L.Sertorio - La Mappa Del Denaro (2018)
L.Sertorio - La Mappa Del Denaro (2018)
L.Sertorio - La Mappa Del Denaro (2018)
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Direttore
Francesco Zanotti
CSE Crescendo S.r.l., Milano, Italia
Coordinamento Scientifico
Gianfranco Minati
Associazione Italiana per la Ricerca sui Sistemi (A.I.R.S.)
Politecnico di Milano, Italia
Comitato scientifico
Luciano Martinoli
CSE Crescendo S.r.l., Milano, Italia
Tuomo Rautakivi
« International Journal of Public and Private Management »
Burapha University, Thailand
Giuseppe Vitiello
Dipartimento di Fisica “Eduard Renato Caianiello”, Università degli Studi di Salerno
leonardia
Obiettivo della collana è quello di pubblicare opere che utilizzino tutte le forme del
pensiero per capire le dinamiche di evoluzione autonoma dei sistemi umani al fine
di poter “governare non direttivamente” l’emergere di un nuovo sviluppo “non
equivalente”, tra gli infiniti percorsi di sviluppo possibile, giudicato socialmente
etico ed estetico.
Leonardia perché Leonardo Da Vinci è stato il precursore di quasi tutte le
forme di pensiero che sono state sviluppate nel corso dei secoli successivi: dal
pensiero classico a quello “non riduzionistico”. Le tematiche principali possono
essere strutturate su due filoni strettamente intrecciati: le “fonti” e gli “impieghi”.
Per “fonti” intendiamo tutti quei modelli e metafore che sono nati dalle diverse
aree di conoscenza e che costituiscono la materia prima per comprendere le dina-
miche di evoluzione autonoma dei sistemi umani e trovare il modo di governarle
non direttivamente.
Le fonti fondamentali sono:
— le scienze “hard”: la fisica e la matematica;
— la biologia, l’evoluzione e le neuroscienze;
— le scienze umane;
— la complessità e la scienza dei sistemi;
— la filosofia e l’estetica come categoria di sintesi;
— le religioni come “software” sociale.
Un libro di “fonti” non dovrebbe contenere solo sintesi delle singole aree di
conoscenza, ma dovrebbe presentare i “modi” di pensare che sono stati sviluppati in
queste aree di conoscenza e illustrare come essi possono contribuire a comprendere
i processi di evoluzione autonoma dei sistemi umani e individuare modalità di
governo non direttivo verso un nuovo sviluppo etico ed estetico.
Per “impieghi” intendiamo tutti i sistemi umani che compongono una società
e per i quali è necessario attivare nuovi processi di auto evoluzione “governata
non direttivamente” in modo da arrivare a costruire nuovi contesti economici,
sociali, istituzionali e naturali a partire da un “fondo” di ”vuoti” ricchissimi, proprio
utilizzando le nuove forme di pensiero “raccontate” nelle fonti.
Gli impieghi, cioè, i sistemi umani sono:
— sistemi tecnologici e virtuali;
— attori e sistemi economici micro (le imprese manifatturiere, distributive finan-
ziarie, ecc.) e macro;
— attori e sistemi sociali;
— attori e sistemi politico–istituzionali–normativi;
— sistemi psichici, biologici ed ecologici;
— sistemi urbani e infrastrutturali.
In sintesi, il rapporto fonti–impieghi è “circolare”, non è lineare. Non si procede
solo dalle fonti verso gli “impieghi”. Vale anche il percorso inverso: gli impieghi
possono suggerire la scoperta di nuove “fonti” cioè nuovi modelli e nuove metafore
del conoscere.
Luigi Sertorio
Erika Renda
La mappa del denaro
Dalla biosfera alla finanza globale e ritorno
Prefazione di
Giulietto Chiesa
Aracne editrice
www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it
Copyright © MMXVIII
Gioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale
www.gioacchinoonoratieditore.it
info@gioacchinoonoratieditore.it
isbn 978-88-255-1417-9
Prefazione
di Giulietto Chiesa
17 Introduzione
21 Capitolo I
'DGRYHYLHQHO¶HQHUJLD"
1.1. La dinamica del mondo organico, 21 ± 1.2. La dinamica del mondo inorganico, 22
± 1.3. Conclusione, 24
25 Capitolo II
Sfera inorganica e biosfera
2.1. Premessa, 25 ± 2.2. Concetto di dinamica aperta autoconsistente, 28 ± 2.3. Com-
plessità e morfologia, 35
39 Capitolo III
Realtà, mappa, teoria
3.1. Mappa, rappresentazione della realtà, 39 ± 3.2. Le mappe della realtà sociale, 43
45 Capitolo IV
/¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL
4.1. Premessa generale sulla potenza additiva, 45 ± /¶DQDORJLD45 ± 4.3. La specie
umana anomala, 49 ± 4.4. La scienza e la storia delle protesi, 50 ± 4.5. Commenti sulla
demografia, 53
65 Capitolo V
/DVSHFLHXPDQDQHOO¶HUDDJULFROD
5.1. Il concetto di limite naturale, 66 ± 5.2. Realtà sociale naturale, 69 ± 5.3. Realtà
uomo biosfera, 70 ± 5.4. Era pre-motori, 71 ± 5.5. Mercato ± rotte navali, 72
75 Capitolo VI
/¶HUDGHLPRWRUL
/¶HYROX]LRQHSDUDOOHOD*XHUUDHWHFQRORJLD 77 ± 6.2. Transizione da Natura a
motore, 78 ± 6.3. Era GHOO¶HQHUJLDIRVVLOH, 79 ± 6.4. La transizione, 82 ± 6.5. Banca e
6 Indice
141 Capitolo IX
Un esempio di rete
9.1. Cosa misura il denaro, 141 ± 9.2. Analisi di una rete, 142 ± 9.3. Banca ± mappa ±
rete, 149 ± 9.4. Guerra per la proprietà, 153 ± 9.5. La finanza astratta, 154 ± 9.6. Bit-
coin, 156
159 Capitolo X
Prospettive
10.1. La prevedibilità, 159 ± 10.2. La previsione riferita alla specie umana, 163 ± 10.3.
Capivano?, 166 ± 10.4. la mappa della globalizzazione, 167 ± 10.5. La guida intuitiva
individuale, la previsione collettiva e la scienza, 169
173 Capitolo XI
Ciclo, non ciclo
11.1. Ciclo, 173 ± 11.2. Non ciclo, 173
193 %LEOLRJUD¿D
di Giulietto Chiesa1
1
Giornalista, scrittore, politico. È stato corrispondente da Mosca per venti anni, dal 1980 al
2000. Europarlamentare dal 2004 al 2009. Ha ricevuto nel 2002 il Premio Nazionale Cultura
della Pace. Nel 2010 ha creato il movimento politico Alternativa. Dal 2014 è direttore di
www.pandoratv.it.
9
10 Prefazione
dai loro calcoli. Cioè non abbiamo capito (e non siamo attualmente in
grado di capire fino in fondo, o di capire del tutto) che tutte le costru-
zioni di cui sopra saranno spazzate via nella fase in cui comincerà a
WHUPLQDUHLO©WUDQVLHQWHDQRPDORDFXLO¶XRPRVLqDGDWWDWRGHIRUPDQ
dosi mentalmente».
&RVDKDGHWHUPLQDWRO¶LQL]LRGLTXHVWRtransiente anomalo"/¶LQYHQ
zione dei motori alimentati da energia fossile, che, a sua volta, da quel
PRPHQWRLQDYDQWLKDGHWHUPLQDWRWXWWDODVWRULDGHOO¶XRPR/RVFRSR
del libro, citando ancora OHSDUROHGHOO¶$XWRUHq©VSLHJDUHFRVDYXRO
dire transiente e cosa è il non anomalo». Ma í ed è una messa in guardia
fondamentale í «qui non si emettono verità assiomatiche»; qui si ra-
giona tenendo presente il «ULFKLDPRDOO¶XPLOWj», cioè si deve ragionare
lasciando da parte tutte le centralità in cui, come pregiudizi, siamo im-
prigionati: DFRPLQFLDUHGDOODFHQWUDOLWjGHOO¶8RPRrispetto alla Natura.
Una centralità del tutto arbitrariamente definita, insensata, presuntuosa,
fonte di catastrofe.
Quando il transiente sarà terminato (questione che così formulata è
insoddisfacente, poiché stiamo trattando di processi estremamente com-
plessi, che avranno fasi imprevedibili e, mentre è possibile individuare,
FRPH V¶q GHWWR O¶LQL]LR GHO WUDQVLHQWH, risulta impossibile prevedere
come, in che forma e quando esso finirà), non sarà la fine della dinamica
della superficie terrestre, ma ³semplicemente´ O¶LQL]LRGLXQDQXRYDHUD
Noi ci troviamo adesso nella fase in cui si comincia a capire cosa signi-
fica transiente, e in questo consiste la straordinaria importanza di questo
libro. Scientifica, ma io direi anche politica.
/¶DXWRUHQHqSHUIHWWDPHnte consapevole e, in diversi momenti della
descrizione della Mappa, lo dimostra. Come quando scrive queste righe:
«Ci sono uomini sciocchi e uomini saggi che camminano verso il fu-
WXUR)RUVHPROWLVFLRFFKLHSRFKLVDJJLqFUXFLDOHYHGHUHVHF¶qXQPL[
ottimale per guidare la specie umana nella transizione verso la conti-
nuazione della vita». Tuttavia «nei testi di economia e nei testi delle
leggi dello Stato, la Natura compare unicamente come oggetto esterno».
Noi siamo abituati a esaminare i diritti e a cRQVLGHUDUHO¶HWLFD©DOO¶LQ
terno di un dominio rigorosamente antropocentrico», e non contem-
SOLDPR©O¶LQWHUD]LRQHGHOO¶XRPRFRQODVIHUDLQRUJDQLFDHFRQODELR
sfera, nemmeno quando tale interazione è [divenuta] mastodontica, gra-
vissima». Una cecità che rischia di divenire stupidità suicida.
Si trova in questo nodo, a mio avviso, uno dei momenti topici della
riflessione di questo libro, quando Luigi Sertorio tocca la questione
12 Prefazione
della sopravvivenza della specie, anzi della vita in generale. È vero, in-
fatti, che la dinamica della superficie terrestre continuerebbe anche
VHQ]D O¶URPR PD VH VL DIIURQWD O¶HVDPH GHOOD prospettiva che lo in-
cluda, allora è indispensabile fare i conti, letteralmente, con la dinamica
del mondo organico. Gli organismi viventi í VFULYHO¶$XWRUHí «si ag-
gregano in morfologie collettive speciali che non hanno analogo
QHOO¶XQLYHUVRLQRUJDQLFR4XHVWHPRUIRORJLHGLQDPLFKHVRQRSRUWDWULFL
GHOO¶intelligenza della biosfera /¶HQWLWj GL TXHVWD LQWHOOLJHQ]D QRQ q
quantificabile con i mezzLGHOO¶LQWHOOLJHQ]DDUWLILFLDOHGLJLWDOH(VVDFRQ
tiene il concetto di autoconsistenza finalistica, che supera il concetto di
feedback, costruzione matematica che compare nella teoria del con-
trollo deterministico. Le due cose sono diverse perché la vita dell¶RUJD
nismo non è riducibile agli ingredienti che compaiono in qualsivoglia
problema deterministico e che possono essere prodotti in laboratorio».
Questi conti O¶8RPRGHO;;,VHFRORQRQqDQFRUDFDSDFHGLIDUOLH
dovrebbe cominciare a farli, poiché è venuto il tempo in cui la loro ne-
cessità emerge ormai imponente. Al contrario la nostra organizzazione
VRFLDOHQRQULHVFHQHPPHQRDGDWWXDUHO¶HOHPHQWDUH principio di pre-
cauzione, che ci permetterebbe almeno di evitare di avventurarci su
strade che non sappiamo dove conducono. Ahinoi! ©O¶HFRILVLFDqGRW
WULQDFROWLYDWDLQGXHRWUHXQLYHUVLWjG¶DYDQJXDUGLD1RQEDVWDª
Si aprono questioni che Gregory Bateson propose con raffinata ele-
ganza e una certa dose di understatement: ha la scienza «il diritto di dire
se certe tecniche debbano essere impiegate?» Ovvero: possiamo affi-
dare a scienziati iper-specializzati (e cioè incapaci di cogliere la com-
plessità), o a Accademie fossilizzate e pigre non meno che miopi, il
compito di scegliere VHFRQVHQWLUHDOO¶XPDQLWjGLSURcedere su strade il
cui sbocco non è noto? Domanda che í di fronte alle mostruose accele-
UD]LRQL LQ FRUVR GDOOD URERWLFD DOO¶LUUHVLVWLELOH QDQR-incontrollabilità,
DOOD YHUWLJLQH GHOO¶LQWHOOLJHQ]D DUWLILFLDOH FKH q RUPDL DUULYDWD ROWUH OD
VRJOLDGHOO¶DXWR-aSSUHQGLPHQWRFLRqGHOO¶DXWRVYLOXSSRWXWWHLQWHUIHUL
scono nei processi naturali, li modificano e li stravolgono imponendo
tempi innaturaliFLRq³WXUEDQRO¶XQLYHUVR´í dovrebbe, a rigore di lo-
gica, imporre una risposta negativa. 0HQWUHO¶8RPRFRQWHPSRUDQHo è
sempre più angosciosamente simile al personaggio di quella barzelletta
americana che racconta di un signore che, caduto per caso da un gratta-
cielo di 300 piani (ma con il cellulare in mano), risponde a una chiamata
mentre si trova a passare, in caduta libera, davanti al 200-esimo piano.
«Come stai?», gli chiede un amico. E lui risponde: «So far, so good».
Prefazione 13
Già oggi, dicono le statistiche, la proprietà dei beni esistenti sul e nel
SLDQHWDqSUHURJDWLYDGLXQFHQWLQDLRGLSHUVRQH(O¶HVDXULPHQWRGHOOH
risorse energetiche non rinnovabili (che è inevitabile in tempi ormai
umani) spinge i proprietari universali a indirizzare la ricerca delle mo-
GDOLWj GL XQ XVR SULYDWR GHOO¶XQLFR IOXVVR HQHUJHWLFR SUDWLFDPHQWH
eterno: quello dei fotoni che giungono sulla Terra dal Sole. Nella
Mappa del Denaro ciò è razionale, ma produrrebbe una violazione del
diritto al libero accesso alla biosfera. E sarebbe una vera e propria be-
stemmia, disumana e anti-umana, perché violerebbe tutti i cicli naturali.
Sarebbe lo sterminio dei molti da parte dei pochi, in prima istanza, e la
follia suicidaria come conclusione finale.
Le masse sono come i personaggi dei war games sui nostri computer
í prendo a esempio pratico il rinomato Grand Theft Auto í che si muo-
YRQRGHQWURXQDPDSSDDQFK¶HVVDGLVHJQDWDFRQWXWWLLSLpiccoli par-
ticolari per renderla assolutamente realistica. È una mappa che non con-
duce da nessuna parte e che permette di arrivare soltanto fino ai suoi
FRQILQL8QSR¶FRPHTXHOODLQFXLYLYHYDVHQ]DVDSHUOR7UXPDQ%XU
bank, fino a che la sua barchetta andrà a sbattere contro la parete del
contenitore. Ecco: la Mappa del denaro è il war game in cui viviamo.
( TXL OD SDUROD ³ZDU´ JXHUUD q SHUIHWWDPHQWH DSSURSULDWD SHUFKp LQ
quella mappa ci può essere solo guerra. In quella Mappa è possibile
YHGHUHLQUHDOWjQHPPHQRTXHVWRLOLQJRWWLG¶RURFKHVLDFFXPXODQR
nei forziHULFHQWUDOLPDQRQVLSRWUjPDLFDSLUHFRPHPDLO¶LQWHURVSD]LR
GLVHJQDWRSHUQRLQRQFRQWHPSOLO¶LPPHQVDPDVVDGLVFDUWLHGLULILXWL
che sta soffocando il mondo reale.
La Mappa del denaro è ormai quella della finanza astratta, che è di-
segnata dalla Banca. Che ha costreWWRDOO¶REEHGLHQ]DORStato. Che si è
arreso dopo essere stato soverchiato, corrotto, comprato. La Banca ha
quindi scritto le leggi dello Stato, trasformando in legge la rapina che
HVVDFRPSLH(FRQWHPSRUDQHDPHQWHKDIRUPDWRHDUPDWRO¶HVercito dei
suoi esegeti (gli economisti), dei suoi soldati (il mainstream), dei suoi
poliziotti (i servizi segreti). E la società ha perduto il controllo sulla
dinamica del denaro, cioè ha perduto ogni democrazia, mentre «la fi-
QDQ]DDVWUDWWD>«@FRUURGHLQ modo oscuro e imprevedibile la struttura
della vita collettiva».
È questo un altro dei momenti alti, politici, che conseguono dal ra-
gionamento innovativo proposto, in questo libro fondamentale, da Luigi
6HUWRULR2FFRUUHUHLPSRVWDUHULVFULYHUHLOUDFFRQWRGHOO¶HFRVLVWHPD(
Prefazione 15
questo può essere fatto solo partendo dalla complessità che intravve-
diamo. Bisogna guardare avanti, sempre che ve ne sia ancora il tempo,
e sempre che ve ne siano le forze intellettuali capaci di farlo, per co-
VWUXLUHXQ¶altra teoria. In politica siamo ancora tutti í VFULYHO¶$XWRUH
con una certa ironia í ai tempi di Marx, che fu colui che descrisse «il
WUDQVLHQWHGHOPRWRUHQHOODVWRULDHYROXWLYDGHOODVSHFLHXPDQD>«@3R
chi dei concetti formulati da Marx e penetrati nel pensiero di tutti gli
HFRQRPLVWL GHO WHPSR SUHVHQWH VDUDQQR XWLOL]]DELOL QHOO¶era post-fos-
sile».
Per cancellare la Mappa del denaro, che imprigiona il genere umano,
la vita, e li costringe a una somma-zero mortale, occorre costruire un
movimento cosciente di popoli, di masse umane. Impresa che richiede,
LQSULPROXRJRXQ¶altra teoria. Il compito politico e scientifico del pre-
sente è creare questa teoria.
Aprile 2017
Introduzione
Per una piccola quantità di denaro Giuda tradì Gesù. Il re Carlo V pagò
molto di più per sostenere la spedizione dei lanzichenecchi che saccheg-
giarono Roma nel 1527. Il progetto della basilica di San Pietro non sa-
rebbe partito senza il flusso di denaro delle indulgenze. La fioritura dei
SULPLJUDWWDFLHOLGL&KLFDJRODQDVFLWDGHOO¶DUFKLWHWWXUDDPHULFDQDSDU
WLYDGDOODERQDQ]DHFRQRPLFDGHO0LGGOH:HVWDOODILQHGHOO¶2WWRFHQWR
Questa stessa bonanza si trasformò in crisi nel 1929. Il più grande inve-
stimento GLGHQDURGLWXWWDODVWRULDGHOO¶XPDQLWjDYYHQQHQHOGHFHQQLR
1930-40 con la produzione bellica che portò alla Seconda guerra mon-
diale/¶HYROX]LRQHGHOODGLQDPLFDHFRQRPLFDDPHULFDQDGRSROD Se-
conda guerra mondiale è stata così rapida che la quantità di dollari
emessi dalla banca centrale superava il vincolo vigente che lega il nu-
mero scritto sulle monete al numero di grammi di oro contenuti nella
riserva. Questa corrispondenza fra denaro cartaceo e valore materiale di
riferimento oggettivo fu annullata, per quanto riguarda il dollaro, per
autorità della Stato durante la presidenza Nixon. Dal 1971 non esiste
più il vincolo denaro ± oro, e la presente crisi economica è descritta con
numeri e algoritmi che alcuni citano con il rispetto che si ha per le cose
amate, altri con paura e odio. Amore, odio, sacralità antichissima: forse
dobbiamo dire che Dio aveva bisogno dei trenta denari di Giuda per
FRQFOXGHUHLOSURSULRVDFULILFLRXPDQRFRPHGHWWDJOLDWDPHQWHO¶HYDQ
gelista ci racconta?
Tutti questi esempi sono eventi diversissimi, eterogenei, che però
hanno in comune la presenza del denaro. Il denaro ha due facce: è attore,
è compartecipe del fare e del disfare umano; è conoscenza, è utilizzato
infatti come descrizione della realtà.
Cosa vuol dire descrizione? Per il mondo inorganico la descrizione
è la fisica. Per il mondo organico la descrizione è la biologia. Il cosmo
sembra immobile, ma non lo è, e la descrizione della sua evoluzione si
perfeziona continuamente. La conoscenza scientifica fornisce una
mappa della realtà esterna.
17
18 Introduzione
/HYLFHQGHXPDQHOHYHGLDPRGDOO¶LQWHUQRQHVLDPRDWWRUL± spetta-
tori. Quindi la descrizione delle vicende umane è una miscela di agire e
capire, non è pura costruzione formale. La descrizione che O¶XRPRID
della realtà umana è una mappa interattiva. Il fare modifica la mappa e
la mappa modifica il fare. Esistono molte mappe interattive della dina-
PLFDVRFLDOHSHUFKpOHVSHFLDOL]]D]LRQLGHOO¶HVSULPHUVLGHOO¶XRPRVRQR
molteplici. Spesso le specializzazioni sono estreme e le relative espres-
VLRQL LQFRPSUHQVLELOL 1H VHJXH FKH O¶XRPR FRPXQH QRGR GHOOD UHWH
della collettività, è limitato ad essere interfaccia fra strumenti dei quali
QRQFRQRVFHTXDVLQXOODQRQqLOSURWDJRQLVWDSRUWDWRUHG¶LQIRUPD]LRQH
ma qualcosa di simile a un veicolatore passivo. Ci chiediamo allora se
esiste una intelligenza collettiva, oppure se la collettività funziona solo
come un insieme statistico. In altre parole come si connettono il capire
GHOO¶LQGLYLGXRHLOFDSLUHGHOODFROlettività.
La descrizione della società data dal denaro è molto potente, ossia
può pilotare imprese enormi, quindi è importante capire se la mappa del
denaro è una descrizione fedele della realtà. A questo punto entra il bi-
nomio descrizione ± teoria. Esempio di partenza: quando vedi una scia
nel cielo vuol dire che ci sono gli alieni. È una teoria molto diffusa.
Osservazione insufficiente, teoria affrettata. Andiamo avanti. Le
scienze della Natura, fisica, chimica, biologia, cercano di delimitare
bene il dominio di fenomeni di cui si occupano e questo è importantis-
simo per procedere con rigore. Il più importante strumento di lavoro è
la visione, la ricerca di struttura. Nella direzione del piccolo possiamo
FLWDUHODULVRQDQ]DPDJQHWLFDLQELRORJLDHO¶DFFHOHratore di particelle in
fisica, discendenti del microscopio. Nella direzione del grande le sta-
zioni spaziali che misurano fotoni di altissima o di bassissima energia,
discendenti del telescopio usato brillantemente nel Seicento da Galileo.
La teoria fronteggia descrizioni perennemente nuove, sempre più com-
plicate nel piccolo e nel grande.
La scienza del denaro fa la sua prima apparizione quando le banche
erano riserve ben protette di cose preziose, cioè di lunga durata, e di ben
definito valore di scambio. Perché ben definito? Perché le cose preziose
erano manufatti per i quali era precisabile la qualità e la quantità del
ODYRURGHOO¶XRPR4XHVWDqO¶HUDGHOODpecunia olet. La Natura, fisica
FKLPLFDHELRORJLFDHUDSUHVHQWHGLIDWWR$OSDVVDUHGHLVHFROLF¶qOD
moneta metallica simbolo che non oletFRPHGLFHYDO¶LPSHUDWRUH9H
VSDVLDQR /¶Lmperatore romano doveva, per volere divino, essere ga-
rante che la moneta simbolo avesse un ben preciso corrispondente nel
Introduzione 19
possesso della terra di riferimento, che per alcuni secoli dopo Augusto
IX O¶DUHD DIULFDQD LQGR HXURSHD LQFOXGHQWH LO 0HGLWHUUDQHR 4Xando i
PHUFHQDULFDSLVFRQRFKHTXHVWDFRUUHOD]LRQHQRQF¶qLQYHFHGLGLIHQ
GHUHO¶LPSHURVLLPSRVVHVVDQRGHOOHWHUUHVXVFDODSLSLFFROD6LULGH
finisce la moneta e si va avanti. Si attraversa il Medioevo e il Rinasci-
PHQWRHVLDUULYDDOO¶HUDGHLPRWRUL Compare la sorgente di energia fos-
sile, la terra non può più essere riferimento sufficiente, decade il ruolo
GHO5HÊQHFHVVDULRFKHYHQJDIXRUL0DU[SHUODLFL]]DUHO¶HFRQRPLD(
lui lo fa escludendo assiomaticamente tutta la Natura dalla sua costru-
zione WHRULFDULJRURVDHDXWRQRPD,OULVXOWDWRqO¶LPSLDQWRWHRULFRGHOOD
scienza economica contemporanea, volontariamente disgiunta dalla
realtà naturale.
Segue da queste osservazioni che il dialogo scientifico fra fisici ed
economisti è impossibile. Ed è per TXHVWRFKHTXLVLSDUODGL³PDSSDGHO
GHQDUR´HQRQGL³HFRQRPLD´
È sensato escludere la Natura dalle costruzioni etiche, politiche, eco-
nomiche? No, è sbagliatissimo. Dobbiamo capire che tutto ciò che av-
YLHQHQHOODVWRULDGHOO¶XRPRGRSRO¶LQYHQ]LRQHGHLmotori alimentati da
HQHUJLDIRVVLOHqXQWUDQVLHQWHDQRPDORDFXLO¶XRPRVLqDGDWWDWRGHIRU
mandosi mentalmente. Scopo di questo libro è spiegare cosa vuol dire
transiente e cosa è il non anomalo. La struttura delle pagine che seguono
è quella di appunti per una serie di lezioni universitarie, non un testo di
verità rivelate.
,OFDSLWRORqXQULFKLDPRDOO¶XPLOWj&DSLUHFKHO¶XRPRDSSDUWLHQH
alla Terra, la Terra al sistema solare che nasce dalla storia del cosmo.
Il capitolo 2 tratteggia un problema bello e difficilissimo che la ri-
cerca scientifica sta affrontando: il clima e la biosfera terrestre.
Il capitolo 3 è un duro richiamo metodologico: qui non si emettono
verità assiomatiche ma si cerca di lavorare nel dominio della descri-
zione, la mappa perennemente perfezionabile.
Il capitolo 4 affronta il problema cruciale della specie umana, quello
di acquisire protesi al proprio agire.
,OFDSLWRORFHUFDGLGHILQLUHO¶HUDDJULFRODFLRqODVWRULDGHOO¶XRPR
SHUWXWWRLOWHPSRLQFXLXQSR¶SHUVDJJH]]DXQSR¶SHUFRVWUL]LRQH
seguiva le vie della Natura. La parola biosfera non esisteva ancora.
Il capitolo 6 è il più difficile da digerire. Fa vedere come la libertà
GDOODIDWLFDFRQWDGLQDqVFKLDYLWGHOO¶XRPRDOPRWRUHGLVRFFXSD]LRQH
guerra.
20 Introduzione
Il capitolo 7 afIURQWDLOWHPDGHOO¶HFRQRPLDPRWRULVWLFDLOVRPPRYL
mento europeo e nordamericano SDUWLWRQHOO¶2WWRFHQWR,OYDORUHQRQq
O¶XRPR O¶HFRQRPLD QRQ q VFLHQ]D VRFLDOH 2YYHUR OR q VWDWD SHU XQ
breve periodo iniziale che ha illuso tutti.
Il capitolo 8 cerca di GDUH GHOOH LQGLFD]LRQL SHU FDSLUH O¶DQRPDOLD
della produzione motoristica, unidirezionale e non a rete.
,OFDSLWRORSDUWHGDOO¶DQDOLVLGLXQDGLQDPLFDHFRQRPLFDFRQPR
GHOORDHOHPHQWLHPRVWUDFKHqGHVWLQDWDDOO¶HVWLQ]LRQH/DGLQDPLFD
del denaro opera su reti nazionali o multinazionali includenti molti mi-
lioni di nodi. Questo modello a 7 nodi va capito come esempio e sarebbe
ovviamente bene generalizzarlo onde applicarlo a paesi reali. Si vede
come i termini transiente e anomalo sono congiunti. Si continua con
O¶HVSRVL]LRQH GL DOFXQL IDWWL SDOHVL FKH SHUz LO SHQVLHUR FRUUHQWH QRQ
vede.
,OFDSLWRORFHUFDGLSDVVDUHGDOODGHQXQFLDGHOO¶HUURUHDOO¶LQGLFD
zione di prospettive per il futuro. Prima domanda: cosa vuol dire futuro?
Il capitolo 11 è dedicato al concetto scientifico di ciclo.
,OFDSLWRORGLFHFKHLOIXWXURF¶qHSHURUDqXQSURJHWWRGLULFHUFD
/¶XOWLPR FDSLWROR Appartenenza e Proprietà, è dedicato al lettore
che fa fatica a capire le formule e il linguaggio tecnico del testo, e desi-
dera avere una sintesi del libro espressa con un diretto riferimento ai
problemi del presente.
