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Corte di Cassazione, sez. III Civile - sentenza 9 dicembre 2014, n. 6393, deposi-
tata il 30 marzo 2015 - Pres. Salmè - Est. Vivaldi - A.A. (avv. V. L. G.) - Banca San
Francesco Credito Cooperativo Canicattì s.r.l. (avv. S. P.)
Pignoramento presso terzi - Conto corrente con saldo negativo - Impignorabilità dei
singoli versamenti - Impignorabilità del saldo negativo - Momento perfezionativo del pigno-
ramento presso terzi (artt. 1823, 1830, 1857 c.c., 543 e 547 c.p.c.)
(Omissis)
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO - A.A. e P.C. hanno proposto ricorso per cassazione
affidato a tre motivi avverso la sentenza della Corte d’Appello di Palermo del 15.12.2010 che -
in un giudizio di accertamento dell’obbligo del terzo, a seguito di pignoramento presso terzi nei
confronti della Banca San Francesco Credito Cooperativo di Canicattì e della mancata compa -
rizione a rendere la dichiarazione di cui all’art. 547 c.p.c. di quest’ultima - ha rigettato l’appello
confermando la sentenza di rigetto della domanda di accertamento da parte del primo giudice.
Resiste con controricorso illustrato da memoria la Banca San Francesco - Credito
Cooperativo - Società Cooperativa a r.l..
Con la sentenza di cui sopra, la terza Sezione della Suprema Corte di Cassazione ha
per un verso ribadito un principio già a suo tempo affermato circa l’impignorabilità delle
rimesse in sé considerate su conto corrente bancario e, per altro verso, andando di contra-
rio avviso a proprio precedente contenuto nella sentenza n. 6106 del 12 marzo 2013 della
stessa terza Sezione, ha ritenuto l’impignorabilità del saldo negativo del conto corrente ban-
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cario, fornendo importante supporto al superamento di un contrasto interpretativo già vivo
nella giurisprudenza di merito.
Incidentalmente sembra potersi poi cogliere dalla motivazione della sentenza in com-
mento anche una ulteriore affermazione di principio, avente carattere innovativo, riguardan-
te il momento perfezionativo dell’espropriazione presso terzi; argomento, quest’ultimo,
oggetto di un vivace dibattito scientifico con opinioni spesso contrastanti sia in dottrina che
in giurisprudenza, individuandolo nella data di notificazione del pignoramento e non in quel-
la in cui viene resa la dichiarazione di terzo o viene comunicata la stessa.
Veniamo ad esaminare i punti che sinteticamente sono stati posti in evidenza.
1 Cass. civ., sez. I, 17 luglio 1997 n. 6558; Cass. civ., sez. III, 25 febbraio 1999 n. 1638.
2 Cass. civ., sez. I, 28 gennaio 1998 n. 831; App. Napoli, sez. IV bis, 23 febbraio 2012.
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2) Sulla impignorabilità del saldo passivo del conto corrente bancario assistito
da apertura di credito o da un’anticipazione bancaria in una fase antecedente all’uti-
lizzazione delle somme.
Il secondo dei principi ricavabili dalla pronuncia in commento ha invece una maggio-
re connotazione innovativa, intervenendo su una questione che specie da ultimo aveva tro-
vato nella giurisprudenza di merito differente soluzione e sul quale la stessa Suprema Corte
si era anche in un recente passato espressa in termini opposti, ritenendo di converso pigno-
rabile l’anticipazione creditizia concessa sulla base della ricostruzione della stessa in termi-
ni di rapporto creditizio astrattamente suscettibile di capacità satisfattiva in quanto costi-
tuente una posizione giuridica attiva dell’esecutato 3.
Invero, nei contratti di concessione di credito quali l’anticipazione bancaria o l’apertu-
ra di credito, l’obbligazione che la banca assume nei confronti del cliente è quella di mette-
re a disposizione delle somme di denaro cui corrisponde un potere per il cliente di preten-
dere la corresponsione delle stesse 4: “l’accreditato non ha obbligo d’utilizzare il credito e
per tale ragione costituisce opinione diffusa che il creditore dell’accreditato non possa agire
in executivis né possa surrogarvisi, posto che l’utilizzazione delle somme messe a disposi -
zione della banca dà luogo ad un obbligo di restituzione” 5.
