Vezzani - Progettazione Elettrica (TNE)

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Indice 5

INDICE

Presentazione 9

Capitolo l - Schemi d'impianto 11


1.1 Livello di tensione Il
1.2 Schema radiale semplice O doppio 13
1.3 Schema ad anello 18
1.4 Schema "n + 1" 18
1.5 Schemi per l'alimentazione di carichi essenziaH 20

Capitolo 2 - Messa a terra del neutro 26


2.1 Generalità 26
2.2 Messa a terra del neutro in bassa tensione 26
2.3 Messa a terra del neutro in media tensione 27

Capitolo 3 - La potenza di cortocircuito 31


3.1 Generalità 31
3.2 Calcolo della potenza di cortocircuito 32
3.3 Esempio di calcolo della potenza di cortocircuito 35
3.4 Valore di picco della corrente di cortocircuito 48
Copyright © TNE srl, ristampa e aggiornamento marzo 2006
Capitolo 4 - Motori elettrici 53
Edizioni TNE srl, strada dei Ronchi 29, lO 133 Torino 4.1 Tipi di motori 53
tel. 011 6611212 r.a. - fax 011 6618105 r.a. - www.tne.it 4.2 Scelta del tipo di motore in relazione all'ambiente 55
TlItti i diritti di riproduzione anche parziale e con qualsiasi mez:::;o SOI/O riserl'Ot; a !/Orma di 4.3 Correnti e coppie di spunto 57
legge e delle COlIl'e/1ZiOfli internazionali. 4.4 Caduta di tensione all'avviamento 61
Stampa: AGIT srl - Beinasco (TO) - Te\. 011 3498658 4.5 Avviamento dei motori 70
Elementi di progettazione elettrica
Indice 7
6

75 9.3 Sezione dei cavi e cortocircuito 148


Capitolo 5 • Trasformatori
75 9.3.1 Generalità 148
5.1 Trasformatori in liquido isolante
80 9.3.2 Cavi di bassa tensione 149
5.2 Trasformatori a secco
84 9.3.3 Cavi di media tensione 152
5.3 Installazione dei trasformatori
5.4 Tensione di cortocircuito del trasformatore 88
93 Capitolo lO . Impianto di terra 155
5.5 Trasformatori in parallelo
10.1 Generalità 155
99 10.2 Rete di terra magliata 159
Capitolo 6 . Apparecchiature elettriche
99 10.3 Collettori di terra, conduttori di terra, di protezione ed equipotenziali 160
6.1 Quadri di bassa tensione
100 10.4 Messa a terra del neutro 162
6.2 Apparecchiature di bassa tensione
100 10.5 Neutro artificiale 163
6.2.1 Interruttore generale
103 10.6 Il dispersore 165
6.2.2 Partenze dai quadri principali
104 10.7 Impianto di terra unico 168
6.2.3 Comando motori
6.2.4 Riavviamento automatico dei motori 108
109 Capitolo 11 . Armoniche 171
6.3 Quadri di media tensione
109 11.1 Origine ed effetti delle armoniche 171
6.3.1 Quadri con isolamento in aria
112 11.2 Contenuto armonico della tensione 173
6.3.2 Quadri in esafluoruro di zolfo
6.4 Apparecchiature di media tensione 114 11.3 Convertitori esafase e dodecafase 173
6.4.1 Interruttori di media tensione 114 Il.4 Risonanza dei condensatori di rifasamento 179
6.4.2 Contattori di media tensione 115
6.5 Quadri a prova d'arco interno 115 Capitolo 12 . Protezioni elettriche 181
12.1 Relè di protezione 181
Capitolo 7 . Tipi di cavi 119 12.2 Fusibili 182
119 12.2.1 Difetti apparenti 183
7.1 Cavi di bassa tensione
7.2 Cavi di media tensione 120 12.2.2 Pregi reali 185
7.3 Cavi non propaganti l'incendio 120 12.3 La selettività delle protezioni 186
7.4 Considerazioni sulla funzione dell'armatura dei cavi 121 12.4 Protezione dei trasformatori 194
12.4.1 Protezioni elettriche sul primario del trasformatore 194
125 12.4.2 Protezioni elettriche sul secondario del trasformatore 197
Capitolo 8 . Posa dei cavi
125 12.4.3 Protezioni differenziali de] trasformatore 198
8.1 Posa in aria libera
128 12.4.4 Altre protezioni del trasformatore 199
8.2 Posa interrata
12.5 Protezione dei motori elettrici 205
133 12.5.1 Motori a bassa tensione 205
Capitolo 9 . Sezione dei cavi
133 12.5.2 Motori a media tensione 206
9.1 La portata
133 12.6 Protezione dei generatori 210
9.1.1 Generalità
134 12.6.1 Generatori sincroni 210
9.1.2 Portata dei cavi interrati
140 12.6.2 Generatori asincroni 214
9.1.3 Portata dei cavi in aria
143 12.7 Circuiti di illuminazione 216
9.1.4 Considerazioni sulla portata dei cavi
9.2 La caduta di tensione 144
8 Elementi di progettazione elellrica 9

Capitolo 13 - Rifasamento 221


13.1 Necessità del rifasamento 221
13.2 Rifasamento centralizzato 225 PRESENTAZIONE
13.3 Rifasamento individuale 227
13.4 Corrente transitoria di inserzione 229
Questo libro propone alClille idee per progettare impianti elettrici semplici, razio-
Capitolo 14 - Locali delle cabine 231 nali, sicuri e di minimo costo.
14.1 Disposizione delle apparecchiature 231 La parola "semplice" rappresenterà lina costante ilei testo, poiché solaTl/eme
14.2 Vano cavi 233 impianti semplici, con apparecchiature semplici e con schemi semplici. sono in
14.3 Quadri di rifasamento 233 grado di assicurare la funzionalità e l'affidabilità degli impianti assieme alla loro
14.4 Problemi di raffreddamento 234 economicità.
14.5 Locale batteria 236 Troppe pubblicazioni e capitolati sembrano avere, invece, ,'unico scopo di ren-
dere gli impianti sempre più costosi, introducendo sempre nuove e inutili compli-
cazioni impiantistiche; inoltre i capitolati, nei quali spesso il committente ha
IOtalefiducia, limitano la libertà del progellista e la sua professionalità.
I calcoli laboriosi ed estremamente precisi che accompagnano certi progelli sono
addirittura ridicoli: l'elettrotecnica industriale è il regno del calcolo approssi-
mato, essendo i dati di progetto ragionevolmente incerti. S0110 sufficienti calcoli
elementari che portino a risultati credibili e accettabili, senza inseguire livelli di
precisione assolutamente illusori.
Alcune affermazioni nelle pagine seguenti susciteranno la meraviglia e forse il
disappullIo del lettore, perché controcorre1lfe, a volte in contrasto con le specifi-
che tecniche di società multinazionali. Il fatto è che numerosi pregiudizi e abitu-
dini impiantistiche si perpetuano senza nessuna giustificazione; molte scelte S01lO
applicate il11110do acritico. mentre possono essere contestate CO/1 semplici calcoli.
QlIesto libro vlIole comballere quel/a pigrizia illlel/ellllaie (abbiamo falla sempre
così) che ha tramandato ne/tempo scelte sbagliate, soluzioni contrarie alla buona
tecnica, a volte dovute all'assoluta ind(fferenza nei riguardi di costi inutilmente
alti o addirittura spi1lte dall'interesse di a/Clini ad incrementare i costi stessi.
Il vero progettista è cohd che progetla correttamente riducendo i costi e non chi
sceglie soluzioni illwi/mellle sovradimensionate e costose.
Ringrazio il prof. Vito Carrescia il quale mi ha indotto a riassumere in queste
pagine la lunga esperienza di progettista, nella sua convinzione e nella mia spe-
ranza che sia di ulla qualche utilità.

Piero Vezzani
Schemi d'impianto 11

1 SCHEMI D'IMPIANTO

1.1 Livello di tensione

Gli impianti utilizza tori industriali considerati nel presente volume sono alimentati
da una cabina principale di trasformazione e di distribuzione, dalla quale si irra-
diano le alimentazioni alle utenze.
In genere, questa cabina è alimentata in media tensione (15 kV, 20 kV, 30 kV);
occorre dunque una trasformazione a bassa tensione (400 V o 690 V) e a volle una
trasformazione ad un valore di tensione intennedio per alimentare eventuali
motori a media tensione (di solito a 6 kV).
La trasformazione deve avvenire direttamente dalla tensione di ingresso alla ten-
sione di utilizzazione, senza passaggi intermedi, utilizzando, ad esempio, trasfor-
matori 30/6 kV e 30/0,4 kV, mai trasformalori 6/0,4 kY.
La trasformazione in cascata è da evitare. Infatti, i trasformatori "intermedi" (ad
esempio 30/6 kV) dovrebbero essere dimensionati anche per i carichi in bassa ten-
sione (cioè quelli alimentati da trasformatori 6/0,4 kV), con un notevole aumento
di potenza; inoltre i carichi in bassa tensione provocherebbero perdite non solo nel
trasformatore 6/0,4 kV, ma anche nel trasformatore 30/6 kY.
Quando l'impianto utilizzatore è alimentato a 6 kV, occorre unicamente la trasfor-
mazione 6/0,4 kY.
Quando l'impianto utilizzatore è alimentato a IO kV, si possono adottare due solu-
zioni:
L alimentare a lO kV i motod oltre una certa potenza e trasformare la tensione di
IO kV in bassa tensione per alimentare i motori al di sotto di tale potenza, oppure;
2. trasformare il IO kV a 6 kV, per l'alimentazione dei motori di grossa potenza,
mantenendo naturalmente la trasformazione a bassa tensione.
12 Elementi di progettazione elettrica Schemi d'impianto 13

Nel primo caso si avranno unicamente trasformatori 10/0,4 kV; nel secondo caso 1.2 Schema radiale semplice o doppio
anche trasformatori 10/6 kY. II problema consisle nell'individuare la soluzione più
economica e ciò dipende dal numero e dalla potenza dei motori che si trovano al Una volta definite le potenze di cortocircuito (cap. 3) e i livelli di tensione, poiché
di sopra della soglia di potenza prescelta oltre la quale l'alimentazione è in media lo schema dell'impianto è in genere radiale, occorre decidere se adottare il radiale
tensione. semplice o il radiale doppio.

11 motore a media tensione, anche a 6 kV, è molto più costoso dell'analogo motore Lo schema radiale semplice prevede per i carichi una sola alimentazione, cioè
a 400 Y. un'unica linea e un unico trasformatore. Non esistono quindi linee o trasformatori
Per un motore da 200 kW il rapporto dei cosli è di circa uno a Ire, a favore del sovradimensionati, in modo da poter alimentare anche altri carichi alimentati nor-
motore a bassa tensione, mentre per un motore da 400 kW (che può sembrare un malmente da altre linee e da altri trasformatori, in caso di fuori servizio di questi
motore enorme per la bassa tensione) tale rapporto è ancora di uno a due. ultimi, fig. 1.1.
A lO kV la differenza dei costi è ancora maggiore e ciò porta ad utilizzare motori
di bassa tensione, anche per potenze oltre 400 kW. Nel sistema radiale doppio, che in genere prevede già una doppia alimentazione
In questo caso, per limitare il costo dei cavi e la caduta di tensione, i motori in dell'impianto, tutti i quadri di distribuzione sono dotati di due sezioni di sbarra,
bassa lensione devono essere posti nelle vicinanze della cabina di trasformazione, ognuna alimentata da un trasformatore, separate da un interruttore normalmente
entro un raggio di 50 m "" I 00 m al massimo. l aperto (congiuntore di sbarra), fig. 1.2.
Ciascun trasformatore è in grado di alimentare l'intero carico di entrambe le
Come l'esperienza insegna, l'alimentazione in bassa tensione di motori fino a 400 kW, sezioni di sbarra. In caso di guasto su un trasformatore, o su una linea di alimenta-
e oltre, non presenta problemi. Bisogna, tuttavia, accertarsi che la morsettÌera dei zione, dopo l'intervento dei dispositivi di protezione, il congiuntore di sbarra
motori sia adatta ai grossi cavi di alimentazione. 2 viene chiuso (di solito automaticamente) e viene ripristinata l'alimentazione a tutti
Non esistono nemmeno problemi per l'avviamento diretto di questi motori, in pre- i carichi, fig. 1.2.
senza, naturalmente, di trasformatori di sufficiente potenza, come quelli normal- Di solito, il sistema radiale doppio non arriva allivello dei quadri comando motori
mente usati negli impianti industriali. 3 (MCC) i quali, per motivi che chiariremo più avanti, sono dotati normalmente di
una sola alimentazione. 4
L'altra soluzione, ovvero l'utilizzo di trasformatori 10/6 kV, comporla natural-
mente ulteriori costi, che vanno però confrontati con j risparmi sul costo dei In uno stabilimento con interruzione notturna della produzione e pausa settimanale
motori a 6 kV (anziché a IO kV) e sulla riduzione della potenza dei trasformatori si utilizza uno schema radiale semplice, perché si ha in genere tutto il tempo per
10/0,4 kV, dovuta al fatto che i motori di potenza compresa tra 200 kW e 400 kW procedere a riparazioni e sostituzioni (ad esempio di trasformatori guasti) e si
sono alimentati non più a 400 V, ma a 6 kV. potranno recuperare in breve tempo le perdite di produzione. L'unico consiglio è
Naturalmente, bisogna mettere in conto anche i costi delle apparecchiature, dei di tenere a magazzino un trasformatore e qua1che componente critico dell' im-
cavi, dei motori, ecc. pianto per una veloce sostituzione.

li confronto tra le due soluzioni a IO kV e a 6 kV è molto complesso, ma fortuna- Negli impianti a ciclo continuo, invece, si utilizza un sistema radiale doppio, per-
tamente è una situazione che si presenta molto raramente. ché le perdite di produzione non sono ovviamente recuperabili; inoltre, dopo
un' interruzione dell' alimentazione i tempi necessari per la rimessa in moto del-
l'impianto di produzione sono di solito molto lunghi.
1 SpC550 ohrc ::WO kW si passa in mcdin tensione. pmprio per il costo eccessivo dei cavi in bassn tensione.
: Per le upparccchiature da utllizznre per i motori di bassa tensione superiori n 200 kW, vedasi la primn noIa del
par. 6.2.3.
'In proposito. vedasi il par. 4.4 c il pnr. 4.5. .j Un quadro motori è denominato nnche MCC (/vlotor Control CenLcr).
14 Elemenli di progettazione elettrica Schemi d'impianto 15

AT (60-130 kVI

AT (60-130 kVI

-,____ J~N_e___r---'"N/A~--,_----~~~
MT I livello (15-20-30 kV)
l Ne
l Ne Ne Ne

l
J BT (0,4 kVI

l
+ e NA
~
____ ~N-e~~
BT (0,4 kVI

FIGURA l,l - Schema radiale semplice. FIGURA] .2 - Schema mdiale doppio.


16 Elementi di progettazione elettrica __________________________~S~ch~e~m~i~d~'im~p~ia~n~lo ________________________1~7

Alcuni ritengono uno spreco lo schema radiale doppio, data la grande affidabilità
delle apparecchiature, dei cavi e dei trasformatori (specialmente di questi ultimi);
il che è vero.
Ci si chiede, quindi, se valga la pena raddoppiare il costo dell'impianto elettrico a
livello di linee, di trasformatori e, in parte, di quadri, per far fronte ad un even-
tuale guasto. MCC "A"
Innanzi tutto, occorre tener presente che in certi impianti a ciclo continuo, ad
esempio di tipo chimico o petrolchimico, le perdite per la mancata produzione e
per la distruzione di prodotti intermedi sono elevatissime e giustificano la spesa
per far fronte a guasti anche di scarsa probabilità.
Ma esiste anche un secondo motivo, quasi di tipo filosofico. Negli impianti a ciclo
continuo, la generalità delle macchine è dotata di riserva, dove evidentemente la
cosa ha senso. Dispongono di riserva le pompe che agiscono sulla stessa rete di
distribuzione, i compressori, le soffianti, ecc., cioè tutte quelle macchine che agi-
scono in parallelo sulle rispettive reti e possono quindi essere sostituite, senza pro-
blemi, dalla macchina di scorta. MCC "B"
[n altri termini, il progettista dell'impianto di produzione si è cautelato contro i
guasti delle macchine mediante una riserva, il che rende anche possibile la manu-
tenzione senza fermare l'impianto. A questo punto, come può il progettista del- FIGURA 1.3 - Il quadro A alimenta le pompe A e il qUlldro B le pompe B di riserva, in modo da
garantire la continuità del servizio in caso di un guasto su un 'alimentazione.
l'impianto elettrico non garantire la stessa funzionalità in condizioni anomale?

Si consideri il seguente esempio molto semplice: su un impianto esistono due Con un impianto così realizzato si mantiene l'alimentazione ai motori della serie
serie di pompe A e B, identiche ed intercambiabili, fig. 1.3. La serie di pompe A è B (supposti fermi) che quindi possono partire immediatamente in sostituzione
nOffilalmente in servizio, mentre la serie di pompe B è normalmente ferma, pronta degli analoghi motori della serie A, in mancanza di tensione al quadro dei motori
ad entrare in funzione in caso di fermata della prima serie. Se il progettista elet- A; inoltre, dopo la richiusura automatica del congiuntore di sbarra, che richiede
trico collega entrambe le serie A e B di pompe allo stesso quadro motori, vanifica uno o due secondi, viene ridata tensione anche al quadro dei motori A, ripristi-
ovviamente la Iidondanza de Il 'impianto di produzione, in quanto se il quadro nando la piena disponibilità dei due gruppi di motori; in questo modo l'impianto
motori va fuori servizio entrambe le serie di pompe rimangono senza alimenta- ha le caratteristiche di continuità e di sicurezza richieste dalla produzione.
zione. L'ipotesi che l'intera serie di motori A sia in marcia e la serie di motori B sia
Il progetti sta elettrico deve perciò prevedere un quadro per i motori delle pompe A ferula è semplificativa per chiarire bene quello che .succede. In realtà, per ciascuna
e un quadro per i motori delle pompe B, in modo da assicurare in ogni caso l'ali- coppia di motori può essere in marcia il motore A o il motore B, mentre l'altro
mentazione ai motori di almeno una delle serie di pompe. Per questa ragione è motore è pronto a partire.
inutile dotare di doppia alimentazione i quadri motori, come già detto.
Naturalmente, in caso di guasto su uno dei due quadri motori (A o B), l'impianto
[ due quadri motori non possono essere alimentati dalla stessa sezione di sbarra continuerà a funzionare con i soli motori della serie rimasta alimentata. Questa è
del quadro di distribuzione, ma devono essere alimentati da due sezioni diverse di ovviamente la situazione più critica.
tale quadro (oppure da due quadri di distribuzione). Ognuna di queste sezioni di A volte, nell'impianto esistono singole macchine molto grosse e costose che per
sban'a, inoltre, deve essere alimentata da un proprio trasfonnatore. capace però di motivi impiantistici, o semplicemente per motivi di costo, non hanno riserva e che
alimentare anche l'altra sezione. quindi con il loro arresto provocano la fermata dell'impianto.
18 Elementi di progettazione elettrica Schemi d'impianto 19

Ma è ben diverso dover arrestare l'impianto perché la macchina più importante


(ad esempio, l'estrusore negli impianti di produzione di resine sintetiche) si è fer-
mata, piuttosto che doverlo fermare perché un motore da pochi kilowatt, che ali-
menta una pompa, si è guastato e la sua scorta non può essere messa in servizio
per una errata impostazione dell'impianto eletttico (ad esempio, perché il relativo
quadro è privo di alimentazione).
$. ",.,.~ eS
r:'~___?~J~ ~ -'[i'lliv,eIlO
In definitiva, lo schema radiale doppio trova una sua giustificazione nella filosofia
generale dell'impianto di produzione, al di là di considerazioni di pura affidabilità
dell'apparecchiatura elettrica. JNe (15-20-30 kV)

l NC NC

1.3 Schema ad anello

Quando lo schema d'impianto è radiale doppio, la logica vorrebbe che anche la


rete che lo alimenta fosse di tipo radiale doppio fino alla stazione di ingresso ad
alta tensione. A volte però, per motivi economici, alcune cabine d'impianto ven-
gono collegate mediante un anello che fa capo a due partenze su sezioni separate
di sbarre del quadro seconda~io del1a stazione d'ingresso, fig. lA.
L'anello è aperto in un punlo, ad evitare di mettere in paraIlelo le due sezioni di
sbarra da cui partono le due estremità dell'anello.
In ogni caso, l'anello è dimensionato in modo che tutte le cabine possano essere
r r
alimentate da una sola estremità; quindi, in caso di guasto su un cavo deIl'anello, è
possibile, mediante manovre manuali, isolare il tratto di cavo guasto e ridare ten-
sione alle cabine rimaste prive di alimentazione. t r
Rispetto al doppio radiale, questa soluzione consente di risparmiare numerose par-
tenze sul quadro di distribuzione a media tensione (ne bastano due per tutte le
cabine interessate, anziché due per ciascuna cabina). Sono però necessari cavi di
sezione molto maggiore, perché ciascuna partenza deve essere in grado di alimen-
tare tutte le cabine dell'anello. Inoltre, non è solitamente prevista la possibilità di ~~
. :~~ è "::b~$
Cabina 2 wTIIllvell~
~~
$
BT (0,4 kV) BT (0,4 kV)
effettuare a1cuna manovra automatica per sostituire il ramo guasto.
MMM MMM

1.4 Schema Il +l

Lo schema 11 + 1 consiste nell'installazione di un trasformatore di scorta ad 11 tra-


sformatori sul lato secondario di una cabina MT/MT (ad es. 20/6 kY) o MT/BT
èhèh
Cabina 1
èhèh
Cabina 3

(6/0,4 kY), fig. 1.5 a). Non riguarda pertanto la rete ptimaria di alimentazione
della cabina, che può avere la disposizione che si ritiene più adatta allo scopo
(radiale, ad anello). FIGURA 1.4 - Schema ad anello.
20 Elementi di progettazione eleUrica
SChemi d'impianto 21

Nella sua esecuzione più generale lo schema 11 + 1 è di complicata realizzazione,


in quanto richiede un luogo condotto sbarre che consenta al trasformatore di scorta a)
di connettersi alla sezione di sbarre di bassa tensione relativa al trasformatore
fuori servizio, fig. 1.5 a).
In pratica, lo schema Il + l viene di solito realizzato nell'esecuzione "2 + l'', che
richiede soluzioni impiantistiche abbastanza semplici, fig. 1.5 b).
Due brevi avvertenze:
l) il trasformatore di sC0l1a deve avere la stessa potenza del maggiore dei trasfor-
malori di cui costituisce la riserva;
2) il trasformatore di scorta non deve avere carichi propri, perché solamente cosÌ NC?jJ A
può rappresentare una riserva completa. , 1 BT

Questa seconda avvertenza non deve essere considerata ovvia o superflua, poiché b) I
si è spesso portati a collegare qualche partenza alla sbarra secondaria del trasfor- I

~
matore di scorta, in particolare quando si adotta lo schema di fig. 1.5 c), anziché
MT
quello di fig. 1.5 b).
Nello schema (consigliato) di fig. 1.5 b) il trasformatore di scorta è collegato alle
I I
sbarre secondarie dei due trasformatori principali mediante due interruttori, cia-
scuno con funzione di interruttore secondario.
Nello schema di fig. 1.5 c), invece, il trasformatore di scorta è dotato di un inter-
ruttore secondario, normalmente chiuso, e di due interruttori accoppiatori di sbarra BT

normalmente aperti. Questo schema prevede pertanto cinque interruttori di bassa


tensione, anziché quattro come lo schema precedente.
Dal punto di vista funzionale, i due schemi di fig. 1.5 b) e fig. 1.5 c) sono comun- c)
que equivalenti e possono essere scelti a piacimento.

MT
1.5 Schemi per l'alimentazione di carichi essenziali

Di seguito sono illustrati alcuni esempi di alimentazione di carichi essenziali, cioè


di lltenze che devono continuare a funzionare anche in mancanza dell'alimenta-
zione normale (ordinaria). BT

In fig. 1.6 un generatore funziona in parallelo alla rete normale. In caso di man-
canza di alimentazione esterna, l'alternatore alimenta i carichi; se è dimensionato
per alimentare solo i carichi essenziali, si devono distaccare automaticamente i CA::: commutazione automatica (evenlualej; NC:= normalmente chiuso; NA:= normalmente aperto

canchi normali.
Nello schema di fig. 1.7 è ancora presente un generatore funzionante in parallelo alla FIGURA 1.5 - Schemi con trasformatore di scoria in una cabina MTIBT:
a) schema n + l;
rete. In caso di mancanza di tensione, un congiuntore di sbarra separa i carichi nonnali b) schema "2 + l'' (soluzione consigliata);
da quelli essenziali, che continuano ad essere alimentati dal generatore di riserva. c) schema "2 + l'' (variante).
22 Elementi di progettazione eletlrica Schemi d'impianto 23

Rete normale Rete normale

, ,
~-----v-----~
Carichi nonna li o essenziali
G
3~

Generatore di
'-----~vr--~!
Carichi normali
, l ~
Carichi essenziali
G
3~

Generatore di
riserva in parallelo riserva in parallelo
alla rete normale alla rete normale

FIGURA 1.6 • Generatore di riserva in parallelo alla rete normale senza separazione dei carichi FlGURA 1.7 - Generatore di riserva in pumllelo alla rete normale, con separazione dei carichi
essenziali. essenziali.

Lo stesso schema di fig. 1.7 è utilizzabile anche quando il generatore è normal-


mente fermo e si avvia automaticamente in caso di mancanza di tensione in rete
Rete normale
(quindi non c'è parallelo tra rete e generatore). È il caso tipico del gruppo elettro-
geno di emergenza. In questo caso, però, i motori elettrici dei servizi essenziali
Giunto elettromagnetico
devono essere riavviati, di solito automaticamente, dopo l'entrata in servizio del
gruppo elettrogeno; il che richiede almeno una decina di secondi, se non di più.
Se non è possibile attendere l'entrata in servizio del gruppo elettrogeno, occorre
sostituire quest'ultimo con un gruppo rotante di continuità, fig. 1.8, cioè con un
gruppo costituito da:
• un generatore mantenuto in rotazione dana rete come motore sincrono, che, in
caso di mancanza di tensione in rete, continua a girare come generatore utiliz-
~~vr--~
,
Carichi normali
Il '--v---J
Carichi essenziali r®-ol M

zando l'energia cinetica delle parti rotanti (generatore e volano), rallentando


\
Generatore sincrono
quindi leggermente la sua marcia; in funzione in condizioni ordinarie
come molore sincrono
• un motore diesel che entra in funzione alla mancanza di rete, dopo un breve
ritardo di I s o 2 s; una volta raggiunti i pieni giri, si accoppia automatica-
mente, mediante un giunto elettromagnetico, con il generatore. FIGURA 1.8 - Genemtore di riserva, costituito da un gruppo rotante di continuità, in parallelo alla
rete nonnale, con separazione dei carichi essenziali.

Da notare che, alla messa in servizio dell'impianto, è il motore diesel che porta il
generatore alla velocità di sincronismo, in modo da poter essere inserito come Una variante allo schema di fig. 1.8 è rappresentata in fig. 1.9. In questo schema,
motore sincrono. talvolta ancora utilizzato, il generatore sincrono che alimenta i carichi essenziali è
Quello sopra descritto è solo uno dei possibili schemi del gruppo di continuità mantenuto in marcia da un motore asincrono alimentato dalla rete. Naturalmente.
rotante, ma ne esistono altri, che il progetti sta può scegliere in funzione delle sulla sbarra carichi essenziali la frequenza è leggennente più bassa (intorno al1~
potenze richieste e dei costi. 0,5%) di quella di rete, a causa dello sconimento del motore asincrono.
Elementi di progettazione elettrica Schemi d'impianto 25
24

Rete normale Rete normate Rete di riserva

, , ~ l l
r
\
1
v
Carichi normali
1
V
l ~
NA

IJ ~
Carichi essenziali
Ne ----------~---------- NA

Diesel

~
Volano

,
L - - - - - - - - - - - - -vr- - - - - - - - - - - - -
/ ~ Carchi essenziali (con avviamento automatico)
Generatore sincrono Giunto elettromagnetico e carichi normali
che alimenta i carichi essenziali
anche in condizioni ordinarie
CA =commutazione automatica

FIGURA 1.9 _ Generatore di riserva, costituito da un gruppo rotante di continuit[l azionato da un


motore asincrono, che alimenta i carichi essenziali anche in condizioni ordinarie. FIGURA 1.10 - Rete di riserva non in parallelo alla rete normale.

In caso di mancanza di tensione in rete, analogamente a quanto avviene oeHa


schema di fig. 1.8, l'energia cinetica accumulata dalle parti rotanti del generatore e
Rete normale Rete normale
del volano consente di alimentare i carichi essenziali, permettendo al motore die- (di riserva) (di riserva)
sel di partire e portarsi a pieni giri. A questo punto, il giunto elettromagnetico per-
mette l'accoppiamento automatico fra il motore diesel ed il generatore.
Rispetto alla situazione di fig. 1.8, questo schema ha lo svantaggio di avere la
sbarra dei carichi essenziali separata dana sbarra dei carichi normali e permanen-
l
Ne ----------~---------- Ne
1
I
temente alimentata dal generatore. Occorre quindi prevedere un interruttore che I
. I
permetta di alimentare la sbarra dei carichi essenzialì dalla sbarra dei carichi nor-
NA
mali, in caso di guasto o di manutenzione del generatore. Ovviamente, il parallelo
tra le due sbarre non è possibile a causa della differenza delle frequenze.

Nello schema di fig. 1.10 sono previste due linee, l'una di scorta all'altra. In caso ,
\
, v
!
di mancanza di tensione sulla linea utilizzata normalmente, l'impianto viene com-
Carchi essenziali (con avviamento automatico)
mutato automaticamente sulla linea di riserva, con successivo riavviamento dei e carichi normali

carichi essenziali.
L'ultimo schema di fig. 1.11 è riconducibile allo schema radiale doppio, già prece- CA =commutazione automatica
dentemente analizzato. Entrambe le linee alimentano normalmente il loro carico,
ma hanno piena capacità di funzionare l'una di scorta all'altra. FIGURA 1.11 - Schema radiale doppio: ogni rete può funzionare di riscrvlI all'altnl.
26 Elementi di progettazione elellrica Messa a terra del neutro 27

tempi intollerabili, a fronte dell'immediata eliminazione del guasto garantita dal


sistema TN. Se il guasto è su un'utenza importante di bassa tensione, questa ha,
come già detto, una scorta che può essere avviata immediatamente.
Se il guasto avviene su un'utenza il cui arresto non comporta nessuna particolare
conseguenza, e quindi non ha scorta, o su circuiti di secondmia importanza (luce,
prese, ecc.), il servizio di manutenzione può tranquillamente intervenire per ripa-
rare o sostituire l'elemento guasto e ripristinare l'alimentazione.

Infine, con il sistema TI (neutro collegato ad un impianto di terra separato da


quello delle masse) tutti i circuiti dovrebbero essere sistematicamente protetti con
2 MESSA A TERRA DEL NEUTRO un interruttore differenziale; d'a1tronde, in uno stabilimento industriale e più in
generale in un impianto utiJizzatore alimentato con propria cabina di trasforma-
zione, non ci sono motivi per collegare il neutro a una terra separata da quella
delle masse in bassa tensione.
2.1. Generalità

Dallo stato del neutro (isolato o a terra) dipendono la continuità del servizio elet- 2.3 Messa a terra del neutro in media tensione
trico e la scelta dei dispositivi di protezione.
In passato, si preferiva spesso tenere il neutro isolato da terra per garantire unu Negli stabilimenti con cabina ATIMT è bene che il neutro della media tensione
migliore continuità di servizio. (rete MT interna all'impianto utilizzatore) sia messo a terra tramite una resislenza. I
Negli impianti industriali conviene, invece, mettere a terra il neutro sia sulla bassa Per stabilire il valore deIla resistenza, bisogna prima decidere la corrente di guasto
sia sulla media tensione, seppure con modalità diverse, per interrompere subito il a terra che si vuole ottenere, par. 10.4.
circuito guasto e per evitare sovratensioni, specialmente sulla media tensione. Per salvaguardare ii ferro delle macchine elettriche (alternatori, motori, trasforma-
tori), il quale è attraversato dalla corrente di guasto verso terra, alcuni importanti
costruttori europei suggerivano in passato di non superare 20 A. Lo standard ame-
2.2 Messa a terra del neutro in bassa tensione ricano è invece basato su 400 A.
Ci sono vantaggi e svantaggi in entrambe le soluzioni.
Per quanto riguarda la bassa tensione, un impianto industriale non può che essere
di tipo TN-S. Le basse correnti salvaguardano maggiormente il ferro delle macchine. Ma cor-
II sistema TN-C è pericoloso in caso d'interruzione del conduttore PEN. Inoltre le renti troppo basse, dello stesso ordine di grandezza delle correnti capacitive del-
correnti di squilibrio che percorrono il conduttore PEN provocano disturbi alle l'impianto, rendono meno efficaci le semplici protezioni omopolari (relò di mas-
apparecchiature elettroniche e vanno ad interessare le masse e le masse estranee: sima corrente ad una soglia di corrente), con il rischio di interventi intempestivi
per questo motivo il sistema TN-C è proibito nei luoghi con pericolo di esplosione dovuti a correnti di ritorno capacitive delle linee non interessate dal guasto; inoltre
dalla norma CEI EN 60079-14 (CEI31-33). diventa difficile la taratura della soglia di intervento delle protezioni.
Il sistema TN-C è in genere limitato al tratto che va dai trasformatori ai quadri Le fOl1i cOlTenti di terra hanno il vantaggio di non essere influenzate dalle correnti
generali, dove le sezioni sono elevate e dunque è maggiore il risparmio econo- capacitive e di essere rilevate con sicurezza, come corrente residua dalla tema di
mico, mentre è trascurabile il rischio di interruzione. riduttori di corrente posti sulle grosse linee di alimentazione, fig. 2.1.
11 neutro isolato (sistema IT) in un impianto industriale con centinaia di utenze
1 In lt:llil1. le reti di di.stribuzIone pubbliCI! in media tensione hanno invece il neutro i.~()lalo. lJppllf<! mes,\O li lerT<l
non ha senso, in quanto la ricerca del primo guasto a terra comporta difficoltà e tramite indummza (bobina di Petcrsen),
28 Elementi di progettazione eleUrica Messa a terra del neutro 29

L1 L2 L3

L1 L2 L3 L1 L2 L3 L1 L2 L3

t
= = =

~
J,
FIGURA 2.2 - Protezione omopolare (51 N) alimenlala da riduuori di corrente toroidali su tre cavi
in parallelo.
FIGURA 2.1 - Protezione omopolare il corrente residua, in tlna rete di distribuzione.

massima corrente omopolare (S l N) per assicurare la selettività nei confronti del-


Poiché la corrente al primario di questi riduttori di corrente è dell' ordine delle l'analoga protezione di motori e trasformatori. 2
centinaia o migliaia di ampere, correnti residue dell'ordine della decina di ampere In passato, si preferiva utilizzare trasformatori di corrente posti sulle singole fasi,
possono stabilirsi facilmente sul secondario come somma di errori dei riduttori poiché si temeva un cattivo comportamento dei riduttori toroidali, chiamati ad ali-
durante forti correntÌ di spunto, sovraccarichi o cortocircuiti tra le fasi, provo- mentare in parallelo un unico relè di massima corrente. L'esperienza ha dimostrato
cando quindi interventi intempestivi della protezione di terra, se tarata per pochi che tale pericolo non esiste; si possono quindi utilizzare più riduttori toroidali di
ampere; ciò ovviamente non avviene con le forti correnti di terra adottate negli corrente in parallelo senza paura di interventi intempestivi o mancati. Con questa
USA, che consentono di tarare le protezioni omopolari per centinaia di ampere. soluzione, le forti correnti di terra come quelle previste dagli americani non sono
più necessarie.
Come spesso accade, la giusta soluzione sta nel mezzo. I riduttori toroidali hanno per di più il vantaggio di essere apribili, quindi possono
Ad esempio, una corrente di terra di 100 A è sufficientemente alta per non essere essere montati e smontati dopo l'esecuzione dei terminali, fig. 2.2.
influenzata dalle correnti capacitive e può essere facilmente rilevata dai riduttori
di corrente toroidali posti sul cavo tripolare. Se le correnti sono forti e quindi Occorre, infine, accennare al fatto che negli impianti con reti di media tensione a
necessitano di più cavi in parallelo, si possono utilizzare più riduttori di corrente neutro isolato si sono manifestate spesso notevoli sovratensioni verso terra dovute
toroidali, lino per ogni cavo in parallelo, fig. 2.2. alla ferrorisonanza fra la reattanza dei riduttori di tensione (TV) e la capacità della
D'altra parte, la protezione omopolare così realizzata, cioè riduttore di corrente rete. La messa a terra del neutro, vincolando al potenziale di terra il neutro della
toroidale sul cavo e relè di massima COiTenle a tempo zero, è la soluzione migliore rete (centro stella del trasformatore AT/MT), ha il vantaggio di eliminare anche
e più semplice per proteggere motori e trasformatori di media tensione (non,ché i questo inconveniente, almeno nel funzionamento normale.
relativi cavi) dal guasto a massa. I danni sono minimi, in quanto minimo è l'l-t.
Nelle linee di distribuzione con più cavi in parallelo si adottano, come detto sopra,
tanti ridutton toroidali quanti sono i cavi, ritardando opportunamente il relè di 2 Vedasi tabt:ltn I2.B, puro [2.4.
30 Elementi di progettazione elettrica La potenza di cortocircuito 31

In ogni caso, i riduttori di tensione devono avere un secondario collegato a trian-


golo, chiuso su una resistenza smorzatrice che limiti il fenomeno della ferroriso-
nanza durante i guasti. Il secondario con resistenza è indispensabile quando il neu-
tro è isolato, ma è comunque consigliabile anche con il neutro a terra, poiché
basse correnti di terra corrispondono ad elevate resistenze di collegamento del
neutro a terra, quindi durante i guasti la situazione è assai vicina a quella che si ha
con il neutro isolato, anche se di breve durata grazie alla pronta eliminazione del
guasto.

Nel caso di neutro isolato, le protezioni omopolari devono essere commisurate alle
correnti capacitive dell'impianto (correnti che dipendono dalla tensione e dall'esten- 3 LA POTENZA DI CORTOCIRCUITO
sione dell'impianto, in pratica dalla lunghezza dei cavi della rete); devono essere
inoltre di tipo direzionale, in modo da discriminare la linea interessata dal guasto
dalle altre linee che sono interessate da1le correnti capacitive di ritorno. 3
3,1 Generalità
La corrente di guasto capacitiva le (A) può essere calcolata approssimativamente,
per le linee in cavo, con la formula:
La potenza di cortocircuito è certamente il parametro più importante, nella proget-
tazione di un grosso impianto elettrico, al quale è opportuno prestare la massima
le=O,2UL
attenzione.
essendo U (kV) la tensione concatenata e L (km) la lunghezza delle linee. 4
Nel punto di alimentazione dell'impianto vanno definiti due valori di potenza di
Ad esempio, in un sistema a 6 kV, si può considerare una corrente di guasto capa-
cortocircuito:
citiva di 1,2 A/km.
• la potenza di cortocircuito massima: viene raggiunta quando le fonti di energia
sono tutte presenti nella loro piena efficienza;
la potenza di cortocircuito minima: si ottiene dal1a precedente, ipotizzando la
mancanza di una o più fonti di energia a causa di motivi diversi (guasti, manu-
tenzione, ridotta disponibilità di energia primaria, ecc.) .
.• Vedasi in proposito TuttoNonneJ 1/2001. pag.!7.

.t Infalti: Nessuna seria progettazione può avere inizio se non sono disponibili le potenze di
cortocircuito massima e minima, nel punto di consegna dell'energia.
u ,
le=31,,=3-r--- IO I due precedenti valori devono essere sempre forniti al progetti sta dall'ente
'13 Xc
responsabile dell'alimentazione dell'impianto. I
Se c (F/km) è la clIpm:illl per ogni kilolllelro di CliVO, si ha:

XC=_I- = _ _1- da cui: In caso contrario, il progettista deve assumere dei valori plausibili, in sede di pre-
wC "21TfcL
ventivo, e mettere al corrente il committente che, modificando tali ipotesi di
lavoro, potrebbe cambiare notevolmente il costo preventivato,
Tenendu cunlo dei valori meùi di capaci li! dei cnvi di media tensione si olliene: le '" 0.2 U L
Ad esempio. per un cavo 6/10 kV, 3.\ 150 mm:, con ("=0,38 JO" F/km. si ricava: l Punroppo. il distributore pubblicu indica in genere soltamo la massima c non la minima corrente di c{lfIocircuilO,
le= ,[3"2 ][50 x 0,38 x !O' x lO' U L=0,2067 U L tmscur:muo ['impatto che la corrente minima di conocircuilO ha sul dimen~ionamenlo dei grossi impioDI! industriali.
32 Elementi di progettazione elettrica La potenza di cortocircuito 33

Le potenze di cortocircuitp massime devono essere calcolate ai vari livelli di ten- rapporto reattanza/resistenza di una rete di distribuzione (fino alle sbarre) è supe-
sione, considerando anche i contributi interni degli impianti (generatori e motori). riore a sette. [n pratica, l'impedenza è allora coincidente con la reattanza. 2
In base ai valori ottenuti e ai tempi di intervento delle protezioni, si dimensionano Questo permette di calcolare, in modo semplice e rapido, la potenza di cortocir-
i cavi e le apparecchiature principali (quadri, interruttori, sbarre, ecc,), cuito di un sistema elettrico costituito da 11 elementi in serie (generatori, linee, tra-
La potenza di cortocircuito massima ha un notevole impatto sui costi. Il progetti- sformatori) le cui potenze di cortocircuito siano P" P2 , P" "P"
sta deve quindi mantenere questo valore il più basso possibile,
Come noto, la potenza (apparente) di cortocircuito trifase vale:
Le potenze di cortocircuito minime devono essere calcolate ai vari livelli di ten-
sione, senza tenere conto dei contributi interni aWimpianto,
Dalla potenza di cortocircuito minima dipendono:
• la caduta di tensione all'avviamento dei grossi motori, par. 4.4; dove:
la distorsione della forma d'onda della tensione dovuta alla presenza di carichi U è la tensione nominale (concatenata);
non lineari (raddrizzatori, invertitori, azionamenti a velocità variabile, ecc.), Ice è la corrente di cortocircuito trifase. 3
par. 11.2,
D'altra parte, nell'ipotesi X" Z si ha:
La caduta di tensione e il contenuto armonico possono essere ca1colati con le for-
mule del par. 4,4 e del cap, Il, le quali sono semplici, ma sufficienti.
Poiché la caduta di tensione e la distorsione della forma d'onda della tensione
sono tanto più piccole quanto più grande è la potenza di c0l10circuito (cioè quanto
più è piccola l'impedenza della rete), occorre mantenere il più alto possibile il dove E = ~ è la tensione di fase:
valore della potenza di cortocircuito minima.

Da quanto sopra emergono due requisiti contrastanti: la potenza di cortocircuito


massima deve essere piccola, mentre la potenza di cortocircuito minima deve
essere grande.
La soluzione ideale sarebbe che i due valori coincidessero, conciliando quindi le Si ottiene dunque:
opposte esigenze.
In realtà, quasi mai i due valori coincidono (a prescindere dai contributi interni U'
all'impianto), quindi il progetti sta deve scegliere le tensioni di cortocircuito dei X
trasformatori in modo da disporre di potenze di cortocircuito minime non troppo
basse per evitare elevate cadute di tensione e, al tempo stesso, potenze di cortocir- La potenza di cortocircuito di un sistema a tensione U composto da 11 elementi in
cuito massime non troppo elevate per evitare quadri e apparecchiature di costo serie aventi reattanze XI' X2 , ..• X n è:
eccessivo o, addirittura, non reperibi1i sul mercato.

3,2 Calcolo della potenza di cortocircuito :! Infatti se R = X 17 si ha:


"
Z=~R-+X- =
~
-, ....!.+X- =101X
49 '

Alla periferia dell'impi,mto la resistenza dci cavi non è più tnlscurabile e bisogna tenerne conto.
Per calcolare la potenza di cortocircuito in un punto dell'impianto, si può fare l'i- J La potenza apparente andrebbe indicata con S (cap. 13) e la corrente di COrTocircuito permanente con 'k
potesi che la resislenza sia trascurabile rispetto alla reattanza, perché solitamenle il (CEI 11-25), ma si e preferito utiliu.urc simboli di uso più comune.
34 Elementi di progettazione elettrica La potenza di cortocircuito 35

Prete =10000 MVA 130 kV

Linea aerea
D'altra parte, la reattanza Xi del generico elemento del sistema elettrico con XL = 0,4 Q/km
L = 10 km
potenza di cortocircuito Pi vale:

U1/U2 = 130/30 kV
n. 1 Trasformatore
(30 MVA) P[l=30MVA
ucc =12'%
e dunque: 4

u' 1 (I)
@\
--~---------------*---------------.---30kV

La potenza di cortocircuito di un trasformatore vale: n. 6 Trasformatori


UiU2 =30/0,4 kV n. 2 Trasformatori
U1/U2 = 30/6 kV
(6 x 1,6 MVA) P[l= 1,6 MVA (2 x 10 MVA) P n = 10MVA
uC{;= 7%1 ucc = 8%
(2)

dove:
• P è la potenza nominale del trasformatore;
• llcc è la tensione di cortocircuito percentuale.

Nel trasformatore, la "" dipende dall'impedenza di cortocircuito, ma questa è così


FIGURA 3.1 - Schema di un impianto alimentato a 130 kY.
poco diversa dalla reattanza che non vale la pena distinguere l'una dall'altra. 5

La potenza di cortocircuito di una linea vale (2" X): 3.3 Esempio di calcolo della potenza di cortocircuito

u' (3)
Si consideri una rete a 130 kV con potenza di cortodrcuito minIma Prete di
Pcc=X 10000 MVA, dalla quale parte una linea aerea lunga IO km per alimentare uno
stabilimento industriale, fig. 3.1. 6
~ L1 fonnula (l) è SEnla ricavata per un sistema elettrico li tensione U, ma continua utl essere vera anche in un siste- La linea alimenta un trasformatore 130/30 kV da 30 MVA, ll" = 12%.
ma elettrico con tensioni diverse, a condizione che U sia In tensione di riferimento li cui sono riportate le reallanze.

5 11 vnlore assoluto deIr impedenza di cortocircuito z.:c di un trasformatore v<lle: Ze.::= ;ci~ ~' Dalle sbarre del quadro a 30 kV vengono alimentati:
La norma CE! EN 60076·] (CEI 14-4/1), par. 3.7.1, in luogo di tetl.~ione di cor(odrcuito percentuale IIce parla di • due trasformalori 30/6 kV da lO MVA, ll" = 8%;
'"impedenza percentuale" :::, dove:
_ P /Ice cip sei trasformatori 3010,4 kV da 1600 kVA, Il,, = 7%.
:::= 1002cc ---:;'"= 100---;=lIcc
U· 100 p r..r
Come si vede, l'impedenz.1 percentuale::: corrisponde lilla tensione di cortocircuito percentuale Ileo' (, Si è qui coosiderata In tensione di J 30 kV llnche se il valore nominille è J 32 kV
36 Elementi di progettazione elettrica La potenza di cortocircuito 37

Soltanto in un secondo tempo considereremo la presenza di un generatore, fig. 3.5. Calcolo della potenza di cortocircuito minima
Da notare che i trasformatori non sono mai in parallelo, quindi un cortocircuito nei
punti 3 e 4 è alimentato da un solo trasfoffilatore. Note le potenze di cortocircuito dei componenti della rete, con la (l) è possibile
calcolare la potenza di cortocircuito minima nei punti 1,2,3 e 4 di fig. 3.1.
Nel seguito sono calcolate le potenze di cortocircuito dei vari elementi che com-
pongono la rete. • Punto l (arrivo linea a 130 kV):

Potenza di cortocircuito della linea aerea PI


l l
----=-----
l
= 2970 MVA (8)
--+- --~-+-----
Prete PL 10000 4225
Per le linee aeree si assume in genere una reattanza unitaria di 0,4 Q/km. La linea
lunga lO km ha pertanto una reattanza di 4 Q. 7
Se si indica con PL la potenza di cortocircuito della linea aerea, dalla (3) si ottiene:
• Punto 2 (sbarre a 30 kV):
(130. 103) '
4225MVA (4) l
0,4· lO P2=--------~-----
l l l
----=----
l l l
= 230,6 MVA (9)
--+-+-- --+--+-
Prete PL P30 10000 4225 250
Potenza di cortocircuito dei tra5formalOri
0, più rapidamente:
Le potenze di cortocircuito dei trasfonnatori si ricavano dalla (2):

230,6MVA (IO)
• trasfonnatore 130/30 kV da 30 MVA, Il,, = 12%: l l l l
--+- ---+--
PI P30 2970 250
30
P30 =-100= 250MVA (5)
12
• Punto 3 (sbarre a 400 V):
• trasfonnatore 30/0,4 kV da 1,6 MVA, Il,, = 7%:

---=--~- = 20,8 MVA (11)


PI •6 = 1;6 100 =22,9 MVA (6) l l l l l l l l
--+-+-+- --+- ---+--
Prete PL P30 P1,6 P2 PI •6 230,6 22,9

• trasformatore 30/6 kV da lO MVA, Il,, = 8%:


• Punto 4 (sbarre a 6 kV):
lO
P lO =-100= 125MVA (7)
8
_-..-.:..._=-,.......::.......,-- 81,1 MVA ( 12)
l l l l I l l l
--+-+-+- -+- --+-
Prete Pc P 30 PiO P2 PJO 230,6 125

7 Una linea in cavo 1m unn rcannnza assai minore: circa 1/3 + 1/4 de[]n renfltmza di una linea aerea.
38 Elementi di progettazione elettrica La potenza di cortocircuito 39

Calcolo della potenza di cortocirclIito massima e contributo dei motori Occorre quindi considerare il trasformatore come elemento in serie rispetto al
generatore che fornisce la potenza di cortocircuito, ossia i motori asincroni ali-
Per calcolare il valore della potenza di cortocircuito massima, ai vari livelli di ten- mentati dal trasformatore stesso.
sione, necessaria per dimensionare le apparecchiature, occorre: La potenza di cortocircuito prodotta dai motori alimentati da un singolo trasforma-
• conoscere la potenza di cortocircuito massima della rete a 130 kV; tore e trasferita sulla rete 30 kV vale pertanto:
• valutare il contributo dei motori.
1
(15)
Per semplicità (e per utilizzare in parte i calcoli già fatti) si suppone che la potenza _1_+_1_
di cortocircuito massima della rete a 130 kV sia ancora lO 000 MVA, prima consi- PM Pccr
derato come valore minimo, e che i motori siano asincroni.