Capitolo I
'DGRYHYLHQHO¶HQHUJLD"
21
22 La mappa del denaro
gravità: è il tempo del moto delle galassie. Su scala più piccola, il tempo
riguarda quei complicati sistemi confinati e attivi che sono le stelle, un
gioco complesso di reazioni nucleari esotermiche tenute assieme e con-
trollate dalla gravità. La durata della vita delle stelle, la loro luminosità,
la loro massa, sono coVHFRUUHODWH6XVFDODDQFRUDSLSLFFRODF¶qOD
dinamica di molecole, atomi e nuclei e qui entra il principio di indeter-
minazione, da cui derivano le misure più precise in possesso della fisica.
/¶HVWUHPDSUHFLVLRQHGHULYDGDOIDWWRFKHODFRVWDQWHGL3ODnck, che de-
ILQLVFHO¶LQGHWHUPLQD]LRQHqODFRVDSLSLFFRODFKHVLFRQRVFD/HVWHOOH
PDFLQDQRDOORURLQWHUQRPHFFDQLVPLFRPSOLFDWLIUDFXLF¶qODSURGX
zione di nuclei pesanti, e poi con una dinamica di esplosione eiettano
tutto questo materiale. I prodotti di eiezione di varie stelle possono, in
certe circostanze, per effetto della gravità, riformare per caduta locale
la morfologia di nuove stelle dotate di corredo planetario. Nel caso par-
ticolare del sistema solare la massa dei pianeti, fatti di nuclei pesanti, è
SLFFROLVVLPDULVSHWWRDOODPDVVDGHOVROHLQFXLSUHGRPLQDO¶LGURJHQR
6H O¶HVSDQVLRQH FRVPLFD q OHQWD VL SRWUDQQR IRUPDUH QHO IXWXUR FRUSL
GRWDWLGLQXFOHLSHVDQWL6HO¶HVSDQVLRQHqYHORFHDOORUDODFRPSRVL]LRQH
percentuale cosmica resterà con predominanza di nuclei leggeri distri-
buiti in modo rarefatto e non più in grado di formare stelle per caduta
JUDYLWD]LRQDOH 1HOO¶HUD FRVPRORJLFD SUHVHQWH OD PDWHULD QHOOH VXH
forme collettive appare in varie forme che dipendono dalla quantità dei
compRQHQWLHFRQVHJXHQWHPHQWHGDOFRPSDWWDPHQWRFDXVDWRGDOO¶DWWUD
zione gravitazionale. I parametri collettivi significativi sono le variabili
termodinamiche temperatura, pressione e densità. Il valore di queste va-
riabili è determinato dalla quantità della massa in gioco e quindi dalla
forza di gravità che compatta. Per valori bassi della temperatura ci sono
atomi neutri, e la materia appare nelle forme di solido, liquido, gas. Per
valori più alti lo stato collettivo è plasma atomico, cioè nuclei, elettroni
e IRWRQL3HUYDORULDQFRUDSLDOWLF¶qLOSODVPDDGURQLFRFLRqSDUWLFHOOH
elementari sub nucleari.
/¶LQVLHPHGLWXWWLJOLRUJDQLVPLYLYHQWLODELRVIHUDqLOPD[L-orga-
nismo dotato di vita permanente, dove la parola permanente significa
GLQDPLFDFLFOLFDDOLPHQWDWDGDOO¶HQHUJLDSURYHQLHQWHGDO6ROH&LzFKH
QRQIDFLFORWHQGHSUHVWRRWDUGLDOO¶LPPRbilità.
I fotoni erogati dal Sole alimentano le reazioni fotochimiche che
creano le molecole organiche costitutive degli organismi vegetali, e da
lì parte la catena trofica degli erbivori e carnivori che formano la com-
plessa dinamica della biosfera. I singoli organismi fotosintetici, il primo
anello della catena trofica, assumono molecole inorganiche (H O e
CO GDOODGLQDPLFDGHOODVIHUDLQRUJDQLFDJOLRFHDQLHO¶DWPRVIHUDSL
fotoni di origine solare, avviene la fotosintesi, e in tal modo si nutrono;
questo è il metabolismo vegetale. Gli animali erbivori e carnivori hanno
un metabolismo basato su reazioni termochimiche. Per tutti gli organi-
smi viventi esiste una relazione fra massa (kg), energia sostenente il
metabolismo (watt) e vita media (secondi). Inoltre per tutti gli organi-
smi viventi esiste una vitalità energetica esterna, espressa in watt, è ciò
FKHFLIDGLUHFKHO¶RUJDQLVPRqYLYRRVVLDKDODIRU]DSHUQXWULUVLHSHU
interagire con la rete di tutti gli altri organismi costituenti la biosfera.
In generale si può dire che le reazioni chimiche che caratterizzano il
PHWDEROLVPRVRQRGLULGX]LRQHPHQWUHTXHOOHGHOO¶HQHUJLDHVWHUQDVRQR
di ossidazione. La chimica sa attribuire a queste categorie di reazioni
delle energie tipiche.1
1.3. Conclusione
/¶XQLYHUVRLQRUJDQLFRKDODVXDRULJLQHHVSLHJD]LRQHQHOO¶DWWRGLIRU
mazione iniziale, il cosiddetto big bang. Il mondo organico terrestre è
un fenomeno di persistenza azionato dal flusso dei fotoni solari. Quindi
bisogna partire dalla cosmologia per arrivare alla vita. La scienza oggi
FDSLVFHFLzFKHO¶LQWXL]LRQHGHOODSRHVLDDYHYDSHUFHSLWRGDVHPSUH,Q
fine compare la specie umana, che è anomala perché ha linguaggi e in-
terazioni eterogenee. Si arroga destini privilegiati senza sapere perché.
1
SERTORIO L. e RENDA E., 2UELWHHYLWDQHOO¶8QLYHUVR, Aracne Editrice, Roma 2012.
Capitolo II
2.1. Premessa
6HSUHQGLDPRXQPDSSDPRQGRWHUUHVWUHGLXQPHWURGLUDJJLRO¶(YHUHVW
sarebbe alto poco più di un millimetro, la fossa delle Marianne sarebbe
profonda meno di due millimetri, un pallone sonda stratosferico sali-
rebbe a sette millimetri. Un satellite geostazionario starebbe lì a sei me-
tri e mezzo dal centro del mappamondo, mentre un satellite GPS gire-
rebbe su un cerchio di quattro metri di raggio. Lo strato esterno sferico
sede dei moti atmosferici e oceanici, la sfera inorganica, sarebbe spesso
meno di due centimetri. Lo strato sferico occupato dagli organismi vi-
venti, la biosfera, che include uccelli in volo e pesci di profondità, sa-
rebbe spesso meno di mezzo millimetro.
Abbiamo una teoria generale dei moti fluidi sulla sfera inorganica?
Sappiamo che è una dinamica forzata dal flusso dei fotoni solari en-
tranti, che termalizzano cedendo energia alle molecole del pianeta, e
altri fotoni lasciano la Terra eiettati nel vuoto esterno in modo tale che
la temperatura media resta costante. È un sistema aperto forzato in equi-
librio dinamico. Ma poi sono troppe le cose che dovremmo sapere
prima di partire con le equazioni. Per esempio, come girerebbero i venti
HOHFRUUHQWLPDULQHVHO¶DVVHGLURWD]LRQHWHUUHVWre fosse perpendicolare
DOSLDQRGHOO¶RUELWDHODGXUDWDGHOJLRUQRIRVVHGLGRGLFLRUH"1RQFL
VDUHEEHUROHVWDJLRQLHO¶XQLWjGLWHPSRGLGRGLFLRUHVDUHEEHLOULIHUL
mento base per tutti i fenomeni inorganici. Domanda interessante, senza
risposta.
Abbiamo una teoria generale della dinamica della biosfera? In questa
strana Terra delle dodici ore non ci sarebbe nessuno degli alberi e degli
animali che conosciamo. E cosa ci sarebbe? Nessuna risposta. Restiamo
sulla Terra come essa è. I fotoni che lasciano la Terra e si indirizzano
YHUVRLO&RVPRVRQRLSRUWDWRULGHOO¶LQIRUPD]LRQHVXFLzFKHVXFFHGH
TXDJJL /¶LSRWHWLFR RVVHUYDWRUH FHUWDPHQWH ORQWDQLVVLPR YRUUHEEH
25
26 La mappa del denaro
1 Il corpo perfettamente riflettente per qualunque frequenza dei fotoni incidenti è una astrazione
teorica, non esiste in natura.
II. Sfera inorganica e biosfera 27
A B
Pianeta totalmente riflettente Pianeta rigido nero
Φ =Φ
Terra
albedo
riflessione
2 Il corpo perfettamente emittente secondo la legge di Planck per qualunque frequenza dei fotoni
è una astrazione teorica, non esiste in natura. Nella presente era cosmologica tutte le osserva-
zioni sperimentali, dalle galassie ai fiorellini, mostrano strutture, cioè morfologie dinamiche. E
WDOLPRUIRORJLHDORURYROWDVRQRIUXWWRGHOO¶HYROX]LRQHFRVPRORJLFDche intreccia gravitazione
e dinamica quantistica.
28 La mappa del denaro
Sfera inorganica
Φ = Φ + + =Φ (1)
Con riferimento alla Figura 2.2 il bilancio di flusso al contorno dato dal
OLPLWHVXSHULRUHGHOO¶DWPRVIHUDq
100 = (6 + 20 + 4) + 6 + 38 + 26
,OELODQFLRGHJOLVFDPELWHUPLFLSHUO¶DWPRVIHUDq
(16 + 4) + 14 + 6 + 24 = 64
3
Tuttavia sono state proposte delle ipotesi interessantissime nel lavoro: GORSHKOV V.G. e MA-
KARIEVA A.M. (2002), Greenhouse Effect Dependence on Atmospheric Concentrations of
Greenhouse Substances and The Nature of Climate Stability on Earth, Atmospheric Chemistry
and Physics Discussions, 2(2), 289-337.
II. Sfera inorganica e biosfera 29
Figura 2.2. La Terra come sistema aperto. I numeri che compaiono in questa
figura sono valori medi spaziali e temporali.
Bilanci di radiazione entrante e uscente dalla Terra. Le frecce nella figura si
riferiscono a fotoni. La freccia con indice 100 rappresenta la potenza dei fotoni
entranti, le altre indicano le potenze percentuali dei fotoni uscenti e i numeri
corrispondenti hanno come somma 100 perché lo schema rappresenta lo stato
stazionario.
,IRWRQLLQWHUDJLVFRQRFRQOHVLQJROHPROHFROHGHOO¶DWPRVIHUDGHJOLRFHDQLH
della crosta solida secondo le leggi della meccanica quantistica che governa
sia le interazioni in cui non sono modificati i legami molecolari sia le reazioni
fotochimiche. Nel primo caso si hanno le interazioni elastiche e le interazioni
anelastiche nelle quali varia la frequenza del fotone a cui corrisponde una va-
ULD]LRQHGHOO¶HQHUJLDFLQHWLFDGHOODPROHFROD2JQLIRWRQHDUULYDGDOORVSD]LR
esterno e riparte verso lo spazio HVWHUQR$OO¶RSSRVWROHPROHFROHUHVWDQROHJDWH
gravitazionalmente al pianeta Terra. Lo stato di moto collettivo delle molecole
forma dei cicli e i fotoni emessi sono portatori di questa informazione dinamica
che caratterizza lo stato termodinamico di non equilibrio della collettività delle
PROHFROH /¶RVVHUYD]LRQH GHL IRWRQL HPHVVL SXzSHUWDQWRIRUQLUH XQD PDSSD
punto per punto e per tutte le frequenze dei cicli dinamici delle molecole ter-
UHVWUL4XHVWRFLIDFDSLUHFKHO¶RVVHUYDWRUHSULYLOHJLDWRSHUORVtudio del clima
qO¶RVVHUYDWRUHHVWHUQR3HUTXDQWRULJXDUGDLOWUDVSRUWRWHUPLFRGHLIRWRQLQHO
gas atmosferico le molecole protagoniste sono H2 O e CO2 . Queste molecole
sono anche le protagoniste della dinamica fotosintetica della biosfera. Questa
oVVHUYD]LRQHFLIDFDSLUHFRPHPDLO¶LQWHUD]LRQHIUDODELRVIHUDHODVIHUDLQRU
ganica, pur essendo piccola in unità di potenza (la biosfera cattura lo 0,5% del
flusso solare incidente al suolo), abbia un effetto di feedback presumibilmente
importante sulla dinamica congiunta.
FONTE: OORT A.H. e PEIXOTO J.P., Physics of Climate, AIP, New York 1992.
30 La mappa del denaro
$XWRFRQVLVWHQ]D၉YLQFROR၉FRQWUROOR
(albedo)
Il flusso (albedo) non è un
dato ma dipende dalla dinamica.
CICLO
(dato) Ciclo inorganico = autoconsistente
Sfera inorganica
sono flussi di
molecole inorganiche, non dati
BIOSFERA ma dipendono dalla dinamica
fotosintesi stessa
BIOSFERA
Varie specie interagenti fra loro
'LQDPLFDGHOO¶LQVLHPHGHOOHVSHFLH
Uomo
Figura 2.3. Il comportamento della specie umana è autoconsistente?
II. Sfera inorganica e biosfera 31
4
DULBECCO R., The Design of Life, Yale University Press, New Haven 1987 (trad. it. Il progetto
della vita, Cde, Milano 1989).
SUPPAN P., Chemistry and Light, The Royal Society of Chemistry, Cambridge 1994.
II. Sfera inorganica e biosfera 33
K K K
W W W
Decay
X 1&D.6L0J36$O«
G IOXVVRGLPDVVD]XFFKHURFHOOXORVDSURWHLQH«
W = potenza meccanica esterna
C = ciclo di Calvin
K = ciclo di Krebs
EA = accettore di elettrone
EAH DFFHWWRUHOHJDWRDOO¶LGURJHQR
L = light
D = dark (cioè circa alla temperatura ≈ 300 K
= 5800 K è la temperatura spettroscopica dei fotoni diluiti entranti
Figura 2.5. Il concetto di rete non è più sufficiente, deve entrare il concetto di
morfologie complesse.
FONTE: Barriera corallina Jackson Reef, Isola di Tiran, Egitto, foto di Erika Renda.
3HUO¶LQGLYLGXRVWHOODUHHSHUO¶LQGLYLGXRRUJDQLFRYDOJRQROHOHJJLDOORmetriche.5
Dinamiche collettive
Queste immagini sono fisse ma in realtà descrivono una dinamica, che è oggetto
della:
FISICA BIOLOGIA
5
WEST G.B. e BROWN J.H., The Origin of Allometric Scaling Laws in Biology from Genomes
to Ecosystems: Towards a Quantitative Unifying Theory of Biological Structure and Organiza-
tion, Journal of Experimental Biology, 208, 2005, p. 1575.
Capitolo III
39
40 La mappa del denaro
3.1.1. Esempi
1 2 3
società società
Armi (tecnologia)
Denaro (Economia)
Politica (Stato)
Fede religiosa (Chiesa)
««
c) Realtà interna ± Mappa interattiva
Percezione di sé
Dinamica farmacologica
««
)UDODUHDOWjHODUDSSUHVHQWD]LRQHF¶qODVHPSOLILFD]LRQH
a) /D%DQFDSUHVWDGHQDURDOOD7HFQRORJLDEHOOLFDFRQO¶DXWRUL]]D
]LRQHGHOOR6WDWRHO¶DSSURYD]LRQH(opposizione) della Chiesa.
b) Lo Stato impone una data produzione civile per ricompensare la
EDQFDLQYRFDQGRO¶(WLFDUHOLJLRVD
c) «
/¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL
/¶XRPRKDXQPHWDEROLVPRDQDORJRDWXWWHOHDOWUHVSHFLHGLPDPPLIHUL
e ha una potenza esterna analoga, per quanto riguarda i valori medi.
Vedere le leggi allometriche1 che esprimono la potenza di metabolismo
in funzione della massa e la vita media in funzione della massa.
4XLILQLVFHO¶DQDORJLDIUDO¶XRPRHJOLDOWULPDPPLIHUL/DGLYHUVLWj
QDVFHFRQODPROWHSOLFLWjGHLOLQJXDJJLGHOO¶XRPROHVSHFLDOL]]D]LRQi
VRORSDU]LDOPHQWHLQWHUFRPXQLFDQWLSHUFXLO¶HVWULQVHFD]LRQHGHOODSR
tenza esterna si dirama in modi difficili da classificare a priori. Per ca-
SLUHFRPHLOIXQ]LRQDPHQWRGHOO¶XRPRVLGLVFRVWDGDOIXQ]LRQDPHQWRGL
tutti gli altri mammiferi incominciamo a descrivere le analogie.
3DUWLDPRGDOIXQ]LRQDPHQWRGHOO¶LQGLYLGXRSHUSRLSDVVDUHDOODUHWH
della società.
/¶DQDORJLD
4.2.1. Individuo
1
WEST G.B. e BROWN J.H., op. cit.
45
46 La mappa del denaro
20 40 60 80 t (anni)
Figura 4.1. Il metabolismo ( ) è potenza che si trasferisce dalla biosfera al
singolo organismo. In figura un esempio di andamento di ( ) nella vita.
H 1000
(watt)
tt)
3
=1
8 16 24 t (ore)
Figura 4.2. /¶DWWLYLWjHVWHUQD ( ) è potenza erogata dal singolo organismo. In
figura un esempio di andamento di ( ) nel giorno.
IV. /¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL 47
ÊLPSRUWDQWHFDSLUHODUHOD]LRQHIUDO¶DWWLYLWjHVWHUQDLQGLYLGXDOH e
la potenza necessaria per estrarre dalla biosfera le molecole entranti
nel metabolismo . Il lavoro di estrazione, la nutrizione, può essere va-
ULDELOLVVLPRGLSHQGHQGRGDOOHFLUFRVWDQ]HHVWHUQHFLRqGDOO¶DPELHQWH
biologico circostante. Il cibo può essere raro in certe zone e in certi mo-
PHQWLGHOO¶DQQRRSSXUHIDFLOHGDHVWUDUre, in altre zone e altri momenti
GHOO¶DQQR
Consideriamo qui il caso di individui attivi e ambiente esterno varia-
bile nello spazio e nel tempo. Per le oscillazioni temporali una strategia
qO¶LEHUQD]LRQH3HUOHRVFLOOD]LRQLVSD]LDOLXQDVWUDWHJLDqODPLgrazione.
Ê FKLDUR FKH VLD O¶LEHUQD]LRQH FKH OD PLJUD]LRQH VL IDQQR LQ JUXSSR
sono strategie nelle quali tutti i membri del gruppo fanno la stessa cosa.
/DVSHFLHXPDQDYLRODO¶DQDORJLDFRQWXWWHOHDOWUHVSHFLHGLFDUQLYRUL
perché ha strategie di comportamento molto più complesse, che impli-
cano modi di riserva e modi di trasporto su una rete interattiva scono-
sciuta a tutte le altre specie viventi, più altri modi di esercitare la po-
tenza esterna in eccesso.
NOTA sul concetto di efficienza nel mondo inorganico e nel mondo organico.
1RQWXWWDODSRWHQ]DGHOO¶DWWLYLWjHVWHUQDqXWLOL]]DWDSHUODQXWUL]LRQH,OJLXVWR
rapporto fra cibo entrante (in watt) e lavoro per ottenerlo (in watt) è caratteri-
VWLFR SHU FLDVFXQD VSHFLH YLYHQWH HG q GHWHUPLQDWR GDOO¶HTXLOLbrio dinamico
WRWDOHGHOODELRVIHUDFLRqGDOO¶LQVLHPHGLWXWWHOHVSHFLH4XHVWD³HIILFLHQ]DGL
DOLPHQWD]LRQH JOREDOH´ q XQ FRQFHWWR GL DXWRFRQVLVWHQ]D ILQDOLVWLFD EHQ GL
verso dal concetto di efficienza deterministica che la fisica sa formulare con il
linguaggio della termodinamica e della fluidodinamica. La potenza dei moti
ciclici fluidi della sfera inorganica (il clima) è sostenuta dalla potenza entrante
del flusso dei fotoni solari intercettati dalla Terra. Il rapporto potenza dei cicli
/ potenza dei IRWRQLHQWUDQWLqO¶HIILFLHQ]DLQRUJDQLFDJOREDOHGHWHUPLQLVWLFDHG
qFRPSUHQVLELOHWHRULFDPHQWH/¶HIILFLHQ]DGHJOLVFDPELGLDOLPHQWD]LRQHGHOOD
ELRVIHUD DOO¶RSSRVWR QRQ q VWDWD DQFRUD FDSLWD H QHDQFKH IRUPXODWD WHRULFD
mente. Quello che possiamo dire è FKHO¶DXPHQWRQXPHULFRGHOODVSHFLHXPDQD
JURVVRODQDPHQWHYDOXWDWRQHOO¶DUFRGLWHPSRGHJOLXOWLPLGXHPLODDQQLQRQKD
48 La mappa del denaro
ULVFRQWURQHOOHDOWUHVSHFLHGLPDPPLIHUL4XHVWDDQRPDOLDqOHJDWDDOO¶HYROX
]LRQHGHOODWHFQRORJLDHTXLQGLDOO¶DFFHVVRDOFLERFRQSRWenze additive (ve-
dere in seguito il paragrafo La specie umana anomala) che superano i vincoli
GHOODSRWHQ]DHVWHUQDLQGLYLGXDOHHGqFHUWDPHQWHXQDYLROD]LRQHGHOO¶HTXLOL
EULRFKHJRYHUQDO¶HIILFLHQ]DGLDOLPHQWD]LRQHGHOODUHWHGHOODELRVIHUD
H (t)
((watt)
tt)
(t)
1
H (t)
((watt)
tt) (̅ t) in eccesso fascia dei
valori di
1
10 20 40 60 80 t (anni)
(̅ t) in difetto
dif (̅ t) in difetto
4.2.2. Famiglia
4.2.3. Rete
/DVWUDWHJLDGLIDPLJOLDLPSOLFDSRLO¶LQWHUD]LRQHIUDIDPLJOLHLOWXWWR
LQVHULWRQHOO¶DPELHQte esterno che è il portatore di due dati fondamen-
WDOLODSUHVHQ]DGLRUJDQLVPLDFFHVVLELOLSHUO¶DOLPHQWD]LRQHGHOPHWD
bolismo, dato rappresentato da una mappa biologica, e poi la struttura
geologica del territorio, dato rappresentato da una mappa geografica.
/¶XQLRQH GHOOH GXH PDSSH GHWHUPLQD OD UHWH GHOOH LQWHUD]LRQL GL XQD
certa collettività che vive e si muove appartenendo ad un certo territo-
rio. Come saranno posizionate le famiglie, con quale densità, dove sarà
opportuno addensarsi, come sarà necessario muoversi.
Fino a questo punto abbiamo considerato le proprietà dinamiche ge-
nerali che soddisfano alle leggi di analogia fra le varie specie viventi.
2
EINSTEIN A., Il lato umano, Einaudi, Torino 1979.
IV. /¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL 51
OSSERVAZIONE. &RQ O¶DUFR VL KD FKH OD IUHFFLD DUULYD ORQWDQR H FRQ JUDQGH
YHORFLWjPDO¶HQHUJLDHURJDWDqVHPSUHTXHOODGHOOHEUDFFLDGHOO¶DUFLHUH&RQ
la falce si ottiene con un solo movimento il taglio di una certa quantità di erba
QRQIDWWLELOHDPDQROLEHUDPDO¶HQHUJLDqTXHOODGHOOHEUDFFLD&RQODFDUUXFROD
si solleva un peso ad una data altezza irraggiungibile alzando le mani ma
O¶HQHUJLDHURJDWDqTXHOODGHLPXVFROLGHOOHGXHEUDFFLD«
1. L¶arco 2. Il violino
a) Organica.
/¶RULJLQHGHOO¶HQHUJLDYLHQHGDRUJDQLVPLYL
YHQWLO¶DUDWURWUDLQDWRGDOEXHLOFDUURGDLFD
YDOOLODVOLWWDGDLFDQL,QTXHVWLFDVLO¶LQSXW
originario è il flusso dei fotoni solari che, ar-
rivato sulla Terra, ha interagito con la mate-
ria nel modo delle reazioni chimiche di foto-
sintesi. Da questo segue che la potenza addi- 3. Il cavallo
tiva organica ha dei limiti ben precisi.
52 La mappa del denaro
b) Inorganica.
Nel caso inorganico ci sono due sotto casi.
í /¶HQHUJLDYLHQHGDLFLFOLIOXLGL
I cicli della circolazione atmosferica e della
circolazione marina e fluviale. È tutta quella
parte della tecnologia che segue dal teorema
GL%HUQRXOOL,QTXHVWLFDVLO¶LQSXWRULJLQDULRq
il flusso dei fotoni solari che, arrivato sulla
Terra, ha interagito per effetto fototermico.
Dalla definizione stessa di ciclo segue che la 4. La nave
potenza additiva dei cicli ha dei limiti ben pre-
FLVL3RVVLDPRDJJLXQJHUHO¶HQHUJLDGHOOHPDUHHHTXLO¶LQSXWRUL
ginario non è elettromagnetico ma gravitazionale.
Esempi: la nave a vHODLPXOLQLDYHQWRRDFDGXWDG¶DFTXD«
í /¶HQHUJLDQRQYLHQHGDLFLFOLIOXLGL
/¶LQSXWHVWHUQRDLFLFOLSXzHVVHUHGLRULJLQHVRODUHIRWRQLHQHX
trini, oppure terrestre, le riserve fossili molecolari di antica ori-
gine organica, cioè carbone e petrolio, oppure riserve fossili nu-
cleari, di ancora più lontana origine, ossia risalenti al processo
cosmologico di formazione del sistema solare. Per quanto ri-
JXDUGDO¶LQSXWGHLIRWRQLVRODULODWHFQRORJLDQDVFHGDOODPHFFD
QLFD TXDQWLVWLFD GHOO¶HIIHWWR IRWRHOHWWULFo, il fotovoltaico. Per
TXDQWRULJXDUGDO¶LQSXWGHOOHULVHUYHWHUUHVWULODWHFQRORJLDQDVFH
dalla termodinamica e in particolare dal teorema di Carnot.
QHOFHUYHOORGHOO¶DQLPDOHQRQORVDSSLDPRPDFKHDYYHQJDXQDYDOXWD
zione e un conseguente comportamento lo vediamo. Passiamo
DOO¶XRPR6LSDUWHGDXQDDQDORJLDFRQOHDOWUHVSHFLHYLYHQWL9DOXWDUH
intuitivamente la quantità di vegetazione, per regolare le proprie forze
di sfruttamento, valutare i branchi di animali, dato di partenza per pro-
JHWWLGLGLIHVDRGLFDFFLDHLQILQHGLFRQWUROOR9DOXWDUHO¶DPPRQWDUH
GLXQ¶DOWUDFROOHWWLYLWjXPDQDFRQODTXDOHVLYLHQHLQFRQWDWWRSHUHOD
borare comportamenti di difesa, o di attacco, o di collaborazione. Più
avanti nel tempo, quando una collettività si organizza in struttura con la
relativa morfologia interna è necessario sapere il numero dei membri
che in qualche modo sono classificati in sottogruppi di appartenenza
secondo regole di comportamento sinergico. Si può pensare che questi
tipi di classificazioni avvengano con la comparsa delle prime forme di
Stato. Gli uomini passano dalle stime di quantità intuitive al passo dei
censimenti numerici. Oggi gli studiosi cercano di fare valutazioni nu-
meriche dei fenomeni avvenuti nel passato usando noQO¶RVVHUYD]LRQH
diretta, ovviamente, ma elaborando costruzioni teoriche quantitative
che ricostruiscono una struttura ipotetica partendo da dati fossili data-
bili. È permesso avere moltissimi dubbi su tali ricostruzioni. Con lo svi-
luppo della matematica, che avviene in parallelo con lo sviluppo di
strutture sociali complesse, le valutazioni demografiche incominciano
a diventare credibili, anche se ovviamente limitate a certe collettività.
Strutture statali evolute portano a valutazioni numeriche complicate e
controllabili, strutture sociali non ancora arrivate alla complessità dello
Stato non hanno registrazioni contabili. Per fissare le idee, nel Cinque-
cento avvengono sbarchi di portoghesi in America latina. Abbiamo
stime della popolazione di Lisbona abbastanza credibili, ma sulla popo-
lazione dei nativi, in parte nomadi in parte stanziali, non si sa niente. Le
navi dei colonizzatori europei trasportano schiavi neri nelle stive, allo
sbarco si sa con precisione quanti sono sopravvissuti al viaggio e sono
vendXWL0DTXDOHIRVVHODSRSROD]LRQHG¶RULJLQHQRQqXQGDWRULQWUDF
ciabile. Queste sono osservazioni elementari ma importanti per quanto
segue.
/¶DFTXLVL]LRQHGLVWUXPHQWLPRGLILFDO¶LQWHUD]LRQHIUDLPHPEULGLXQD
FROOHWWLYLWjHO¶LQWHUD]LRQHGLTXHVWDFROOHWWLYLWjFRQDOWUHGRWDWHGLVWUX
PHQWLGLYHUVLHLQILQHPRGLILFDO¶LQWHUD]LRQHGHOOHYDULHFROOHWWLYLWjFRQ
IV. /¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL 55
Figura 4.6. Grafico logaritmico della recente tendenza della popolazione mon-
diale.