L’effettiva utilizzazione delle somme di denaro attiene, invece, ad un differente piano
che è quello dell’esecuzione del contratto, mentre il perfezionamento dello stesso si realiz-
za con la semplice messa a disposizione, ossia nella possibilità di attingere al patrimonio
dell’accreditante da parte dell’accreditato fino alla concorrenza di un dato importo 6.
La mancata utilizzazione delle somme, pertanto non fa sorgere un diritto di credito
nella sfera giuridica dell’accreditato che possa essere escusso dal creditore dello stesso in
quanto le somme di denaro inutilizzate restano di proprietà della banca, estranea dal rap-
porto debitorio tra debitore escusso e terzo debitor debitoris.
Infatti “L’apertura di credito bancario è cosa diversa da un mutuo, che mette material -
mente a disposizione del mutuatario una somma di denaro, né si può costruire come una
sorta di mutuo con contestuale deposito presso la banca della somma mutuata.
L’annotazione in conto corrente della somma messa a disposizione del cliente non concre -
12 Morera, in Banca, borsa, titoli di credito, 1999, II, p. 434 ss.; V. Colesanti, Il terzo debitore nel pignoramen -
to di crediti, II, Milano, 1967, p. 505.
13 “Si assiste ad un percorso di evoluzione per specificazione, che nasce con la notifica dell’atto di pigno -
ramento e termina con la dichiarazione positiva e non contesta ovvero con la sentenza emessa all’esito
dello svolgimento del giudizio di accertamento ex art. 548 c.p.c.”: Trib. Santa Maria Capua Vetere - Caserta,
1 agosto 2007.
14 S. Satta, L’esecuzione forzata, in Trattato di Diritto Civile Italiano, Utet, 1963; V. Colesanti, op. cit., p. 375.
15 Cass. civ., sez. III, 5 febbraio 1997 n. 1108.
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Nell’ambito di tale orientamento, poi, una isolata dottrina 16
ha dedotto che gli effetti
sostanziali del pignoramento decorrono solo nel momento in cui il pignoramento si è perfezio-
nato per cui l’indisponibilità prende corpo dalla dichiarazione del terzo o dalla sentenza che ne
accerta l’obbligo. Tuttavia, in ragione degli obblighi di custodia che ai sensi dell’art. 546 grava-
no sul terzo, questi non può liberarsi né disporre in alcun modo del credito per cui si verifica un
effetto di indisponibilità simile a quello del pignoramento che, però, nasce da una causa diver-
sa. Questo determinerebbe che gli atti estintivi volontari verificatesi tra l’atto di pignoramento e
il perfezionamento dello stesso non sono opponibili al creditore pignorante, mentre i fatti estin-
tivi involontari che sono coperti dalla previsione dell’art. 2917 c.c. sono invece opponibili.
Al contrario la dottrina dominante e la giurisprudenza prevalente ritengono che gli
effetti del pignoramento si esplicano ancor prima che lo stesso sia perfetto potendosi distin-
guere l’opinione di chi ritiene che tali effetti si determinano all’atto di notifica del pignora-
mento salvo caducarsi in caso di mancato perfezionamento dello stesso e l’opinione di chi
ritiene che essi si determinano solo con il perfezionamento ma retroagiscono fin dal
momento della notifica.
In ogni caso, in tutte le opinioni richiamate, al momento perfezionativo del pignora-
mento vengono ricollegati di fatto ben pochi effetti di cui sicuramente il più rilevante è quel-
lo secondo cui l’esistenza del credito pignorato deve essere valutata non con riferimento al
momento della notifica del pignoramento ma avendo riguardo all’epoca della dichiarazione
del terzo o del giudizio di accertamento 17. Risulta invece “irrilevante che il credito non esi -
sta al momento della notificazione del pignoramento, dovendosi escludere che l’inesisten -
za del credito in quel momento determini una qualche nullità del processo esecutivo” 18. E
tale soluzione sarebbe confermata sia dal dato letterale dell’art. 547 c.p.c. che dà rilievo al
momento della dichiarazione per l’individuazione delle somme o delle cose di cui il terzo è
debitore, sia da una lettura del diritto di azione in via esecutiva conforme al principio di effet-
tività della tutela giurisdizionale.
In definitiva la dichiarazione rileva essenzialmente poiché se un credito sorge entro
tale momento, e quindi dopo la notifica dell’atto di pignoramento, quest’ultimo sarà comun-
que ritenuto valido ma l’inopponibilità degli atti di disposizione del credito posti in essere dal
terzo pignorato o dallo stesso debitore esecutato si produrrà fin dalla notifica dell’atto di
pignoramento 19.