La valutazione del contributo dei motori al cortocircuito è un problema assai con-


troverso. Si dovrebbe infatti tener conto per ogni motore della sua potenza, del- 1230.6 MVA
l'impedenza del cavo di alimentazione, della corrente di cortocircuito erogata e
del relativo tempo di smorzamento.
Molto semplicemente, e a favore della sicurezza, il contributo di un motore alla ®,l
corrente di cortocircuito può essere assunto pari a:
25,2 MVA "'ì. 60,6 MVA
--fF==---~-----'===T\--30 kV
• 4 vo1te la corrente nominale, se il motore è in bassa tensione (reattanza sub- 316.4 MVA

transitoria del 25%);


• 5 volte la corrente nominale, se il motore è in media tensione (reattanza sub-
transitoria del 20%).
n. 6 Trasformatori n. 2 Trasformatori
(6 x 1,6 MVA) (2 x 10 MVA)
Nel caso specifico, fig. 3.1, si suppone che il carico dovuto ai motori sia pari
all'80% della potenza nominale dei trasformatori, in bassa e in media tensione.
16X5 ,1MVA 12x4oMVA

}M~~r
Il contributo al cortocircuito dei motori di bassa tensione, per ogni trasfonnatore
30/0,4 kV da 1,6 MVA, ammonta quindi a:

P M l.6 = 4 x 0,8 x 1,6 = 5,1 MVA (13)


~
6PM1.6= 6x4 xQ,Bx 1,6 MVA 2 PM10 = 2 x 5 x 0,8 x 10 MVA
Analogamente, per i motori in media tensione, per ogni trasformatore 30/6 kV da
IO MVA, si ottiene un contributo di:
FIGURA 3.2 - Cortocircuito nel punto 2 (sbarre a 30 kV).
Potenza di cortocircuito proveniente dalla rete a 130 kY: 230,6 MVA.
PMIO =5xO,8x IO =40 MVA (14) Potenza di cortocircuito dovuta ai motori a 400 V: PM1 .6 = 5,1 MVA per ogni trasformatore da
1,6 MVA,
Bisogna ora valutare il contributo dei motori al cortocircuito sulle sbarre 30 kV, Potenza di cortocircuito dovuta a tutti i motorì a 400 V, trasferita sulle sbarre a 30 kV: 25,2 MVA.
Potenza di cortocircuito dovuta ai motori a 6 kV: PMJO = 40 MVA per ogni trasformatore da
punto 2 di fig. 3.2. IO MVA.
La potenza di cortocircuito dovuta ai motori viene trasferita alle sbarre 30 kV tra- Potenza di cortocircuito, dovuta a tutti i motori a 6 kY, trasferita sulle sbarre a 30 kV: 60,6 MYA.
mite i trasformatori 30/6 kV e 30/0,4 kV. Potenza di cortocircuito totale nel punto 2: 25,2 + 230,6 + 60,6 = 316,4 MVA.
40 Elemenli di progettazione elaUrica La potenza di cortocircuilo 41

dove: sima, che vale:


• PM è la potenza di cortocircuito generata dai motori alimentati dal trasformatore;
• P ccr è la potenza di cortocircuito del trasformatore considerato. 316,4
_6,1 kA (21 )
..f3 x 30
Con la (15) è possibile valutare la potenza di cortocircuito trasferita sulle sbarre a
30 kV da ogni trasformatore di bassa tensione da 1,6 MVA: Tale valore risulta assai modesto, considerato che gli interruttori di media tensione
hanno in genere un potere di interruzione di almeno 12,5 kA.
-::----:--- - 4,2 MVA (16)
1 1 1
-- + -1- --+--
P M \.6 P\.6 5,1 22,9
Potellza di cortocircuito massima s/llle sbarre a 400 V
Trattandosi di sei trasfonnatori, il contributo totale dei motori di bassa tensione al
Per calcolare la potenza di cortocircuito sulle sbarre a 400 V, punto 3 di fig. 3.3,
cortocircuito sulle sbarre a 30 kV è:
occorre sottrarre alla potenza di cortocircuito sulle sbarre a 30 kV (20), il contri-
(17) buto dei motori (16) alimentati dal trasfonnatore 3010,4 kV da 1,6 MVA, sulle cui
6 x 4,2 = 25,2 MVA
sbarre a 400 V viene ipotizzato il cortocircuito; tali motori, infatti, non possono
contribuire al cortocircuito sulle sbarre a 30 kY.
Analogamente, il contributo dei motori a 6 kV per ogni trasfonnatore 30/6 kV da
IO MVA vale:
La potenza di cortocircuito nel punto 2 (sbarre a 30 kV) diviene pertanto:

--:-1-----;1- = 30,3 MVA (18)


1 1 316,4 - 4,2 = 312,2 MVA (22)
--+-- 40+ 125
P M10 PIO
La potenza di cortocircuito sulle sbarre a 400 V, proveniente dalle sbarre a 30 kV,
Trattandosi di due trasfonnatori, il contributo totale dei motori di media tensione transita attraverso il trasfonnatore 3010,4 kV da 1,6 MVA e va valutata con la for-
al cortocircuito sulle sbarre a 30 kV è: mula (1), per tenere conto anche della potenza di cortocircuito (6) di tale trasfor-
matore. Si ottiene perciò:
2 x 30,3 = 60,6 MVA (19)

21,3MVA (23)
1 l
--+--
Potenza di cortocircuito massima sulle sbarre a 30 kV 312,2 22,9

La potenza di cortocircuito massima sulle sbarre a 30 kV è data dalla potenza di A questa potenza Occorre ancora aggiungere il contributo dei motori (13) alimen-
cortocircuito nel punto 2 (9), incrementata dal contributo dei motori a 400 V (17) tati direttamente dalla sbarra a 400 V sulla quale è localizzato il cortocircuito. pari
e dei motori a 6 k V (19): a 5,1 MVA.

230,6 + 25,2 + 60,6 = 316,4 MVA (20) La potenza totale di cortocircuito massima sulle sbarre a 400 V è:

Il quadro e le apparecchiature elettriche a 30 kV devono essere dimensionate in 21,3+5,1 = 26,4 MVA (24)
base alla corrente di cortocircuito equivalente alla potenza di cortocircuito mas-
42 Elementi di progettazione eleUrica La potenza di cortocircuito 43

Anche in questo caso, infatti, la potenza di cortocircuito sulle sbarre a 30 kY (20)


deve essere diminuita del contributo (18) dei motori alimentati dal trasformatore
1230,6 MVA 30/6 kY da IO MYA, sulle cui sbarre secondarie a 6 kY viene ipotizzato il corto-
circuito. Si ha pertanto la seguente potenza di cortocircuito sulle sbarre a 30 kY:

312,2 MVA 60,6 MVA 316,4 - 30,3 = 286,1 MYA (25)


---Fr====---------,---L---~=~-30 kV
121 MVA
La potenza di cortocircuito sulle sbarre a 6 kY, proveniente dalle sbarre a 30 kY,
tiene conto anche della potenza di cortocircuito (7) del trasformatore 30/6 k Y e
vale quindi:
n. 1 Trasformatore n. 5 Trasformatori n. 2 Trasformatori
(1,6 MVA) (5x1,6MVA) (2 x 10 MVA)

87 MYA (26)

@, j21,3MVA jSX5,1MVA

~-1-_0,4kV
12x4oMVA

, - - j - _ 6kV
I
--+--
286,1
l
125

r--'t-~ 0,4 kV
A questa potenza di cortocircuito va ancora aggiunto il contributo (14) dei mototi
alimentati dalla sbarra a 6 kY in cui è localizzato il cortocircuito, pari a 40 MYA,

~ In definitiva, la potenza totale di cortocircuito massima è uguale a:


=4 x 0,8 x 1,6 MVA
PM1,6 5 PM1,6 =5 x4 x 0.8 x 1,6 MVA 2 PM10= 2 x 5x 0,8 x 10 MVA

87+40=127MYA (27)

FIGURA 3.3 - Cortocircuito nel punto 3 (sbarre a 400 V).


Potenza di cortocircuito totale proveniente dalle sbarre a 30 kV: 312,2 MVA. li quadro a 6 kY va quindi dimensionato per una corrente di cortocircuito di:
Potenza di cortocircuito totale proveniente dalle sbarre a 30 kV trasferita sulle sbarre a 400 V
(punlo 3): 21,3 MVA. 127
Potenza di cortocircuito dovuta ai motori alimentati dalle sbarre a 400 V interessate dal guasto: 12,2 kA
P MJ.6 = 5,1 MVA. J3 x6
Potenza totale di cortocircuito nel punlo 3: 21,3 + 5,1 = 26,4 MVA.

Il quadro deve essere quindi dimensionato per una corrente di cortocircuito di: PresellZll di 'Ul gelleratore iII parallelo

26,4 Se nell'impianlo è presente anche un generatore, si procederà in modo analogo il


38,1 kA quanto fatto per il contributo dei mototi.
J3 x 0,4
Nel1'impianto finora considerato sia presente anche un generatore sincrono da
Potenza di cortocircuito sulle sbarre a 6 kV lO MYA, 6 kY, che fornisce energia sulla rete a 30 kY tramite un trasformatore
6/30 kY da IO MYA, con Il,, = 8%, fig. 3.5.
La potenza di cortocircuito sulle sbarre a 6 kY, punto 4 di fig, 3.4, può essere cal-
colata in modo analogo a quanto appena detto per le sbarre a 400 V. Se la reatlanza sub-transitotia diretta X; del generatore è del 15%, la potenza di
44 Elementi di progettazione eleUrica La potenza di cortocircuito 45

La potenza di cortocircuito del trasfannatore 6/30 kV, da IO MVA, Il,, = 8% è (7):

~ x 100 = 125 MVA (30)


1230,6 MVA 8

Pertanto, la potenza di cortocircuito trasferita dal generatore sulle sbarre a 30 kV,


25,2 MVA 286,1 MVA nel punto 2 di fig, 3.5, diventa:
---f~==~------~--~--------~==~-30kV
r30,3 MVA
---:-1-'-:"'---'-1- = 43,5 MVA (31 )

66,7 + 125
n. 6 Trasformatori o. 1 Trasrorma1ore n. 1 Trasformatore
(6 x 1,6 MVA) (10 MVA) (10 MVA)

Pm1e = 10000 MVA 130 kV


lax5,1 MVA 140 MVA

,----t--, 0,4 kV Linea aerea XL = 0,4 Q/km


L = 10 km

n. 1 Trasformatore
6 PM1,6 = 6 x4 xO,8 x 1,6 MVA PM10 = 5 x 0,8 x 10 MVA PM10=5xO,8x 10MVA
U1/U z = 130130 kV
P n =30MVA
ucc =12%

FIGURA 3.4 - Cortocircuito nel punto 4 (sbarre 6 kV). ~\


Potenza di cortocircuito totale sulle sbarre a 30 kV: 286,1 MVA.
--~--------~--------,,------------------r---30kV
Potenza di cortocircuito totale proveniente dalle sbarre a 30 kV trasferita sulle sbarre a 6 kV (punto
4): 87 MVA.
Potenza di cortocircuito generata dai motori alimentati dalle sbarre a 6 kY interessate dal guasto:
PMIO=40 MVA. n. 6 Trasformatori n. 2 Trasformatori n. 1 Trasformatore
Potenza totale di cortocircuito nel punto 4: 87 + 40 = 127 MVA. U1IUz = 30/0,4 kV U1/U z = 30/6 kV U1/UZ = 3016 kV
P n = 1,6 MVA Pn = 10 MVA Pn = 10 MVA
ucc = 8%
cortocircuito sulle sbarre a 6 kV dovuta al generatore vale: 8

6 kV
IO
- x 100 = 66,7 MVA (29)
15 Un =6kV
G
Pn = 10 MVA
X d= 15%

HPer un genemtore sincrono: Pc~ = J; 100 dove P è la potenza del generatore.


X, FIGURA 3.5 - Schema di un impianto alimentato il 130 kV con un generatore in parallelo a 6 kV.
46 Elementi di progettazione elettrica La potenza di cortocircuito 47

Se a questa potenza di cortocircuito si aggiunge quella già calcolata (20) senza La potenza massima di cortocircuito sulla sbarra a 400 V diventa quindi:
generatore, pari a 316,4 MVA, si ottiene:
21,5 + 5,1 = 26,6 MVA (36)
316,4 + 43,5 = 359,9 MVA (32)
La corrente di cortocircuito per dimensionare il quadro a 400 V corrisponde a:
La corrente di cortocircuito nel punto 2 di fig. 3.5 (sbarre 30 kV) è quindi:
26,6
38,4 kA (37)
359,9
7kA (33)
J:l x 30
La corrente di cortocircuito presenta pertanto un aumento minimo rispetto al
Naturalmente la potenza massima di cortocircuito nel punto 3 e nel punto 4 di fig. 3.5 valore calcolato in assenza del generatore, pari a 38,1 kA.
va calcolata utilizzando il nuovo valore di potenza di cortocircuito nel punto 2 che
tiene conto del generatore. Come si vedrà, i nuovi valori sono leggermente mag-
giori di quelli precedentemente calcolati. Sbarre a 6 kV, pllnto 4,fig. 3.5

Dalla potenza (32) calcolata nel punto 2 va dedotto il contributo (18) del trasfor-
matore (e dei motori da esso alimentati), sulle cui sbarre secondarie a 6 kV è loca-
Sbarre a 400 V, pllnto 3, fig. 3.5
lizzato il cortocircuito.
Come già fatto in precedenza, per calcolare la potenza di cortocircuito sulle sbarre
La potenza di cortocircuito nel punto 2 di fig. 3.5 diventa:
a 400 V, occorre sottrarre dalla potenza di cortocircuito (32) nel punto 2 il contri-
buto (16) del trasformatore sulle cui sbarre secondarie a 400 V è localizzato il cor-
tocircuito. 359,9 - 30,3 = 329,6 MVA (38)
La potenza di cortocircuito nel punto 2 di fig. 3.5 diventa pertanto:
La potenza di cortocircuito nel punto 4 di fig. 3.5, proveniente dalla sbarra a
359,9 - 4,2 = 355,7 MVA (34) 30 kV tramite il trasformatore 6/30 kV da lO MVA, con potenza di cortocircuito di
125 MVA (7), è uguale a:
La potenza di cortocircuito sulle sbarre a 400 V, proveniente dalle sbarre a 30 kV,
transita attraverso il trasformatore 30/0,4 kV da 1,6 MVA e va valutata con la for- 90,6 MVA (39)
mula (1) per tenere conto anche della potenza di cortocircuito (6) del trasforma- l l
329,6 +125
tore:

A questa potenza si deve aggiungere il contributo (14) dei motori alimentati dalla
l
21,5MVA (35) sbarra a 6 kV, in cui è localizzato il cortocircuito, cioè 40 MVA.
1 l
-355,7
- - +22,9
--
La potenza di cortocircuito totale sulle sbarre a 6 kV vale:
A questa potenza bisogna ancora aggiungere il contributo dei motori (13) alimen-
tati direttamente dalla sbarra a 400 V, sulla quale è localizzato il cortocircuito, pari 90,6+40= 130,6MVA (40)
a5,l MVA.
48 Elementi di progettazione elellnca La potenza di cortocìrcurto 49

li quadro a 6 kV deve pertanto essere dimensionato per una corrente di cortocir-


cuito di:
130,6
12,6 kA (41)
E x6 1230.6 MVA

25,2 MVA 316,4 MVA


Generatore, pll1zlo 5,fig. 3.6 --fr====~-----1---'~----------====rT-30kV
i60,6 MVA
La potenza di cortocircuito sulle sbarre del generatore (punto 5 di fig. 3.6) è data
dalla potenza di cortocircuito (29) del generatore stesso, pari a 66,7 MVA, aumen-
tata della potenza proveniente dalla rete (sbarre a 30 kV).
n. 6 Trasformatori n. 2 Trasformatori n. 1 Trasformatore
(6 x 1.6 MVA) (2 x 10 MVA) (10 MVA)
Per valutare la potenza proveniente dalle sbarre a 30 kV, occorre considerare il
valore già calcolato (20) della potenza di cortocircuito sulla rete a 30 kV, com-
jax5,1MVA j2X40MVA 189.6 MVA
prensiva del contributo dei motori.
0,4 kV 6 kV 6 kV

La potenza (20) è trasferita sulle sbarre a 6 kV del generatore tramite il trasforma-


r-+---, - +i66,7
- MVA
tore 6/30 kV da \O MVA, con potenza di cortocircuito di 125 MVA (30); si ha per-
G
tanto (1):
~ 1 Generatore
6 PM1,6 = 6 x 4
x 0,8 x 1,6 MVA 2 PM10 =2 x 5 x 0,8 x 10 MVA (10 MVA)
I
89,6MVA (42)
I I
316,4 +125
FIGURA 3.6 - Cortocircuito sulle sbarre del generatore (punto 5).
La potenza di cortocircuito sulle sbarre del generatore diventa dunque:
Potenza totale proveniente dalle sbarre a 30 kV: 316,4 MVA.
Potenza totale proveniente dalle sbatTe a 30 kV trasrerita sulle sbarre del generatore: 89,6 MVA.
89,6 + 66,7 = 156,3 MVA (43) Potenza di cortocircuito sub-Iransitoria del generatore: 66.7 MVA.
Potenza di cortocircuito totale nel punto 5: 89,6 + 66,7 = 156,3 MVA.
A tale valore corrisponde una corrente di cortocircuito di:

Per il dimensionamento dell'apparecchiatura è importante conoscere anche il


156,3 valore di picco della corrente di cortocircuito (par. 6.2.1).
15kA (44)
Ex6 Il valore di primo picco si ottiene moltiplicando il valore efficace per il coeffi-
ciente k.J2 nel quale il valore di k varia con il cos rp di cortocircuito nel punto del-
l'impianto considerato, secondo la curva della fig. 3.7.
3.4 Valore di picco della corrente di cortocircuito
I valori di cos rp di cortocircuito sono stabiliti convenzionalmente nelle norme,
I valori di corrente di cortocircuito calcolati al par. 3.3 sono ovviamente valori nell'assunzione che il circuito sia tanto più induttivo quanto maggiore è la cor-
efficaci della corrente presunta di cortocircuito. rente di cortocircuito, come in genere accade.
50 Elementi di progettazione elellrica La potenza di cortocircuito 51

Per la bassa tensione, la tabella 3.A indica il valore di k .J2 per i diversi fattori di Tabella 3.A - Valori del fattore k 12 in relazione al cas fP cd alla corrente di cortocircuito I.. (CE I
potenza stabiliti nell'intervallo di corrente di cortocircuito indicato (CE! 17-13/1). 17-13/1). "
Va/ore efficace deIla corrente
Per quanto riguarda la media tensione (apparecchiatura per tensioni comprese fra di cortocircllito cas qJ d'z
l kY e 52 kY), la norma CE! 17-6 dà come unico valore normalizzato 2,5 = 1,77 .J2, l.:c:s 5kA 0,7 l,.."i

pur con l'avvertenza che in particolari condizioni tale valore può essere superato, 5kA<lccs IOkA O.' 1.7
come è del resto indicato anche nella nota incorporata nella tabella 3.A. IO kA</cc s20 kA 0,3 1
Come si vede nella fig. 3.7, il valore di k = 1,77 corrisponde all'incirca a cos '1'= 0,1.
20 kA <Jee :s;50 kA 0.25 2,1

50kA<Jce 0,2 2,2

Nota - I.v?lori dell.a tabella 3.A tengono conto della maggioranza delle applicazioni. A volte, ad es. in
vlclm.mza ,~I tr3sfo~at~ri o generatori, il fallare di potenza può assumere valori pitl bassi; in
k .. questi casI Il valore di piCCO della corrente presunta può essere maggiore.

0,1 0,19 0,29 0,37 0,45 D,51 D,57 0,63 0,67 0,7 0,74 0,77 COSqJ

i i i i i i i i

0,1 0,2 0,3 0,4 O,s 0,6 0,7 0.8 0,9 1,1 1,2 R/X

FIGURA 3.7 - Andamento del coefficiente k in funzione del fattore di potenza di cortocircuito e del
rapporto R/X.
I motori elettrici 53

4 I MOTORI ELETTRICI

4.1 Tipi di motori

I tipi di motori elettrici utilizzati negli impianti industriali sono i seguenti:


a) motore asincrono trifase a gabbia di scoiattolo (o rotore in cortocircuito): di uti~
lizza generalizzato per le sue caratteristiche di robustezza e semplicità;
b) motore asincrono monofase: utilizzato a volte per le piccole potenze, al di sotto
di l kW;
c) motore sincrono: in passato utilizzato per grandi potenze, ma ora impiegato uni-
camente negli azionamenti a velocità variabile di grande potenza~
d) motore in corrente continua: utilizzato negli azionamenti a velocità variabile,
ma sostituito sempre più spesso dal motore asincrono alimentato a tensione e
frequenza variabili;
e) motore asincrono a rotore avvolto: adatto per avviamenti particolarmente pesanti.

In sintesi, si può dire che il motore asincrono a gabbia è l'unica macchina usata
quando non è richiesta la regolazione della velocità.

La concorrenza del motore sincrono per le macchine di grande potenza (del1'or~


dine di alcuni megawatt fino a decine di megawatl), che in passato si faceva sen~
lire, non ha più motivo di esistere.

Poiché qualche costruttore di macchine operatncI, 111 particolare di compressori


alternativi, cerca a volte di imporre ancora il motore sincrono, è opportuno discu-
terne i pregi e i difetti.
I pregi, presunti o pretesi, del motore sincrono sono i seguenti.
54 Elementi di progettazione elettrica I motori elettrici 55

Il motore sincrono può funzionare con cos cp = I o anche cos cp = 0,9 in anticipo, Come noto, il motore in corrente continua presenta le complicazioni dovute al col-
contribuendo a migliorare il fattore di potenza dell'impianto. lettore e alle relative spazzole; inoltre, ha dei limiti di potenza dovuti alle alte cor-
Pregio innegabile ma di poco peso, perché i condensatori di rifasamcnto sono renti assorbite (sia perché maggiori a parità di tensione rispetto al sistema trifase,
comunque necessari. sia perché il motore in corrente continua funziona solo a bassa tensione). Ciò
• 11 motore sincrono ha una velocità costante, mentre il motore asincrono varia la richiede linee di alimentazione di dimensioni inaccettabili per motori di potenza
velocità con lo scorrimento, in funzione del carico, il che incide sul rendimento superiore a 1500 kW; un motore di questa potenza assorbe circa 2600 A a 600 V.
e sulle prestazioni della macchina accoppiata (in particolare compressori alter-
nativi). Il motore asincrono a rotore avvolto viene usato a volte per avviamenti particolar~
Questa affermazione è legata ad ipotesi di scon'imenti di qualche percento mente pesanti. 11 rotore è collegato, a mezzo di anelli e spazzole striscianti, ad un
(anche 5%); in realtà, per le potenze per le quali il motore sincrono è proponi- reostato che viene gradualmente disinserito con l'aumentare del numero di giri.
bile, lo scorrimento massimo del motore asincrono è sicuramente inferiore Lo scopo è quello di mantenere per buona parte dell' avviamento una coppia pres-
al]' I %, assai vicino allo 0,7%, quindi con variazioni minime di velocità, prati- soché costante e uguale alla coppia massima, evitando così ogni riduzione del1a
camente non avvertibili dalla macchina operatrice. coppia che ne bloccherebbe l'avviamento. Nello stesso tempo. la corrente di
n motore sincrono ha un rendimento più alto del motore asincrono. avviamento è limitata a due o tre volte la corrente nominale.
Questo pregio è evidente, ma nel campo di potenza considerato anche i motori Il reostato è in genere costituito da banchi di resistenze che vengono via via corto-
asincroni hanno rendimenti molto alti, intorno al 97%. circuitati da una serie di contattori; può anche essere costituito, specialmente in
media tensione, da un liquido conduttore nel quale sono immerse, sotto forma di
I difetti reali del motore sincrono sono invece i seguenti. elettrodi, le estremità dell'avvolgimento rotorico. La resistenza inserita va dimi-
Perdita di passo, e quindi fuori servizio immediato, nel caso di brevi abbassa- nuendo man mano che gli elettrodi vengono avvicinati e, infine, cortocircuitati.
menti o mancanze di tensione, che invece il motore asincrono supera con un Si tratta comunque di un sistema complicato e costoso, non adatto ad impianti in
piccolo rallentamento. Questo è senz'altro il peggiore difetto del motore sin- cui la continuità del servizio è fondamentale. Viene usato specialmente per i mulini,
crono. che hanno un'inerzia delle parti rotanti molto alta e richiedono quindi una coppia
Complicazione costruttiva dovuta al sistema di eccitazione, che anche nella notevole per mantenere l'avviamento entro tempi accettabili agli effetti del riscal-
versione "brushless" è tutt'altro che semplice. damento del motore. Si ricorre al motore asincrono a rotore avvolto solamente se
Necessità di partire come asincrono, con successiva sincronizzazione automa- non è ottenibile un tempo d'avviamento accettabile con motori a doppia gabbia.
tica. Questo richiede la taratura dell'eccitazione e del suo tempo di inserzione,
una volta raggiunta la massima velocità atteni bile come asincrono; tale taratJJra l mOlori asincroni a doppia gabbia, con avvolgimenti sovradimensionati per evi-
non è sempre agevole e precisa. tare sovranscaldamenti eccessivi nei lunghi avviamenti (anche 100 s), sono assai
Maggior costo rispetto al motore asincrono. più costosi dei motori normali, ma sono più affidabili (e anche meno costosi) dei
motori asincroni a rotore avvolto con il relativo corollario di anelli, spazzole. resi-
Gli impianti moderni a ciclo continuo necessitano di macchine semplici e robuste, stori, contattori e automatismi vari.
che non abbiano punti deboli dovuti ad eccessive complicazioni e che pratica-
mente non si fermino mai. Il motore asincrono a gabbia possiede certamente que-
ste caratteristiche. 4.2 Scelta del tipo di motore in relazione all'ambiente

Il motore a corrente continua viene utilizzato unicamente negli azionamenti a In un impianto industriale i motori dovrebbero essere tutti del tipo chiuso a venti-
velocità variabile, che sono ancora adesso più economici degli azionamenti in cor- lazione esterna. con grado di protezione IP55. In qualche ambiente al chiuso
rente alternata, i quali presentano però l'innegabile vantaggio di utilizzare il potrebbero essere adottati motori a ventilazione interna con grado di protezione
motore asincrono trifase. IP23, ma non vale la pena utilizzare motori con gradi di prolezione differenti, nel-
56 I;;lementi di progettazione elettrica l molori elettrici 57

l'ambito di uno stesso impianto, con possibilità di scambi, di spostamenti, di peg- Per motori Ex e ed Ex n con tensione compresa fra 3 kV e l I kV installati in zona
gioramenti delle condizioni ambientali, ecc. 2, si raccomanda inoltre di evitare l'avviamento se esiste la possibilità che all'in-
terno dell'involucro sia presente una miscela esplosiva. In questo caso, si deve
Quando il motore ha una potenza di qualche megawatt, è conveniente passare ad ricorrere, ad una apposita procedura per il 1avaggio con aria pulita del motore
esecuzioni con refrigeranti ad acqua incorporati, con notevole riduzione di costo e prima della messa in marcia (si può trovare la stessa raccomandazione nel
con il vantaggio, quando il motore è al chiuso, di non riversare nell'ambiente il National Elettrical Code, articolo 508b, FPN 2).
calore dovuto alle perdite. Ad esempio, un motore da lO MW, con rendimento del Come si vede, il problema esiste ed è ben lungi dall'essere risolto.
97%, disperde nell'ambiente 300 kW. Se questa potenza viene asportata dall'ac- Per tensioni superiori a l kY si suggerisce di:
qua di raffreddamento, non incide sul dimensionamento dell'impianto di ventila- a) adottare motori Ex d nel limite del possibile in zona l; per motori di dimensioni
zione e di raffreddamento dei locali. eccessive, adottare l'esecuzione Ex p, anche del tipo con refrigerante ad acqua
già descritto;
Anche se non vengono qui trattati gli impianti nei luoghi con pericolo di esplo- b) adottare motori Ex TI in zona 2, provvisti di attacchi per eventuali lavaggi, in
sione, è opportuno svolgere alcune considerazioni sui motori da usare negli modo da permettere ai gestori dell' impianto di intervenire in caso di necessità,
impianti in zona l. secondo i suggerimenti della "Safety Notice 17/90" suddetta. l
Secondo la norma CE! EN 60079-14 (CE! 31-33), in zona I si possono installare
motori a prova di esplosione Ex d, a sovrapressione interna Ex p ed a sicurezza
aumentata Ex e. Già la norma CE! 64-2 limitava a 1000 V la tensione massima 4.3 Correnti e coppie di spunto
dei motori Ex e in zona I. Ciò a causa di alcune esplosioni di motori Ex e installati
su piattaforme di perforazione nel Mare del Nord. Come è noto, l'avviamento dei motori asincroni comporta alcuni problemi dovuti
Queste esplosioni sarebbero state provocate da miscele esplosive aspirate dai alle correnti di spunto e alle coppie motrici durante l'avviamento.
motori durante il raffreddamento successivo ad un arresto, e innescate dallo scin- Le correnti di spunto sono normalmente pari a 6",7 volte la corrente nominale, ma
tillamento che si manifesta nei motori a media tensione durante l'avviamento. per piccoli motori possono arrivare a 8 volte; nelle grandi macchine si riducono a
Per questo motivo, la vecchia norma CE! 64-2 poneva il limite di 1000 V all'im- 4 volte. 2
piego dei motori Ex e in zona l.
Questi elevati valori di corrente hanno portato, spesso acriticamente, all'utilizzo di
Il CENELEC ha emesso Una norma sperimentale ENV 50269 relativa a prove sistemi di avviamento a tensione ridotta al fine di ridurre le correnti di spunto.
sulle macchine a tensione superiore a 1 kV. Queste prove tendono ad accertare se Spesso questi sistemi (avviamento stella-triangolo, con autotrasformatore, a tre-
una determinata miscela esplosiva, specificata dalla norma, può essere innescata quenza variabile "soft-starting") sono utilizzati a partire da potenze incredibil-
durante l'avviamento di motori Ex e ed Ex n. mente basse (si parla persino di IO kW per l'avviamento stella-triangolo), per con-
Se, in base alle prove descritte dalla norma ENV 50269, il costruttore può dichia- suetudini impiantistiche o abitudini consolidate (abbiamo sempre fatto così).
rare che non esiste alcun pericolo di scinti1lamento durante l'avviamento, i motori Spesso si adottano tali sistemi di avviamento senza alcun riferimento alle cadute
Ex e possono essere utilizzati sia in zona l (con prudenza) sia in zona 2 e i nor- di tensione tollerabili e alle coppie minime accettabili per UII regolare avviamento,
mali motori Ex n potrebbero essere utilizzati in zona 2. senza alcuna seria considerazione degli effetti che l'avviamento di un grosso
In caso contrario, è bene che la macchina sia protetta da un sistema di lavaggio e motore può avere sulle reti di alimentazione. In proposito si veda il par. 4.4.
pressurizzazione secondo la norma EN 50016 (Ex p).
Nel Regno Unito la "Off-Shore Safety Division" del "Health and Safety Exe- l Da nO!llfe che la nonnu CEI EN 60079· [4 (CEI 31-33), arI. 5.2.3, avanza riserve sull'uso in zona 2 del motore
Ex n, sempre in relazione al possibile scintillamen!o llll'avviamemo, m,l non si preoccupa del motore Ex e, neanche se
cutive" ha emesso la "Safety Notice 17/90" con la quale raccomanda di non instal-
installato in zona I. Ilt:he C, a dir poco, strano,
lare motori Ex e con tensione superiore a 3 k V in zona l e motori Ex n con ten- l I termini corrente di "m'vinmento" e di "spunto" !iono qui utilizz.11i con lo stes.~o signilicllio. per indicllTe il
sione superiore a 11 kV in zona 2. valore efficace de1111 COITl!J1Ie a rotore bloccalO.
58 Elementi di progettazione elettrica I motori elettrici 59

A volte, si affenna che la coppia di spunto a piena tensione è eccessiva e può dan- Se si indica con 1m il momento di inerzia del motore e con lo quello delle masse
neggiare il giunto di accoppiamento e l'albero della macchina accoppiata; è quindi rotanti della macchina operatrice (con velocità angolare uguale a quella del motore),
opportuno ridurre la tensione all'avviamento con conseguente riduzione della cop- la coppia applicata al giunto (C,) durante l'avviamento è data da:
pia (che in prima approssimazione è proporzionale al quadrato della tensione), Ciò
non ha senso, perché giunti e alberi devono essere dimensionati in modo da resi- (I)
stere agevolmente alla coppia massima che i1 motore sviluppa in prossimità della
velocità nominale, fig, 4.1. dove:
Occorre inoltre considerare che durante l'avviamento, la coppia acceleratrice, • Cr è la coppia resistente,
ovvero la differenza tra la coppia motrice e la coppia resistente, si ripartisce fra Cm è la coppia motrice,
motore e macchina accoppiata in relazione ai momenti di inerzia delle masse C" è la coppia acceleratrice (Cm - C,).
rotanti.
Poiché spesso l'inerzia delle masse rotanti del motore è molto superiore a quella Specialmente all'inizio, quando C, è piccola, la maggior parte della coppia motrice
della macchina accoppiata (come nel caso delle pompe), solo una piccola parte della è applicata al motore stesso come coppia acceleratrice delle masse rotanti del
coppia acceleratrice viene in realtà applicata al giunto fra motore e macchina. motore e solo una piccola pm1e sollecita il giunto.
In sostanza, quando nascono dubbi relativi alle coppie applicate al giunto e quindi
all'albero della macchina operatrice, vanno fatte serie considerazioni sulla falsa-
c Cm = Coppia motrice riga di quanto sopra indicato (anche se il problema si pone soltanto raramente).
Cmo~= Coppia massima
In ogni caso, non si deve accettare di avviare il motore a tensione ridotta per esi-
es = Coppia di spunto
Cr :;:: Coppia resistente genze di giunto. ma si deve pretendere che il giunto sia adeguato alle coppie svi-
C mOK --------------------
Ca = Coppia acceleratrice luppate dal motore, in particolare alla coppia di spunto e alla coppia massima.
Cf = Coppia di funzionamento È opportuno ricordare che la coppia di spunto C" essendo applicata istantanea-
Cn = Coppia nominate
s =Scorrimento mente, produce sollecitazioni pari al doppio di quelle prodotte da una coppia di
uguale valore applicata progressivamente.
Una coppia di spunto dell'ordine del 100% della coppia nominale e una coppia
massima Cm dell'ordine del 200% della coppia nominale producono grosso modo
uguali sol1ecitazionÌ.
Per tarare correttamente le protezioni, spesso serve calcolare il tempo di avvia-
c, mento di un motore. A tal fine, si può utilizzare la formula seguente: 3
Co
Cr
l/l
1,=----- (2)
9,55 C,
c,
J Lu fOOllUla (2) si ricnva dal seguente bilancio energetico a fine avviamento tra il lavoro compiuto dallll coppill
lIccelerJtricc Ca e l'encrgill cinetica delle masse rotnnti:

L -______________________- J__________- . dove;

n=100% n ) = ln +)111 = momento di inerzia delle lllllsse rotllnti totali (kg ·m")
5=0 21111 tl , = tempo di llvvillmenlo (s)
Poiché: 10=--- si ottiene;
60 1/ = numero di giri al minuto (S·I)
ItJ = velocitù angolare delle masse rmanli (~.I)
FIGURA 4.1 - Andamento dello coppia motrice di un motore asincrono e di una coppia resistente. 21t1l l Il d' ) /I
C""a=J~= 9.55 llem:/ l,= 9.55 Cl' C a= coppia accclc11llricc (N· m)
60 Elementi di progettazione eleUrica I molori elettrici 61

dove: della macchina va moltiplicato per il quadrato del rapporto fra il numero di giri
I, è il tempo di avviamento (s); della macchina operatrice e il numero di giri del motore. 5
J è il momento di inerzia delle masse rotanti totali (kg· m');
Il è il numero di giri nominale al minuto;

• C, è la coppia acceleratrice (N· m). 4.4 Caduta di teusioue all'avviamento

Per ricavare la coppia acceleratrice, occorre conoscere la coppia nominale, data Come già indicato a proposito del calcolo della potenza di cortocircuito, anche per
dalla relazione: 4 l'avviamento dei motori si tiene conto solamente degli elementi reattivi del circuito.
1nfatti, il fattore di potenza della corrente di avviamento di un grosso motore è pros-
C = 9550 P sima a 0,2 (sen cp= 0,98), quindi la caduta di tensione è essenzialmente reattiva.
11 11
(3 )
Se indichiamo con la la corrente di avviamento del motore, con Xr la reattanza
massima della rete e con Xa la reattanza del motore durante l'avviamento, si ha:
dove:
• Co è la coppia nominale (N· m)
• p è la potenza (kW)
• Il è il numero di giri al minuto (valore nominale). (6)

Ad esempio, per un motore da 700 kW a 4 poli, quindi con il = 1490 giri/min, la


dove:
coppia nominale Cn vale:
U è la tensione di alimentazione del motore,
X, /, è la caduta di tensione dovuta alla reattanza della rete,
Co = 700 x 9550 = 4486 N. (4) • Xa la è la tensione applicata al motore.
1490 m

Dal diagramma coppia motrice/coppia resistente, nell'esempio di fig. 4.1, si ricava


per C, un valore medio di circa 1,2 Co, quindi 5383 N· m.
5 Inf[ltti dal bihmcio energetico si ha:
Se il momento di inerzia J delle masse rotanti del motore e della macchina opera-
trice è di 125 kg· m', il tempo di avviamento è (2):

125 x 1490
= 3,6 s (5) dove w è la velocit[! :mgolare del motore e w" la velocità angolare delle masse rolanli della macchina operatrice.
9,55 x 5383
A volte l'inerzia delle mas!;C rotmlli è ancom cspressa per mezzo della gmndczza G/)2. dove G è il peso delle masse rotanti
Quando motore e macchina operatrice non hanno lo stesso numero di giri (accop- (espresso in kilogrammi. anzicM in newton) e D il diamelro equivalenle delle masse rot:lnti stesse.
Poiché GD 2 ::: 4gJ. dove g::: 9.807 m/s 2.le fonnule (2) e (3) divengono:
piamento mediante cinghia e puleggia, riduttore o moltiplicatore di giri) bisogna
verificare che il momento di inerzia J o della macchina operatrice sia già riferito al GD 2 /1 c = 974 P
numero di giri del motore. In caso contrario, il valore di lo fornito dal costmttore l,,::: 375 C Il /I
u

ùove la coppia è espressa in kilugrummo mclm. Pcr ricavare la coppia in ncwton mctro è sufficiente moltiplicare per il
valore di g.
.; Infatti: P = Co (t) ùa cui:
"n-
w-
C _ P _ P 60 _ 9,55 P
2][/1 --,-,- 2
2
2 2
Se, come spesso avviene, il costruttore fornisce il vnlorc di GR (indicato nnche come Wk ). invece del GD • occorre
Poiché P è espre~sa in kilowntt. C n risulla in kilonewlon metro. Per avere la cuppia in ncwton metro occorre quindi moltiplicare per qunttro il valore indicato di GR 2 per ottenere il GD .
2 2
Da nolare. infine. che il GR (kg m 2) ha lo stesso valore numerico dci momcnto di inerzia delle masse rotanli J (kg m ).
moltiplicare per 1000 il risultato ottenUio.
Si riconla inoltre che la coppia nominalc dcve superare la coppia di fUllZionamenlo. con un marginc del !Or;'r. .,.15%. nonostante le due grandezze siano espresse in base il sistemi di misui.! divcrsi.
62 Elementi di progettazione elettrica I molori elettrici 63

La caduta di tensione unitaria vale: In genere, si accetta una caduta di tensione del 15%, ma si può arrivare tranquilla-
mente al 20%. Infatti, secondo le norme, nessun contattore deve aprirsi per abbas-
(7) samento di tensione fino al 25%. Se il motore è comandato da un interruttore con
relè di minima tensione, questo è facilmente tarabile al di sotto dell'80% della ten-
sione nominale.
e la caduta di tensione percentuale: La potenza di avviamento massima P" per contenere la caduta di tensione entro il
15% deriva dalla relazione:
(8)
P,
fo.U% = -::--,,-;:-100 5 15 (IO)
Pa + Pcc
Esprimendo le reattanze in funzione delle potenze:
da cui P, 5 0,176 P".
e X,=-
u' Per contenere entro il 15% la caduta di tensione sulle sbarre è dunque sufficiente
P,
che la potenza di avviamento del motore non superi il 17,6% della potenza di cor-
tocircuito in corrispondenza delle sbarre che alimentano il motore.
dove P" è la potenza di cortocircuito minima delle sbarre che alimentano il moto-
Se, invece, si vuole contenere la caduta di tensione entro il 20%:
re e Pa è la potenza di avviamento del motore, si ottiene la relazione:

(11)
(9)

da cui Pa ~ 0,25 Pcc '


Questa è la semplice formula per calcolare la caduta di tensione dovuta alla cor-
rente di avviamento dei motori. L'elemento determinante, oltre alla potenza d'av-
viamento del motore, è la potenza di cortocircuito minima della rete. Per fissare le idee, può essere utile applicare quanto sopra allo schema d'impianto
di fig. 3.1, par. 3.3. Nel punto 3, sulle sbarre a 400 V, la potenza di cortocircuito è di
Qual è il limite accettabile per la caduta di tensione? 20,8 MVA, par. 3.3 (II). Per contenere la caduta di tensione entro il 15% la
Si considera la caduta di tensione sulle sbarre del quadro dal quale il motore è ali- potenza di avviamento Pa non deve superare:
mentato, in quanto da tali sbarre sono alimentati gli altri carichi che non devono
essere eccessivamente disturbati dall'abbassamento di tensione. 6 0,176 x 20,8 = 3,66 MVA (12)

Si può quindi avviare un motore, che abbia una corrente di spunto I" = 6 IN' fino a
una potenza apparente di 3,66/6 = 0,61 MVA, corrispondente ad una potenza di
i, La cndUfa di tensione sulle sbarre è riferita alla tensione preseme su di esse prima dell'avvi<lmenlo del mOlore
targa di almeno 450 kW (cos'P = 0,82; 1) = 0,9). Questo risultato potrà meravi-
considemto. Se a\ momento dell'nvviumcnto nessun [litro carico è funzionante, la tensione sulle sbarre è uguale all"
tensione a vuoto dc! trasformatore di alimentnzione, quindi nellamente superiore alla tensione nominale del sistema, gliare, ma è incontrovertibile e suffragato da numerose esperienze di avviamenti
pari alla tensione n pieno cnrico del tmsformmore stesso (la differenza Ira le due tensioni è solitamente del 5%.;. 6 ryv), diretti di motori da 450 kW a 400 V. La potenza di avviamento P" = 3,66 MVA,
par. 9.2. Se sono funzionanti altri carichi,la tensione sulle shnrre è ovviamente inferiore alla tensione a vuolo del Im-
corrispondente a una caduta del 15% sulla rete a 400 V, è teorica. In realtà, la
sfonnalOre, ma è cenamente superiore alla tensione nominale del sislemn, da! momento che il motore ancora da avvia-
re fa pane del "pieno carico" che il tmsfonnmore deve 1Ilimelllnre. P;
potenza di avviamento effettiva è inferiore a causa della caduta di tensione:
Pcnanlo, l'avvinmento di un molore (:lIIche se di grossa taglia) non componll problemi anche in presenza di 1I1tri cari·
chi. Ovvinmellle, avvi:mdo il motore in assenza di carichi si ha il vantaggio che In caduta di tensione cn1colllta viene
(100 -fo.U%) P
llpplicatll nna tensione a vuoto; se riferita nll:l temione nominale. deve quindi essere diminuita del!ll dilTerenzll tra le
due tensioni. 100 '
64 Elementi di progettazione elettrica I motori elettrici 65

Nel caso in questione (flU% = 15%) la potenza di avviamento effettiva p; è pari Con una corrente di avviamento 1, = SIN si ha una potenza apparente pari a
al1'85% di quella teorica: 14,27/5 = 2,85 MVA, corrispondente ad una potenza di targa di almeno 2,2 MW.
La potenza di avviamento effettiva vale P; = 0,85 x 14,27 = 12,13 MVA.
p> 0,85 x 3,66 = 3,11 MVA (13)
Ricalcolando la caduta di tensione si ottiene:
Confrontando questo valore della potenza di avviamento effettiva con la potenza di
cortocircuito ai vari livelli di tensione, si trovano le cadute di tensione corrispondenti. • sulle sbarre a 6 kV:
Se infatti nella (9) si sostituisce alla potenza teorica di avviamento (P,) la potenza
effettiva d'avviamento (p) che tiene conto della caduta di tensione si ottiene: flU% = 12,13 100 = 15%
81,1

• sulle sbarre a 30 kV:

Questa semplice formula permette di calcolare immediatamente la caduta di ten- flUo/. - 12,13 100 - 5 ?6o/. (17)
0 - ?30 6 -,- o
sione provocata dall'avviamento del motore a 400 Y ai vari livelli di tensione, uti- - ,
lizzando le potenze di cortocircuito corrispondenti.
A titolo di verifica, sulle sbarre a 400 V si ha: • sulla rete a 130 kV:

flU%=~100=15% flU% = 12,13 100 = 012%


10000 '
(18)
20,8

Finora è stata calcolata solo la caduta di tensione sulle sbarre. Per ottenere la
Al livello 30 kV (punto 2 di fig. 3.1) la potenza di cortocircuito minima è di
caduta di tensione ai morsetti del motore, occorre aggiungere la caduta di tensione
230,6 MVA, par. 3.3 (9). La relativa caduta di tensione vale:
sui cavi che dalle sbarre alimentano il motore.

flU% =~ 100 = 1 35% (14) Sulla media tensione la caduta è sempre trascurabile. Ad esempio, il motore consi-
230,6 '
derato da 2,2 MW a 6 kV ha una corrente di circa 260 A. La reattanza del cavo è
di circa 0,1 Q/km, quindi la caduta reattiva con 1" = 5 IN è di:
La caduta di tensione sulla rete a 130 kV è trascurabile:
5 x 0,1 x 260 = 130 V/km ( 19)
flU%= 3,11 100=0,0311% ( 15)
10000
130 x 100
corrispondente a 3,75% al kilometro.
Nel caso di un motore alimentato dalle sbarre a 6 kY (punto 4 di fig. 3.1) la 6000(13
potenza di cortocircuito minima è di 81,1 MVA, par. 3.3 (12). La potenza d'av-
viamento Pa per contenere la caduta di tensione entro il 15% deve essere: Ogni calcolo della caduta di tensione sui cavi di alimentazione dei motori sulla
media tensione è quindi assolutamente superfluo.
P,:5 0,176 x 81,1 = 14,27 MVA (16) Così non è sulla bassa tensione, dove le cadute sono in valore assoluto simili a
quelle sulla media tensione, ma vanno riferite ad una tensione 15 volte più piccola.
66 Elementi di progettazione elaUrica l motori elettrici 67

Il motore da 450 kW, indicato come il più grande avviabile a 400 V, ha una corrente
nominale di circa 880 A (avendo ipotizzato una potenza apparente di 610 kVA).
Un motore di questa potenza deve essere alimentato con cavi in parallelo, ad
c Cm = Coppia motrice a piena tensione
(concatenata)
esempio tre cavi da 240 mm'; ogni cavo ha una reattanza di circa 0,1 Q/km, C:n =Coppia motrice a tensione ridotta
quindi si ha complessivamente una reallanza di 0,1/3 Q/km. (stellata)

La caduta di tensione reattiva durante l'avviamento (l, = 6 IN) assume il valore:


Cr =Coppia resistente
Cs =Coppia di spunto a piena tensione
Crnax=Coppia massima a piena tensione
6x880xO,1 :3= 176V/km (20) Cmin = Coppia minima a piena tensione
Cr = Coppia di funzionamento
n1 =Velocità di stalla
Riferita alla tensione di fase di 230 V, si ha una caduta di tensione pari al 76,5% al
kilometro. Ovviamente, per un motore a 400 V, la lunghezza massima dei cavi non
supera mai 100 m con una caduta del 7,65% che si aggiunge al 15% calcolato
sulle sbarre. 7
-~----

La caduta di tensione complessiva del 22,6% ba l'unico effetto di ridurre la coppia


di spunto, la quale dipende dal quadrato della tensione, a circa il 60% di quella
corrispondente alla tensione nominale. Basta però controllare cbe la coppia, così
ridotta, consenta l'avviamento, come in genere avviene. 8
........ C'
Nell'avviamento stella-triangolo cosa succede della coppia di spunto?
"
------
m

Avviare a stella un motore costruito per funzionare con avvolgimento a triangolo


equivale a ridurre la tensione al 57,7% e la coppia al 33,3%, cioè a un terzo (curva l_ _ _ _ _ :_ _ _ _ _ _ _ _--L_ _ _ _ _ ~

C~ in fig. 4.2). Quando la coppia motrice C:n è uguale alla coppia resistente Cf' n, n =100 % n
s= O
l'avviamento non prosegue, cioè il motore continua a girare, senza che nessuno se
ne accorga, al numero di giri 111 costante, fig. 4.2.
Poi, quando il relè comanda il passaggio a triangolo, la coppia raggiunge di colpo
FIGURA 4.2 - Coppie motrici di un motore asincrono alimentato a piena tensione (concatenata) e a
il suo valore a piena tensione e il motore si porta al numero di giri nominale. tensione ridotta (stellata). messe a confronto con la coppia resistente.
Si crede che l'avviamento sia avvenuto a stella, in realtà il vero avviamento è
avvenuto a triangolo. Il collegamento a stella non è servito a nulla, mentre il pas-
saggio da stella a triangolo può addirittura peggiorare la situazione. Il fenomeno è evidente dal confronto tra la fig. 4.3 e la fig. 4.4; queste figure
Infatti, nel passaggio da stella a triangolo, il motore rimane momentaneamente mostrano la registrazione delle correnti nell'avviamento diretto, fig. 4.3, e nell'av-
disalirnentato e facilmente la reinserzione può avvenire in opposizione di fase, se viamento steIla-triangolo, fig. 4.4.
la forza elettromotrice residua del motore, a seguito del rallentamento, si trova in I fautori dell'avviamento ste11a-triangolo, consci di questo inconveniente, hanno
opposizione di fase rispetto alla tensione di rete. Come conseguenza, all'istante introdotto un quarto contattore (in aggiunta ai tre necessari per il tradizionale
del passaggio da stella a triangolo, si ha un picco di corrente che può raggiungere avviamento stella-triangolo) con lo scopo di mantenere alimentato, tramite una
un valore superiore a quello della corrente a rotore bloccato. resistenza, il motore nel passaggio da stella a triangolo e limitare così gli effetti
dell'opposizione di fase.
Tale marchingegno è di dubbia efficacia, mentre aumenta ancora di piLl il costo
Tenendo conto anche della resistenza si avrebbe una caduta di tensione del 8,87',ÌJ.
7

HOvviamente. il motore di bassa tensione da 450 kW è un caso limite. Come già detto, per potenze superiori a dell'avviamento stella-triangolo (quattro contattori più una resistenza) rispetto al
200 kW si passa solitamente alla media tensione. costo dell' avviamento diretto (un solo contattore).
68 Elementi di progettazione eleUrica I motori elettrici 69

I
tAl Cm =Coppia motrice a piena tensione
(collegamento a triangolo)
C:n = Coppia motrice a tensione ridotta
c, f (collegamento a stella)
la = Correnle di avviamento a triangolo
I~ = Corrente di avviamento a stella
01 = Numero di giri massimo con avviamento
a slella

D
'"
lp
FIGURA 4.3 ~ Diagramma della corrente assorbita nell'avviamento diretto.
Motore da 11 kW di un ascensore oIeodinamico.
ta: avviamento diretto
In: regime M

FIGURA 4.5 - Correnti di avviamento e coppie motrici nell'avviamento stella-triangolo di un


motore asincrono.
ABCD: andamento effettivo della coppia motrice.
MNOP: andamento effettivo della corrente di avviamento.