FONTE: MURPHY T., The Real Population Problem, http://physics.ucsd.edu/do-
the-math/2013/09/the-real-population-problem/.
56 La mappa del denaro
Tabella 4.2. Stima della popolazione mondiale nel tempo (in milioni).
FONTE: Popolazione mondiale, Wikipedia. NOTA. Il Nord America comprende
gli stati: Canada, Stati Uniti, Groenlandia, Bermuda e Saint-Pierre e Miquelon.
L¶America Latina comprende gli stati dell'America Centrale, il Messico, i Ca-
raibi e il Sud America.
AMERICA NORD
ANNO MONDO AFRICA ASIA EUROPA OCEANIA
LATINA AMERICA
1000 310
1750 791 106 502 163 16 2 2
1800 978 107 635 203 24 7 2
1850 1262 111 809 276 38 26 2
1900 1650 133 947 408 74 82 6
1950 2519 221 1398 547 167 172 12,8
1955 2756 247 1542 575 191 187 14,3
1960 2982 277 1674 601 209 204 15,9
1965 3335 314 1899 634 250 219 17,6
1970 3692 357 2143 656 285 232 19,4
1975 4068 408 2397 675 322 243 21,5
1980 4435 469 2632 692 361 256 22,8
1985 4831 542 2887 706 401 269 24,7
1990 5263 622 3168 721 441 283 26,7
1995 5674 707 3430 727 481 299 28,9
2000 6070 796 3670 728 520 316 31,0
2005 6454 888 3917 725 558 332 32,9
2010 6972 1022 4252 732 580 351 35,6
&¶qXQDGLIIHUHQ]DVWRULFDFRQ86$H*LDSSRQHFKHIDQQRSUHYDOHQWH
PHQWH JXHUUH HVWHUQH &RQ OD FRPSDUVD GHOO¶DYLD]LRQH OD Seconda
guerra mondiale arriva a implicare continenti diversi. Altri paesi in ri-
tardo tecnologico subiscono la prevaricazione degli stati più avanzati
tecnologicamente. Queste osservazioni servono a mettere in guardia nel
discutere la correlazione fra lo sviluppo tecnologico e il parametro de-
PRJUDILFRFLRqO¶DVVHGHOWHPSR e la funzione ( ), popolazione to-
tale in funzione del tempo. Il valore globale ( ) è la somma di dati
distribuiti geograficamente e la distribuzione geografica a sua volta ha
XQDVWRULDFKHVLSXzFKLDPDUH³LQIRUPD]LRQHJHQHWLFDGHOOHSRSROD
]LRQL´8QDVHPSOLILFD]LRQHGHOODGLVtribuzione geografica è data nella
Tabella 4.2 e in Figura 4.7.
58 La mappa del denaro
Tabella 4.3. Crescita della popolazione dal 1800 al 2010. NOTA. Il valore 732
VL ULIHULVFH DOO¶(XURSD GHILQLWD GD FRQVLGHUD]LRQL VWRULFKH H JHRJUDILFKH 6H VL
SUHQGHODGHILQL]LRQHGL³(XURSDGHOO¶HXUR´LOGDWRqPLOLRQLQHO
FATTORE DI
CRESCITA
1022
AFRICA 9.5
107
4252
ASIA 6.7
635
732
EUROPA 3.6
203
AMERICA 580
24
LATINA 24
1776 Dichiarazione di Indi-
NORD AME- 351
50 pendenza
RICA 7 1787 Costituzione USA
35.6
OCEANIA 17.8
2
3
Si consiglia la lettura di CAVALLI-SFORZA L., Gènes, peuples et langues: une histoire de la
diversité humaine, Éditions Odile Jacob, Paris 1996 (trad. it. Geni, popoli e lingue, Adelphi,
Milano 1996).
60 La mappa del denaro
Prima fase: dalla fine del Settecento alla prima metà del Novecento.
La tecnologia opera su scala locale e mette in guerra mo-
narchie dotate di privilegi nazionali radicati in identità
storiche diverse.
Seconda fase: la tecnologia diventa dinamica globale e si intreccia a
movimenti monetari anche globali.
62 La mappa del denaro
1LJHULD/¶HVLVWHQ]DGHLFHQWULGLPD[LSURGX]LRQHHGLVWULEX]LRQHIDVu
che le comunità di esodati non si estinguono subito, anzi sopravvivono,
e nelle ex colonie momentaneamente crescono.
Naturalmente questa descrizione del disequilibrio legato al giganti-
smo produttivo non è una teoria assiomatica ma una osservazione feno-
menologica di processi complessi che appartengono ad una dinamica
transiente.
Sembra quindi importante indirizzare la ricerca sulla domanda: può
esistHUHXQR³VYLOXSSRWHFQRORJLFRHTXLOLEUDWR´"
Letture consigliate
KAPITZA S.P., Global Population Blow-up and After: The Demographic
Revolution and Information Society, Global Marshall Plan Initiative,
Hamburg, 2006.
SMITH T.M. e SMITH R.L., Elementi di ecologia, ed. italiana trad 8° ed.
inglese a cura di OCCHIPINTI AMBROGI A. e MARCHINI A., Pearson,
Milano 2013.
MICHELI G.A., Demografie, McGraw Hill Italia, Milano 2011.
Capitolo V
/DVSHFLHXPDQDQHOO¶HUDDJULFROD
1HOODYRURDJULFRORF¶qXQOLPLWHEHQSUHFLVRSHUODSRWHQ]DGHOVLQJROR
animale e per il numero di animali che un uomo può governare. Nelle
QDYLDYHODF¶qXQOLPLWHSHUODVXSHUILFLHGLYHODFKHXQPDULQDLRSXz
gestire e per il numero dei marinai in azione sulla nave. Il primo limite
è determinante per capire la densità di distribuzione delle famiglie sul
territorio agricolo. Il secondROLPLWHqGHWHUPLQDQWHSHUFDSLUHO¶LQWHQ
sità dei traffici navali, la grandezza dei porti e delle città marinare.
1HOO¶HUD GHOOH ULVRUVH SXUDPHQWH RUJDQLFKH R LQRUJDQLFKH FLFOLFKH
sono rispettate le condizioni di obbedienza della collettività umana al
detWDWRGHOOHOHJJLGHOODELRVIHUD1RQSHUFKpO¶XRPROHDEELDFDSLWHPD
perché è costretto. Questa costrizione ha tuttavia risultati estremamente
LQWHUHVVDQWL8QDSULPDRVVHUYD]LRQHPROWRJHQHUDOHqTXHVWD/¶XRPR
sviluppa la tecnologia di nuove protesi quasi sempre con propositi di
offesa, e usa queste protesi immediatamente nelle guerre. La storia delle
JXHUUH QRQYDOHWWD FRPH VWRULD GL LGHRORJLHqXQ¶DOWUD FRVDq QHWWD
mente storia di novità tecnologiche. Tuttavia la costrizione della Natura
pone dei limiti al fare e al costruire, limiti che si diramano in due modi.
Nelle guerre antecedenti la comparsa dei motori, la costrizione della
Natura imponeva una velocità di eccidio limitata. Nei periodi di pace la
costrizione della Natura portava a risultati di bellezza. Oggi vediamo
TXHVWLOLPLWLHVSUHVVLQHOO¶HTXLOLEULRGHOO¶DUFKLWHWWXUDHGHOO¶XUEDQLVWLFD
FKHVLqSUHVHUYDWDQHLVHFROLDWHVWLPRQLDUHO¶DUPRQLDIUDSURJHWWRUHD
OL]]D]LRQHH1DWXUD1RQVRQRPRUIRORJLHEL]]DUUHPD³LVSLUDWH´GDXQD
guida potenWHO¶DFFRUGRFRQODYLWDUHFHSLWRGDLJUDQGLDUWLVWLHDQFKH
dai robusti artigiani.
,OOLQJXDJJLRGHOO¶DUWHqPROWRSLSRWHQWHGHOOLQJXDJJLRGHOO¶HFR
QRPLD SHU GHVFULYHUHOD WUDQVL]LRQH IUD LO WHPSR GHOO¶HUD DJULFROD H LO
WHPSRGHLPRWRULO¶HUDIRVVLOH.
65
66 La mappa del denaro
/¶LQSXWFKHDOLPHQWDLOPHWDEROLVPRGHJOLHVVHULXPDQLqGDWRGDJOLRU
JDQLVPLYLYHQWLGLVWULEXLWLVXOWHUULWRULRDFXLO¶XRPRDSSDUWLHQH/¶DF
FHVVRDOO¶DOLPHQWD]LRQHQRQqVRVWHQLELOHGDSDUWHGHOVLQJRORRUJDQL
smo. La famiglia realizza la struttura elementare che alimenta gli inter-
valli temporali di infanzia e vecchiaia. Il trasferimento di potenza dalla
biosfera al metabolismo individuale dipende dal luogo e dal tempo. La
dipendenza temporale è periodica, col ritmo delle stagioni. Ritmi di-
YHUVLFKHGLSHQGRQRGDOOHVSHFLHYHJHWDOLRDQLPDOLDOOHTXDOLO¶XRPR
RQQLYRURDFFHGH3HUHVHPSLRLQXQFHUWROXRJRF¶qLOWHPSRGHOODVH
mina, nel quale la potenza esterna è messa in opera, poi un intervallo di
quiete, poi il tempo del raccolto, poi un intervallo di quiete. Ovviamente
quiete relativa perché la vita giornaliera implica attività persistente
HVSOLFLWDWDLQYDULPRGL/DSHULRGLFLWjLPSOLFDO¶DFFXPXORGHOJUDQR
GHOIRUPDJJLR/¶DFFXPXORDVXDYROWDLPSOLFDLOWrasporto, lo scam-
ELR6LDO¶DFFXPXORFKHLOWUDVSRUWRKDQQROLPLWLQDWXUDOLEHQGHILQLWL
Quale è il bacino spaziale e il ritmo temporale della comunità che inte-
ragisce nello scambio? Ci sono dei limiti per le distanze percorribili a
piedi o a cavallo, e dei limiti alle masse delle riserve (grano, vino, for-
PDJJLRILHQR«4XHVWLOLPLWLRSHUDQRVXOODIRUPD]LRQHGHOODUHWHLQ
terattiva. Qui entra la dinamica del trasporto navale. Ricordiamo che
SHUODFLYLOWjPHGLWHUUDQHDO¶DJULFROWXUDHODQDYHVRQRDVSHWWLdella di-
namica coevi. Il trasporto navale implica masse trasportate maggiori di
quanto possa fare il cavallo e aspettative o ritardi temporali corrispon-
dentemente maggiori. Lo scambio a questo punto necessita del forma-
lismo del denaro. Le banche nascono, e hanno un ruolo particolarmente
importante nelle città marinare. La nave, oltre al formalismo bancario
SRUWDFRQVpXQ¶DOWUDQRYLWjLOFRQFHWWRGLLPSLHJDWRGLSHQGHQWH/DID
miglia agricola interagisce direttamente con la Natura, che è il datore di
lavoro e di ricchezza fondamentale. Per il funzionamento della nave oc-
corre il sistema equipaggio più comandante. Il marinaio è un dipen-
dente, assoggettato ad una disciplina nominale. (Il sistema comandante
± GLSHQGHQWH GLYHQWHUj SRL XQ¶DOWUD FRVD QHO PHFFDQLVPR industriale
GHOO¶HUDGHLPRWRUL1HOO¶HUDGHLFLFOLODGLQDPLFDQDYDOHKDGHLOLPLWL
SUHFLVL/DGLQDPLFDEDQFDULDqDQFK¶HVVDGHOLPLWDWD/¶LQVLHPHGHOOH
rotte navali e dei relativi trasporti deriva dal teorema di Bernoulli e dalla
potenza esterna del marinaio, non è certo qualsivoglia. La vela inter-
FHWWDXQDFHUWDSHUFHQWXDOHGHOO¶HQHUJLDFLQHWLFDGHOYHQWRSHUILVVDUHOH
V. /DVSHFLHXPDQDQHOO¶HUDDJULFROD 67
XQSDVVRLQGLHWURULVSHWWRDOO¶HYROX]LRQHGHOODILVLFDPRGHUQD,OSHQ
siero della Chiesa è in difficoltà nel dialogo con la fisica a partire dal
tempo di Bellarmino. E la concezione di Stato non è universale, è ben
altro, basta pensare alle guerre continue fatte invocando diritti total-
mente contrastanti e rivendicati con linguaggi incompatibili.
1HOO¶HUDDJULFRODWXWWHTXHVWH contraddizioni convivono in modi non
devastanti. Ci sono guerre di religione, guerre fra stati, contraddizioni
IUDODOHJJHO¶HWLFDHOD1DWXUDPDWXWWRULHVFHDSURFHGHUHSHUFKpJOL
VWUXPHQWLGHOO¶XRPRVRQRSXUVHPSUHGRPLQDWLGDOOHIRU]HGHOOD1DWXUD.
Per fissare le idee consideriamo la conquista di Troia col cavallo di le-
JQRVLDPRQHOO¶HUDDJULFRODODEDWWDJOLDGL:DWHUORRO¶LQJUHVVRQHOO¶HUD
GHLPRWRUL+LURVKLPDLOFHQWURGHOO¶HUDGHLPRWRUL2PHURqLPPHUVR
QHOOD1DWXUDFRQ1DSROHRQHF¶qXQFHUWRUDSSRUWRIUDO¶HQHUJLDHURJDWD
GDOODSDOODGLFDQQRQHHLOODYRURGHJOLDUWLJOLHULGHOO¶RUGLQHGLFHQWR
mila. Nel caso di Truman, e Hiroshima, abbiamo la bomba che rilascia
circa 1015 joule, e il lavoro dei sette aviatori per quattro ore che equivale
a circa 105 joule. Il rapporto bomba/aviatori è di dieci miliardi, la natura
RUJDQLFDQRQF¶qSURSULRSL
/DVXSUHPD]LDGHOOD1DWXUDQHOO¶HUDDJULFRODQRQqVWDWDWHRUL]]DWD
GDLILORVRILPDVLSXzOHJJHUHQHOOHLPSURQWHFKHO¶HVLVWHQ]DXPDQDKD
lasciato sXOO¶DPELHQWH &L VRQR LPSURQWH LQRUJDQLFKH H RUJDQLFKH
1HOO¶HUDDJULFRODODVHPSOLFHFDVDHLOSDOD]]RHVSUHVVLRQHGHO SRWHUH
terreno o divino erano fatti per durare eternamente. Dato che la massa
costruita è direttamente proporzionale al lavoro muscolare umano, per
minimizzare la fatica la strategia è costruire bene creando un prodotto
che duri il più a lungo possibile. Da questo segue inoltre la non esistenza
GL FRVWUX]LRQL ULGRQGDQWL /¶DUFKHRORJLD FRQIHUPD 3DVVLDPR RUD DOOD
distribuzione della popolazione sul territorio. Se il territorio è fertile e
contiene biodiversità la popolazione può formare una città. Quanto
JUDQGH"&¶qXQOLPLWHSUHFLVRFKHYLHQHGDOWUDVSRUWRFDPSDJQD± città
e dalla varietà e intensità dei prodotti agricoli. Piccola intensità e pic-
cola biodiversità impongono città piccole e necessità di contatti con al-
tre città. Quindi la morfologia biologica interagisce strettamente con la
morfologia urbana con i relativi trasporti. La coltivazione del territorio
tende a essere stabile e la struttura della rete dei trasporti tende a essere
³LQWHOOLJHQWH´
'DWR FKH JOL LQWHUVFDPEL IUD GLYHUVH FLWWj LPSOLFDQR O¶HVLVWHQ]D GL
banche che gestiscono i ritardi, gli anticipi, gli accumuli, la grandezza
V. /DVSHFLHXPDQDQHOO¶HUDDJULFROD 69
delle banche e il loro modo di funzionare dipende dal territorio. Per fis-
sare le idee, prendiamo il medioevo e consideriamo Napoli e Amster-
dam.
Napoli, biodiversità e porto di mare. La città è molto popolosa, im-
mersa in alta biodiversità. Il traffico portuale implica banca. La gestione
del tutto implica monarchia. Amsterdam, minore biodiversità, minore
popolazione, scambi intercittadini con reti di canali navigabili; presenza
del porto atlantico con piccolo traffico nel tempo anteriore a Cristoforo
Colombo. Tutto ciò si vede e si capisce.
Conclusione. NeOO¶HUDDJULFROD5HOLJLRQH6WDWR%DQFD1DWXUDFRQ
vivono.
«LOUHGL3HUUDXOW
Gerarchia 5Hĺ3ULQFLSLĺYDVVDOOLĺFRQWDGLQL
autorità ± fiducia
Mix genetico rigido [re con re, contadino con contadino]
Energia - uomo
Spazio società
Colonie Coltivazione fa ciclo
Biosfera
Bi f ± spazio
i fisico
fi i
Veduta di Napoli nella Tavola Strozzi, dipinta fra il 1472 e il 1473. Napoli,
Museo di San Martino.
Archivio Generale delle Indie, Sevilla. Nasce nel 1785 per volere
di Re Carlo III di Spagna.
Gerarchia 5HĺEDQFKLHUH
0L[JHQHWLFRFUHVFHQWH>GDXQFRQWLQHQWHDOO¶DOWUR@
/¶HUDGHLPRWRUL
1RQVLDUULYDDOO¶HUDGHLPRWRULLPSURYYLVDPHQWH/DVWRULDGHOODWHFQR
ORJLDqOHJDWDDOO¶HYROX]LRQHGHOODFKLPLFD/RVYLOXSSRWHFQRORJLFRq
spinto quasi sempre da esigenze militari. Questa tabella è un piccolis-
simo riassunto a sostegno di questa osservazione.
Tabella 6.1. Dai primordi della termodinamica allo sviluppo dei motori endotermici.
75
76 La mappa del denaro
1° moderna corazzata
1880
G¶DOWXUD©'XLOLRª,WDOLD
Henry Bessemer
(Inghilterra)
1885
Produzione acciaio su va-
sta scala
1884-1885 Statua della Libertà
1° grattacielo Chicago
1885
(13 piani)
1887-1889 Tour Eiffel
DXWRPRELOH³PRGHUQD´
1901
K.F. Benz (Germania)
1° catena di montaggio di
una automobile. Produ- Inizia competizione
1908
zione in serie della Ford T grattacieli New York
(USA)
1913 Acciaio inox
1° carro armato su cingoli
1916
(Inghilterra)
Empire State Building
1931
(102 piani)
/¶HYROX]LRQHSDUDOOHOD*XHUUDHWHFQRORJLD
contadino
Lavoro Lavoro fabbrica
Natura marinaio Motore
(La Paloma) tutti i trasporti
assenza di progetto
presenza di progetto urbanistico
urbanistico
(UDGHOO¶HQHUJLDIRVVLOH
(VWUD]LRQH/¶XRPRHLOPRQGRLQRUJDQLFR
/¶XRPRHLOPRQGRRUJDQLFR5DSSUHVHQWD]LRQHGHOODYLWD
Gerarchia ,QGXVWULDOHĺEDQFKLHUHĺ6WDWRGDGHILQLUHGLYROWDLQ
volta
Lotta di classe perenne
Mix genetico, opera nel terzo stato borghesia, interes-
sante
c) /DJLRLDGHOO¶LQYDVLRQH
/¶,WDOLDKDXQLPSHUR
Mussolini, 9 maggio 1936.
>«@
Faccetta nera, piccola abissina,
ti porteremo a Roma, liberata
Dal sole nostro tu sarai baciata,
Sarai in Camicia Nera pure tu.
Faccetta nera
Sarai Romana
La tua bandiera
Sarà sol quella italiana!
Noi marceremo
Insieme a te
E sfileremo avanti al Duce
E avanti al Re!
>«@
Faccetta nera, 1935
d) /¶HVLWR
6.4. La transizione
$OO¶LQL]LRGHOO¶FRPSDLRQRLPRWRULHVRWHUPLFLODUHOD]LRQHXRPR
lavoro Terra incomincia a modificarsi verso la relazione uomo mac-
china Terra. Per capire cosa sta succedendo facciamo un passo indie-
WURHFRQVLGHULDPRO¶HTXD]LRQHGLbilancio per la potenza esterna indi-
viduale organica:
= +
Nei primi decenni del Novecento ci sono due fondamentali filoni della
GLQDPLFD PRWRUL]]DWD 1HJOL 6WDWL 8QLWL O¶DJULFROWXUD QHOOH VFRQILQDWH
distese del Middle West passa dal lavoro manuale dei contadini al la-
voro motorizzato: un motore sostituisce cento o mille uomini, esodo
degli agricoltori dalle campagne verso le città, Chicago si ingigantisce,
FRPSDLRQRLSULPLJUDWWDFLHOL,Q(XURSDF¶qPROWRPHQRVSD]LRSHUSHU
sona e allora parte la Prima guerra mondiale3DVVDQRSRFKLDQQLO¶HF
cesso di energia disponibile e di conseguenza la disoccupazione si
HVSULPHFRQODFULVLGHO¶FKHKDIRUPHDQDORJKHLQ86$H(XURSD
Rimedio, la militarizzazione della superproduzione. Qual è il tempo ti-
pico di progetto e messa in opera di una catena di produzione di alta
tecnologia? Circa dieci anni: ecco puntuali i Panzer di Hitler e i B29 di
Roosevelt.
(O¶XRPR"(UDFRQWDGLQRHDUWLJLDQRSHUPLOOHQQLRUDGHYHFRDELWDUH
con i motori e ha come unico dovere quello di consumare. Per i primi
DQQLDOO¶LQL]LRGHOµ900, tale transizione appare come liberazione dalla
fatica. In tutti i paesi industrializzati compaiono come per magia statue
di uomini e donne seminudi con spalle possenti e fronti altere, niente
più ritratti di giovani donne curve a filare, di uomini spossati dalla mie-
WLWXUD GHVFULWWL QHOO¶opera di Bruegel ³il vecchio´ del 1565. Giusto il
tempo di gioire e poi si possono fare dei conteggi. Alcuni numeri.
Guerra. Dai legionari di Giulio Cesare ai lanzichenecchi di Carlo V
la capacità di uccidere raddoppia. Dai lanzichenecchi alle artiglierie di
Napoleone la capacità di uccidere aumenta di un fattore cento, da Na-
poleone alla Seconda guerra mondiale F¶qXQDOWURIDWWRUHFHQWRVRQR
entrate le flotte aeronavali. Compare infine una novità, la velocità di
massacro al secondo. Dalle battaglie campali di Napoleone a Hiroshima
il numero di morti al secondo aumenta di un fattore cinquantamila. Cer-
cate e calcolate per credere.
Pace. Dalla carrozza trainata da quattro cavalli, circa cento watt al
trotto, al camion, circa trecentomila watt. Dalla casa, o il palazzo, o la
FKLHVDIDWWLGLPDWWRQLLVVDWLDPDQRFRQODFDUUXFRODDOO¶DOWH]]DGLGLHFL
o venti metri, al grattacielo fatto di travi di ferro con strutture che arri-
vano a quattrocento o ottocento metri. La popolazione umana che ac-
FHGHDOO¶DOLPHQWD]LRQH FRQO¶DXVLOLRGHLPRWRULSDVVDGDL-800 mi-
OLRQLGHOO¶HUDDJULFRODDLPLOLDUGLGLRJJL(FKHIDO¶XRPR"'DOFRQ
WDGLQRFKHFLFOLFDPHQWHIDWLFDHVLULSRVDQHOO¶DOWHUQDQ]DGHWWDWDGDOOD
dinamica della Natura fra la semina e il raccolto, si passa alla logica
84 La mappa del denaro
È cosa capita fin dai tempi più antichi che fare denaro vuol dire deloca-
lizzare. Si passa dal frutto raccolto e immediatamente mangiato, al
IUXWWRUDFFROWRDFFXPXODWRHWUDVSRUWDWRSHUO¶XVRGLTXDOFXQDOWURDO
trove. Se la raccolta e il trasporto sono pilotati con astuzia, è qui che
entra il denaro. Col trasporto per nave la delocalizzazione estende le
distanze, e i carichi, e i ritardi. Sono necessarie le banche, posizionate
nelle città dotate di porti. Ne Il mercante di Venezia Shakespeare parla
con amore del mercante Antonio, coraggioso, pieno di iniziativa, ha la
nave e la manda in giro per il mondo, e parla con disprezzo del ban-
chiere Shylock, arido e vendicativo. Insomma, economia vuol dire ini-
ziativa. La navigazione obbedisce al vento alla pioggia e al sole, la
banca invece deve obbedire alla legge dello Stato, che è necessaria per
JDUDQWLUHLOIDWWRFKHODPRQHWDG¶RURUDSSUHVHQWDLOYDORUHHORFRQVHUYD
Valore riposto in un forziere, trasferito con una lettera di cambio com-
prensibile in varie lingXH$VXDYROWDODOHJJHqULVSHWWDWDSHUO¶LQWHU
vento di due agenti: la forza militare e la persuasione religiosa. Rileg-
gere Shakespeare.
Con la comparsa delle macchine termiche la produzione e il trasporto
si svincolano dal feedback della Natura. Osserviamo che accumulo e
ritardo sono proprietà che esistono nella dinamica di tutte le specie co-
stituenti la biosfera. Nella dinamica della società umana le parole accu-
PXORHULWDUGRDVVXPRQRVLJQLILFDWLGLYHUVLFRQLOSURFHGHUHGHOO¶HYROX
zione tecnologica che modifica la estrinsecazione della vita collettiva.
Tuttavia in tutte le ere precedenti questi concetti, pur nelle loro formu-
lazioni mutevoli, erano obbedienti alle leggi della Natura. E ciò avve-
niva per costrizione, la forza non sempre benigna della Natura, non per
REEHGLHQ]D DOOH OHJJL GHOOD UHOLJLRQH GHOOR VWDWR GHOO¶HFRQRPLD 3HU
HVHPSLRO¶DFFXPXORGLFHUHDOLLQXQDFHUWD]RQDDJULFRODHUDOHJDWRDO
numero dei contadini raccoglitori e alla successiva vendita nelle zone
vicine legate da distanze percorribili a piedi o con carri trainati da ani-
mali. La generalizzazione di questi traffici su scala spaziale e temporale
SLDPSLDFRQGXFHYDDOO¶DFFXPXORPLVXUDWRLQRURHDGLVORFD]LRQLGL
valuta con grande flessibilità temporale. Il tutto però legato a un limite
quantitativo fisico.
Nel 1971 avviene il passo strano dello sganciamento del dollaro
GDOO¶RURÊSRVVLELOHFKHXQDQD]LRQHGRWDWDGLSRWHUHSDUDJRQDELOHDO
potere delle altre nazioni decida di rendere autoreferenziale la propria
86 La mappa del denaro
Può la specie umana procedere in tal modo disgiunto dalla Natura? Non
è facile cercare la risposta, perché la dinamica sociale deformata dal
GHQDUR DUWLILFLDOH q FDUDWWHUL]]DWD GDOOD IUDPPHQWD]LRQH GHOO¶LQIRUPD
]LRQH 1HOOD GLQDPLFD GHOOD ELRVIHUD OD UHWH GHOO¶LQIRUPD]LRQH IOXLVFH
dappertutto. La foglia che cade da un albero comunica col suolo, col
nuovo seme, col nuovo uccello che lo mangia, e così avanti lungo una
catena infinitamente complessa dalla quale nessun organismo vivente è
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 87
Abbiamo discussRDOFXQHSURSULHWjGHOO¶HUDGHOO¶HQHUJLDHVWUDWWDGDUL
VHUYHIRVVLOL(VLVWRQRSHUVRQHFKHFRQWLQXDQRDYHGHUHO¶HQHUJLDFRPH
un bene e sperano nel futuro nucleare di fissione o di fusione. Se na-
scono dubbi su questa strada si cerca la maniera di captare energia non
più scavando nella Terra ma lanciando pannelli in orbita terrestre e cap-
tando energia emanata dal Sole e indirizzata in raggi focalizzati su rice-
YLWRULWHUUHVWUL,QWDOPRGRO¶HFRQRPLDHQHUJLYRUDFRQWLQXHUHEEH
Due osservazioni:
Osservazione 1. Capire bene quanta energia ci vuole per estrarre
dalla sorgente energia nella forma utilizzabile da opportune macchine
LQYHQWDWHGDOO¶XRPR
Ma cosa vuol dire energia di sorgente? Bisogna identificare la sor-
JHQWHLQTXDOFKHPRGRFLRqFDSLUHGRYHF¶qHQHUgia e poi acchiapparla.
6HVLWUDWWDGHOYHQWRRFFRUUHSDVVDUHGDOO¶HQHUJLDFLQHWLFDQDWXUDOHGHO
vento al lavoro utile, cioè costruire le navi a vela (spinta di traslazione)
o i mulini a vento (spinta di rotazione). Se si tratta di combustione oc-
corre priPDHVWUDUUHLOFDUERQHRLOSHWUROLRRO¶XUDQLRGDOODWHUUDHSUH
parare il combustibile, e poi costruire i motori termici dai quali uscirà
lavoro, sempre sotto forma di spinta di traslazione o di rotazione. Con
le vele o i mulini il vento è lì pronto, ma irregolare, è dato dalla dina-
mica del clima, ed entra direttamente nel motore eolico. Con i motori
WHUPLFLF¶qXQSDVVRLQSLRFFRUUHHVWUDUUHLOFRPEXVWLELOHGDOVXRJLD
FLPHQWR HUHQGHUORSURQWRSHUO¶XVRQHO PRWRUHWHUPLFR 4XHVWR qXQ
processo energivoro, implica macchinari e passi di lavorazione che
sono in taluni casi complicatissimi. Il combustibile alla fine è usabile,
cioè è energia sotto forma di calore di combustione.
