiori; il tutto ruotante attorno all'idea del ponte come grande struttura di collegamento "tra elementi forti", ma quasi totalmente scollati dall'ecosistema circostante. Oggi, fallite evidentemente le ipotesi legate ai grandi poli, tramontata anche l'idea del ponte con il suo carico di equivoci, inganni e sprechi, riemerge il paesaggio dello Stretto, con le sue "meraviglie", la sua ricchezza patrimoniale, ma anche le molte cesure, rotture da risanare. L'area integrata dello Stretto può allora rilanciarsi attorno ai suio immensi "valori verticali", cultura, ecologia, archeologia, storia, arte, tradizioni, oltre che alle relazioni coesive tra i suoi molti "luoghi cospicui". Il volume contiene studi che ricercano modi "intelligenti ed innovativi" di affermazioni di tale tematiche. In copertina Marcello Sestito, Morgana Impennata pennarelli su carta di pane, cm 50x70, 2010 a cura di
Negli anni della bolla edilizia e della mercificazione dei beni comuni, dell\u2019accentramento d... more Negli anni della bolla edilizia e della mercificazione dei beni comuni, dell\u2019accentramento del potere e dello svilimento degli organi rappresentativi, l\u2019urbanistica neoliberista manifesta il suo vero volto, rinuncia ai suoi compiti statutari, spoglia gli strumenti attuativi di qualsiasi valenza sociale e si rende immediatamente funzionale alla rendita immobiliare e alla finanza fondata sul cemento. Per dieci anni Firenze \ue8 il banco di prova per il cantiere nazionale. Dal 2004 al 2014 \ue8 presidente della Provincia, poi sindaco, un trentenne Matteo Renzi che vi sperimenta, prima di applicarle all\u2019intero paese, la velocit\ue0 nelle decisioni, la riduzione del governo cittadino ad evento mediatico e la politica come apologia della tabula rasa. Ma a margine della rappresentazione ufficiale si registra un decennio di \u201curbanistica resistente\u201d. Per due legislature all\u2019opposizione in Consiglio comunale \u2013 dove, nell\u2019avvicendamento burrascoso di pia...
http://www.alinea.it tutti i diritti sono riservati: nessuna parte può essere riprodotta in alcun... more http://www.alinea.it tutti i diritti sono riservati: nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo (compresi fotocopie e microfilms) senza il permesso della Casa Editrice ISBN 88-8125846-3 Cura redazionale, editing testuale e grafico di Angelo M. Cirasino e David Fanfani. Progetto grafico di David Fantini. Ottimizzazione grafica, post-editing e impaginazione di Angelo M. Cirasino. CD-ROM a cura di Massimo Carta.
Rete del nuovo Municipio Federalismo solidale e Autogoverno meridiano Contributi della 3 11 Assem... more Rete del nuovo Municipio Federalismo solidale e Autogoverno meridiano Contributi della 3 11 Assemblea Nazionale degli Enti Locali che praticano percorsi partecipativi e aderiscono all 'ARi~l1
infrastrutture italiane: il 22 dicembre 2016 si è celebrata infatti-pure con qualche "pompa istit... more infrastrutture italiane: il 22 dicembre 2016 si è celebrata infatti-pure con qualche "pompa istituzionale"-una conclusione dei lavori che non era tale. Le celebrazioni erano funzionali al bluff deciso dall'ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e dal presidente dell'Anas da lui nominato, Gianni Vittorio Armani, per occultare le scelte reali riguardanti l'autostrada, sancite già dal DEF 2015: cancellare il vero completamento, rinunciando allo stanziamento dei poco meno dei 3 miliardi di euro necessari per l'ultimazione, dichiarati dal precedente direttore Anas Piero Ciucci più volte, anche davanti alle Commissioni Trasporti e Ambiente delle camere. E annullando quindi anche i progetti esecutivi e la ristrutturazione degli ultimi 67,5 chilometri mancanti-i più pericolosi ed incidentati-, riguardanti i tratti calabresi di Altilia, Rogliano, Pizzo-S.Onofrio e Villa S.Giovanni-Reggio Calabria; che resteranno con il vecchio tracciato a due corsie(Gattuso, 2016). Il reale completamento è stato azzerato per esigenze di bilancio, ma anche di "politica mediatica": i circa 3 miliardi non erano disponibili alla luce del Patto di Stabilità, e soprattutto non si poteva aspettare il 2021 per la reale conclusione dei lavori. Così si è deciso, puntando sull'ausilio dei media controllati o amici del governo, di spacciare la chiusura dei cantieri aperti per conclusione definitiva. Reggendo la farsa fino alla citata celebrazione di fine 2016. In una delle manifestazioni che hanno preceduto tale evento, che denunciavano appunto il bluff-certo con molta minore risonanza mediatica-proprio un anziano operario dell'Anas sottolineava come l'azione di governo ed Anas fosse "particolarmente odiosa": non solo perché sottraeva risorse preziose ad una operazione infrastrutturale (e nella fattispecie anche occupazionale) certamente ancora utile e necessaria (nonostante il declino ormai strutturale del volume di traffico), ma soprattutto perché trattava i cittadini italiani, specie calabresi e siciliani, come "sudditi scemi" da ingannare ed imbonire con le grancasse mediatiche.
L’articolo presenta e interpreta il report relativo al primo anno della ricerca triennale “Riutil... more L’articolo presenta e interpreta il report relativo al primo anno della ricerca triennale “Riutilizzare l’Italia”, promossa dal WWF e a cui lavorano gruppi universitari di urbanistica, ingegneria, architettura e sociologia. Essa affronta problematiche evidenti, oggi, nella societa prima che nella disciplina (iperconsumo di suolo, impatti, degrado, deterritorializzazione, spreco del patrimonio costruito), per verificare le potenzialita di riuso dell’enorme ‘deposito’ di urbanizzazione prodotto nel nostro Paese tramite l’interazione di livelli diversi delle analisi e delle politiche urbane ed ambientali. La ricerca muove dalla prospezione di una serie di categorie tipologiche di contesti urbani abbandonati o fortemente sottoutilizzati, per abbinarle ad altrettante categorie di riutilizzo, scaturenti dall’osservazione diretta dei luoghi interessati e dal loro inquadramento nei territori di riferimento, che compongono il paesaggio nazionale. Da questo si traggono questioni e temi, specifici e generali, di cui si analizza la gestione nell’ambito delle azioni di governance urbanistica e territoriale. Le diverse scale di osservazione permettono quindi di verificare i livelli di innovazione e di efficacia presenti nella strumentazione delle diverse Regioni sul riuso del territorio urbanizzato; ma favoriscono anche una lettura dell‘incidenza di talune ricerche disciplinari rispetto alla loro capacita di promuovere sostenibilita nelle politiche di riterritorializzazione proposte.
GIUSEPPE FERA e ALBERTO ZIPARO L'Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine de... more GIUSEPPE FERA e ALBERTO ZIPARO L'Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, rappresentando per la cultura urbanistica di quella fase uno scenario di grande rilievo entro cui inserire tra l'altro la problematica del collegamento stabile tra Sicilia e continente. Il concetto di area integrata dello stretto è peraltro affatto recente: le tendenze all'individuazione di un contesto comune, marcato da relazioni dense tra le genti e gli insediamenti che gravitano attorno alla "striscia di mare" che si allunga tra "le strette cimose contornate dalle pendici aspromontane e peloritane", risale all'evo antico, almeno al periodo Magno-Greco. Nel volume ci si sofferma sui caratteri distintivi ed evolutivi dell'area-con particolari sottolineature della ricchezza del patrimonio territoriale, ecopaesaggistico, sociale e storico-culturale-, attorno alle visioni, alle "immagini emergenti" su cui si è potuto prospettare nelle varie epoche e fasi lo scenario di Area dello Stretto. Costrutto rilanciato nel 1969 dal "Progetto 80" che enfatizza l'idea di area integrata; ma attorno alle filosofie di sviluppo "meridionalistiche" dominanti nel periodo: ambito connotato dai grandi poli industriali e infrastrutturali, che lo avrebbero contornato e marcato, nonchè alle attrezzature urbane previste nei centri maggiori; il tutto ruotante attorno all'idea del ponte come grande struttura di collegamento "tra elementi forti", ma quasi totalmente scollati dall'ecosistema circostante. Oggi, fallite evidentemente le ipotesi legate ai grandi poli, tramontata anche l'idea del ponte con il suo carico di equivoci, inganni e sprechi, riemerge il paesaggio dello Stretto, con le sue "meraviglie", la sua ricchezza patrimoniale, ma anche le molte cesure, rotture da risanare. L'area integrata dello Stretto può allora rilanciarsi attorno ai suio immensi "valori verticali", cultura, ecologia, archeologia, storia, arte, tradizioni, oltre che alle relazioni coesive tra i suoi molti "luoghi cospicui". Il volume contiene studi che ricercano modi "intelligenti ed innovativi" di affermazioni di tale tematiche. In copertina Marcello Sestito, Morgana Impennata pennarelli su carta di pane, cm 50x70, 2010 a cura di
GIUSEPPE FERA e ALBERTO ZIPARO L'Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine de... more GIUSEPPE FERA e ALBERTO ZIPARO L'Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, rappresentando per la cultura urbanistica di quella fase uno scenario di grande rilievo entro cui inserire tra l'altro la problematica del collegamento stabile tra Sicilia e continente. Il concetto di area integrata dello stretto è peraltro affatto recente: le tendenze all'individuazione di un contesto comune, marcato da relazioni dense tra le genti e gli insediamenti che gravitano attorno alla "striscia di mare" che si allunga tra "le strette cimose contornate dalle pendici aspromontane e peloritane", risale all'evo antico, almeno al periodo Magno-Greco. Nel volume ci si sofferma sui caratteri distintivi ed evolutivi dell'area-con particolari sottolineature della ricchezza del patrimonio territoriale, ecopaesaggistico, sociale e storico-culturale-, attorno alle visioni, alle "immagini emergenti" su cui si è potuto prospettare nelle varie epoche e fasi lo scenario di Area dello Stretto. Costrutto rilanciato nel 1969 dal "Progetto 80" che enfatizza l'idea di area integrata; ma attorno alle filosofie di sviluppo "meridionalistiche" dominanti nel periodo: ambito connotato dai grandi poli industriali e infrastrutturali, che lo avrebbero contornato e marcato, nonchè alle attrezzature urbane previste nei centri maggiori; il tutto ruotante attorno all'idea del ponte come grande struttura di collegamento "tra elementi forti", ma quasi totalmente scollati dall'ecosistema circostante. Oggi, fallite evidentemente le ipotesi legate ai grandi poli, tramontata anche l'idea del ponte con il suo carico di equivoci, inganni e sprechi, riemerge il paesaggio dello Stretto, con le sue "meraviglie", la sua ricchezza patrimoniale, ma anche le molte cesure, rotture da risanare. L'area integrata dello Stretto può allora rilanciarsi attorno ai suio immensi "valori verticali", cultura, ecologia, archeologia, storia, arte, tradizioni, oltre che alle relazioni coesive tra i suoi molti "luoghi cospicui". Il volume contiene studi che ricercano modi "intelligenti ed innovativi" di affermazioni di tale tematiche. In copertina Marcello Sestito, Morgana Impennata pennarelli su carta di pane, cm 50x70, 2010 a cura di
GIUSEPPE FERA e ALBERTO ZIPARO L'Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine de... more GIUSEPPE FERA e ALBERTO ZIPARO L'Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, rappresentando per la cultura urbanistica di quella fase uno scenario di grande rilievo entro cui inserire tra l'altro la problematica del collegamento stabile tra Sicilia e continente. Il concetto di area integrata dello stretto è peraltro affatto recente: le tendenze all'individuazione di un contesto comune, marcato da relazioni dense tra le genti e gli insediamenti che gravitano attorno alla "striscia di mare" che si allunga tra "le strette cimose contornate dalle pendici aspromontane e peloritane", risale all'evo antico, almeno al periodo Magno-Greco. Nel volume ci si sofferma sui caratteri distintivi ed evolutivi dell'area-con particolari sottolineature della ricchezza del patrimonio territoriale, ecopaesaggistico, sociale e storico-culturale-, attorno alle visioni, alle "immagini emergenti" su cui si è potuto prospettare nelle varie epoche e fasi lo scenario di Area dello Stretto. Costrutto rilanciato nel 1969 dal "Progetto 80" che enfatizza l'idea di area integrata; ma attorno alle filosofie di sviluppo "meridionalistiche" dominanti nel periodo: ambito connotato dai grandi poli industriali e infrastrutturali, che lo avrebbero contornato e marcato, nonchè alle attrezzature urbane previste nei centri maggiori; il tutto ruotante attorno all'idea del ponte come grande struttura di collegamento "tra elementi forti", ma quasi totalmente scollati dall'ecosistema circostante. Oggi, fallite evidentemente le ipotesi legate ai grandi poli, tramontata anche l'idea del ponte con il suo carico di equivoci, inganni e sprechi, riemerge il paesaggio dello Stretto, con le sue "meraviglie", la sua ricchezza patrimoniale, ma anche le molte cesure, rotture da risanare. L'area integrata dello Stretto può allora rilanciarsi attorno ai suio immensi "valori verticali", cultura, ecologia, archeologia, storia, arte, tradizioni, oltre che alle relazioni coesive tra i suoi molti "luoghi cospicui". Il volume contiene studi che ricercano modi "intelligenti ed innovativi" di affermazioni di tale tematiche. In copertina Marcello Sestito, Morgana Impennata pennarelli su carta di pane, cm 50x70, 2010 a cura di
Negli anni della bolla edilizia e della mercificazione dei beni comuni, dell\u2019accentramento d... more Negli anni della bolla edilizia e della mercificazione dei beni comuni, dell\u2019accentramento del potere e dello svilimento degli organi rappresentativi, l\u2019urbanistica neoliberista manifesta il suo vero volto, rinuncia ai suoi compiti statutari, spoglia gli strumenti attuativi di qualsiasi valenza sociale e si rende immediatamente funzionale alla rendita immobiliare e alla finanza fondata sul cemento. Per dieci anni Firenze \ue8 il banco di prova per il cantiere nazionale. Dal 2004 al 2014 \ue8 presidente della Provincia, poi sindaco, un trentenne Matteo Renzi che vi sperimenta, prima di applicarle all\u2019intero paese, la velocit\ue0 nelle decisioni, la riduzione del governo cittadino ad evento mediatico e la politica come apologia della tabula rasa. Ma a margine della rappresentazione ufficiale si registra un decennio di \u201curbanistica resistente\u201d. Per due legislature all\u2019opposizione in Consiglio comunale \u2013 dove, nell\u2019avvicendamento burrascoso di pia...
http://www.alinea.it tutti i diritti sono riservati: nessuna parte può essere riprodotta in alcun... more http://www.alinea.it tutti i diritti sono riservati: nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo (compresi fotocopie e microfilms) senza il permesso della Casa Editrice ISBN 88-8125846-3 Cura redazionale, editing testuale e grafico di Angelo M. Cirasino e David Fanfani. Progetto grafico di David Fantini. Ottimizzazione grafica, post-editing e impaginazione di Angelo M. Cirasino. CD-ROM a cura di Massimo Carta.
Rete del nuovo Municipio Federalismo solidale e Autogoverno meridiano Contributi della 3 11 Assem... more Rete del nuovo Municipio Federalismo solidale e Autogoverno meridiano Contributi della 3 11 Assemblea Nazionale degli Enti Locali che praticano percorsi partecipativi e aderiscono all 'ARi~l1
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