L'avviamento stella-triangolo ha lo scopo di Limitare la corrente di spunto (il che


FIGURA 4.4 - Diagramma della corrente lIssorbita nell 'avviamento stella - triangolo. come abbiamo visto non avviene) e inoltre di limitare a un terzo la coppia di spunto,
Motore da Il kW di un ascensore oleodinamico. ma neanche questo secondo obiettivo viene raggiunto, come mostra la fig. 4.5.
tu~: avviamento a stella La fig. 4.5 rappresenta una situazione in cui l'avviamento stella-triangolo avviene
{SI: p:lssaggio stella - triangolo
con "successo", quindi la corrente di avviamento a stella (rappresentata con (\) in
IIll: avviamento a triangolo
':lV: apertura graduale delle valvole
corrispondenza del numero di giri III passa al relativo valore a triangolo fa al quale
fil : regime corrisponde una coppia elevata.
70 Elementi di progettazione eleUrica I molori elettrici 71

Nel passaggio da stella a triangolo si ha quindi un incremento istantaneo della


coppia motrice, la quale assume un valore prossimo al suo valore massimo.

4.5 Avviamento dei motori


@-
f) A )

@-
A l
@--l
B

B
Come visto nel paragrafo precedente, non esistono problemi di avviamento diretto
dei motori sulla bassa tensione, ma per potenze superiori a 200 kW conviene pas-
@-- J ~
sare in media tensione. 9
Nell 'esempio fatto al paragrafo precedente sulla media tensione, ad una potenza di ,J C JC
cortocircuito particolarmente bassa (81,1 MVA), corrisponde una potenza massima di
avviamento di 14,27 MVA (16), equivalente ad un motore a 6 kV di circa 2,2 MW.
@""1 @""1
M M
Per potenze superiori l'avviamento può avvenire a mezzo dì un autotrasfOlmatore.
Esistono due schemi per tale tipo di avviamento; entrambi necessitano di tre inter- a) b)
ruttori, fig. 4.6.
Nella soluzione di fig. 4.6 a), la sequenza d'avviamento è la seguente: si chiude
l'intemlttore C (centro stella dell'autotrasfoI11Jatore) e, subito dopo, l'interruttore FIGURA 4.6 - Schemi di avviamento di un grosso motore a media tensione con un autotrasfommtore.
di linea A, mentre !'interruttore B è aperto. li motore parte a tensione ridotta. A
fine avviamento, si apre l'interruttore C e si chiude l'interruttore B che cortocir-
cuita l'autotrasformatore, sicché il motore passa a piena tensione. Nel breve tempo Di seguito, è indicato il modo per calcolare la tensione in uscita dell'autotrasfor-
che intercorre tra l'apertura dell'interruttore C e la chiusura dell'inten'uttore B, matore, le cadute di tensione e la coppia motrice.
l'autotrasformatore funziona come reattore, mantenendo quindi la tensione ai mor-
setti del motore. Si debba avviare un motore da 4000 kW, 5000 kVA, I, = 5IN alimentato dalle
Nella soluzione di fig. 4.6 b), la partenza del motore avviene mediante chiusura sbarre a 6 kV, fig. 3.1, con una potenza di cortocircuito di 81,1 MVA, par. 3.3 (12).
degli intenuttori C e B. A fine avviamento si apre l'interruttore C, si chiude l'inter- La potenza di avviamento a piena tensione è quindi 25 MVA.
ruttore A e si apre l'intemIttore B. Anche in questo caso i1 motore rimane alimentato L'autotrasformatore sia connesso sulla presa 80% (di solito gli autotrasformatori
per un tempo brevissimo tramite l'autotrasformatore funzionante come reattore. di avviamento vengono forniti con almeno tre prese, ad es. 70%-75%-80%).
La potenza di avviamento del motore si riduce con il quadrato della tensione, in que-
La soluzione a) è preferibile perché presenta un solo collegamento alle sbarre e sto caso secondo il coefficiente 0,8' = 0,64 e diventa quindi 0,64 x 25 = 16 MVA.
quindi si possono concentrare tutte le protezioni sull'interruttore A. Da notare che, Dalla (9) si ricava la caduta di tensione:
in entrambe le soluzioni, a fine avviamento l'autotrasformatore rimane in tensione.
16
Si tratta in ogni caso di una soluzione costosa, di una certa complicazione impian- _c-=--=--_ 100 = 16,5% (21)
tistica a causa dei tre collegamenti fra il quadro, dove sono installati gli interrut- 16+81,1
tori, e l'autotrasformatore.
La tensione applicata ai morsetti del motore è quindi:
9 Per lunghezze dei cnvi fino <l 200 m ['utilizzo lIel molore di bll~sa tensione è meno costoso anche per potenze
superiori a 200 kW. Si passa lilla mcdm tensione per semplicità impiantistica. dovul,l essenzialmente a\l'utilizzo di UI1 (1- 0,165) x 0,8 UN =0,668 UN (22)
unico CllVO di sezione rillolla rispetto li pill cavi in parallelo di grossa sezione in hassa tensione.
72 Elemenli di progettazione eleUrica I molori elellrici 73

La coppia si riduce con il quadrato della tensione e diventa il 44,5% della coppia a Per potenze più elevate si impiega un trasformatore di macchina, utilizzato cioè
tensione nominale. Occorre quindi controllare che la coppia così ridotta consenta soltanto per alimentare il motore considerato (trasformatore dedicato), Una solu-
ancora l'avviamento. zione semplice e, tutto sommato, preferibile (anche a potenze inferiori) a quella
La potenza di avviamento effettiva ammonta a: più complicata dell'autotrasformatore. Ad esempio, per alimentare un motore da
lO MW (11,5 MVA), potenza di avviamento 4 x 11,5 = 46 MVA (I" = 4 IN), si può
(I-0,165)x 16= 13,36MVA (23) prevedere un trasformatore 30/6 kV, 13 MVA, li" = 6%.

Le cadute di tensione ai vari livelli di tensione sono: La potenza di cortocircuito di questo trasformatore vale, par, 3,2 (2):

13,36
• 6 kV: -='-:- 100 = 16,5%
81 ,I
(24) J2, 100 = 216,7 MVA
6

coincidente con il calcolo precedente,


Per calcolare la potenza di cortocircuito ai morsetti del motore si considera una
potenza di cortocircuito sulla rete a 30 kV di 230,6 MVA, par, 3,3 (lO),
La potenza di cortocircuito ai morsetti del motore vale, par, 3,1 (1):
• 30 kV: 13,36 100 = 5,8% (25)
230,6
--;-------,1-- = 111,7 MVA (28)
• 130kV: 13,36 100 = 134%
10000 '
° (26) 216,7 + 230,6

La corrispondente caduta di tensione ammonta a (9):


In definitiva, nelle ipotesi fatle, un motore da 4000 kW avviato con un autotrasfor-
matore sulla presa a 80% provoca sulla rete a 6 kV una caduta del 16,5%, mentre
46
la coppia durante l'avviamento si riduce al 44,5% del valore a tensione nominale, -4T.6~+:-i-;11"1-;;,7- 100 = 29,2 % (29)
Per ridurre la caduta di tensione (16,5%) si può utilizzare la presa al 75% di ten-
sione, sempre che l'ulteriore riduzione della coppia consenta ancora l'avviamento.
La potenza realmente assorbita è:
La nuova potenza di avviamento è pari a 0,75' x 25 = 14,1 MVA e la cadula di ten-
sione diventa:
(1 - 0,292) x 46 = 32,6 MVA,

---:--;-:-14--"",,1-;-:-_ 100 = 14,8 % (27)


14,1 + 81,1 In questo caso, è molto importante verificare la caduta di tensione sul 30 kV, poi-
ché questa caduta di tensione si presenta ai morsetti dei trasformatori 30/6 kV e
La tensione applicata vale (I - 0,148) x 0,75 UN = 0,64 U" e la coppia si riduce a 30/0,4 kV, quindi sulle sbarre dei quadti a 6 k V e a 400 V
0,64' = 0,41 volte la coppia a piena tensione, La caduta di tensione corrisponde a:
Se la caduta di tensione del 14,8% è accettabile e la coppia d'avviamento è suffi-
ciente, il risultato può considerarsi definitivo e può essere applicato l'avviamento 32,6
100 = 14,1 %
a mezzo autotrasfonnatore. 230,6
Con una potenza di cortocircuito di 81,1 MVA, il motore da 4000 kW costituisce
UTI limite per l'avviamento tramite autotrasformatore. entro il limite prefissato del 15%,
74 Elementi di progettazione elettrica Trasformatori 75

Occorre naturalmente verificare che la coppia motrice, la quale durante l'avvia-


mento si riduce a (I - 0,292)' x 100 = 50,1 % della coppia a piena tensione, sia
ancora sufficiente per un regolare avviamento.

In conclusione, pur in presenza di potenze di cortocircuito assai modeste (81,1 MVA


sulla rete a 6 kV e 230,6 MVA sulla rete a 30 kV), si possono avviare motori fino a
10 MW, senza ricorrere a costosissimi avviamenti a tensione e frequenza variabile
(soft-starting),
Ovviamente, al crescere delle potenze di cortocircuito in gioco, che nell'esempio
fatto sono assai basse, si possono aumentare le potenze dei motori da avviare. Basti
pensare che potenze di cortocircuito di 150 MVA sul 6 kV e di 500 MVA sul 30 kV
sono assolutamente normali e facilmente superabili (si può arnvare a 300 MVA sul
5 TRASFORMATORI
6 kV e a 1000 MVA sul 30 kV utilizzando apparecchiature di normale costruzione,
cioè con potere di interruzione rispettivamente di 31,5 kA e di 25 kA),
5.1 Trasformatori in liqnido isolante

I trasformatori di potenza, a secco e immersi in liquido isolante, sono trattati nelle


nonne CE! 14-4 "Trasformatori di potenza", Ai trasformatori a secco si applica
inoltre la nonna CE! 14-8 "Trasformatori di potenza a secco", I
Il trasformatore in liquido isolante è il tipo più diffuso ed è l'unico che consente di
raggiungere le potenze e le tensioni più elevate.
Notoriamente, il liquido ha anche una funzione di raffreddamento, favorisce cioè
la dispersione ncII' ambiente del calore dovuto alle perdite negli avvolgimenti e
nel nucleo,
Il liquido isolante comunemente usato è, come tutti sanno, l'olio minerale, che è
anche il più economico. Le limitazioni che a volte vengono poste al suo uso sono
generate dal timore dell'incendio e sono giustificate da particolari situazioni nel-
l'ambito di stabilimenti industriali o di strutture del terziario,
L'olio minerale usato nei trasformatori ha una temperatura di infiammabilità (cioè
la temperatura alla quale un liquido emette vapori in grado di essere incendiati da
un innesco) di circa 150 DC. 2
Da notare che l'olio nei trasfonnatoti si trova, durante il funzionamento a pieno
carico, ad una temperatura massima intorno ai 90 DC -:- 100 DC, quindi con un
discreto margine rispetto alla temperatura di infiammabilità,

1 Lo schema dei collegnmenti del trasformatore non può essere che triangolo/stella con neutro. In Italia e in molti
altri paesi si usa lo schema Oyn 11 • mentre in Germanin, e in nltri paesi ad essa tccnicllmeme legati, si preJerisce lo ~che­
ma Oyn5.11 diverso schema corrisponde più che altro a diverse ahimdini costruttive e 110n a reali differenze pratiche.
~ l liquidi isolanti sono classificoti (par. 5.3) in base alla loro temperatura di combustione, mnggiore di quella di
infiamITHlbilitll. Per maggiori dellngli, vcdusi la goida blu n. 13 "Cabine MT/BT'. Edizioni TNE. par. 2.1.
76 Elementi di progettazione elettrica Trasformatori 77

Per ovviare al pericolo, per quanto remoto, dell'incendio del trasformatore, si era
fatto largo uso in tutto il mondo, a partire dagli anni '50, di un olio sintetico cloru-
ralO, denominato askarel, contenente policlorobifenili (PCB), assolutamente inin-
fianllnabile, anche se decisamente più costoso dell'olio minerale. 3
La scoperta della tossicità e della scarsa biodegradabilità del PCB provocò negli
I~ I
:§:; U A
anni 'SO la messa al bando dell'askarel per le nuove costruzioni (era largamente
usato anche nei condensatori).

In base all'art. 5 del DLgs 209/99 ed all'art. 18 della legge 62/05, tutti gli apparec-
chi (trasformatori e condensatori) che contengono olio contaminato da peB in
quantità superiore allo 0,005% (50 ppm), per un volume superiore a 5 dm"
devono essere smaltiti e decontaminati secondo il seguente programma temporale:
- almeno il 50% degli apparecchi entro il 31112/05;
- almeno il 70% degli apparecchi entro il 31/12/07; 7
.... \\ /':.;r:: \\\"..-:< /,:,y :\v>"
- tutti gli apparecchi entro il 31/12/09,

I trasfOffilatori che contengono olio contaminato da peB in quantità compresa tra


lo 0,005% (50 ppm) e lo 0,05% (500 ppm), tuttavia, possono essere mantenuti in
FIGURA 5.1 - Trasformatore con conservatore d'olio,
servizio fino alla fine della loro vita operativa, purché rispettino le misure precau-
zionali e gli obblighi derivanti dalle disposizioni legislative che disciplinano la
materia. Trasformatori con conservatore di tipo tradizionale.
Se la percentuale di PCB è inferiore allo 0,005% non esistono obblighi di smalti-
mento o limitazioni all'uso degli apparecchi. AI di sopra del cassone del trasformatore viene posto un vaso di espansione di
Si è cercato di sostituire l'askarel con altri liquidi, anche se non del tutto ininfiam- Forma cilindrica, denominato conservatore, il quale comunica mediante un tubo
mabili, Negli Stati Uniti d'America è abbastanza diffuso l'uso di un olio derivato con il trasfonnatore e con l'atmosfera, fig. 5.1.
da una miscela di idrocarburi denominato R TEMP e definito "Iess flammable"; in Il conservatore permette all'umidità contenuta nell'aria di mescolarsi con l'olio e
Europa si preferisce ,'olio siliconico. diminuirne così le qualità dielettriche.
Entrambi questi liquidi hanno una temperatura di infiammabilità intorno a 285 "C, Per evitare che ciò accada, l'aria deve penetrare nel conservatore attraverso un fil-
quindi sono certamente più sicuri, dal punto di vista dell'incendio, dell'olio mine- tro contenente una sostanza (silica-gel) capace di assorbire l'umidità. Ovviamente,
rale, ma sono comunque infiammabili. questa sostanza va sostituita prima che si saturi di umidità, altrimenti perde ogni
La presenza del liquido isolante, qualunque esso sia, comporta un problema fon- efficacia.
damentale: come permettcrne le variazioni di volume a seguito delle variazioni di Occorre quindi un programma di sorveglianza per la sostituzione, nell'ambito di
temperatura, senza che l'involucro del trasformatore sia sottoposto a pressioni, o ciascuna azienda, di tutti i filtri a silica-gel presenti, in modo da intervenire tempe-
depressioni, anomale, stivamente, prima che la caratteristica colorazione ne denunci la totale saturazione
I sistemi adottati sono descritti nel seguito. (blu = ottimo stato; azzurro = inizio saturazione; rosa = completa saturazione).
Un modo assai semplice per eliminare alla radice il problema della sostituzione
1 Con il nome di polidorodifcnili c Ili sigla PCB sono definiti cunvenzionalmente circa 200 miscele di composti del silica-gel consiste nel non farne uso, confidando nel fatto che l'umidità non
chimici simili (Hl loro. In proposito vedasi anche il DLgs 209/99 "Attuazione cle!lu diTelliva 96/59/CE rdativa allo
smaltirncnto dei policlorodifenili e dei policlorotrifcnili" (TulloNormeI3J2002. pago 3).
comprometta le qualità dielettriche dell'olio in misura incompatibile con i
Pcr maggiori denagli vcdasi anchc la guida blu n. 13 "Cabine MT/BT', Edizioni TNE, par. 2.9. moderni materiali isolanti degli avvolgimenti.
78 Elementi di progellazione elettrica Trasformatori 79

Anche se questa non sembra la soluzione migliore, è a volte praticata; d'altra Tra.\for11l11tol'i Cl diaframma
pm1e, dimenticarsi sistematicamente di sostituire iI silica-gel saturo non è molto
diverso dal non fame uso del tutto. In questo tipo di trasformatori è ancora presente il conservatore, che però è dotato
nella parte superiore di una pesante membrana deformabile, che isola completa-
mente l'olio dall'atmosfera, fig. 5.3.
Trasformatori sigillati Ovviamente, la parte superiore del conservatore comunica con l'atmosfera, mentre
le variazioni di volume dell'olio sono assorbite dalle deformazioni della mem-
Per sopperire al sostanziale difetto dei trasformatori con conservatore descritto nel brana.
punto precedente, negli USA si sono affennati e dominano incontrastati i trasfor- Anche se può sembrare inutile, la parte del conservatore che comunica con l'at-
matori sigillati, privi di conservatore, fig. 5.2. mosfera è spesso dotata di filtro a silica-gel, per evitare l'accumulo di condensa
Nella parte alta de] cassone è presente un cuscino d'aria secca o preferibilmente d'a- sulla membrana.
zoto, che assorbe, comprimendosi o dilatandosi, le variazioni del livello dell'olio.
Alcuni costruttori, per questa funzione, fanno uso del conservatore, ovviamente
sigillato. Scelta del tipo costruttivo di trasformatore ad isolante liquido
In altri casi, si è preferito il riempimento totale del cassone, che deve avvenire con
olio ad una determinata temperatura, confidando nelle defonnazioni della cassa, di Come abbiamo visto, esistono almeno tre tipi di trasformatori legati al problema
tipo ondulato, che conferisce alla struttura un'elevata elasticità, principalmente della variazione di volume del liquido isolante. La scelta dei trusfonnatori MT/BT
nelle parti destinate allo scambio termico con l'ambiente. è spesso affidata alle tradizioni e alle abitudini dell'azienda in cui vengono instal-
lati. È indubbio che, in passato, il trasformatore europeo era essenzialmente a con-
servatore "respirante", mentre l'uso del trasformatore sigillato era prerogativa del
paese che l'aveva ideato (USA) e, naturalmente, dei paesi che adottano le nonna-
tive americane.

... ~ ~~ ~ ... ~
Membrana Tappo olio (a tenuta)
c::::J
ok
Indicatore
di livello olio

~ III I~(==",==)~~/
UffiU Uil]J!
\'(<\\(;:(~:-;')~\,('i'\\-;:','i)):;S\\:"\~~~\ \'k :..-:v. /.~\\
!
Filtro a
IIIII!III ~ == ____ I!III!IIIIIII!I!II~IIII
" ""-'
slhca-gel
(eventuale)

FIGURA 5.2 - Tmsformalorc in olio sigillato. FIGURA 5.3 - Schema di principio di un conservatore d'olio con membrana derormabile.
80 Elementi di progellazione eJellrica Trasformatori 81

In Italia, in particolare, il trasformatore sigillato era visto con una certa diffidenza, Ma il trasformatore può anche essere coinvolto in un incendio di altra origine e,
innanzitutto per motivi tradizionali (che non sono affatto da trascurare), ma anche una volta che il calore proveniente dall'esterno lo abbia portato aIla temperatura di
per motivi pratici. Sembrava, infatti, che il trasformatore comunicante con l'atmo- infiammabilità, contribuire al1'incendio stesso con il proprio liquido isolante.
sfera agevolasse le operazioni di riempimento, rabbocco, prelievo di liquido iso- All'interno dei fabbricati, dove in passato venivano normalmente installati i tra-
lante, mentre l'esecuzione sigillata sembrava presentare difficoltà per la forma- sformatori in askarel senza vasca di raccolta del liquido, oggi vengono usati tra-
zione e il mantenimento nel tempo del cuscino d'azoto, anche in funzione delle sformatori a secco.
operazioni sopra descritte. I trasfonnatori a secco sono di due tipi:
Tuttavia, è innegabile che il trasformatore sigillato elimini il problema della pene- • trasfonnatori di tipo aperto;
trazione di umidità nel liquido isolante, mentre la presenza del filtro a silica-gel • trasformatori a secco inglobati in resina epossidica.
richiede, in una grande azienda, un programma di control1o dello stato dei filtri
che può essere complicato e oneroso.
Per questi motivi, il trasformatore di tipo sigillato gode di sempre più vaste simpatie. Trasformatori Cl secco di tipo aperto
Ovviamente, il trasformatore a diaframma può essere considerato un compro-
messo accettabile in quanto, senza eliminare il conservatore, evita il contatto del Nel trasformatore a secco di tipo aperto, fig. 5.4, gli avvolgimenti non sono inglo-
liquido con l'atmosfera e non necessita del cuscino d'azoto richiesto dai trasfor- bati in isolante solido.
matori sigi1lati veri e propri. È il tipo più tradizionale, praticamente contemporaneo del trasformatore in olio,
È assai difficile, forse temerario, dare un indirizzo preciso, vista anche l'evolu- ma con caratteristiche peggiori per quanto riguarda il comportamento in servizio;
zione costruttiva in corso. se non si prendono adeguate precauzioni, è sensibile all'umidità e alla polvere, che
D'altra parte, anche i fattori economici e operativi vanno considerati di volta in volta. ne riducono la tenuta dielettrica.
Si ritiene che la scelta dei trasformatori di distribuzione con isolante liquido, spe- Durante il funzionamento, il movimento ascensionale dell'aria calda all'interno
cialmente in caso di nuovi insediamenti, ove non si abbiano alle spalle tradizioni e delle colonne si oppone al deposito della polvere e, ovviamente, nOI1 permette
abitudini, debba essere meditata e discussa con esperti del settore e costruttori
qualificati.

n;& /c3\
:1
5.2 Trasformatori a secco I:
LJ=
Un trasformatore in cui il circuito magnetico e gli avvolgimenti non sono immersi
!
in un liquido isolante prende il nome di trasformatore a secco.
I trasformatori a secco rappresentano, entro certi limiti di potenza, un'alternativa ::I ~ ::I ~ :~ ~
ai trasformatori immersi in liquido isolante, specialmente ave sia maggiore il
rischio d'incendio. '-''-"
,
I trasformatori a secco sono costruiti in serie fino a 24 kV, per potenze fino a I: :1
2500 kVA, coprendo così tutte le necessità della distribuzione a bassa tensione.
Con secondario a media tensione si realizzano trasformatori a secco di potenza m
,\'(..<":/. Y~ '" \;:..-: /:.%
+
/- :/..% \ ,
uguale o superiore a IO MVA, con tensione primaria fino a 36 kV.
L'incendio di un trasformatore in olio minerale è un evento estremamente raro,
che può derivare dal persistere di un guasto per mancato intervento delle prote- FIGURA 504 - Trasformatore a secco di tipo aperto (avvolgimenti non inglobati).
zioni, specie se si usano liquidi ad alta temperatura di infiammabilità.
82 Elementi di progettazione elettrica Trasformatori
83

l'assorbimento di umidità; durante le fermate, con il raffreddamento degli avvolgi- mate. Se si ritiene, invece, che le condizioni ambientali non pennettano tale solu-
menti, possono però nascere problemi per i trasformatori aperti. zione, è indispensabile specificare nella richiesta d'offerta che anche gli avvolgi-
Anche per questo tipo di trasformatori sono avvenuti nel tempo notevoli migliora- menti di bassa tensione siano inglobati in resina.
menti, grazie all'adozione di nuovi materiali isolanti, che ne hanno aumentato sen-
sibilmente la resistenza all'umidità, Tuttavia, è sempre opportuno riscaldare il tra-
sformatore dopo una lunga sosta, prima di rimetterlo in servizio. Una misura della Comportamento dei trasfol1llatori a secco nei riguardi dell'ambiente e dell'incendio
resistenza di isolamento è, in ogni caso, indispensabile.
Questi trasformatori sono isolati in classe H; ammettono quindi una sovratempera- In sede intemazionale sono state stabilite alcune regole per definire il comporta-
tura di 125 K, mento dei trasfonnatoti a secco in determinate condizioni ambientali e in caso d'in-
cendio. Queste regole sono descritte nell'appendice B della nOlma CE! 14-8 e si
traducono in prove alle quali gli avvolgimenti devono essere sottoposti.
Trasformatori a secco inglobati in resina Per quanto riguarda l'umidità (condensa) e l'inquinamento, sono considerate tre
classi, ED, E I, E2, che fanno riferimento a condizioni di umidità e inquinamento
Le bobine di questi trasformatori, complete di isolamento delle spire, sono poste sempre più severe, come di seguito indicato.
in uno stampo nel quale viene effettuata la colata a caldo sottovuoto della resina Classe EO: il trasformatore non è soggetto a condensa e 1'inquinamento è tra-
epossidica. [n questo modo, il trasformatore non presenta più gli avvolgimenti iso- scurabile (ambiente interno, pulito e asciutto),
lati in vista, sui quali si possono depositare polvere ed umidità, ma superfici cilin- Classe El: il trasformatore può essere soggetto a condensa occasionate (ad
driche lisce, sulle quali ben poco possono gli agenti inquinanti, fig. 5.5. esempio quando non è alimentato) e l'inquinamento è modesto.
L'isolamento dei trasformatori inglobati in resina è in classe F, con sovratempera- Classe E2: il trasformatore è soggetto a condensa consistente e/o a inquina-
tura massima di 100 K, anche se, analogamente a quanto avviene per i motori, mento intenso.
spesso la sovratemperatura viene limitata a quella della classe B (80 K),
Solitamente, l'avvolgimento di bassa tensione non è incapsulato, perché in genere Circa la temperatura minima alla quale il trasformatore può funzionare, sono pre-
l'isolamento in bassa tensione non presenta problemi, anche in caso di lunghe fer- viste due classi:
CI per installazione all'interno con temperatura minima di -5 "C:
- C2 per installazione all'esterno con temperatura minima di -25 "C.

Per quanto riguarda il comportamento al fuoco, sono definite tre classi:


FO: non è richiesta una particolare limitazione dell'infiammabilità;
FI: è richiesta una infiammabilità ridotta (autoestinguenza) ed una emissione
minima di sostanze tossiche e fumi opachi;
F2: sono richieste le stesse caratteristiche della classe FI e, in più, la capacità
del trasformatore di funzionare per un certo tempo, anche se investito da un
incendio esterno.

Come orientarsi fra tutte queste classi? In realtà, è molto semplice, Se il trasfor-
matore va installato all'interno, deve essere del tipo El/Cl/FI: se va installato
all' esterno, deve essere E2/C2/F I.
Si ritiene che le classi EO e FO non trovino applicazione pratica negli impianti
FIGURA 5.5 - Trasformatore a secco inglobato in resina. industtiali.
84 Elementi di progeUazlone elellrica
Trasformatori 85

La classe EO richiede infatti un ambiente permanentemente pulito e secco, mentre


Terza lettera: mezzo refrigerante sull'involucro esterno:
la classe FO è adatta dove la possibilità di incendio è trascurabile. - A=aria;
La classe F2, infine, si utilizza per i trasfomlatori destinati all'alimentazione di servizi - G == gas.
di emergenza che devono funzionare per un certo tempo anche durante un incendio.
Quarta lettera: tipo di circolazione del mezzo refrigerante sull'involucro esterno:
N = circolazione naturale;
5.3 Installazione dei trasformatori F = circolazione forzata.

Modi di /'offi'eddamento Si possono, ad esempio, avere i seguenti tipi di trasformatori:


ONAN: trasformatore in olio a circolazione naturale e circolazione d'aria
l trasformatori sono identificati con sigle di due/quattro lettere per indicare il modo naturale.
di raffreddamento utilizzato per smaltire il calore dovuto alle perdite (CEI 14-4/2). ONAF: trasformatore in olio a circolazione naturale e circolazione forzata
I trasformatori in olio sono identificati con quattro lettere: d'aria.
• Ptima lettera: mezzo refrigerante interno, in contatto con gli avvolgimenti: OFAF: trasformatore in olio a circolazione forzata e circolazione forzata
O = olio minerale o liquido isolante con temperatura di combustione,;; 300°C; d'aria.
- K = liquido isolante con temperatura di combustione> 300°C; ODAF: trasformatore in olio a circolazione forzata e guidata, e circola-
- L == liquido isolante con temperatura di combustione non misurabile. zione forzata d'aria.
Seconda lettera: tipo di circolazione dell'olio: AN: trasformatore a Secco a circolazione d'aria naturale.
N = circolazione naturale; AF: trasformatore a secco a circolazione d'aria forzata.
F = circolazione forzata; ONAN/ONAF: trasformatore in olio a circolazione naturale e circolazione dell'a-
D = circolazione forzata e guidata. ria naturale o forzata (in altemativa).
Terza lettera: mezzo refrigerante esterno, sull'involucro: ONAN/OFAF: tm,formatore in olio a circolazione naturale o forzata (in alterna-
- A:::: aria; tiva), e circolazione dell 'aria naturale o forzata (in alternativa).
- W:::: acqua. ANI AF: trasformatore a secco a circolazione d'aria, naturale o forzata (in
Quarta lettera: tipo di circolazione del mezzo refrigerante, sull 'involucro estemo: altemativa).
N :::: circolazione naturale;
F :::: circolazione forzata.
Trasformatori in iso/ante liquido
11 modo di raffreddamento dei trasformatori a secco senza involucro è identificato
con due lettere: Il problema fondamentale dei trasformatori in olio deriva dal pericolo d'incendio.
• Prima lettera: mezzo refligerante in contatto con gli avvolgimenti: In primo luogo occorre far fronte alla fuoriuscita di olio incendiato.
- A = aria; Le soluzioni sono due: si crea una tramoggia Salto il trasformatore che convoglia
- G:::: gas. l'olio, dopo che è stato spento, ad una vasca comune a più trasformatori, oppure si
• Seconda lettera: tipo di circolazione del mezzo refrigerante: ricava la vasca di raccolta nella stessa fondazione del trasformatore. 4
N == circolazione naturale;
F == circolazione forzata.
.! Si segn.111l, percompletezzil. che la norma CE! II-I. art. 7.7.1.1. consenre cli non realizznre un" V<lsca cli r:!ccol.
la clell'olio:
I trasformatori a secco dotati di involucro sono identificati con quattro lettere. Alle negh impi"TIIi a11"imerno, qu"lor" il p"vimento Si.l impermeabile cb c.1binn munita di una "0glii! di altezza mle.!!ua-
lettere di cui sopra devono essere aggiunte altre due lettere: ta, se i tmsfomliltori sono meno di tre e cinscuno comiene meno cli 1000 clm1 cli olio; -
negli impianti all·esterno. se la QU.1Hlllfì cli olio contenuta in ogni tr.1.~fOrml!tOfl'è lIlferiore n 500 kg e nell.l ?Onl! non
ci sono pre.~e d'acqua () l'acqua non è soggenu a protezione.
86 Elementi di progettazione eleUrica Trasformatori 87

Nel primo caso l'olio fluisce attraverso un tubo nella vasca di raccolta comune, All'interno della cabina è buona norma dispolTe un muro tagliafiamma tra un tra-
mentre nel secondo caso rimane nella vasca ricavata sotto il trasformatore. In sformatore e l'altro di resistenza al fuoco di 90 min. Questo diventa d'obbligo per
entrambi i casi, l'olio si spegne passando attraverso uno strato di ciottoli sostenuti i trasformatori di potenza superiore a I MVA, CEI II-I, art. 7.6.2.2.1.
da una griglia. Occorre tener presente che se il trasfOIDlatore è installato all'a- La parete deve essere più alta del trasfomlatore più alto, conservatore dell'olio
pelto, la vasca di raccolta può essere piena di acqua piovana. incluso, e più larga della fossa dell'olio più larga. Le pareti e la porta della cabina
Nel caso di perdita d'olio, questo si dispone sulla superficie dell' acqua essendo devono resistere all'incendio per almeno 60 min, CE! II-I, art. 7.6.2.2.1.
più leggero. Bisogna perciò evitare che l'olio fuoriesca dalla vasca, quando questa Normalmente, il trasfonnatore di distribuzione media/bassa tensione è raffreddato
è colma d'acqua. mediante circolazione naturale dell'olio e dell'aria (ONAN).
A tal fine, si può prevedere lino sfioratore che peschi nel fondo della vasca, Se si vuole che il trasformatore sia in grado di erogare maggior potenza in deter-
quindi nell'acqua, facendo \lscire una quantità in peso d'acqua pari al peso dell'o- minate circostanze, si può ricorrere alla circolazione forzata dell'aria (ONAF). I
lio depositatosi sulla superficie dell'acqua stessa, fig. 5.6. ventilatori vengono inseriti automaticamente quando la temperatura del trasfonna-
Per quanto riguarda la resistenza al fuoco del muro di separazione tra trasforma- tore supera i limiti consentiti dalle norme.
tori installati all'aperto (REI 60) e verso l'edificio prospiciente (REI 90), vedasi Ciò può essere utile nel sistema radiale doppio, per evitare il dimensionamento di
l'art. 7.6.2.1 della norma CE! 11-1. entrambi i trasformatori per il 100% del carico.
È bene comunque ricordare che nel funzionamento ONAF il rendimento del tra-
sformatore diminuisce a causa della potenza richiesta dai ventilatori e delle mag-
giori perdite negli avvolgimenti. Il funzionamento ONAF deve essere quindi limi-
tato a situazioni particolari e di breve durata.
Il funzionamento a circolazione forzata dell' olio e dell' aria (OFAF) è riservato ai
grandi trasformatori che esulano dai limiti di questo volume.

Trasformatori a secco

I trasformatori a secco vengono installati ali 'interno e ciò comporta problemi cii
smaltimento del calore prodotto dai trasformatori stessi.
OccolTe quindi studiare accuratamente la circolazione, naturale o artificiale, del-
l'aria nel locale di installazione e verificare che la portata sia sufficiente ad assicu-
rare che non siano superate le temperature ammesse.
Quando il trasformatore è installato in una cabina condizionata, il calore emesso
incide notevolmente sul dimensionamento dell'impianto di condizionamento.
I trasformatori a secco sono nonnalmente a ventilazione naturale (AN), ma pos-
sono essere dotati di ventilatori tangenziali posti alla base, in modo da realizzare
una ventilazione forzata (AF), capace cii aumentarne la potenza del 20%.;. 25%.
Come già detto per i trasformatori in liquido isolante, anche in questo caso il fun-
zionamento AF deve essere riservato a particolari situazioni, che richiedano un
temporaneo aumento della potenza erogata dal trasformatore.
L'inserzione dei ventilatori avviene automaticamente, per effetto della temperatura
FIGURA 5.6· Esempio di vasca per 111 mecalla dell'olio per un trasformatore installato all'aperto. raggiunta dagli avvolgimenti.
88 Elemenli di progettazione elettrica Traslormalori 89

Un involucro con grado di protezione IrXXB è consigliabile per impedire i con- Per semplicità, e a favore della sicurezza. si può supporre infinita la potenza di
tatti accidentali con le parti in tensione. Questo tipo di involucro non riduce la cortocircuito della rete di alimentazione. A questo punto, la potenza di car1ocir-
potenza nominale del trasformatore, in quanto non crea ostacoli al movimento cuito massima dipende esclusivamente dalla tensione dì cortocircuito dei trasfor-
ascensionale dell'aria di raffreddamento. matori e dal contributo dei motori.
All'esterno, si installano solitamente trasformatori in olio; se proprio si vuole
adottare un trasformatore a secco, questo deve avere un involucro con grado di Si voglia ad esempio determinare la tensione dì cortocircuìto di un trasfomlutore
protezione minimo IP23. da 1000 kVA. con secondario a 400 V. La corrente di cOItocircuito limite di 50 kA
La presenza dell'involucro con grado di protezione IP23 comporta un declassa- consigliata corrisponde, a 400 V. ad una potenza di cortocircuito di 34.64 MVA.
mento della potenza della macchina almeno del 10%. Se si assume, cautelativamente, un contributo dei motori a bassa tensione pari a
quattro volte la potenza del trasformatore. par. 3.3. si ottiene: 7

5.4 Tensione di cortocircuito del trasformatore l


-100+4=34,64MVA
lIcc
Come già detto al par. 3.1, è necessario limitare la potenza di cortocircuito mas-
sima in modo da utilizzare apparecchiature facilmente reperibili sul mercato e al
da cui:
tempo stesso ridurre, per quanto possibile, i danni causati dai cortocircuiti.
Conviene limitare la corrente di cortocircuito massima entro i seguenti valori: 5
licc = 3,26%
50 kA sulle reti a 400 V.
31,5 kA sulle reti a 690 V,
Questo valore è inferiore ai valori di 5 % ..;- 6% normalmente adottati per trasfomla-
• 31,5 kAsulle reti a media tensione fino a 15 kV CUm" = 17,5 kV).
tori da 1000 kVA. perciò limitare la corrente di cortocircuito al di sotto di 50 kA non
25 kA sulle reti a 20 kV (Um" = 24 kV) e 30 kV (U m", = 36 kV),
presenta alcun problema. I{
La corrente di cortocircuito massima dipende da tre parametri: Se si adotta la tensione di cortocircuito del 5% la potenza di cortocircuito massima
• potenza di cortocircuito massima della linea di alimentazione, vale:
• tensione di c0l1ocircuito (o impedenza percentuale) dei trasFom1atori,
• contributo al cortocircuito da parte dei motori ed evenlUali generatori. l
SI00+4=24MVA

Come calcolare la corrente di cortocircuito è stato illustrato al par. 3.3, dove però da cui:
la tensione di cortocircuito dei trasfomlatori era già stabilita.
Quando si deve impostare il progetto di un impianto elettrico, è opportuno invece
determinare la tensione di cortocircuito dei trasformatori, in modo da limitare la
corrente di cortocircuito ai valori sopra consigliati. 6
n quadro e le relative apparecchiature vanno quindi dimensionati per il valore
sopra indicato di corrente di cortocircuito.
~ Scelti tra quelli unificati per le apparecchiature.
Naturalmente si adotterà il valore unificato immediatamente superiore a 35 kA.
h Le nonne CE[ 14-12 (tr;JsfOml:llOri a secco) e CEI 14-13 (trasformatori in olio) indkuno j ~eguenti valori prefe- pari a40 kA,
renzia[i per la tensione di conocircuito:
- 4% per potenze fino :l 630 kVA;
- 6% per potenze da 630 kVA li 2500 kVA.
Li! nornw CEI 14-4/5 preveùe unllll'nsìone di eof!oòrcui!o minima dd 5~'i· per i tfilsfonn:ltori cii potc1Ua muggiore ùi 7 Nell'ipotesi cautelatiVa che il tm,formatore alimenti .~olo motori.
630 kVA tino a [250 kVA. HA meno che non si utilizzino più tr:Jsformutori in par:Jllclo.ln proposito si vedll il par. 5.5.
90 Elementi di progettazione e!ellrica Trasformatori 91

Per un trasformatore da 1250 k VA si ha:


33000 = 47,6 kA
f3 x 400
1,25 100 + 5 = 34,64 MVA
liee
entro il limite di SO kA,

da cui: Per un trasformatore da 2000 kVA:

o
-=-
llcc
100 + 8 = 34,64 MVA
Adottando li" = 5% si ottiene:
da cui:
1,25 IOO + 5 =30MVA
5 lire:;:;: 7,5%

e dunque: Questo valore esce dagli standard costruttivi, ma può essere tranquillamente rea-
lizzato,
"""=-
30000
l" = - iro
'13 x 400
= 43,3 kA
Per il trasformatore da 2500 kVA, che può essere considerata la potenza limite a
400 V:
entro il limite di 50 kA,
2,5 100 + lO = 34,64 MVA
Per un trasformatore da 1600 kVA si ha, analogamente: Hcc

da cui:
~ 100 + 6,4 = 34,64 MVA
/Jet
li" = 10,14%
da cui:
Questo valore di tensione di cortocircuito è eccessivo, almeno per costruzioni
II ce :;:;: 5,6% usuali, per le quali non si supera 1'8%,
Per il trasformatore da 2500 kVA bisogna quindi condurre un calcolo più preciso,
Si può, ad esempio. impiegare un trasformatore con una li ee :;:;: 6%, reperibile senza tenendo conto della potenza di cortocircuito della rete a monte (fin qui ritenuta
alcuna difficoltà. Ne consegue: infinita a favore della sicurezza) e cercando di valutare meglio il contributo dei
motori. 9

lÉ. 100 +64=33 MVA


6 '
O) Ad esempio. se la pOlcnza di conocircuito sulla media tensione è di 150 MVA eù il contribulO dei molori è pari

e dunque: a 8.77 MVA.ltllensiOlle di conocircuito risultante è 8'7r-.


Il contributo dei mOlOri corrisponde ad un çarico dci trtlsformatorc dovuto ai soli motori pari a 87.7'i(' dellll poterl"-a
nominale. Da IlOHlre che i valori sopra inùicati sono cOIlluni in un impianto indu~trialc.
92 Elementi di progettazione elettrica Trasformatori 93

È importante sottolineare che in un sistema radiale doppio, quando si trasferisce il


carico da un trasformatore all'altro con chiusura del congiuntore di sbarra, è prassi
non considerare la potenza di cortocircuito dovuta al momentaneo parallelo dei
due trasfonnatori. Per un trasformatore da 20 MVA si ha:
AI fine di ridurre al minimo la durata del parallelo e di sottrarla alla volontà del-
l'operatore, la manovra deve avvenire tramite un pulsante che determini la chiu-
20 100 + 100 = 327 MVA
sura del congiuntore di sbarra, seguita dall'immediata apertura clell'intelTuttore Ucc
secondario del trasformatore da mettere fuori servizio. Il ritorno alla condizione
iniziale (operazione inversa) deve avvenire tramite un secondo pulsante che pro- da cui:
vochi la chiusura dell'interruttore secondario del trasformatore, messo precedente-
mente fuori servizio, e l'immediata apertura del congiuntore di sbarra. llcc =8,8%
Naturalmente, bisogna accertarsi che i due trasfonllatori possano essere messi in
parallelo anche solo momentaneamente. Se proprio si vuole, si può utilizzare un Una tensione di cortocircuito del 9% è abbastanza nomlale.
relè di controllo del sincronismo (tabella 12.B, relè 25), che blocca le operazioni In definitiva, si ricava:
di parallelo se tutte le condizioni per poterlo effettuare non sono rispettate.
0
29 100+ 100=322MVA
Per quanto riguarda i trasformatori con secondario a media tensione, si consideri,
a titolo di esempio, una tensione secondaria di 6 kV.
In media tensione, il contributo dei motori alla corrente di cortocircuito è pari a 5
volte la loro corrente nominale (par. 3.3); si assume quindi un contributo motori
alla potenza di cortocircuito pari a 5 volte la potenza nominale del trasformatore.
Come già detto, la corrente di cortocircuito a 6 kV non dovrebbe superare 31,5 kA Per potenze superiori occorre consultare i costruttori per aumentare la tensione di
corrispondente a 327 MVA. cortocircuito (si può arrivare fino al 12% senza diffico1tà). Bisogna, inoltre, intro-
durre nel calcolo la potenza di cortocircuito della rete a monte e valutare il contri-
Per un trasformatore da lO MVA si ha: buto dei motori al cortocircuito con maggior precisione. IO

IO
-100+50=327 MVA
Ucc 5.5 Trasformatori in parallelo

da cui: In fig. 5.7 il congiuntore di sbarra è normalmente chiuso e i due trasformatori fun-
zionano in parallelo; tutto succede come se le due sezioni di sbana fossero una sola.
Il carico nei due trasformatori si ripartisce equamente se sono rigorosamente
uguali, in particolare se hanno la stessa tensione di cortocircuito. Se i due trasfor-
Questo valore della tensione di cortocircuito è molto basso: per trasformatori di matori hanno tensioni di cortocircuito diverse, si carica di più quello che ha la ten-
questa potenza, una tensione di cortocircuito del 6% è infatti più che ragionevole. sione di cortocircuito più bassa.
Si ottiene quindi:
III Ad esempio, per un Ir.tsforma\ore da 30 MVA. con potenza di cortocircuito su!l·alla tensione di 500 MVA e con-
trihuto motori di 127 MVA, la tensione di cnMncircuito risuha del 9%. Da notare che il contributo motori di 127 MVA

~O 100 + 50 = 217 MVA


corrisponde ad un carico di soli motori di 25:-1 MVA, pari <lI 84,7'ii della pntel11.11 nomina!c dcllnlsformalorc. quindi
normale in un impi,lO!O industriale.
94 Elementi di progettazione eleUrica __---------------------------T~r~a=sf=or~m~a=fo~r~i---------------------. 95

Il funzionamento in parallelo dei trasformatori è assolutamente da evitare, perché b) Guasto sulle sbarre, compresi i collegamenti sbarre-interruttori generali,
presenta parecchi svantaggi. riassunti nei punti I) e 2), e nessun reale vantaggio. Si ripete la situazione del caso precedente.
l) In caso di guasto sulle sbarre o sui montanti (compresi i trasformatori stessi e il c) Guasto su un trasformatore. Il guasto viene alimentato dalla rete sul lato
lato alta tensione) si ha il fuori servizio totale del sistema. Con Iiferimento ai media tensione e dal trasfoffilatore sano sul lato bassa tensione.
possibili guasti a), b), c), d), e) di fig. 5.7 si possono determinare le situazioni Si ha sicuramente l'intervento dell'interruttore media tensione della mac-
seguenti. china guasta e degli interruttori di bassa tensione di entrambe le macchine.
a) Guasto su uno dei circuiti in partenza dalle sbarre con intervento non seI et- d), e) Guasto sul montante bassa tensione (condotto sbarre o cavi di collega-
tivo, o mancato, della relativa protezione. mento trasformatore-quadro, fino all'interruttore generale secondario), op-
Entrambi gli inlelTutlori di bassa tensione dei trasformatori devono interve- pure guasto sul montante media tensione.
nire senza alcuna possibi1ità di discriminazione. Si Iipete la situazione descritta al punto c).