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 89
COMBUSTIBILE kJ/kg
Torba 20
Lignite 10-20
Litantrace bituminoso 24-53
Antracite 26-33
Coke 29.6
Petrolio 42
* Sono necessarie 7 ton di minerale
Uranio* 10 per produrre 1 g di combustibile
Rifiuti urbani 8 (1 g produce 68 GJ).
1RWDVXOO¶HIILFLHQ]DGHLPRWRUL
$EELDPRGHWWRFKHLOYHQWRF¶qPHQWUHO¶HVWUD]LRQHGLFRPEXVWLELOHIRVVLOHLP
plica processi tecnici complicati, perfezionabili, difficili da classificare. In-
somma cercare il vento oppure estrarre cose fossili è impresa che contiene una
SDUWHGLLQFHUWH]]D$OO¶RSSRVWRLOFRQFHWWRGLHIILFLHQ]DGHLPRWRULVLDHROLFL
che termici, fa parte delle fondazioni della fisica, cose capite e formulate teo-
ricamente già QHOO¶2WWRFHQWR/DWHRULDGHLPRWRULHROLFLSDUWHGDOWHRUHPDGL
Bernoulli, quella dei motori termici parte dal teorema di Carnot. Per i motori
eolici il valore di riferimento è la velocità del vento, per i motori termici il
valore di riferimento è la temperatura di combustione. Vento buono vuol dire
vento veloce, ma non troppo; combustibile buono vuol dire temperatura ele-
vata, ma non troppo. È intuitivo che la spinta del vento non può essere catturata
90 La mappa del denaro
= 43.2 × 10 Gj
Osservazione 2. ,SURGRWWLGLRJQLWLSRIDWWLFRQO¶LQWHUYHQWRGLHQHU
gia esterna devono essere consumati, altrimenti il concetto stesso di pro-
dotto sparisce. Quindi la società futura deve procrastinare il ruolo che
esiste oggi, quello di essere società di consumatori. Il processo produt-
tivo centralizzato va bene se il numero degli uomini con ruolo di operai
è minore del numero degli uomini con ruolo di consumatori e il flusso
di denaro uscente dai consumatori paganti supera il flusso di denaro
entrante negli operai pagati. Se i flussi fossero uguali nessuna gloria per
O¶LPSUHQGLWRUH /¶HVLWR FRPH QRWR q O¶DUULFFKLPHQWR WHPSRUDQHR GHL
capitalisti H O¶LPSRYHULPHQWR PHGLR GL WXWWR LO UHVWR /D VWUDWHJLD SHU
SUROXQJDUHO¶DUULFFKLPHQWRFHQWUDOL]]DWRqTXHOODGLLQYHQWDUHQXRvi ba-
cini di consumatori e relativi prodotti. Idea brillante in astratto, banale
QHOOD UHDOWj q PRPHQWDQHD IRUWXQD SHU O¶LPSUHQGLWRUH FUHDWLYR 3HU
esempio dalla rete ferroviaria diffusa alle linee superveloci. Dagli ospe-
dali pubblici alle cliniche private. Generalizzando la strategia si passa
DOO¶DEELJOLDPHQWRDOWULRJJHWWLGHOSLDFHUHSRLODFDVDOHSUHVWD]LRQLR
i servizi. Si continua a parlare di nuove scelte creative, ma di fatto si
vede solo il restringimento del mercato verso il bacino dei consumatori
più ricchi. Questa strategia nel passato agricolo poteva essere fanta-
VLRVDDGHJXDQGRVLDOODPXOWLIRUPLWjGLULVRUVHGHOOD1DWXUD0DRUDF¶q
GLVSHFLDOHFKHODGLQDPLFDPRWRUL]]DWDGDOO¶HQHUJLDIRVVLOHqXQDGLQD
mica unidirezionale nello spazio dei consumi, quindi priva del feedback
VWDELOL]]DQWHGHOODELRVIHUD/¶DXPHQWRGHOFRVWRGHOO¶HVWUD]LRQHGLHQHU
gia da miniera opera nella direzione di affrettare la scomparsa dei con-
sumatori medi, fenomeno che diventa visibile oggi nella fase finale
GHOO¶HUDfossile. Nella fase terminale possiamo prevedere un pinnacolo
di potere militare, affiancato alla produzione oramai senza consumo ma
con massima concentrazione di potere che si riversa nel pinnacolo ban-
cario.
6LDPRJLjQHOPRPHQWRLQFXLF¶qODSHUFH]LRQHGLHQWUDUHQHOO¶HUD
successiva.
/¶HVWLQ]LRQHGHLFRQVXPDWRULqLOLimite 2. Verrà prima il Limite 1 o
il Limite 2?
Voi mi avete fatto veder questa cosa talmente aperta e sensata, che quando il
testo di Aristotele non fusse in contrario bisognerebbe per forza confessarla
per vera.
produttore
Spazio denaro ± mappa infedele
paga + tecn
D= − − tecn
produttore Accumulo di denaro centralizzato
guadagna
Dove va? Cosa fa?
&RPHPDLQHOO¶Ottocento SRWHYDQDVFHUHTXHVWDIHGHQHOO¶HVLVWHQ]D
dei consumatori? Il riferimento era la borghesia benestante alimentata
da tre secoli di colonialismo.
A = risorsa B = uomo
q O¶HQHUJLD HURJDWD GDO PRWRUH SL O¶HQHUJLD FRQWHQXWD QHOOD
risorsa natura che viene manipolata;
qO¶HQHUJLDHURJDWDGDOO¶uomo;
qO¶HQHUJLDFKHVWDDPRQWHGHOSURGRWWR;
qO¶HQHUJLDFKHVWDDYDOOHGHOSURGRWWRGLVFDULFD;
La risposta a queste due domande cruciali sta nella astuzia della pre-
sente dinamica industriale. Si inventano prodotto e si inventano consu-
PDWRUL«fin che la va.
Si chiudono gli occhi di fronte al transito risorsa-GLVFDULFD«fin che
si potrà.
=−
1HOO¶LFRQVXPDWRULVRQRLERUJKHVL1HOSDVVDJJLRDOµODFDSD
cità produttiva motoristica fa un salto in avanti. Si pone presto il pro-
blema di trovare i consumatori.1
Nasce LQ86$SRLVLHVWHQGHDOO¶(XURSD.
3HULRGRSRVWPDU[LDQR,OFRQFHWWRGLYDORUHFUHDWRGDOO¶RSHUDLRJUD
dualmente sparisce.
/DSURGX]LRQHGHULYDQWHGDOODULVHUYDHQHUJHWLFDLQRUJDQLFDDOO¶LQL
zio appare come bonanza.
Legionario romano,
Washington DC
100 La mappa del denaro
/¶HFRQRPLDGHOµqSULYD
di urbanistica.
Assenza di rete organica alla Incrementare i trasporti.
base dei grattacieli.
$XPHQWDUHO¶LOOXPLQD]LRQHQRWWXUQD.
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 101
ZDWW
Potenza media lavoro contadino XRPR
ZDWW
Trasporto medio cavallo < 20
FDYDOOR
NJ× NP
Trasporto veliero JLRUQR
YHOLHUR = × FDYDOOR
WRQ
× RSHUDLR
Estrazione carbone JLRUQR
1 WRQ = 22 × 10 -
SURGX]LRQHIDEEULFD
= ÷
SURGX]LRQHWHUUD
WRQ
× RSHUDLR
Estrazione petrolio JLRUQR
1 WRQ = 30 × 10 -
SR]]RSHWUROLR
≥
PLQLHUDFDUERQH
102 La mappa del denaro
,OSRWHUHGHOO¶HQHUJLDIRVVLOHVLHVWULQVHFDSULQFLSDOPHQWHLQGXHFD
nali:
a) oIIHUWDGLHQHUJLDFKHVXSHUDODUJDPHQWHLOODYRURGHOO¶XRPR;
b) offerta di mezzi motorizzati con capacità di trasporto enorme,
cosa che impone la distribuzione del prodotto a ventaglio invece
che a rete.
Capacità di carico:
Barcone fluviale (chiatta) 58 TEU 1 7(8 = 33 P
(twenty-Foot Equivalent Unit)
Treno 100 vagoni 380 TEU
1 7(8 = 1 FRQWDLQHU ,62 =
Autoarticolato 1 PD[ZHLJKW 28 WRQV
Aereo supercargo 5 TEU
Eleonora Maersk 11000 Eleonora Maersk:
(Danimarca) TEU lunghezza 397 m, larghezza 56 m
Carico 11000 TEU = 132000 ton
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 103
Reti diverse vuol dire nazioni diverse. Quando la rete dei trasporti di-
venta globale il ruolo, e il potere, della banca incomincia a sovrastare
sugli Stati. Le strutture sociali nazionali ereditate dal passato decadono,
e nascono élite dotate di nuova morfologia culturale.
130.000 ton
EUROPA
BANCA
USA
La transizione dal galeone
alla nave porta-container.
Il denaro nasce dal trasporto.
ORIENTE
/¶©XRPRULFFRªqXQSURGRWWR
I consumatori sono le residue sacche
di disequilibrio economico fra reti bancario.
diverse.
,OSULPRSDVVR«
Ernest Rutherford
(1871-1937)
«HOHFRQVHJXHQ]HVRQR:
109
110 La mappa del denaro
,QDLOIRUQLWRUHGLODYRURHVWHUQRqO¶XRPR/DFRPEXVWLRQHVHUYHD
scaldare o per operazioni di metallurgia.
In b) e c) il fornitore di lavoro esterno è la macchina azionata da
motore termico.
40 milioni di schiavi
Nave cargo Eleonora Maersk 80.000 N:
rematori
100 milioni di
Portaerei Nimitz 200.000 N:
schiavi rematori
5 miliardi di schiavi
Razzo Saturno ~10 N:
volatori
2.4 × 10 joule⁄ 10 schiavi
Bomba H (1961, URSS)
forse 2 × 10 : gladiatori
7.2. ,OGHQDURQHOO¶HUDDJULFRODHQHOO¶HUDLQGXVWULDOH
1HOO¶HUDDJULFRODLOGHQDURGHVFULYHYDGHSRVLWLHVFDPELLQPDQLHUDQRQ
arbitraria. Sia gli accumuli che gli scambi erano delimitati dalle leggi
del funzionamento della biosfera e della sfera inorganica alle quali deve
essere ubbidiente la fisiologia umana.
Con la combustione dei fossili e con i relativi motori, gradualmente
scompare il dominio del vincolo fisiologico. È vero che ci sono dei li-
miti fisici alla dimensione e alla potenza dei cargo e delle portaerei, ma
LUDSSRUWLYLVWLVRSUDIUDPRWRULUD]]LHERPEHHLOPRWRUHGHOO¶XRPR
(circa 2 W) sono un buon riferimento per quantificare lo sganciamento
della macchina dal vincolo organico.
La concatenazione è la seguente. Proprietario e stato si uniscono per
finanziare la ricerca tecnologica che porterà al razzo, portaerei, ecc. Que-
sto implica la messa in azione di alcuni scienziati e un numero maggiore
di ingegneri, il tutto in azione per un certo numero di anni. Costruzione
VII. Energia, macchine, denaro 111
D (
*13 ( ) ⇄ SRWHQ]D:
DQQR DQQR
: = 100 × × PHWDEROLVPR ∼ 3î10 watt
C Finanza stravagante
E Investimenti nella
produzione civile
P S
Energia Investimenti nella
produzione militare
M
servizi
Materia
origine M
D
Discarica
Materia
ria
trasformata
S Stato, stampa denaro ($ oro) Prodotti erogati con
P Nocciolo delle organizzazioni un certo grado di varietà
produttive (contiene macchine,
servizi, progetti) Denaro versato con un
C Bacino dei consumatori certo grado di varietà
Dinamica PIL
misurata in «denaro»/anno
Guerra
Denaro Grandi imprese ECONOMIA
Bonanza
Nastro trasportatore
Uscite dei consumatori C (denaro)
P del denaro C Entrat
Entrate dei consumatori (prodotti)
QRQF¶qGLDORJR
fra «denaro» e
Cibo (metabolismo) joule
P Motori (potenza)
C Dinamica
misurata in
joule/anno
FISICA
Risorse Discarica
Discarica
Oligarchia
hia
privilegio
io uscire con ogni mezzo dal bacino dei consumatori
(1) (2)
(3) (4)
1HOO¶HUDDJULFRODLOFRQWDGLQRGLSHQGHGDOODQDWXUD1HOO¶HUDGHLPRWRUL
O¶RSHUDLRGLSHQGHGDOO¶LQGXVWULDOH/D1DWXUDRIIUHULVRUVHO¶LQGXVWULDOH
HURJDVWLSHQGLILQFKpULHVFHDYHQGHUHLOSURGRWWR/¶LQWHUD]LRQHFRQWD
dino ± natura crea il feedback regolatore della popolazione umana che
cresce lentamente. Lo stipendio nasce da condizioni tecnologiche arbi-
trarie e annulla il feedback naturale: la popolazione umana aumenta in
PDQLHUDLQFRQWUROODWD1HOO¶HUDDJULFRODO¶ROLJDUFKLDqGHILQLWDGDOSULYL
OHJLR1HOO¶HUDGHLPRWRULO¶ROLJDUFKLDqGHILQLWDGDOGHQDUR3ULYLOHJLR
e denaro non sono sinonimi.
La relazione fra macchine e produzione non è per niente semplice,
anzi sembra sia una delle cose meno capite dagli economisti.
Per produrre occorrono macchine appropriate, e per muovere le mac-
chine occorrono motori. Per azionare i motori occorre una qualche
forma di energia in ingresso, poi il motore eroga potenza nella forma
utilizzabile, ossia spinta lineare o rotatoria. Ci sono le macchine naturali
(con relative sorgenti di energia) che possono essere inorganiche e or-
JDQLFKH(SRLFLVRQROHPDFFKLQHDUWHIDWWHGDOO¶uomo.
114 La mappa del denaro
Macchine naturali:
3DVVLDPRRUDDOOHPDFFKLQHHDLPRWRULIDWWLGDOO¶XRPR
Le macchine sono inventate per compiere azioni arbitrarie, a diffe-
UHQ]DGHOOHPDFFKLQHQDWXUDOL,PRWRULGHOO¶XRPRVRQRUHODWLYDPHQWH
semplici e sono stati capiti storicamente prima dei motori naturali sia
inorganici che organici. Ricordiamo che i motori artificiali fluidodina-
PLFL OH YHOH VRQR DQWLFKLVVLPL L PRWRUL WHUPLFL ULVDOJRQR DOO¶LQL]LR
GHOO¶2WWRFHQWR,PRWRULGHO6ROHGHOFOLma e della biosfera sono capiti
a partire dal terzo decennio del Novecento.
DINAMICA FOSSILE
Gas di combustione
A
Combustibile Motore di
Carnot
macchina Scorie di
≈ 40% manufatto
Scorie di
produzione
DINAMICA DI FLUSSO
Energia
$¶ ccinetica out
Energia M
Motore
cinetica in e
eolico
macchina Scorie di
≈ 40% manufatto
Scorie di
produzione
Figura 7.5. Confronto fra il motore eolico e il motore termico.
VII. Energia, macchine, denaro 115
SURGXWWRUL
GXWWRUL FRQVXPDWRULL 1 FRQVXPDWRUL
RUL
Output Generazione
:
Sole 2 × 10 Dotazione cosmica
NJ
:
Eolico 1.7 Fotoni solari
NJ
:
Biosfera 3.75 NJ
³PDVVDVHFFD´ Fotoni solari
PHWDEROLVPR 1
Animali 10 ( RFKLVHFRQGL) Cibo
HVWHUQR 2 × 10
0
PHWDEROLVPRPRWRUHDOPLQLPR 10 [1]
Macchine termiche 1000 (RUH) energia per produrre
HVWHUQR
0 XQ¶DXWRPRELOH
20% contributo petrolio, in
Centrale nucleare
watt
4XHVWDIDVHGLPDWXULWjHGHFDGHQ]DGHOO¶HUDGHLPRWRULqSRFRFDSLWD
In conclusione il concetto astratto di produzione industriale è ingenuo.
È molto più importante capire come e con quali storie ogni macchina è
figlia di una macchina. Se si capisce questa catena si riuscirà ad analiz-
zare come si formano e come si impongono i vari processi di produ-
zione con le relative implicazioni di anomalie sociali.
Nella storia degli ultimi due secoli, in cui la comparsa dei motori
termici ha azionato strutture cumulative di macchine assistiamo al ca-
povolgimento della logica energia = benessere.
4XHVWH RVVHUYD]LRQL VSLHJDQR O¶HFcesso di produzione automobili-
VWLFDFRQO¶REEOLJRGLURWWDPD]LRQHHO¶HFFHVVRGLSURGX]LRQHHGLOHFRQ
ODSUDWLFDRUDPDLGLIIXVDGHOO¶DEEDQGRQR
Abbiamo visto che tutti gli animali usano direttamente la potenza
esterna per sostenere il proprio metabolismo. La specie umana è spe-
ciale perché usa la potenza esterna sia direttamente che indirettamente.
&RVDYXROGLUHGLUHWWDPHQWH"0DQJLDUHIDUHO¶DPRUHFRUUHUHQXR
tare. Lo fanno ricchi e poveri se sono sani e forti.
1 BERRY R.S. and FELS M.F. (1973), The Energy Cost of Automobiles, Science and Public Af-
fairs, 29(10), 11-17.
VII. Energia, macchine, denaro 117
= (1)
qODYDULD]LRQHGHOSURGRWWRQHOO¶XQLWjGLWHPSR
è il prodotto unitario detto sopra.
dice quanWDHQHUJLDFLYXROHSHUDYHUHO¶LQFUHPHQWR ; è una quan-
tità adimensionale. Qui entrano i macchinari per fare un definito
prodotto.
è la potenza erogata dai motori che muovono i macchinari. Questa
potenza può venire dal motore muscolare delO¶XRPRRGDOODFRP
bustione di riserve fossili.
118 La mappa del denaro
A. Produzione a mano.
a) Il prodotto ( ) qO¶DOLPHQWD]LRQHGHOODSRSROD]LRQHGL membri,
con costante o lentamente crescente. Nella equazione (1) si ha:
COSTRUZIONE EDILE
( ) massa prodotta (palazzo) al tempo
( )
= numero di operai
( ) gli operai passano a fare altro
1HOO¶HTXD]LRQHVLSRVVRQRDYHUHYDORULHQRUPLSHU :
( )= ∗( )+ (5)
7.5. Economia
/XLJL;,9PXRUHQHO5HJJHQWH'XFDG¶2UOHDQV
John Law banchiere, Mississipi Company, 1716
Banque Royal PDOHPLQLHUHG¶DUJHQWRQRQHVLVWRQR
1720 John Law fugge da Parigi
2008 Obama, neo eletto, autorizza la creazione di dollari dal nulla,
VDOYDQGRODPDQRYUDGHOOHEDQFKHG¶DIIDUL
2
GALBRAITH J.K., The Age of Uncertainty, Houghton Mifflin Company, Boston 1977.
124 La mappa del denaro
7.6. Cronologia
0DU[qLOILORVRIRFKHGHVFULYHO¶HUDWUDQVLWRULDGHOODWHFQRORJLDFRQ
QDWXUDWDDOO¶XVRGLHQHUJLDIRVVLOHFDUERQHHSHWUROLR0RWRULIDEEULFKH
produzione ecc. La violazione della reciprocità diventa importante.
/¶RVVHUYD]LRQH FUXFLDOH q TXHVWD motore è diverso da strumento. Lo
VWUXPHQWR q XQD DUWLFROD]LRQH GHOO¶DJLUH QDWXUDOH GHOO¶XRPR /R VWUX
PHQWRGLVWLQJXHVHSDUDPDQRQDQQXOODO¶DWWRGLFRPSUHQVLRQHPXWXD
FKHqUHFLSURFR1DWXUDOPHQWHQHOO¶HUDSUH-PRWRULF¶HUDODGLVSDULWjVR
ciale, ma era comprensibile perché visibile, dunque interattiva. Il mo-
narca e il nobile dovevano esibirsi: tornei, sfilate, duelli, cerimonie ecc.
Il nobile e il contadino dovevano vedersi reciprocamente e regolar-
mente. Da questo vedersi si realizzava il dialogo ovvero la dinamica
VRFLDOH$OO¶RSSRVWRLOGHQDURFUHDWRGDOPRWRUHHGDOOHVXHFRQVHJXHQ]H
126 La mappa del denaro
ma il pianeta Terra era molto più grande dei regni esistenti: Francia,
Austria, ecc. La proprietà della Terra fra non molto sarà globale e non
ORFDOH WXWWR SURIRQGDPHQWH GLYHUVR 6H HVSDQGL O¶DUHD GHOOD )UDQFLD
DYUDL XQ FRQILQH IUDQFHVH FKLXVR FKH VDUj SL OXQJR 6H O¶DUHD GHOOD
Francia diventa quella di tutta la Terra il confine finale sarà zero, si
WRUQDVXVpVWHVVL&¶qSRFRGDIDUHqODWRSRORJLDVIHULFD
A questo punto il concetto di economia come mappa dovrà essere
capito perché la dinamica della specie umana sarà non più dominata da
un tipo di logica locale ma da una logica legata alla topologia sferica
ossia, in altre parole, cosmocentrica. Il denaro ± proprietà se è derivato
dal petrolio è invisibile; il denaro ± proprietà legato al possesso della
Terra torna a essere visibile, ma certamente non si tornerà alle caste del
passato che erano connaturate alla località.
