Domande Concorso
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2) Chi decide quante ore dare per il sostegno? Cosa bisogna fare per avere la copertura totale delle ore?
- Le ore da assegnare per il sostegno sono stabilite dal GLH (Asl ed esponenti del mondo della scuola) ed
indicate nel P.E.I.
La L 104 risale al 1992 ed è la legge quadro in materia di handicap, in particolare gli articoli dal 12 al 16 riguardano
l’integrazione scolastica.
L.107/2015 sostituisce al termine integrazione il termine INCLUSIONE. SCOLASTICA per gli alunni con disabilità
certificata e DSA ribadendo il coinvolgimento di tutte le componenti scolastiche, compreso il Dirigente, docenti
personale ATA, Famiglie, operatori .
Il D.Lgs 66/2017 (NORME PER LA PROMOZIONE DELL’INCLUSIONE SCOLASTICA DEGLI STUDENTI CON
DISABILITA’) uno degli 8 decreti legislativi di attuazione della L107 della Buona Scuola ha apportato modifiche,
soprattutto riguardo alla semplificazione delle procedure. Le principali sono:
- In ingresso: per verificare i prerequisiti cognitivi, motori, percettivi, affettivi, relazionali e comunicativi;
- In itinere: come funzione di controllo degli apprendimenti cognitivi e non cognitivi, allo scopo di acquisire
informazioni sulle difficoltà incontrate dal bambino;
- Finali: per valutare le competenze apprese
9) DSA
I DSA possono presentarsi in diverse forme:
Dislessia è un disturbo di decodifica della lettura, in cui è compromessa l'abilità di velocità e accuratezza.
Disortografia è un disturbo della scrittura, in cui è compromessa l'abilità di cifratura, ossia il bambino
commette innumerevoli errori nella traduzione del linguaggio parlato in forma scritta, specie sotto dettatura
(confonde i suoni, non scrive le doppie, omette confonde il verbo avere con le proposizioni ad esempio: ha - a,
etc.).
Disgrafia è un disturbo della scrittura, in cui è compromessa l'abilità di realizzazione grafica. La grafia è
irregolare, disarmonica e spesso illeggibile.
Discalculia è un disturbo del calcolo, in cui è compromessa l'abilità di cognizione numerica e funzioni
esecutive
Articolo 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali
Articolo 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali
sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire
scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato
Articolo 34. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e
meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi
17) Quante ore deve svolgere un insegante? Quante sono le ore collegiali?
L’orario di servizio settimanale è regolato dall’art. 28 del CCNL:
“In coerenza con il calendario scolastico delle lezioni definito a livello regionale, l’attività di insegnamento si svolge in:
I docenti sono tenuti a svolgere i compiti stabiliti dal CCNL, che distingue chiaramente tre tipi di attività:
consigli di classe, per un impegno complessivo annuo non superiore, di norma, alle 40 ore annue;
scrutini ed esami, compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione;
riunioni del Collegio dei docenti, attività di programmazione, verifica e informazione alle famiglie, fino a un
massimo di 40 ore annue, con l’avvertenza che le ore eccedenti vanno retribuite con il fondo di istituto (art. 88, c.
2, lettera “d”).
Le attività aggiuntive (da svolgere su base volontaria) previste nel POF o deliberate dal Collegio dei docenti, danno
diritto al compenso orario o forfettario o in attività di aggiornamento, anche queste da svolgere su base volontaria,
essendo un diritto del dipendente (art. 64, c. 1).
Se il collegio dei docenti (cui compete la deliberazione del piano delle attività) ha deliberato lo svolgimento, nel corso
dell’anno scolastico, di alcuni incontri di ricevimento collettivo dei genitori (cosiddetti incontri scuola-famiglia), tali ore
vanne imputate al monte ore (fino a 40 annue) di cui all’art 29 comma 3 lett. a) sopra indicato
• Integrazione s. f. [dal lat. integratio -onis, con influenza, nel sign. 3, dell’ingl. integration]. – 1. In senso
generico, il fatto di integrare, di rendere intero, pieno, perfetto ciò che è incompleto o insufficiente a un
determinato scopo, aggiungendo quanto è necessario o supplendo al difetto con mezzi opportuni: istituire corsi
d’i. con insegnamento di materie specifiche; concedere un assegno straordinario a i. dello stipendio; i. degli
alimenti, di un alimento, con aggiunta di fattori...
