Mausoleo Di Santa Costanza

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Mausoleo di Santa Costanza

Storia
Fu fatto costruire tra il 340 e il 345, come proprio
mausoleo, da Costantina, figlia di Costantino I, a
ridosso della basilica costantiniana, presso la
sepoltura di sant'Agnese, della quale Costantina era
una devota. Vi furono sepolte sia Costantina sia la
sorella Elena. L'edificio fu detto "di Santa Costanza"
quando Costantina venne venerata come santa. Il
mausoleo, come la basilica (oggi allo stato di rudere)
al cui fianco sinistro era collegato, fu di proprietà
imperiale, e non ecclesiastica, e dopo esser stato
utilizzato come battistero della basilica di
Sant'Agnese fuori le mura, divenne chiesa autonoma
nel 1254 per volere di papa Alessandro IV.

Nel Rinascimento, a causa delle sue caratteristiche spaziali e del suo grado di conservazione, fu
oggetto di un grande interesse da parte degli architetti, anche se le scene di vendemmia presenti nei
mosaici hanno fatto sì che per secoli l'edificio sia stato erroneamente identificato come un tempio di
Bacco.

Architettura
L'edificio introduce motivi dell'architettura paleocristiana, pur rappresentando la fase finale
dell'architettura romana tardo antica. Il mausoleo ha una pianta centrale con un vano circolare
coperto da una cupola ed illuminato da dodici finestre superiormente concluse ad arco che
definiscono una fascia luminosa intorno al tamburo. La cupola poggia su 12 coppie di colonne,
binate in senso radiale, disposte ad anello. Le colonne hanno capitelli compositi di reimpiego.
Esternamente le colonne delimitano un deambulatorio (corridoio anulare) coperto da volte.

Tale struttura crea spazi fortemente caratterizzati dal contrasto tra luce e penombra. La pianta
circolare di questo come di altri edifici paleocristiani viene riferita a modelli provenienti
dall'architettura romana, utilizzati in mausolei funebri o ninfei come il cosiddetto tempio di Minerva
Medica, dell'inizio del IV secolo, (ninfeo degli Horti Liciniani), anche se la presenza del
deambulatorio esterno rappresenta un elemento tipico dell'architettura paleocristiana che qui trova
una delle sue prime applicazioni. All'esterno dell'ambulacro correva un altro anello, oggi
scomparso, in modo simile alla di poco posteriore, chiesa di Santo Stefano Rotondo. La spessa
parete esterna presenta numerose nicchie verso l'ambulacro, una delle quali ospitava il sarcofago in
porfido di Costantina, ora ai Musei Vaticani.

Quando il mausoleo fu trasformato in battistero, all'esterno fu realizzato un nartece, costituito da un


piccolo atrio con absidi sui due lati, che precede la chiesa vera e propria. All'interno si notano
ancora i basamenti di un fonte battesimale.
Mosaici
La cupola dell'edificio era, in origine, ricoperta di
mosaici, distrutti intorno al 1620 in quanto in pessimo
stato. Ne resta testimonianza in un disegno del
portoghese Francisco de Hollanda: nel circolo più
esterno era rappresentata una scena fluviale nella quale
puttini pescavano in acque in cui pullulavano pesci e
crostacei; dal fiume emergevano alcune isolette dalle
quali si staccavano dei candelabri-cariatidi che
raggiungevano a raggiera il clipeo centrale della cupola,
decorato con un velario a conchiglia. Da questi
candelabri si distaccavano alcuni racemi, che incorniciavano medaglioni disposti su due ordini
circolari nei quali erano raffigurate storie dell'Antico e del Nuovo Testamento. La simbologia era
ovviamente legata alla salvezza attraverso l'adempimento delle Scritture.

Le pareti del tamburo erano invece decorate ad opus sectile, con tarsie di marmi preziosi. Di tali
opere rimangono alcune testimonianze in disegni del XVI secolo.

Esistono ancora, invece, i mosaici originari del IV secolo, nella volta anulare che copre il
deambulatorio. I settori individuati dalle coppie di colonne delimitano spazi di forma trapezoidale,
che accolgono decorazioni con motivi che si ripetono uguali alle estremità opposte, ad eccezione
del riquadro situato in corrispondenza dell'ingresso, a cui corrisponde sul lato opposto l'apertura
della torretta dell'ambulacro. Vi sono rappresentati motivi geometrici e naturalistici (pavoni,
colombe, rami con frutti) e scene di vendemmia, oltre a emblemata con protomi femminili, in una
delle quali secondo alcuni studiosi sarebbe riconoscibile la stessa Costantina. Per quanto lo schema
ricordi i mosaici pavimentali (molti dei motivi usati sono confrontabili con mosaici pavimentali
africani), non è certo che vi avessero lavorato équipe
musive di solito addette alla decorazione pavimentale.

In questo soffitto si può individuare uno dei primi casi di


adattamento di temi pagani alla nuova iconografia
cristiana ed è stata sottolineata la difficoltà dei nuovi
committenti alle prese, a metà del IV secolo, con la
realizzazione di immagini in grado di comunicare
contenuti non più legati alla Salvezza, ma a quelli della
Chiesa trionfante.

Nelle due nicchie sono presenti mosaici che


rappresentano una Traditio legis e una Traditio clavium a
san Pietro che, seppure pesantemente restaurata nel XIX
secolo (san Pietro appare senza barba), rappresenta uno
dei primi esempi di tale raffigurazione che simboleggia il
primato del papato. Del tutto particolare tuttavia è che il
Cristo appaia sul globo terracqueo, secondo
un'iconografia che si ricorda prima di allora solo nelle
catacombe di Commodilla: un ulteriore segno della
volontà di ribadire il primato della chiesa romana
attraverso il Cristo-dominatore del mondo.
Quanto alla Traditio legis, si tratta più esattamente di una Traditio pacis, per lo meno stando al
cartiglio porto a san Pietro dal Cristo imberbe, poggiante su una collinetta da cui sgorgano i quattro
fiumi paradisiaci, sul quale campeggia la scritta Dominus pacem dat (allusione alla pace
costantiniana). Perduta l'abside costantiniana dell'antica basilica di San Pietro in Vaticano, che pare
riportasse una Traditio legis, è questa una delle prime rappresentazioni di questo tema in sede
monumentale. I mosaici di Santa Costanza sono i più antichi mosaici monumentali cristiani
sopravvissuti a Roma (360).

Fig. 1 – Planimetria del complesso di S. Agnese fuori le mura.


A: basilica costantiniana; B: mausoleo di Costanza; C: atrio
della basilica costantiniana; D: scalone e vecchia canonica; E:
basilica onoriana (sul luogo del sacello ad corpus); F: monastero

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