/DPDSSDGHOGHQDUR
ULJLGRDOPRELOHHORVWUXPHQWRPDWHPDWLFRDGDWWRQRQqSLO¶DOJHEUD
PDODJHRPHWULDIUDWWDOHDIIDVFLQDQWHHFRPSOLFDWD
,QELRORJLDLFRQFHWWLGLUHWHVWUXWWXUDPRUIRORJLDGLYHQWDQRVHPSUH
SLFRPSOHVVL$OODJUDQGHIDWLFDGHOFDSLUHFLVSLQJHLOIDVFLQRLUUHVL
VWLELOHGHOOD1DWXUDFKHqDSSXQWRLQILQLWDPHQWHFRPSOHVVD
8QRUJDQLVPRYLYHQWHqXQDUHWHSHQVLDPRDOVLVWHPDFDUGLRYDVFR
ODUHRDOVLVWHPDFHUYHOOR1RQEDVWDSDUODUHGLDWRPLHGHOOHORURLQWH
UD]LRQL*OLHOHPHQWLVRQRPDFURPROHFROHRUJDQLFKHHOHORURLQWHUD
]LRQLSDVVDQRDWWUDYHUVRVRWWRVWUXWWXUHFHOOXODULDORURYROWDLQWHUDJHQWL
SHUIRUPDUHXOWHULRULVWUXWWXUHLQWHUQHDOO¶RUJDQLVPRHLQILQHLOORURLQ
VLHPHIRUPDO¶RUJDQLVPRFRQODVXDSURSULDPRUIRORJLD/HPRUIRORJLH
GHJOLRUJDQLVPLVRQRLQILQLWHDQFKHVHKDVHQVRSDUODUHGLOHJJLGLDQD
ORJLD
8QLQVLHPHGLRUJDQLVPLYLYHQWLqXQDUHWHODUHWHFKHRFFXSDLOGR
PLQLRGHOODELRVIHUDODTXDOHDVXDYROWDqSRVL]LRQDWDVXOODFRUWHFFLD
VIHULFDWHUUHVWUHFKHqVRWWLOHHLQILQLWDPHQWHLUUHJRODUH/DFURVWDWHUUH
VWUHQRQKDQHVVXQHOHPHQWRULSHWXWR4XLDIIURQWLDPRODFRPSOHVVLWj
PDVVLPDFKHVLDPDLVWDWDFRQFHSLWD GDOOD PHQWH GHOO¶XRPR 6H GDOOD
ILQHVWUDGLFDVDJXDUGLDPRTXHOO¶DOEHURFKHGDWDQWLDQQLOHQWDPHQWHFUH
VFHHVDSSLDPRFKHKDELVRJQRG¶DFTXDGLVROHFKHODVFLDFDGHUHOH
IRJOLHSRLOHIDULFUHVFHUHDEELDPRXQDYLVLRQHGLXQDFRVDFRPSOHVVD
FKHFUHGLDPRGLFDSLUHFRQODQRVWUDVLPSDWLDHQRQVDSUHPPRPDLUL
SRUWDUODQHOODPHPRULDGLJLWDOHGLXQFRPSXWHUSHUSRLIDUODULFRPSDULUH
DFRPDQGR/¶DOEHURHVLVWHSHULIDWWLVXRL6HSRLFLVSRVWLDPRYHGLDPR
DOWULDOEHULHDQLPDOL7XWWL"1HDQFKHORQWDQDPHQWH/¶RVVHUYD]LRQHVD
WHOOLWDUHSLSRWHQWHSRWUjIRWRJUDIDUHHPHPRUL]]DUHXQDSDUWHGHOODELR
VIHUD3HUJUDQGHFKHVLDODULVROX]LRQHGHOO¶RVVHUYD]LRQHHODPHPRULD
GLJLWDOHFRUULVSRQGHQWHFKHODVFLDPRDLVRJQLGHOFUHDWRUHGLFRPSXWHU
qVDJJLRGLUHFKHODFRPSOHVVLWjGHOODELRVIHUDqLPPHQVDPHQWHVXSH
ULRUHDFLzFKHXQFRPSXWHUSXzULSURGXUUH(OHLQWHUD]LRQL"6RQRIUD
YLFLQLRDQFKHIUDORQWDQL"(QWUDPEHOHFRVH8QDFHUWDPROHFRODGLଶ
IUDOHWDQWHUHVSLUDWHGDOPLRDOEHURYLDJJLDFRQOHFRUUHQWLDWPRVIHULFKH
HYDQHOODGLQDPLFDUHVSLUDWRULDGLXQDOWURDOEHURLQ$XVWUDOLD3RVVL
ELOH"&HUWR1RQVRVHJXLUHSHUVRQDOPHQWH TXHOOD VLQJROD PROHFROD H
GLUHFRPHHTXDQGRDUULYHUjPDVR FKH LQHVRUDELOPHQWH IDUj SURSULR
FRVuDQFKHVHPLVWDQFKHUzGLSHQVDUFL
(VHWXWWHTXHVWHLQWHUD]LRQLQRQIDQQRFLFORODELRVIHUDPXRUH/D
FDPHOLDGHOPLRJLDUGLQRODPLDJDWWDPRULUDQQRHFRVuFDSLWHUjDFLD
VFXQRGLQRLSHUzYHGLDPRLQWRUQRDQRLYLWDSHUHQQH&RPHDYYHQJRQR
9,,,Il concetto di rete
JOL LQWHUVFDPEL DOO¶LQWHUQR GHOOD ELRVIHUD WDOH FKH QRQ q VXFFHVVR FKH
YHQLVVH DOPRQGR XQ VROR RUJDQLVPR XQ VROR DOEHUR RSSXUH XQ VROR
HOHIDQWHRVVLDXQHYHQWRQRQSHUHQQH",OVRORGLUHTXHVWRFLIDVRUULGHUH
qFRVDLQVHQVDWD*LjLO'LRGHOOD%LEELDGRSRDYHUIDWWR$GDPRKD
ULSHQVDWRHGHFLVRFKHHUDPHJOLRWLUDFLIXRULDQFKH(YD$OORUDLQYHULWj
FRVDqVXFFHVVRHVXFFHGH"/DUHDOWjVFRQILQDWDVLRUJDQL]]DQHOPRGR
JLXVWRTXHOORFKHYHGLDPRFHUFKLDPRGLLQWXLUHHFRQJUDQGHIDWLFD
FHUFKLDPRGLGHVFULYHUHVFLHQWLILFDPHQWH
/DFRQFOXVLRQHGLTXHVWHRVVHUYD]LRQLqODVHJXHQWH$WWHQ]LRQHDOOH
VSLHJD]LRQLDVVLRPDWLFKHSDUWLGDTXLHGDOLHVWDVLFXURFKHVSLHJKL
WXWWRÊEHQFRVuFKH&RORPERSHQVDYDGLDUULYDUHLQ&LQDYLDPDUHHL
ILORVRILSHULSDWHWLFLIDFHYDQRSDUWLUHLQHUYLGDOFXRUH,OFRQFHWWRGLUHWH
qEHOORIRQGDPHQWDOHHGLIILFLOH
/HPROWHVSHFLH
/DYLWDVXOOD7HUUDqUHDOL]]DWDGDXQDPROWLWXGLQHGLVSHFLH6RQRWDQ
WLVVLPHQHVVXQRVDGLUHTXDQWH3HUFKpqLPSRUWDQWHODVXGGLYLVLRQHLQ
VSHFLHGLYHUVH"&LVRQRGXHRVVHUYD]LRQLFKHDLXWDQR/DYLWDGHLVLQJROL
RUJDQLVPLQRQ qIDFLOH(VVLGHYRQRQXWULUVLH FRHVLVWHUH QHO FRQWHVWR
GHOOHFRQGL]LRQLILVLFKHGHOODVIHUDLQRUJDQLFD/HVSHFLHYHJHWDOLVLQX
WURQRGLIRWRQLVRODULOHVSHFLHHUELYRUHVLQXWURQRGLYHJHWDOLHOHFDU
QLYRUHGLHUELYRUL4XHVWDFDWHQDWURILFDqFRPSUHQVLELOHSHUYLUWGHOOD
PHFFDQLFDTXDQWLVWLFDFKHFLIDFDSLUHOHSURSULHWjGHOOHLQWHUD]LRQLLQ
WHUPROHFRODULVLDSHUPROHFROHLQRUJDQLFKHFKHSHUPROHFROHRUJDQLFKH
&LVRQRUHD]LRQLIRWRFKLPLFKHHUHD]LRQLWHUPRFKLPLFKHFKHPHVVHLQ
ILOD GDQQR UDJLRQH GHOOD FDWHQD WURILFD GHWWD SULPD 2UJDQLVPL FKH VL
QXWURQRGLUHD]LRQLQXFOHDULQRQFLVRQRHVLFDSLVFHSHUFKpRUJDQLVPL
FKHVLQXWURQRGLQHXWULQLQRQFLVRQRHQHDQFKHRUJDQLVPLFKHVLQX
WURQRGLUDJJLFRVPLFL/DPROWLWXGLQHGLVSHFLHYHJHWDOLqQHFHVVDULD
SHUDGDWWDUHJOLRUJDQLVPLYHJHWDOLDLULWPLGHOIOXVVRVRODUHFKHqJLRU
QDOLHURHVWDJLRQDOHLQROWUHVXFFHGHFKHHVVHQGROD7HUUDVIHULFDOHFRQ
GL]LRQLGLIOXVVRVRODUHGLSHQGDQRGDTXHVWDPRUIRORJLD5LVXOWDDFFHW
WDELOHODFDUDWWHULVWLFDGHOOHVSHFLHYHJHWDOLGLHVVHUHWDQWLVVLPHPROWL
PLOLRQL"/HVSHFLHHUELYRUHVRQRLQQXPHURPLQRUHTXDQWH"HDQFKH
TXHVWR VL SXz DFFHWWDUH /D ORUR HVLVWHQ]D q IDFLOLWDWD GDO ORUR WLSR GL
QXWULPHQWRLYHJHWDOLLQIDWWLKDQQRJLjIDWWRLOORURVIRU]RSHUHVLVWHUH
/DPDSSDGHOGHQDUR
DQFKHDYDQWDJJLRGHJOLHUELYRUL,QILQHLFDUQLYRULVRQRDQFRUSLIDFL
OLWDWLHGqDFFHWWDELOHO¶RVVHUYD]LRQHFKHLOQXPHURGHOOHORURVSHFLHVLD
DQFRUDPLQRUH
$OO¶LQWHUQRGLXQDVLQJRODVSHFLHFLVRQRTXHVWHLPSRUWDQWLSURSULHWj
a) FLVLDFFRSSLDIUDPHPEUL
b) FLVLQXWUHLQPRGRVLPLOHVLPLOHqGHILQLWRGDOODFKLPLFDRUJD
QLFD
c) FLVLDJLWDLQPRGLDQDORJKLDQDORJRqGHILQLWRGDOOHDUWLFROD]LRQL
GHOFRPSRUWDPHQWR
(DUULYLDPRDOODVSHFLHXPDQD(VVDKDDVSHWWLFRQGLYLVLFRQOHDOWUH
VSHFLHRQQLYRUHSHUTXDQWRULJXDUGDODFKLPLFDGHOODQXWUL]LRQHHSDU
]LDOPHQWHFRQGLYLVLSHUTXDQWRULJXDUGDO¶DJLWDUVL&ROOHJDWRDOODQXWUL
]LRQHF¶qO¶LPSRUWDQWLVVLPRPHFFDQLVPRGHOODSURFUHD]LRQH,QDWWHVD
GHLEDPELQLFUHDWLGDOFRPSXWHUILQRDGRUDODSURFUHD]LRQHXPDQDq
LGHQWLFDDOODSURFUHD]LRQHGHJOLDOWULPDPPLIHUL&¶qFKLQHqIHOLFHF¶q
FKLVRJQDTXDOFRVDGLPHJOLRSHUHVHPSLRQHOODIXWXUD³YLWD´H[WUDRU
JDQLFDVX0DUWH,QILQHQHOVHWWRUH³DJLWDUVL´ODVSHFLHXPDQDVLDOORQ
WDQDIRUWHPHQWHGDWXWWHOHDOWUHVSHFLHYLYHQWL1HDEELDPRSDUODWRQHO
&DSLWRORL’uomo i linguaggi e le protesi
6ROLGDULHWjHPDILD
'DOODPDVVLPDJHQHUDOLWjGHOODELRVIHUDHGDOOHFDUDWWHULVWLFKHJHQHUDOL
GHOODVSHFLHXPDQDSDVVLDPRDJOLHYHQWLGHOODVRFLHWjXPDQD/DIRJOLD
FKHFDGHGDOO¶DOEHURHSRLDOVXRORVLWUDVIRUPDLQDOLPHQWRSHUOHUDGLFL
PDIRUVHDQFKHLQFLERSHUXQHUELYRURVHJXHXQSURJHWWRGLORJLFDVX
SHULRUH/¶XRPRSDUODDOYLFLQRHDVFROWDSHUFDVRRSHUFRVWUL]LRQHFRQ
ODYRFHRPDJDULFRQODPDLO6HJXHXQDORJLFDVXSHULRUH",QSDUWHVu
TXDQGRLQWXLWLYDPHQWHVLFRPSRUWDEHQHLQSDUWHQRTXDQGRFRVFLHQWH
PHQWHVLFRPSRUWDPDOH8QXRPRDWWLYRHFRPSHWHQWHFRQRVFHXQDOWUR
DQFKHDWWLYRHFRPSHWHQWHHUDFFRPDQGDTXHVWDFRQRVFHQ]DDGXQWHU]R
DJHQGRVXOODUHWHGHJOLVFDPELGLLQIRUPD]LRQHqODUHWHGHOODVROLGD
ULHWj4XHVWDUHWHqEHQHILFDqILJOLDGHOODORJLFDVXSHULRUH8QXRPR
DWWLYRHGHFLVRFRQRVFHXQDOWURXRPRDWWLYRHPHQRGHFLVRHQRQWUD
VPHWWHLQWHOOLJHQ]DPDXQPHVVDJJLRGLLPSRVL]LRQH4XHVWDUHWHQRQ
9,,,Il concetto di rete
qEHQHILFD,QTXDOHPRPHQWRHLQFKHPRGRORVFDPELRGLLQIRUPD
]LRQHEHQHILFRVLVHSDUDGDOORVFDPELRQRQEHQHILFR"2VVHUYLDPRFKH
IUDWXWWHOHVSHFLHGLFDUQLYRULHVLVWRQRQRQVRORIRUPHGLLQWHUVFDPELR
WUDQTXLOORPDDQFKHPDQRYUHGLSUHYDULFD]LRQH,QTXHVWRVHFRQGRWLSR
GLHVWULQVHFD]LRQHGHOO¶DWWLYLWjHVWHUQDDJLVFRQRGHOOHPRWLYD]LRQLPL
UDWHDOODVDOYH]]DGHOODVSHFLH7XWWHOHVSHFLHYLYHQWLKDQQRPRUIRORJLH
GLROLJDUFKLDGDOOHDSLDLFRFFRGULOOL6RQRPRUIRORJLHGLQDPLFKHFKH
FRQQHWWRQRQHOPRGRPLJOLRUHOHDUWLFROD]LRQLGHOO¶DJLUHGHOO¶LQGLYLGXR
DOO¶DPELHQWHHODERUDQGRXQDUHWHRWWLPDOH,OFRQFHWWRGLUHWHRWWLPDOH
SHUO¶XRPRQRQF¶q3HUFDSLUHTXHVWDDVVHU]LRQHqQHFHVVDULRULFRUUHUH
DOOD SHFXOLDUH PDQLHUD GL HYROYHUVL GHOO¶XRPR 7HPD JLJDQWH FKH DI
IURQWLDPRFRQXQHVHPSLRFKHVHPEUDSLFFRORPDKDYDOLGLWjJHQHUDOH
*OL ³XRPLQL G¶RQRUH´ DQWLFDPHQWH JHVWLYDQR LO VLVWHPD GL FROWLYD
]LRQHGHJOLDJUXPHWL2FFRUUHYDFRQRVFHUHPROWREHQHODUHWHGHLFDQDOL
GLLUULJD]LRQHODPROWLWXGLQHGHLWHPSLHGHLSDVVDJJLSHULIOXVVLG¶DF
TXDHSRLSHUODJHVWLRQHGHOOHRSHUD]LRQLGLUDFFROWR5HWHYLUWXRVD&RQ
ODFRPSDUVDGHOODPRWRUL]]D]LRQHGHOO¶LQGXVWULDGHOIHUURFHPHQWRFRVD
qFKHIOXLVFH"8QDPDVVDHQRUPHGLPDWHULDOHHVWUDWWRHSDU]LDOPHQWH
ODYRUDWRQRQGDOOD1DWXUDYLYDHGDOODPDQRGHOO¶XRPRPDGDOODFRP
ELQD]LRQHPLQLHUDPRWRUH4XHVWRPDWHULDOHGHYHHVVHUHFRPSUDWRSRU
WDWRLQGLYHUVHORFD]LRQLHDVVHPEODWRLQTXDOFRVDFKHVHPEULXWLOHRFKH
YHQJDLPSRVWRFRPHQHFHVVDULR2FFRUUHDXWRULWjSHUIDUHDQGDUHDYDQWL
TXHVWRSURFHVVRFKHVLSURSDJDVXOWHUULWRULR4XHVWRqXQDGHJOLDVSHWWL
GHOODPDILDFDWWLYDDVVRFLDWDDOERRPGHOO¶HGLOL]LD,QVRPPDFLzFKHQRL
LQ,WDOLDFKLDPLDPRPDILDqXQIHQRPHQRJHQHUDOHqXQDPLVFHODFUHD
WLYD GL FRQRVFHQ]D WHUULWRULDOH EXURFUDWLFD H GL YRFD]LRQH DXWRULWDULD
1HOOHFRQGL]LRQLLQFXLOD1DWXUDFRPDQGDWDOHJHVWLRQHXEELGLVFHDOOD
ORJLFDVXSHULRUHHSXzHVVHUHFRVDYLUWXRVD1HOOHFRQGL]LRQLLQFXLOD
1DWXUDqYLRODWDGDLPRWRULWDOHJHVWLRQHWUDYDOLFDHGqFRVDYL]LRVD
,PRWRULHODJLRVWUD
/DSRSROD]LRQHWHUUHVWUHqJLjFUHVFLXWDGLXQIDWWRUHGLHFLFRQODFRP
SDUVDGHOODPRWRUL]]D]LRQHDGDWWDQGRVLDOIDWWRFKHODFROWLYD]LRQHHOD
UDFFROWDGHOFLERqIDWWDGDLPRWRULVWUDSRWHQWLHQRQSLGDOODIDWLFDGHL
FRQWDGLQLFKHFUHDYDGHLOLPLWLQDWXUDOLDOUDSSRUWRXRPRDUHDFROWLYDWD
0DSRLLIRWRQLGHOODIRWRVLQWHVLVRQRVHPSUHTXHOOL*OLDELWDQWLGHFX
SOLFDWLKDQQRDYXWRELVRJQRGLFDVHHFFROHFLWWjFKHLQSRFKLGHFHQQL
/DPDSSDGHOGHQDUR
DUULYDQRDVXSHUDUHLGLHFLPLOLRQLGLDELWDQWLFKHWDORUDRVSLWDQRFLz
FKHWUHVHFROLIDHUDODSRSROD]LRQHGLXQDLQWHUDQD]LRQHFUHVFLXWDLQ
PROWLVHFROLGLHYROX]LRQH/HQWH]]DFKHIXULFFDGLEHOOH]]HFKHRJJL
HUHGLWLDPRVHQ]DPHULWRHJXDUGLDPRFRQQRVWDOJLD
$TXHVWRSXQWRODUHWHqGLYHQWDWDFHUWDPHQWHYL]LRVD5HDOL]]DWRLO
VXUSOXVGLFLERHGLFDVHHGLWUHQLHGLQDYLVLSXQWDDOO¶HVLWRGLXQXQLFR
EDQFKLHUHFKHVLHGHVXOO¶DVVHGHOURWRUHGLXQDJLRVWUDFKHULPHVFRODL
IXWXUL GLHFL PLOLDUGL GL FUHDWXUH XPDQH VRWWR OR VJXDUGR YLJLOH
GHOO¶XRPRG¶RQRUHSULPDGLJHWWDUOHYLDYHUVRXQHVRGRFKHORVSD]LR
GHOOD7HUUDQRQUHFHSLVFHSL4XHVWRQRQYDG¶DFFRUGRFRQODELRVIHUD
SHUHQQH1RQqSLXQDUHWHYLWDOH,QVRPPDFRPHqQDWDODUHWHYL]LRVD
FLWDWDLQTXHVWDVWRULD"&RQODFRPSDUVDGHLPRWRUL$OORUDODWHUPRGL
QDPLFDKDODFROSDGLWXWWR"1RODVFLHQ]DqEHOOLVVLPDLQFOXVDODILVLFD
QXFOHDUH0D+LURVKLPDQR'DJOLDJUXPHWLDPDWLHEHQFROWLYDWLGHOOD
0DJQD*UHFLDDOODIDPRVDGHFLVLRQHGHOSUHVLGHQWHDPHULFDQR7UXPDQ
QHOGLDQQXOODUHGXHFLWWj3HUFDSLUHFRV¶qODWHFQRORJLDORVFRQWUR
FDRWLFRIUDGHQDURFRQRVFHQ]DHWLFD
/D7HUUDSLRPHQRJUDQGH
ÊXQDGRPDQGDLQWHOOLJHQWHSHQVDUHDGXQD7HUUDDELWDWDGLHFLRFHQWR
YROWHSLJUDQGHRSLSLFFROD"6HOD7HUUDIRVVHGLHFLYROWHSLJUDQGH
D SDULWj GL FRPSRVL]LRQH FKLPLFD DYUHEEH XQD PDVVD GLHFL YROWH SL
JUDQGHHXQDDFFHOHUD]LRQHGLJUDYLWjFRUULVSRQGHQWHPHQWHSLJUDQGH
7DOLFRQGL]LRQLGLIRU]HHVWHUQHDJHQWLVXJOLRUJDQLVPLYLYHQWLVDUHEEHUR
LQFRPSDWLELOLFRQOHVWUXWWXUHRUJDQLFKHFRPSOHVVHFKHODFKLPLFDRUJD
QLFD FL ID FRQRVFHUH Ê XQ VRJQR LO SHQVDUH DG XQD FKLPLFD RUJDQLFD
GLYHUVDGDTXHOODFKHFRQRVFLDPRHTXLQGLDWDOH³JUDQGH7HUUD´6WHVVD
RVVHUYD]LRQHSHUOD7HUUDPROWRSLFFROD1HVHJXHFKHO¶HTXLOLEULRGL
QDPLFRGHOOHVSHFLHYLYHQWLFKHRFFXSDQRODELRVIHUDWHUUHVWUHQRQqXQD
DYYHQWXUDFKHQDVFHDFDVDFFLRPDqXQDSURSULHWjSURIRQGDPHQWHUD
GLFDWDQHOODQDVFLWDGHOVLVWHPDVRODUHFLRqqUDGLFDWDQHOODVWRULDGHOOD
FRVPRORJLD
9,,,Il concetto di rete
6SHFLHRQQLYRUHघHOHPHQWL
8.6.1. Metabolismo dell’individuo di massa ݉
/¶LQGLYLGXR PDQJLD PROHFROH FKH UDFFRJOLH GDO SURSULR HVWHUQR FLRq
GDOODELRVIHUD/HUHD]LRQLPROHFRODULRUJDQLFKHSURGXFRQRXQDSRWHQ]D
߮LQZDWW
ఝ ௐ
2UGLQHGLJUDQGH]]DGHOODGHQVLWjGLSRWHQ]D ͳ
OHJJHDOORPHWULFD
/HPROHFROHHQWUDQWLFRQLOFLERVRQRGLYHUVHGDOOHPROHFROHXVFHQWL
FRQO¶HYDFXD]LRQH1HOORVWDWRQRUPDOHOD PDVVD HQWUDQWHXJXDJOLD OD
PDVVDXVFHQWH
8.6.2. Metabolismo della rete, o collettività posta nel territorio
/DSRWHQ]DWRWDOHq߶ ൌ ࣨ߮GRYHࣨqLOQXPHURGHJOLLQGLYLGXL
3HUࣨILVVRODPDVVDWRWDOHGLPROHFROHHQWUDQWLXJXDJOLDODPDVVD
WRWDOHXVFHQWH
/DPDVVDVLFRQVHUYDPDOHPROHFROHVRQRGLYHUVH
&RPHDYYLHQHODSHUHQQHULFRVWUX]LRQHQHOOHPROHFROHRUJDQLFKHHQ
WUDQWL"
4XHVWRDYYLHQHVRORJOREDOPHQWHFLRqSHUODELRVIHUDQRQSHUO¶LQ
GLYLGXR/DGLQDPLFDGHOODELRVIHUDqDFFRSSLDWDDOODVIHUDLQRUJDQLFDH
WDOHELQRPLRIDFLFOR
/DSRWHQ]DFKHVRVWLHQHTXHVWRFLFORqVRVWHQXWDGDOO¶LQWHUIDFFLDIR
WRVLQWHWLFD
)RWRQLVRODULńPROHFROHLQRUJDQLFKHGLHYDFXD]LRQHVRQRWUDVIRU
PDWHLQPROHFROHRUJDQLFKHYLYHQWL
8.6.3. Potenza esterna individuale
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ൌ ܿ߮ ܿ TXHVWRqXQRUGLQHGLJUDQGH]]D
ହ
ଵ ௐ
'HQVLWjGLSRWHQ]DHVWHUQD OHJJHDOORPHWULFD
ହ
/DSRWHQ]DGHOODUHWHqܲ௧௧ ൌ ࣨ
/DPDSSDGHOGHQDUR
02',&2//(77,9,7¬ 02',$0%,(17(
/¶LQWHUD]LRQHUHFLSURFDIRQGD /¶D]LRQHQRQUHFLSURFDIRQGD
PHQWDOHq PHQWDOHq
DFFRSSLDPHQWR±SURFUHD]LRQH DOLPHQWD]LRQH±FDFFLD
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4XHVWLGXHPRGLVRQRRPRJHQHLGHQWURRJQLVSHFLHHFFHWWRO¶XRPR
6SHFLHXPDQDघHOHPHQWL
ɔ ͷͲݐݐܽݓ
ݐݐܽݓͳ
3HUODVSHFLHXPDQDFRPSDLRQRLPRGLHWHURJHQHLGLIILFLOLGDFODV
VLILFDUH
02',&2//(77,9,7¬ 02',$0%,(17(
PRWRUL
9DULWLSLGLSUHVWD]LRQL
SRVVRQRHVVHUHRPRJHQHHR 5LVRUVH 'LVFDULFD
GLVRPRJHQHH
9DULWLSLGLSURGRWWL
ௗ௧௧ ൌ ͳͲଷ ൊ ͳͲ
8.7.1. Entra il denaro
$OOHSUHVWD]LRQLSXzFRUULVSRQGHUHXQWUDVIHULPHQWRGLGHQDURRSSXUHQR
RPRJHQHLWjQLHQWHGHQDUR
,QWHUD]LRQH݅ǡ ݆DFRSSLH൜
HWHURJHQHLWjGHQDUR
Ȁ
,QWHUD]LRQH݅ǡ ݊GDDPROWL൜
Ȁ
9,,,Il concetto di rete
/HSURGX]LRQLVRQRVHPSUHQRQUHFLSURFKH,QFHUWLFDVLFRPSDUHLO
EDUDWWR
3HUFKpXQSURGRWWRFUHDWRFRQPRWRULDOLPHQWDWLGDHQHUJLDIRVVLOH
GLVWUXJJHODUHWHGHOOHSUHVWD]LRQL"
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WRQ FHPHQWR ͳͲଽ ܬ
SUH]]RWRQ DXWRPRELOH ͳͲସ ̀
SUH]]RWRQ FHPHQWR ͳͲଶ ̀
ܬ
5DSSRUWR DXWRPRELOH ͳͲ
̀
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GHQDUR ሺʹሻ FHPHQWR ͳͲ
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5DSSRUWR DXWRPRELOH GLSHQGHQWH՜
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ଵయ ௧
FHPHQWR GLSHQGHQWH՜
(QHUJLDHURJDWDGDXRPRLQDQQR
ܧ௨ ൌ ͳ ൈ ͵ͷ ൈ ʹͶ ൈ ͵ͲͲ ൌ ͵ ൈ ͳͲ ܬ
ͳͲଵଶ ସ
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/HHTXD]LRQLPRVWUDQRFKHODGLQDPLFDGHOO¶LQGXVWULDIHUURFH
PHQWRGLVWUXJJHLOFRQFHWWRGLSUHVWD]LRQLUHFLSURFKHRUHWHHODWUD
VIRUPDQHOODPRUIRORJLDPRQRSURGXWWRUHńPROWLFRQVXPDWRUL
'DUHWHDEDFLQR
5HWH %DFLQR
%(55<56H)(/60)op. cit.
'DWLGDSHUIH]LRQDUH
/DPDSSDGHOGHQDUR
Lettura consigliata
6(77,66Paesaggio Costituzione cemento(LQDXGL
2VVHUYD]LRQLVXOODYLROD]LRQHGHOODUHFLSURFLWj
/DPDSSDGHOGHQDURHVLVWHQWHRJJLWHQGHDYLRODUHODUHFLSURFLWj/D
UHFLSURFLWjVWDDOODEDVHGHOODGLQDPLFDLQILVLFDHLQELRORJLD'DOODUH
FLSURFLWjVHJXHODSURSULHWjGLSHUPDQHQ]DGLXQVLVWHPDFRPSOHVVR6H
O¶DFTXDFRQGHQVDGDOO¶DWPRVIHUDHFDGHDWHUUDO¶DFTXDVXOODWHUUDDX
PHQWDHLQTXDOFKHPRGRGHYHHYDSRUDUHHWRUQDUHQHOO¶DWPRVIHUD'D
TXLQDVFHLOFLFORFKHqXQPRGRGLUHDOL]]DUVLGHOODSURSULHWjGLUHFL
SURFLWj,QWLPDPHQWHFRQQHVVRDOODUHFLSURFLWjLQILVLFDGHYHHVLVWHUHOD
OHJJHGLLQYDULDQ]DSHUSXQWRGLRVVHUYD]LRQH9HGHUH*DOLOHR(LQVWHLQ
6H WX JXDUGL LO PRQGR HVWHUQR GDO SXQWR LQ FXL VHL SRL WL VSRVWL SHU
HVHPSLRVDOLVXXQJUDWWDFLHORTXHOORFKHYHGLqFRPSOHWDPHQWHGLYHUVR
4XDOHqODYLVLRQHJLXVWD")LVLFDYXROGLUHTXHOODGHVFUL]LRQHFKHQRQ
GLSHQGHGDOSXQWRGLRVVHUYD]LRQH/DFRVDqWXWW¶DOWURFKHEDQDOH/D
OHJJHGLUHFLSURFLWjFKHYDOHSULPDGLWXWWRDOOLYHOORPLFURVFRSLFRq
DSSXQWRLQGLSHQGHQWHGDOSXQWRGLRVVHUYD]LRQHGDOVLVWHPDGLULIHUL
PHQWRHWXWWDODFRQRVFHQ]DILVLFDqEDVDWDVXTXHVWLGXHSULQFLSL3RL
YLHQHLOFRQFHWWRGLGXUDWDHGLVWDELOLWjGHOODGXUDWDFKHqGLIILFLOLVVLPR
PDFKHqIRUPXODELOH
4XDQGRSDVVLGDOODILVLFDGHLVLVWHPLFRPSOHVVLDOODELRORJLDGHLVL
VWHPLFRPSOHVVLOHFRVHVLIDQQRVHPSUHSLGLIILFLOLPDVLFFRPHLVL
VWHPLELRORJLFLJOLRUJDQLVPLDOODILQHVRQRIDWWLGLPROHFROHOHOHJJL
GHOOD ILVLFD LQ TXDOFKH PRGR GHYRQR YDOHUH 'RYH VWD OD GLIIHUHQ]D"
&RPSDUHLOFRQFHWWRGLILQDOLVPRFLRqO¶RUJDQLVPRYLYHQWH³IXQ]LRQD
FHUFDQGRXQDULVSRVWD´&RVDPRWLYLODULVSRVWDqLJQRWRVDUHEEHFRPH
GLUHFKHTXDOFXQRVDFRVDqLO³ILQH´GHOODYLWD6HWXJXDUGLXQDSLFFROD
FKLD]]DG¶DFTXDHVHWXJXDUGLXQPROOXVFRRXQYHUPHVRQRWXWWHFRVH
PROOLSHUzTXHOORFKHIDODFKLD]]DG¶DFTXDRGLIDQJRRGLPDUPHOODWD
VLGLVFRVWDGDTXHOORFKHIDXQYHUPH3HUHVHPSLRVHLQFOLQLLOSLDQR
G¶DSSRJJLRGHOODPDUPHOODWDODPDUPHOODWDVFLYRODJLHLOYHUPHQRQ
ORIDPHWWHLQD]LRQHTXDOFRVDHVLWLHQHDWWDFFDWRDOODSRVL]LRQHFKH
DYHYDSULPDILQDOLVPR3HUzODUHFLSURFLWjYDOHDQFKHSHULOYHUPHLO
PRGR SL HYLGHQWH SHU FDSLUOR q FRQVLGHUDUH LO VXR PHWDEROLVPR VH
PDQJLDWRJOLHLOFLERGDOO¶DPELHQWHSRLFUHDJOLVFDUWLHSRLO¶DPELHQWH
ULFUHDLOFLERFRQXQFLFORHLOFLFORqUHFLSURFLWjFRPHGHWWRDOO¶LQL]LR
9,,,Il concetto di rete
,OFROORTXLRIUDDQLPDOLqDQFKHUHFLSURFRQRQVDSSLDPRFRPHDYYHQJD
PDqUHFLSURFR6HGXHXFFHOOLYRODQRYLFLQLVHQ]DVFRQWUDUVLYXROGLUH
FKH VWDQR FRPXQLFDQGR GHOOH LQIRUPD]LRQL UHFLSURFKH ,O SURFHVVR GL
DSSUHQGLPHQWRIUDFUHDWXUHXPDQHqUHFLSURFRODPDHVWUDGLDORJDFRQ
O¶DOOLHYR4XHVWRqHYLGHQWHSHUFKLXQTXHDEELDLQVHJQDWR,RGDTXDQGR
VRQRLQSHQVLRQHHQRQIDFFLRSLOH]LRQHKRXQGDQQRDOSHQVLHURSHU
FKpLOPLRSHQVDUHqGLDORJRFRQJOLDOOLHYLVHPSUH/DFRVDQRQqED
QDOH/HRSDUGLHUDXQVROLWDULRPDQRQXQXRPRVROR'LDORJDYDFRQOD
QRWWH L UXPRUL GHOOD QDWXUD JOL EDVWDYD SRFKLVVLPD LQWHUD]LRQH H ULX
VFLYDDSHQVDUH6RORFRQODPRUWHQRQF¶qSLLQWHUD]LRQH±UHFLSURFD
]LRQH
3HUzQHOODVWUXWWXUDGHOOLQJXDJJLRGHOO¶XRPRHVLVWHDQFKHO¶LQIRUPD
]LRQHXQLGLUH]LRQDOHTXHOODGHOPHVVDJJLRGL0RVqTXHVWHVRQROHWD
YROHHEDVWD³FRVuGRYUDLFRPSRUWDUWL´RLOPHVVDJJLRGHOOD79SUHQGL
HDFFHWWDRDOPDVVLPRPDQGDXQVPVSHUGLUHVLRQR
9HQLDPRDOGHQDUR,OGHQDURSXzLQSDUWHIXQ]LRQDUHLQPRGRUHFL
SURFRTXDQGRODGLQDPLFDUHDOHGLXQDFRPXQLWjGRPLQDJOLVFDPELLQ
WHUSHUVRQDOL&RVDYXROHGLUH³GLQDPLFDUHDOH´"5HDOWjGLXQDFRPXQLWj
QRQqIDFLOHGDGHILQLUHSRVVLDPRGLUHFKHqVLVWHPDFRPSOHVVRFKHVL
DXWRPDQWLHQH8QDFRPXQLWjGLIHOLQLFKHVLDXWRPDQWHQJRQRRSHUDQGR
VXOWHUULWRULRqXQVLVWHPDFRPSOHVVRUHDOH/DOHRQHVVDVLDFFRSSLDSRL
IDLFXFFLROLSRLPXRUHHSRLF¶qXQ¶DOWUDIHPPLQDHFRVuYLD6LIRUPD
FLFORGLQDPLFRSHUVLVWHQWHGLWDOHFRPXQLWjVLSXzSDUODUHODVLSXzGH
ILQLUH2UDPHWWLLOGHQDURQHOODFRPXQLWj6HJOLVFDPELVLPDQWHQJRQR
DEEDVWDQ]DQDWXUDOLIRUVHVLPDQWLHQHLOFLFORPDLQDOWULFDVLQR6LIRU
PDQRGHJOLVFDPELGHWWDWLGDOGHQDURHQRQGDOOHOHJJLGHOODFRPXQLWj
TXHOOHGHWWHSULPDFKHGHILQLVFRQRODFRPXQLWjGHLIHOLQL3HUHVHPSLR
XQDIHPPLQDULFFDQRQKDSLYRJOLDGLDFFRSSLDUVLRSSXUHDFFXPXOD
WXWWHOHSUHGHSHUVpVWHVVDHOHWRJOLHDJOLDOWULPHPEULGHOODFRPXQLWj
FROGHQDURSXzIDUORVHQ]DGHQDURQRLQVRPPDVLYLRODQROHUHJROH
GHOODFRPXQLWjIHOLQDGHWWDSULPD6LqFUHDWDXQDPDSSDGLLQIRUPD]LRQL
GHIRUPDWHODFRPXQLWjSXzHVWLQJXHUVLÊSURSULRTXHOORFKHDYYLHQH
SHUOHFRPXQLWjXPDQHQHOOHTXDOLULFRUUHQWHPHQWHVLIRUPDQRGHJOLHU
URULFKHSRUWDQRDOO¶HVWLQ]LRQHGLFHUWHVWUXWWXUHVRFLDOLFRPHTXDQGRFL
VRQRJXHUUHFKHIDQQROHWWHUDOPHQWHVSDULUHFHUWHFRPXQLWjPRQHWDULD
PHQWHGHILQLWH/DPDSSDHUDIDVXOOD3UHQGLODERUJKHVLDQD]LVWDFKH
FUHGHYDGLIDUHEHQHHGLHVVHUHLQYLQFLELOHqDUULYDWDODFODVVHGLSRWHUH
DPHULFDQD FKH O¶KD SROYHUL]]DWD /¶HUURUH HUD FRQWHQXWR QHOOD PDSSD
HFRQRPLFD TXHOOD FKH JXLGDYD OH FRQYLQ]LRQL GL TXHOOD VRFLHWj )DUH
/DPDSSDGHOGHQDUR
FHUWHFRVHUHQGHYDULFFKLHVLFRQWLQXDDIDUHTXHOOHFRVHSHUHVHPSLR
SURGXUUHDUPLHXVDUOHIDFHQGRODJXHUUDSRLVLVFRSUHFKHTXDOFXQDOWUR
OHIDVXVFDODPDJJLRUHHWLDPPD]]D1RQVRQRVFRPSDUVLLWHGHVFKL
PDTXHLWHGHVFKLFKHFRVWLWXLYDQRODGLQDPLFDQD]LVWD,OQD]LVPRIXXQD
PDSSDGHOGHQDURXQ¶DOWUDPDSSDKDWHUPLQDWRLOQD]LVPR2SSXUHIDUH
VROGLFRQSURGX]LRQLLQTXLQDQWL/¶LQGXVWULDOHGHOO¶DPLDQWR;<KDXF
FLVRWDQWDJHQWHPDVLqSUHVRLOFDQFUROXLVWHVVRPLULIHULVFRDOFDVR
UHDOHGLXQFHUWRLQGXVWULDOHLWDOLDQR,QFKHVHQVRODPDSSDqVEDJOLDWD"
1HOVHQVRFKHYDYHUVRO¶HVWLQ]LRQH'DOSXQWRGLYLVWDGHOGHQDURSXUR
DVWUDWWR PRULUH GL FDQFUR YD EHQLVVLPR LO GHQDUR VL q DFFXPXODWR LQ
REEHGLHQ]DDOOHVXHOHJJLHFLzYDEHQLVVLPR(IRUVHLOULFFRLQGXVWULDOH
VLqVHQWLWRVXSHULRUHHYLQFHQWHILQRDOO¶XOWLPRUDQWROR
+RSUHVRGXHHVHPSLXQRGLJXHUUDO¶DOWURGLPDODWWLDPDVLSXzGDUH
XQDGHILQL]LRQHJHQHUDOHGLFROOHWWLYLWj HFRQRPLFD FKH VL HVWLQJXH ,Q
FRQFOXVLRQHLRPHWWHUHLO¶HFRQRPLDLQUHOD]LRQHDOO¶HFRILVLFDHDOO¶LQ
WHUQRGHOO¶HFRILVLFDDOFRQFHWWRGLSHUPDQHQ]DLOFRQFHWWRSLGLIILFLOH
HSURIRQGRGHOODVFLHQ]DHFRILVLFDHQRQLQUHOD]LRQHDOO¶HWLFDFRPHVL
VXROHIDUHWUDGL]LRQDOPHQWH4XHVWDVDUHEEHODEDVHGHOO¶HFRQRPLDFR
VPRFHQWULFDHQRQSLDQWURSRFHQWULFD
Capitolo IX
Un esempio di rete
141
142 La mappa del denaro
fertile, poi le miniere (il denaro potenziale), poi le scorie dei combusti-
ELOLHGHLSURGRWWL6HO¶RURqODPDWHULDGHOGHQDUROHVFRULHVRQRO¶DQ
WLPDWHULDGHOGHQDUR/¶DPPRQWDUHGHOOHVFRULHDFFXPXODWHqHQRUPHH
O¶DPPRQWDUHGLOLQJRWWLG¶RURoggi sarebbe lontanissimo dal bilanciarle.