• inclusione s. f. [dal lat. inclusio -onis]. – 1. a. L’atto, il fatto di includere, cioè di inserire, di comprendere in
una serie, in un tutto (spesso contrapp. a esclusione): i. di un nome nella graduatoria dei vincitori; i. di alcune
clausole cautelative in un contratto; in frasi negative: hanno protestato per la non i. del loro
Nella teoria di LevVygotskij la zona di sviluppo prossimo (ZSP) è un concetto fondamentale che serve a
spiegare come l'apprendimento del bambino si svolga con l'aiuto degli altri. Il concetto è comunemente
conosciuto come zona di sviluppo prossimale ma si tratta di un'errata traduzione dell'inglese proximal, che in
italiano deve essere tradotto propriamente, senza perdita di significato alcuno, con prossimo (prossimale in
italiano ha tutt'altra accezione).La ZSP è definita come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di
sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un
livello di competenza maggiore. Infatti, Vygotskij non riteneva – con ciò prendendo le distanze da Piaget – che
il bambino passasse attraverso diversi stadi e dunque 'fosse pronto' ad apprendere nuove conoscenze che prima
non era in grado di ritenere; al contrario, sostiene che il bambino impara da coloro che si trovano a un livello di
conoscenza superiore.
24) Differenza tra PTOF e POF
Il POF è un documento pensato come mezzo di conoscenza e di presentazione di un Istituto Scolastico, utile al suo
interno in quanto bussola e strumento di lavoro e all’esterno in quanto offerta, opportunità, patto con il territorio.
Rispetto alla tradizionale struttura e alle modalità di elaborazione del POF, la legge 107/2015 ("Buona scuola") ha
introdotto sostanziali modifiche:
Anzitutto, a partire dall’a.s. 2016/17 il POF diventa triennale (ma può essere rivisto annualmente) e
dunque PTOF(Piano Triennale dell'Offerta Formativa) e va definito entro il mese di ottobre dell’anno scolastico
precedente al triennio di riferimento.
Diversamente da quanto previsto dal T.U. 297/1994 e dal DPR 275/1999, è il Dirigente Scolastico, mediante
l’emanazione di un Atto di Indirizzo del Dirigente scolastico a definire gli obiettivi e finalità del Piano, il quale
viene poi elaborato dal Collegio dei Docenti e approvato dal Consiglio di Istituto.
Il PTOF deve, inoltre, contenere i piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche, individuati dopo una
compiuta analisi del Rapporto di Autovalutazione (RAV), utilizzandone i dati e operando le necessarie scelte.
Oltre a quanto elencato in precedenza, nel Piano triennale dell’Offerta Formativa devono essere indicati anche:
il fabbisogno di posti comuni e di sostegno, sulla base del monte orario degli insegnamenti, con riferimento
anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità,
ferma restando la possibilità di istituire posti di sostegno in deroga;
il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell’offerta formativa;
il fabbisogno relativo ai posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario;
il fabbisogno di infrastrutture e attrezzature materiali.
25)
ll Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), introdotto dalla legge n.107/2015, ha sostituito il POF.
È un documento elaborato dal Collegio Docenti, sulla base degli indirizzi di studio, le attività della scuola, le
scelte di gestione ed amministrazione definiti dal Dirigente Scolastico e deve essere approvato dal Consiglio di
Istituto.
Nella stesura del documento del PTOF le linee guida inviate dal MIUR lasciano libera autonomia progettuale
alle scuole, mentre si soffermano sulle indicazioni e gli aspetti che devono entrarne a far parte e danno dei
suggerimenti su alcuni aspetti fondamentali, fra cui l'autovalutazione, le priorità, i traguardi, gli obiettivi che la
scuola si pone. L'elaborazione del PTOF deve, quindi, ricercare coerenza con il rapporto di autovalutazione
(RAV) e il piano di miglioramento (PDM).
5. impegno di cui l’istituto si fa carico nei riguardi del personale, dell’utenza e del territorio.