«Genova per me è come una madre. E’ dove ho imparato a vivere. Mi ha partorito e allevato fino al compimento del 35mo anno di età: e non è poco, anzi, forse è quasi tutto. Oggi a me pare che Genova abbia la faccia di tutti i poveri diavoli che ho conosciuto nei suoi caruggi, gli esclusi che avrei poi ritrovato in Sardegna, le graziose di Via del Campo», scriveva Fabrizio de Andrè che alla sua città natale ha dedicato canzoni indimenticabili. Oggi a Via del Campo, strada del canto dell’amore comprato, dove si intersecano gli stretti caruggi che scendono al porto, si va in pellegrinaggio a cercare il portone della graziosa. Le versioni sono contrastanti su quale sia quello giusto, ma di sicuro nello slargo dove è collocata una targa dedicata a Faber c’è ancora lo storico negozio di musica gestito da Gianni Tassio, grande amico di De Andrè e dove il cantautore passava i pomeriggi. Entrare in questo tempio della musica è fare un viaggio nel tempo. Al soffitto è appesa la chitarra Esteve del 1997 usata da De André negli ultimi concerti. Due anni dopo la suaBruno Lauzi, Luigi Tenco, Gino Paoli che in settembre ha festeggiato novant’anni e che al gruppetto aveva dedicato la canzone “Quattro amici al bar”. Per “La gatta” si era ispirato ai tetti di Boccadasse, il quartiere legato a Genova da una splendida passeggiata lungomare e che sembra un altro mondo, fatto di case colorate, ciottoli, creuze (viottoli chiusi tra due muri che segnano i confini di proprietà e portano al mare) barche e «pescatori con la faccia solcata di rughe che sembrano sorrisi e qualsiasi cosa tu gli confidi, l’hanno già saputa dal mare» (De Andrè). Ma a Genova hanno dedicato versi indimenticabili anche Paolo Conte e Ivano Fossati.
ILLIMITATO
GENOVA, UNA FINESTRA SULLA STORIA
Oct 30, 2024
7 minuti
Stai leggendo un'anteprima, iscriviti per leggere tutto.
Inizia i tuoi 30 giorni gratuiti