6LFDSLVFHEHQHFKHIXLQHYLWDELOHORVJDQFLDPHQWRGHOGHQDURGDOO¶RUR
1HOOD%DQFDF¶qEHQDOWUR8QFRPSXWHUSLHQRGLVLPEROLHQXPHULHVSUL
menti quantità di denaro enormi, che in questo esperimento immagina-
rio VRQR Ou PD QRQ F¶q QHVVXQR D OHJJHUOL 1RQ HVLVWRQR SRWUHEEHUR
sparire. Questo formalismo è una cosa diversa dalla scrittura dei libri di
matematica. Il pensiero matematico resta, anzi vive, nel cervello degli
uomini intelligenti. Ma le tabelle astratte GHOOD %DQFD VRQR XQ¶DOWUD
cosa, sono conteggi segreti e arbitrari, consultabili ma non comprensi-
bili, sono esito di eventi statistici, e tuttavia strapotenti. Quale è la rela-
zione fra il denaro numerico depositato nel computer e la dinamica della
rete del denaro azionata dai nodi che sono le creature viventi?
3URSRQLDPRLQTXHVWRFDSLWRORO¶DQDOLVLGLXQDUHWHGHOGHQDURVHPSOLIL
cata.
I nodi e i legami sono caratterizzati in queste categorie:
a) erogatori di produzione;
b) erogatori di prestazione;
c) consumatori di prodotto e prestazione.
Alcune precisazioni.
,OSURGRWWRqFLzFKHqIDWWRFRQO¶LQWHUYHQWRGLXQPRWRUHFKHWUD
VIRUPDLQODYRURPHFFDQLFRO¶HQHUJLDGLFRPEXVWLRQHGLPDWHULDOLIRV
sili. Sono implicati una sorgente di energia non fisiologica, un certo nu-
mero di impiegati, e una macchina che costruisce il prodotto. La costru-
zione del prodotto parte da materiale organico, oppure inorganico. Nel
primo caso la macchina semina e raccoglie, nel secondo caso scava,
fonde, forgia. Il controllo della macchina è spesso automatico compu-
terizzato. Il processo è complesso, ma dalla sorgente al prodotto com-
prato si ha una catena di joule. La componente del lavoro umano è pic-
cola, è disegno e fantasia, e diminuisce continuamente. Osservazione:
IX. Un esempio di rete 143
iQFOXGLDPRQHOODFDWHJRULD³SURGRWWR´DQFKHL³VHUYL]LHVHJXLWLGDPDF
FKLQH´3HUHVHPSLRXQDWWRGLWUDVSRUWRLQEXVRWUHQRRDHUHRqXQD
certa quantità di lavoro, cioè:
× = (joule).
Il contributo del pilota, o del bigliettaio è assolutamente trascurabile:
il servizio eseguito è un prodotto di motore, esattamente come succede
per la produzione di qualsivoglia oggetto massivo. Si compra e si getta,
si viaggia e non si ricorda più dove si è andati. Le articolazioni del pro-
durre, il prima e il dopo, non sono cose che interessano il banchiere. In
conclusione, sulla rete il prodotto si propaga da un nodo a un bacino di
nodi in maniera unidirezionale. Il prodotto che torna indietro non deve
esistere, è fallimento.
La prestazione è multiforme e può essere omogenea o eterogenea,
legame a due nodi o legame da uno a molti. Esempi. Due ballerini inte-
ragiscono con prestazione omogenea, senza scambio di denaro. Un av-
YRFDWRHXQLQJHJQHUHLQWHUDJLVFRQRFRQSUHVWD]LRQLHWHURJHQHHHF¶q
VFDPELRGLGHQDUR8QRFDQWDHPROWLO¶DVFROWDQRVHQ]DVFDPELRGLGH
QDURSRLVLYDDO7HDWURGHOO¶2SHUDSDJDQGR6LSRVVRQRIDUHLQQXPH
revoli altri esempi con sfumature del rapporto omogeneo/eterogeneo,
non denaro/denaro, descrivibili con parametri etici, o convenzioni dello
stato, o prevaricazioni.
&RVDYXROGLUHFRQVXPDWRUH",OFRQVXPDWRUHqO¶LQGLYLGXRLOQRGR
GHOODUHWHQHOO¶DWWRGLSDJDUHSHUXQSURGRWWRRSer una prestazione. Il
consumatore può anche essere a sua volta erogatore di prodotto e di
SUHVWD]LRQH RSSXUH SXz HVVHUH ³FRQVXPDWRUH SXUR´ Ê FRQVXPDWRUH
SXURRJQLXRPRQHOO¶LQIDQ]LDHQHOODYHFFKLDLD4XHVWHGXHIDVLGHOOD
vita sono perfettamente gestite nel mondo animale e sono state gestite
QHOOD VWRULD GHOO¶XRPR LQ VYDULDWLVVLPL PRGL PLVFHODQGR OH VWUXWWXUH
della famiglia naturale e dello stato. Se non ci fosse questo meccanismo
la catena della procreazione si arresterebbe. Da queste elementari con-
siderazioni si capisce che il concetto di consumatore è difficile. Appar-
WLHQH DOOD VFLHQ]D GHOO¶HFRQRPLD DSSDUWLHQH DOOD UHOLJLRQH DSSDUWLHQH
DOO¶RUJDQL]]D]LRQH GHOOR VWDWR DSSDUWLHQH DOOD VDJJH]]D GHOOD 1DWXUD"
9HGUHPRGDOO¶DQDOLVLGLTXHVWDVHPSOLFHUHWe che il consumatore puro è
JHQHUDWR GDO IHQRPHQR GHOOD SURGX]LRQH PRWRULVWLFD HG q O¶HOHPHQWR
dissipativo della dinamica della rete, ossia ciò che porta la rete al punto
fisso, la morte della rete.
144 La mappa del denaro
a) − − + ≷0
b) − − − <0
c) + >0
d) − + ≷0
e) + + − ≷0
f) + >0
g) + >0
denaro
prestazione
2 prodotto
4 3
1
7
5
6
Figura 9.1. Esempio di rete di puro scambio economico, cioè senza vincoli
organici e fisici. Sia prestazione che prodotto sono non reciproci. Questa rete
tende al punto fisso.
IX. Un esempio di rete 145
( +∆ )= ( )− ∆ + ∆ (1)
( +∆ )− ( )=− ∆ (2)
= ∆ >0 = ∆ <0
vHGLDPRFKHOR³VWDWRVWD]LRQDULR´qHTXLYDOHQWHD³FRQVHUYD]LRQHGHO
denaro´
+ =0
(4)
/DqRYYLDPHQWHXQ¶HTXD]LRQHGLFRQWLQXLWj
à
Si noti che i termini , hanno dimensione e quindi
à
la (4) rappresenta il metabolismo economico della rete.
È un problema da affrontare con il formalismo degli automi cellulari.
4XHVWDDQDOLVLPRVWUDFKHO¶HVLVWHQ]DGHOFRQVXPDWRUHSXURIDHVWLQ
guere la dinamica del denaro. Estinzione della dinamica vuol dire che
si arriva ad uno stato della rete, ossia una distribuzione del denaro ap-
SDUWHQHQWHDOO¶LQVLHPHGLWXWWLLQRGLFKHQRQVLPXRYHSL&LVDUDQQR
dei nodi ricchissimi ed altri poveri, ma quello che è importante capire è
che lo stato della rete ha raggiunto il punto fisso. Organismo morto non
IX. Un esempio di rete 147
Qualunque rete del denaro che contenga queste categorie di nodi non
può FRPSLHUHFLFOR3XzVRORHVLVWHUHWUDQVLWRULDPHQWH$OO¶RSSRVWRLO
denaro circola se ci sono i nodi erogatori di prestazione. Se una certa
dinamica nazionale crea la riduzione della molteplicità delle prestazioni
e di conseguenza crea un aumento dei consumatori puri avvengono i
fenomeni di emigrazione.
Nel 1787 Goethe soggiorna a Napoli e descrive la molteplicità delle
attività (prestazioni), che rendono la vita cittadina ben correlata a quella
GHOOD FDPSDJQD FRQ ULVXOWDWR YLWDOH 3RFKL GHFHQQL GRSR FRQ O¶unità
G¶,WDOLD FDPELD EUXVFDPHQWH O¶HTXLOLEULR GHOOD GLQDPLFD SUHHVLVWHQWH
perché viene imposta una dinamica produttiva da parte del Nord più
potente. La molteplicità delle attività non serve più, gli attori si trasfor-
mano in consumatori e scatta inesorabLOPHQWH O¶HPLJUD]LRQH YHUVR
O¶$PHULFD/¶$PHULFDqXQDGLQDPLFDLQFRQWLQXDWUDVIRUPD]LRQHSHU
ché è una nazione giovane occupante un territorio vastissimo. Gli emi-
grati europei di prima generazione (nel Settecento) oramai diventati pa-
droni, accettano gli immigranti italiani come portatori di attività multi-
formi, che servono nel loro contesto di espansione e costruzione, dalle
FLWWjDLWUDVSRUWL,Q,WDOLDLQYHFHO¶HVRGRIDYRULVFHODIRUPD]LRQHGLXQD
diversa élite che gode di privilegi. Vedere per esempio l¶HVSDQVLRQHHGL
lizia elegante della collina torinese che avviene negli anni della fuga
GHJOLHPLJUDQWLPHULGLRQDOL4XHVWLIHQRPHQLGL³SXOVD]LRQH´SRVVRQR
DYYHQLUHILQFKHF¶qVSD]LRFKHDFFRJOLHHULDVVHVWDPHQWLGDLQYHQWDUH
Invenzioni che vengono dalla tecnologia. Al presente la dinamica pro-
duttiva è globale e quindi i movimenti di esodo tornano su loro stessi.
148 La mappa del denaro
9.2.1. Conclusione
b) fDUHULFRUVRD³FRQVXPDWRULDFFHVL´HVWHUQLFLRqDSSDUWHQHQWLD
reti di altre nazioni (guerre, mercato imposto);
c) stampare denaro (John Law, Obama);
d) pHUGHUHO¶XQLWjGLPLVXUDGHOGHQDUR
2) Cercare una nuova morfologia della rete e da qui una nuova mor-
fologia della mappa del denaro.
Utopico? NO
Caduta Impero Romano → Medioevo → Rinascimento
Cercare bassa rigidità dei processi produttivi:
prestito al nodo ( )
( ) deposito dal nodo
BANCA
ritorno dal nodo ( )
( ) prelievi dal nodo
I vari passaggi e avvengono a tempi diversi. Il bilancio della
Banca è:
+ − − ≶0 (5)
/¶LQWHUYDOORWHPSRUDOH − qDUELWUDULRRSSXUHSXzHVVHUHO¶DQQR
4XHVWD ³SURLH]LRQH WHPSRUDOH´ q LO PRWLYR SURIRQGR GHO OHJDPH
oscuro:
→ à
→
Questo legame è oscuro perché nasce da calcoli inaccessibili e resi
pubblici in modo arbitrario.
La rete degli scambi è estremamente complicata, già il modellino
di Figura 9.1 è difficile da capire. La distribuzione è complicata per-
ché il numero dei nodi è grande.
Il conteggio (5) è un numero, la ripetizione del conteggio a tempi
VXFFHVVLYLqXQ³DQGDPHQWR´
La distribuzione (mappa del denaro) , , è scritta nel computer
GHOODEDQFD/¶LQVLHPHGHJOLVFDPELGLUHWH è calcolato praticamente
VRORQHOOHPRGDOLWj³FRQVXPR´H³VWLSHQGL´4XHVWRqFLzFKHOD%DQFD
³YHGH´SRFKLULFFKLHPROWLSRYHUL%HOODVFRSHUWD6XOODGLQDPLFDSUR
fonda, cecità.
Come si chiude il ciclo? Esiste ciclo?
Ipotesi: risposta di mercato, M.
B Banca ĺCONTEGGIA
B
M Mercato ĺRISPONDE
M
IX. Un esempio di rete 151
Memoria perenne
[Skidmore, Owings & Merrill LLP, Studio architetti fondato a Chicago 1936]
9.3.3. /¶XOWLPRLQYHVWLPHQWR(futuro)
CASO 1. Gli ultimi privilegiati sono gli idealisti che andranno a cele-
EUDUHO¶XOWLPDILDPPDWDGHOSHWUROLRGHOO¶XOWLPRJLDFLPHQWRSUHVHUYDWR
con amore.
7ULEXQDG¶RQRUHG¶RURSHU
SRVWL«JOLXOWLPLFR-proprietari
GHOO¶XOWLPDEDQFDPRQGLDOHVR
SUDYYLVVXWLDOO¶HVWLQ]LRQHGHO
meccanismo consumista
Costo della costruzione: ignoto
&RQWHQXWRGHOO¶XOWLPDEDQFDignoto
percorso storico
stor
Fotoni solari
SPAZIO
futuro
Ser Cepparello con una falsa confessione inganna un santo frate, e muorsi; ed essendo
stato un pessimo uomo in vita, è, morto, reputato per santo e chiamato san Ciappelletto.
Sagredo. Mi trovai un giorno in casa di un medico molto stimato in Venezia, dove al-
cuni per loro studio, ed altri per curiosità, convenivano tal volta a veder qualche taglio
di notomia per mano di uno veramente non men dotto che diligente e pratico notomista.
Ed accadde quel giorno, che si andava ricercando l'origine e nascimento de i nervi,
sopra di che è famosa controversia tra i medici Galenisti ed i Peripatetici, e mostrando
il notomista come, partendosi dal cervello e passando per la nuca, il grandissimo ceppo
de i nervi si andava poi distendendo per la spinale e diramandosi per tutto il corpo, e
che solo un filo sottilissimo come il refe arrivava al cuore, voltosi ad un gentil uomo
ch'egli conosceva per filosofo peripatetico, e per la presenza del quale egli aveva con
estraordinaria diligenza scoperto e mostrato il tutto, gli domandò s'ei restava ben pago
e sicuro, l'origine de i nervi venir dal cervello e non dal cuore; al quale il filosofo, doppo
essere stato alquanto sopra GLVpULVSRVH³Voi mi avete fatto veder questa cosa talmente
aperta e sensata, che quando il testo d'Aristotile non fusse in contrario, che apertamente
dice, i nervi nascer dal cuore, bisognerebbe per forza confHVVDUODSHUYHUD´.
Chiamiamo finanza astratta quel movimento del denaro che non ha ri-
ferimento materiale. Questo è un concetto difficile. Prendiamo un esem-
pio. Si gioca a poker con gettoni di plastica colorata. Conta il numero
GHL JHWWRQL FKH XQR DFFXPXOD DOOD ILQH F¶q FKL KD LO PXFFKLHWWR SL
grosso, ha vinto, e tutti si sono divertiti. Ora imponiamo che il gettone
valga un euro. Alla fine chi ha perso è triste. Se ha perso moltissimo si
butta giù dalla rupe più vicina. Perché? Perché gli euro persi hanno ri-
IHULPHQWRPDWHULDOHLOJLRFDWRUHSHUGHQWHGHYHYHQGHUHO¶D]LHQGDROD
FDVDRODPRJOLH3DVVLDPRGDOO¶HVHPSLRLQGLYLGXDOHDOODUHDOWjFROOHW
tiva. Le banche fanno muovere parole alle quali sono associati numeri,
e ci sono regole del gioco che attribuiscono dei numeri da aggiungere o
togliere in corrispondenza a diverse mosse che si confrontano. È una
dinamica di caso e furbizia, come nel poker. Anche qui potremmo dire
che i gettoni sono di plastica e tali restano; oppure possiamo dire che i
gettoni sono dollari o euro, quelle monete che la gente, ignara della fi-
nanza astratta, usa tutti i giorni. Bastano i concetti di caso e furbizia a
definire la finanza stratta? No. Il caso e la furbizia sono partecipanti
importantissimi della dinamica del denaro da sempre. Trimalcione,
schiavo, va a letto sia col padrone che con la padrona, e diventa libero,
è in gamba e si fa dare denari e fa partire traffici navali rischiosi; la
prima volta perde, al tentativo successivo guadagna somme enormi e
compra terre. Guadagna ancora e non sa che fare. Molti secoli dopo i
EDQFKLHULLQYHQWDQRODOHWWHUDGLFUHGLWRO¶LPSUHVDULRDXGDFHFRQTXHVWR
strumento compra una nave e la manda in missione, una tempesta an-
QXOODWXWWRYDPDOLVVLPRSHUO¶DXGDce che talora paga con la vita. Questi
sono esempi di caso e furbizia, ma non sono la finanza astratta. E allora
FRV¶qODILQDQ]DDVWUDWWD"&RQVLGHULDPRLOGHQDURFUHDWRGDPRYLPHQWL
di scommesse su prodotti bancari, che può essere creato o distrutto.
Dato che questo creare e distruggere è in contatto con la rete della di-
namica reale i movimenti astratti sbagliati diventano concreti danneg-
giando la rete. Il gioco diventa realtà. A questo punto il denaro è ricreato
dalla autorità dello stato. Come? Punire il giocatore che ha sbagliato, e
riparare la rete? Non è questo che avviene. Il denaro creato dallo stato
viene dato alle banche che avevano giocato e continuano a giocare.
Questo denaro non rappresenta la vita delle nazioni, il bene o il male
pubblico che esse perseguono. È denaro creato con uso arbitrario
GHOO¶DXWRULWjGHOOR6WDWRHLQVHULWRQHOJLRFRÊTXHVWRLOSDVVRFUXFLDOH
IX. Un esempio di rete 155
O¶REEHGLHQ]DGHOOR6WDWRDOOD%DQFDFKHGHILQLVFHODILQDQ]DDVWUDWWDÊ
RYYLRFKHORVWDWRGRYUHEEHDOO¶RSSRVWRSURLELUHWDOHgioco, ed è altret-
tanto ovvio che invece lo mantiene. Ne segue che la finanza astratta è
un fenomeno pericoloso perché corrode in modo oscuro e imprevedibile
la struttura della vita collettiva.
Tre tappe.
pochi anni tutta l¶(XURSD H LO 3DFLILFR ILQR DO *LDSSRQH , VXRL
nipoti oggi godono il fluire delle stagioni nel loro verde Colorado,
ma la Terra è piccola, non basta, e pensano di conquistare Marte,
come sarebbe bello.
c) /¶HUD FRQWHPSRUDQHD /D GLQDPLFD ILQDQ]LDULD q VRUUHWta
GDOO¶HTXLOLEULRGHLSRWHULGL%DQFDH6WDWR(TXLOLEULRSRFRVWDELOH
come la storia insegna. La mano severa della Natura è stata allon-
tanata e poi ignorata da quasi due secoli. Negli ultimi decenni è
in atto una fase in cui la Banca prevale sullo Stato, e quasi auto-
maticamente ha imposto la finanza astratta. Così si è indebolito
il controllo della società sulla dinamica del denaro. Il concetto di
³ULVSRVWDGHOPHUFDWR´qPROWREHOORqXQDJHQHUDOL]]D]LRQHQHO
linguaggio economicista del concetto di feedback che è già così
difficile in matematica e in fisica. Purtroppo è usato come as-
sioma della teoria economica, ma nel caso della finanza astratta è
palesemente insensato.
9.6. Bitcoin
/DPDSSDGHOGHQDUR
GHOSUHVHQWHODSDURODSUHYLVLRQHQRQKDVHQVR$GGLRDJOLHUHGLPHWDIL
VLFLGL*LRUGDQR%UXQR5HVWLDPRDWWDFFDWL DOODELRVIHUD H DOOD VSHFLH
XPDQD
&KHPRUIRORJLDVRFLDOHDYUjLOIXWXUR"&HUFDUHDQDORJLHFRQODILQH
GHOPRQGRDQWLFRO¶,PSHUR5RPDQRHFRQODWUDQVL]LRQHDOPHGLRHYR
HDOULQDVFLPHQWRqSHULFRORVR/D GLIIHUHQ]D FUXFLDOH q FKH OH FDXVH
HVWHUQH HVDPLQDWH GDL ILORVRILFODVVLFL HUDQR FRPSOHVVH H WXWWH GL WLSR
VRFLRORJLFRRUJDQLFR2UDLQYHFHODFDXVDHVWHUQDqLQRUJDQLFDqWXWWD
XQ¶DOWUDFRVD,OUXRORGHOO¶HQHUJLDHVWUDWWDGDPLQLHUDGDOWHPSRGL*LX
OLR&HVDUHDOWHPSRGL5RPROR$XJXVWRORHUDLUULOHYDQWH1RQHVLVWH
QHVVXQDILORVRILDRGHWWDWRUHOLJLRVRFKHSDUOLGL3,/ HQHUJLDGLSHWUR
OLRRGLXUDQLRQHOGLVHJQRGHOEHQHRGHOPDOHODVDOYH]]DRODFRQ
GDQQDODOXFHRODILQHGHOO¶XRPR0DLOQRVWURSUHVHQWHqLQYHFHSOD
VPDWRGDOODWHFQRORJLDHQHUJLYRUDFKHDVVHJQDULFFKH]]DHSRYHUWjLQXQ
PRGRFKHQRQF¶HUDQHOSDVVDWR,OIXWXURQRQVDUjLOULWRUQRDOSDVVDWR
FKHHUDFDUDWWHUL]]DWRGDXQDWHFQRORJLDPHQRHYROXWD&LPDQFDLOUL
FRUVRDOHJJLGLDQDORJLDVRFLRORJLFKH4XLQGLLOSUREOHPDGHOIXWXURFL
VRYUDVWDFRQODGRPDQGDHVLVWHLOSUHYHGHUH"%HOODGRPDQGDULVSRQ
GRQRLQPRGLGLYHUVLVVLPLVFLHQ]LDWLHXPDQLVWLYHGLDPRFRPH
10.1.2. Fisica
/DILVLFDqODFRVWUX]LRQHGHOO¶LQWHOOLJHQ]DXPDQDULYROWDDOODFRPSUHQ
VLRQHGHWHUPLQLVWLFDGHOPRQGRLQRUJDQLFR,QILVLFDO¶DUWHGHOODSUHYL
VLRQHQDVFHFRQOHSULPHRVVHUYD]LRQLGHLPRWLSHULRGLFL,OSHULRGRGL
URWD]LRQHGHOOD7HUUDqILVVRPDODGXUDWDGHOJLRUQRHGHOODQRWWHYDULD
GXUDQWHLOSHULRGRGHOO¶DQQR&¶qYROXWRPROWRWHPSRSHUDUULYDUHDGH
ILQLUHPDWHPDWLFDPHQWHLVROVWL]LJOLHTXLQR]LHLOWUDJLWWRHOOLWWLFRGHOOD
7HUUDQHOVLVWHPDGLULIHULPHQWRVRODUH&ROIRUPDOLVPRQHZWRQLDQRGHO
SUREOHPDJUDYLWD]LRQDOHDGXHFRUSLSXQWLIRUPLVLVRQRFDSLWHOHSHULR
GLFLWjGHOOHFRPHWHFDOFRORGLWHPSLOXQJKL$QFRUDSLGLIILFLOHqIDUH
DUULYDUHXQDDVWURQDYHQHOO¶LVWDQWHJLXVWRHQHOSRVWRJLXVWRVX0DUWH
FDOFRORVXXQDVFDODGHOWHPSRFRUWD4XHVWDqODSUHGLWWLYLWjGHOODWHRULD
GHOODJUDYLWD]LRQHQHZWRQLDQDFODVVLFDHELVRJQDGLUHFKHqPROWRVH
GXFHQWH 1HOOD JUDYLWD]LRQH QHZWRQLDQD O¶RJJHWWR FLz FKH GHILQLVFH
³O¶HVLVWHQWH´qLOSXQWRPDWHULDOH,OVLVWHPDVRODUHQRQqIDWWRGLSXQWL
PDWHULDOLHWXWWDYLDODWHRULDGL1HZWRQIXQ]LRQDRVVLDqXQDGHVFUL
]LRQHPROWREXRQD,OLPLWLGLTXHVWDWHRULDVDUDQQRFDSLWLPROWRWHPSR
;Prospettive
GRSR1HZWRQ4XDQGRVLYDQHOPDFURVFRSLFRRFFRUUHXVDUHLOIRUPDOL
VPRVWDWLVWLFR1HOODWHUPRGLQDPLFDVLSDUODGLVLVWHPLIRUPDWLGDPRO
WLVVLPLFRPSRQHQWLFKHYHQJRQRUDSSUHVHQWDWLGDIXQ]LRQLGLVWDWRFKH
GLSHQGRQRGDWUHVROHYDULDELOLSUHVVLRQHGHQVLWjHWHPSHUDWXUD/DSUH
FLVLRQH GL TXHVWD UDSSUHVHQWD]LRQHq JUDQGH VH LO QXPHUR GHL FRPSR
QHQWLqJUDQGHSRLFKpO¶HUURUHRYYHURODIOXWWXD]LRQHVWDWLVWLFDYDFRPH
O¶LQYHUVRGHOODUDGLFHTXDGUDWDGHOQXPHURGLFRPSRQHQWL,QDOWUHSD
UROHQHOODUDSSUHVHQWD]LRQHVWDWLVWLFDO¶LQGLYLGXRHOHPHQWDUHFKHFRVWL
WXLVFHODFROOHWWLYLWjWHQGHDVFRPSDULUH/DIOXLGRGLQDPLFDqXQSDVVR
DYDQWLDOOHYDULDELOLGLVWDWRGHILQLWHORFDOPHQWHVLDJJLXQJHODYHORFLWj
FROOHWWLYDORFDOHHODGLQDPLFDqGHVFULWWDGDHTXD]LRQLGLFDPSRQRQ
OLQHDULSHUODVROX]LRQHIRUPDOHGHOOHTXDOLVLVDIDUHSRFKLVVLPR4XH
VWDqODFODVVHGHL³VLVWHPLGLVVLSDWLYLIRU]DWL´
&RVDVRQRLFRPSRQHQWL"3HUFDSLUORRFFRUUHODPHFFDQLFDTXDQWL
VWLFD LO IRUPDOLVPR DGDWWR D SDUODUH GL FLz FKH QRQ q SXQWLIRUPH /D
ULFHUFDGHO³SLFFRORPDFRPSRVWR´qO¶RJJHWWRGHOODILVLFDFRQWHPSRUD
QHD0DFRPHPDLVXOOHJUDQGLGLVWDQ]HDYHYDUDJLRQH1HZWRQ"4XHVWD
qODGRPDQGDGLPDVVLPDFRPSOHVVLWjFKHQRQKDULVSRVWDDVVLRPDWLFD
H FHUFKLDPR OD ULVSRVWD QHOOD FRVPRORJLD 1HOOR VFRQILQDWR FRQWHVWR
GHOODFRVPRORJLDVLDIIURQWDQRGXHFRVHLOGLYHQLUHGRYHQLHQWHqPDL
XJXDOHDFLzFKHF¶HUDSULPDHLOSHUPDQHUHRVVLDJOLHYHQWLGLVWUXWWXUH
UHODWLYDPHQWHVWDELOLOHVWHOOHHLVLVWHPLSODQHWDUL&RPHGRYHHTXDQGR
VLIRUPDQRHWHUPLQDQROHVWHOOHHLSLDQHWLFKHVRQRIDWWLHSHUVLVWRQR
LQYLUWGLXQPLVFXJOLRSURIRQGRGLPHFFDQLFD TXDQWLVWLFDH JUDYLWj
YXROGLUHFDSLUHODFRVPRORJLDRYYHURODJUDQGHVILGDGHOODILVLFDFRQ
WHPSRUDQHD
,QILVLFDODSUHYLVLRQHqULJRURVDTXDQGRVLKDODVROX]LRQHDQDOLWLFD
GLXQSUREOHPDEHQSRVWR(TXHVWRDYYLHQHUDUDPHQWH$LSULPLJUDGLQL
GL FRPSOLFD]LRQH VL GHYH JLj SDVVDUH DOOH VROX]LRQL QXPHULFKH 1HOOD
GLQDPLFDQHZWRQLDQDVLKDODVROX]LRQHDQDOLWLFDSHULOSUREOHPDDGXH
FRUSL1HOODPHFFDQLFDTXDQWLVWLFDQRQUHODWLYLVWLFDF¶qO¶DWRPRGLLGUR
JHQRGLQXRYRSUREOHPDDGXHFRUSL1HOODIRUPXOD]LRQHUHODWLYLVWLFD
DGDWWDDOORVWXGLRGHLQXFOHRQLFLIXODEUHYHLOOXVLRQHGHOIRUPDOLVPR
GHOODPDWULFH6DQDOLWLFDUDSLGDPHQWHVXSHUDWDGDO³PRGHOORVWDQGDUG´
GRYHQRQFLVRQRVROX]LRQLULJRURVHDQDOLWLFKH&LzFKHVRGGLVIDLOILVLFR
qODFRHUHQ]DGHOODFRVWUX]LRQHWHRULFDFLRqODUHVLVWHQ]DQHOFRQIURQWR
FRQO¶HVSHULPHQWR6HPEUDSRFRPDqWDQWLVVLPR
/DPDSSDGHOGHQDUR
,QFRQFOXVLRQHODILVLFDULHVFHDSDUODUHGLSLDWWDIRUPHGLSHUPDQHQ]D
PDFURVFRSLFKHOHVWHOOHHLSLDQHWLQHOFRQWHVWRGHOGLYHQLUHFRVPROR
JLFRÊXQSDVVRHQRUPHULVSHWWRDOODILVLFDGHOO¶2WWRFHQWR(GqSURSULR
GD TXHVWR FRQFHWWR GL SHUPDQHQ]D FKH SDUWH LO FRQJLXQJLPHQWR IUD
PRQGRLQRUJDQLFRHYLWD
10.1.3. Biologia
/DELRORJLDqODFRVWUX]LRQHGHOO¶LQWHOOLJHQ]DXPDQDULYROWDDOODFRP
SUHQVLRQH GHO PRQGR RUJDQLFR /¶LQGLYLGXR q O¶RUJDQLVPR YLYHQWH ,O
VXRIXQ]LRQDPHQWRQRQq³GHWHUPLQLVWLFR´PD³ILQDOLVWLFR´,OULGX]LR
QLVPRYXROHLQGLYLGXDUHJOLHOHPHQWLXOWLPLGHOO¶RUJDQLVPRYLYHQWH(
ILQTXLYDEHQH0DULFRQGXUUHULGXUUHODFRPSUHQVLRQHGHOO¶LQGLYLGXR
YLYHQWHDOOHOHJJLGHOODGLQDPLFDGLDWRPLRPROHFROHqLPSRVVLELOH/H
OHJJL GHOOD ELRORJLD VL ULIHULVFRQR D XQ LQGLYLGXR FKH QDVFH YLYH H
PXRUH$OSRVWRGLVROX]LRQLDQDOLWLFKHRQXPHULFKHGLHTXD]LRQLGHO
PRWRGRYUHPPRFHUFDUHODGHILQL]LRQHGLRUJDQLVPRSHUIHWWRFKHGHIL
QLVFHODYLWDLQGLYLGXDOH/DSULPDFRVDFKHVLGRYUHEEHFDSLUHqODGX
UDWDWHPSRUDOHGHOO¶LQGLYLGXRRUJDQLFR(VLVWRQROHJJLDOORPHWULFKHFKH
OHJDQR OD SRWHQ]D GL LUUDJJLDPHQWR H OD GXUDWD GHOOH VWHOOH DOOD ORUR
PDVVD 4XHVWH OHJJL HVSULPRQR XQD SURSULHWj GL DQDORJLD LQRUJDQLFD
(VLVWRQRDQFKHOHJJLDOORPHWULFKHFKHOHJDQRLOPHWDEROLVPRHODGX
UDWDGHJOLLQGLYLGXLRUJDQLFLDOODORURPDVVD4XHVWHSURSULHWjGLDQD
ORJLDVRQRXQSULPRSDVVR0DSRLFDSLUHOHDUWLFROD]LRQLGHOIXQ]LRQD
PHQWRO¶LPSHUIH]LRQHILVLRORJLFDRLQWHOOHWWXDOHGHOO¶LQGLYLGXRRUJD
QLFRqLPSUHVDGLIILFLOLVVLPD4XDQGRVLSDVVDGDOORVWXGLRGHOO¶LQGLYL
GXRDOORVWXGLRGHOODFROOHWWLYLWjLQFRQWULDPRGLIILFROWjQXRYHSHUFKpHQ
WUDLQJLRFRODFRPSRQHQWHGLQDPLFDGLDUELWULR&RPHVLSXzLQWURGXUUH
TXHVWD SURSULHWj QHOOR VWXGLR GHOOD GLQDPLFD FROOHWWLYD" ,O SUREOHPD
GHOODUHOD]LRQHIUDLQGLYLGXRHFROOHWWLYLWjLQILVLFDHLQELRORJLDSXz
HVVHUHULDVVXQWRLQTXHVWDWDEHOODFKHVLQWHWL]]DOXQJKLGLVFRUVLIRUPDOL
/RVWXGLRGHOODGLQDPLFDFROOHWWLYDILQDOLVWLFDQRQqHVSULPLELOHLQOLQ
JXDJJLRIRUPDOHPDWHPDWLFR7XWWDYLDSHUO¶LQVLHPHGLWXWWHOHVSHFLH
YLYHQWLRVVHUYLDPRIHQRPHQRORJLFDPHQWHFKHRSHUDXQDGLQDPLFDIL
QDOLVWLFDHYROXWLYD
6(5725,2/H5(1'$(Orbite (e vita nell’Universo)op. cit.
;Prospettive
7DEHOOD,VLVWHPLGLQDPLFL
6,67(0,'(7(50,1,67,&, 6,67(0,),1$/,67,&,
$XWRQRPLHTXD]LRQLGHOPRWRGL1HZWRQGL 0HWDEROLVPRGLLQGLYLGXRGHILQLVFHILQDOL
6FKURHGLQJHUFRQVHUYDWLYH VPR
)RU]DWLFRUUHQWHHOHWWULFDGDWDOHHTXD]LRQL
/DYRURHVWHUQRGHILQLVFHDUELWULR
GL0D[ZHOOFRQVHUYDWLYH
$XWRFRQVLVWHQWLLOWHUPLQHIRU]DQWHGLSHQGH
'LQDPLFDFROOHWWLYDFRQFHWWRGLDXWRFRQVL
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VWHQ]DILQDOLVWLFD
FOLPDHTXD]LRQLGLVVLSDWLYH
/¶LQGLYLGXRVDSUHYHGHUHLOIXWXURRUJDQLFR"6HqGLIILFLOHSDUODUHGL
IXWXURGHOOHVWHOOHDQFRUDSLGLIILFLOHqSDUODUHGLIXWXURGHOODYLWD6L
YHGRQRHVHPSLQHLTXDOLO¶LQGLYLGXRSRVVLHGHXQDVWUDWHJLDGLFRPSRU
WDPHQWRXWLOHRIDYRUHYROHREHQHILFD1HOODGLQDPLFDGLJUXSSRHVLVWH
XQLQWHUVFDPELRGLLQIRUPD]LRQHFKHVLPDQLIHVWDSHUHVHPSLRQHOOHPL
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6XOODVFDODGHOWHPSROXQJDHQWUDLQJLRFR LO ILQDOLVPR GHOOD ELRVIHUD
WRWDOHÊO¶LQWHOOLJHQ]DGHOODELRVIHUDFKHDJLVFHFROILQHGLHVLVWHUHLQ
PRGRDXWRFRQVLVWHQWHFRQOHFRQGL]LRQLFRVPRORJLFKH*OLVWXGLUHFHQWL
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VHPSOLFHPHQWHULGXFLELOHDOO¶HPLVVLRQHVRODUHGHOORVSHWWURGL3ODQFND
NHOYLQ (VLVWRQR IOXWWXD]LRQL GHOOD GLQDPLFD VRODUH FKH FRLQYRO
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SDUWLFHOOHGLRULJLQHJDODWWLFD/DYLWDVXOOD7HUUDqXQHYHQWRORFDOL]]DWR
QHO VLVWHPD GL ULIHULPHQWR FRVPRORJLFR /D SHUFH]LRQH GL TXHVWD LP
PHQVLWjqODSLJUDQGHFRQVROD]LRQHSHUO¶XRPRSHQVDQWH
/DSUHYLVLRQHULIHULWDDOODVSHFLHXPDQD
3RVVLDPRGLUHFKHRJQLVSHFLHKDXQOLQJXDJJLRFKHRSHUDDOO¶LQWHUQR
GHOOD FROOHWWLYLWj H QHOO¶LQWHUD]LRQH FRQ O¶DPELHQWH HVWHUQR Ê XQ OLQ
JXDJJLRQRQHVSUHVVRIRUPDOPHQWH/RVWXGLRGHOODJHQHWLFDGHOOHVSH
FLHVWDIDFHQGRSURJUHVVLDIIDVFLQDQWL
3HUO¶XRPRF¶qXQDIRQGDPHQWDOHGLIIHUHQ]DODSUHVHQ]DGHOODPRO
WHSOLFLWjGLOLQJXDJJLIRUPDOL4XHVWDPROWHSOLFLWjGLOLQJXDJJLqOHJDWD
DOODPROWHSOLFLWjGHOOHSURWHVLWHFQRORJLFKH'XQTXHO¶XRPRGHYHFDSLUH
HDGDWWDUVLDOO¶HFRVIHUDQRQVRORPDDQFKHDLSURSULDUWHIDWWL4XHVWR
$17218&&,(Il Sole,O0XOLQR%RORJQD
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GDOFDSLUOR/DPROWHSOLFLWjGHLOLQJXDJJLHGHOOHDELOLWjGHOOHSURWHVLGL
YHUVLILFDQWLFUHDGHOOHGLVJLXQ]LRQLQHOODUHWHFRQRVFLWLYDFKHIRUPDOD
PDSSDGHOFRPSRUWDPHQWRGHOODVSHFLHXPDQD/¶XRPRKDDYXWRLOEL
VRJQRGLHODERUDUHGHOOHPDSSHVHPSOLILFDWULFLGRWDWHGLYDOLGLWjJHQH
UDOH$EELDPRYLVWRFKHOHSLLPSRUWDQWLVRQRODOHJJHGHOORVWDWROD
UHOLJLRQH O¶HFRQRPLD 6RSUD TXHVWR WULDQJROR GL ULIHULPHQWR VWD OD
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YHURFKHODOHJJHODUHOLJLRQHO¶HFRQRPLDKDQQRSRWXWRRVDSXWRJXL
GDUHLSDVVLGHOO¶XRPRWHFQRORJLFRHYLWDQGRJXHUUHVFLDJXUDWH"1R$O
WHUQDWLYDPHQWHYRJOLDPRGLUHFKHJXHUUHVFLDJXUDWHVRQRVWDWHJXLGDWH
GDOODORJLFDGHOODOHJJHGHOODUHOLJLRQHGHOO¶HFRQRPLD"1R'REELDPR
FRQFOXGHUHFKHODWHFQRORJLDFROVXRFRQWLQXRSURFHGHUHFRPHLQWHU
IDFFLDIUDVDSHUHHDUELWULRqXQLQSXWLPSUHYHGLELOHQHOODGLQDPLFDGHOOD
VSHFLHXPDQD
/RVWXGLRGHOO¶LQSXWWHFQRORJLFRQRQIDSDUWHGHOOHGLVFLSOLQHILORVR
ILFKHSHUFKpODWHFQRORJLDFKHqVHPSUHHVLVWLWDQHOODVWRULDGHOO¶XRPR
q VWDWD SHUFHSLWD SHU PROWLVHFROL FRPH JHQHULFR SURGRWWR GHOO¶LQWHOOL
JHQ]DXPDQDFKHFRQWULEXLVFHDOFRQFHWWRXPDQLVWLFRGLSURJUHVVRFKH
DVXDYROWDqOHJDWRDEHQHVVHUHHFXOWXUD(FFROjORQWDQRLVHOYDJJL
FKHQRQKDQQRDELWD]LRQLDFFRJOLHQWLPRQLOLVRILVWLFDWLDELWLIDQWDVLRVL
FRQIRUWLPXVLFDOLHSLWWRULFLLSURGRWWLGLDUWLVWLEHQSURWHWWLGDDXWRULWj
LOOXPLQDWH H VWDELOL L WUH YHUWLFL GHO WULDQJROR DSSXQWR ,O FRQFHWWR GL
SURJUHVVRXPDQRHVSUHVVRLQTXHVWRPRGRqYDOLGRFRQSLFFROHYDULD
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FKH SXz HVVHUH LQGLYLGXDWR DOOD ILQH GHO 6HWWHFHQWR H GLYHQWD YLVWRVR
QHOO¶2WWRFHQWRHQHO1RYHFHQWR
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ILFDO¶RWWLFDHODFKLPLFD*RHWKHHODFRVPRORJLD/HRSDUGL0DSDU
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O¶XRPRGDXQDYLVLRQHGHOOD1DWXUDHOHYDWD8QVHFRORGRSR*RHWKHH
/HRSDUGL O¶XRPR WHFQRORJLFR HQWUD QHOOD 6HFRQGD JXHUUD PRQGLDOH
JXHUUDGLPDFFKLQHHPRWRUL'LHFLDQQLGRSRODILQHGHOODJXHUUDQD
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;Prospettive
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GDOODVDJJH]]DDQWLFDLQYDULPRGL&RQVLGHULDPRLOSHQVLHURGL2PHUR
/¶IliadeqODPHGLWD]LRQHVXOODJXHUUDVRWWRIRUPDGLUDFFRQWRFURQDFD
'XH JUXSSL *UHFLD H 7URLD HURL H GLYLQLWj SDVVLRQL H DVWX]LH FKH VL
FRQIURQWDQRÊGLQDPLFDLQWHUDWWLYDGLGXHFROOHWWLYLWjPDWXUHHYROXWH
/DYLWWRULDRWWHQXWDHQWUDQGRQHOOHPXUDGL7URLDFROFDYDOORGLOHJQRq
XQIUXWWRGHOO¶DVWX]LDXPDQDQRQGLXQDVXSHULRUHWHFQRORJLDPLOLWDUH
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H LUUD]LRQDOL /¶2GLVVHD q OD PHGLWD]LRQH VXO WHPSR H VXOOD YDVWLWj
GHOO¶HFRVIHUDVXFRVDYRJOLDGLUHLOULWRUQRSHUFKpXQULWRUQRF¶q1RQ
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VLDÊODIHGHQHOODSHUPDQHQ]DGHOODYLWDHGHOVXRULFRQRVFLPHQWRQHO
SHQVLHUR
/DQDVFLWDODPDWXULWjHODILQHGHOO¶,PSHUR5RPDQRqVWDWDRJJHWWR
GLVWXGLRGDOWHPSRGHLILORVRILDQWLFKLILQRDOSUHVHQWHÊXQULIHULPHQWR
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RUJDQLFD/D5RPDDQWLFDGHILQLWDQHOEDFLQRPHGLWHUUDQHRLQFXLHVL
VWHqO¶RUJDQLVPRSHUIHWWRHFRPHWDOHQDVFHYLYHHPXRUHODVFLDQGR
WUDFFLDGLVp&RQFHWWRFDSLWRLQIRUPHHYRFLGLYHUVHGDLILORVRILDQWLFKL
HPRGHUQL/DGXUDWDGHOO¶,PSHUR5RPDQRIXFHUFDWDLQWHUPLQLGLPXO
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ULFHUFDWHLQWHUPLQLQDWXUDOLFRVDVDJJLDHJLXVWDSHUFKpOHSURWHVLWHF
QRORJLFKHLQTXHLWHPSLQRQHUDQRULOHYDQWLQHOO¶DQDOLVL)UDOHFDXVH
HVWHUQHF¶HUDORVIUXWWDPHQWRSLRPHQRLQWHOOLJHQWHGHOOHULVRUVHELR
ORJLFKH 2SSXUH O¶LQWHUD]LRQH FRQ SRSROL JHRJUDILFDPHQWH HVWHUQL FRL
TXDOLVLLQWHUDJLVFHLQPRGLSLRPHQRDPLFKHYROLRRVWLOL)UDOHFDXVH
LQWHUQHF¶HUDSHUHVHPSLRO¶HIILFLHQ]DGHOODGLQDPLFDJHUDUFKLFDHOD
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FROOHWWLYR RJJL GREELDPR ULYHGHUH TXHVWL FRQFHWWL H ULIRUPXODUOL QHOOH
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ULYHGHUH(VWHUQRQRQqSL7URLDHLOULWRUQRQRQqSL,WDFD(VWHUQRq
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GLFRORURFKHPRULURQRRVRSUDYYLVVHURLOVHFRQGRqODFRPSUHQVLRQH
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HFRQRPLFKHHSRLLOLEULGLVWRULDYHULHSURSUL,QILQHF¶qXQ¶DOWUDFKLDYH
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JLFDFKHLQJHQHUDOHOHJXHUUHLPSRQJRQRVXOODYLWDGHOOHJHQHUD]LRQL
FKHVHJXLUDQQRHFKHOD6HFRQGDJXHUUDPRQGLDOHKDLPSRVWRLQPD
QLHUDPDFURVFRSLFD
,QWXWWLTXHVWLPRGLGLSHQVDUHVLFHUFDXQDULVSRVWDDTXHVWDRUUHQGD
GRPDQGDJOLXRPLQLFKHLQTXHJOLDQQLSHUILVVDUHOHLGHHGDODO
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SUHGLWWLYD"&DSLYDQRFRVDOLFLUFRQGDYDTXDOLSRWHVVHURHVVHUHOHFRQ
VHJXHQ]HGHOOHORURD]LRQL"3RWHUHVLJQLILFDYDFDSDFLWjGLFRQWUROORVX
JUXSSLDORURYROWDSRUWDWRULGLSRWHUHVXGLYHUVHVFDOHHVHWWRULFDSDFLWj
GLVHGX]LRQHVXOODIROODFRQWUROORGHOO¶LQIRUPD]LRQHFRQWUROORGHOGH
QDURSHUYLHGLUHWWHHLQGLUHWWHDFFHVVRDOODJXLGDGLVWUDWHJLHWHFQRORJL
FKHHDQFKHFDSDFLWjSHUVRQDOLGLSUHYDULFD]LRQH'DOSRWHUHVHJXLYDOD
FDSDFLWj GL LQGLYLGXDUH H SLORWDUH GHFLVLRQL H VFHOWH 6L LQGLUL]]DYDQR
YHUVRODJXHUUD/DJXHUUDLPSOLFDGXHRSLFRQWHQGHQWLWXWWLLQGLYLGXL
SUHPLQHQWLHSULYLOHJLDWLWDOLGDSRVVHGHUHLOFRPDQGR&RPDQGRHSUH
YDULFD]LRQHVRQRHVHUFLWDWLVHPSUHPDJXHUUDYXROGLUHXQDFRQGL]LRQH
LQFXLWDOLIHQRPHQLDYYHQJRQRVXXQDVFDODGHOWHPSRFRUWD6XOODVFDOD
GHOWHPSRQRUPDOHJOLHVLWLGHOODGLQDPLFDDYYHQJRQRVXOULWPRGLDO
PHQRGXHJHQHUD]LRQLHJOLHYHQWLGLVXFFHVVRRLQVXFFHVVRVLVSDOPDQR
QHOWHPSRDOORQWDQDQGRLOJLXGL]LRVXOODUHVSRQVDELOLWjSHUVRQDOH0D
VHF¶qJXHUUDO¶HVLWRFRPSDUHLQSRFKLDQQLHLPSOLFDLPPHGLDWDPHQWH
O¶RSHUDWRGHJOLDWWRUL4XLQGLODGRPDQGD³FDSLYDQR"´qFUXFLDOH(E
EHQHXRPLQLFRQVLGHUDWLJHQLDOLDUULYDQRLQGXHRWUHDQQLDOO¶HVLWRQRQ
VRORGHOODVFRQILWWDHPRUWHGLPLOLRQLGLFRQFLWWDGLQLSDUWHFLSDQWLSDV
;Prospettive
VLYLPDDOODSURSULDPRUWHYLROHQWDSHUVXLFLGLRRLPSLFFDJLRQHRIXFL
OD]LRQH&HUWRQRQHUDTXHVWRFLzFKHYROHYDQR&¶qPDJDULGDPHWWHUH
LQFRQWRO¶HEEUH]]DGHOULVFKLRFRQQHVVRDOODYLVLRQHGLLPPHQVDJORULD
IXWXUD4XHVWRYDOHSHUOHLPSUHVHGHOVLQJRORLOGXHOOROHVILGHPRUWDOL
PDEHQGLYHUVRqLOULVFKLRFKHLPSOLFDLQWHUHQD]LRQLOHLPSUHVHVYL
OXSSDWHVXXQGRPLQLRGLFRLQYROJLPHQWRFROOHWWLYR(DQFKHQHOGRPL
QLRGHOODVILGDFROOHWWLYDF¶qXQHQRUPHVDOWRTXDQWLWDWLYRIUD1DSROHRQH
VFRQILWWRD:DWHUORRHUHOHJDWRQHOO¶LVROHWWDGL6DQW¶(OHQDILQRDOODVXD
PRUWHHO¶LQWHUDFODVVHGRPLQDQWHQD]LVWDHOLPLQDWD1HOOHJXHUUHF¶qXQ
DYYHUVDULRFKHKDHTXLYDOHQWLSRWHULHSURSHQVLRQHSHULULVFKLPDFKH
ULVXOWDYLQFLWRUH(ODYLWWRULDQRQVLRWWLHQHFRQOHEXRQHLQWHQ]LRQLPD
FRQXQDPDJJLRUHFDSDFLWjGLRIIHVD$OORUDIUDLGXHFRQWHQGHQWLLOYLQ
FLWRUH q TXHOOR FKHDYHYD SUHYLVWRPHJOLR" 3UHYHGHUH PHJOLR LPSOLFD
DUPDUVLPHJOLR)RUVHVu6HLPLVVLOLGLYRQ%UDXQIRVVHURVWDWLJXLGD
ELOLH/RQGUDUDVDDOVXRORFRPHVDUHEEHDQGDWDODVWRULD"0DQRQIX
FRVu,OFRQWUROORGHOODWUDLHWWRULDGLXQPLVVLOHLPSOLFDO¶RSHUD]LRQHGL
VSLQWHFRUUHWWLYHFDOFRODWHLQLQWHUYDOOLGLWHPSREUHYLVVLPLFKHVRORL
FDOFRODWRULGLJLWDOLVDQQRIDUH(WDOLVWUXPHQWLQRQHVLVWHYDQRQHO
$QFKHLQ,WDOLDPROWLXRPLQLSRWHQWLFRQWDYDQRVXOODYLWWRULDPLOL
WDUH&HUWRTXDOFXQRFDSLYD(QULFR)HUPLQHJOLXOWLPLJLRUQLGHOGL
FHPEUHVLWUDVIHULVFHLQ86$HODFRQWLQXD]LRQHSDVVDGDOO¶DOWUD
SDUWH3HUFKpF¶qXQD³DOWUDSDUWH´
3HUSUHYHGHUHRFFRUUHDYHUHLQIRUPD]LRQLFKHVRORLOSRWHUHSXzGDUH
(FFRSHUFKpODVXSHUILFLHGHOOD7HUUDqFRVWHOODWDGLEDVLPLOLWDULWHUUH
VWULDHUHHQDYDOLGLQDVFRQGLJOLSHUERPEHQXFOHDULHPLVVLOL'LQXRYR
TXHVWDPDSSDqQRWDDSRFKLXRPLQLHODGRPDQGDVLULSURSRQHFDSL
VFRQR"(VHVEDJOLDQRGRYHVDUjO¶DOWUDSDUWH"
/DILQHVDQJXLQRVDGHOODpOLWHQD]LIDVFLVWDFLKDSHUPHVVRGLYHGHUH
FKLqVWDWRLOYLQFLWRUHPDQRQFLKDLQVHJQDWRDFDSLUHFRPHVLSXzSHQ
VDUHPHJOLRHSUHYHGHUHPHJOLR
/DPDSSDGHOODJOREDOL]]D]LRQH
1HOODVWRULDGHOSLDQHWD7HUUDVLRVVHUYDQRGHOOHHUHGLQDPLFKHGLVWLQ
JXLELOLVHFRQGRFULWHULFKHSRVVLDPRULFDYDUHGDOORVWXGLRGHLUHVWLLQRU
JDQLFLGLWDOHHUDLVHGLPHQWLIRVVLOLFKHVRQRGDWDELOL/DILQHGLXQ¶HUD
QRQqODILQHGHOODGLQDPLFDGHOODVXSHUILFLHWHUUHVWHPDqODWUDQVL]LRQH
/DPDSSDGHOGHQDUR
DXQDQXRYDHUD&HUFDQGRXQDDQDORJLDFRQTXHVWLVWXGLSRWUHPPRGH
QRPLQDUH OD ILQH GHO PRQGR DQWLFR LQ PRGR GLYHUVR FLRq WUDQVL]LRQH
GDOODGLQDPLFDGHOPRQGRDQWLFRDOODVXFFHVVLYDGLQDPLFD,OSUREOHPD
DOORUDVLVSRVWDFLSRVVLDPRFKLHGHUHVHKDVHQVRSDUODUHGLSHUPDQHQ]D
GHOODVSHFLHXPDQDOXQJRLOWHPSR GL PROWH HUH ( SRL FL VDUj OD ILQH
GHOOHPROWHHUH&¶qTXDOFRVDGLVLPLOHXQDVHJPHQWD]LRQHWHPSRUDOH
SHU OH DOWUH VSHFLH YLYHQWL" /¶XRPR FRPSDUH DSSURVVLPDWLYDPHQWH
QHOO¶XOWLPRPLOOHVLPRGHOODYLWDGHOODELRVIHUDHTXLLOFRQFHWWRGLWHPSR
qTXHOORGHOODILVLFDQRQTXHOORGHOOD%LEELD6LDPRDOO¶LQL]LRDPHWj
DOODILQHGLTXHVWDSHUPDQHQ]D"
7XWWHOHVSHFLHYLYHQWLVRQRORFDOL]]DWH LQ QLFFKLH GLQDPLFKHVROR
O¶XRPRUHFHQWHPHQWHqGLYHQWDWRJOREDOHÊIDFLOHGLUHFKHGRSR&UL
VWRIRUR&RORPERLOPDSSDPRQGRqVIHULFRHQRQSLSLDWWRSHUzODQR
VWUDORJLFDJLRUQDOLHUDFRQWLQXDDHVVHUHGHOWLSRTXLqYLFLQRHODJJLq
ORQWDQRFLVRQRUHWLGLYHUVHSHUFXLLRWUDIILFRGHORFDOL]]DQGRHIDFFLR
IRUWXQDÊODORJLFDGHOOHPD[LQDYLHGHLPD[LWUHQL&RVuUDJLRQDQGR
LOSDVVRVXFFHVVLYRqTXHOORGHOODPD[LQDYHFKHWRUQDFDULFDDOSRUWRGL
SDUWHQ]DGRSRDYHUFLUFXPQDYLJDWRWXWWDOD7HUUDHGHOPD[LWUHQRFKH
VLPLOPHQWHWRUQDDFDVD/DGLQDPLFDLQWHUQDQHOIXWXURFRLQYROJHWXWWD
OD7HUUD(ODGLQDPLFDHVWHUQD"(VWHUQRDOODFROOHWWLYLWjXPDQDF¶qOD
ELRVIHUDSRLO¶HQHUJLDHVWUDWWDGDOOHULVRUVHIRVVLOLHLQILQHLOIOXVVRGL
IRWRQLSURYHQLHQWHGDO6ROH3HUTXDQWRULJXDUGDLOIOXVVRGLIRWRQLHVVR
SRWUHEEHHVVHUHFDSWDWRGDOODGLQDPLFDWHFQRORJLFDHQHUJLYRUDLQPRGR
LQVLSLHQWHFLRqSHUWXUEDQGRLOFLFORGHOFOLPD3HUTXDQWRULJXDUGDO¶LQ
WHUD]LRQHFRQODELRVIHUDODWHFQRORJLDGLDFFHVVRqODJHQHWLFDHLOPRGR
LQVLSLHQWHqTXHOORGLSHUWXUEDUHLOFLFORGHOODELRVIHUD,QILQHF¶qO¶HQHU
JLDGDVRUJHQWHIRVVLOHQXFOHDUHFKHUHVWDFRPHSRWHUHPLOLWDUHLPSR
QHQWHQHOSUHVHQWHHQHOIXWXUR/¶LQWHUIDFFLDIUDO¶XRPRHODGLQDPLFD
HVWHUQDqGLSHQGHQWHGDOODWHFQRORJLDTXHOODFRVDFKHFRPHDEELDPR
GHWWR q O¶LQSXW LPSUHYHGLELOH 4XHVWR YXRO GLUH SUHYLVLRQH ]HUR" 1R
SHUFKpODUHOD]LRQHIUDWHFQRORJLDHVFLHQ]DFRQWLHQHGDXQDSDUWHO¶XVR
FLHFRFKHO¶XRPRIDGHOOHLQQRYD]LRQLWHFQRORJLFKHPDGDOO¶DOWUDO¶DS
SURIRQGLPHQWRGHOODFRQRVFHQ]DGHOOD1DWXUDFKHSXzDJLUHDOO¶RSSRVWR
FRPHLQSXWGLVDJJH]]D$SDWWRFKHODFRQRVFHQ]DVFLHQWLILFDVLDUHFH
SLWDGDOODYLWDVRFLDOH&LVRQRXRPLQLVFLRFFKLHXRPLQLVDJJLFKHFDP
PLQDQRYHUVRLOIXWXUR)RUVHPROWLVFLRFFKLHSRFKLVDJJLqFUXFLDOH
YHGHUHVHF¶qXQPL[RWWLPDOHSHUJXLGDUHODVSHFLHXPDQDQHOODWUDQVL
]LRQHYHUVRODFRQWLQXD]LRQHGHOODYLWD
;Prospettive
VLELOLWjGLUDJJLXQJHUHODHVWULQVHFD]LRQHGHOODSURSULDSRWHQ]LDOLWjQD
WXUDOH´FKHFLULSRUWDVXOODWHUUD4XHVWDGHILQL]LRQHPLVFHODODJHQHWLFD
LQGLYLGXDOHHODJHQHWLFDGLSRSROD]LRQH2JJLF¶qFKLVLVHQWHHVWULQVH
FDWRVHFRPSUDXQHOLFRWWHURXQR\DFKWHQRUPHDVVRJJHWWDPROWHIHP
PLQH LQVRPPD VH PDQHJJLD PROWR GHQDUR H OR PDWHULDOL]]D FLRq OR
HVWUDHGDOODFRQGL]LRQHDVWUDWWDGHOODEDQFDUHQGHQGRORUHDOHQHLPRGL
GHWWLVRSUD4XHVWDHVWULQVHFD]LRQHqPROWRDUWHIDWWDqLQWHUHVVDQWHYH
GHUHFRVDF¶qQHLSDVVLSUHFHGHQWLFLRqSHUFKpJOLSLDFHIDUHFRVu&L
VRQR XRPLQL FKH KDQQR TXHVWD SRVVLELOLWj GL DFFHGHUH DO GHQDUR H VL
VXLFLGDQR(UDVEDJOLDWRLOSDVVRGDOODEDQFDDOOR\DFKWSHUHVHPSLR
/¶HVWULQVHFD]LRQHqSLFRPSOHVVD&¶qLQIDWWLLOULFFKLVVLPRFKHVLGH
GLFDDVSRUWIDWLFRVLVVLPLHFRVuOLEHUDODSURSULDFDULFDLQWHUQDHORID
FRQOLEHUDVFHOWDQRQSHUXEELGLHQ]D/XLJL;9,VLDO]DYDSUHVWLVVLPR
DOPDWWLQRSHUGHGLFDUVLDODYRULDPDWLHSRLWRUQDYDDOHWWRSHUODQRLRVD
FHULPRQLDGHOODYHVWL]LRQHDOFRVSHWWRGHLQRELOL,QVRPPD GREELDPR
SDUODUHGLHVWULQVHFD]LRQHOLEHUDHTXLHQWUDO¶LQWUHFFLRFRQODGLQDPLFD
FROOHWWLYDFKHqVDQDVHSHUPHWWHO¶HVWULQVHFD]LRQHLQGLYLGXDOHOLEHUD
0DOLEHUDQRQYXROGLUHDUELWUDULDYXROGLUHLQDUPRQLDFRQODELRVIHUD
ÊIRUVHTXHVWRXQFRQFHWWRDVWUDWWRGLIILFLOH"1RqODFRVDFKHFDSLVFH
RJQL GRQQD FKH SDUWRULVFH XQ EDPELQR VDQR (VVD q UHDOL]]DWULFH
GHOO¶HVWULQVHFD]LRQHSHUIHWWD%HOODqODFROOHWWLYLWjFKHGRSRLOSDUWRQRQ
LPSULJLRQDPDGUHHQHRQDWRLQXQDUHWHGLFRVWUL]LRQLVRFLDOL/DPHGL
WD]LRQHVXTXHVWRWHPDqLOSDVVRSLLPSRUWDQWHSHUYHGHUHLOIXWXUR
/DFROOHWWLYLWjVDQDXVDOHSURSULHULVRUVHWHFQRORJLFKHLQTXHVWHGL
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,QVRPPDSHUJXDUGDUHYHUVRLOIXWXURGREELDPRLQGLYLGXDUHLSHU
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FROWLYDWDLQGXHRWUH8QLYHUVLWjG¶DYDQJXDUGLD1RQEDVWD
Capitolo XI
11.1. Ciclo
173
174 La mappa del denaro
∼ 10 W
à = 1.4 × 10 W
2 W⁄uomo × 7 × 10
à = 3.5 × 10 W ≅ 50 W⁄uomo × 7 × 10
Riserva Q
= 3 × 10 W
Flusso estratto
tto
ILQHµ700 t
oggi ~10
Era del fossile
176 La mappa del denaro
K K K
W W W
Decay
X 1&D.6L0J36$O«
G IOXVVRGLPDVVD]XFFKHURFHOOXORVDSURWHLQH«
W = potenza meccanica esterna
C = ciclo di Calvin
K = ciclo di Krebs
EA = accettore di elettrone
EAH DFFHWWRUHOHJDWRDOO¶LGURJHQR
L = light
D = dark (cioè circa alla temperatura ≈ 300 K
= 5800 K è la temperatura spettroscopica dei fotoni diluiti entranti
Letture consigliate
SERTORIO L. e RENDA E., 2UELWHHYLWDQHOO¶8QLYHUVR, Aracne Editrice,
Roma 2012.
SERTORIO L. e RENDA E., Ecofisica, Bollati Boringhieri, Torino 2009.
SERTORIO L. e RENDA E., Cento watt per il prossimo miliardo di anni,
Bollati Boringhieri, Torino 2008.
MAKARIEVA A.M., GORSHKOV V.G. E LI B.-L., Energy Budget of the
Biosphere and Civilization: Rethinking Environmental Security of
Global Renewable and Non-renewable Resources, Ecological Com-
plexity, 5(4), 2008, p. 281.
&DSLWROR;,,
,OIXWXUR
3UHPHVVD$UPLHGHQDUR
&RVD ID LO GRWWRU 6WUDQDPRUH QHO IDPRVR ILOP GL .XEULFN" &¶q XQD
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;,,Il futuro
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O¶LQSXWVDUjTXHOORGHLIRWRQLVRODUL
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GLFDWRLQ)LJXUDLOOLEHURHURJDWRUHGLSUHVWD]LRQHHLO³FRQVXPD
WRUHDXWRVRVWHQHQWH´SHUFKpFROOHJDWRGLUHWWDPHQWHDOODULVRUVDPHWDER
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ÊXQDUHWHHFRQRPLFDQRQVRVWHQXWDGDHQHUJLDIRVVLOHPDGDIOXVVR
HLOIOXVVRGHLIRWRQLVRODULqFRQYRJOLDWRLQGXHFDQDOLIRWRVLQWHWLFRH
IRWRYROWDLFR,OSULPRQXWUHOD1DWXUDFKHKDVFRSHUWRODUHDOL]]D]LRQH
GLGLQDPLFDFLFOLFDLOVHFRQGRQXWUHO¶HQHUJLDLQHFFHVVRGHOO¶XRPR/D
GLQDPLFDPHVVDLQD]LRQHGDOIOXVVRIRWRYROWDLFRRSHUDGLUHWWDPHQWHVXO
PRQGRLQRUJDQLFRHSRLLQGLUHWWDPHQWHVXOODGLQDPLFDVRFLDOH/¶LQWH
UD]LRQHLQRUJDQLFDSDUWHGDPRWRULHOHWWULFLQRQDSSDUWLHQHDOODFODVVH
GHOOH FRPEXVWLRQL H TXLQGL QRQ KD DOO¶RULJLQH XQ LQTXLQDPHQWR FKL
PLFR&LzSRVWROHPDQLSROD]LRQLILVLFKHLQGLUHWWHVRQRPROWHSOLFLQRQ
FODVVLILFDELOL D SULRUL GLSHQGRQR GDOO¶DUELWULR GHOO¶XRPR /¶RVVHUYD
]LRQHFUXFLDOHqTXHVWDGDWRFKHLOIOXVVRGLSRWHQ]DHQWUDQWHqSHUHQQH
O¶HIIHWWRGHOOHWUDVIRUPD]LRQLILVLFKHHFKLPLFKHLQGRWWHqFXPXODWLYRD
PHQRFKHODILVLFDVFRSUDLOPRGRGLUHQGHUHWDOLWUDVIRUPD]LRQLFLFOLFKH
4XHVWRqFRPSLWRGHOODULFHUFDILVLFD H FKLPLFD IXWXUD 3DVVLDPR DOOD
GLQDPLFDVRFLDOH/HPDFFKLQHD]LRQDWHGDOODGLQDPRIRWRYROWDLFDRSH
UDQRVXOODUHWHHFRQRPLFD/DGLUDPD]LRQHGHLSURGRWWLHGHOOHPDFFKLQH
GHYHHVVHUHFRPSDWLELOHFRQODGLVWULEX]LRQHGHLPHPEULGHOODVRFLHWj
VXOWHUULWRULRGDFXLVHJXHODGLQDPLFDGHOPHWDEROLVPRXPDQR4XHVWH
GXHGLQDPLFKHTXHOODGHLSURGRWWLHTXHOODGHOPHWDEROLVPRGHYRQR
HVVHUH DXWRFRQVLVWHQWL /D UHDOL]]D]LRQH GHOOD SURSULHWj GL DXWRFRQVL
VWHQ]DqFRPSLWRGHLOLQJXDJJL5HOLJLRQH6WDWR(FRQRPLDÊHYLGHQWH
FKHTXHVWLOLQJXDJJLGRYUDQQRHVVHUHSURIRQGDPHQWHULQQRYDWL
9HGLDPRDOFXQLHVHPSL
ODYLROD]LRQHGHLFLFOLQDWXUDOLGHYHHVVHUHSURLELWD5HOLJLRQH
O¶DFFHVVRDOODELRVIHUDGHYHHVVHUHXQGLULWWR6WDWR
LOIOXVVRVRODUHQRQSXzHVVHUHSURSULHWjSULYDWD(FRQRPLD
&DSLUHTXHVWLWUHSXQWLLQPDQLHUDDXWRFRQVLVWHQWHLPSOLFKHUHEEHXQD
VSHFLHXPDQDPROWRPHQRQXPHURVDGHLVHWWHPLOLDUGLGLRJJL
0$.$5,(9$$0H*256+.299*On the scientific analysis of evolution, progress
and future of humanity, (QHUJ\(FRQRPLF7HFKQRORJ\(FRORJ\SS
SSLQUXVVR
&DSLWROR;,,,
$SSDUWHQHQ]DHSURSULHWj
3UHPHVVD1DWXUD1D]LRQH7HFQRORJLD
,OFRQFHWWRGLDSSDUWHQHQ]DKDUDGLFLQHOODILVLFDHQHOODELRORJLD8QD
VWHOODDSSDUWLHQHDGXQDJDODVVLDHODJDODVVLDqGHILQLWDGDLVXRLFRPSR
QHQWLHGDOODORURGLQDPLFD6XVFDODSLSLFFRODRVVHUYLDPRXQLQVLHPH
IRUPDWRGDVWHOODHSLDQHWLYDULFRPSRQHQWLFKHLQWHUDJLVFRQRIUDORUR
,QTXHVWRVHQVROD7HUUDDSSDUWLHQHDOVLVWHPDVRODUH3DVVLDPRDOODELR
ORJLD6XOOD7HUUDHVLVWHODELRVIHUDLQVLHPHGLRUJDQLVPLFKHqDOLPHQ
WDWRHQHUJHWLFDPHQWHFLRqWHQXWRLQYLWDGDOIOXVVRGHLIRWRQLVRODUL1H
VHJXHFKHLOFRQFHWWRGLELRVIHUDHGLWXWWLJOLRUJDQLVPLFKHDSSDUWHQ
JRQR DG HVVD q HVWUHPDPHQWH FRPSOHVVR &RPH PDVVD q OHJDWD DOOD
7HUUDPDSHUO¶HQHUJLDqXQ³VLVWHPDDSHUWR´GHOWLSRLQSXWGDOODVWHOOD
±RXWSXWQHOYXRWRÊHYLGHQWHFKHODGHILQL]LRQHGHOODGLQDPLFDGHOOD
ELRVIHUDQRQSXzHVVHUHJHRFHQWULFDPDGHYHHVVHUHFRVPRFHQWULFD,Q
IDWWL OD GRPDQGD VH HVLVWDQR DOWUH ELRVIHUH QHOO¶8QLYHUVR q VHQVDWD
4XDQGRVLHQWUDQHOODELRORJLDFRPSDUHXQFRQFHWWRPROWRGLIILFLOHGD
FDSLUHODSHUPDQHQ]D/DSHUPDQHQ]DqDWWULEXWRGHOO¶LQVLHPHQRQGHL
VLQJROLFRPSRQHQWL,OVLQJRORRUJDQLVPRQDVFHHPXRUHODGXUDWDGHOOD
YLWDSXzHVVHUHGLYHUVLVVLPDIUDOHGLYHUVHVSHFLHGDRUHDFHQWLQDLDGL
DQQL3HUzODELRVIHUDIRWRVLQWHWLFDHVLVWHRPHJOLRDEELDPRLQGL]LFKH
HVLVWDGDIRUVHWUHPLOLDUGLGLDQQL4XHVWDIRQGDPHQWDOHFDUDWWHULVWLFD
ULDVVXPHXQDGLVWDQ]DHQRUPHIUDILVLFDHELRORJLDQRQVXSHUDELOHFRQ
VHPSOLFLUDJLRQDPHQWLGLULGX]LRQLVPRGHOODYLWDDLFRPSRQHQWLPROH
FRODUL6LSXzIDUHTXHVWRHVHUFL]LRPDQRQSRUWDORQWDQR'RSRDYHU
FKLDULWRTXHVWLFRQFHWWLSRVVLDPRGLUHFKHODVSHFLHXPDQDDSSDUWLHQH
DOODELRVIHUDWHUUHVWUH4XLSDUOLDPRGHOO¶XRPRFRPHDQLPDOHRFUHDWXUD
YLYHQWH/DVSHFLHXPDQDqXQDGHOOHWDQWLVVLPHVSHFLHYLYHQWLFKHVRQR
GLVWULEXLWHLQXQRVWUDWRVRWWLOHGHOODVXSHUILFLHGHOOD7HUUDFRQXQDPRU
IRORJLDGLQDPLFDGLDSSDUWHQHQ]DHVWUHPDPHQWHFRPSOHVVD/¶XRPRq
VHPSUHVWDWRDIIDVFLQDWRGDTXHVWDFRPSOHVVLWjFKHFDSLVFHVRORLQSDUWH
/DPDSSDGHOGHQDUR
1HOOD Gioconda GL /HRQDUGR VL YHGH XQR VWXGLR SURIRQGR GHOOD UHOD
]LRQHIUDODFUHDWXUDXPDQDHOD1DWXUDLOFLHORHLOWHUULWRULRFKHPRVWUD
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SDUWLFRODUHGL+LURVKLPDSLQLHQWHEDLRQHWWHFRQODUHFLSURFLWjGHOUL
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&RVDYXROGLUHEHQHFRPXQH",OFDSLUHODPDWHPDWLFDHODILVLFDqXQ
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VDOLWj,OSURJHWWDUHHFRVWUXLUHFDQQRQLERPEHDHUHLHQDYLGDJXHUUD
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YHGHPDVLDGDWWD&RQFOXVLRQH,OSHQVLHURO¶LQWHOOLJHQ]DVLDXWRFRU
UHJJRQRSHUGHILQL]LRQH,OSRWHUHPLOLWDUHKDODFDUDWWHUL]]D]LRQHRS
SRVWD 1RQ VRQR PDL HVLVWLWH JXHUUH ORJLFKH SURJHWWR HVHFX]LRQH HG
HVLWRSRUWDWRULGLEHQHILFLRSHUODVSHFLHXPDQD6HPSUHVLGHYHDVSHW
WDUH FKH OD 1DWXUD GRSR OD JXHUUD ULHVFD OHQWDPHQWH D ULVWDELOLUH XQ
HTXLOLEULR9HGLDPRWUHVSXQWLGLPHGLWD]LRQH&RPHO¶XRPRVDFDSLUH
OD1DWXUDHLOSURSULRPRGRGLDSSDUWHQHUHDGHVVD
$OODILQHGHO6HWWHFHQWR*RHWKHFRPSLHLOYLDJJLRLQ,WDOLD1RQSDVVD
SHULO3LHPRQWHQRQPHWWHSLHGHD7RULQRDYUHEEHSRWXWRYHGHUHODED
VLOLFDGL6XSHUJDGHOVLFLOLDQR-XYDUUDPDQRQORIDÊDWWUDWWRGDOOD
EHOOH]]DGDOODFXOWXUDGDOODVWRULDGDOO¶DUPRQLDGLYLWDGHOO¶,WDOLDPH
ULGLRQDOH&LQTXDQWDDQQLGRSRDYYLHQHO¶XQLWjG¶,WDOLDSHUVWUDGDPLOL
WDUHQRQSHUGLDORJRIUDSHQVDWRUL/DORJLFDGHOSRWHUHLQGXVWULDOHGHO
QRUGYLQFHQWHKDFRPHHVLWRO¶HVRGREHQQRWRHGRORURVRGDOVXGLWDOLDQR
YHUVROH$PHULFKHFKHDYHQGRXQDGHQVLWjGLSRSROD]LRQHPLQLPDDF
FHWWDQRYROHQWLHULWDOHIOXVVRLQLQJUHVVR
6HFRQGR HVHPSLR 'RSR O¶DFFHVVR QDYDOH &ULVWRIRUR &RORPER
GHOO¶(XURSDDOO¶$PHULFDSDUWHODGLQDPLFDGLFRQTXLVWDGLULVRUVHRUJD
QLFKHWHUUDIHUWLOHHVFKLDYLVPRODVFRSHUWDGHOSHWUROLRYLHQHGRSR
/HSRSROD]LRQLDSSDUWHQHQWLDTXHLWHUULWRULLQDWLYL³SHOOHURVVD´VRQR
HOLPLQDWHSHUHYLGHQWHLQIHULRULWjGLGLIHVDDUPDWDHVRGRWRWDOH/DFUH
VFLWDGHOODSRSROD]LRQHVXOWHUULWRULRGHOO¶$PHULFDGHOQRUGqODSLYH
ORFHQHOODVWRULDGHOODVSHFLHXPDQD)RUVHLOFRQFHWWRGLDSSDUWHQHQ]D
QRQqDSSURSULDWRLQTXHVWRFDVR6LWUDWWDGLXQWUDQVLHQWHGHPRJUDILFR
WHFQRORJLFRFKHqDQFRUDLQFRUVR
2JJLO¶RSLQLRQHSXEEOLFDHXURSHDFRPPHQWDHPRWLYDPHQWHO¶DUULYR
GLHVRGDWLSURYHQLHQWLGDO0HGLR2ULHQWHHGDOO¶$IULFD*LjVFDSSDQR
,QYHFH QHO JROIR 3HUVLFR QHO SLFFROLVVLPR VWDWR GHO %DKUDLQ VWD EHQ
VDOGDOD9)ORWWD8VD6XTXHOOHQDYLFLVRQRPLVVLOLQXFOHDULHGURQLFKH
SRVVRQRULGXUUHDOQXOODGLYHUVHQD]LRQL0DQRQqSHUTXHVWRFKHVWDQQR
Ou6RQROuSHUGHWHUPLQDUHGLYHUVLULSRVL]LRQDPHQWLGHOSRVVHVVRGLVYD
ULDWH ULVRUVH HQHUJHWLFKH H PLQHUDULH DSSDUWHQHQWL D TXHL WHUULWRUL /D
5XVVLDqLQDOODUPHHGHVVHQGRDQFK¶HVVDGRWDWDGLSRWHUHQXFOHDUHQRQ
F¶qGDVWDUHVHUHQL$EELDPRULFRUGDWRLFDQQRQLGL1DSROHRQH%RQD
SDUWHFRPELQDWLFROJHQLRGHOJLRYDQHWHQHWHGLYHQWDWR,PSHUDWRUHWHF
QRORJLDQDVFHQWHVROGLWUDVIHULWLLQSRFKLDQQLGDDOFXQHPDQLDGDOWUH
PDQL,OJLRYDQHJHQLRVEDJOLDWXWWRLQ5XVVLDHSHJJLRDQFRUDQHL
;,,,Appartenenza e proprietà
JLRUQLH:DWHUORR$OWURWUDVIHULPHQWRGLGHQDUR6HSDVVLDPRDOOD6H
FRQGD JXHUUD PRQGLDOH WURYLDPR LO VHFRQGR WHQWDWLYR GL RFFXSD]LRQH
GHOOD5XVVLDULFFDGLVSD]LRHGLULVRUVH4XHVWDYROWDOHYLWWLPHVRQR
LQQXPHURPROWRPDJJLRUH+LWOHUILQLVFHSHJJLRGL1DSROHRQHLWUDVIH
ULPHQWLGLGHQDURVRQRPROWRPDJJLRULHO¶DFFHQWUDPHQWRGHOODGLVWUL
EX]LRQHLQSRFKHPDQLDQFRUDSLVSLQWR2JJLF¶qFKLSHQVDDOODWHU]D
LQYDVLRQHGHOOD5XVVLDVWUDWHJLDRFFXOWDPDPLFDWDQWRGLIILFLOHGDFD
SLUHSHUFKLDEELDFRQRVFHQ]DGHOODGLVWULEX]LRQHWHUULWRULDOHPLVVLOLVWLFD
QXFOHDUHJOREDOH,OWXWWRPLUDWRDOODWHU]DUHGLVWULEX]LRQHGHOGHQDUR/D
GLQDPLFDGHOGHQDURqVHPSUHTXHOODVHQLOHDQ]LULPEDPELWD*OLVWUX
PHQWLWHFQRORJLFLVHPSUHQXRYLHVHPSUHSLGLIILFLOLGDFDSLUHVLDGD
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popoli e lingue$GHOSKL0LODQR
'8/%(&&25The Design of Life<DOH8QLYHUVLW\3UHVV1HZ+DYHQ
WUDGLWIl progetto della vita&GH0LODQR
(,167(,1$Il lato umano(LQDXGL7RULQR
*$/%5$,7+-.The Age of Uncertainty+RXJKWRQ0LIIOLQ&RPSDQ\
%RVWRQ
*256+.29 9* 0$.$5,(9$ $0 Greenhouse Effect De-
pendence on Atmospheric Concentrations of Greenhouse Sub-
stances and the Nature of Climate Stability on Earth$WPRVSKHULF
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+DPEXUJ
0$.$5,(9$$0*256+.299*H/,%/Energy Budget
of The Biosphere and Civilization: Rethinking Environmental Secu-
rity of Global Renewable and Non-Renewable Resources(FRORJL
FDOFRPSOH[LW\S
0$.$5,(9$$0*256+.299*On the Scientific Analysis
of Evolution, Progress and Future of Humanity(QHUJ\(FRQRPLF
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0,&+(/,*$Demografie0F*UDZ+LOO,WDOLD0LODQR
0853+<7The Real Population ProblemKWWSSK\VLFVXFVGHGXGR
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6(5725,2/H5(1'$(Ecofisica%ROODWL%RULQJKLHUL7RULQR
6(5725,2 /H5(1'$ (Orbite (e vita nell’Universo) $UDFQH (GL
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6(77,66Paesaggio Costituzione Cemento(LQDXGL
60,7+70H60,7+5/Elementi di ecologiaHGLWDOLDQDWUDGHG
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0LODQR
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&DPEULGJH
:(67 *% H %52:1 -+ The Origin of Allometric Scaling
Laws in Biology from Genomes to Ecosystems: Towards a Quanti-
tative Unifying Theory of Biological Structure and Organization
-RXUQDORI([SHULPHQWDO%LRORJ\S
=$%276Il nucleare, l’emotività e l’ideologia4XDOH(QHUJLDJLXJQR
Indice delle figure
195
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)LJXUD&RQIURQWRIUDLOPRWRUHHROLFRHLOPRWRUHWHUPLFR
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)LJXUD(VHPSLRGLUHWHGLSXURVFDPELRHFRQRPLFRFLRqVHQ]DYLQ
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JLJDQWLVPRGLSURGX]LRQH PRUIRORJLD
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,OLDGH PXWD]LRQLDQDORJKH
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LGLXQDQD]LRQH 2GLVVHD
LGLXQDVSHFLH RVVLGD]LRQH
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,QGLFHGHJOLDUJRPHQWL
SDGGLWLYHQRQFLFOLFKH VRYUDQDLVWHULFD
VWRULDGHOOHS
SWHFQRORJLFKH WHFQRORJLD
VWRULDGHOODW
UHDOWj WHFQRVIHUD
UHVWHUQD WHRULHGRJPDWLFKH
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UVRFLDOH GLQDPLFDGHOOD7
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UHWH
UGLFRPXQLFD]LRQH 7(8
VSHJQLPHQWR GHOOD GLQDPLFD GHOOD WUDIILFRGHLSRUWL
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ULGX]LRQH XQLYHUVRDSHUWR
VFDODGLULJLGLWj
6HDU7RZHU
VLVWHPD
VDXWRQRPRFRQVHUYDWLYR
VDSHUWR
VFKLXVR
VFRPSOHVVR
VGLQDPLFR
leonardia
1. Mario De Paoli
Brain Dynamics for Goal–Directed Social Navigation
isbn 978-88-255-0307-4, formato 17 × 24 cm, 212 pagine, 15 euro