Content-Length: 147258 | pFad | https://www.academia.edu/30722357/CIVILT%C3%80_COMUNALE_8_CASE_TORRI_E_FAMIGLIE
Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2016
…
7 pages
1 file
I Luoghi della Cura, 2022
Case della comunità: che cosa sono, cos faranno, con quale personale e quali risorse. Aggiornamento al D.M.S. 77/2022
Medioevo, 2016
Quando ancora non si era messo al servizio del Signore, san Francesco d'Assisi ebbe una visione in sogno. In quel periodo, siamo nel 1205, era preso dai preparativi di quella che sarebbe dovuta essere la sua prima avventura cavalleresca. Dopo aver fantasticato per anni sulle epiche vicende di re Artù e di Carlo Magno, poteva conseguire la gloria sul campo di battaglia, per poi ottenere l'investitura a cavaliere dalle mani di un conte. Stava infatti per recarsi in Puglia, al fianco di un nobile cavaliere di Assisi, per militare contro il tedesco Marquardo di Annweiler nelle fila del conte francese Gualtieri III di Brienne (1165 ca. -1205). Reduce dalla terza crociata e genero di Tancredi, defunto re di Sicilia, il valoroso Gualtieri si era messo al servizio di papa Innocenzo III (1198-1216), nella speranza di instaurare un solido dominio signorile nelle terre del Sud. Ebbene, la visione sembra confermare ogni aspettativa del giovane Francesco. Il figlio del ricco mercante (oltreché, forse, usuraio) Pietro di Bernardone si ritrova negli ampi spazi di un palazzo, adorno in ogni stanza di armi e di scudi splendenti lungo le pareti. La dimora è abitata da una splendida nobildonna, che Francesco identifica con la sua futura sposa. Al suo risveglio è pronto a mettersi in cammino, ma la sorte gli riserverà la gloria laddove le sue fantasie di giovane appassionato di epica cavalleresca non poterono mai spingersi. Non sarebbe divenuto un «gran principe», ma un vassallo di quel signore al cui cospetto ogni nobile condottiero come pure ogni sovrano della terra era un umile sottoposto... La fascinazione della cavalleria e della simbologia cavalleresca in Francesco, capace persino di recitare memoria brani di lirica dei trovatori (i cantori dell'amor cortese della Provenza), nella loro lingua d'oc, dimostra in maniera chiarissima come un ambizioso rampollo di una ricca famiglia borghese del Duecento, in una città in crescita e piena di fermenti come Assisi, potesse essere guidato dagli stessi modelli di riferimento del ceto nobiliare. L'aristocrazia cittadina, ben identificabile nella categoria dei cavalieri (milites), aveva creato le premesse per la nascita e per lo sviluppo del comune, prendendo corpo da un insieme sempre più ampio e variegato di protagonisti. Il nucleo origenario dei governi cittadini, che avevano sostanzialmente un'organizzazione privata di tipo associativo, era costituito in varia misura da vassalli vescovili, nobili inurbati e figure di spicco del mondo professionale. Con l'andare del tempo, trovarono sempre più spazio famiglie non blasonate, ma che avevano assunto forza e attendibilità grazie alla carriera dei capostipiti in ambito militare, giuridico o notarile, e persino nel settore imprenditoriale. Il fatto che nella cerchia della nobiltà
2016
In un passo del suo Viaggio in Italia, Johann Wolfgang Goethe così rievoca la sensazione provata a Spoleto, di fronte al Ponte-acquedotto delle Torri. Al momento in cui scrive si trova a Terni, ed è la sera del 27 ottobre 1786: «… mi sono recato sull'acquedotto che fa anche da ponte tra una montagna e l'altra. Le dieci arcate che scavalcano la valle se ne stanno tranquille nei loro mattoni secolari, e continuano a portar acqua corrente da un capo all'altro di Spoleto. Per la terza volta vedo un'opera costruita dagli antichi, e l'effetto di grandiosità è sempre lo stesso. Una seconda natura, intesa alla pubblica utilità: questa fu per loro l'architettura, e in tal guisa ci si presentano l'anfiteatro, il tempio e l'acquedotto. Soltanto ora avverto come avevo ragione nell'esecrare tutte quelle stravaganze, quali per esempio il Winterkasten sul Weissenstein, un nulla destinato al nulla, un gigantesco trofeo zuccherino; e così dicasi di mille altre cose. Tutta roba nata morta, perché ciò che è privo di vera esistenza interiore è materia senza vita, non può avere né raggiungere la grandezza». Affascinato e rapito dalla mole del ponte spoletino, il Goethe si convince che sia un'opera dell'antichità classica, e la inserisce al culmine di una triade che si è venuta componendo proprio grazie all'immediato contatto visivo con simili meraviglie: l'anfiteatro (l'Arena di Verona), il tempio (il santuario di Minerva ad Assisi, nella Piazza comunale), e ora, appunto, il grandioso acquedotto. Rileva che è costruito in mattoni, come le simili costruzioni di epoca romana, quando in realtà il Ponte delle Torri è tutto edificato in pietra calcarea, tranne alcuni punti in cui appare risarcito o ripristinato. Il Goethe offre poi un severo parallelo con un'opera del suo tempo, che pochi anni prima aveva visitato (1783), rimanendo evidentemente assai poco coinvolto. Si trova in Germania, nel territorio di Kassel (Alta Assia). Nel parco del castello oggi noto con il nome di Wilhelmshöhe, sulla cima di un'altura spicca l'Oktogon, un grosso edificio ottagonale su cui campeggia una colossale statua di Ercole, realizzata su direzione di Giovanni Francesco Guerniero tra il 1701 e il 1717. Un elaboratissimo sistema di giochi d'acqua, realizzato su tutto il lungo declivio, compone una cascata artificiale che parte in modo piuttosto spettacolare dall'edificio culminante. Evidentemente, siamo agli antipodi dell'opera osservata a Spoleto. La grande profusione di mezzi e il senso delle ampie dimensioni sembrano accomunare le due realtà, ma le loro premesse sono ben diverse, così come gli effetti sull'osservatore. A Kassel si impone la ricerca di un effetto fine a se stesso, mentre a Spoleto una concreta necessità pubblica, ossia il bisogno di disporre di acqua nel centro abitato, ha motivato l'impresa facendo in modo che si inserisse nel paesaggio in modo perfettamente integrato. L'opera dell'uomo, in questo modo, non ha niente di artificioso, pur asserendo una sua grandezza. Si presenta come una «seconda natura» che si compone perfettamente con i profili delle alture. Forse sorto sul luogo di una preesistente struttura di età romana, il Ponte delle Torri è comunque un'opera pienamente ascrivibile alla fine del Duecento. Proprio il fatto che un intenditore di antichità potesse accomunarlo alle solenni strutture del mondo romano, è indice della grande competenza acquisita da tutti quegli ingegneri che in piena età comunale misero in atto cospicui lavori di attraversamento, conduzione e sfruttamento dell'acqua.