In nessun caso è possibile impedire il fuori servizio generale.


Per limitare i danni relativi a guasti del tipo c), d), e) occorre proteggere cia-
scun trasformatore e i relativi montanti con protezioni differenziali, costose e
1 1
$6

i$C 1 1
$d
NC ~ Ne ~C
87 87
$b
NC

ì ]' ]$a
ììì
FlGURA 5.7 - Funzionamento in parallelo di due trasformatori. Quadro secondario unico a due
sezioni di sbarra:
a) guasto su una partenza senza intervento della relativa proIezione. o con intervento non se1enivo;
b) guasto sulle sbarre:
c) gUHsto sul trasfonnatore;
d) gUHsto sul montante di bassa tensione; FIGURA 5.8· Funzionamento in parallelo di due trasformatori con protezioni differenziali. Quadro
e) guasto sul montante di media tensione. secondario unico a due sezioni di sbarra.
96 Elementi di progettazione elettrica
Trasformatori 97

complicate, che permettono la messa fuori servizio istantanea della zona pro- In questo modo si adegua il numero di trasformatori in esercizio al carico, limi-
tella mediante apertura degli interruttori di media e di bassa, fig, 5,8, tando le perdite a vuoto e senza traumi per l'esercizio.
Queste protezioni vengono normalmente usate per macchine importanti, mentre Tutto fila sulla carta, finché non succede niente.
rappresentano un ingiustificato aggravio di costi se usate sui trasformatori di di- Ma al primo guasto, tra quelli descritti ai punti a), h), c), d), e), nella migliore
stribuzione, par, 12.4, delle ipotesi sì ha iI fuori servizio generale.
In ogni caso, non si pone rimedio agli inconvenienti dei guasti di tipo Cl) e b). Nel caso di potenza di cortocircuito globale superiore a quella per la quale l'im-
pianto è stato dimensionato si hanno danni gravissimi.
2) La potenza di cortocircuito sulle sbarre viene pressoché raddoppiata, Ciò porta Chi non ha visto le distruzioni provocate da un arco da 20 kA .,,30 kA, non può
a dimensionamenti abnormi delle apparecchiature di bassa tensione. celio immaginare i danni che provocherebbe un arco da 80 kA -;-120 kA.
Solo gli interruttori secondari dei trasfonnatori e il congiuntore di sbarra vanno Le persone eventualmente presenti in cabina correrebbero pericoli gravissimi.
dimensionati per la corrente di cortocircuito di un trasformatore, gli a1tri inter- Basta pensare ad un guasto su una partenza dove un interruttore con potere di
ruttori sono sottoposti alla corrente di cortocircuito dovuta a entrambi i trasfor- interruzione di 50 kA sia chiamato ad interrompere una corrente doppia: alla sua
matori. distruzione seguirebbe un cortocircuito a livello cIelle sbarre, dove peraltro gli
n che vuoI dire aumentare il potere di interruzione di tali interruttori; a volte amarraggi sarebbero già scardinati.
questo significa aumentare anche la corrente nominale e quindi le dimensioni L'intervento degli intemlttori secondari dei trasformatori di tipo selettivo avver-
degli interruttori stessi. rebbe con un certo ritardo (almeno 0,1 s), sempre che le sbarre a monte degli stessi
Inoltre, per soddisfare la condizione ['lt ::; k 2S2 per un cortocircuito all'inizio non siano state coinvolte nel cortocircuito generale.
della linea potrebbe essere necessario aumentare la sezione dei cavi in partenza Francamente, esercire un impianto di questo tipo e dormire sOllni tranquilli sono
dal quadro, par, 9,3, due cose del tutto incompatibili,
Infine, l'amarraggio delle sbarre va dimensionato per gli sforzi elettrodinamici
corrispondenti alla corrente totale di cortocircuito (valore di picco), Il funzionamento in parallelo dei trasformatori va dunque evitato: il funziona-
mento separato consente la messa fuori servizio o il reinserimento di un trasforma-
Giustificare la messa in parallelo di grosse macchine con l'avviamento diretto di
tore senza interruzioni, mediante un parallelo transitorio di brevissima durata.
grossi motori non ha senso, perché non esistono problemi di avviamento diretto di
Questa è la via che va perseguita ai fini della sicurezza e dell'economia, nnche se
grossi motori di bassa tensione anche con un solo trasfomlatore, par. 4.4. richiede manovre più accorte.
Trasformatori da 1600 kVA (o anche molto più piccoli) permettono di avviare
motori di bassa tensione ben al di sopra delle potenze normalmente adottate.
Il funzionamento in parallelo dei trasformatori è sicuramente non opportuno, Le
cose volgono al peggio quando l'impianto non è stato correttamente studiato o
viene male gestito: quando cioè le potenze di cortocircuito superano i valori per i
quali l'impianto è stato dimensionato.
Sono casi molto più frequenti di quanto non si creda: spesso impianti studiati cor-
rettamente con trasformatori a funzionamento separato vengono eserciti con tra-
sformatori in parallelo "per comodità",
Quale comodità? Semplicemente di poter inserire, o disinserire, un trasformatore
senza compiere manovre di trasferimento dei carichi.
Si mettono in parallelo due trasfonnatori, a volte anche tTe o quattro, e li si inseri-
sce e disinserisce secondo le variazioni del carico, manovrando gli intemlttori di
bassa e di alta tensione dei singoli montanti.
Apparecchiature elettriche 99

6 APPARECCHIATURE ELETTRICHE

6.1 Quadri di bassa tensione

Negli impianti industriali si utilizzano quadri principali di distribuzione, quadri


comando motori (noti come Motor Control Center o più brevemente MCC) e qua-
dr-i secondari di distribuzione (per distribuzione luce, prese, piccoli carichi trifasi o
monofasi, raddrizzatori, ecc.). I

La norma CE! EN 60439-1 (CE! 17-13/1) distingue quattro forme fondamentali di


quadri elettrici, in base aUa loro segregazione interna.
La forma l non prevede alcuna separazione tra le varie parti del quadro.
La forma 4 prevede una completa separazione fra tutte le parli (sbarre, unità fun-
zionali, morsettiere), in modo che in qualunque momento si possa intervenire su
un 'unità funzionale e sul relativo cavo, senza dover mettere fuori servizio neSSUna
altra parte del quadro.
La forma di segregazione 4 viene normalmente utilizzata per i quadri principali di
distribuzione e per i quadri comando motori degli impianti industriali a ciclo COn~
tinuo, per sostituire o aggiungere in sicurezza apparecchiature, o cavi, senza inter-
rompere il servizio_
Per i quadri secondari di distribuzione, per i quali la messa fuori servizio parziale
non comporta spesso alcun particolare vantaggio. è molto diffusa la forma I e, a
volte, la forma 2; quest'ultima forma prevede la sola segregazione delle sbarre,
che a volte sono isolate.

I I quudri principnli di distribuzione sono correntemente chiamali Power eenter. anche se ql1e~·ta dizione è sco-
nosciutllnelln leUern!Um inglese c amcricana.
100 Elementi di progettazione elettrica Apparecchiature eleUriche 101

Nelle industrie a ciclo giornaliero non esistono grandi esigenze di continuità di L'interruttore generale del quadro principale di distribuzione deve avere le
servizio e quindi i quadri principali e i quadri comando motori non necessitano seguenti caratteristiche:
della forma di segregazione 4. Si dovrebbe però adottare almeno la forma 3, che • corrente nominale non inferiore alla corrente nominale secondaria del trasfor-
consente la sostituzione in esercizio degli apparecchi senza togliere tensione al matore nelle condizioni di massima potenza (quindi se il trasformatore è
quadro; le morsettiere non sono segregate e dunque per accedere ai cavi delle sin- ONAN/ONAF si fa riferimento al funzionamento ONAF);
gole partenze si deve mettere fuori servizio l'intero quadro, oppure si deve lavo- • potere di interruzione estremo (Icu) almeno uguale alla corrente di cortocircuito
rare sotto tensione. del trasfomlatore, con l'esclusione del contributo al cortocircuito da parte dei
motori, poiché questo contributo interessa le sbarre e gli apparecchi sulle par-
I costruttori forniscono i quadri principali e i quadri motori in esecuzione norma- tenze, ma non l'interruttore generale;
lizzata nella fanna di segregazione 4 adatta per tutte le esigenze. • corrente di breve durata (lcw) almeno uguale al potere di interruzione richiesto;
Per quanto riguarda i quadri secondari di distribuzione, che sono in pratica del tipo • potere di chiusura (lcnl' anche detto corrente di stabilimento) uguale o superiore
ad armadio, si può bloccare la pOlia mediante la maniglia di comando dell'inter- al valore di picco della corrente di cortocircuito. :2
ruttore generale, impedendo così l'accesso con il quadro in tensione, salvo rimuo-
vere deliberatamente il blocco per mezzo di attrezzi quando si deve intervenire Per tener conto del contributo motori, le sbarre del quadro devono essere dimensio-
sotto tensione. nate, per quanto riguarda gli effetti tennici, in base ad una corrente di cortocircuito
(valore efficace) superiore alla corrente di breve durata dell'interruttore generale e,
per quanto riguarda gli sforzi elettrodinamici, in base a una corrente di picco supe-
6.2 Apparecchiature di bassa tensione riore alla corrente di stabilimento (potere di chiusura) dell'interruttore stesso.
Nulla vieta, però, che il potere di interruzione e la COlTente di stabilimento dell'in-
6.2.1 Interruttore generale terruttore generale siano adeguati al dimensionamento delle sbarre: spesso si fa
proprio così, anche se non strettamente necessario. fn sostanza, quando si progetta
L'interruttore generale dei quadri principali di distribuzione, ovviamente, è anche un quadro, ad esempio per 31,5 kA, contributo dei motori incluso, sovente si
l'interruttore secondario del trasformatore di media/bassa tensione. dimensionano per tale valore non solo gli apparecchi sulle partenze e le sbarre, ma
È opportuno che questo intemltlore sia del tipo tradizionale in aria, aperto e selettivo. anche l'inten'uttore generale. Ciò può essere utile ai fini della semplificazione del
Infatti, il requisito principale di questo intelTuttore è la selettività; esso deve essere progetto ed evita inutili discussioni con chi può trovare strano che l'interruttore
dunque di categoria B, cioè in grado di sopportare per un tempo determinato. generale abbia una corrente di breve durata e una corrente di picco inferiori a
prima di aprire, la corrente di cortocircuilo. quelle delle sbarre e degli apparecchi (intelTuttori o fusibili) sulle partenze.
In altri tennini, l'interruttore deve avere una corrente di breve durata (Icw) almeno È opportuno che le sbarre siano dimensionate per una corrente nominale a1meno
uguale al potere di interruzione richiesto. Gli interruttori scatolati, limitatori o non uguale a quella dell'interTuttore generale, in modo che non costituiscano l'anello
limitatori, non hanno questa caratteristica, perché basano il loro potere di interru- debole in un'eventuale aumento di potellza dell'impianto.
zione sull'intervento immediato e sono quindi di categoria A, cioè privi di cor-
rente di breve durata. Essi nOI1 sono quindi adatti come interruttore generale dei Rimane da discutere il numero dei poli che l'inteITuttore generale del quadro di
quadri principali di distribuzione. bassa tensione deve avere quando, come in genere succede, il neutro viene distri-
In verità, alcuni intelTuttori scatolati hanno una COlTente di breve durata, che però buito.
è di gran lunga inferiore al loro potere di intelTuzione; inoltre garantiscono la
selettività soltanto quando la corrente di guasto non supera la con'ente di breve
~ Questa veritica è necessaria in vicinanza di gencrntori. la cui rcaltam.a. come è noto. vnrin duraJl!e il cortocir-
durata, mentre intervengono istantaneamente quando la COlTente di guasto supera
cuito e dunque il rapporto tra il primo picco dì corrcnte c il valore efficncl! dcl];l componente simmetrica del!a corrente
tale valore. Ciò li rende adatti in determinati casi sulle partenze, par. 6.2.2, ma non di cortocircuito può essere pii} elevato di quello convenziunahncnte assunto dalle norme per gli interruttori. In propll'
certo come intelTuttore generale del quadro principale. \ito, vedasi anche il par. 3...l e la guida blu n. 14 "Gruppi c!(!urogeni", Edizioni TNE, Cap. 5.
102 Elementi di progettazione eletlrica Apparecchiature elettriche 103

a) Nel sistema TT il neutro deve essere sempre interrotto (interruttore guadripo- 6.2.2 Partenze dai quadri principali
lare). Questa soluzione è in accordo con il DPR 547/55 che prescrive l'interrut-
tore onnipolare all'arrivo delle linee di alimentazÌone dell'impianto utilizzatore. In base a guanto appena detto al punto precedente, gli interruttori sulle partenze
devono avere un potere di interruzione e di chiusura adeguati alla corrente di cor-
b) Nel sistema TN-S il sezionamento del neutro non è necessario e l'interruttore di tocircuito (efficace e di picco) comprensiva del contributo motori. Tali interruttori
bassa tensione può essere tripolare o tetrapolare. devono essere inoltre selettivi nei confronti dene protezioni poste sui quadri a
L'impianto TN-S ha una propria cabina di trasformazione e l'interruttore gene- valle, ad esempio sui quadri comando motori.
rale onnipolare richiesto dal DPR 547/55 è quello di arrivo sulla linea di media
tensione, mentre sulla bassa tensione ovviamente conviene l'interruttore tripa- La soluzione più semplice, ma di gran lunga più costosa, consiste nell'utilizzare
lare, più economico dell'interruttore quadripolare. gli interruttori in aria aperti non solo come interruttore generale, ma anche sulle
Alcuni obiettano che, in questo modo, non si protegge contro il sovraccarico il partenze.
conduttore di neutro, in genere di sezione metà di guella del conduttore di fase. Una seconda soluzione, spesso praticata, è di sfruttare la selettività parziale degli
Lo stesso dicasi per le sbarre principali (omnibus). Infatti la protezione di interruttori scatolati, cioè limitata a determinati valori di corrente.
sovraccarico è dimensionata per proteggere i conduttori di fase e non protegge Ad esempio, un interruttore scatolato da 630 A, potere d'interruzione di 50 kA,
il conduttore di neutro se la corrente di squilibrio supera la metà (all'incirca) può avere una corrente di breve durata di lO kA; è allora possibile garantire la
della corrente di fase. Ma supporre che il carico di un trasformatore di distribu- selettività con le protezioni a valle, per correnti fino a lO kA, fig. 12.6.
zione, che alimenta essenzialmente carichi trifasi equilibrati come i motori elet- In bassa tensione, la corrente di cortocircuito diminuisce rapidamente man mano che
trici, possa presentare una corrente di squilibrio superiore al 50% della corrente ci si allontana dalla sorgente di energia, quindi la selettività è in genere assicurata
di fase è assolutamente fuori luogo. J per guasti sui cavi di alimentazione dei motori o, meglio ancora, sulle morsettiere
I pochi carichi monofasi, dovuti essenzialmente agli impianti di illuminazione, dei motori stessi dove è più frequente il guasto.
sono anch'essi sostanzialmente equilibrati; anche nel caso di massimo squili- TI problema della selettività fra interruttori di categoria A in serie è stato affrontato
brio teorico (corrente di neutro uguale alla cotTente di fase) la corrente di neu- dai costruttori, i quali indicano sul catalogo quali interruttori sono fra loro selettivi,
tro è in ogni caso ben lontana dal raggiungere la metà della corrente nominale in funzione della corrente presunta di cortocircuito. Queste indicazioni sono frutto di
del tmsformatore. In definitiva, nei sistemi TN-S si può utilizzare come inter- prove eseguite a tappeto da ciascun costruttore sui propri apparecchi e consentono
ruttore generale del quadro un interruttore tripolare con tutta tranquillità. quindi, una volta stabilito l'apparecchio a monte, di individuare gli apparecchi selet-
Nei casi particolari in cui si tema un sovraccarico del neutro, si deve prevedere tivi rispetto al precedente, in funzione della corrente presunta di cortocircuito. 5
il conduttore di neutro, e quindi anche la sbana di neutro facente parte delle Naturalmente questo richiede un divario notevole fra le correnti nominali degli
sbarre omnibus, di sezione uguale a quena dene fasi. Lo stesso dicasi per le interruttori in serie; ciò può limitare l'utilizzo di interruttori di categoria A in serie.
partenze, come vedremo più avanti.
Una terza soluzione, semplice, sicura ed economica, consiste nell'utilizzo di inter-
c) Nel sistema TN-C l'interruzione del neutro è vietata. Quindi il problema del- ruttori di manovra con fusibili.
l'interruttore tripolare o quadripolare viene meno. La selettività tra fusibili è assicurata quando il rapporto tra le correnti nominali è
almeno 1,6. Ad esempio, se sulla partenza c'è una terna di fusibili da 630 A, la
d) Nel sistema IT, con neutro distribuito, l'intenuzione del neutro è obbligatoria. selettività è assicurata per tutti i motori protetti con fusibili di corrente nominale
quindi l'interruttore deve eSsere quadripolare.-l uguale o inferiore a 400 A (il rapporto 1.6 è approssimato, in questo caso è 1,575).

3 Le armonichc possono invcce sovraccaricare il neutro del singolo circuito che ulimentn un carico non linenre :; Questa se1ellivilù è chillm,llll di tipo energetico, in quanto l'energia specilica occorrelile per l'intervento dell'in-
(cnp. 11). terrullorc" monte deve eSSere superiore n quella l"-~ciata p'l~.'illre dall'interruttore a valle. Circa la selellivitù, veda~i
-I Si ricorda.luttavia. che nei sistemi lT è fortemente rnccomunduw di non distribuire il neutw. Hllche il par. 12.3.
104 Elementi di progettaz.ione eleUrica Apparecchialure elettriche 105

Di solito, sui quadri motori si installano contattori per motori fino a 55 kW, con
fusibili di corrente nominale 250A +315 A al massimo, largamente selettivi con i
fusibili posti sulla partenza.
Gli interruttori di manovra con fusibili possono essere dotati di una bobina per l'a-
pertura a distanza; anche da questo punto di vista non sono quindi inferiori
rispetto agli interruttori scatolati.
Interruttore
È opportuno installare gli apparecchi di manovra e cOl1trollo dei motori di potenza /
superiore a 55 kW sui quadri principali di bassa tensione. Questa è la soluzione
più conveniente, per non gravare i quadri motori con utenze che singolarmente
assorbono anche 200 A + 300 A (si finirebbe per dedicare un intero quadro a uno o
a due motori al massimo).

6,2.3 Comando motori

Fusibile
L'interruttore generale di un quadro comando motori deve essere un interruttore di /~
manovra. Un interTuttore automatico, o di manovra con fusibili, sarebbe il dop-
pione di quello installato sulla partenza del quadro principale. Naturalmente si
deve verificare che abbia una tenuta al cortocircuito e un potere di chiusura in
condizioni di cortocircuito coordinati con la protezione a monte. Viene spesso
usato un interruttore scatoiato privo delle protezioni, ma anche un interruttore di
manovra-sezionatore va benissimo. I(A)
Il motore viene comandato tramite un contattore e si pone il problema di proteg-
gere contro il cortocircuito il contaltore, il quale è in grado di intervenire solo in
caso di sovraccarico. Lo stesso dispositivo che protegge il contattore deve proteg-
gere anche il cuvo e il motore. 6 FIGURA 6.1 - Curve tipiche Pr di un fusibile e di un inferruttore automatico.
Le soluzioni sono due: interruttore automatico oppure fusibili, con relativi van-
taggi e svantaggi. Dal punto di vista dell' !'t (energia specifica), l'interruttore limita di più alle basse
L'interruttore automatico costa più del fusibile, ma ha il vantaggio di essere correnti, mentre il fusibile limita maggionnente alle elevate correnti, fig. 6.1.
richiuso e non sostituito dopo l'intervento.
Il fusibile deve essere invece sostituito da una persona qualificata. Il che è sco- In categoria d'impiego AC-3, il contattore è in grado di interrompere una con'ente
modo e può essere rischioso, ma elimina ogni dubbio sull'efficienza della prote- /, = 8/, dove /, è la sua corrente nominale d'impiego (CE! 17-50, tabella 7). 7
zione che invece accompagna la vita dell'interruttore quando è chiamato a inter- Quando viene superata la corrente le' il dispositivo di protezione contro il cortocir-
rompere numerosi cortocircuiti. Ha inoltre il vantaggio del costo ridotto. cuito deve perciò intervenire prima che il relè termico provochi l'apertura del con-
tattore.
(, Il termine contatlore viene qui utilizzato in modo estensivo c comprende anche l'"vvimore (contmtore più rclè
termico per la proIezione de! motore contro il sO\,nlccmico),
Per i motori con potenzll superior<! 11 100 kW in luogo del contattore si consiglia di utili1.1.nre un imerru!tore In ari" 1 La categoria t1i impiego AC-3 è relativa all'avviamento ed all'arresto durante la marcia di
aperto con le relative protezioni. motori li gabbia (norma CEI 17-50, tabella l l.
106 Elementi di progettazione elettrica
Apparecchiature elettriche
107

La corrente nominale d'impiego del contattore I, (CE! 17-50, art. 5.3.2.5) deve
essere peraltro uguale, o maggiore. alla corrente nominale del motore IN:

Fusibile
~
11 fusibile viene scelto in modo che intervenga, prima del relè termico, a partire da
valori di corrente uguali a otto vo1te la corrente nominale IN del motore c, ovvia-
mente, non durante l'avviamento. Il fusibile interviene, quindi, per una corrente a)
sicuramente uguale, o inferiore, alla corrente le che il contattore può interrompere,
fig. 6.2 a), essendo: Relè termico del contattore
./

e quindi:

In conclusione, se si sceglie adeguatamente il fusibile, non esiste alcun pericolo che il


contattore sia chiamato ad interrompere correnti superiori al suo potere d'interruzione.

La situazione cambia quando la protezione contro il cortocircuito è affidata a un


Interruttore
interruttore automatico. ./
Poiché il valore della prima semionda della corrente di inserzione del motore
b)
tende a un valore prossimo a 1,8 volte la corrente a rotore bloccato, l'interruttore
automatico deve avere la soglia di intervento istantaneo (magnetico) tarata per Relè termico del contattore
12.;. 14 IN ad evitare l'apertura durante l'avviamento del motore. /

In genere, si assume 14/N specie per piccole potenze.


Se IN = I, per correnti comprese tra 8 I, e 14 I, la protezione sarebbe però affidata
al termico del contattore, con esiti disastrosi, perché al massimo il contattore è
capace di interrompere la corrente le == 8 le'
Si deve allora dimensionare il contattore in modo che sia 14 IN eS 8 I, e quindi
I, ., 1,75 IN; il che vuoi dire sovradimensionare il contattore del 75% rispetto ana
corrente nominale IN del motore, tig. 6.2 b). FIG~~A 6,1. - Il dispositivo di pr,o~ezio,ne ,contro il cortocircuito deve intervenire, prima del relè
termwo.del contattore, per correnti II1fenon 0, al limite, uguali al potere d'interruzione del contat-
tore pan.a .otto volte la corrente nominule d'impiego le del Contattore.
In alternativa, bisogna affidare all'interruttore anche la protezione dai sovraccari-
a) Il fU~I~lIc deve essere s~elt? in modo che, per correnti superiori a SIN, intervenga prima del relè
chi dotando l'interruttore di relé termico e privandone quindi il contattore; in que- te,~n1l(':o. Deve essere ~umdl SIN s Sl e , essendo IN la corrente nominale del motore,
sto caso, le correnti maggiori di 8 I, saranno interrotte dall 'interruttore automatico b) L Interrut,tor~ automatico deve essere scelto in modo che intervenga istantaneamente a 141 . d v
essere gumdl 14/N s 81c ' ~ N' e e
senza problemi.
La prima soluzione è la più semplice e affidabile. ma anche la più costosa. ~! ricordu che la con:~nte,d'impjego del contattore pratella dall'interruttore (le:::=: 1,75 IN) è ma!!-
e lOre della cOlTente d lmplego dcI contallore prOietto dal fusibile (II,!:::=: IN)' ~
108 Elementi di progettazione eleUrica Apparecchiature etettriche 109

La seconda soluzione consente di evitare il sovradimensionamento del contattore, una funzione memoria, che conta il tempo a partire dalla mancanza di tensione
ma richiede che il relè termico dell'intenuttore sia del tipo appositamente studiato (se il tempo di attesa programmato viene superato, il riavviamento del motore
per la protezione di motori (avviamento normale, avviamento pesante, ecc.). non avviene);
una funzione riavviamenlo vera e propria che conta il tempo a partire dal
ritorno della tensione e comanda il riavviamento dopo il tempo programmato.
6.2.4 Riavviamento automatico dei motori

In caso di brevi mancanze, o abbassamenti, di tensione è bene evitare l'a1Tcsto dci 63 Quadri di media tensione
motori; in subordine, accone prevedere il loro riavviamento automatico.
Ad esempio, nello schema radiale doppio, a seguito cieli 'intervento della commu- La nonna CE! EN 60298 (CEI 17-6), "Apparecchintura prefabbricata Con involu-
tazione automatica, i motori alimentati dalla sezione di sbarre trasferita da un tra- cro metallico per tensioni da l kV a 52 kV", prevede tre tipi di quadri a media ten-
sformatore all'altro rimangono senza alimentazione per uno o due secondi. sione: quadri blindali, quadri compartimentati (a celle) e quadri protetti. S
Se la mancanza di tensione è brevissima, al massimo 0,2 s, come avviene nel caso di Nei quadri blindati, i componenti di ogni unità Funzionale sono disposti in celle
guasti in rete eliminati dal primo gradino di selettività (0,1 s), si può evitare il distacco separate da diaframmi metallici.
dei carichi critici con sistemi diversi e di costo diverso (alimentazione dei circuiti ausi- Nei quadri compartimentati, i diaframmi sono di materiale isolante (questo tipo di
liari da UPS, contattori con bobina in corrente continua con condensatore). quadro non è utilizzato in Italia).
Un altro sistema, più semplice ed economico, consiste in un relè di minima ten- Nei quadri protetti non sono richiesti diaframmi né metallici, né isolanti, salvo
sione ritardato, che mantiene il suo contatto chiuso sull'alimentazione della bobina que11i necessari a separare fra dì loro le singole unitll funzionali.
del contattore per il tempo richiesto e che, al ritorno della tensione, provoca la I quadri blindati e protetti possono essere isolati in aria o in esafluoruro di zolfo (SF6 ).
richiusura del contattore (che nel frattempo si è aperto per mancanza di tensione ai
circuiti ausiliari).
Questo sistema è valido se la tensione ritorna entro tempi brevissimi. Per tempi 6.3.1 Quadri con isolamento in aria
più lunghi, come avviene nello schema radiale doppio quando interviene la com-
mutazione automatica, il rallentamento dei motori causa due effetti negativi: l'au- Nei quadri di tipo blindato sono contenuti entro celle separate almeno gli apparec-
mento della corrente di reinserzione dovuta all'incremento dello scorrimento chi principali di manovra, le sbaJTe di alimentazione e le morsettiere di connes-
(vedasi l'ig. 4.5) e lo sfasamento fra la tensione residua del motore e quella della sione dei cavi.
rete. Quindi al ritorno della tensione si può avere un notevole assorbimento di cor- Di solito, questa ultima cella contiene anche i riduttori di con'ente e il sezionatore
rente dovuta ad entrambe le cause. In conclusione, la corrente di reinserzione in di lena.
controfase può :lITivare a due volte il maggior valore della corrente assorbita per il La fig. 6.3 rappresenta un quadro di questo tipo; oltre alle celle sopra indicate è
solo aumento dello scorrimento. rappresentata anche la cella di bassa tensione, contenente relè di protezione, pul-
Per evitare questa situazione, si deve programmare il riavviamento dei motori santi, lampade di segnalazione e le relative morsettiere.
dopo un tempo di uno o due secondi dalla mancanza di tensione. Al ritomo della Le innumerevoli soluzioni sul mercato presentano sistemazioni diverse delle
tensione, si fanno ripartire i motori a gruppi. in modo da limitare la caduta di ten- sbarre principali, dell'inlelTuttore e delle terminazioni dei cavi.
sione, calcolando che il riavviamento avvenga alla piena corrente di avviamento,
senza tener conto dell'effetto opposizione di fase che dopo lino o due secondi si
può considerare esaurito. HLa nuova nonna EN 6227 l -200 sui quadri di medb tensione. recepita cOllie sesta edizione della
Per semplificare le cose, molto spesso si rinuncia alla richiusura entro 0,2 s e si llOrma cm 17-6. ha sostituito la precedente norma EN 6020R (quinta eùi"jD!lc ddla CEl 17-6), la quale
rimane comunque in vigore fino al 1/2/07.
prevede il semplice riavviamento ritardato per tutti i motori per i quali è richiesto.
La nUOVn norma modifica la classificazione dci quadri MT: poiché non trova anCOri\ applicazione PJ'.1tiC'l.
Per questo tipo di riavviamento, il mercato offre relè elettronici dotati di due funzioni: ci si riferisce qui alla precedente edizione della norllla CEI 17-6.
Elementi di progettazione elettrica
Apparecchiature elettriche 111
110

Il quadro di fig. 6.3 deve essere accessibile posteriormente, il che significa lasciare Nei quadri protetti il numero di celle è inferiore a quello prescritto per i quadri
uno spazio libero tra il retro del quadro e la parete della cabina di circa un metro. blindati. È ammesso, quindi, che tutti i componenti di una unità funzionale siano
Altre soluzioni permettono di accedere ai cavi dalla parle anteriore, eliminando così racchiusi in un unico involucro metallico senza diaframmi di separazione. In
realtà, le sbarre principali sono solitamente separate dal resto dell'unità funzio-
la necessità dello spazio libero posteriore.
Evidentemente, queste soluzioni richiedono una sistemazione ben diversa per l'in- nale, mentre l'apparecchio principale di manovra, le terminazionì dei cavi e i
terruttore, che è sollevato rispetto al piano di appoggio del quadro, e per le sbarre riduttori di corrente sono racchiusi in un'unica cella, fig. 6.4.
principali, le quali si trovano nella parte alta del quadro. In altri casi, si può accedere
ai cavi dopo aver estratto l'interruttore e rimosso la parete che divide la cella inter- La scelta tra quadri blindati o protetti è influenzata dal tipo di servizio richiesto,
dallo spazio disponibile per l'installazione dei quadri e dai costi.
ruttore dalla cella linea.

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LEGENDA
CD Sezionatore a due posizioni, sbarre Ci) Meccanismo di comando interruttore
LEGENDA e terra (in involucro sigillato in SF6 )
® Pannello protezioni
CD Cella interruttore @)Cella bassa tensione ® Sbarre omnibus
® Meccanismi di comando sezionatori
® Cella sbarre principali ® Interrultore estraibile li) Vano interruttore e cavo di alimentazione
Può contenere anche i ridultori di tensione e di corrente
@Cellalinea ® Sezionalore di terra

FIGURA 6,3 - QUlldro dì media tensione in aria di tipo blindato. FIGURA 6.4 - Quadro di media tensione in ari~1 di tipo protetto.
Apparecchiature elettriche 113
112 Elementi di progettazione elettrica

Il quadro blindato rappresenta la soluzione tecnicamente più completa, data la sua Anche i quadri in SF6 possono essere blindati o protetti, ma il tipo più diffuso è
suddivisione metallica in tre o più celle separate che permette la completa e sicura quello blindato.
accessibilità agli apparecchi di manovra (in qualsiasi condizione), ai riduttori di In fig. 6.5 sono riconoscibili le tre celle principali contenenti le sbarre, l'interrut-
corrente e ai terminali di cavo. Inoltre, iI quadro blindato offre un maggior grado tore e la linea.
di protezione contro il propagarsi degli effetti dei guasti interni, sia all'interno sia Si tratta di tre contenitori a tenuta di gas collegati fra di loro mediante isolatori
all'esterno del quadro. passanti.
Il quadro blindato costituisce l'unica soluzione quando le potenze in gioco sono L'interruttore è in esecuzione fissa, sezionabile a monte e a valle mediante sezio-
molto elevate. natori che trovano posto nella cella sbarre e nella cella linea. Il fatto che l'interrut-
Di contro, il quadro protelto richiede spazi minori del quadro blindato, sia per la tore non sia estraibile è certamente un punto a sfavore di questo tipo di quadro, ma
sua profondità assai ridotta, sia perché completamente accessibile dalla parte fron-
tale e quindi accostabile a parete.
Come già detto, alcuni costruttori hanno adottato soluzioni che permettono l'acco- I
A Se~. A-A'
stamento a parete anche del quadro blindato. In ogni caso, le dimensioni frontali e
laterali del quadro blindato sono nettamente maggiori di quelle del quadro protetto
(la dimensione laterale è circa il doppio).

In definitiva, si può dire che anche il quadro protetto, nei limiti sopra indicati,
trova il suo utilizzo nell' industria, grazie alla sua economicità non disgiunta dalla
sicurezza di manovra che, con opportuni blocchi, viene garantita anche per questo
tipo di quadro.

6.3.2 Quadri in esafluoruro di zolfo

L'esanuoruro di zolfo (SF6 ) fu inizialmente impiegato come mezzo isolante e di


estinzione delrarco negli interruttori di alta e in seguito di media tensione; succes-
sivamente fu utilizzato come mezzo di isolamento nelle stazioni blindate di alta
tensione.
Più recentemente ha trovato impiego anche nei quadri di media tensione.
LEGENDA
I vantaggi di un quadro di media tensione isolato in SF6 sono molteplici e deri- (1) Cella (sbarre. interruttore, linea) isolata in SFs ® Sistema di sbarre
vano essenzialmente da due fattori: @ Interruttore ()) Valvole di sicurezza
indipendenza dell'isolamento dalle condizioni ambientali (agenti inquinanti, (ID Sezionatore a due posizioni: ® Lampada segnalazione presenza
umidità) e dunque maggiore affidabilità, minore necessità di manutenzione, chiuso - a terra tensione
possibilità di impiego in condizioni difficili senza necessità di accorgimenti @ Terminali a innesto (]) Comando dell'interruttore

particolari; ® Cella di bassa tensione @ Manovra dei sezionatori

minore ingombro, dovuto alle migliori qualità dielettriche del gas rispetto a
quelle dell'aria, c dunquc facilità di rimpiazzare quadri esistenti con altri aventi
FIGURA 6.5 - Quadro in esanuoruro di zolfo di lipo blindalO.
prestazioni superiori e un numero più elevato dI unità funzionali.
Elementi di progettazione elettrica
Apparecchiature eletlriche 115
114

l'interruttore può essere smontato e sostituito in condizioni di estrema sicurezza, li punto debole delI'interruttore sotto vuoto è invece lo strappamento dell'arco:
anche se, ovviamente, in tempi molto più lunghi rispetto a quelli richiesti dagli l'estinzione della conente prima del passaggio per lo zero provoca sovratensioni. I
primi interruttori sotto vuoto erano sempre forniti di scaricatori di sovratensionÌ.
interruttori estraibili dei quadri in aria.
I riduttori di corrente possono essere incorporati negli isolatori passanti o possono Poi ci si è resi conto che se il circuito è sufficientemente capacitivo, ad esempio
essere inseriti sui cavi sotto Fanna di riduttori toroidali (quindi con prestazioni grazie alla capacità dei cavi, il pericolo relativo alle sovratensioni non esiste o è
assai limitato,
piuttosto basse).
I terminali dei cavi sono di tipo a innesto, mentre la cella linea contiene anche i1 Da notare che, nel caso di comando motori, il rifasamento individuale, par. 13.3, è
sezionatore di terra. Sul fronte del quadro sono posizionati la cella bassa tensione, quanto mai benefico sotto questo punto di vista e, anche secondo gli stessi costrut-
gli oblò per il controllo visivo della posizione dei sezionatori, i comandi degli tori, permette di evitare sempre gli scaricatori per quanto riguarda le sovratensioni
di manovra.
interruttori e le manovre dei sezionatori.
Il quadro è anche dotato di pressostati di controllo e di valvole di sovrapressione. In conclusione, entrambi gli interruttori sono sicuri ed affidabili e la scelta viene
fatta ormai unicamente su basi economiche (simpatie a parte per l'uno o per l'altro
tipo di interruttori).
6.4 Apparecchiature di media tensione

6.4.1 Interruttori di media tensione 6.4.2 Contattori di media tensione

Gli interruttori di media tensione si distinguono In relazione al mezza in cui I contattori sono apparecchi di manovra derivati dagli interruttori: sono quindi
avviene l'interruzione di corrente: anch'essi in ~safluoruro di zolfo o sottovuoto,
Naturalmente hanno potere d'interruzione ridotto e necessitano quindi di fusibili
• interruttori in olio ridotto;
• interruttori in aria a deionizzazione magnetica; per la protezione contro il cortocircuito.
• interruttori ad aria compressa (per 20 kVe 30 kY); Hanno in generale una corrente nominale di 400 A e possono essere tranquilla-
mente usati per il comando di motori a 6 kY fino a circa 1000 kW. Un motore da
• interruttori in SF6~
1000 kW a 6 leV ha, infatti, una corrente nominale di circa 120 A, il margine in
• interruttori sotto vuoto,
COlTente è notevole e quindi il contattore può sopportare anche lunghi avviamenti.
I primi tre tipi di interruttori sono annai abbandonati, il quarto e quinto si conten- Per potenze superiori si consiglia di passare all'intelTuttore.
dono il mercato mondiale. 9
Ciò premesso per motivi stonci, consideriamo gli unici interruttori ora usati, cioè
gli interruttori in esafluoruro di zolfo e quelli sotto vuoto. 6.5 Quadri a prova d'arco interno

L'interruttore in esafluoruro di zolfo presenta il pericolo, molto remoto, di un cat- L'energia sviluppata dall'arco elettrico può essere tale da provocare gravi danni a
tivo funzionamento per la perdita del gas, Un apposito pressostato segnala la ridu- persone e cose, anche se non investite direttamente dalla scarica.
zione di pressione molto prima che questa scenda a valori pericolosi, Tn alcuni quadri a giorno, privi quindi di ripari contro l'irraggìamento, il calore
emesso dall'arco elettrico è stato sufficiente per produrre effetti letali.
9 L'interruttore in olio ridollo, economico e di modeste dimensioni, ha tenuto il campo per decenni, in -competi- Con l'avvento dei quadri protetti e blindati, il problema, che sembrava risolto alla
zione con l'interruttore in aria a deionizzazione magnetica, costoso ed ingombnlllte. mI! favorito dalla leggenda secon-
do cui ['interrullore in olio era inadatto al comando dci motori a media tensione e richiedeva continue sostituzioni del-
radice, si è ripresentato con lo stesso grado di pericolosità, anzi la costruzione chiusa
l'olio. In reahà, l'inlerrullore in olio poteva comandure senza difficoltà ]TIntori nnche di rilevante potenza che, proprio dei quadri ha accentuato il pericolo delle sovrapressioni interne dovute al riscalda-
per le loro taglie. non venivano certamente inseriti e disinseriti in continuazione. mento dell'aria; per ovvii motivi, questo fenomeno è invece assente nei quadri a
Gli interruttori ad aria compressa er:\IIo usmi essenzialmente negli impianti li 30 kV dove em richiesto un ekVll10 potere
gìomo.
di intcrruzione.
116 Elementi di progettazIone elettrica Apparecchiature elettriche 117

I pericoli provocati dagli archi all'intemo di un quadro sono di tre tipi: Ci si può chiedere se sia opportuno adottare quadri di media tensione sottoposti
cedimento dell'involucro per effetto della pressione; alla prova di tenuta all'arco interno, In un locale sempre presidiato, la prova di
proiezione di materiali incandescenti all'esterno e forature nelle pareti dei quadri; tenuta all'arco interno è doverosa e va condotta con il più severo fra i due tipi cii
emissione di gas e vapori a temperature elevate. prova possibili. Ma quando mai un quadro a media tensione si trova in un locale
con presenza continua, o almeno frequente, di persone? Ci sembra un'ipotesi da
La norma CE! 17-6, all'Appendice "AA - Guasti intemi", si occupa dell'argo- scartare, come hanno già fatto numerosi costruttori.
mento per quanto riguarda l'apparecchiatura da l kV a 52 kV,.lO .., Rimane quindi il caso del quadro in cabina 1100malmente 110n presidiata, in cui il
La norma prescrive misure precauzionali sia di tipo ~reventlv~, ~er dlffimllJre la personale è presente per il tempo necessario per manovre, per sostituzioni di appa-
probabilità che l'arco si manifesti, sia di tipo repreSSIVO, per, hmltarne le conse- recchi e per tutte quelle operazioni che vengono fatte senza togliere tensione al
guenze per le persone; fornisce inoltre le indicazioni necessane per ~ro~are se un quadro.
quadro non costituisce un pericolo per le persone anche quando SI SVIluppa un A questo punto, ognuno deve decidere come meglio crede. Di solito il progettista
arco al suo interno (quadro a prova d'arco interno). .... . non è chiamato a prendere questa decisione in quanto è il committente che decide
Poiché si tratta di una prova particolarmente gravosa, occorre hmllare l valofl dI se affrontare o no una maggiore spesa per avere un quadro adatto a reggere le sol-
corrente e di durata dell'arco allo stretto indispensabile, senza inutili margini che lecitazioni dell'arco interno.
avrebbero l'unico risultato di rendere eccessivamente costoso, o addirittura irrepe-
ribile sul mercato, il quadro richiesto. Un punto importante, che non è mai stato sufficientemente chiarito, è il seguente:
Il valore di corrente va fissato in funzione del reale livello di c?rtocircuito, la in base a quanto suddetto l'arco deve essere eliminato entro 0,1 s -+ 0,15 s con l'in-
durata in funzione del reale tempo di intervento delle protezioni. E quindi estre- tervento dei sensori, oppure entro 0,5 s -+ 1 s per l'intervento dei relè di massima
mamente importante limitare la corrente di cortocircuito, come abbiamo più volte corrente. Ma quale organo deve intervenire? L'interruttore generale del quadro
suggerito, a non più di 31 ,5 kA. . .... non convince, perché esso fa parte del quadro, può essere coinvolto dall'arco, che
Nella maggior parte dei casi si può contare su protezionI che elimmll10 11 ~uasto può avvenire sui morsetti d'ingresso, quindi rendere inefficace la sua apertura.
entro 0,5 s, comunque non si dovrebbe mai superare l s. A ~uesto ,prOpOsI,ta va Deve intervenire l'interruttore a monte del quadro in questione. Se il quadro è ali-
detto che la norma suooerisce
o::>
di limitare la durata d'arco medlllnte nvelaton• sen-
• mentato direttamente dal secondario di un trasformatore. dovrà intervenire l'inter-
sibili alla luce, al calore o alla pressione, in grado di far intervenire le protezlOllI a ruttore sul primario del trasformatore. Questa sembra l'unica soluzione del pro-
monte del quadro al primo manifestarsi dell'arco. In questo caso, si può contare su blema.
una eliminazione del guasto entro 0,1 s ...;-0,15 s. I principali costruttori si stanno
orientando verso l'utilizzo dei rilevatori di sovrapressione. Solitamente, per dare sfogo alla sovrapressione che sÌ fomla all'interno del quadro
Durante la prova d'arco le manifestazioni esterne al quadro non devono cos~ituire
un pericolo per le persone. La prova è considerata superata quando le mamfesta-
I durante l'arco, vengono previsti sul soffitto del quadro stesso alcuni portelli incer-
nierati (flap) normalmente chiusi (la chiusura è affidata unicamente al proprio
zioni esterne si mantengono nei limiti prescritti.
l quadri resistenti all' arco interno sono particolmmente cons.iglìati quan~o vicin? I peso) che, per effetto della pressione, si aprono facendo sfogare verso l'alto i gas e
i vapori ad alta temperatura.
al quadro è prevista la presenza permanente di persone. Infatti la norma da pr~scn­
zioni di prova più severe nel caso di locale presidiato risp~etto a qu~:le relatIve a~ I Tutlo va bene durante la prova di tipo che viene fatta nei saloni altissimi dei labo-
caso di locale non presidiato. Poiché questo secondo caso e quello pllI frequente, l !! ratori di prova, ma che succede in cabina? l gas e i vapori incontrerebbero, a uno o
costruttori adottano di solito questo secondo tipo di prova. due metri al di sopra del quadro. il softitto della cabina e verrebbero respinti verso

Riguardo la prova d'arco interno dei quadri di media tensione vedasi anche la nuova nonna EN. 62271-200.
[ il basso, investendo le persone presenti, in particolare quelle disposte davanti al
!
l{)
quadro per le manovre.
par. 6.3. Per la prova d'arco interno in qmlllri di bas.sa lensiOlw: si rimanda lllla nonna CEI 17-~6.tradu~lone ~cl rap-
Una prima e immediata soluzione adottata in passato era costituita da una pensi-
pono IEC 61641. la quale indka,llhneno in prima approssimalinne. come condurre le eventualI prove d urco IIllerno.
I lina larga circa un metro, installata tutto intorno al quadro ed affrancata al quadro
In proposito vedasi anche il supplemento "'Quildri a prova d'arco iJ1\erno"lI TUlloNormel 5/l999.
!
~
Tipi di cavi 119
118 ElemenU di progettazione eleUrica

stesso nella sua parte più alta, in modo da proteggere la zona immediatamente
vicina al quadro.
Una seconda, e più meditata, soluzione consiste nel montare sul quadro un COD-
dotto a sezione rettangolare, entro il quale confluiscono dai vari porte11i i gas e i
vapori ad alta temperatura, che così non si diffondono più in cabina. Il condotto
porterà gas e vapori all'esterno del1a cabina stessa.
Rimane da studiare l'uscita all'esterno del condotto in modo che non costituisca
un pericolo per eventuali passanti. Naturalmente si risolverà quest'ultimo pro-
blema di volta in volta, in base alla situazione locale.

7 TIPI DI CAVI

7,1 Cavi di bassa tensione

I cavi di bassa tensione sono costruiti per i seguenti valori della tensione verso
terra U(l e della tensione nominale U:

300/300 V 300/500 V 4501750 V 0.6/1 kV

[ cavi di bassa tensione possono essere isolati in PVC, EPR, XLPE. l


La temperatura massima a regime per i cavi in EPR e XLPE è di 90°C; per cavi
in PVC di 70°C.
Di conseguenza, i cavi in EPR e XLPE hanno, a parità di sezione e di posa, una
portata maggiore dei cavi in PVC (tabelle 9.A e 9.B).
Ciò però non vuoI dire che convenga sempre scegliere i cavi in EPR o XLPE poi-
ché sono ovviamente più costosi, quindi occorre mettere a confronto il vantaggio
della sezione minore con lo svantaggio del costo maggiore. Ad esempio, un cavo
di sezione 2,5 mm' in PVC può essere sufficiente per alimentare piccoli motori
con potenze fino ad una decina di kilowatt a 400 V.
Quando le potenze sono maggiori, l'uso dei cavi in EPR e XLPE può essere con-
veniente; lo diventa sicuramente per potenze deJrordine delle decine o centinaia
di kilowatt. In breve, la scelta va fatta in funzione del numero e della potenza dei
carichi da alimentare.:2

I I cavi in gomma butiliClI non sono pii! ulilizz:lIi. I cavi 0,6/1 kV sono specificati per una tensione massima di 1,1 kY.
~ Pcr una scclla più aCCUl1l1a si dovrebbe lenere conio delle perdite in esercizio (sezione economic.1 de1lllVO).In luoghi
panicolarì puo prevalere, inoltre, l'esigenzlI di ridurre fumi, gas tossici e corrosivI sviluppati nell'incendio dei cllvi.
120 Elementi di progettazione eleUrica Tipi di cavi 121

Per circuiti di comando, segnalazione, misura, illuminazione, prese, ecc., iI cavo (ex impianto AD-PE) cavi corrispondenti alla norma CE! 20-22 (cavi non propa-
in PVC è in generale conveniente. ganti l'incendio), simile, ma non identica, alla norma lEC 60332-3,
Per quanto riguarda le tensioni nominali, è abbastanza usuale utilizzare cavi con La norma CE! EN 60079-14 (CE! 31-33) richiede invece, nelle analoghe condizioni
tensioni Uo/U = 450/750 Y; per la forza motrice sono spesso usati i cavi con ten- di posa, cavi semplicemente rispondenti alla nonna IEC 60332-1 (CE! 20-35) rela-
sioni Uo/U = 0,6/1 kY. tiva alle prove su cavo singolo (cavi non propaganti la fiamma).
In genere, i quadristi usano i cavi con Uo/U = 450/750 Y anche per i circuiti di In sostanza, mentre la norma CEI 64-2 richiedeva cavi non propaganti l'incendio
forza motrice. (CE! 20-22), la norma CE! 31-33 richiede semplicemente cavi non propaganti la
fiamma (CE! 20-35). Ciò semplifica notevolmente il problema (e riduce i costi)
dei cavi negli impianti nei luoghi con pericolo di esplosione.
7.2 Cavi di media tensione I cavi non propaganti l'incendio sono, invece, tichiesti nei luoghi a maggior
rischio in caso di incendio.
I cavi di media tensione vengono costruiti per le seguenti tensioni nominali Vo/V: 3 Si ricorda in proposito che, se il fascio di cavi è di dimensioni superiori a quelle di
prova (CEI 20-22), occorre anche installare barriere tagliatiamma ogni lO m sui
1,8/3 kY (Um = 3,6 kY) 3,6/6 kY (Um = 7;2 kY) 6/10 kY (Um = 12 kY) tratti verticali del fascio,

8,7/15 kY (U m = 17,5 kY) 12/20 kY (Um = 24 kY) 18/30 kY (Um = 36 kY)


7.4 Considerazioni sulla funzione dell'armatura dei cavi
Quando il neutro della media tensione è collegato a terra tramite resistenza,
par. 2.3, il cavo può essere scelto con tensione U uguale alla tensione nominale di L'uso dei cavi armati nell'industria è molto diffuso, ma questa scelta non trova
rete (ad esempio, per rete a 6 kY si adotterà il cavo con U,,/U = 3,6/6 kY), mentre giustificazioni, se non in tradizioni impiantistiche obsolete. r cavi armati hanno le
in caso di neutro isolato conviene passare al cavo con valori di Vo/V immediata- seguenti controindicazioni:
mente superiori (ad esempio, per rete a 6 kY si utilizza un cavo con tensioni Cl) maggior costo dei cavi;
Uo/U = 6/1 O kY). 4 b) maggior costo delle passerelle (i cavi armati pesano molto di più dei cavi non
L'isolante è esclusivamente EPR o XLPE; in media tensione il PYC non viene più ammti);
usato. c) maggiori difficoltà di installazione (e quindi maggior costo) a causa del peso
più elevato e della maggior rigidità rispetto ai cavi non armati, quindi con raggi
di curvatura maggiori che richiedono anche curve delle passerelle di raggio più
73 Cavi non propaganti l'incendio grande;
d) uso, ove richiesto, dei pressacavi per cavi armati, che, oltre ad essere notevol-
Un discorso a parte richiede il comportamento dei cavi nei confronti dell'incendio. mente più complicati e costosi dei pressacavi dei cavi non armati, richiedono
La vecchia nonna italiana per gli impianti nei luoghi con pericolo di esplosione, personale con particolare esperienza nella lavorazione delle estremità dei cavi. 5
CEI 64-2, richiedeva per i cavi non racchiusi in tubi d'acciaio per tutto il percorso
L'unico vantaggio del cavo armato è che non richiede una protezione meccanica
3 La tensione ma~sima U m (kV) è imJicula nelle nonnc IEC 60502~ l c IEC 60502-1 per i cavi per tensioni da l kV
(ad esempio mediante tubo rigido o flessibile) ave esista la possibilità di danneg-
Il 3D kV e rappresenta la più ultu tensiune concatenatll, in un punlo qualsiasi, clle il Cavo può sostenere in conùizioni giamento.
ordinarie di esercizio, escludendo quindi &iluazioni anomale, aoche solo lempornnee, come ad esempio una fase a
terra. 5 Da notare che il pressacavo per callo armalo. oltre all':mello di tenuta sulla guaina esterna del cavo come il
Nei si~temi a neulro isolnto, in caso ùi guasto monohl~e li terra Un = U C il cavo viene maggionnenle sollecitato
4 pressaC:lIIO nonnale. ha un doppio anello metallico tronco·conico per la messa a terra dcll'anllalUra allrilverso il cnrpn
per il tempo per cui permane il guasto. COme l'esperienza insegna, questo tempo puil superare abbondantemente olto del pressacavo stc~so e un secondo anello di tenuta sulla guaina intema del c,wo. Nei pn!)S.1c,1Vi Ex d questo secondo
ore (CEI 11·17. nrt.l.I.03) e conviene dimensionare il cavo come suindicalo. nnello ha .mche la funzione di tenU[:l nll'esplosione
1,,2=20-____________________ ~E~le~m~e~n~li~d~jEpr~o~g~e~lta~z~jo~n~e~e~l~et~tr~jc~a~ ________________________ llpi di cavi 123

Ad esempio, in prossimità dei motori per il cavo amlato non è richiesta alcuna
protezione meccanica, oltre a quella già assicurata dall'annatura, mentre l'ultimo
tratto del cavo non armato viene protetto di solito mediante tubo flessibile.
LEGENDA

1) Cavo [n bassa tensione è sufficiente la messa a terra dell'mmatura metallica ad una sola
2) Schermo metallico estremità, il che può essere fatto agevolmente sul quadro, collegando mediante
3) Treccia piatta, sezione ~ 16 mm2, calza di rame
flessibile stagnata
treccia flessibile l'armatura del cavo alla sbarra di terra del quadro. In questo
4) Deflettore modo, non è più necessaria la messa a terra all'estremità opposta mediante l'appo-
5) Nastro semicondutlore sito pressacavo, che quindi può essere di tipo normale. (,
6) Nastralura
7) Barra di terra del quadro (nella terminazione
lato molore o Irasfonnalore è sostituita dal bullone La faccenda si complica in media tensione. Un cavo di media tensione è conside-
di lerra all'interno della scatola morsettiera) rato privo di protezione contro i contatti diretti, se non è protetto da un rivesti-
8) Armatura (eventuale)
9) TA toroidale per protezione omopolare
mento metallico continuo messo a terra ad entrambe le estremità.
(solo nella terminazione Ialo quadro) Secondo alcuni, questo vuoi dire che il cavo di media tensione deve essere sempre
10) Capocorda armato. Il che non è vero, perché il rivestimento metallico continuo sui cavi di
11) Anello sull'armatura (materiale come punto 3)
media tensione esiste già ed è lo schermo per il contenimento del campo elettrico,
12) Fascetta con vite senza fine
che può essere unico fino a 6 kV e che, oltre questa tensione, è previsto sulle sin-
gole anime. Quindi basta mettere a tetTa lo schermo, o gli schermi, ad entrambe le
estremità.
Si ricorre anche in questo caso alla treccia flessibile che viene collegata in par-
tenza alla sbana di telTa del quadro e in anivo al morsetto di terra posto aB'in-
temo della scatola morsettiera del motore o del trasfornlatore alimentato, fig. 7.1.

(, In veri/il, si può sempre lI1ilizznrc il pressacavo per cavo normale, che non richiede alcuna speciale lavorazione,
poiché il C:lVO viene (auo passare imcmmente attraverso il pressacavo e la tenuta è realizzata da\l"anel!o che preme
FIGURA 7.1 _ Messa il terra degli schermi e dell'armatura nelle terminazioni di cavi a media tensione. sulla guaina esterna del cavo (questo anche nel pressacavo Ex d).
Posa dei cavi 125

8 POSA DEI CAVI

8.1 Posa in aria libera

La posa dei cavi in aria libera è il tipo di posa più frequente, più semplice e conve-
niente negli impianti industriali.
La posa del singolo cavo in aria libera non presenta problemi: il cavo può essere
graffettato alle strutture, metalliche o in muratura, oppure supportato da un tubo
discontinuo in metallo o in materiale plastico.
La discontinuità del tubo consente la libera circolazione dell'aria e non riduce la
portata. [noltre il cavo va lasciato libero nelle curve (quando ovviamente non sia
esposto a danneggiamenti accidentali, ad esempio è posato ad altezza superiore a
2,5 m dal piano di calpestio); si eliminano così anche i punti critici per la posa del
tubo e del cavo.
H tubo può essere sostituito da un profilato alleggerito a L o a C che consente
anche il fissaggio del cavo mediante lacci in plastica utilizzando le asole del profi-
lato. Questo tipo di posa non richiede alcun coefficiente di riduzione rispetto alle
portate teoriche dei cavi in aria libera.

La posa in aria di più cavi può avvenire su mensole, o con collari al muro (a
distanza dal muro di un terzo del diametro del cavo); ma la posa più diffusa è su
passerelle (perforate o a traversini).
Le passerelle perforate possono essere utilizzate per circuiti di comando, con-
trollo, strumentazione, misura, cioè per circuiti in cui la produzione di calore
dovuto alle perdite è trascurabile.
Per i cavi di potenza è consigliabile la passerella a traversini, che consente la mas-
sima ventilazione. Le passerelle a traversini possono essere in acciaio zincato a caldo
.c12"6=-_ _ _ _ _ _ _ _ _-=E"le"m"e"n,,ti"dì",progetlazione elettrica Posa dei cavi 127

(più diffuse), in alluminio o in acciaio inossidabile. Esistono anche, per ambienti La larghezza delle passerelle è normalmente di 200 - 400 - 600 - 800 - 1000 mm.
estremamente COITosivi, passerelle in resina pollestere rinforzata con fibre di vetro, Poiché il profilato laterale non cambia, evidentemente la portata è la stessa per
molto costose. tutte le larghezze; quindi la passerella va verificata staticamente per la massima
Alcuni semplici consigli possono essere utili per scegliere le passerelle a traversini. larghezza. Se la passerella più larga è idonea, anche le passerelle con larghezze
I traversini dovrebbero avere un interasse di circa 250 mm e forma a C rovesciato, minori, che presumibilmente conterranno meno cavi e quindi sopporteranno pesi
per evitare ristagni d' acqua, fig. 8.1 . inferiori, saranno idonee a maggior ragione. l
I profilati laterali, che devono reggere tutto i1 peso dei cavi, devono avere una Il carico dei cavi per ogni metro di passerella deve essere indicato dal progettista,
sezione li L, o a C. con il bordo superiore arrotondato per evitare danneggiamenti in base al numero e al tipo di cavi che intende posare. In aggiunta, si dovrà preve-
dove il cavo esce dalla passerella. Per i profilati laterali la sezione può essere dere, nel centro della campata, un carico concentrato corrispondente a lIna per-
anche a Z. L'ala inferiore dei profilati a L, C o Z deve essere posta verso !'inLerno sona. Come l'esperienza insegna, è infatti indispensabile tenere conto della pre-
della passerella, in modo che il traversino appoggi su di essa, fig. 8.1. Il traversino senza di una persona che cammina sui traversini, anche se non dovrebbe (si
viene poi saldato al profilato. suggerisce di considerare una massa di 90 kg).
La freccia dovuta ana deformazione della passerella non deve superare lo 0,5%
della campata nelle condizioni di carico suddette. Quindi per una campata di 3 m
la freccia non deve superare 15 mm. 2
Poiché le passerelle sono normalmente costituite da pezzi di 3 m, è importante
controllare il loro comportamento quando la giunzione viene a posizionarsi nel
centro della campata. L'elemento di giunzione, formato da una piastra imbullonata
esternamente ai due profilati da congiungere, deve avere anch'esso una forma ana-
loga a quella del profilato laterale. I bulloni devono essere almeno otto, cioè quat-
tro per ogni estremità, in modo da costituire un elemento di giunzione sufficiente-
mente rigido, fig. 8.2.
Le passerelle sono ovviamente dotate di numerosi accessori. In particolare occorre
controllare bene le curve, in piano e in verticale, e specialmente il loro raggio di
curvatura, che va stabilito in modo da non costringere i cavi a raggi di curvatura
eccessivamente ridotti, CEI 20-40 "'Guida per l'uso di cavi in bassa tensione" e
CE! 20-67 "Guida per l'uso di cavi 0,6/1 kV".
Naturalmente ci si affiderà al catalogo di un buon costruttore, ponendo attenzione
al giunto di cui si è detto. La bulloneria sarà in generale in acciaio inossidabile.
Bisogna anche porre attenzione ai sistemi di fissaggio delle passerelle, che devono
essere robusti e non devono allentarsi.
In un impianto industriale, il sistema di passerelle è assai importante. Frecce
eccessive, giunzioni non sufficientemente robuste, raggi di curvatura troppo pic-
coli, sono sotto gli occhi di lutti e attirano critiche feroci; sono peraltro difficil-
mente migliorabili a cose fatte.

Profilato lalerale a L Profilato laterale a C Profilato laterale a Z


I Si sconsiglia di utilizzare. in uno stesso impianto. passerene con profilati lalemli diversi in fllll7.inne delh\ lllr·
ghezza. cioc profilati laterali più lIlti per pnsserelle piil lar~he. Ciò creerebbe difficoltn nel mOlltaggio.
FIGURA R.\ - Tipi e disposizione dei profilati utilizzati per le pnsserelle. 2 Ovviumenle la freccia si ridllITflnotevoll1lcnte in a,senza del1n persona.
-128 ----------======='--------
Elementi di progellazione elettrica Posa dei cavi 129

Dal punto di vista teorico, i calcoli relativi alla portata dei cavi interrati sono
basati sul passaggio del calore, prodotto dalle perdìte dai cavi, verso il terreno e da
Profilato questo all'atmosfera sovrastante la zona di posa.
laterale
Quindi gli elementi che intervengono (oltre alla disposizione dei cavi stessi e alla
\ distanza reciproca) sono fondamentalmente due: la profondità di posa e la resisti-
vità termica del terreno.
Elemento
di giunzione
Contrariamente a quanto si pensa comunemente, aumentando la profondità di posa si
riduce la portata del cavo. Più profondo è il cavo, maggiore è infatti la massa di ter-
reno che il calore prodotto dai cavi deve attraversare per raggiungere la superticie.
o- --_._--_.- Per quale motivo, allora, i cavi vengono posati a profondità di posa maggiori di
O O 70",80 cm, spesso di un metro?
O / O
O ( O
O lO O
O O Qui interviene il secondo elemento fondamentale da cui dipende la portata dei
O- ---L-O O
lO
cavi interrati: la resistività termica del terreno. La portata di un cavo interrato
O I O
diminuisce all'aumentare della resistività termica del terreno. Poiché la resistività
I
termica aumenta con la siccità, si consiglia di evitare gli strati più superficiali del
terreno soggetti all'essiccamento.
Per i cavi interrati in tubo, la variazione di portata in funzione della resistività del
terreno è molto più limitata per effetto dell'aria stagnante all'interno del tubo, che
influisce negativamente riducendo notevolmente i vantaggi di una buona resisti-
vità termica del terreno.
FIGURA 8.2 - Le giunzioni tra i diversi pezzi della passerella devono essere rigide (almeno otto
bulloni).
La resistività termica del terreno, pertanto, è la vera incognita che influenza in
modo decisivo la portata dei cavi interrati.
Si deve controllare, infine, l'assenza di bordi taglienti, in particolare nelle passe- Un errore nella valutazione del1a resistività termica del terreno può condurre a cal-
relle in acciaio zincato, perché spesso è la stessa zincaturn a formare zone che pos- colare una portata molto maggiore di quella realmente ammissibile, con conse-
sono danneggiare j cavi durante la posa. guenti gravi danni per i cavi.
Fasci di cavi progettati e calcolati da importanti società, che pure avevano utiliz-
zato formule di calcolo universalmente accettate, sono andati completamente
8.2 Posa interrata distrutti. Il motivo è sempre lo stesso: una valutazione troppo ottimistica della
resistività termica del terreno.
La posa interrata presenta numerosi problemi e maggiori incertezze per stabilire la
portata dei cavi, rispetto alIa posa in aria libera. La resistività termica del terreno si può misurare con adeguati strumenti, ma il
Il progettista deve stabilire la profondità di posa e scegliere tra posa diretta e posa punto fondamentale è che dipende in modo sostanziale dal contenuto di umidità
entro tubi (in plastica o metallici)_ del terreno al momento della misura.
Salvo negli attraversamenti sotterranei di strade o ferrovie, è bene evitare la posa La misura dovrebbe essere effettuata nel periodo dell'anno di massima siccità. Ma
entro tubi, perché è ingombrante, costosa e riduce la portata dei cavi a causa del- non è tutto: il calore disperso dai cavi è a sua volta un elemento che agisce sull'u-
l'effetto coibente dell'aria contenuta nei tubi stessi. midità del terreno, provocando un ulteriore essiccamento.
130 Elementi di progettazione eleUrica Posa dei cavi 131

TABELLA S.A - Resistività termica media di alcuni tipi di terreno e materiali. La posa interrata è fonte di guai anche per altri motivi:
• difficoltà di sostituzione o aggiunta di cavi durante l'esercizio dell'impianto,
Tipo di terreno e di materiali Resistività termica
che spesso induce a posare nuovi cavi in aria libera, per evitare la riapertura
(K·mfW)
degli scavi;
Terreno con basso contenuto di umidità 2 • interferenze con altre condutture interrate di vario tipo, quali tubazioni dell'ac-
Terreno compatto con normale contenuto di umidità l
qua, tubazioni di processo, fognature, ecc.

Terra argillosa l
Non va dimenticato, infine, che gli scavi per la posa interrata di cavi costituiscono
Sabbia asciutta 3 spesso un notevole intralcio durante il montaggio dell'impianto, specialmente per
Sabbia satura di umidità 0,5 quel che riguarda i mezzi di trasporto.
Mattoni 1,15 In conclusione, la posa interrata va utilizzata solamente quando è indispensabile e
possibilmente per poche ed importanti linee a media tensione, ma mai per l'ali-
Calcestruzzo l,l
mentazione dei carichi in bassa tensione, quando sono in ba110 centinaia di cavi.
Torba asciutta 14
Pietra compatta (ad es. granito, basalto, marmo) 0,5
Ghiaia 3
Scoria di coke 6

In particolare, i cavi in XLPE ed EPR, con una temperatura di funzionamento di


90 "C, determinano un aumento notevole della resistività termica del terreno cir-
costante.

Più un materiale è compatto, e quindi meno aria contiene, più bassa è la sua resistività
tennica (l'aria è un forte isolante termico). La tabella S.A fornisce i valori indicativi
della resistività termica di alcuni tipi di terreno e di materiali utilizzati nell'edilizia.
La resistività termica della sabbia variL1 enormemente in funzione del tenore di
umidità. Nel caso di un cunicolo in mattoni, o di calcestruzzo, riempito di sabbia è
prudente non scendere mai al di sotto di 2 K· m/W.

Quando la posa avviene direttamente nel terreno, il materiale di riempimento è di


solito lo stesso materiale dello scavo, la cui resistività è stata preventivamente
misurata e quindi è nota; tale materiale però deve essere nuovamente compattato.
Spesso il terreno è un insieme di argilla, sabbia, ghiaia. detriti vegetali, pertanto
con valori estremamente variabili in funzione della composizione c del contenuto
di umidità.
In definitiva, la portata dei cavi interrati è difficilmente valutabile e occorre essere pru-
denti, il che comporta, purtroppo, una riduzione della portata e un aumento del costo.
Per la portata dei cavi interrati vedasi il par. 9.1.2.
Sezione dei cavi 133

9 SEZIONE DEI CAVI

9.1 La portata

9.1.1 Generalità

L'impiantistica elettrica industriale non richiede calcoli di estrema precisione, poi-


ché si basa sempre su dati incerti ed approssimativi.
Questo concetto generale è particolarmente vero per il calcolo della portata dei
cavi, soggetto ad una serie di ipotesi spesso difficili da ricondurre a dati reali e
riscontrabili. Per dimensionare i cavi occorre infatti:
• ipotizzare la corrente in ogni singolo carico e la contemporaneità dei carichi;
nella posa in aria, definire la disposizione dei cavi nelle singole passerelle
sovrapposte ed ipotizzare la temperatura dell'aria ambiente;
• nella posa interrata, stabilire la disposizione dei cavi in ogni strato, il numero
degli strati e la profondità di posa, nonché ipotizzare la resistività termica e la
temperatura del terreno.
A fronte di tutte queste ipotesi di calcolo è perfettamente inutile distinguere i cavi
armati dai cavi non armati, o i cavi di bassa da quelli di media tensione. Le piccole
differenze teoriche a favore dei cavi non amlati eIa di bassa tensione rispetto a
quelli armati e/o di media tensione, a causa dei minori spessori dell'isolante e
delle guaine, lasciano il tempo che trovano; tenerne conto serve soltanto a compli-
care inutilmente i calcoli.
Si distinguono quindi i cavi (in rame) esclusivamente in base al tipo di isolante:
PVC (cloruro di polivinile), con una temperatura massima di funzionamento di
70 "C, EPR (etilenpropilene) e XLPE (polietilene reticolato), entrambi con una
temperatura massima di funzionamento di 90°C.
134 Elementi di progettazione elettrica
l
i Sezione dei cavi 135

Le portate indicate nel seguito sono basate soprattutto sulla norma IEC 60364-5-523 I fattori di correzione della tabella 9.E tengono conto della resistività termica del
(ed. 1999) relativa alle portate dei cavi di bassa tensione, dalla quale sono state terreno. Per i cavi direttamente interrati la portata è maggiore che per i cavi inter-
ricavate anche le tabelle CEI-UNEL 35024/1 e CEI-UNEL 35026. l rati in tubo, se la resistività termica è minore di 2,5 K· m/W, poiché la presenza
Le stesse portate valgono anche per j cavi di media tensione, per i motivi sopra dell'aria all'interno del tubo peggiora le condizioni di dispersione.
chiariti. Chi proprio vuole, può penalizzare i cavi di media tensione riducendo le Ai fini della portata, i cavi posati in cunicolo riempito di sabbia sono equivalenti
portate del 2% .;- 3%. ai cavi direttamente interrati.

TABELLA 9.A ~ Portata lo (A) dei cavi, in r~~e, isolati in PVc. (1)
9,1.2 Portata dei cavi interrati Cavi in aria libera Cavi illlerrafi
St.';:';OIlE
nomi1lale Cavi I1I/1/tipo/ari Cavi wzipolari Cavi llllipolari e multipolari
Per i cavi posati nel terreno, la portata lo indicata nelle tabelle 9.A (cavi in PVC) e
9.B (cavi in EPR o XLPE) va moltiplicata per i fattori di correzione delle tabelle (IIIm 1) bipolari tripo/ari lino dI/e tre WIO due tre
1~)
9.C - 9.D - 9.E - 9.F - 9.0 - 9.H. '" (1J 13) l")
'" (51 (~) (5)

La tabella 9.C si applica ai cavi direttamente interrati, per tenere conto del numero 1,5 22 18,5 - - - 22 18
di cavi affiancati e della loro reciproca distanza. 2,5 30 25 - - - - 29 24
4 40 34 - 38 31
La tabella 9,D indica come varia la portata del cavo al variare della temperatura
6 51 43 - 47 39
del terreno. l coefficienti sono differenti per cavi isolati in PVC e in EPR o XLPE. lO 70 60 - - - - 63 52
16 94 80 - - - - 81 67
I CEI-UNEL 35024/1: "Cavi isolati con materiale elastomerico o lennoplnstico per tensioni nominali non supe- 25 119 101 160 l31 114 140 104 86
fiori u 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua. Pannle di corrente in regime permanente per posa in 35 148 126 198 162 143 170 125 103
aria", 50 180 153 246 196 174 205 148 122
CEI-UNEL 35026: "Cavi denrici isolati con materiale elastomerico o tennoplnstieo per tensioni nominali tino li 1000 V 70 232 196 295 251 225 247 183 151
in corrente ahenmta e 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime penmmente per posa inlerr.lIa". 95 282 238 350 304 275 294 216 179
Per quanto riguarda la tabella CEI·UNEL 35026 è necessario qualche chiarimento. La tabella indica portate legger. 120 328 276 412 352 321 JJ3 246 203
mente diverse da quelle della nonna IEC 60364·5·523 per i motivi di seguito indicati. 150 379 319 459 406 372 366 278 230
a) La profondita di posa di riferimento è di 80 cm contro i 70 cm della norma rEe. Ciò comporta una leggem diminu·
185 434 364 523 463 427 410 310 257
zione delle portate, tabella 9.F.
240 514 430 640 546 507 485 361 297
bJ La resi,,1ivitit !conica del terreno di riferimento della tabelh\ in questione è 1.5 K·m!W COntro 2,5 K·m/W dell1J
norma IEC. Ciò porta ad un aumento delle portate, specialmente per le sezioni maggiori.
300 593 497 735 629 587 550 408 336
c) Le portate indicate nella tnbella CEI·UNEL 35026 sono riferite esclusivamente a cavi in Tamc posati entro tubi 400 - - 885 754 689 645 464 389
protettivi. Per la posa direttamente interrolla si affenna che la portata risulta più elevata e si suggerisce indicativa· 500 - - 1023 868 789 731 519 433
mente un fattore di maggiornzione di 1,15. Il che il il dir poco discutibile e comunque non giustificato. 630 - - 1182 1005 905 825 585 486
Il lettore può trovare nella tabella 9.E di questo volume i coefficienti da applicare alle portate dei cavi direttamente
inlcffilti. o di cavi inteffilti in tubo, in funzione della resistività termica delterrcno. Per rcsistività tennica del terreno
di 25 K· m/W il coefficiente è 1 in entfilmbi i casi. mentre per resisljvità minori il cQcfficiente per il cavo direnamen.
'" I valori delle portate si riferiscono alla temperatura dell'arill ambiente di 30 "C e alla temperatura del
terreno di 20 "C.
te interrato è migliore di quello dei cavi illlelTlllÌ in tubo. Per resistivitì\ termica pari D 15 K· m/W, il coefficiente per m
cavo direltamente intemllo è 123 mentre per il cavo interr'JIo in tubo è 1,10. In definitivu.la portnlU del cnvo diretta· Nel caso di circuito quadripolare (tre fasi + neutro) nel quale il neutro è percorso da una corrente para~
mente interr.\to è in qucsto caso pari a 123/1.10 =- 1.118 volte la portata del cavo in tubo (il valore di J .15 suggerito gonubile a quella sulle fasi (par. Il.1), si devono utilizzare le colonne relative ai cavi tripolari (o a tre
dalla IIlbelia CE1·UNEL corrisponderebbe ad UII valore di resistività tcnnica intorno a 1J K· m!W ~ I A K· m/W). cavi unipolari) moltiplicando la portata indicata per il coefficiente di riduzione 0,86 (IEC 60364~5"523,
Occorre quindi misur.ITC, nel limite del possibile, la resistività termica del terreno per utilizzare al meglio la tllbellu tabella C 52~ J). In proposito, vedasi anche TuttoNormel 1/2001, pag 3.
9.E in entrambi i tipi di posa. Se questa misura nOn viene effcuuala si possono utilizzare i valori di resistività ter·
m Cavi affiancati a contutto.
micn dei diversi tipi di terreno riportati nella tabel!a 8 A. l'l
Ln normn IEC consiglill prudenzialmente, in assenza di misure. di tener conto di una resistivitl\ termica di Per i cavi disposti a trifoglio moltiplicare le portate per 0,96, salvo pcr le sezioni di 400 mm 2 , 500 rum 2
2,.."i K· mlW, cui corrisponde il coefficiente 1 per entrambi i tipi di posa. e 630 mm 2 per le quaIi il coefficiente di riduzione è 0,95.
(5,
L':lttunle nOntm IEC 60364-5·52 (2001) prevede. in alcuni casi, portnte leggennente diver.;e da quelle qui indicate. Numero di cavi uni polari o delle anime del cavo multipolare.
136 Elemenli di progettazione eleltrica Sezione dei cavi 137

TABELLA 9.B - Portata lo (A) dei cavi in rame isolati in EPR o XLPE. (I) Un esempio di calcolo della portata di un cavo interrato può essere utile per fissare
Cal'; ;n aria libem Cm,j iII/errai;
le idee.
Se:;ione Si consideri un cavo, in rame, isolato in EPR, sezione 3 x 25 mm 1 , direttamente
nomi1lale COI'; llIultipofliri C(lI'; IIl!ipo/ari Cat'; IIllipolari e 1II111tipolar;
interrato alla profondità di I m in un terreno con resistività termica I K· m/W e
(1IU11) ) Bipolari Tripolari Ilno due tre 1/1/0 due tre temperatura 30 °e; il cavo fa parte di uno strato di 6 cavi distanziati fra di loro di
(2) ()) (211JI (JI
'"
(~) ml51 7 cm. Lo strato in cui è posato il cavo considerato è al centro di tre strati sovrap-
lj 16 23 - - 16 22 posti distanti fra loro circa 25 cm. Dalle tabelle suindicate si ricava:
2,5 36 31 - - 34 19 • tabella 9.B: portata lo = \01 A
4 49 42 - - - 44 37 tabella 9.e: fattore di correzione 0,58
6 63 54 - - - 56 46
• tabella 9.D: fattore di correzione 0,93
IO 86 75 - - - 73 61
16 115 100 - - 95 79 • tabella 9.E: fattore di correzione 1,43
25 149 127 196 161 141 164 121 101 • tabella 9.F: fattore di correzione 0,96
35 185 158 144 200 176 201 146 122 tabella 9.H: fattore di correzione 0,75
50 225 192 303 242 216 242 173 144
70 289 246 364 310 279 291 213 178
La portata I, del cavo è dunque:
95 352 298 434 377 342 346 252 211
120 410 346 511 437 400 393 287 240
150 473 399 576 504 464 432 324 271 l, = lO I x 0,58 x 0,93 x 1,43 x 0,96 x 0,75 =56 A
185 542 456 649 575 533 485 363 304
240 641 538 796 679 634 573 419 351 Si consideri ora lo stesso cavo, ma posato in tubo interrato. Per quanto riguarda le
300 741 621 915 783 736 648 474 396 tabelle 9.B, 9.0, 9.F, 9.H nulla cambia. In luogo della tabella 9.e si utilizza la
400 - 1103 940 868 759 547 458
tabella 9.0 che, per un numero di tubi per strato uguale o maggiore di 6, con i tubi
500 - 1276 1083 998 874 622 518
630 - 1474 1254 1151 986 700 581 supposti a contatto, dà il fattore di correzione 0,6.

(I) l valori delle portate si riferiscono alla temperatura dell'aria ambiente di 30 DC e alla temperatura ùel TABELLA 9.C - Fattore di correzione relalivo al raggruppamento di cavi direttamente inlerrati.
terreno di 20 DC,
(2) NUllIerodi Disf(j,,~a fra i cal'i (1)
Nel caso di circuito quadripolare (tre fasi + neutro) nel quale il neutro è percorso da una corrente para- clll'i per (C/ll)
gonllbile a quella sulle fasi (par. 11.1), si devono utilizzare le colonne relalive ai cavi rripolari (o a tre oglli strato
() 7 11,5 25 50
cavi unipolari) moltiplicando la portata indicata per il coefficiente di riduzione 0,86 (lEC 60364-5-523.
tabella C 52-I). In proposito. vedasi anche TuttoNonncll/2001. pag 3. 2 0.75 0.83 0.85 0,90 0.90
(3) Cavi affiancati a contatto. 3 0,65 0,73 0,75 0.80 0.85
w •
Per i cavi disposti a trifoglio moltiplicare le portate per 0,96, salvo per le sezioni di 400 mm-, 500 111m:! 4 0.60 0,65 0,70 0.75 0.80
e 630 mm 2 per le quali il coefficiente di riduzione è 0.95. 5 0.55 0.61 0.65 0.70 0,80
() Numero di cavi unipolari o delle anime del cavo multi polare. 6 0.50 0,58 0.60 0.70 0.80
7 0,49 0,55 0,58 0.70 0.80
8 0,48 0,53 0.56 0.70 0,80
La tabella 9.F tiene conto della profondità di posa (questa tabella non compare
9 0,47 0.52 0,54 0,70 0,80
nella norma IEe di riferimento). IO 0.46 0.50 0,53 0.70 0.80
La tabella 9.0 si applica ai cavi interrati in tubo, per tener conto del numero di II 0,45 0.50 0.53 0.70 0,80
tubi affiancati e della reciproca distanza. 2: 12 0,44 0.50 0,53 0,70 0.80
La tabella 9.H (che non compare nella norma IEe di riferimento) si applica ai cavi
interruti, direttamente o in tubo, su due o tre strati distanziati fra loro circa 25 cm. (l) La distanza tra cavi affiancali va intesa tra le superfici esterne dei cavi.
138 Elemenli di progettazione elettrica Sezione dei cavi 139

TABELLA 9.D - Fattore di correzione relativo alla temperatura del terreno per cavi intcrrati, diret- TABELLA 9.F - Fattore di correzione relativo alla profondità di posa di cavi interrati direttamente
tamente o in tubo. o in tubo.
Profondità di posa Fattore di corre:ionc
Temperatl/ra Isolante
del terre/IO (m)

0,3 l,Il
('C) PVC EPR·XLPE
0.5 1,04
IO l,IO 0,6 l,DI
1.07
15 1,05 1.04 0,7 l,OD
20 l,OD l,OD 0,8 0,98
25 0,95 0,96 0,9 0,97
30 0,89 0,93 l,O 0,96
35 0,84 0,89 1,25 0,95
40 0,77 0,85 1,50 0,93
45 0,71 0,80
50 0,63 0,76
55 0,55 0,71 TABELLA 9.G ~ Fattore di correzione relativo al raggruppamento di cavi interrati in tubo.
60 0,45 0,65
Numero di tI/bi Distall;::a tra i wbi (l)
65 · 0,60
per oglli (cm)
70 · 0.53
strato O 25 50 /00
75 · 0,46
80 · 0,38 2 0,85 0,90 0,95 0,95
3 0,75 0,85 0,90 0,95
4 0,70 0,80 0,85 0,90
5 0,65 0,80 0,85 0,90
>06 0,60 0,80 D,BO 0,90
TABELLA 9.E - Fattore di correzione relativo alla resistività termica del terreno. (l)

Resisth'irit termica Coefficielllt! di (leclas,mlllcl1to (1)La dislanza tra i tubi va intesn tra le superfici esterne dei tubi.
del terreI/O Il fallare di correzione di cui sopra è applicabile ai tubi raggruppali, indipendentemente dal tipo e numero
di cavi (multipolari o unipolari) che ogni tubo contiene.
Cavo direttameflfe Cm'o i/lferralo Si ricorda inoltre che ti più circuiti installati nello stesso tubo si applica il coefficiente della tabella 9.1 per
(K'III/W) imerrato iII tubo la voce ·'fascio".

0,7 1,61 1,33


0,8 1,.52 1,25 TABELLA 9.H ~ Fattore di correzione per cavi inlcmlti direttamente o in tubo, suddivisi in più
0,9 1,47 1.21 strati distanziati tra loro circa 25 cm. (l)
1.0 1,43 1,18
NlImero di strati Posi:.ione dello strafo
1,2 1,34 1,14
/ Il /II
1.5 1,23 l,IO
2,0 1,08 1,05 0,80 D,BO .
2
2.5 1.00 l,OD 3 0,78 0,75 0,78
3,0 0,91 0.96
La distanztl di 25 cm è misurata in verticale tm le superfici esteme dei cavi di stmti succes.~ivi. sin per
(1)

(I) I ùati per i cavi inlermti in tubo sono tratti dalla nonna IEC 60364-5-523 (con inlcgrazioni). cavi interrati direttamente, sin per cavi interruti in tubo.
140 Elementi di progettazione elettrica Sezione dei cavi 141

Dalla tabella 9.E si ricava il fattore di correzione l .18. relle sovrapposte. Sulla passerella sono posati 9 (o più) cavi a contatto; tempera-
La portata l, del cavo diventa: tura dell'aria ambiente 35 "C. Dalle tabelle suindicate si ricava:
• tabella 9.B: portata lo = 127 A;
1,= 101 xO.6x 0,93 x 1,18xO,96xO,75=48A • tabella 9 I: fattore di correzione 0,70;
• tabella 9.L: fattore di correzione 0,96.

9.13 Portata dei cavi in aria La portata I, è quindi:

I cavi sono in genere posati in passerella, che può essere perforata o a traversini. l, = 127 x 0,7 x 0,96 = S5 A
Quest'ultima consente una migliore ventilazione ed è consigliabile per la posa dei
La portata dei cavi non in aria libera, ma posati in tubo continuo (non interrato) è
cavi di potenza, par. 8.1.
indicata nella tabella 9.M.
Nella posa in aria libera, par. S.l, le portate lo indicate nelle tabelle 9.A e 9.B
A queste portate si applicano, eventualmente, i coefficienti della tabella 9.L rela-
vanno moltiplicate per i fattori di correzione delle tabelle 9.I e 9.L.
tiva alla temperatura dell'aria ambiente e della tabella 9.1 per posa in fascio.
Nessun coefficiente di riduzione va applicato quando più tubi sono accostati, con-
La tabella 91 fornisce i fattori di correzione per i cavi posati in aria libera, in funzione
trariamente alla posa intenata, tabella 9.G.
del tipo di passerella, del numero di cavi per passerella, della distanza fra i cavi (sono
considerati i cavi a contatto, come si Fa nonnalmente, o distanziati di un diametro,
come viene a volte richiesto) e, infine, del numero di passerelle sovrapposte. TABELLA 9.1 - Fattore di correzione per cavi posati su passerella o in fascio.
Dalla tabella 9.1 si può notare che i fattori di correzione per cavi distanziati di un NI/mero di CUli;
Metodo Numero
diametro sono notevolmente migliori di quelli per cavi a contatto, com'è logico. di illstalla;::iollf! di per oglli passere//a o /Id fascio 12)

Sembrerebbe perciò opportuno utilizzare la posa con cavi distanziati anziché a pa.I'serelle
,,, / 2 3 4 6 9 /2 /6 20
contatto. In realtà, è bene evitare la posa distanziata, per i seguenti motivi:
• lo spazio richiesto dai cavi raddoppia, il che significa raddoppiare le passerelle Passerelle Cavi I 1.00 0,88 0.82 0,79 0,76 0.73 0.73 0,73 0,73
ed il costo relativo; perde quindi d'importanza il minor coslo dei cavi; pe/forate (/ COI/ratto 2 1,00 0.87 0.80 0.77 0.73 0.68 0.68 0.68 0.68
3 1.00 0.86 0.79 0,76 0,71 0,66 0.66 0.66 0.66
• spesso il maggior spazio richiesto dalle passerelle non è disponibile e bisogna
costruire strutture di sostegno aggiuntive e non previste, notevolmente costose Cm '; I 1,00 1.00 0.98 0.95 0.91 0.91 0,91 0.91 0.9t
e in posizioni spesso scarsamente accessibili; distanziati 2 1.00 0.99 0.96 0,92 0.87 0.87 0,87 0.87 0.87
11/1 diametro 3 1.00 0,98 0.95 0.91 0.85 0.85 0.85 0,85 0,85
• la posa dei cavi distanziati è più difficoltosa della posa dei cavi a contatto:
infatti occorre legare i cavi ai traversini a distanze regolari, per evitare che si P(w;erellf! Cm'; I 1.00 0.87 0,82 0.80 0,79 0.78 0.78 0.78 0.78
spostino duranti i montaggi dalla posizione fissata, il che richiede un'attenta li tral'er,\';l/i a collfat1o 2 1.00 0.86 0.80 0,78 0,76 0,73 0.35 0.73 0.73
3 1.00 0.85 0.79 0.76 0,73 0.70 0.70 0.70 0.70
sorveglianza delle operazioni di posa. In pratica, i cavi previsti per posa distan-
ziata finiscono spesso per essere a contatto per una cattiva esecuzione della Cm ' ; I 1.00 1,00 1.00 t.OO 1.00 1.00 1.00 1,00 1.00
posa e quindi risultano sotto dimensionati, mentre le passerelle rimangono distanziati 2 1.00 0.99 0.98 0.97 0,96 0.96 0.96 0.96 0.96
mezze vuote. 111/ diametro 3 1.00 0.98 0,97 0.96 0,93 0.93 0.93 0.93 0,93

Fascio 1 0,8 0,7 0,65 0.57 0,5 0,45 0,41 0,38


La tabella 9.L riporta i fattori di correzione da applicare alle portate lo indicate
Dist:mza verticale tra le p:.lsserelle di circll 30 cm.
(I)
dalle tabelle 9.A e 9.B se la temperatura dell'aria ambiente è diversa da 30 "C.
(2)Per "fascio" si intende l'insieme di più cavi a contatto, oppure posati su una stessu passerella su più
A titolo di esempio. si consideri un cavo, in rame, di sezione 3 x 25 mm 2 isolato in stmti. incassati o nicchi usi entro tubi, canali. conùotti, ccc. I coefficienti relativi :.II fascio si applicano
EPR, posato su una passerella a traversini, facente parte di un gruppo di tre passe- anche ai cavi entro tubi interrati, oltre ai coefficienti della tabella 9.G.
142 Elementi di progettazione elettrica Sezione dei cavi 143

TABELLA 9.L - Fattore di cOiTezione in funzione della temperatura dell'aria ambiente. 9.1.4 Considerazioni sulla portata dei cavi
Temperatura ombiellfe l.wla11fe
Nei paragrafi precedenti sono state calcolate le portate di un cavo in rame 3 x 25 mm',
("C) PVC EPRIXLPE isolato in EPR (o XLPE), una volta direttamente interrato e una volta posato in aria su
lO 1,22 1,15 passerella a traversini.
15 1,17 1,12 La portata lo (tabella 9.B) è maggiore nella posa in aria libera (127 A) rispetto alla
20 1,12 1,08
1,04
posa nel terreno (10 l A).
25 1,06
30 l,OD l,OD Per la posa diretta nel terreno sono stati ipotizzati: una temperatura del terreno di
35 0,94 0,96 30°C, una buona (per non dire ottima) resistività termica di I K· m/W, 6 cavi
40 0,87 0,91 distanziati fra di loro di 7 cm, posati alla profondità di l m in uno strato al centro
45 0,79 0,87
0,82
di tre strati (quindi con uno strato di cavi sottostante ed uno sovrastante), La por-
50 0,71
55 0,61 0,76 tata I, si è così ridotta a 56 A, 2
60 0,50 0,71 La posa in aria libera è su passerella a traversini, con nove (o più) cavi a contatto per
65 0,65 passerella, in un complesso di tre passerelle sovrapposte. La temperatura dell' aria
70 - 0,58
- 0,50 ambiente è di 35 "C, La portata risulta di 85 A,
75
80 - 0,41 Da questi esempi si nota il vantaggio della posa in aria libera rispetto alla posa
interrata.
TABELLA 9.M - Portate dei cavi in rame posati entro tubo continuo in aria.
m Nella posa interrata la resistività tennica del terreno è di fondamentale importanza e
di massima incertezza, Supponendo che il valore da applicare sia 2 K· mJW (anziché
Se .. ione Iso/amento in PVC !so[allleI!1O in EPR o XLPE
I K·m/W come assunto nell'esempio), il fattore di correzione si riduce da 1,43 a
nominale
COI'; (mipo/ari Cavi lI1ultipolari Cl/l'i ullipolari Cavi l1Iulripolari 1,08 (tabella 9.E).
Tre Bipolari Tripolari Due Tre Bipolari Tripa/ari In tal caso, la portata I, diventa (1,08 : 1,43) x 56 = 42 A, pari al 75% della prece-
DI/e
m dente.
cOl'i m
!2l cavi COI't(2)
(mm~) CQI';

22 19,5 La portata dei cavi interrati è spesso pari alla metà della portata dei cavi posati in
1,5 17,5 15,5 16,5 15 23 20
2,5 24 21 23 20 31 28 30 26 aria libera,
4 32 28 30 27 42 37 40 35
6 41 36 38 34 54 48 51 M
60
Per quanto riguarda la posa in aria libera, occorre però tenere conto degli effetti
lO 57 50 52 46 75 66 69
16 76 68 69 62 100 88 91 80 dell'irraggiamento solare diretto,
25 101 89 90 80 133 117 119 105 Limitatamente ai cavi esposti effettivamente all'irraggiamento solare, cioè posati
35 125 110 111 99 164 144 146 128
154
sulla passerella posta al di sopra di tutte le altre e priva di copertura, è prassi diffusa
50 151 134 133 118 198 175 175
70 192 171 168 149 253 222 221 194 maggiorare la temperatura ambiente di lO cc.
95 232 207 201 179 306 269 265 233 Nell'esempio di cui sopra, il fattore di correzione della tabella 9,L passa da 0,96
120 269 239 232 206 354 312 305 268
(35 "C) a 0,87 (45°C) con una nuova portata pari a (0,87: 0,96) x 85,3 = 77,3 A,
150 307 274 264 234 405 357 349 305
350 311 300 267 461 406 396 348 equivalente al 90% di quella precedente,
185
240 411 363 351 312 540 476 465 408 Chi è abituato a calcolare la portata con raffinati programmi forse storcerà un po'
300 470 417 403 357 618 545 532 467 il naso dinanzi alla semplicità di quanto indicato, ma l'attendibilità delle portate
(I) l valori delle portate si riferiscono a una temperatura ambienle di 30 cC. Tali portate si riferiscono, ad
esempio, alle condutture di cui ai par. 9.4 e 10.5 della nonna CEI EN 60079-14 (CET 31-33). 2 Se lo stesso cavo fosse posato in tubo assieme ad altri. per un totale di 6 tubi posati a contatto. la portata Iz
(1) Vedasi la nota (2) della tabella 9.B. sarebbe di 48 A.

I
144 Elementi di progettazione elettrica
T Sezione dei cavi 145
I La caduta di tensione Y, in millivolt, per unità di lunghezza (m) e per unità di cor-
ricavate con i programmi più sofisticati non è certamente superiore a quella delle
portate suindicate. rente (A), a cos cp = 0,8 (valore medio ipotizzato per i motori dell'impianto), vale
(CEI-UNEL 35023-70):

9.2 La caduta di tensione Y=~(0,8R+0,6X) (rnV/Am)

Il calcolo della caduta di tensione è di solito limitato ai cavi di bassa tensione. per- dove R (resistenza al kilometro) e X (reattanza al kilometro) si ricavano dai catalo-
ché sul1a media tensione le cadute di tensione sono in genere trascurabili, par. 4.4. ghi dei costruttori dei cavi o dalle tabelle CEI-UNEL di cui sopra.
A parità di corrente e di sezione del cavo, la caduta di tensione in valore assoluto è
all'incirca la stessa sia per un cavo a 400 V, sia per un cavo a 6 kV, ma nel La lunghezza L del cavo corrispondente alla caduta di tensione del 5% (19 V) vale:
secondo caso il valore percentuale, quello che conta, è un quindicesimo del primo.
In media tensione, si valuta la caduta di tensione soltanto per lunghe linee di L = 19000 (m)
distribuzione. Y I,
Per calcolare la caduta di tensione, si ricorre alla solita formula approssimata, rife-
rita alla tensione concatenata: Con i dati sopra indicati, si ricava la tabella 9.N.

Ll.U = ~ (R cos cp + X sen cp) I


TABELLA 9.N - Lunghezza L di un cavo in EPR corrispondente alla caduta di tensione del 5%,
Il problema si complica quando si devono dimensionare numerosi cavI 111 un
Seziolle Porlala lo Portara 1_ Coefficiente L
impianto di bassa tensione. In tal caso, si può procedere come illustrato nell'esem-
pio seguente.
(7(lb.9.8)
'" Y (,1U=5%)

l
(lIl1/l ) (A) (A) (mWAm) (III)
Si abbiano cavi tripolari in rame, isolati in EPR, posati su tre passereIle a traver-
2,5 32 215 12.700 69
sini sovrapposte; distanza tra le passerelle di 30 cm; cavi a contatto in numero
4 42 28.2 7.980 84
superiore a nove. Dalla tabella 9.1 si ricava, un fattore di correzione pari a 0,7.
6 54 36.1 5.140 98
Temperatura ambiente 35 "C: dalla tabella 9.L si ricava un ulteriore fattore di cor-
lO 75 50,4 3.240 116
rezione 0,96.
16 100 67 ;l 2.070 136
Dalla tabella 9.B si ricavano le portate lo dei cavi in relazione alle sezioni, le quali
25 127 85.3 1,340 166
vanno moltiplicate per 0,70 x 0,96 = 0,672 per ottenere la portata I, .
35 158 106,2 0.988 181
La caduta di tensione va riferita alla tensione nominale, cioè alla tensione concate-
50 192 129 0.750 196
nata. In mancanza di ulteriori precisazioni (se questa debba intendersi a vuoto o 165,3
70 246 0.541 212
carico) si ritiene qui conveniente riferire la caduta di tensione alla tensione a 95 298 200.2 0,412 230
carico di 380 V (tensione nominale a vuoto 400 V). Se è accettabile una caduta di 120 346 232,5 0.342 239
tensione del 5%, si ottiene: 3 150 399 268 0,295 240
185 456 306 0,250 248
240 538 361 0.212 248

(l) Nelle condizioni di posa indicate nel testo, corrispondellli a un fattore di correzione puri a 0.672.
;
La llOrma CE] 64-8 suggerisce una cndutll di tensione del 4% soltanto in mancanza di altre indicalioni.
146 Elementi di progettazione eleUrica Sezione dei cavi 147

Per una data lunghezza del caVO L, la corrente corrispondente alla caduta di ten-
sione del 5% vale: I,
(A)
19000 (Al
YL

Ponendo ad esempio L = 400 m si ricavano i valori di tabella 9.0.

La fig. 9.1 permette, infine, di trovare, per una data con'ente e lunghezza della 3 x 240 mm 2
linea, la sezione del cavo compatibile con la caduta di tensione del 5%.' 3x180mm 2
3x150mm 2
Ad esempio, per una corrente di 60 A e una lunghezza di 200 m, occorre una 3x120mm 2
2
sezione di 25 mm • 3x95mm 2
Se invece la lunghezza fosse di ISO m, basterebbe la sezione di 160101'. 100
3x70mm 2
Un sistema semplice e rapido che consente di dimensionare senza ulteriori calcoli 80
i cavi dell'impianto. 3x50mm 2
60
50 3x35mm2
TABELLA 9.0 ~ Corrente (/5%) corrispondente alla caduta di tensione del 5% su un caVO in EPR 40
3 x25 mm 2
lungo 400 m.
30
Se:;olle POrfata I;: Il) Coefficiente Y 15%
3x16mm 2
20
(/J1/J/!) (A) (mVIAns) lA)
15 3x10mm 2
2,5 21.5 12,700 3.7
4 28,2 7980 5.9
10
6 36,3 5,340 8.9 3x6mm 2
IO 50,4 3,240 14 8
16 67,2 2,070 23
6 3x4mm 2
25 85,3 1,340 35
48
5
35 106,1 0.988
129 0,750 63 4 3 x 2,5 mm 2
50
70 165,3 0,541 88
3
95 200,2 0,412 115
120 232,5 0.342 139
0,295 161 2
150 268
185 306 0,250 190
1,5
240 361 0.2\2 224

(I) Nelle condizioni di posa indicate nel lesto, corrispondenti a un fallore di correzione pari a 0,67'1. (m)

.j IltrJl!o orizzontale corrisponde u)\a portata Iz od cavo e il suo estremo destro alla lunghezza L di Illbell'l 9.N;

l'estremo in busso a destra de! tratto obliquo eorri~ponde a L = 400 m, tllbclhl 9.0. Il d'mg:rmnm\l è in sea1'l doppill FIGURA 9.1 - Sezione del cavo compatibile con la caduta del 5%, in funzione della porwta (lz) e
lO~llritmie'l,
della lunghezzn (L) delln linea (cos cp= 0.8). .
148 Elementi di progeUazione elettrica Sezione dei cavi 149

Il sistema indicato ha un solo limite: un fattore di potenza comune per tutti i cari- 9.3.2 Cavi di bassa tensione
chi (in genere motori, con cos rp uguale a 0,8 per tutto l'impianto).
Nulla vieta, tuttavia, di calcolare la caduta di tensione per un valore di cos rp I cavi possono essere protetti contro il cortocircuito da fusibili o da un interruttore
diverso da 0,8; le lunghezze di cavo saranno diverse da quelle di fig. 9.1, ma di automatico.
poco.

Cm'o protetto contro il cortocircuito dafllsibili


9.3 Sezione dei cavi e cortocircnito
Il diagramma l't, l di un fusibile si presenta come in fig. 9.2.
9.3.1 Generalità Il cavo è completamente protetto dal fusibile per tutti i valori di corrente superiori
a l", fig. 9.2. 6
Se un cortocircuito dura per un tempo eccessivo, il riscaldamento del cavo può L'l't del fusibile è costante per elevati valori di corrente. Quindi, per qualunque
danneggiare l'isolante in modo inammissibile. valore della corrente di cortocircuito superiori a l" il fusibile protegge il cavo, in
Convenzionalmente, la norma stabilisce la temperatura massima che gli isolanti quanto l'energia lasciata passare dal fusibile è sempre inferiore a quella tollerata
possono sopportare durante il cortocircuito: 160 'C per il PVC e 250 'C per EPR e dal cavo e rappresentata da K'S2
XLPE.

Il dimensionamento dei cavi nei confronti delle sollecitazioni termiche di cortocir- l't
cuito si basa sulla relazione:

(I)
Cavo
dove II è l'energia specifica lasciata passare dal dispositivo di protezione, K2§ è
l'energia specifica che il cavo è in grado di sopportare in regime adiabatico, 1 è la
corrente di cortocircuito e l la sua durata, S è la sezione del cavo, mentre K è un
coefficiente che dipende dall'isolante: 5
- K = 115 per PVC;
- K = 143 per XLPE ed EPR.

Per non superare la temperatura massima in condizioni di cortocircuito, il cavo Fusibile


deve avere quindi una sezione:

L-~ ________- L_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ~

(2) I, ~ t

FIGURA 9.2 - Confronto tra l'p! lasciato passare dal fusibile e quello sopportabile dal cavo.

5 Se la duratn del cortocircuito è mnggiore di 5 s, non è più trascurabile il calore ceduto dal cavo all'nmbiente {il fr La corrente 'n
corrisponde alla corrente dì cortocircuito in fondo alla linea <le!la lunglu!zzu massima pflltetla
fenomeno nOI1 è più lldiubaticol. Ciò corrisponde ud un aumento dcJr!'t sopportnhile dal cnvo per ì bassi valori di cor- contro il cortocircuito dal fusibile (avente la cnralteristìc<l h. t indicata). Da notare inoltre che il vulore di l't sopporta-
rente, fig. 9.2. bile dal cavo tende ovvimnente n!l'infinito in corrispondenz<l della sua portata ,,..
150 Elementi di progettazione elellnca Sezione dei cavi 151

In conclusione, è sufficiente verificare che la condizione (i) sia rispettata per un Nella fig. 9A la sezione S, è insufficiente (ILI S I,,), mentre la sezione So è suffi-
cortocircuito in fondo alla linea, ciente (fu> I,,).
Se la corrente nominale del fusibile è IN S 0,9 I" la protezione del fusibile è com- La verifica con la formula (2), invece, può essere fatta nel seguente modo: in Cor-
pIeta per tutti i possibili valori di corrente (sovraccarico e cortocircuito) e perde di rispondenza della corrente di cortocircuito presunta Ice nel punto di installazione
significato la lunghezza massima protetta contro il cortocircuito, fig, 9.3. 7 dell'interruttore si ricava dalla curva t't dell'interruttore il corrispondente valore
da introdurre nella formula, ricavando così la sezione S.
I due sistemi si equivalgono, ma entrambi richiedono la disponibilità della curva
Cavo protetto contro il cortocircuito da Wl imerruttore automatico l't, I dell'interruttore.
Va detto che spesso, anche con gli interruttori automatici ad intervento istantaneo
usati normalmente sui circuiti terminali, il dimensionamento del cavo fatto in base
Il diagramma l't, I di un interruttore automatico limitatore si presenta come in fig. 9 A.
alla portata è sufficiente, cioè non è necessario aumentare la sezione del cavo per-
n cavo è protetto contTo il cortocircuito fino alla corrente limite IL' oltre la quale
ché IL> I".
l'h lasciato passare dall'interruttore supera K'S'. Se il valore di IL è superiore alla
Tuttavia, un controllo, per quanto rapido, va fatto, scegliendo opportunamente le
corrente di cortocircuito presunta Ice all'inizio del cavo, la protezione del cavo sezioni su cui eseguirlo. Può bastare infatti qualche controllo opportunamente distri-
contro i1 cortocircuito è assicurata; in caso contrario occorre scegliere un cavo di buito per accertarsi che nessun aumento di sezione è richiesto, cioè che in tutti i casi
sezione maggiore o con isolante più pregiato, quindi con un maggiore K1 §, cui IL> I". Quando la protezione della linea è fatta a mezzo di interruttori in aria selet-
corrisponde un valore di IL più alto. tivi, quindi con tempi di ritardo predetenninati, il calcolo può essere eseguito con la
formula (3), come indicato al paragrafo seguente per i cavi di media tensione.

Ft

\ Cavo
'--------- K'si
I
I I K's~
I I
I I
I I
I I
I I
I I
I I
I I
I I
I t
t I
I I
I I
I I
lL1 I 1'L2

FIGURA 9.3 - Confronto tra l'P/lasciato passare dal fusibile scelto per la protezione contro sovrac- 15 t"
carico del cavo (lN:S 0,9/1.) e quello sopportabile dal cavo.

FIGURA 9.4 - Confronto tm l'Ptlasciato passare da un interruttore automatico e il K~S sopporta-


1 La condizione Irs 1,45 Il' essendo lf= 1,6 IN (per IN ~ 16 Al, diventa IN:s (I .45/1 ,6) 1,_= 0,9 lt. bile da due cavi.
152 Elementi di progettazione eleUrica Sezione dei cavi 153

9.3.3 Cavi di media tensione 31500 x JO,9


209 mm'
143
In media tensione, il tempo d'intervento degli interruttori è scelto dal progettista in rela-
zione alle esigenze di selettività ed è più elevato che in bassa tensione (0,1 s.;- l S).8 e si utilizza una sezione unificata di 240 mm 2 •
In ogni caso, il tipo di interruttore non modifica il valore dell' h, il quale dipende
soltanto dal valore della corrente presunta di cortocircuito (f) e dal tempo di inter- La fig. 9.5 mette a confronto l'andamento dell'l', corrispondente ai tempi di 0,1 s
vento (tempo di eliminazione dei guasto) delle protezioni (I). - 0,5 s - 0,9 s con quello dei cavi. I punti di inlersezione di queste rette con la cor-
La condizione (2) assume pertanto la forma: 9 rente di cortocircuito lee = 31,5 kA individuano i valori minimi di K2S2 che soddi-
sfano la condizione (3) e quindi le sezioni minime del cavo.
S> I Jt (3)
- K

Per la protezione dei carichi alimentati direttamente, come motori e trasformatori, l't
è previsto l'intervento istantaneo delle protezioni in caso di cortocircuito per cor- 0,95 0,55 0,1 s
renti superiori a Is, fig. 9.5.
"Intervento istantaneo" vuoI dire senza ritardo intenzionale; il tempo è in genere
0,1 s, pari alla somma del tempo necessario allo sganciatore per dare inizio alla
manovra di apertura, del tempo che occorre per separare i contatti dell'interruttore ~---r-t---;f------- K'si
e infine del tempo di estinzione dell 'arco.
-7-f-i---+------K'si
Se I" = 31,5 \cA, per cavi in EPR o XLPE si ottiene:

31500 x ,10,1
SI'" - - - : - ; - ; 0 - - ' - - 70mm'
143
Sulla rete di distribuzione, dove per motivi di selettività gli interruttori devono
avere un ritardo prestabilito di 0,4 s, per i motivi suddetti I = 0,5 s, quindi la - j - - - ; f - - - - - - - - - - K's;
sezione minima vale:

31500 x ,10,5
S, '" - - - : - ; c ; o - - - 156 mm'
143

Ovviamente si adotta la sezione immediatamente superiore (185 mm').

Nel caso di un ulteriore gradino di selettività, con ritardo prestabilito di 0,8 s e


,= 0,9 s, la sezione minima diventa: ts

8 Negli impillnti alimentnti dircttumcllte in mediu lensionc du! distributore la prOIezione genera!e deve ìntervenirc
nei tempi indicllti dal distributore stesso, ai fini deHa selettivitlt COllIe protezioni della linen a monte. FIGURA 9.5 - I punti di intersezione tra la fetta Icc = 3l,s kA e la retta dell' p, (scala logaritmica)
'l Ciò non è possibile in bassa tensione. dove la corrente di corwcircuito nOn può essere scpurata dal tempo di
cOlTisponden~i .ai te~pj d'i~nt;rvento di 0,1 s - 0,5 s - 0,9 s individuano i valori di K'J§ che soddi-
intervento e quindi bisogna riferirsi all' Pt (Fondamenti di sicurcZ"lu elettrica, Cap. 21 ). sfano la condIZIone l-t = K-S- (ls è la soglia d'intervento istantaneo o ritardato dell'interruttore),
154 Elementi di progettazione e!eUrica Impianto di terra 155

Ovviamente data la semplicità della formula, non vale la pena di costruire la fig. 9.5,
che ha solo scopo dimostrativo.

Se la protezione contro il cortocircuito è fatta a mezzo di fusibili, come nel caso


dei motori comandati da contattore, valgono le stesse considerazioni fatte per la
bassa tensione.

lO IMPIANTO DI TERRA

10.1 Generalità

La fig. 10.1 sintetizza il punto di vista dell'autore di queste pagine in merito agli
impianti di terra in un'area industriale, nel caso specitico di un impianto petrolchi-
mico.
II dispersore è costituito da un sistema magliato in corda di rame nuda, interrata a
circa 50 cm, che ricopre l'intera zona. Le maglie hanno lati di lunghezza dell'or-
dine della decina di metri e sono allineate con i motori, le strutture metalliche, i
serbatoi, ecc. da collegare a terra, in modo da rendere agevoli i collegamenti dei
conduttori di terra.
La rete magliata circonda i fabbricati, le cabine, le fondazioni dei trasformatori,
ecc., fig. 10.2.

Il progettista, sulla base della planimetria dell'impianto, stabilisce di volta in volta


la disposizione della rete magliata nel modo migliore. Alla rete magliata fanno
capo anche i ferri delle fondazioni in cemento armato.
A questo impianto di terra unico e generale sono collegate le masse dello stabili-
mento e della cabina, i centri stella dei trasformatori di media e di bassa tensione e
la messa a terra contro le scariche atmosferiche.
Il sistema di terra suggerito ha lo scopo di rendere quanto più possibile equipoten-
ziale l'intero impianto nei confronti delle correnti di guasto che si disperdono nel
terreno c, inoltre, fare in modo che la tensione di contatto per un guasto in bassa
tensione non superi 50 V.
Come è noto, la norma CE! 64-8 impone l'interruzione dell'alimentazione entro
determinati tempi, ma solo se la tensione di contatlo supera 50 V.
156 Elementi di progettazione elettrica Impianto di terra 157

LEGENDA

BTO BARRA DI TERRA DEL QUADRO CONDunORE DI RAME NUDO


C CALATA PER IMPIANTO PARAFUl..MINI s So

~~~~ta~:se D- ';" ~ ,'- -: - jlt~j,~OÌp~-F=-~- =- =-~ P=+E-,:-N~_=_-=-=- ~- ~lt~, "-tp~F: -


~------------- CONDUTTORE DI RAME
CL ARMATURA CENTRO LUMINOSO METALLICA ISOLATO IN PVC glv
CS CONDOTTO SBARRE
{1} SOLAMENTE NEL CASO DI
CT CONDUTTORE DI TERRA (RAME ISOL. P V C ) TUBAZIONE ISOLATA DAL RACK
DA
DN
DISPERSORE MAGLIATO (RAME NUDO)
DISPERSORE NATURALE
EQP CONDUTTORE EQUIPOTENZIALE PRINCIPALE (RAME ISOL. P V C )
M MOTORE
CL CL
r- - - - - - - - - - - - - j'

ME MASSA ESTRANEA
Linea luce linea prese
MT COLLETTORE DI TERRA (RAME/Ace. INOX) So 3F + N

;"~l~t
d
--------------------- -.... ------,
l
PEp CONDUTTORE PRINCIPALE DI PROTEZIONE (RAME ISOL PVC) ).,

PF PRESA MONOFASE METALLICA PE


PT PRESA TRIFASE METALLICA
Pu PULSANTIERA
QE QUADRO PRINCIPALE B.T.
OM QUADRO MOTORI
Sd SCATOLA DI DERIVAZIONE
EQP 25 mm 2
TR TRASFORMATORE DI POTENZA
PE CONDUTTORE DI PROTEZIONE (RAME ISOL pve)

. IMPIANTO ,
,----------'--- --1-----------.

Serbatoio metallico

MT

PA95 mm 2
Ad altro dispersore
DN magliato

eT 95 mm
Ad attro dispersore magliato

FIGURA 10.1 - Esempio di impianto di terra. FIGURA 10.1 - Esempio di impianto di terra. (segue)
158 Elementi di progettazione elellrica Impianto di lerra 159

In un sistema TN di un grande stabilimento, controllare che le protezioni interven-


gano entro i tempi richiesti è assai complesso: richiede la disponibilità delle curve
di intervento delle protezioni e il calcolo dell'impedenza dell'anello di guasto. Un
lEGENDA
modo molto semplice, ma costoso, per evitare queste difficoltà consiste nell'uso
G) Dispersore a maglia generalizzato di interruttori differenziali o di protezioni omopolari.
In corda di mme nuda

o Anello in corda di mme


nuda con funzione (lI
dispersione delle Se, grazie alla maglia di terra, la tensione di contatto non supera 50 V la norma
st:ariche almosferiche
CEI 64-8 non richiede l'interruzione dell'alimentazione e viene meno ogni pro-
blema relativo all'impedenza dell'anello di guasto. Naturalmente, in casi dubbi,
o Collegamento con
luntione di calata per occorre accertare che la tensione di contatto per un guasto in bassa tensione non
sCinkhe atmosferiche
superi 50 V, vedasi in proposito la guida CEI 64-14 "Guida alle verifiche degli
® Strutturo mela)llca impianti elettrici utilizzatori".
(mck)

I Colleltorl! di terra
La rete di terra magliata, ovviamente, serve anche per fronteggiare un guasto sul-
l'alta o media tensione, come di seguito indicato.

10.2 Rete di terra magliata

In fig. 10.1 e in fig. 10.2 è suggerita la sezione di 95 mm' per la maglia all'interno
della cabina, dove sono massime le correnti di guasto a terra in bassa tensione, a
causa della bassa impedenza dell'anello di guasto, mentre all'esterno la sezione è
di 50 mm'. Questi valori sono sufficienti per correnti di guasto a terra di trasfor-
matori fino a 2500 kVA (e oltre).
Infatti, dalla formula S = I ,lt I K ponendo t = 1 s, K = 228 per il rame nudo, si
ricava 1= 21660 A, perS= 95 mm' e 1= 11400 A per S= 50 mm'. 1

La corrente di guasto che proviene da1le masse collegate a terra si divide, nel con-
duttore che costituisce la maglia, in due patti, circa uguali, sicché la sezione di
95 mm' può portare 2 x 21660 = 43320 A, mentre la sezione di 50 mm' può portare
2 x 11400 = 22800 A. Da nohu'e inoltre che il tempo di l s per l'intervento delle pro-
tezioni è decisamente prudenziale.
Ad ogni modo, il progetti sta è libero di fare ipotesi diverse e di stabilire altre
sezioni, sulla falsariga del calcolo suindicato.

J Per il rume nudo il coefficiente K = 228 presuppone llnll temperatura linllie dci rame di 500°C e può essere
adottato. ìnnanzìtutto. per i conduttori che non possono essere [occuli. come ad esempio i condllHori interrnti e. in
seconda istlmza, per i conduttori in Iaculi accessibili solo u personale uddeslr.tto.
Negli altri casi, K = 159, con una temperatura ma~simu di 200 cC. sulvo nei locali con pericolo d'incendio, nei quali
FIGURA 10.2 - Esempio di disposizione della rete magliata. K = 138, con lempcralUr<l massima di 150 cC (CEI 64-8.lllbella 54 El.
160 Elementi di progettazione elettrica Impianto di terra 161

I dispersori a picchetto servono solo nei casi particolari (alta tensione) in cui la I valori di K, secondo la norma CEl 64-8 sono i seguenti: 4
corrente di guasto a terra sia elevata (migliaia di ampere) e la superficie della rete - K = 143 per conduttore isolato in PVC (temperatura massima 160°C);
magliata sia piccola; non servono a nul1a per un guasto in bassa tensione o in - K = 176 per conduttore isolato in EPR o XLPE (temperatura massima 250°C).
media tensione interna allo stabìlimento. 2
Nei locali a maggior rischio in caso d'incendio, si deve assumere K = 138.
Quando il conduttore di protezione è incorporato nel cavo di potenza o di
103 Collettori di terra, condnttori di terra, di protezione ed equipotenziali comando, il valore di K è lo stesso che viene utilizzato per il dimensionamento dei
cavi in caso di cortocircuito:
I coI1ettori o nodi di tena sono costituiti da sbarrette o piastre in rame disposte - K = 115 per cavo isolato in PVC;
strategicamente nell'impianto, cui fanno capo i conduttori di protezione (PE), i - K = 143 per cavo isolato in EPR o XLPE.
conduttori equipotenziali principali (EQP) e i conduttori di terra (CT) che vanno a
collegarsi alla rete di terra magliata. La messa a terra esterna è preferibile al conduttore di protezione incorporato nelle
I conduttori di tena sono due, ognuno di sezione pari a quella della maglia di condutture di alimentazione, perché:
terra. • il conduttore di protezione incorporato nel cavo di alimentazione può essere
Il conduttore principale di protezione viene posato insieme con il fascio dei cavi: messo a terra solo in partenza e non può essere collegato a terra in più punti
uno per ogni passerella. per agevolare il suo collegamento ai conduttori di prote- come il conduttore di protezione esterno;
zione delle singole utenze. viene a mancare il contributo della rete di terra magliata al ritorno della cor-
È opportuno collegare a tena il conduttore principale di protezione non solo in rente di guasto al centro stella del trasformatore;
cabina, ma anche in conispondenza dei collettori di terra presenti lungo il suo per- • il collegamento esterno è controllabile a vista in qualsiasi momento, il che non
corso. Infatti la norma CE! 64-8 raccomanda di collegare a terra in più punti i con- si può dire del collegamento interno.
duttori di protezione, per vincolarli quanto più possibile al potenziale di terra, per
migliorare l'equipotenzialità e ridurre le tensioni di contatto. Naturalmente, nulla toglie che alla messa a terra esterna si possa aggiungere un
conduttore di protezione incorporato nella conduttura di alimentazione, collegato
Il conduttore di protezione collega le singole masse al conduttore principale di al morsetto di terra all'interno della morsettiera dei motori.
protezione o direttamente ad un collettore di tena; deve avere la stessa sezione del
conduttore di fase, fino a 16 mm'. 3 Nei circuiti luce e prese, il conduttore di protezione e lllvece incorporato nella
Oltre tale valore, deve essere almeno la metà del conduttore di fase, con un conduttura di alimentazione, fig. 10.1, per semplicità di installazione. Da notare,
minimo di 16 mm'. tuttavia, alcune importanti indicazioni aggiuntive.
Si consiglia di utilizzare questa regola fino ad una sezione di 95 mm', oltre la • Nei circuiti luce, il conduttore di protezione viene collegato a terra nelle scatole
quale conviene scegliere la sezione del conduttore di protezione con la solita for- di derivazione iniziali e in corrispondenza degli interruttori di comando locali.
mula: Questi ultimi hanno quindi due collegamenti a terra, uno interno ed uno
esterno; quest'ultimo ha la duplice funzione di seconda messa a terra dell'inter-
~l't
S"'--
K
ruttore e di messa a tena locale del conduttore di protezione incorporato.
• Analogamente, nei circuiti prese il polo di terra delle prese è collegato al con-
duttore di protezione incorporato nella conduttura di alimentazione, mentre
l'involucro della presa, se metallico, viene collegato ad un apposito conduttore
Z I dispersori a picchetto devono avere una Junghezzu di circa IO m ed e.~sere disposti nlln perifcrin della rete
maglinla, altrimenti sono di futto in influenti.
di protezione esterno messo a terra localmente.
J Con un minimo di 2,5 rnm~ u -I mm~ se non fa p.lr(C della steSSll conduttura di 1IIiment.:\zione, rispeuivnmenle
con 11 senza una protezione meccanica. ~ In proposito vedasi anche la norma CE! li-I.
f
162 Elementi di progettazione elettrica ! Impianto di terra 163

In sostanza, anche per i circuiti luce e prese si è cercato di:


!r Si supponga, nel caso peggiore, che la corrente di guasto ritorni tramite un solo
• assicurare un collegamento esterno facilmente controllabile per gli apparecchi a I conduttore da 50 mm', lungo 300 m. La resistenza di qllesto conduttore è di circa
portata di mano;
• prevedere una serie di collegamenti a terra, in più punti, del conduttore di pro- I
I.
0,12 Q.
La con'ente di guasto a terra diventa:
tezione.
Tutto questo per realizzare l'equipotenzializzazione dell'area e limitare le tensioni I -=:::....:.:=---
6000/H
= 99,66 A
di contatto entro 50 V, par. 10.1.
i 34,64 + 0,12
,i

I
I conduttori equipotenziali principali (EQP) collegano le masse estranee diretta- La tensione tra la massa del motore e il punto di messa a terra della resistenza col-
mente ai collettori di terra. La norma CEI 64-8 richiede per questi conduttori una legata al centro stella del trasformatore è:
sezione pari alla metà della sezione dei conduttori di fase, con un minimo di 6
mm' ed un massimo di 25 mm' (rame). ! 0,12 x 99,66" 12 V
I
mentre la tensione sulla resistenza di terra del neutro vale:
10.4 Messa a terra del neutro
34,64 x 99,66 = 3452 V
Il neutro in bassa tensione va collegato direttamente a terra, par. 2.2.
In fig. IO.! il neutro è messo a terra sulla barra di terra del quadro di distribuzione In sostanza, la tensione fase-ten'a pari a 6000/ H = 3464 V cade qllasi tutta ai capi
principale. del1a resistenza di messa a terra del neutro, mentre l'impianto di terra assume una
In questo modo si ingloba nel condotto sbarre anche il conduttore di neutro, senza tensione trascurabile (12 V). 6
dover praticare un 'apertura nel condotto in corrispondenza del passante di neutro Inoltre, la tensione di 12 V è la tensione totale di terra, mentre la tensione di con-
per eseguirne la messa a terra. Nel tratto che va dal trasformatore al primo quadro, tatto è solo una parte di tale valore.
il sistema è di tipo TN-C e il neutro, che ha funzione di conduttore PEN, non deve
essere interrotto. In definitiva, il sistema suggerito è dì tutta sicurezza per quanto riguarda i contatti
La stessa soluzione può essere adottata anche quando invece del condotto sbarre si indiretti in media tensione. A questo si aggiunga che la protezione omopolare, da
utilizzano cavi, come in genere accade se il trasformatore è di piccola potenza. prevedere sempre sui motori a media tensione, interrompe istantaneamente l'ali-
In un impianto utilizzatore alimentato in alta tensione, il neutro della rete in media mentazione in caso di guasto a terra. 7
tensione interna all'impianto stesso va messo a terra tramite una resistenza, in
modo da limitare la corrente di guasto a 100 A, par. 2.3.
Se la tensione è di 6 kV, la resistenza limitatrice ha il valore: 5 105 Neutro artificiale

U 6000 Può capitare, più spesso di quanto si creda, che il secondario dei trasformatori,
R = - - = - = - - = 34,64 Q
J3 l H x 100 specialmente di alta/media tensione, sia col1egato a triangolo. poiché in molti casi
si preferisce per motivi economici collegare a stella il primario ad alta tensione.
La corrente di guasto a terra, ad esempio su un motore a 6 kV, si richiude al centro
stella del trasformatore tramite i conduttori della maglia di terra.
6 In renhtl. la corrente di guasto percorre più conùuttori ùa 50 111m 2 in purallelo fra di loro, quindi la cadutll di tCll-
sione è inferiore al valore calcolalO.
5 L'impedenza omopolare del tnlsfonnutore C truscumbile rispetto alla resistenzu limitalrke. Questa viene in i Il tempo di IO s per il quale viene dimensionnln la resistenza di messa a lelTa del nclltm è percIò largamenh!

genere lJimensiolluta per sopponarc la corrente di guasto per Ull tempo massimo di lO s. prudenziale.
164 Elementi di progettazione eletlrica Impianto di terra 165

fase-terra, occorre interporre la solita resistenza fra il centro stella del reattore a
zig-zag e la terra stessa.
Anche in questo caso, la resistenza va calcolata ignorando l'impedenza omopolare
del reattore. La fig. 10.3 rappresenta anche l'andamento delle correnti omopolari
nelle tre fasi.

lo 10.6 Il dispersore
310 1 l (31"
210 l, La rete magliata di terra svolge la funzione di "'conduttore della corrente di gua-
sto", cioè chiude il circuito tra il punto di guasto (in bassa o media tensione
)10 110 \210 interna allo stabilimento) e il neutro senza coinvolgere la terra. In altri termini. nei
L1
casi fin qui ipotizzati, la corrente di guasto percorre i conduttori della rete
J;;
L2 magliata senza disperdersi nel terreno.
lo
L3 ~
210
La situazione cambia radicalmente quando il guasto a tena si verifica nel sistema
)/0 )10 )io /19= 3/0
elettrico in alla tensione, oppure sulla media tensione che alimenta lo stabilimento.
In tal caso, la corrente di guasto si disperde nel terreno per richiudersi attraverso gli
impianti di terra di sistemi o cabine di alimentazione esterne.
I sistemi pubblici di distribuzione in media tensione sono eserciti con il neutro iso-
Ig = Corrente di guasto a terra
lato e dunque la corrente di guasto a terra è di natura capacitiva, dell'ordine delle
centinaia di ampere.
'o = Componente omopolare I sistemi di trasmissione in alta tensione hanno, invece, il neutro direttamente a
terra e la corrente di guasto a terra può raggiungere decine di kiloampere.
In entrambi i casi, si pone il problema delle tensioni di contatto (VT ) e di passo
(Vs) che la dispersione della corrente nel terreno può determinare.

La norma CE! I I -I indica i valori ammissibili per le tensioni di contatto V Tp in


FIGURA 10.3 _ Messa li terra del neutro artificiale, rculizzaUl mediame un reattore con avvolgi-
funzione del tempo di interruzione dell'alimentazione. Per le tensioni di passo si
menti a Zig-Zilg.
applicano limiti tre volte superiori, essendo in tal caso il percorso della corrente
In questo caso, occorre realizzare un centro stella (neutro) artificiale da collegare a nel corpo umano meno pericoloso.
terra tramite la solita resistenza limitatrice, par 2.3. A tal fine si utilizza un reattore Se lo stabilimento è alimentato in media o alta tensione, a favore della sicurezza,
collegato a zig-zag, derivato dalle sbarre del quadro a media tensione, fig. 10.3.' si può confondere la tensione totale (VE) con la tensione di contatto. È allora suffi-
La caratteristica di questo tipo di reattore è di comportarsi, in condizioni ordinarie, ciente che sia:
come un trasFonnatore il vuoto, quindi con una modesta corrente e perdite altret-
tanto modeste, mentre in caso di guasto fase-terra oppone alle correnti di guasto (I)
una bassissima impedenza omopolare; tanto è vero che, per limitare la corrente
dove UTp è il limite ammesso per la tensione di contatto in relazione al tempo di
Sin pmposito, veùnsi anche TuttnNonne! 8102. pago ?i c ~eguenti. intervento delle protezioni del distributore, fig. 10.4.
166 Elementi di progettazione elettrica Impianto di terra 167

La magliatura interna, di fatto, non influisce sulla resistenza di terra, la quale


U'p dipende dali 'estensione globale della rete e non dal Ialo di magliatura.
(V)
Diminuendo il lato di maglia si migliora l'equipotenzialità della superficie del ter-
1000
reno, ma non si diminuisce la resistenza di terra. 10
Lo stesso dicasi di eventuali picchetti posti all'interno della maglia. Vale la pena
I-... integrare la maglia con picchetti quando il diametro D della rete sia piccolo, in
J"o,..
500 relazione alla correnle da disperdere, oppure il picchetto riesce a raggiungere gli
" ~
strati profondi di terreno buon conduttore. In tal caso, i picchetti devono essere
disposti ai bordi (spigoli) della rete. Il

200
U,u '\ Se la condizione (l) non è soddisfatta, come in genere accade in alta tensione, gra-
zie alla presenza della rete magliata su tutta l'area dello stabilimento, o comunque
dove sono presenti le masse, è sufficiente che sia soddisfatta la condizione:
100 -

(2)
50 Se neanche questa condizione è soddisfatta, ma:

t (3)
0,05 0,1 0,2 0,5 2 2 5
(5)
l'impianto di terra è ritenuto ugualmente idoneo, senza misurare le tensioni di
FIGURA 10.4 - Tensioni di cont1lUo rlcceltabili in relazione al tempo di eliminazione del guasto: contatto e di passo, a condizione di applicare i provvedimenti M, di cui all'alle-
U Tp : limite per la persona senza scarpe (fuori dalla cabina elettrica). gato D della norma CEI Il-l, in funzione della tensione totale di lerra e della
durata del guasto. l'
Come è noto, la tensione totale vale:
Se, invece, UE > 4 UTp bisogna procedere alla misura delle tensioni di contatto e
di passo per verificare che non superino i limiti ammissibili UTp , fig. 1004.
Nel far questo, si può tenere in conto che, all'interno delle cabine elettriche, l'ope-
dove: ratore indossa le scarpe, la cui resistenza è convenzionalmente assunta dalla
- RE è la resistenza di terra, norma pari a 1000 Q. 13
- lE è la parte della correnle di guasto (lF) che l'impianto di lerra è chiamala a
lO Ciò perché i condunori interni della rete non sono tra loro indipendenti c dunque il loro contributo olia disper-
disperdere, 9
sione di corrente è lrnscurabile. Inf:ltti, la re.sislenzu di tcrra di un conduttore disposto ad nncllo è grosso modo uguale
a quella di una piastra di rame di pari raggio.
La resistenza di terra RE di una rete magliata si può calcolare con la Cannula Il Si ricorda che la resiStenzo di un picchcUo di lunghezza L e diametro d volc: Rr:=_P_ln 4L
. 2n:L li
approssimata RE = p/2D, essendo p la resistività del terreno e D il diametro del
Se il rapporto Ud > 100 la fonnulu ~i può semplificare in: RE = ~ essendo In ~ a 2)'t
cerchio di area equivalente a quella della rele. L d
12 I provvedimenti in questione consistono nel migliorare l'equipotenzialità lo(;ale mediante anelli, griglie, lastre
metalliche disposte in corrispondcll7.a dei posti di manovm. ncll'llumentare la resistivitil supcrticiale del terreno
9 La parte restante della corrente di gllaslO si richiude tmmite le eventuali funi di guardia li le gunine metalliche mediante asfaltatura () pietrisco, nel sostituire le recinzioni metalliche con altre isolanti. ecc.
dci cavi. collegati atrirnpiunto di term.ln mancanzll di tali collegamenti si assume h, = II" I) Vednsi in proposito TuttoNomlel. 312nOI, pago 3.
168 Elemenli di progettazione elettrica ImpianlO di lerra 169

10.7 Impianto di terra unico Gli elettronici richiedevano un sistema a maglia molto fitta, o al limite un'unica
piastra di rame posta al di sotto delloeale contenente le apparecchiature, per aVere
La norma CEI 11-1 ammette di separare l'impianto di terra di bassa tensione da un dispersore con una bassa reattanza al1e correnti ad alta frequenza presenti nei
quello in alta tensione, ma non è una soluzione consigliabile, tanto è vero che circuiti di segnale.
negli impianti industriali con propria cabina di trasfonnazione non si fa mai. Su questa necessità nessuno avanzava obiezioni; il problema consisteva nella pre-
tesa che questo sistema restasse separato dall'impianto di terra principale, anche
In pratica, 11 caso si può porre solamente quando si debba alimentare un apparec- se materialmente i conduttori dei due sistemi distavano poche decine di centimetri.
chio lontano dallo stabilimento. ad esempio un motore. La soluzione, assai semplice, consiste nel collegare il dispersore dei circuiti elet-
Se il motore è collegato all"impianto di terra dello stabilimento, si deve predi- tronici ad almeno un collettore di terra del dispersore principale. in modo da assi-
sporre anche una rete di terra locale per equipotenzializzare il terreno nella zona curare I 'equi potenzialità dei due sistemi.
circostante il motore dove il potenziale è zero e la tensione di contatto sul motore
uguale alla tensione totale. In alternativa, si può realizzare un sistema TI con una [n definitiva, nell'ambito di uno stesso impianto utilizzatore esiste un unico
terra locale, separata da quella dello stabilimento e coordinata con l'interruttore
differenziale posto a protezione dell"apparecchio.
Questo è ammesso solo se la tensione totale VE è inferiore a 500 V e il tempo
I dispersore che svolge compiti diversi ed integrati fra di loro. Ma c'è di più. Le sin-
gole maglie di terra vengono interconnesse fra di loro in modo tale da costituire un
unico grande dispersore per tutta l'area industriale.
d'intervento delle protezioni per guasto a terra sulla linea che alimenta lo stabili- Le correnti di guasto a terra interne a tale sistema percorrono i conduttori delle
mento non supera 5 s; se il tempo supera 5 s il limite scende a 250 V, varie maglie, senza mai interessare il terreno, eliminando le tensioni di passo e
Ciò ad evitare che la tensione totale di terra, sommata alla tensione di fase, vada a minimizzando le tensioni di contatto.
sollecitare in modo inammissibile l'isolamento verso terra del motore, Nei confronti delle correnti di guasto esterne, che si disperdono nel terreno per
richiudersi attraverso gli impianti di tetTa di stazioni o cabine di alimentazione
Le linee di segnale che entrano nello stabilimento devono essere dotate di trasdut- esterne, si ha il vantaggio di un perimetro esterno di grandi dimensioni con una
tori che le isolino dall'esterno, ad evitare che portino dentro lo stabilimento il resistenza totale di terra ridotta al minimo (vedasi il por. 10.6) e quindi con ridotte
potenziale zero o che esportino verso l'esterno tensioni pericolose, [4

Nella fig. 10.2 si notano i collegamenti a terra di serbatoi e tubazioni di processo.


, tensioni di passo e di contatto ai bordi della maglia,

Questi collegamenti raggiungono direttamente il dispersore senza passare per i


collettori di terra, Intorno ai serbatoi è posato un ane110 in rame nudo, avente la
stessa sezione dei conduttori del dispersore al quale sono collegate le calate dei
l
serbatoi. L'anello è collegato in almeno due punti al dispersore a maglie.
Anche l'impianto di terra dei circuiti di strumentazione deve essere integrato con
il dispersore magliato. In passato, i costruttori degli impianti elettronici pretende-
vano un impianto di terra separato, Fortunatamente, autorevoli voci, un po' in
tutto il mondo, hanno convinto questi costruttori (ditte note a livello mondiale)
I,
che non è possibile, nell'ambito di uno stesso impianto, avere due sistemi disper. I
denti separati, con il rischio di stabilire pericolose differenze di potenziale all'in-
I
terno dello stesso locale.

I~ Vedasi, in proposito, la circolare del 19/J21J972 della Direzione Genemle dell'Istituto Superiore P.T..
!
Y:
~
"Prescrizioni per gli impianti di telecomunicazioni ullacciuti u!!<l rele pubblica installati nelle cubine. slOzioni e ccnlmli
elenriche A.T."
Armoniche 171

Il ARMONICHE

11.1 Origine ed effetti delle armoniche

Se un generatore di tensione sinusoidale, di frequenzaf, è applicato ad un carico di


impedenza variabile nel periodo T = l/.f, ne risulta una corrente non sinusoidale
(corrente deformata). In breve, si dice che il carico non è lineare.
Tipici carichi non lineari sono:
a) raddrizzatori (per carica batterie, elettrolisi, saldatrici, ecc.);
b) apparecchi per la conversione della corrente continua in alternata (inverter);
c) avviatori elettronici (soft-starting) e azionamenti a frequenza variabile per
motori sincroni e asincroni;
cl) azionamenti per motori in corrente continua;
e) lampade a scarica nei gas (lampade fluorescenti tubolari, a vapori di mercurio,
al sodio, ecc.);
fJ forni ad arco e ad induzione.

Una funzione periodica non sinusoidale si può considerare come somma di più
sinusoidi: una fondamentale e altre di frequenza multipla (armoniche).
Le armoniche di corrente determinano cadute di tensione deformate; dunque,
anche la tensione, in una rete che alimenta carichi non lineari, è defonnata,
par. 11.2. La deformazione della tensione determina armoniche di corrente anche
sui circuiti che alimentano carichi lineari.

Le armoniche possono causare:


• aumento delle perdite nelle macchine elettriche (trasformatori e motori);
• aumento delle perdite ed eventuali fenomeni di risonanza nei condensatori;
172 Elementi di progetta_z,O"io"n"'eece"le"'U"'ric:::a'-_ _ _ _ _ _ _ _ __
T ____________________________~A~nm~on~ic~h~e_________________________~173

aumento delle perdite nei cavi e sovraccarico del conduttore di neutro;


• funzionamenti errati o intempestivi delle protezioni elettroniche.
l 11,2 Contenuto armonico della tensione

Una VOltH note le armoniche di con'ente, bisogna valutare il contenuto armonico


Per quanto riguarda le perdite nelle macchine, è evidente che solo limitando il della tensione. Se X è la reattanza della rete alla frequenza fondamentale e i il
livello delle armoniche è possibile contenere l'aumento delle perdite. valore della corrente armonica di ordine 11, mentre I/X è la reattanza relativa all'ar-
monica di ordine Il la componente armonica della tensione sarà nXi. Poiché:
Per evitare danneggiamenti ai condensatori, è bene che questi siano sovradimen-
sionati in tensione e in potenza. [n pratica, se si deve rifasare una rete a 400 V. è
bene prevedere condensatori dimensionati in modo da fornire a 400 V la potenza
reattiva necessaria, ma adatti a funzionare permanentemente a 500 V senza alcun
sovrariscaldamento. I condensatori avranno quindi una potenza pari a (500/400)' dove P ee è la potenza di cortocircuito minima della rete, è evidente che l'effetto
volte la potenza richiesta a 400 V, cioè 1,56 volte tale potenza. distorcente delle correnti armoniche in un punto dell'impianto è inversamente pro-
Questo sovradimensionamento è necessario per assicurare una durata adeguata ai porzionale alla potenza di cortocircuito minima in quel punlo.
condensatori. Analogamente per le tensioni superiori: ad esempio, a 6 kV i conden- TI contenuto annonico totale della tensione, dovuto a tutte le armoniche fino
satori sono isolati per una tensione massima di 7,2 kV (tensione di prova a 50 Hz di all'ordine N, è dato dalla radice quadrata della somma dei quadrati delle armoni-
20 kV), ma devono essere anche in grado di funzionare permanentemente alla ten- che di tensione dei vari ordini:
sione di 7,2 kV.l1 sovradimensionamento è pari a (72/6)', cioè al 144%.
Per quanto riguarda la possibilità di risonanza dei condensatori per determinate
H= G,X'"I =X ~~
~ 22" 2,,/,- r (I)
armoniche, vedasi anche il par. Il.4.

Noto il valore delle armoniche di corrente i dei vari ordini. mediante la formula
Circa l'aumento delle perdite nei cavi, il sovrariscaldamento è modesto. Un
(l) si ricava il contenuto armonico totale della tensione.
discorso a parte merita il conduttore di neutro.
Le correnti di terza armonica in un sistema trifase equilibrato ritornano attraverso
il neutro, che non può essere più considerato a corrente zero, ma percorso da cor-
renti a 150 Hz. Ad esempio, se in un impianto di illuminazione con lampade fluo- 11 ,3 Convertitori esafase e dodecafase
rescenti la componente di terza armonica è il 30% della fondamentale, il neutro è
attraversato da una corrente a 150 Hz pari al 90% della fondamentale (cioè tre I carichi non lineari di clli in a), b), c), cl) del par. Il.1 utilizzano in genere due
volte la terza annonica di ciascuna fase). schemi di raddrizzatori.
Negli impianti di illuminazione, dove l'uso di lampade a scarica è generalizzato, il Il più semplice discende direttamente da un sistema trifase ed è detto (a reazione)
conduttore di neutro deve avere la stessa sezione del conduttore di fase. l esafase, fig. 11.1.
Il secondo schema, che richiede un trasformatore a doppio secondario (uno a stella
L'influenza delle armoniche sulle protezioni elettroniche è difficile da valutare. e lino a triangolo), è detto (a reazione) dodecafase, lig. Il.2.
Con l'avvento dell'elettronica, l'energia richiesta dalle protezioni è ridottissima e Si può calcolare il contenuto armonico della tensione dovuto a questi convertitori,
quindi si sospetta che le armoniche siano a volte causa di interventi intempestivi, per mezzo di tabelle che danno il valore unitario delle correnti armoniche dei vari
difficili da spiegare. Ciò non avveniva con le protezioni elettromeccaniche, che ordini (p.ll. della fondamentale). La più accreditata e usata di queste tabelle deriva
richiedevano energie notevoli per intervenire. dalla pubblicazione IEEE 519-1992, tabella II.A.
Nel convertitore esafase S0l10 presenti le al1110niche di ordine 5,7, Il, 13, 17, 19,
23,25,29,31,35,37,41,43.47,49.
I P~r maggiori informazioni sulle protezioni del neutro in prc~cllzn di armonichc vcdnsi TuUoNorJncl 1/2001.
pag.3.
174 Elementi di progettazione eleltrica Annoniche 175

Nel convertitore dodecafase le annoniche di ordine 5,7, 17, 19,29,31,41,43 Il contenuto armonico totale della tensione discende dalla (l):
sono teoricamente nulle, ma per convenzione sono considerate pari a] 10% delle
armoniche del raddrizzatore a reazione esafase; le altre armoniche sono uguali per
entrambi i convertitori. H=XI (2)
Il valore i dell' annonica di ordine Il è dato dal valore indicato nella tabella Il.A
moltiplicato per la fondamentale I, Ad esempio, il valore dell'annonica di ordine Il valore della reattanza X dipende dalla potenza di cortocircuito minima della rete
undicesimo è i = 0,073 I, nel punto di installazione del convertitore, la corrente I" è la corrente nominale del
convertitore stesso, mentre il termine sotto radice quadrata è costante, perché
dipende soltanto dal tipo di convertitore (esafase o dodecafase), 2
Per il convertitore esafase, il valore della radice quadrata è 2,25 (esattamente
2,2494281); per il sistema dodecafase è 1,463 (esattamente 1,4627713),
A questo punto, il calcolo del contenuto armonico totale della tensione è molto
semplice:
....
,~
....
~ • H I = 2,25 XI per il convertitore a reazione esafase;
,.... • H, = 1,463 XI per il convertitore a reazione dodecafase,
....
~ ~
La distorsione H è in valore assoluto (V) e si riferisce alla tensione di fase,
,... ...
Tabella Il.A - Valori delle armoniche di correme di convertitori esafase e dodccafase (IEEE j 19· 1992).
+
OrdiI/e Hllore deIl'armonica
dell'armollica
Convertitore esafase COIll'e,.,itore dodecllfiue
(1'.11.) (p.ll.)

FIGURA Il.1 - Schema di mddrizzatore esafasc. 5 0,192 0,0192


7 0,132 0.0132
Il 0,073 0,073
13 0,057 0,057
17 0,035 0,0035
19 0.0:27 0.0027
23 0,020 D,MD
25 0,016 0,016
29 0,014 0,0014
31 0,012 0,0012
35 0,011 0,011
37 0,010 0,010
41 0,009 0,0009
43 0,008 0,0008
47 0,008 0,008
+--~----------+---------------~-----------4-- 49 0,007 0,007

2 Il ricorso alla corrente nominale In del cllllvertilOre. unzichc alla corrente fondmnentalc I. pOrla a risultati leg-
FIGURA 11.2 - Schema di raddrizzatore dodecafasc. germente maggiori di quelli reo'lli (+ 3,3'7;' per convertitore esafase; +0 51 r,~ per convertitore dodccafase).
176 Elementi di progettazione elettrica Armoniche 177

Se indichiamo con h il valore percentuale della distorsione: J In funzione della distorsione massima ammessa, è così possibile decidere se utiliz-
zare il convertitore a reazione esafase. oppure se occorre il convertitore a reazione
h= Z 100 dodecafase, più costoso. Se anche con questa seconda soluzione il contenuto ar-
,13 monico è eccessivo, si devono installare dei filtri che eliminino le armoniche più
importanti (cioè quelle di ordine inferiore),
si ottiene: Il valore di distorsione ammesso dipende dalle esigenze dell'utenza, !n mancanza
di vincoli, si può fissare al 5% la massima distorsione armonica che consente di
h, U U'
H, =----=2,25X 1=2,25--1 (3 ) considerare ai fini pratici la forma d'onda della tensione ancora sinusoidale.
100 ,13 P" Naturalmente, nell'ambito di un impianto, bisogna tenere conto di tutti i carichi
distorcenti che fanno capo ad una determinata alimentazione, mantenendo la
h, U U' distorsione massima entro i limiti stabiliti ad ogni livello di tensione.
H,=-- ~= 1,463 X [= 1,463-[ (4)
- 100 ,,3 P" II valore massimo del 5% per la distorsione armonica era indicato, ad esempio,
dalla precedente edizione della norma IEC 60034-1, art, 122.1, relativa alle mac-
da cui: chine rotanti, L'attuale norma CE! EN 60034-1 (CE! 2-3), all'art, 6,2,1, introduce
un nuovo parametro, il fattore annonico della tensione HVF, che per i motori elet-
u' ,13 J3Ul
h, = 2,25 --[--100 = 2,25 - - - 100 (5) trici non deve superare il valore di 0,02.
Pcc U Pcc Il rattore armonico della tensione è dato da:

u' J3 ,13 U[ ,
h,= 1,463--[--100= 1,463--100 (6) HVF= ~N llii (9)
~ Pec U pc .. 2 Il

Se si introduce la potenza apparente del convertitore P = ,13 Ul si ottiene infine: dove un è il valore in p.u. dell'armonica di tensione di ordine Il.
Poiché la componente armonica della tensione di ordine Il, in valore assoluto, è 11 X i
• la distorsione totale percentuale della tensione per il convertitore a reazione esafase:
dove i è la corrente armonica di ordine n (par, Il,1), si ha:
P
h, =2,25--100 (7) Il Xi
pc..

• la distorsione totale percentuale della tensione per il convertitore a reazione


dodeca Fase: Essendo la reattanza della rete X = U' I P" e la potenza apparente del convertitore
P = J3 [U , dalla (9) si ottiene:
P
h, = 1,463 - - 100 (8)
- P
cc
HVF=
Le formule (7) e (8) permettono di calcolare subito il contenuto armonico totale
dovuto ad un convertitore di potenza apparente P alimentato da una rete con
potenza di cortocircuito Pcc ' P
= (lO)
J Il coefficieme" è :!nehe denominato fallore di distorsione totale THD (1ola! Hllnnonic Distortion).
Elementi di progettazione elettrica Armoniche 179
178

Benché la norma CEI EN 60034-1 consigli di limitare il calcolo alla tredicesima Poiché la distorsione supera il 5%, è preferibile lo schema dodecafase, il quale
armonica, in linea con quanto fatto nella determinazione della distorsione armo- introduce la distorsione: 5
nica totale, si è preferito ricorrere a tutte le armoniche riportate in tabella Il.A,
ottenendo così un valore della radice quadrata maggiore di circa il 10% rispetto a 2
h, = 1,463 - - - 100 = 3,61%
quello che si avrebbe limitando il calcolo alla tredicesima armonica, tabella II.B. 81,1

Il lettore può comunque scegliere di usare, a suo piacimento, le formule relative Se il trasformatore, che alimenta il convertitore esafase, è alimentato direttamente
alla distorsione annonica totale (che, ovviamente, sono ancora valide) o quelle dalla rete a 30 kV, dove la potenza di cortocircuito è 230,6 MVA, par. 3.3 (IO),
relative al fattore armonico della tensione HVE si ha:

Come al solito, un esempio pratico può aiutare il lettore meglio di tante parole. 2
hl =2,25---100= 1,95%
Si abbia un convertitore esafase con potenza di 200 kVA, alimentato a 400 V da 230,6
un trasformatore da 1600 kVA, potenza di cortocircuito 20,8 MVA, par. 3.3 (11).
La distorsione totale della tensione causata dal convertitore vale (7): È dunque preferibile alimentare il convertitore a 30 kV; in tal caso è sufficiente lo
schema esafase.
P 0,2 6'" Ripetendo i calcoli con la formula (IO) relativa al parametro HVF, per il converti-
h = 2,25 - - 100 = 2,25 - - 100 = 2,1 ',o
P" 20,8 tore esafase da 200 kVA su rete con potenza di cortocircuito di 20,8 MVA si ha
HVF =
0,7 x 0,2 / 20,8 = 0,00673, pari a circa il 34% del valore massimo
11 valore è largamente accettabile, quindi il convertitore esafase può essere utiliz- ammesso. Con il convertitore esafase da 2000 kVA su rete con potenza di cortocir-
zato senza problemi. cuito da 81,1 MVA si ha HVF = 0,7 x 2/ 81,1 = 0,0173, pari a circa 1'86,3% del
valore massimo ammesso. Come si vede, i risultati sono simili ma leggermente
Si consideri ora un convertitore da 2000 kVA alimentato, tramite proprio trasforma- migliori di quelli ottenuti ponendo il limite del 5% alla distorsione totale di ten-
tore, dalle sbarre a 6 kV, dove la potenza di cortocircuito è 81,1 MVA, par. 3.3 (l2). sione; nel secondo caso, addirittura, non occorre il raddrizzatore dodecafase, come
In caso di schema esafase, la distorsione armonica della tensione è pari a: invece era richiesto in base al calcolo precedente.

2
h, = 2,25 - - - 100 = 5,55% 11,4 Risonanza dei condensatori di rifasamento
81,1

I condensatori di rifasamento possono entrare in risonanza con l'induttanza della


Tabella n.B _Valore assunto dalla radice quadrata presente nella formula che definisce il parame- rete per una delle frequenze delle armoniche, amplificando gli effetti delle armoni-
tro HVF -I che. Anche per questo motivo è bene sovradimensionare i condensatori di rifasa-
Calcolo }iliO ,,{fa Calc% fillo allci mento, al fine di evitare sovrariscaldamenti, come già suggerito, par. Il.1.
tredicesimo armoJlico q/lOnlflt(llJ()\'esiwa aflllO/lica L'ordine Il dell' armonica che determina la risonanza è:
Raddri"-atore esafase 0,64 0,7

Raddri::alore dodecafase 0,36 0,4'

"' I valori riporllllj in tubc\ln 11.8 sono npprossimati e corrispondono rispellivamente a: 0,63847: 0,6976596; :. Si ricorda che nc11"esempio del cap. 3 le pOTenze sono stute lenute volutamente basse, specialmente per le reti li

30 kVe a6kV.
OJ62677:?: O,.l065249.
180 Elementi di progettazione elettrica Proiezioni eleUriche
181

essendo P" la potenza di cortocircuito della rete e Q, la potenza reattiva dei con-
densatori. 6

Ad esempio, se un trasformatore da 1600 kVA, con potenza di cortocircuito di


20,8 MVA, par. 3.3 (lI), alimenta un banco di rifasamento da 200 kVA, l'ordine
delI'armonica che provoca la risonanza è:

Il -
- J20,8
0,2
-lO?
- ,-

L'armonica più vicina, per la quale si può temere un certo effetto di risonanza, è
l'undicesima.

Un altro esempio si può riferire alla rete a 6 kV dove un trasformatore da IO MVA


I 12 PROTEZIONI ELETTRICHE

12.1 Relè di protezione


alimenta un banco di rifasamento da 2 MVA. Essendo la potenza di cortocircuito
81,1 MVA, par. 3.3 (12), l'ordine dell'armonica di risonanza è: Esistono tre tipi di protezioni elettriche: elettromeccaniche, statiche e a micropro-
cessore.

Il = J 8~,1 = 6,37
a) Le protezioni elettromeccaniche sfruttano le forze elettrodinamiche (relè elet-
tromagnetici e ad induzione) e l'energia termica (relè termici, bimetallì) per
provocare l'intervento dei dispositivi di intemlzione.
b) Nelle protezioni statiche (elettroniche), le funzioni espletate nei precedenti
In questo caso si può temere la risonanza alla settima armonica, quindi può apparecchi dal1e forze dovute alI'elettromagnetismo e al riscaldamento sono
essere opportuno utilizzare, per eventuali convertitori, lo schema dodecafase, che svolte da circuiti elettronici senza parti in movimento, salvo quelle dei contatti
riduce teoricamente a zero (o comunque a valori bassissimi) la quinta e la settIma dei relè finali, che consentono alla protezione di agire sui circuiti estemi.
armonica. Queste protezioni permettono tarature più fini e precise di quelle attuabili con
le protezioni elettromeccaniche; inoltre assommanO in un unico apparecchio di
dimensioni notevolmente ridotte funzioni che, nella versione elettromeccanica,
6 Infatti:
u'
Q=- sono svolte da più apparecchi.
c Xc
Le protezioni statiche richiedono, infine, prestazioni dei riduttori di con'ente e
poiché: X t =(t)L=2;r.jL !! Xc =-'-=-'- di tensione minori rispetto ane protezioni elettromeccaniche.
mC 2nfC
c) Le protezioni a microprocessori programmabili sono le più evolute e complete.
Raccolgono generalmente in un unico apparecchio tutte le funzioni necessarie
si ha:
alla protezione di un tipo di macchina (generatore, trasformatore, motore) e
sono in grado di trasmettere a distanza i dati rilevati; possono essere anche lele-

quindi: J~:<. J
= 2:;L . hfCU2 (2;rff2 Le 2Jtf ILe
programmate.
Le protezioni a microprocessore permettono non solo tarature più fini e conti-
nue delle protezioni precedenti, ma anche di modificare le curve di intervento
Si ha risonanza quando: '21[11/ = -,;=~'=c- do cui: /I = -,-rr-::,rfL/""'c"
lf delle varie funzioni incorporate, adattandole alle pitl svariate esigenze.
~1:::82=---_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Elementi di progettazione eleUrica Protezioni eleUriche
183

Queste protezioni possono essere interfacciate con personal computer e sono in Vale la pena spendere due parole per approfondire l'argomento e verificare quanto
grado di fornire un'enonne quantità di dati, grazie alla memorizzazione degli ci sia di vero, o di falso, in questa credenza.
eventi; hanno inoltre piccoli relè elettromeccanici di uscita, per agire sui circuiti
esterni di scatto e segnalazione.
12.2.1 Difetti apparenti
l tre tipi di protezione convivono nell'attuale impiantistica elettrica.
Le protezioni elettromeccaniche sono presenti nei piccoli interruttori automaticI Basso costo
(modulari), nei contattori di bassa tensione e negli interruttori 5catolati, dove però
vengono via via sostituite dai relè elettronici. Il fusibile ha un costo trascurabile rispetto all'interruttore. Il basso costo è in tutti i
Usare per i contattori le protezioni statiche, o peggio ancora quelle a microproces- casi un pregio, che induce però qualcuno al sospetto, secondo il detto per cui ciò
sore, significa non tenere conto del rapporto costi/benefici. Solamente per grossi che poco costa, poco vale.
motori di bassa tensione, comandati da interruttori in aria convenzionali (non scato-
lati), si può giustificare l'uso di protezioni statiche, già incorporate nelI'interruttore.
Per i motori di bassa tensione fino a 200 kW l'abbinamento fusibile - relè lermico Sostituzione
0, in alternativa, l'abbinamento del relè magnetico, o elettronico, a scatto istanta-
neo di un interruttore scatolato con il relè termico del contallore è più che suffi- I fusibili hanno dimensioni unificate, anche se esistono più serie norma1ìzzate.
ciente; eventualmente può essere integrato con un relè omopolare alimentato da Nell'ambito di un impianto o, meglio ancora, di uno stesso stabilimento indu-
un riduttore di corrente toroidale posto sul cavo in uscita, par. 12.5.1. striale o di una struttura del terziario, occorre scegJiere una serie unica di fusibili,
Le protezioni staliche costituiscono un notevole passo avanti rispello alle prote- in modo da limitare le scorte e da evitare errori di sostituzione.
zioni elettromeccaniche. È possibile fare uso di due serie di fusibili, purché ad ognuna venga assegnato un
L'uso delle protezioni a microprocessore (che qualcuno chiama "intelligenti") va campo ben preciso di correnti nominali. Si possono usare per le correnti inferiori i
meditato e riservato a quegli impianti in cui il controllo centralizzato delle mac- fusibili con portacartuccia a vite, mentre per correnti superiori ad un certo valore
chine riveste notevole importanza. Non è comunque accettabile che le protezioni (ad esempio 63 A) si possono usare i tipi cilindrici, o a coltello, oppure imbullo-
in questione siano programmate a distanza da personale non elettrico, il quale nati.
potrebbe inavvertitamente modificare tarature fondamentali per la sicurezza. L'importante è che questo criterio sia stabilito con chiarezza, in modo da eliminare
ogni problema di sostituzione. Dopotutto, negli impianti progettati correttamente
Nei par. 12.4, 12.5, 12.6 sono iIIuslrate e discusse le funzioni delle protezioni, ed eserciti professionalmente, l'intervento dei fusibili è un evento sufficiente-
senza entrare nel merito dei tipi costruttivi, che il progettista sceglierà in base alle mente raro, tale da non costituire un particolare motivo di preoccupazione per gli
necessità e ai costi. addetti ali 'esercizio e alla manutenzione.
Per ogni macchina da proteggere, trasformatore, motore o generatore sono suggerite La sostituzione del fusibile, dopo l'intervento, deve avvenire in sicurezza.
le funzioni delle protezioni da adollare, tenendo conto che quanto più la macchina è Per il tipo con portacartuccia a vite esistono esecuzioni completamente sicure, con
importante e costosa, tanto più le protezioni devono essere complete e precise. una base che, assieme al portacartuccia avvitato su di essa, costituisce un supporto
della cartuccia perfettamente protetto contro i contatti accidentali (IP2X, o anche
IP3X). L'estrazione della cartuccia avviene svitando il portacartuccia e asportan-
12.2 Fusibili dolo al;jsieme alla cartuccia stessa. La nuova cartuccia va inserita nel portacartuc-
eia estratto, il quale viene poi avvitato aUa base senza alcun pericolo di contatto
Molti impiantisti ritengono il fusibile un apparecchio di serie B, indice di un diretto.
impianto elettrico a basso costo, indegno di comparire in impianti seri e ben pro- Lo stesso non si può dire per i tipi cilindrici o a coltello (privi di portacartuccia).
gettati. per i quali sono previste apposite maniglie, di uso non molto agevole e sicuro.
184 Elementi di progettazione elettrica Protezioni elettriche 185

Questi ultimi fusibili vanno associati a interruttori di manovra, sui quali sono gio di corrente attraverso due soli elementi del relè termico provoca, in alcuni
direttamente montati, in modo che l'estrazione della cartuccia possa avvenire in casi, un allungamento dei tempi d'intervento rispetto a quelli relativi alla caratteri-
assenza di tensione. stica d'intervento riferita al funzionamento degli sganciatori sulle tre fasi; in defi-
L'errata sostituzione di una cartuccia può comportare tre tipi di pericoli: scelta di nitiva, si ha una incompleta protezione del motore durante la marcia in monofase.
una cartuccia di taglia superiore a quella da sostituire, con ridotta protezione della Questo problema è ora completamente superato, perché, ormai da parecchi anni, i
conduttura; scelta di una cartuccia di taglia inferiore, con pericolo di intervento relè termici dei contattori sono dotati di un dispositivo che modifica la curva d'in-
intempestivo; scelta di una cartuccia di tipo diverso e quindi non adeguata ano tervento tempo-corrente quando Uno dei tre elementi non è attraversato da cor-
scopo. rente, in modo da provocare l'apertura del contattore anche per correnti netta-
Un esempio tipico relativo a quest'ultimo caso consiste nella sostituzione di una mente inferiori al valore nominale. Si tratta, in pratica, di una rudimentale, ma
cartuccia di tipo gG (adatta a qualunque utilizzo) con una di tipo aM, adatta solo efficace, protezione [t squilibrio di corrente.
alla protezione dei motori in combinazione con un contattore munito di relè ter-
mico. Poiché la cartuccia aM non è in grado di interrompere correnti al di sotto di
un determinato valore, deve essere sempre accompagnata dal contattore, dotato di 12.2.2 Pregi reali
un relè termico, al quale è affidata l'interruzione delle basse correnti.
L'utilizzo del fusibile della serie aM da solo costituisce un pericolo, che sussiste SelettivitlÌ
anche se il fusibile è correttamente coordinato col contattore, in quanto, se que-
st'ultimo fallisce l'apeltura per difetto del termico o per saldatura dei contatti, il L'uso del fusibile è il sistema più semplice e sicuro per assicurare la selettività
fusibile aM è chiamato a intervenire su correnti che non è assolutamente in grado nella distribuzione in bassa tensione. Ogni fusibile è selettivo rispetto a quello a
di interrompere, con conseguente fusione dell'intera cartuccia (non solo dell'ele- valle, se il rapporto. delle correnti nominali è almeno 1,6; questo equivale a dire
mento fusibile). dire che le due correnti nominali non sono consecutive nella serie unificata dei
In ogni caso, i pericoli da sostituzione errata deIla cartuccia vanno eliminati, valori normali, par. 6.2.2. I costruttori, a volte, garantiscono la selettività anche tra
innanzi tutto, ricorrendo ad addetti alla manutenzione di sicura professionalità, e, due fusibili aventi correnti nominali consecutive nella serie di valori normali.
in secondo luogo, unificando rigidamente i fusibili, come già detto in precedenza.

Limitazione dell';quadratoti
Fll1l'zioll11menlo monofase dei malori
Quando l'intervento del fusibile avviene in meno di un quarto di periodo, cioè in
Secondo alcuni, il principale difetto dei fusibili consiste nella marcia mano fase (o meno di 5 ms, la corrente di cortocircuito non può raggiungere il suo massimo
meglio bifase) dei motori trifase in caso di intervento di un solo fusibile. teOlico. In altri termini, il fusibile limita la corrente di cortocircuito a valori infe-
Il problema riguarda il motore collegato a triangolo: la corrente che attraversa i relè riori alla corrente di cortocircuito presunta nel punto d'installazione del fusibile
termici delle due fasi non interrotte, se il carico è sufficientemente basso, può non stesso, fig. 12.1.
superare la corrente nominale, e quindi non provocare l'intervento del relè teonico Questa limitazione comporta notevoli vantaggi nel dimensionamento al cortocir-
del contattore, mentre in una delle tre fasi dell'avvolgimento la corrente nominale cuito dei quadri di bassa tensione, che possono essere cosÌ progettati per correnti
può essere superata e di conseguenza può bruciare l'avvolgimento di statore. di cortocircuito effettive notevolmente inferiori a quelle presunte, fig. 12.2.
Ciò non avviene se il motore è collegato a stella, in quanto la con'ente che attra-
versa i relè termici è la stessa che percorre le fasi dell'avvolgimento, quindi il
motore sarebbe protetto anche in caso di marcia monofase. Per questo motivo, in
l
f
ff
Vale la pena ricordare che secondo la norma CE! 17- I311, art. 8.2.3.1.1, la verifica
della tenuta al cortocircuito non è necessaria "'per le apparecchiature che hanno
correnti nominali ammissibili di breve durata o correnti nominali di cortocircuito
passato, si esigeva per i motori di bassa tensione il collegamento a stella. condizionate non superiori alO kA", mentre il successivo art. 8.2.3.1.2 ammette la
Anche questo accorgimento, però, può non essere sufficiente, in quanto il passag-
I! stessa esenzione "'per le apparecchiature protette da dispositivi limitatori di cor-
186 Elementi di progettazione elettrica Proiezioni elettriche 187

/',...... , (AI A
I \
10'
" \ corrente
/ \ presunta
I Ir--
f l/
f 1
f 1
f 1
f 1
f 1
f 1

~
Lf corrente ..
effetliva \ 10'
;- ..
1
1
l
t
\
10'

FIGURA 12.1 - Un fusibile limita la corrente di cortocircuito il valori inferiori (corrente effettiva)
rispetto a quella calcolata (corrente presunta).
10~OL'--~----~--'0~'--~-------'-0~'----------~1~~
rente aventi una corrente di picco limitata non superiore a 17 kA". Naturalmente
la limitazione de11'iquadratoti ha anche l'importante vantaggio di limitare i danni
prodotti dal cortocircuito.
FIGURA 12.2 _ Le linee tratteggiate indicano il valore di picco della corrente di cor~oci~cuito effet-
Un analogo vantaggio si ha nel dimensionamento al cortocircuito dei cavi di bassa tiva, mentre la linea continua corrisponde al valore di picco della corrente di cO~OClrCll1to presunta
tensione; infatti, qualunque sia la corrente di cortocircuito presunta, non occorre (cos rp:= 0,25). In ascissa è riportato il valore efficace della corrente di cortocirCUIto presunta.
mai aumentare la sezione del cavo rispetto a quella stabilita in relazione alla por-
tata termica e alla caduta di tensione, par. 9.2 e par. 9.3. La selettività viene denominata amperometrica quando è Favorita dalla diversa
Il fusibile di bassa tensione, lungi dall'essere un componente "povero" degli corrente nominale dei dispositivi di protezione e cronometrica quando è dovuta al
impianti elettrici, è in grado di offrire elevate prestazioni con grande affidabilità, diverso tempo d'intervento. Quando la selettività è assicurata per tutti i possibili
come dispositivo di protezione contro il sovraccarico e il cortocircuito, a cui si valori di corrente si parla di selettività totale, altrimenti di selettività parziale.'
aggiunge il pregio indiscutibile di poteri d'interruzione elevatissimi, legati alla sua La fig. 12.3 mostra un esempio di selettività amperometri ca (parziale) fra interr~t­
capacità di limitazione della corrente. tori aventi diversa correnle nominale, ma entrambi a scatto istantaneo (scatola ti o
modulari).3

12.3 La selettività delle protezioni


2 Il comportmnemo di 11II dispositivo di protezione è, in realtà, rappresentato, più che d,~ una cu~va. da una. 1..oml
delimilllill dalle CUr\'e che. per ogni valore di corrente. indic.mo il tempo massimo di interruZione ed II tempo m~nt~~
Un sistema di protezione è selettivo se detennina soltanto l'interruzione del cir- di non funzionamento del dispositivo. Le curve riportllte nelle figure di questo paragrafo indicano: quelle sll~enon 11
cuito in cui ha sede il guasto e non dei circuiti a monte. l ..
tempo ffimlffio d'l non t'unZl'on'lmelllo
• del dispositivo
. . li monte (cllrauerislica
. di intervento) e quella sotlostullIe Il tempo
massimo di intermzione del dispositivo a valle (carauerislica della durata di interruzione).

I Questa selcuivitu viene indicatn come selettivitil "venìca1e" (dispositivi in serie) per distingucrln ùn!!:! selettivi- 1 La leuern A e B con le quali sono illdicllti gli interruUori non sono ovviamente da confondere con le categorie A
Iii "orizzontale" che si consegue suddividendo i cnrichi su numerosi circuiti (dispositivi in parnllelol. e B di selettività.
188 Elementi di progettazione elellrica Protezioni elettriche 189

Pt A
A
B B A

~ ___ l-4-______~A~,~B A, B

L-____- l_______________ ~

/
/

FIGURA 12.5 - Seleuività totale l'ra fusibili.


FIGURA 12.3 - Selettività amperometrica (parziale) tra interruttori:
TI = tempo di imervento delle protezioni (scatto istantaneo) dell'ordine di alcuni centesimi di
secondo (0,02-:-0,04 5); La fig. 12A mostra un esempio di selettività cronomet;-ica (totale) fra interruttori.
IL = corrente limite della selettività amperometrica. di cui quello a monte è ritardato,
Come già detto al par. 12.2.2, la selettività fra fusibili non presenta problemi, pur-
ché il rapporto fra le correnti di due fusibili in serie sia almeno 1,6, fig. 12.5.
Gli interruttori scatolati possono avere una corrente di breve durata, par. 6.2.l,
,', A
inferiore al potere di interruzione. Ciò permette di conseguire una selettivit~l cro-
A
). B
B
nometrica parziale, limitata ad un valore di corrente uguale alIa corrente di breve
durata, fig.12.6.
ì La fig. 12.7 si riferisce a due interruttori 5catolati limitaton. Per forti cancoti di
cortocircuito entrambi gli interruttori tendono ad intervenire; solo mediante prove
T, il costruttore di entrambi gli interruttori può indicare se c'è selettività (selettività
/
/ energetica). 4
A .......... T
1
La fig. 12.8 si riferisce alla selettività fra un interruttore principale di tipo selettivo
B
T, A e un interruttore scatolato (che può essere normale BI o limitatore B 2). 5
T, B ln alternativa all'interruttore scalolato, si può impiegare un interruttore di mano-
vra con fusibili.

4 L'apertura deJrimerruttore limitatore a valle cambia le condizioni in cui orera l'intemlUore a monte, in quanto
viene modilicalll la corrente di cortocircuito :l cui e sottoposto. [n questi casi, è preferibile che la se1cuivilà sia indicata
FIGURA 12.4 - Selettivjtl\ cronometrica (totale) tra interruttori: dnl costruttore di entrambi gli inlemlliori sulla base di prove di labomtorio, essendo essenziale la conosceoza dell'e-
TI = tempo massimo di interruzione dell'inlerrutlore B; nergiu necessaria per determinare l'intervento dell'inteml1tore a monte (energia di sgancio). Ciò può al·cadere anche
sc l'intcrruttore a monte non è limitatore (e non è ritardato).
T2 ;:: tempo minimo di non lUllzionamento dell'interruttore A con rirelimento al tempo cii ritardo
prescelto. 5 Gli interruttori di tipo selettivo sono ritardati (calegoTi:! B. par. 6.2.1)
190 Elementi di progettazione elellrica Proiezioni eleUriche 191

A
B
A

BA I ,', A
C B

Tst I
C

B,
A
A,B T2 ---- --- A
- ' - - - - - f - - A,B T1 ----- -- B,
T,
B,

FIGURA 12.6 - Selettività cronometrica (parziale) tra interruttori scutolati: FIGURA 12.8 - Selettività tra un interruttore ritardato di categoria B e un interruttore scalolata (o
IL = corrente limite di selettività pari alla corrente di breve durata dell'interruttore A. fusibili):
A = interruttore di tipo aperto con sganciutori ritardati;
BI =: interruttore scalolato nannale;
B:; = interruttore scalolato [imitatore;
BA
,', A
C = interruttore di manovra con fusibili.
B

I Pt A
BA
C B

Tst
C
A

A
8,
B,

"t---- A, B,
FIGURA 12.7 - Selettività energetica Ira interrutlori limitatori.
B,.
J
La fig, 12,9 mostra un esempio di selettività fra un interruttore principale scatolato
(normale) e un secondo interruttore scatolato (normale B, o limitatore B,) sul FIGURA 12.9 ~ Selettività tra un interruttore scalolalo nonnale e un secondo interruttore scatolato
carico, Per valori di corrente superiori a IL' la selettività nei confronti dell'interrut- (o fusibili):
A = inlerruttore scalolato nommle;
tore B, può essere dimostrata solo con prove (selettività energetica), In alternativa
B 1 = interruttorc scalolato normale;
all'interruttore sul carico, si può impiegare un interruttore di manovra con fusibili; B;! ;::: interruttore sCalolato limitatore;
in tal caso è possibile conseguire una selettività completa. C = interruttorc di manovra con fusibili.
Elementi di progettazione elettrica
Protezioni elettriche 193
192

/', A

e
8A I 8

e
/', A

$
A

1st
8

8,
e

A
8,
~le

8,
A
A
A
8, ~ T3 8
/L / /L 8 e A
T,
T,
e
FIGURA 12.10 _ Sc1ettività tra un interruttore scatolato limitatore e un interruttore scatolato (o fusi-
A
~---------------
/
bili): L -____ ~
/ ____________ ~----~

A = interruttore scatolato limitatore;


'cebI
BI = interruttore scatolato nonnale;
Bz = interruttore scatolato limitatore;
C = fusibili.

FIGURA 12.12 - Selettività tra interruttori posti a monte e a valle di un trasformatore.


lc~bl = corrente di cortocircuito presunta sul lato bassa tensione. 6
/', A

~,
A
8 8
C
La fig. 12.10 indica la selettività fra un interruttore scatolato (Iimitatore) e un
e
secondo interruttore scatolato sul carico (normale B, o limitatore B 2). Anche in
questo caso, l'interruttore di manovra con fusibili consente una selettività com-
8,
pIeta, come l'interruttore limitatore B2 .
La fig. 12.11 mostra la selettività tra fusibili e un interruttore scatolato sul carico
A
(normale B, o Iimitatore B2). Con l'interruttore scatolato normale si ha la seletti-
8, vità fino a una corrente IL; invece, con l'interruttore limitatore la selettività può
essere totale. Sostituendo l'interruttore sul carico con una tema di fusibili, la selet-
8, tività è sempre totale.
A
B,~
La fig. 12.12 si riferisce alla selettività fra gli interruttori a monte e a valle di un
/ /L trasformatore. L'interruttore a monte deve essere selettivo cronometncamente
rispetto agli interruttori a valle, fino ad una corrente pari alla corrente di cortocir-
FIGURA 12.11- Sclettività tra fusibili e un interruttore sClltolato (o fusibili): cuito sul secondario (J"h')' Al di là di tale corrente, l'interruttore a monte diventa
A = fusibili; istantaneo.
BI = interruttore scaiolato normale;
B2 = interruttore scatolato limitatore;
6 Per l'interruttore A va ovviamente tenuto conto del rapporto dì Imsfom1;lzìone.
C = fusibili.
194 Elamenli di progettazione elettrica Protezioni elettriche 195

serzione. Purtroppo, non si trovano fusibili di con'ente nominale adeguata ai trasfor-


matori di grossa taglia, ma solo per le potenze minori.
A Negli Stati Uniti, dove la protezione dei trasformatori a mezzo fusibili è assai dif-
F
I
B I fusa, esistono serie di fusibili adatti alla protezione dei trasformatori, che richiedono
I
I una maggiorazione, rispetto alla corrente nominale del trasfonnatore, limitata a circa
I
\
\
il 20%, il che ne permette l'utilizzo anche per trasformatori da 2500 kYA.
\ Si potrebbe obiettare che con questi fusibili la protezione contro i sovraccarichi è
\
\
\ sicuramente incompleta e limitata ai forti sovraccarichi. Non bisogna però dimen-
\
\
\
ticare che il sovraccarico di un trasfonnatore è un evento che non dovrebbe mai
A \ verificarsi, a meno di grossolani errori nella valutazione dei carichi in sede di pro-
L -____ B __~ \J
~ ___ B getto o di indiscriminate aggiunte in sede d'esercizio. In ogni caso, un eventuale
i\ sovraccarico viene segnalato con grande anticipo dai rilevatori termici posti sulla
!\ macchina; senza contare che la protezione elettrica contro i sovraccarichi fa nor-
malmente parte del corredo dell'interruttore sul secondario (quando c'è).

Si considerino ora le protezioni di cui è normalmente dotato l'interruttore instal-


FIGURA 12.13 - Selettività parziale tra un interruttore (o un fusibile) ed un secondo inteITUUore,
con proiezione tipo back-up. lato sul primario del trasformatore, fig. 12.14. 7
IL = potere di interruzione dell'interruttore B;
F = fusibile in alternativa ali 'interruttore A. • Protezione contro le correnti di cortocircuito sul primario, ad intervento istanta-
neo (50) per correnti superiori a quelle dovute al cortocircuito sul lato bassa
La fig. 12.13 rappresenta un esempio di selettività parziale, richiesta quando il tensione (la protezione deve intervenire per un cortocircuito sul primario e non
dispositivo a valle non ha potere d'interruzione sufficiente per interrompere la cor- per un cortocircuito sul secondario), fig. 12.12. Questa protezione non inter-
rente di cortocircuito presunta; in tal caso, si fa in modo che per correnti superiori viene a seguito della corrente d'inserzione del trasformatore, perché è tarata per
al potere d'interruzione del dispositivo a valle intervenga in soccorso il dispositivo una corrente superiore alla corrente di cortocircuito ai morsetti secondari del
a monte, il quale può essere un interruttore o un fusibile (protezione di back-up). trasformatore, la quale è sempre superiore alla corrente d'inserzione.

• Protezione contro le correnti di cortocircuito, ad intervento ritardato (51) per


12.4 Protezione dei trasformatori correnti uguali o inferiori a quelle dovute al cortocircuito sulla bassa tensione,
per garantire la selettività con le protezioni poste su questo lato.
12.4.1 Protezioni elettriche sul primario del trasformatore La protezione deve essere ritardata anche per tener conto della corrente d'inser-
zione del trasformatore, che, come già detto, rende difficile l'utilizzo dei fusi·
11 trasformatore va protetto contro il cortocircuito e i sovraccarichi. bili, almeno per trasformatori con potenza superiore a 630 kYA (a 6 kY). È
11 sistema più semplice consiste nell'uso di fusibili, malgrado questo tipo di prote· bene richiedere tali dati al costruttore del trasformatore per tarare opp0!1una·
zione sia considerato in generale troppo semplice e inadeguato. mente la protezione SI. In mancanza di dati, può essere utile la tabella l2.A,
In realtà, in Europa manca una cultura relativa alla protezione dei trasformatori a basata sulla guida CE! 11-35 ed applicabile ai trasformatori in olio.
mezzo fusibili e quindi non sono state studiate serie di fusibili mirate a questo fine.
Il trasformatore ha una forte corrente d'inserzione (8 -;. 15 volte la corrente nomi·
naIe) e ciò obbliga a scegliere il fusibile a media tensione con una corrente nominale 7 Tra parentesi sono riportati i numeri cnraflcristicj delle protezioni secondo la pubblicilZiollC IEEE/ANSI C 371,
pari a circa tre volte quella del trasformatore, per evitarne la fusione all'atto dell'in- noti cd adoltati in IIIUo 11 mondo, tabella 11.B.
196 Elementi di progeUazione eletlrica r ProIezioni elettriche 197

TABELLA 12.A - Corrente d'inserzione dei trasfonnatori e tempo di ritardo dei relè.

Potm:a del Valore di picco Cosra1lfe dì Tempo Idi t/T


Sbarre MT

r
trasformatore dello correllfe tempo T rilOrdo del re/è (2)
(kVA) di inserziol/e (l) (s) (5)

r-------------- -------------11 50 15lN 0.\0 0,30 3


1 1 100 14lN 0,45 3
1
0.15
1
1
1 1 160 12lN 0.20 0.50 2,5
1
1
1
1"----jSO/51 ----..J 250 12lN 0,22 0.55 25
1
1 )-'---1~S~ON>j--- .....1
1 400 n lN 0,25 0.63 2,5
1
1
I
I
I I
r------, r------
1 1
-----------~t--+--~ 87 l') 630 Il/N 0.30 0.66 2,2
I 1 (*) 51G , 1 1 1000 IO IN 0,35 0.70 2
1 r=l-- ___ .J 1 1
1 ~----, I I 1600 91 N 0.40 0.76 1.9
1 1 1 1
1 1 J, 1 i 2000 81N 0,45 0.81 1.8
t\
-' 1
[ili}---I')--T 1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
(I) IN è la corrente nominale del lrasformatore,
-, 1
m In proposi lo, vcdasi anche la guida blu n.
~----+i :1 i1 13 "Cabine MTIBT', Edizioni TNE. par. 4.4.2.

t" l n
1
1
1
1
1
1
1 Protezione omopolare istantanea (50N), per guasto fase-terra sul cavo di alimen-
1 1 R l') UD-"':--=-=~I--..J I
1 1 tazione o sull'avvolgimento primario del trasformatore. Per dimensionare questa
1 1 1 1
\ I -: 1 1
1 1 1 1 protezione, alimentata da un riduttore di corrente toroidale posto sul cavo,
1
1
1
1
OOAliarme: i occorre tener conto della condizione del neutro in media tensione.
1 1 1 1
1
~t
1
____________ _ '_______________L __ J Quando il neutro è messo a terra tramite una resistenza, il valore della corrente di
1, 1
guasto è ben definito ed è compreso tra 50 A e 400 A (di solito !OO Al, par. 2.3.
~----~~ ________ .J In questo caso la scelta del relè e la sua taratura non presentano problemi.
Quando, invece, il neutro a media tensione è isolato (rete pubblica), il che è
vivamente sconsigliato per le reti industriali, la corrente omopolare è esclusiva-
_ - ,_ _ _ _l _ _ _ _ _ _ Sbarre MT o BT mente capacitiva e di incerta valutazione.
In tal caso, si consiglia una protezione omopolare direzionale, ad evitare inter-
Legenda venti intempestivi dovuti a conenti capacitive di ritorno quando il guasto fase-
(*) Solamente con secondario terra è su una linea diversa da quella considerata. 8
a media tensione
D 149, 87, 87N per le macchine
più importanti
12.4,2 Protezioni elettriche sul secondario del trasformatore

ili
Resistore per limitazione corrente
Partenza R di guasto a terra (50 A + 400 A) ,
solo per secondario in media tensione L'interruttore installato sul secondario del trasformatore può essere dotato delle
seguenti protezioni, fig. 12.14.

H Nei cosi indicllii da! distributore (OK 5600 per l'Ene\) è necessaria \'installazione di U[I re!è direzionale di mas-
FIGURA 12.14 - Schema delle protezioni di un trasformatore. sima correnle omopolarc (67N),
Proiezioni elettriche 199
198 Elementi di progettazione eletlrica

Nel caso di uguaglianza tra le suddette correnti la protezione non interviene; ciò
• Protezione contro i sovraccarichi (49). In genere è tarata per una corrente supe-
riore alla corrente nominale del trasformatore del 10% + 20%. significa che il guasto fase-terra è a valle dei riduttori di corrente secondari,
quindi non riguarda il trasformatore.
• Protezione di massima corrente ritardata (51), in modo da assicurare la seletti- Se, viceversa, la somma delle correnti omopolari nelle fasi è uguale a zero e la
vità con le protezioni istantanee (50) e ritardate (51) contro il cortocircuito corrente sul collegamento a terra è diversa da zero, il guasto a terra è nel tra-
poste sulle partenze del quadro alimentato. 9 sformatore (o, comunque, a monte dei riduttori di corrente) e l'intervento è
istantaneo.
• Protezione di guasto a terra ritardata (5IG), alimentata da un riduttore toroidale In sostanza, l'unico vantaggio di questa protezione rispetto alla protezione 51 G
posto sul conduttore che collega a terra il centro stella del, trasformatore .. La è di essere istantanea, anziché leggermente ritardata.
protezione è ritardata (0,3 s +0,5 s) per assicurare la seleltlvlta con le protezIOni La corrente di cortocircuito tra le fasi è dell'ordine delle decine di kiloampere e
omopolari istantanee (50 N) poste sulle partenze del quadro. giustifica la protezione differenziale (87), mentre la corrente di guasto a terra è
Questa protezione è da prevedere quando il secondario del trasformat~re è a tutt'al più di qualche centinaio di ampere, sicché l'utilità della protezione di
media tensione con il neutro collegato a terra mediante reSIstenza hmltatnce, terra ristretta (87N) è assai discutibile.
mentre è sconsiglìabile quando il secondario è a bassa tensione e messo diretta-
mente a terra.
12.4.4 Altre protezioni del trasformatore

12.43 Protezioni differenziali del trasformatore Nei trasformatori in olio, o altro isolante liquido, si aggiungono le seguenti protezioni.

Per macchine importanti, con secondario a media tensione e con potenze di diversi • Relè a gas (97), posto sul tubo che collega il cassone col conservatore. Come è
megavoltampere. vengono spesso aggiunte le protezioni differenziali. noto, interviene nel caso di scariche nell'olio (Buchholz).

• La protezione differenziale (87) agisce mettendo a confronto le correnti prima- • Relè a immagine termica (indicato col numero 149 per distinguerlo dal relè di
rie con quelle secondarie, tenuto conto del rapporto di trasformazione e dell'an- sovraccarico vero e proprio).
aolo fra le tensioni primarie e secondarie. Questo relè combina la misura della temperatura dell' olio con la misura della
Questa protezione ha il vantaggio di intervenire istantaneamente quando viene corrente assorbita, in modo da dare un valore di temperatura il più possibile
rilevata una differenza fra le correnti primarie e secondarie, dovuta ad un gua- vicino a quello reale degli avvolgimenti. In generale, è riservato alle macchine
sto nel trasformatore o, comunque, nella zona compresa fra le due teme di più importanti.
riduttori di corrente che alimentano la protezione; tale zona può comprendere
anche la linea primaria di alimentazione e la linea secondaria, fino al quadro sul • Termometro a quadrante (26), con due contatti per allarme e scatto, per la misura
quale sono installati i riduttori di corrente secondari. della temperatura dell'olio (sempre presente, anche nei trasformatori più piccoli).

• La protezione di terra ristretta o differenziale di terra (87N) agisce mettendo a • Relè di pressione (63).
confronto, nel caso di un guasto fase-terra, la corrente che flll1sce nel collega-
mento a terra del centro stella del secondario e la corrente residua, somma delle • Indicatore di livello (99).
tre correnti omopolari di fase, dei riduttori di corrente secondari.
Nei trasformatori a secco l'unica protezione aggiuntiva è costituita da termosonde
'I La protezione 50 sulle panenze del quadro può anche munCllfe per motivi di selettività con le protezioni ùei incorporate nell'avvolgimento di bassa tensione (26).
carichi (ad es. motori alimentati da MCC).
200 Elementi di progettazione elettrica ProIezioni elettriche 201

TABELLA 12.8 - Numero di identitìcazione della protezione secondo la normaANSIIIEEE C37.2. TABELLA 12.8 (seglle)

Numero FIII/'zione delfa prorez.iolle Numero FI/nziol/e della protez.ione

l Apparecchio di comando per inizio delle manovre di messa in servizio o di messa fuori servizio. 16 A disposiz.iofle.
È generalmente utilizzato per dispositivi manuali. ma può essere utilizzato anche per
dispositivi elettrici o meccanici. 17 Interruttore o contattore di cortocircuito o di scarica. Serve ad esempio per cortocircuitare
il campo di una macchina, un condensatore, un reattore.
2 Relè a tempo per l'avviamento o la chiusura. Serve per ritardare l'operazione in una sequenza
operativa O di protezione, od esclusione di quanto previsto dalle funzioni 48, 62 e 79. 18 Dispositivo di acceJcrazione o decelerazione di una macchina. Inserisce i circuiti di
accelerazione o decelerazione.
3 Relè di interblocco o di verifica. Permette una sequenza operativa per procedere, fennore
o verificare. 19 Contattore per il passaggio dallu fase di uvviamento a quella di marcia normale.

4 COlltaltare principale. Serve per chiudere o aprire il circuito di alimentazione di 20 Elettrovalvola per fluidi.
un' apparecchiatura.
21 Relè distanziometrico. A variazione di impedenza, ammettenza o reatlanw.
5 Dispositivo di arresto. Utilizzato principalmente per mettere e mantenere fuori servizio
22 Interruttore di equalizzazione. Inserisce i circuiti di equalizzazione in lIn sistema muhiplo.
un'apparecchiatura, ad esclusione di qmmto previsto dall ..\ funzione 86.

6 Interruttore di avviamento. Utilizzato principalmente per inserire una macchina alla sua 21 Dispositivo regolatore di temperatura. Ad esempio un termostato.
tensione di avviamento. (I)
24 Dispositivo invertitore. Usato per invertire il campo in una macchina o per altre funzioni
di inversione.
7 Interruttore anodico. Utilizzato nel circuito anodico di rnddrizzatori di potenza per intervento
in caso d'arço di ritorno.
25 Dispositivo di sincronizzazione o controllo sincronismo.lnterviene quando due sistemi in c.a.
sono entro determinati limiti di frequenza, angolo di fase e tensione, per consentire o causare
8 Dispositivo di sezionamento dei circuiti di comando.
il parallelo tra i due.
9 Dispositivo invertitore. Usato per invertire il campo in un<l macchina o per altre funzioni
di inversione. 26 Dispositivo termico di protezione.

lO Commutatore dell'ordine di precedenza di alimentazione o messa fuori servizio di unità 27 Relè di minima tensione.
(macchine), in un sistema a unità multiple.
28 Rivelatore di fiamma. Ad esempio in una caldaia o una turbina a gas.
Il A diJ]Josi:io/le.
29 COnLutlore di sezionamento. È utilizzato espressamente per scollegare un circuito da un altro
per emergenza, manutenzione o prova.
12 Dispositivo di massima velocità di una macchina. Interviene per sovrnvelocità.

11 Dispositivo di velocità sincrona. Può essere costituito da apparecchi molto diversi lO Relè di segnalazione intervento protezioni, u ripristino manuale.
(inlerruttore centrifugo, rclè di scorrimento, relè di tensione, ccc.).
31 Dispositivo di connessione per eccitazione separata.
rnterviene approssimativamente alla velocità sincrona di una macchina, in genere
per sincronizzare un motore sincrono avviato come asincrono.
32 Relè direzionale o 11 inversione di potenw.
14 Dispositivo di minima velocità. Interviene quando la velocità di lIna macchina scende sotto
33 Intcrruuore di posizione.
un determinato valore.
34 Combinatore di sequenza. Può essere un combinatore a motore o un dispositivo
15 Dispositivo regolatore di velocità o frequenza, per portare una macchina alla frequenza programmatore di seljuenza operativa.
del sistema.
202 Elementi di progettazione eleUrica Protezioni elettriche 203

TABELLA 12.8 (segl/e) TABELLA 12.8 (seglle)

NI/melv FIIII::.iolll! della protL'::.ione Numero FUI/zionl! della protezione

35 Dispositivo per il comando delle spazzole o per la messa in cortocircuito degli anelJi. 52 Interruttore di potenza in corrente alternata.

36 Dispositivo di polarità. Inserisce un ultro apparecchio su una sola polllrità prcdclcnninatu. 53 Relè che forza l'eccitazione del campo di una macchina in corrente continua,

37 Rclè di minima corrente o di minima potenza. 54 lnterrutlore extrarapido in corrente continua.

38 Dispositivo di protezione cuscinetti. Ad es. eccessiva temperatura, Hllormale logorio, ecc. 55 Relè per il fattore di potenza. Opera quando il faltore di potenza varia oltre i limiti stabiliti.

39 Rivelatore di condizione meccanica anormale (vibrazioni, eccentricità, ecc.). Ad esclusione 56 Relè o apparecchio dì applicazione del campo a un motore in corrente alternala per un
di quanto previsto dalla funzione 38. determinato valore di scorrimento.

40 Relè di campo. Opera per anomalie nell'eccitazione di una m:Jcchinu in c,a. 57 Dispositivo di cortocircuito o di messa a terra.

41 Interruttore di campo (eccitazione di una macchina). 58 Relè di disservizio raddrizzatori di potenza (mancata accensione di anodo. arco di ritorno).

42 Intemlllorc () contattore di marcia. Collega una macchina alla sua alimentazione di 59 Relè di massima tensione.
runzionamento nonnale.
60 Relè a squilibrio di tensione fra due circuiti.
43 Commutatore manuale di predisposizione del servizio.
61 Relè a squilibrio di corrente fra due circuiti.
44 Relè per l'avviamento in successione di diverse unità.
62 Relè a tempo per l'arresto o l'apertura in un sistema a sequenza automatica.
45 Rivelatore di condizioni ambientali anormali. Ad es, rivelatore di fumo. d'incendio.
di esplosione. ecc. 63 Relè di pressione.

46 Relè amperometrico per lo squilibrio di corrente tra le fasi. 64 Rclè rivelatore di terra. Opera per guasto verso terra di una macchina o altra apparecchiatura.
Non si applica ai dispositivi connessi al secondario di TA che rilevano la corrente di guasto
47 Relè voltmetrico di sequenza di fase, omopolare, per i quali si usa SIN o SIG.
Si usa ad esempio per la protezione di guasto li terra degli avvolgimenti di un trasformatore
48 Relè di sequenza incompleta entro un tempo predeterminato (ad esempio avviamemo (protezione di cassa).
di un motore).
65 Regolatore dci motore primo (govemor).
49 Relè o dispositivo temlico per la protezione di macchine o di trasronnatori (sovraccarico). m Governn il flusso del J1uido di azionamemo (ad es. acqua, vapore).

50 Relè di massima corrente ad azione istantanea. 66 Relè che penneue solamente uno specificato numero di operazioni (ad esempio il numero
50 N - Relè di massima corrente omopolare ad intervento istantaneo. di avviamenti consecutivi di un motore).

51 Re1è di massima corrente in c.a. ad azione ritardata. Sono compresi i relè a tempo 67 Relè direzionale di massima corrente in c.a.
indipendente (quasi sempre) e quelli n tempo dipendente non dassificnbili come 49.
Questa funzione si applica anche ai dispositivi connessi sul secondario dci TA, per i quali 68 Relè di inizio procedura di blocco.
si usa il suffis!.'O G o N (ad es. 51 N = relè di massimn corrente omopolme ritmdato in c.a.
collegalO al neutro del secondario di tre TA, I1g. 2.1. o alimentato da uno o più ridultori 69 Dispositivo manuale di consenso (predispositore a due posiz.ioni).
toroidali in parallelo, fig. 2.2; quando è alimentato da riduttore di corrente inseriw
sul collegamento a terra del centro stella del trasfommtore, si usa il suffisso G - relè 51 G, 70 Reostato a comando elettrico o con accessori elettrici.
fig. 12.14). È escluso quanto previsto dalla funzione 64.
51 V - Relè di massima corrente ritardato con controllo di tensione. 71 Relè o interruttore di livello. Ad esclusione di quanto previsto dalla funzione 99.
204 Elementi di progellazione elettrica Protezioni elettriche 205

TABELLA 12.B (segue) TABELLA 12.8 (segHe)

Numero F11I/:ionc della prore:ione Numero Funzione dellll pmreziolle

n Interruttore di potenza in corrente continua.


90 Dispositivo di regolazione. Può regolare qualunque grandezza (ad es. corrente, pOlenza, velocità).

73 Contutlare per resistori.


91 Relè direzionale voltmctrico. Agisce quando la tensione ai capi di un interruttore
o contattore supera un certo valore in una dala direzione.
74 Reli! di allannc. E un relè diverso da quello previsto nella funzione 30, usato congiuntamente
a dispositivi di allarme ottico e/o acustico. 92 Relè direzionale di tensione e di energia insieme.

75 Meccanismo per il cambio di posizione. Ad esempio per il cam bio di posizione di un 93 Contattore per la modifica dell'eccitazione del campo di una macchina.
interruttore estraibile (inserito, provn disinserito).
94 Relè di scatto o di scatto libero. Causa lo scatto di un interruttore o ne impedisce la richiusura
anche se il comando di chiusura pemlllne dopo lo scatto.
76 Relè di massima corrente in corrente continua.

77 Trasmettitore di impulsi. 95 A disposi:ionc.

96 A (lI:~posi:;io/ie.
78 Relè misuratore dell'angolo di fase (fra due tensioni, due correnti, o una tensione e una
corrente).
97 Relè Buchholz per tmsformatori.
79 Relè di richiusura in corrente alternala. Comanda \a richiusura automatica e il blocco di
98 A disposizione.
un interruttore.
99 Relè di livello olio nei trasformatori.
80 Interruttore di flusso. Opera al variare del flusso oltre determinuli limiti.

81 Relè di frequenza. Opera al variare delhl frequenza al di sopra o al di sotto di determinati (!f Ad esempio interruttore di tensione ridotta nell'avviamento 11 mezzo autotrasformatore.
limiti. (1) È consigliabile indicare con 149 il relè ad immagine termica.

82 Relè di richiusura in corrente continua.

83 Relè selettivo di comando o di trasferimento. Openl automaticamente la selezione tra 12.5 Protezioni dei motori elettrici
determinate sorgenti o condizioni, oppure attua le operazioni di trasferimento automatico.

84 Meccanismo di azionamento. Può essere un meccanismo eletlrico, un malore, un solenoidc,


12.5.1 Motori a bassa tensione
un commutatore di prese, ecc.
Per i motori a bassa tensione sono richieste le seguenti protezioni, fig. 12.15.
85 Relè ricevitore per sistemi ad onde convogliate o a filo piloLa.
a) Protezione contro il sovraccarico: relè termico (49).
86 Relè o dispositivo di blocco. È un relè (in genere a ripri.~lino manuale) uzionato in occasione b) Protezione contro il cortocircuito: relè magnetico, O elettronico, istantaneo (50)
di condizioni anommli che richiedono di mantenere fuori servizio la macchina o montato su intelTUttore di tipo scatolato, oppure fusibile.
l'apparecchiatura associattl.
c) Protezione omopolare istantanea contro il cortocircuito fase-massa (50N) ali-
87 Relè differen'liale di protezione. mentata da un riduttore toroidale montato sul cavo di alimentazione.
870 - Relè differenz.iale di temI. 87N - relè differenziale il corrente residua.
Le protezioni a) e b) sono indispensabili. La protezione c) non è strettamente
88 MOlore ausiliario o gruppo mologeneratore.
richiesta nei sistemi TN, perché il guasto fase-massa si risolve in un cortocircuito
89 Sepamtore di linell in c.a. oppure c.c. (ad es. sezionatore o interrullore di fase-neutro. Purtroppo, non sempre è facile interrompere l'alimentazione nel tempo
manovra-sezionmore) li comando elettrico con accessori elettrici. richiesto dalla norma CEI 64-8.
206 Elementi di progettazione elellrica Protezioni elettriche 207

6 kV

a)
49 (termico) 49 (termico)

s 1000 kW
M
6 kV

AGURA 12.15 - Schema delle protezioni di un motore a bassa tensione.

Si ricorda, peraltro, che non è necessario rispettare tale tempo se la tensione di


contatto non supera 50 V, par. 10.1. La protezione omopolare elimina ogni pro-
blema in proposito, essendo istantanea o leggermente ritardata. b) 51-~

12.5.2 Motori a media tensione

Le protezioni indicate per i motori a bassa tensione sì applicano, ovviamente,


anche ai motori in media tensione. In questo caso, però, la protezione omopolare
M
istantanea (50N) è indispensabile.
Data l'importanza dei motori a media tensione, sono tuttavia consigliate le > 1000 kW
seguenti protezioni. in aggiunta alle precedenti. fig. 12.16.
d) Protezione a squilibrio di corrente (46) o a corrente inversa. Questa protezione
interviene anche, e soprattutto, per mancanza di fase dovuta, ad esempio, alla
FIGURA 12.16 - Schenm delle protezioni di un motore a media tensione:
fusione di un fusibile nei motori alimentati tramite contattori e fusibili (fino a a) di potenza minore di 1000 kW;
circa 1000 kW a 6 kV) o ad un'altra causa qualsiasi. b) di potenza superiore a 1000 kW.
208 Elementi di progettazione elettrica Protezioni elettriche 209

L1 L2 L3

L1 L2 L3

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FIGURA 12.17 ~ Schema di una protezione differenziale di macchina. FIGURA 12.18 - Schema dì una protezione differenziale il corrente residua.

e) Protezione contro l'eccessiva durata dell' avviamento (48). Una eventuale differenza fra le correnti di ciascuna fase in entrata e nel centro
j) Protezione ritardata di blocco rotore (51 R). stella in uscita è ovviamente dovuta ad un guasto negli avvolgimenti del motore, o
g) Protezione contro l'eccessivo numero di avviamenti (66). sul cavo di alimentazione a valle della prima tema di riduttori di corrente. Questo
h) Protezione di massima corrente ritardata (51). tipo di protezione va adeguatamente desensibilizzata per evitare interventi dovuti
i) Protezione differenziale (87 o 87N). a differenze nel comportamento delle due teme di riduttori di corrente, special-
mente durante gli avviamenti.
Esistono due tipi di protezioni differenziali per motori: quella tradizionale di mac- Il funzionamento della protezione differenziale a corrente residua (87N) è schema-
china, fig. 12.17, e quella a corrente residua, fig. 12.18. tizzata in fig. 12.18. Nella morsettiera sono presenti sia i morsetti di ingresso, sia i
Nella protezione differenziale tradizionale (87) sono messe a confronto le correnti morsetti del centro stella. Ogni riduttore di corrente è attraversato dal conduttore
in ingresso nel motore con le correnti corrispondenti nel centro stella, che deve di alimentazione e di centro stella di ciascuna fase.
quindi eSsere accessibile e riportato in un'apposita scatola con morsetti, nella Una differenza fra le correnti di ingresso e di centro stella, anche piccola, fa inter-
quale vengono installati i riduttori di corrente. venire la protezione.
210 Elementi di progettazione elettrica Proiezioni elettriche 211

Questo tipo di protezione consente tarature più basse ed è più preciso della prote-
zione differenziale tradizionale, ed è quindi preferibile. Ha però lo svantaggio di
non proteggere il cavo di alimentazione.

La protezione 51 R (blocco rotore) dovrebbe essere sempre presente, mentre le


protezioni 46,48,66 e 87 o 87N, vanno decise di volta in volta; specialmente la
protezione differenziale va riservata a macchine importanti (qualche migliaio di
kilowatt).
l
A tutte queste protezioni va aggiunta una protezione di minima tensione (27) che
provoca l'apertura dell'interruttore in mancanza o abbassamento della tensione.
Se il motore è comandato da un contattore la protezione di minima tensione non è
strettamente necessaria, ma viene spesso installata per assicurare l'apertura del
contattore per un preciso valore della tensione.
Ad evitare distacchi dovuti a brevi abbassamenti o mancanze di tensione, il relè 27
viene leggermente ritardato (al massimo di 0,2 s). Se si utilizza un contattore,
occorre ritardare anche l'apertura di quest'ultimo ricorrendo, ad esempio, ad un -3F+N
condensatore in parallelo alla bobina in corrente continua.

12.6 Protezione dei generatori

12.6.1 Generatori sincroni

Lungi dal considerare gli alternatori delle grandi centrali elettriche, si vuole qui G
N G
87G
N
unicamente suggerire come possono essere correttamente protetti gli alternatori
dei gruppi elettrogeni di emergenza o anche di piccole centrali di autoproduzione;
in sostanza, di queUe macchine che possono interessare i lettori di questo volume.

Le protezioni consigliate per i piccoli generatori di bassa tensione sono le


seguenti, fig. 12.19.
a) Protezione di terra ristretta (870). Mette a confronto la corrente risultante omo-
polare deUe tre fasi con queUa sul neutro; interviene solo in caso di guasto a
terra sulla macchina, non per guasti a terra esterni. Può anche essere realizzata
con un riduttore di corrente toroidale che comprenda le tre fasi più il neutro. In
questo caso è opportuno indicarla con 50N, essendo in pratica una protezione
a) b)
omopolare a corrente residua.
b) Protezione ritardata di terra (510). Interviene con ritardo in caso di guasto
esterno. Deve quindi essere selettiva con le protezioni poste suUe partenze; è di FIGURA 12.19 - Schema delle protezioni di un generatore sincrono a bassa tensione.
incerta taratura e poco utilizzata. Sono possibili le soluzioni a) e b).
212 Elementi di progettazione elettrica
Proiezioni eleUriche 213

c) Protezione di sovraccarico (49) e di cortocircuito ritardata (51); devono essere


selettive con le protezioni sulle partenze.
d) Protezione di sovracorrente con controllo di tensione (5IV). Sostituisce spesso
le protezioni 49 e 51, le quali presentano difficoltà di taratura. La protezione
interviene quando, oltre alla sovracorrente, si ha anche un abbassamento della
tensione al di sotto di determinati valori.
e) Relè di minima tensione (27).
i) Relè di massima tensione (59).
g) Relè a ritorno d'energia (32), o a inversione di potenza, nel caso di funziona-
mento in parallelo con la rete (improbabile per piccoli generatori).

Le protezioni 51 G, 51 V, 27 e 59 sono consigliabili anche per i generatori in media


tensione, fig. 12.20.
[n media tensione, il centro stella è messo a terra tramite resistenza e si ha una
corrente di guasto definita, ad esempio 20 A. IO
II valore di 20 A potrebbe essere troppo basso nel caso in cui il generatore alimenti
in isola una propria rete di carichi preferenziali nella quale la corrente capacitiva
sia di valore ta1e da provocare interventi intempestivi. Ciò è comunque poco pro-
babile perché una rete del genere è molto limitata, quindi con corrente capacitiva
assai bassa (a 6 kV si tratta di 1,2 A ogni chilometro di cavo). Quella suddetta è
pertanto una situazione rara.

È invece molto più frequente che un alternatore a media tensione funzioni in


parallelo con altri alternatori e con una rete esterna. In questo caso, però,l'alterna-
tore viene inserito nella rete tramite un trasformatore che è di solito elevatore (ad
esempio 6/30 kV,lig. 3.6) o anche semplicempente di isolamento.
In questo caso, la corrente di guasto a terra riguarda unicamente l'alternatore, il
suo cavo di collegamento al trasformatore e il primario del trasformatore stesso;
spesso viene limitata a lO A.

Da notare inoltre che, non essendoci problemi di selettività con le protezioni con-
tro il guasto a terra sulle partenze, il relè 5lG potrebbe essere sostituito da un relè
istantaneo 500, ma in realtà j costruttori preferiscono ritardare leggermente la pro- R

tezione (e quindi lasciare il relè 51 G), tenuto anche conto del valore estremamente
basso della corrente di guasto a terra e quindi del valore bassissimo dell' h. In
questo caso, evidentemente, la protezione 87G è superflua.

10, costruttori raccomandano 20 A come vnlorc massimo.


FIGURA 12.20 - Schema delle protezioni per un generalore sincrono a media tensione.
214 Elementi di progettazione eJeUrica Proiezioni elatlriche 215

Ritornando al caso di generatore sincrono in marcia isolata, si può tarare la prote-


zione 51 G per un valore di corrente inferiore a 20 A ed un tempo di 0,5 s, assicu-
rando così la selettività con le protezioni istantanee di terra poste sulle partenze.
Freno I Motore I Generatore· freno I
Ciò può rendere superflua la protezione di terra ristretta 87G anche in questo caso. '----~.1__.--~'+I'---~~.

Possono essere aggiunte anche le seguenti protezioni, secondo l'importanza della


Punlo di funzionamento
macchina: del generatore asincrono I
g) protezione differenziale di macchina (87);
h) relè per mancanza di eccitazione (40); I,
i) relè a inversione di potenza (32), se la macchina funziona in parallelo con altri 2."0,.-0,"',8'-,-',,"6<",,'";;4~''''.2'-,-'',nO--"0",8-'0;';,6""'00',4;;-00".2CCO;\-+--"0."2--"Oto,4;-;.0".60-."0,"8--1
generatori; 1 1
Coppia della turbina
j) relè per squilibrio di corrente (46) o corrente di sequenza negativa;
k) relè di terra (64R) per guasto a terra nel circuito di eccitazione;
\
l) relè di massima e minima frequenza (81).
·n, o n, 2n,
Le protezioni suindicate sono normalmente utilizzate anche su grandi macchine.
Sta al progettista scegliere quali ritiene indispensabili in funzione della potenza e
dell'utilizzo della macchina. Ad esempio, la protezione 87 va riservata alle mac-
chine più importanti, la protezione 32 è inutile se la macchina non funziona in FIGURA 12.21 - Andamento della coppia di una macchina asincrona in funzione dello scorrimento
(o dci numero di giri).
parallelo con altre; anche la protezione 40, in questo caso, può essere omessa per-
ché di scarsa utilità; le protezioni 46 e 64R sono da ritenere di uso limitato a
grandi macchine. Le protezioni del generatore asincrono sono le stesse già indicate per i motori
asincroni (par. 12.5) con l'esclusione delle protezioni 48 e 66, limitate ai motori in
media tensione (il generatore non viene avviato COme motore).
12.6.2 Generatori asincroni
Trattandosi però di un motore che funziona da generatore, è necessaria qualche
Il titolo di questo paragrafo può destare meraviglia, perché il generatore asincrono considerazione aggiuntiva.
gode di scarsa popolarità; esso è, invece, utilissimo.
Si ricorda che il generatore asincrono è un semplice ed economico motore asin- La turbina fa partire il generatore e lo porta, scollegato dalla rete, fino alla velocità
crono con rotore a gabbia, che viene spinto dalla turbina al di là della velocità di di sincronismo (cioè allo scorrimento zero). A questo punto, un relè tachimetri co
sincronismo, fig. 12.21. provoca automaticamente la chiusura dell'interruttore di macchina (o contattore).
Il generatore asincrono viene utilizzato quando il processo industriale mette a Finché lo scorrimento è zero, la macchina non fornisce energia; aumentando l'im-
disposizione energia. In genere, questo avviene quando occorre ridurre la pres- missione di fluido in turbina, lo scorrimento diventa negativo e la macchina inizia
sione di un fluido, facendolo espandere in una turbina. È così possibile recuperare a funzionare come generatore-freno, obbligando la turbina a funzionare ad una
quantità non trascurabili di energia, che altrimenti verrebbe dissipata sotto forma velocità leggermente superiore a quella corrispondente alla frequenza di rete.
di calore nell'ambiente. La turbina ad espansione viene quindi accoppiata ad un Il generatore funziona quindi ad una velocità costante, con un piccolo scorrimento
generatore asincrono, che contribuisce a fornire energia allo stesso impianto di cui negativo. Non occorrono regolatori di tensione, regolatori di frequenza, sistemi di
la turbina fa parte. Ovviamente questo tipo di generatore può funzionare solo in eccitazione con o senza spazzole: il motore asincrono, anche nel funzionamento
presenza di tensione, quindi non è utilizzabile per un funzionamento in isola. da generatore, dimostra tutte le sue qualità di robustezza, semp1icità e affidabilità.
216 Elementi dì progettazione elettrica Proiezioni elettriche
217

Le variazioni di potenza della turbina producono soltanto piccole variazioni dello


scorrimento negativo, senza che nessuno debba intervenire. Naturalmente lo scor-
L1
rimento non deve diventare positivo, perché la turbina sarebbe trascinata dal
motore/generatore e potrebbe essere danneggiata. L2
Il relè tachimetrico non può intervenire, perché il motore/generatore mantiene la
L3
velocità del gruppo prossima allo scorrimento zero. Occorre quindi un relè a
ritorno di energia, o a inversione di potenza (32), come per i generatori sincroni in N
parallelo con la rete.
Sempre per evitare che la turbina sia trascinata, la chiusura della valvola di immis-
~--

R9 R
--
sione del fluido in turbina provoca l'immediata apertura dell'interruttore di mac-
china.
4- L-f-

12.7 Circuiti di illuminazione


L1 L2 L3 N
I circuiti d'illuminazione sono generalmente protetti mediante piccoli interruttori
automatici modulari, rispondenti alla norma CE! 23-3/1 (non regolabili), anche se
la norma CE! 64-8 non richiede nei locali ordinari la protezione di tali circuiti FIGURA 12.22 - Circuiti luce con neutro comune. Interruttori automatici bipolari con un solo polo
protetto (non differenziali).
contro il sovraccarico (perché gli apparecchi d'illuminazione non danno luogo per
loro natura a sovraccarichi). Il
dove:
Per quanto riguarda la corrente d'intervento istantaneo dell'interruttore automatico IB = corrente d'impiego del circuito;
il progettista può scegliere: IN = corrente nominale dell'interruttore automatico:
• la caratteristica B, che garantisce l'intervento istantaneo per corrente di corto- I, = portata del cavo.
circuito compresa fra 3 e 5 volte la corrente nominale IN:
• la caratteristica C, che garantisce l'intervento istantaneo tra 5 IN e lO IN: Il progetti sta deve controllare che in nessun punto dell'impianto, in particolare
• la caratteristica D, che garantisce l'intervento istantaneo tra lO IN e 20 IN: nelle estreme derivazioni alle lampade, siano previsti cavi di portata inferiore alla
corrente nominale dell'interruttore.
La caratteristica usata normalmente nei circuiti luce è la C, mentre la B deve Se si sceglie l'interruttore da 16 A, la condizione precedente viene automatica-
essere usata con cautela per evitare l'intervento della protezione all'inserzione mente rispettata, purché nell'impianto luce nessun conduttore abbia una sezione
delle lampade, il che costringe a volte a sotto utilizzare la linea riducendo il inferiore a 2,5 mm', cui corrisponde sicuramente una portata maggiore di 16 A.
numero di apparecchi alimentati. Per quanto riguarda la corrente d'impiego, si consiglia di non superare 12 A.
La corrente nominale dell'interruttore deve rispettare le condizioni:
Lo schema utilizzabile per i circuiti luce dipende dal tipo di protezioni. Il più sem-
plice ed economico è lo schema con neutro comune, fig. 12.22.
Gli interruttori sono bipolari con la fase protetta e il neutro non è protetto. Si
ricorda che nei sistemi TN-S non è necessario sezionare il neutro. 12
Jl Se il circuito è proietto contro il sovraccarico nOn ci si deve più preoccupare della lungllezzlllllassima protetta
contro il cortocircuito. 12 È necessario solo nei circuiti fase-neutro derivati da un ultro circui!O fuse-neutro proietto con fusibili.
218 Elementi di progettazione elettrica ProIezioni elettriche 219

In ogni caso, aprendo i tre interruttori, si seziona completamente il circuito, neutro


L1-------------,------------------------ compreso.
L2-------------+--,--------------------- Questo schema non si presta però all'utilizzo degli intelTuttori differenziali su
L3-------------+--~,_-----------------­
ogni circuito. Se si vuole adottare la protezione differenziale, l'unica soluzione
N ------------4--+-4--,--------------- consiste nell'inserire un interruttore differenziale quadripolare puro (cioè senza
protezioni di sovracorrente) a monte dei tre interruttori bipolari, fig, 12.23.
In questo modo viene garantito l'intervento dell'interruttore automatico sul sin-
golo circuito in caso di sovracorrente, mentre per un guasto fase-massa si avrà la
messa fuori servizio dell'intero circuito trifase.
Se si vogliono utilizzare i tre interruttori bipolari dotati anche di protezione diffe-
renziale, non rimane che adottare lo schema a sei conduttori, fig. 12.24.

Il vantaggio della soluzione a quattro fili, oltre ovviamente al risparmio di due


conduttori, consiste, in caso di perfetto equilibrio della corrente nelle tre fasi, nel-
l'annullamento delle perdite sul conduttore di neutro e nel dimezzamento della
L1 L2 L3 N caduta di tensione.
Ma, come si è già visto al cap.ll, negli impianti con lampade a scarica è sempre
FIGURA 12.23 ~ Circuiti luce con neutro comune. Interruttori automatici bipolari con un solo polo presente in ogni fase una componente di terza armonica che, essendo omopolare,
protetto e interruttore differenziale puro quudripolare. dà luogo ad una corrente risultante nel neutro non molto inferiore alla fondamen-
tale,
Ovviamente, questa situazione annulla praticamente i vantaggi del neutro comune
per quanto riguarda le perdite e la caduta di tensione; tali vantaggi, invece, riman-
L1--------------,,----------------------------- gono quando le lampade sono ad incandescenza.
L2--------------f-----,----------------------
Quale dei tre schemi è preferibile? Evidentemente il primo, se si fa a meno della
L3,--------------f-----~----_.---------------
protezione differenziale. Se invece si impiega la protezione differenziale! il terzo è
N-------------4--,-~~,_--+_._----------- il più completo e utilizzato, mentre il secondo è il più economico.

Da notare, infine, che nei sistemi TI il conduttore di neutro deve essere seziona-
bile su ogni circuito e dunque la soluzione di fig 12.22 non è ammissibile, perché
per sezionare il neutro bisogna aprire tutti i circuiti monofase.

L1 N L2 N L3 N

RGURA 12.24 ~ Circuiti luce con neutro separato. Ogni circuito è protetto con un interruttore auto-
matico bipolare (magnetotermico) e differenziale.
Rifasamenlo 221

13 RIFASAMENTO

13.1 Necessità del rifasamento

li rifasamento serve essenzialmente per evitare la penale che l'ente di distribu-


zione dell'energia elettrica applica quando il fattore di potenza è inferiore al
valore prede terminato.
Il rifasamento comporta anche vantaggi nell'ambito dell'impianto utilizzalore,
dovuti alla riduzione delle perdite e delle cadute di tensione nei trasformatori e nei
cavi, posti a monte del punto in cui viene installata la centralina di rifasamento.
Ma questi vantaggi compensano solo in minima parte le spese per il rifasamento,
che serve soprattutto all'ente di distribuzione per ridurre la potenza reattiva pro-
dotta e distribuita.
Se cos <p è il fattore di potenza dell'impianto prima del rifasamento, per ottenere il
valore di cos <p' desiderato è necessaria una potenza Q, (kvar) dei condensatori:

Q, = P (tg <p - tg <p') (l)

dove P è la potenza attiva dell'impianto (kW).


La formula suddetta si ricava dalla fig. 13.1, dove:

Q = P tg<p Q' = P tg <p'

da cui:

Q, =Q - Q' =P (tg <p - tg <p')


Elementi di progettazione elel\rica
Rifasamento 223
222

S' 1,053 = 0,842


S 1,25
p
Le cadute di tensione, proporzionali alla corrente, si ridurranno quindi all'84,2%
(con una riduzione del 15,8%), mentre le perdite, proporzionali al quadrato della
Q' corrente, si ridurranno al 70,1 % (con una riduzione del 29,9%).

Naturalmente, occorre valutare la potenza attiva assorbita dai carichi e il relativo


S' Q fattore di potenza cos rp, il che non è facile, perché bisogna tener conto sia delle
potenze richieste dalle macchine (che sono sempre inferiori alle potenze di targa
dei motori), sia del fattore di potenza dei motori nelle condizioni di carico previste
(inferiore a quello di pieno carico).
Una volta eseguito questo calcolo, largamente approssimativo, e determinata la
potenza Qc dei condensatori in funzione dei carichi da rifasare, occorre ricordare
S
che alla potenza così calcolata bisogna aggiungere la potenza capacitiva necessa-
ria per compensare la potenza [cattiva richiesta dai trasfonnatori.
La potenza rcattiva dei trasformatori è composta di due parti: una Fissa, dovuta
FIGURA 13.1 - Triangolo delle potenze: alla corrente a vuoto, e una variabile con i1 quadrato della corrente di carico,
p = potenza attiva (kW); . . _. dovuta alla rcattanza del trasformatore.
Q = potenza rcattiva dell'impianto pnm," del flf~samenlo (kv~r), . La potenza reattiva dovuta alla corrente a vuoto corrisponde pcrcentualmente al
S = otenza apparente dell'impianto prima del nfasamento (kVA),
valore della corrente a vuoto. In sostanza, se la corrente a vuoto è 1,5% della COT-
Qc = ~otenza dei condensatori di rifasamento. pari il Q - Q' (kvar);
rente nominale, la potenza rcattiva corrispondente è pari a 1,5% della potenza
Q' = potenza reuttiva dopo il rifasamento (k~a~); .'
S' = potenza apparente dell'impianto dopo li nfasamento (kVA), nominale. La potenza reattiva dovuta al carico corrisponde al valore percentuale
f{J = angolo di sfasumento prima del rifasamento; della tensione di cortocircuito (quindi se la 11" = 7%, la potenza reattiva è pari al
cp' = angolo di sfasamento dopo il rifasamento. 7% della potenza nominale del trasformatore) ma varia co.l quadrato del carico
(quindi a melà carico sarà solamente 1,75% della potenza nominale deltrasforma-
Ad esempio, se il cos rp naturale è uguale a 0,8 e si vuole ottenere cos rp' = 0,95, la
tore). Bisogna quindi ipotizzare il carico più probabile del trasformatore.
potenza reattiva dei condensatori deve essere: Le due potenze reattive così calcolate devono essere aggiunte alla potenza Qc cal-
(2) colata in precedenza, per ottenere il valore effettivo di potenza reattiva che eleve
Q, = (0,75 - 0,328) P = 0,422 P
essere fornita dai condensatori di rifasamento.

Passando da cos rp =0,8 a cos rp' =0,95, si ottiene: Per fare un esempio concreto, il carico di potenza P = 1000 kW sia alimentato da
un trasformatore da 1600 kVA, con una corrente a vuoto di 1,5% ed una tensione
s=_P_= P =1,25P S '=~=
0,95
1053P
'
di cortocircuito del 7%,
cos rp O, 8
Con riferimento ai valori di cos rp =0,8 e cos rp' =O,95 si ha:

La riduzione della potenza apparente da S a S' comporta ovviamente una riduzione


• potenza di rifasamento dovuta al carico (2):
della corrente, quindi delle perdite e della caduta di tensione, ,.
Nel caso in esame si ha una riduzione della potenza apparente, e qUlOdl della cor- (3)
0,422 x 1000 = 422 kvar
rente, secondo il rapporto:
224 Elementi di progettazione eleUrica Rilasamenlo 225

potenza di rifasamento legata alla corrente a vuoto: La presenza di condensatori sulla rete provoca un piccolo aumento permanente della
tensione che può essere calcolato, in valore assolUlo, con la seguente fonnula: l
~ 1600 = 24 kvar (4)
100

• potenza di rifasamento richiesta dalla reattanza del trasformatore (a pieno


carico):
dove Q, è la potenza dei condensatori (kvar), P" la potenza di cortocircuito (kVA)
nel punto di inserzione del banco di condensatori e U la tensione concatenata delle
_7_ 1600 = 112 kvar (5)
100 sbarre su cui sono inseriti i condensatori stessi.
Ad esempio, nel caso precedentemente descritto un banco di rifasamento con
Nel caso specifico, il trasformatore (a rifasamento avvenuto) funziona con un carico potenza Q, = 494,8 kvar (8) è installato a valle di un trasformatore 30/0,4 kV da
di 1000 kW a cos cp = 0,95; la potenza apparente è quindi: 1,6 MVA. Se si ipotizza una potenza di cortocircuito P" = 20,8 MVA, par. 3.3
(II), si ha un aumento di tensione pari a:
1000 = 1053 kVA
0,95
llU = 494,8 400 = 9,5 V
pari al 66% della potenza nominale. 20800
La potenza reattiva richiesta dalla reattanza del trasformatore al 66% del carico è
dunque: L'aumento di tensione percentuale è: llU% (9,5/400) 100 2,38% = =
Come si vede, l'aumento di tensione non è tale da creare problemi. Anche in que-
, 7 sto caso, inoltre, il valore della potenza di cortocircuito nel punto di installazione è
0,66' 100 1600 = 48,8 kvar (6) di fondamentale importanza.
Per quanto attiene l'influenza delle armoniche sui condensatori di rifasamento,
Nell'ipotesi più cautelativa, la potenza di rifasamento totale è data dalla somma vedasi il par. Il.4
della (3), della (4) e della (5):

Q, = 422 + 24 + 112 = 558 kvar (7) 13.2 Rifasamento centralizzato

Nel calcolo più preciso va sostituita la potenza reaniva (5) con la (6): La potenza reattiva totale richiesta va suddivisa in un certo numero di condensa-
tori, i quali vengono inseriti da contattori comandati da un automatismo sensibile
Q, =422 + 24 + 48,8 =494,8 kvar (8) al fattore di potenza sulla rete a valle del trasformatore. A tal fine, all'apparecchio
per l'inserzione automatica dei condensatori viene portato un segnale di corrente
Il rifasamento può essere di tipo centralizzato o individuale. preso su una fase secondaria del trasfonnatore.
Nel rifasamento centralizzato, un banco di condensatori rifasa l'intero carico ali- L'obiezione a questo sistema è che non tiene conto della polenza di rifasamento
mentato da un trasformatore, compreso il trasformatore stesso (a questo tipo di richiesta dal trasformatore: in altri tenuini, il rifasamento è completo per quanto
rifasamento si riferiscono i calcoli prima eseguiti). Nel rifasamento individuale riguarda la rete a bassa tensione, mentre a monte del trasformatore è inferiore al
ogni carico viene singolarmente rifasato. tI rifasamento centralizzato si impiega in
bassa tensione, dove non è pensabile che l'impiantista applichi il rifasamento indi- I Infatti 6U = T'3 X le clo\'t: X è !ll reattllnza indultivll clelia rete e I, 1<1 corrente c<lp<lciliv<I del banco condensatori,
viduale, mentre quest'ultimo può essere utilizzato con molta semplicità e vantag-
Poiché si Ila:
gio economico sulla media tensione.
226 Elementi di progettazione elettrica Rifasamento
227

valore richiesto. Per ovviare, qualcuno inserisce a monte del trasformatore un con- Inoltre, l'armadio contenente i contattori per l'inserzione dei condensatori di media
densatore (naturalmente trifase) in grado di rifasare la corrente a vuoto del trasfor- tensione è ingombrante e costoso: il rifasamento centralizzato in media tensione è
matore stesso. fvla questo sistema introduce una complicazione impiantistica; inol- senz'altro antieconomico rispetto al rifasamento individuale.
tre non tiene conto della reattanza del trasformatore. La soluzione migliore è
quella di tarare il regolatore del fattore di potenza ad un valore superiore a quello
richiesto (ad esempio 0,98, anziché 0,95) in modo da ritrovare a monte deltrasfor- 13.3 Rifasamento individuale
matore il cos cp richiesto. 2
L'importante è aver valutato correttamente la potenza dei condensatori effettiva- Sulla media tensione, il banco trifase viene collegato a stella in modo da ridurre la
mente necessaria, come suddetto. tensione ai capi dei condensatori. Le resistenze di scarica sono sempre inserite.
Detto ciò, si consideri, come esempio, il rifasamento individuale di un motore a
Infine qualche consiglio pratico sul rifasamento centralizzato. media tensione.
l condensatori di bassa tensione vanno inseriti a triangolo, perché inserendoli a La regola generale consiste nel dimensionare il banco di condensatori in modo da
stella la capacità andrebbe triplicata. Dopotutto fino a 1000 V non c'è alcun pro- annullare la corrente magnetizzante del motore. In genere, si suppone che la conente
blema di isolamento. magnetizzante sia pari al 90% della corrente a vuoto lo del motore (valore noto).
I condensatori devono essere dotati di resistenze di scarica che possono essere La corrente del banco di condensatori non deve superare il valore così detenni-
inserite da contatti discordi dei contattori dei condensatori, o anche collegate rigi- nato, ad evitare sovratensioni nel motore quando il sistema motore-condensatori
damenle ai capi dei condensatori. In questo secondo caso, si ha una piccola perdita viene disalimentato. Se U (kV) è la tensione nominale del motore, la potenza l'cat-
permanente, che va ad aggiungersi a quella dei condensatori inseriti. tiva (kvar) del banco trifase di condensatori è:
Il sistema centralizzato ad inserzione automatica (complicato e costoso) non si
presta per la media tensione, soprattutto perché i contattori di media tensione sono
estremamente costosi: normalmente ci si limita a tre banchi, con un massimo di 6
gradini, quindi con una regolazione abbastanza grossolana. Si supponga di dover rifasare un motore con le seguenti caratteristiche:
A volte, vengono installati sulla media tensione i banchi fissi senza regolazione, • potenza nominale P = 320 kW;
confidando sulla costanza del carico, ma questa soluzione è sconsigliabile. Nel • tensione nominale U = 6 kV;
caso di arresto di importanti carichi, si rischia infatti l'eccesso di rifasamento, con • corrente a vuoto lo = 8 A;
fattore di potenza in anticipo (vietato dagli enti distributori). • corrente nominale IN;:: 35,7 A;
Sulla bassa tensione si arriva, invece, anche a 6 e più banchi, ed è quindi possibile • =
fattore di potenza a pieno carico cos (P 0,9;
effettuare una regolazione assai fine mediante varie combinazioni. • numero di poli = 2

2 Per calcolare il COS!f! sullu bassa tensione in modo da ottenere sul lato altu tensione del tmsfonnatore il futlore LI banco trifase di rifasamento deve avere una potenza:
di potenzu richiesto si può procedere nel modo di seguito indicato. Nel cuso di mig!iommemo del fuuore di potenza da
0,8 a 0.95 si 1m C~J: Q~ = (0.75 - 0,328) P = 0.422 P
Si è vi!,to che, con un carico di 1000 kW.tl1lsformatore da 1600 kVA con correntc a vuolo 1,5% e un' = 7%.la potenl,a Q, =13 x 6 x 8 x 0,9 ,,7S kvar
capacitiva necessaria per avere a monte dci trasformatore un cosq-' = 0,95 è in totale 494.8 kVllf (8). Per trovare il fatto·
re di potenza sul lato bassa tensione con questa potenza capacitiva, si applictl la (I):
Bisogna ora calcolare il nuovo fattore di potenza a pieno carico:
(tg rr - tg qi') 1000 = 494,8 da cui: tgrp-tgq! , =16'Oi)=
494.8 () .4948 • componente attiva della corrente I" = 'N COS '1'= 35,7 x 0,9 = 32,13 A
='N
kVUf
• componente realtiva della corrente l, =
,en rp= 35,7 x 0,436 15,56 A
essendo: tg fil =0.75 (cos q) =0,8) si ottiene: tg q!' = 0,75 - 0.4948 = 0.2552
L'inserzione dei condensatori diminuisce la componente reattiva della corrente
Dal valore di Igq'l' = 0.2552 si ricava cos ((l' = 0,969. Il regolatore di cosqJ YU quindi turato a 0.969 per avere a monte
de! trasformatore il valore richiesto di 0,95 (nel testo si è assunto 0,98 il titol() di esempio).
nominale di una quantità pari alla corrente capacitiva dei condensatori, che, già in
228 Elementi di progellazione eleUrica
Rifasamento 229

fase di calcolo, è stata posta uguale u:


13.4 Corrente transitoria di inserzione
0,9Io =O,9x8=7,2A
La corrente di inserzione ls (valore di cresta) di un condensatore è dell'ordine di
alcune volte la corrente nominale IN (valore eftìcace) del condensatore stesso: 3
Quindi la nuova componente reattiva, per effetto del rifasamento, è:

1;= 15,56-7,2=8,36A 2P"


Is=IN \ - - j (9)
Q,
La nuova corrente nominale del motore a pieno carico diventa: Ad esempio, l'impianto di rifasamento centralizzato descritto nel par. 13.1 ha Una
potenza Q, = 514,1 kvar (8); se si ipotizza una potenza di cortocircuito P" = 20,8
MYA, par. 3.3 (II), si ottiene:
IN = Jl~ + ( = J32,13' + 8,36' = 33,2 A
514,1
Il nuovo fattore di potenza vale quindi: = 742A
J3 0,4

~ 32,13 =0968
I 2 x 20800
J'N 33,2 •
Is = 742 ~ 514,1 = 742 x 8,99 = 6674,6 A

In conclusione, si ha un ottimo rifasamento, sicuramente superiore ad ogni richie- dove Is è il valore di cresta d'inserzione istantanea dell'intero banco (valore caute-
sta (al massimo si arriva a 0,95). Da notare che, riducendo il carico, il cas Cf! lativo).
aumenta, tendendo ti 1 nel funzionamento a vuoto.
n rifasamento individuale si realizza molto semplicemente, derivando dall'unità di La valutazione della COlTente di inserzione di un banco di condensatori si com-
comando del motore anche il banco di condensatori. plica in presenza di altri banchi già inseriti, in quanto i loro condensatori contri-
Ovviamente, la chiusura dell'interruttore del motore mette in tensione anche il buiscono in modo rilevante alla corrente di inserzione del nuovo banco. In tul
condensatore, nel modo più semplice e automatico. Nessun organo di protezione caso, QCCone utilizzare la seguente formula:
va messo sul circuito del condensatore, in quanto sono le protezioni del motore a
proteggere anche il condensatore. In caso di guasto su quest\dtilDo, basterà scol-
(IO)
legare l'alimentazione del condensatore e riprendere immediatamente il servizio.
Se i1 condensatore è correttamente dimensionato, le possibilità di guasto sono
remote. Naturalmente, la qualità del banco di condensatori è di fondamentale in cui:
importanza. Is = valore di cresta della con'ente di inserzione del banco considerato;
Data la localizzazione del condensatore, non c'è alcuna riduzione di corrente nel E = tensione di fase;
cavo di alimentazione del motore; il cavo va pertanto dimensionato per la corrente Xc = reattanza capacitiva di fase in serie;
nominale IN del motore (nel caso specifico 35,7 A). Viceversa, a monte della deri- XL = reattanza induttiva di fase tra i banchi di condensatori;
vazione, la corrente si riduce al nuovo valore I~ (pari a 33,2 A con una diminu-
zione del 7%). L'elemento più incerto è XL' cioè la reattanza induttiva tra il banco di condensatori
Le protezioni del montante motore devono essere dunque tarate per la corrente IN' da inserire ed i banchi già funzionanti, mentre tutti gli altri elementi Sono facil-
altrimenti il motore non sarebbe adeguatamente protetto.
3 Le farmille (9). (IO) e (J I) sono tratte dUlJullofmll CE! EN 60871- 1 (CEI 33-18).
230" __________________~E~le~m~e~nt~jd~j~p~ro~ge~t~ta~z;~on~e~e~le~tl~ri~ca~___________________ Locali delle cabine 231

mente calcolabili" In particolare, Xc (Q) può essere determinato con la relazione:

( 11 )

dove E (V) è la tensione di fase e QI e Q, (Mvar) sono le potenze rispettivamente


del banco da inserire e dei banchi già inseriti.

Nel caso di rifasamento individuale, l'esperienza non ha mai segnalato particolari


problemi all'atto di inserzione del complesso motore-condensatore di rifasa-
mento, in quanto le correnti di inserzione del motore (essenzialmente reattiva) e
14 LOCALI DELLE CABINE
del condensatore (totalmente capacitiva) sono di segno opposto e quindi si sottrag-
gono l'una dall'altra" Anche in presenza di condensatori già inseriti, si ha quindi
un notevole abbattimento della corrente di inserzione capacitiva. 14.1 Disposizione delle apparecchiature
Ad esempio, nell'impianto di rifasamento individuale descritto nel paL 13.3 il
molore da rifasare ha una corrente nominale di 35,7 A, mentre il condensatore ha Dopo aver esaminato i principali componenti dell'impianto elettrico, vale la pena
una corrente nominale di 7,2 A. Supponendo che la corrente di spunto del motore spendere qua1che parola su COme si raggruppano e dispongono le apparecchiature
sia 6 x 35,7 A = 214,2 A, alla sua inserzione si ha una corrente di cresta di circa in una cabina. In una cabina MT/BT sono in genere presenti: un quadro a media
1,8 x 214,2 A = 385,6 A (paL 6.2.3), essenzialmente reattiva e quindi in grado di tensione, uno o più quadri principali di bassa tensione (uno per ciascun trasforma-
annullare la corrente di inserzione del condensatore, per quanto alta possa essere. tore), alcuni quadri comando motori, i quadri secondari (prese e illuminazione), il
raddrizzatore per la carica della batteria ed eventualmente altri quadri secondari
In conclusione, il problema di elevati valori di corrente di inserzione si presenta con specifiche funzioni (ad esempio UPS). Una cabina elettrica comprende un
essenzialmente nel caso di condensatori di rifasamento centralizzati sulle sbarre a locale per i quadri di qualunque tipo, un locale batterie, uno spazio per i trasfor-
media tensione, soluzione vivamente sconsigliata, par. 13.2. matori suddiviso in modo da separare un trasformatore dal1'altro e un vano cavi
situato al di sotto del locale quadri.
Non è necessario dal punto di vista tecnico, né richiesto da alcuna norma tecnica o
di legge, separare i quadri a media tensione dai quadri a bassa tensione. l
La fig. 14.1 rappresenta una possibile disposizione degli apparecchi sia all'interno
(quadri) sia all'esterno della cabina (trasformatori in olio).
Si tratta di un fabbricato modulare, che può essere ampliato o ridotto in funzione
delle apparecchiature da installare, in particolare del numero di trasformatori.
Le dimensioni sono studiate in funzione dei quadri da installare, mentre gli spazi
destinati ai trasformatori sono adatti a ricevere trasformatori fino a 2500 kVA, sia
del tipo in olio (all'esterno), sia di tipo a secco (all'interno).
Le pareti di separazione fra i trasformatori a secco possono essere omesse, mentre è
opportuno lasciare la parete di separazione fra i trasformatOli a secco e il locale quadri.

I Snlvo nei locali di pubblico Spcu<lcolo. CEI 64-8, art. 752.3.2.


232 Elementi di progettazione elettrica Locali delle cabine 233

La larghezza dei locali di 750 Cm è dovuta al quadro blindato di media tensione.


LEGENDA
Se il quadro blindato fosse del tipo accostabile a parete, la larghezza si ridurrebbe
di circa un metro, mentre se si installasse un quadro protetto. la larghezza si ridur-

r
OT =Quadro media tensione rebbe di circa due metri (par. 6.3.1). Senza il quadro di media tensione, la lat'.
QE =Quadro principale
~ ~ di distribuzione 400 V
ghezza della cabina si può ridurre fino a 5 m, studiando opportunamente la siste·
mazione dei quadri motori e mantenendo almeno 1,8 m tra i fronti dei quadri.
CM '" Quadro molori (MCC)
o
o
f:::::::::::; "'- r>110 QL =Quadro luce
" OR =Quadro raddrizzalori
-_.- =Spazi a disposizione

t
14.2 Vano cavi
'11°1 r-' ' '1
l Il vano cavi è necessario quando i cavi provengono dal basso, cioè da sotto il
piano di posa dei quadri, come avviene nella grande maggioranza dei casi.
:s Se si vuole evitare tale spazio aggiuntivo, bisogna posare i cavi entro passerelle
" affrancate al soffitto della cabina (entrata nei quadri dall'alto). Questo sistema è
l§]

t
abbastanza semplice per piccole cabine, mentre richiede uno studio complicato e
"'==1 una realizzazione ancora più complessa nelle grandi cabine con molti cavi.
l O
i< Nel caso più fTequente, i cavi sono numerosi e si opta per la soluzione di un vano
~ cavi al di sotto del locale quadri. Si può, allora, procedere in due modi:
:s ~
si ricava un vano, alto circa 1,9 m, sotto la so letta sulla quale sono posati i qua.
" : , ~ dri, fig. 14.2, oppure,
~ t:::::::::::r >180
I-

~===I
• si realizza un pavimento rimovibile, alto circa un metro, al livello dei quadri.

I ..'"
o che però non posano direttamente su tale pavimento, ma su propri telai si sup-
ro

porto, a meno che non siano molto leggeri, fig. 14.3 .

All'esterno della cabina, i cavi devono salire subito sulle passerelle poste a ridosso
del muro esterno della cabina, ad evitare di doverli dimensionare come cavi inter-
rati anziché in aria libera.

143 Quadri di rifasamento


o
o
"
l Il rifasamento in bassa tensione è di tipo centralizzato (par. 13.2), quindi ogni tra·
sformatore ha un quadro di rifasamento, che può essere installato nel locale quadri
come qualunque altro quadro. Non esiste alcun problema al riguardo.
Il rifasamento in media tensione viene realizzato mediante banchi individuali, ali-
mentati direttamente dall' unità di alimentazione del motore, par 13.3.
Questi banchi trifasi hanno un involucro IP55, con morsettiera per il cavo di ali·
mentazione racchiusa nello stesso involucro. Possono essere quindi installati
AGURA l4.1 - Esempio di distribuzione dei quadri in una cabina elettrica MTIBT (quote in centimetri). ovunque vi sia spazio disponibile, senza alcun problema di contatti diretti.
234 Elementi di progettazione elettrica Locali delle cabine 235

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. Pavimenlo
modulare
rimovibile
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L100 ~35L 100 -i351-


I 100 J3sL 100 J
750

FIGURA 14.2 - Cabina elettrica con vano cavi (quole in centimetri).

n vano cavi di fig. J4.2 può essere utilizzato per localizzare i condensatori sotto il
quadro a media tensione, in corrispondenza delle relative partenze.
Il vano cavi di fig. 14.3 è invece di altezza insufficiente a questo scopo. Occorre
quindi sistemare i condensatori nel locale quadri, o utilizzare una delle unità
modulari destinate ai trasformatori O allocale batterie. 1
14.4 Problemi di raffreddamento l Colonnina
,I

La temperatura ambiente di riferimento dell'apparecchiatura elettrica è di 40 "C;


tale temperatura non può essere superata senza pregiudicare il buon funziona-
mento di tutto ciò che è installato in cabina. Lc cabine elettriche devono quindi
FIGURA 14.3 - Cabina elettrica con pavimento rimovibile (quote in centimetri).
essere adeguatamente ventilate; se la semplice ventilazione è insufficiente, la
cabina deve essere condizionata. prodotto, il quale viene naturalmente immesso nel locale quadri. Le perdite degli
Nasce quindi il problema di calcolare le perdite dovute ai quadri, ai cavi e, ovc eventuali lrasformatori a secco si possono ricavare direttamente dai cataloghi. 2
presenti, ai trasformatori. J costruttori dei quadri devono fornire i valori medi di Per quanto riguarda i cavi, si può considerare una lunghezza media del percorso in
potenza dissipata per ogni tipo di pannello. In via preliminare, ci si può basare su cabina del fascio di cavi e calcolare le perdite (W/m) dei cavi di potenza, trascu-
circa 500 W per ogni metro di lunghezza del quadro. Maggiori perdite si hanno rando i cavi dei circuiti ausiliari e, ovviamente, i cavi dei carichi di riserva.
nei quadri contenenti raddrizza tori e UPS. Queste apparecchiature, infatti, sono
dotate di aspiratori e anche di scambiatori aria/aria per lo smaltimento del calore l J trasformatoTÌ in olio sono inslallati di regola 1Il1'estcmo.
236 Elementi di progettazione elettrica

Quando si conosce unicamente il carico globale del trasformatore, si valuta la cor-


rente secondaria del trasfonnatore in base al carico totale previsto, poi si suppone
una densità media di corrente (Nmm 2 ) ricordando che la densità di corrente è più
alta nei cavi di piccola sezione (anche IO A/rum:! e oltre), mentre diminuisce gra-
dualmente al crescere della sezione dei cavi (2 Nmm 2 e anche meno). Definita la
densità media di corrente nei cavi, in base al1a concote secondaria presunta del tra-
sformatore, si ricava la sezione del cavo equivalente all'insieme di tutti i cavi. Dal1a
resistenza R di questo ipotetico cavo, si calcola la perdita globale 3 R l'. Ad esempio,
se la corrente presunta erogata dal trasformatore è di circa 1000 A e la densità media
di corrente di 4 A/mm', si ha un ipotetico cavo equivalente con sezione di 1000/4 =
250 mm 2 • La resistenza di un cavo di questa sezione è circa 22/250 Q/km. J

La perdita al metro di cavo vale: 3 22 X 1000' 264 W/m


250 x 1000

Se il percorso medio dei cavi all'interno della cabina è pari a lO m, le perdite


dovute ai cavi ammontano approssimativamente a 2640 W.

14.5 Locale batteria

Alla batteria è stato assegnato, per motivi di modularità, uno spazio uguale a
quello dei trasformatori (4 m x 3 m). Le più recenti batterie ermetiche regolate con
valvola (a ricombinazione di gas) possono anche essere installate nello stesso
locale quadri, essendo minima la quantità di idrogeno emessa, purché siano
anch 'esse contenute entro armadi dotati di tutte le misure di sicurezza richieste
dalla norma CE! 21-39 (EN 50272-2). Quindi, molto spesso, il locale batteria
viene omesso, salvo esplicita richiesta del committente.
Gli armadi e il locale batteria necessitano di una adeguata ventilazione, secondo
quanto prescritto dalla suddetta norma CEI 21-39. Occorre considerare che l'idro-
geno, data la sua estrema leggerezza (7% rispetto all'aria), tende ad accumularsi al
di sotto del soffitto, tra questo e le feritoie di ventilazione anche in presenza di
adeguata ventilazione. Un eventuale apparecchio di illuminazione, se installato
proprio in questa zona, deve essere a prova di esplosione per idrogeno (EEx d IlC)
o a sicurezza aumentata (EEx e II). L'interruttore di comando dell'apparecchio di
illuminazione va installato all'esterno, a fianco della porta che dà accesso allocale
batteria, mentre è meglio evitare di prevedere una porta tra il locale batteria e il
locale quadri.

J Consider:llulo una resisliviliì dci rame a 70 QC di OJ)22 Q mm'/m.

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