Società Tarquiniense d'Arte e Storia "Il cammino delle terre comuni" Tarquinia, 8 giugno 2019 DALLE LEGGI LIQUIDATORIE DEGLI USI CIVICI AL RICONOSCIMENTO COSTITUZIONALE DEI DOMINI COLLETTIVI Iº Convegno Nazionale sui Domini Collettivi
Il concetto la comunione (koinonìa) pur designando fondamentalmente una realtà teologica afferente l'essere stesso del Dio trinitario, nella sua applicazione storica si mostra non solo culturalmente e storicamente condizionato, ma anche possibile di travisamenti e perfino di tradimenti. «Dio nel suo essere è koinonìa», se «lo spirito è Spirito di koinonìa» e se la koinonìa è decisiva anche per definire Cristo come persona corporativa, allora è evidente che la Chiesa di Dio, corpo di Cristo animato nella storia dello Spirito del risorto, non può strutturarsi come koinonìa per strutturare agli uomini la vita divina in cui ci partecipa. Dio invita gli uomini all'interno di comunione di amore che il mistero di ogni essere, abbracciato da Dio, trova il suo pieno significato 1 .
The Reform of the Turkish Civil Code with special regards to Family Law, 2020
La principale fonte del diritto, esito del movimento della modernizzazione della Repubblica Turca, è senz’altro il codice civile n.743 tradotto dal codice civile svizzero ed entrato in vigore il 4 ottobre 1926. Esso ha costituito fin da subito la fonte delle relazioni di diritto privato e fu promulgato principalmente al fine di creare una società moderna che potesse avvicinarsi ai sistemi giuridici di civil law dell'Europa continentale. I primi sette articoli si applicavano in tutti i campi del diritto privato mentre i successivi si dedicavano alla materia del diritto delle persone, della famiglia, dell’eredità e della tutela della proprietà. Il metodo linguistico adottato nel codice civile turco fu piuttosto antiquato al momento della sua stesura e durante i lavori preparatori vennero commessi alcuni errori a causa della traduzione dal francese. Nell’arco di settantasei anni, fino alla modifica del 2002, nonostante gli sviluppi determinati dalla evoluzione della società e quindi anche del diritto, il legislatore si è sempre mostrato restio ad attuare una vera e propria modernizzazione, in modo particolare nel settore del diritto di famiglia. Così, la Corte Costituzionale Turca ha coadiuvato il legislatore attraverso la sua opera consistente nella dichiarazione di incostituzionalità di diverse norme di legge, ad esempio quelle in materia di eredità dei figli non naturali ovvero in relazione al dovere della donna di ottenere il permesso dal marito prima di essere coinvolta in una professione e occupazione, così come in materia di uguaglianza di genere. Si è così giunti, a distanza di diversi decenni dalla sua approvazione, alla realizzazione di diverse proposte aventi lo scopo di modicare il codice civile turco. La prima opzione fu quella di introdurre nuove istituzioni e regole, come ad esempio accaduto in Svizzera, mentre la seconda opzione fu quella di redigere un nuovo codice civile. Su tali basi, nel 1994, preferendo la seconda opzione, il legislatore turco diede vita al nuovo codice civile n.4721 composto da 1046 articoli, ereditando i 943 articoli che componevano il precedente codice civile ed aggiungendone 103, per un totale di 1046 articoli. Il codice civile turco entrò così in vigore il 1° gennaio 2002 conservando di fatto la normativa del precedente codice civile derivante dal movimento rivoluzionario idealizzato da Mustafa Kemal Atatürk.
Medioevo, 2015
Alle origeni della civiltà comunale 1. La nascita del carroccio di Furio Cappelli [Introduzione generale]
Revista de Historia Canaria , 2016
Contratos Inteligentes. Retos en su reconocimiento y aplicación, 2024
Genes Brain and Behavior, 2006
Revista Electrónica de Estudios Internacionales, 2024
Journal of Economics Research and Social Sciences, 2020
Topology and its Applications, 1983
Journal of Histochemistry & Cytochemistry, 2005
Telemedicine and e-Health, 2011
Quality Engineering, 2008
Sage: Digital Health, 2024
Memorias del 21° Seminario Iberoamericano de Arquitectura y Construcción con Tierra, 2023
Fetched URL: https://www.academia.edu/30722357/CIVILT%C3%80_COMUNALE_8_CASE_TORRI_E_FAMIGLIE
Alternative Proxies: