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Il capolavoro di San Giorgio è il basamento.

Donatello si supera perchè le novità trovano una nuova strada.


Nel basamento lui racconta l’ agiografia (la sua vita) dove combatte contro il drago e il
salvataggio della principessa.
Qui per la prima volta le regole e i principi della prospettiva vengono applicate in scultura.
Per fare questo passaggio è necessaria l’invenzione di una precisa tecnica.
Viene applicata la tecnica dello STIACCIATO tecnica scultoria inventata da donatello che
permette di inserire le tecniche grafiche di prospettiva nella scultura. Basso rilievo.
Permette allo sculture di scolpire in prospettiva. È l’inizio del linguaggio prospettivo per la
scultura.
Lo spazio viene utilizzato in maniera differente.
Riconosciamo una linea terra e sopra c’è la linea dell’orizzonte. Al centro della linea di
orizzonte c’è un punto (punto di vista dello spettatore) e punto di fuga.

Comincia a lavorare dai medici e fa il David mercurio


L’uomo grazie alla ragione prende le sue scelte. David contro Golia.
La scultura celebra la vittoria della ragione sulla mostruosità. È più
laico e antropocentrico rispetto al racconto biblico.
Dal punto di vista artistico è perfetto. Ispirazione classica. Alla metà del
1400 si torna al classicismo greco antico.
Stato di gimnos (erano decenni che non si vedeva un uomo nudo
perché era considerato peccato). Posa chiastica.
BRONZO quindi utilizzo della tecnica a cera persa.
Lui si distoglie un po’ dal racconto biblico: ad esempio la corona
d’alloro non c’entra. Oppure i calzari alati che indossa. L’alloro e i
calzari ricordano delle caratteristiche iconografiche di mercurio.
Mercurio che sconfigge Argo//David che sconfigge Golia.
Donatello lascia Firenze e va a Padova (per i successivi 10 anni).
La richiesta più importante è civica.
Gli viene fatta dal comune. Serve un monumento celebrativo che si chiama
GATTAMELATA. Viene rappresentato Erasmo da Narni (soprannominato gattamelata).
Monumento equestre dedicato al personaggio politico. Lui ha combattuto per i padovani.

Donatello sta tornando ad una iconografia classica,


ma romana. Infatti venivano dedicate statue agli
imperatori con cavalli. Sicuramente avrà visto il
monumento equestre di Marco Aurelio (roma). (Lui
era stato a roma).
Erasmo sembra già adulto, e viene rappresentato
come un uomo saggio e maturo.
Correlazioni con elementi: il bastone del comando
a dx e la posizione a sx della spada e fodera, che
lateralmente si completano.
Questo però non è un monumento funebre. È un
CENOTAFIO.
La base prende forma di una tomba ma dentro non
c’è nessuno.

La sua stagione comincia a chiudersi. È nei suoi 70 anni e vede la sua Firenze cambiare.
Brunelleschi e i suoi amici sono morti. Però lui è vivo ed è triste—> drammaticità nelle sue
opere.—> la Maddalena.

Viene scolpita in un pezzo di legno e sembra brutta, scolpita,


sciatta. Piega i materiali al suo scopo. Nel bronzo o nel marmo non
sarebbe arrivata una cosa cosi sporca, grezza, spigolosa.
I capelli sembrano sporchi, sembra scheletrica e svuotata. I piedi
sono scarni e sembrano un tutt’uno con la roccia.
È una delle opere piu macabre.
MASACCIO (Tommaso di Sergiovanni di mone cassai)
È uno dei tre piu importanti artisti del primo rinascimento (Donatello Brunelleschi)

Nasce nel 1401 e muore nel 1428. Muore a 27 anni. Ha 23 anni di


differenza da Brunelleschi e più giovane di Donatello.
Lui arriva nella pittura a fare intuizioni. Donatello nella scultura,
Brunelleschi nell’architettura.
Subito lui si interessa agli altri grandi D e B.
Lui viene ricordato come Masaccio (tommasaccio) perche non gli
interessavano le sue condizioni igieniche (trasandato puzzava).
Lui non ha tempo da perdere, deve disegnare (chissene frega se puzzo
ma in mezz’ora magari mi viene una idea top) -Giorgio Vasari-.
Studia Giotto, supporta il riferimento giottesco e li unisce alle idee di Donatello e
Brunelleschi.
—> pittura nuova.

Giotto: rendere le cose realistiche. Si basa sul chiaro scuro (bianco nero, luce ombra in
maniera molto forte).
Brunelleschi: insegnante di prospettica di Masaccio. Profondità…
Donatello: uomo centro dell’opera: umanità

Poi incontra Masolino da Panicale. Ha 15 anni in più rispetto a Masaccio.


Le prime opere di Masaccio sono in collaborazione con Masolino.
Tra il 24 e 25 realizza Sant’anna Metterza nella Chiesa di santi’ Ambrogio a Firenze.
Sant’anna viene rappresentata per terza. Viene
rappresentata la madonna in trono col bambino in
grembo e Sant’anna dietro. Attorno ci sono degli angeli
turibolanti e reggicortina.
È una tavola a 4 mani, Masaccio e Masolino ci lavorano
insieme. Chi ha fatto cosa?
La madonna col bambino sono di Masaccio
Viene dato un volto una espressione a Sant’anna (madre
di Maria)—> rughe vecchiaia.
Il bambino ha una iconografia differente. Maria e il
bambino sono un blocco unico. Maria si siede e anche se
ha il vestito addosso si capisce che si piegano le
ginocchia, e quindi appoggia il bambino alle ginocchia.
Poi Maria stringe il bambino, la forza con cui lei tiene il
bambino. Masolino deve mettere in relazione Sant’anna e
madonna dipinta da Masaccio. Sant’anna sembra lei
seduta sul trono e Maria per terra. Dovrebbe stare alle
spalle. Anna si sporge in avanti per toccare Maria (mano
dx). Differenza tra come Anna tocca Maria e Maria tocca
Gesù. L’altro braccio di Anna, sta cercando di difendere
la testa del bambino. Sembra però una distorsione del
braccio più che prospettiva.
Il chiaroscuro di Masaccio è molto concreto (maria) e il bambino; mentre Masolino è
delicato, tinte piu leggere.
I due angeli alla base sono angeli gotici, eleganti e magrolini ed estremamente piccoli,
sono dipinti da Masolino. Problemi di prospettiva.
L’angelo in alto a dx è di Masaccio. Abbina il verde al rosso (come Giotto nel cristo in
croce). Usare i colori complementari da luminostià al dipinto.
croce). Usare i colori complementari da luminostià al dipinto.

Colore complementario è quel colore primario che non è stato utilizzato per creare quello
secondario.

Coppia di colori che sono messi in relazione uno è secondario e uno primario che non è
servito a generalo
Colori Primari:
1.I colori primari sono i tre colori di base che vengono utilizzati
come fondamento per creare tutti gli altri colori attraverso la
miscelazione. Questi tre colori primari sono:
Rosso: Il rosso è uno dei colori primari ed è essenziale per la
formazione di altri colori.
Blu: Il blu è un altro colore primario che, insieme al rosso, è
utilizzato per creare una vasta gamma di colori.
Giallo: Il giallo è il terzo colore primario e gioca un ruolo
fondamentale nella mescolanza
dei colori.
2. Colori Secondari:
I colori secondari sono il risultato della miscelazione di due colori primari in parti uguali. Ci
sono tre colori secondari:
Verde: Si ottiene dalla miscelazione del blu e del giallo.
Arancione: Si forma dalla combinazione di rosso e giallo.
Viola: Si crea mescolando il rosso e il blu.
3. Colori Complementari:
I colori complementari sono colori che si trovano esattamente dall'opposta parte della
ruota dei colori rispetto a un altro colore. Questi colori, quando messi insieme, creano un
forte contrasto visivo. Ecco alcuni esempi di coppie di colori complementari:
Rosso e Verde: Il rosso e il verde sono complementari e creano un forte contrasto visivo.
Questa coppia di colori è spesso utilizzata in design e arte.
Blu e Arancione: Il blu e l'arancione sono anch'essi colori complementari che possono
creare un effetto visivo accattivante.
Giallo e Viola: Il giallo e il viola sono un'altra coppia di colori complementari che possono
essere utilizzati per ottenere un contrasto visivo.

——————-
Masaccio va a Pisa e fa il POLITTICO di PISA, unione di tavole diverse.

Oggi non vediamo più il polittico ma solo una parte,


hanno smontato il polittico, perchè da un’opera ne
fanno molte di più, ma molte sono sparite, quelle in
bianco sono sparite o andate distrutte.
La parte piu importante è in centro e poi altre nella
PREDELLA.
La tavola centrale è la madonna in trono con bambino
e 4 angeli.
Qui abbiamo un trono perfetto dal punto di vista della
prospettiva, la profondità è evidenziata.
La Madonna è altrettanto massiccia come il trono. Ha un
realismo nuovo. È rialzata rispetto agli altri. Grazie al gioco del
velo—> struttura piramidale. Sotto quel velo sappiamo che cè
un corpo e ne distinguiamo la parti (ginocchia, gambe, piede)
—> spazio reale e realismo.
Il bambino è molto evidente è spesso, ha un peso, realismo
con lezione di Giotto e Brunelleschi.
Il salto di qualità è messo in risalto dallo spazio ma anche dai
personaggi.
I personaggi ci fanno cogliere un senso materno, intimo,
familiare, senso umano. È una mamma col bambino.
(Nessuno dei personaggi ci guarda, perchè la madonna non
cerca di attirare la nostra attenzione). Troviamo una madre
stanca che deve accudire il bambino. Lei sta dando da
mangiare dell’uva al bambino.
È una condizione unica della madre, intima.
Il bambino ci guarda.
L’uva è il simbolo del sangue versato. Quindi lui sa già tutto, sa di
essere anto per morire per togliere il peccato.
Anche l’ aureola è in prospettiva. Di solito era un piatto dietro la testa ma per dare l’idea
che il disco vada dietro, diventa un’ellisse e va sopra, non dietro.
L’ aureola di Maria invece è vecchio stampo, forse fatta prima.
Intorno ai soggetti ci sono le figure angeliche. Sono 4 angeli sempre più piccoli rispetto a
Maria. Però si capisce precisamente dove sono.
I 2 angeli davanti servono per la prospettiva, sono davanti e i basso a Maria, anche le
chitarre sono in obliquo per la profondità.
Lo stile di Masaccio supera il medioevo.

Sopra Maria, nella cimasa troviamo la crocifissione.


Troviamo delle novità concettuali: deve esserci
coerenza tra le tavole. Se Maria al centro è un
prospettiva centrale. Quella sopra deve essere vista
dal basso verso l’alto. Il corpo di cristo è un
capolavoro, cromatico, le braccia che cascano, il
realismo, i piedi fissati col chiodo. Non ha il collo, la
testa appoggiata sopra le spalle troppo in avanti.
Perchè vedere una persona dal basso non si vede il
collo. Però il risultato finale non è visivamente dei
migliori, perchè sembra decapitato.
Figura davanti è la Maddalena, disperazione. Lunghi
capelli. È stata aggiunta dopo. Lei fa emergere il
dramma del racconto e attira la nostra attenzione.
Di Maddalena non vediamo il volto, ma basta il suo
gesto per capire che è disperata.
Il colore di quella veste sembra usato apposta per
attirare l’attenzione. Con le braccia ci porta verso
cristo.
Dopo Pisa torna a Firenze e poco dopo gli viene commissionato un’altra opera tra il 25 e il
26.
Un ciclo di affreschi per la CAPPELLA BRANCACCI. Il committente è Felice Brancacci.
Hanno una cappella privata. Per decorarla chiede a Masaccio.

Masaccio accetta di dipingere le tre


pareti e accetta. Non aveva mai
fatto un affresco e quindi chiede la
collaborazione di Masolino.
Dividono lo spazio in 2 livelli
(superiore e inferiore), da dividere
in 12 episodi. Episodi della vita di S.
Pietro.
10 dei 12 episodi sono dedicati a
Pietro, 2 sono come antefatto, sono
una introduzione. Sono nel punto
piu alto dell’entrata. Sono dedicati
ad Adamo ed Eva. 1) Il peccato
originale e 2) la cacciata dal
Paradiso.
6 episodi li dipinge Masaccio e 6 Masolino. —> usare un unico punto di vista per tutti gli
episodi.—> coerenti. Quindi da centro tutto è in prospettiva.

Dopo un anno Masolino se ne va in Ungheria e lascia Masaccio a finire.


Nel mentre Masaccio accetta un incarico a roma e li muore.
Masolino in Ungheria, Masaccio morto—> Filippino Lippi viene chiamato dai Brancacci per
finire gli episodi.
Il padre (Fra Filippo Lippi, perchè è un frate che si impegna nella pittura), sarà il maestro di
Botticelli.
Frate col Figlio????? Fra Filippo lasciava il suo monastero di notte per andare dalle suore
di fianco (Vasari).

Quello a sinistra, è dipinto da Masolino. Gambe


lunghe. Alberello con un ramoscello dove c’è il
serpente tentatore. Rende l’animale antrpomorfo. Il
serpente ha la testa umana che parla ad Adamo ed
Eva. La loro reazione è molto perplessa. Lei rimane
con il torsolo della mela in mano.
L’ambientazione. I corpi sembrano galleggiare nello
spazio. Non sembra che ci sia un pavimento. Non
capiamo il peso.

Quello a destra invece che è di fianco è di Masaccio.


Vengono cacciati dal paradiso con un angelo dietro. Il
chiaro scuro e la plasticità prende il sopravvento.
Prospettiva. I piedi stanno poggiati per terra e noi
capiamo il loro peso. Troviamo anche l’ombra che
rende tutto molto più reale. La porta dietro è in
prospettiva e Adamo ha ancora un piede nella porta.
La rabbia divina è rappresentata dalle frecce nere che arrivano dalla porta e angelo con
spada.
prospettiva e Adamo ha ancora un piede nella porta.
La rabbia divina è rappresentata dalle frecce nere che arrivano dalla porta e angelo con
spada.

Le due persone sono consapevoli del peccato e riesce ad esprimere la vergogna. L’uomo
reagisce alla vergogna piangendo, ma non vuole mostrarsi debole e si copre il viso.
Eva invece reagisce al contrario. Si vergogna della sua nudità simbolo di peccato. Si copre
il seno e l’intimo, lasciando però in bella vista il volto. È un volto disperato, bocca
spalancata. Espressione percepibile e reale.

IL TRIBUTO

Gesù e la sua banda si trovano davanti alla città di Cafarnao. Trovano il gabelliere (quello
che chiede il pagamento della Gabella.—> per accedere alla città devi pagare per il tempio
di gerusalemme. Gesù: tu non sai di chi sono figlio ahhhahah).
Gesu: “pietro, lui vuole che noi paghiamo. Vai a pescare e nel primo pesce che trovi,
troverai una moneta.”
Così accade.
Tema sacro, religioso, cristiano, miracoloso.
La narratività sarebbe dovuta essere staccata in episodi, divise in colonne o cornici.
Però lui con la prospettiva riesce a dipingere insieme.
In un unico spazio, 3 fasi distinte dello stesso episodio.

Linea terra, linea di orizzonte. Il punto di fuga è gesu.


SX: scena 2
CENTRO: scena 1
DX: scena 3

Pietro è triplicato, in tutte le scene. Tutti hanno aureola in prospettiva.


I palazzi sono perfetti come tempo: arco a tutto sesto e balconi tipici dell’epoca.
SANTA MARIA NOVELLA: LA TRINITÀ.

Deve rappresentare il dogma della trinità.


Scenario prospettivo. Volta a botte.
Decorazioni classiciste. Vasari dice che il
cartone preparatorio deve essere stato
fatto da Brunelleschi perche è bello.
Geometricamente è tutto perfetto.
ILLUSIONE TOTALE.
È una stanza che diversi livelli: basso che
sale verso l’alto. E man mano si entra in
profondità.
Più siamo in basso più siamo terreni.
Più si va verso la volta più troviamo il
sacro.
Dio rappresentato per la prima volta nella
sua interezza.

Bicromia tra i rossi e i blu—>importante.

Sotto c’è la tomba, e i committenti sono


inginocchiati sulla morte.
C’è un memento mori: ricorda che devi
morire.
“Io fui già quello che voi siete, quello che
io sono voi sarete.”

I committenti stanno pregando davanti al


timore della morte.

Poi va a roma, e muore avvelenato: qualche giorno prima è tornato Masolino dall’Ungheria
PITTURA FIAMMINGA
1430-1440
Bruxelles Bruges Gand e Anversa sono i centri più importanti dove si sviluppa l’arte
fiamminga.

In questa regione si sta sviluppando un’arte molto attenta alla realtà. Nel resto d’Europa
non era successo. A parte Firenze nel resto c’era ancora solo il gotico.
Anche in questa area geografica si supera il teocentrismo e si dimentica il gotico—> arte
più realistica.
La rivoluzione dei fiamminghi sono legate tutte alla pittura (a Firenze era rivoluzione
globale, architettura scultura e pittura).

Filippo III di Borgogna detto Filippo il Buono —> come governava, come si poneva col
popolo—> libertà, favorevole alle comunicazioni, sempre pronto a migliorarsi. —>
ricchezza e vitalità nella Borgogna.

I borghesi, la borghesia fiamminga cerca di sviluppare al massimo il proprio ruolo sociale.


(Mondo dei commerci). Comunicazioni con altre città, compravendite—> ambiente di vita
ricco.
Le città si trasformano in città cosmopolite—> porti commerciali.
Nella città di Bruges cerano 40 filiali di banche diverse—> dove ci sono banche ci sono
soldi—> dove ci sono i soldi c’è ricchezza.
Anche i medici aprono la loro filiale nelle fiandre.
FIANDRE—> CENTRO CULTURALE.

Interagire col mondo delle arti era favorevole.


I borghesi vogliono però emergere ed essere ricordati come i ricchi del loro tempo
—>RICHIESTE DEL RITRATTO DI SE STESSI, PARENTI—> STATUS SOCIALE CHE
RIMANE NEL TEMPO.
Se tutti vogliono un ritratto, i pittori devono specializzarsi.

Architettura e scultura ancora pienamente gotica, mentre nella pittura (ritratto), diventa poù
reale—> nel ritratto devo essere reale, non astratto, anche più bello del reale.
Pittori del tempo sono principalmente dei ritrattisti.

I primi pittori del 1440 fiamminghi, erano dei miniaturisti. (Libri


illustrati)
Sono degli artigiani che sono già abituati a lavorare nel
piccolo e del dettaglio.
Cos’è bellissime, raffinatissime e complicatissime.
(PENNELLI MONOSETOLA)—> dettagli nella miniatura.
(Ma è un linguaggio puramente medioevale).
JAN VAN EYCK
Più grande tra i pittori di quella generazione e uno dei più moderni.

Inizia ad accettare la sfida della richiesta del momento. Ma lui sa che non è la stessa cosa
della miniatura.
Mette in discussione ciò che sa fare e inizia i ritratti. Ma la tecnica che aveva usato fino ad
ora non andava più bene.

Sperimentazione di tecniche differenti (e non c’è una storia precedente, come in italia con
affresco, e quindi studia le tecniche pittoriche e quale era la tecnica più funzionale per il
suo obiettivo).
Tempera a rosso d’uovo non rende i dettagli
Affresco no (doveva fare un quadro non un muro)

LUI INVENTA la tecnica della TEMPERA/PITTURA AD OLIO.


Artisti più importanti dell’epoca ma anche del futuro perchè
useranno quella tecnica.

Tempera ad olio permette il realismo. già esisteva nell’antica


Grecia. Usavano l’olio per dipingere, ma quella competenza era
andata persa nel medioevo.
Lui studia le fonti, perfeziona le informazioni e reinventa la tecnica
ad olio—> legante e pigmento.
Pigmento è sempre di origine naturale
E il legante è l’olio. —> caratteristiche tecniche diverse dalle altre.
Olio di lino, olio di pino erano i piu usati.
Caratteristiche:
- oleoso
- più liquido della calce e rosso d’uovo
- più facilmente stendibile
- segni più sciolti
- la tempera oleosa non è mai totalmente coprente (si possono fare più strati di pittura, e
quindi si lavora per VELATURE, senza coprire le velature precedenti—> curare tutti i
dettagli, fare moltissime sfumature.)
- tempo di asciugatura (alcuni anche una settimana e quindi può sistemare in corso
d’opera. Tempi di produzione lunghissime ma REALISMO).
Lentezza esecutiva—> maggior cura dei dettagli

Non solo Van Eyck riscopre la tecnica, ma cambia anche il supporto—> TELA—> OLIO
SU TELA (di lino, di cotone)—> maggiori dettagli—> maggior realismo.

Ciò che accomuna l’arte fiamminga e quella fiorentina è quella di raggiungere il realismo.
A Firenze con Brunelleschi si usa la prospettiva per rendere il realismo.
La prospettiva però lavora per sintesi del reale (realismo sintetico), riconducendolo a
regole e meccanismi per ricostruire un ambiente. È una gabbia matematica che usa dei
calcoli.
La pittura fiamminga fa l’esatto contrario, si procede per somma e non per sintesi. Il
mondo di dipingere dei fiamminghi è analitico. Per tecnica, cura dei dettagli, meticolosa. Il
realismo è somma di dettagli, particolari. L’approccio analitico porta ad una resa più
efficace della realtà per somma di dettagli.
La pittura fiamminga fa l’esatto contrario, si procede per somma e non per sintesi. Il
mondo di dipingere dei fiamminghi è analitico. Per tecnica, cura dei dettagli, meticolosa. Il
realismo è somma di dettagli, particolari. L’approccio analitico porta ad una resa più
efficace della realtà per somma di dettagli.

Si va alla conoscenza reale delle cose e dei soggetti con Firenze, ma quelle fiamminghe si
fermano a quelle superficiali. Non è uno scavo che cerca il carattere o l’essenza.
Anche nelle fiandre arriva la prospettiva, ma la cosa più importante per loro è l’importanza
della luce. È la luce che fa vedere le cose reali. È l’elemento che permette di cogliere
l’effetto, mettere in scena il riflesso o il dettaglio, ma sempre restare nel superficiale.

La cosa interessante è quando queste due culture entrano in contatto tra loro.

La pittura fiamminga viene scoperta dagli italiani, e quindi salto di qualità nelle opere.
Prima non potevano andare oltre le tecniche, quindi usavano ancora il rosso d’uovo.

L’arte più richiesta era appunto il ritratto—> autoritratto di van Eyck.


Sembra una fotografia.

Lui e suo fratello Hubert Van Eyck, e Jan supera il fratello scoprendo
l’olio.
Jan diventa il ritrattista di Federico di Borgogna—> super successo: ha
scalato nell’ élite del suo tempo.
Farà anche tante opere a sfondo religioso, ma lui si specializza nel
ritratto.
Grazie a quella tecnica, inventa una messa in opera del ritratto molto particolare:
- A mezzo busto
- Posizione del volto ruotata di 3/4 *
- Lo sfondo è monocromo, per non distrarre lo sguardo.
* Si allontana dall’antico, che invece era di profilo.

Uno dei capolavori però che lui fa non segue nessuno di questi schemi.

Il Ritratto dei coniugi Arnolfini 1434


Gli Arnolfini sono dei banchieri italiani di Lucca.
Giovanni Arnolfini vuole da Jan un ritratto di
famiglia, insieme a Giovanna Arnolfini.
Si passa alla figura intera e mette una
ambientazione che non è più monocromatica.
—> è la loro camera da letto, tutti aspetti familiari
che gli stanno attorno. Con la sua bravura lui entra
nell’ intimità.
Il quadro mette in scena il matrimonio dei coniugi.
Che si svolge secondo un rito nordico. Dovevano
stringersi la mano davanti a dei testimoni.
Sono vestiti bene anche se le loro facce non
sembrano molto felici. Lo fanno addirittura in casa
IN CAMERA DA LETTO.
Vogliono risparmiare.
Tutto viene messo in prospettiva.
Ma i testimoni dove sono?
Ma i testimoni dove sono?

LO SPECCHIO: lente bombata


Si vede in maniera riflessa la vista che hanno i
coniugi: che sono ribaltati e specchiati.
Si vede che c’è una porta, li ci sono due figure:
una vestita di rossa e una di blu.
La figura in Blu è Van Eyck: pittore e testimone.
Nella cornice troviamo le tappe della via crucis.
Iper dettagliato. Anche il rosario è fatto di perle
trasparenti. Si vede il filo nelle perle e l’ombra con
effetto luce.

Sopra allo specchio lui firma dicendo: Jan è stato


qui e mette la data.

Vengono espressi con tutti quei dettagli si riesce a capire quale animale era quella
pelliccia di Giovanni, o il copricapo della donna. Tutti i richiami precisi dei vestiti; ma la
cosa che ci impressiona è la posa di lei. Schiena inarcata, solleva il vestito: c’è una cosa
vaga. Sembra incinta, ma potrebbe anche essere una moda del tempo. La cintura andava
portata molto in alto e molto stretta. L’effetto è quello di fare un vestito bombato.

I due non hanno le scarpe, simbolo di familiarità. Ci sono gli


zoccoli dell’uomo i primo piano. Anche la donna però o
scalza, non lo vediamo perchè il vestito è lungo. Ma le
vediamo poste in maniera molto ordinata sotto la seggiola.

Anche il cane è un elemento importante.


Il cane è eccelso. È perfetto. Pelo x pelo.
SIMBOLOGIA DI FEDELTÀ
Il lampadario è fatto benissimo. Però c’è solo una candela.
Simbologia di una unica luce che li guida nella vita.

Poi dato che siamo all’interno si fa vedere da dove arriva la luce: finestra a sinistra.
Diventerà importante per quello.

Trovaiamo anche delle arance: import quindi ricchezza.


Ma anche l’ arancia è un simbolo peccaminoso. Sono però poste in
lontananza sul confine. In camera da letto il peccato è sempre
dietro l’angolo

Nella testata del letto troviamo l’iconografa di santa Margherita:


una delle prime martiri: ultra cristiana. Il padre super pagano
invoca un drago e la mangia. —> viva all’interno della pancia
del drago perchè no è estat masticata.
Inizia a pregare ancora di più. Quella croce che ha sul collo del
crocifisso la usa per sventrare il drago.
Questa statuetta ci fa capire che quella camera da letto è
quella dove è stato concepito il figlio di cui lei è incinta.
DIFFUSIONE DEL RINASCIMENTO: RINASCIMENTO TRA LE
CORTI
Leon Battista Alberti: orrimo artigiano e lavoratore, ma anche un
pensatore ed intellettuale.
Lui si farà cose manuali ma ci lascerà anche una grande
saggistica.
È poliedrico. Lui è il vasari precedente. È uno dei primi teorici del
tempo. Usa un approccio razionale e schematico per arrivare alle
cose.
Brunelleschi inventa la prospettiva, ma il primo che la teoricizza è
Alberti.
Lui è fiorentino di genitori ma nasce a Genova perchè per
questioni politiche i suoi devono trasferirsi.
Lui lavora e studia in esilio fino al 1428. Lui ama leggere e viaggiare.
Va a Padova per studi umanistici, volgare, greco, latino ecc… per leggere cose in lingue
originali.
Comincia ad interessarsi al sociale e alla politica, ma anche matematica, geometria
facendo una cultura ENCICLOPEDICA: ha un percorso di studio costante negli anni.
Poi va a roma per leggere il de architectura di Vitruvio.
Finisce per lavorare per il papa. Il suo primo lavoro è col papa: lui scrive le lettere del
papa, corregge le bozze: è il ghostwriter del papa.

Lui comincerà a scrivere un po’ di tutto: sa tutto e quindi scrive tutto quello che sa.
Teoria nell’arte:
- Pittura: de pictura
- Scultura: de statua
- Architettura: de re ædificatoria

De pictura lo dedica a Brunelleschi. Lui si sente erede del pensiero di Brunelleschi perchè
sono entrambi fiorentini.
Uno per essere pittore non puo non conoscere la prospettiva.
Alberti accosta grafici a spiegazioni scritte nel de pictura. Teorizza la prospettiva di
Brunelleschi come una piramide dove il vertice è l’occhio dell’uomo che osserva, la base
come un supporto dove si proietta l’immagine e le linee che collegano i vertici alle basi e
mettono in collegamento ciò che ci vede.
- Teorizza anche il disegno: inizia a svilupparsi un’idea di pittura. Alberti disegna con il
contorno, il disegno è una convenzione umana per concretizzare le idee dell’artista.
Il contorno non esiste nella realtà perchè definisce lo spazio. Deve fare uscire le idee che
ha in testa disegnandola. Disegnare è uno strumento per concretizzare un’idea. Contorno
quello che ho in testa per far capire le idee.
Dopo la prospettiva e dopo il disegno per Alberti è importante la composizione.
—> comporre la propria opera. Un dipinto deve essere nel suo insieme composto.
- Relazione tra spazio prospettico e oggetti nel quadro.
- Armonia
- Proposizione
- Ponderazione
- Equilibrio
Criteri compositivi classici (policleto)
- Colore: sostituto pittorico della luce. Il concetto chiave dell’ Alberti è il fatto che la lice
- Ponderazione
- Equilibrio
Criteri compositivi classici (policleto)
- Colore: sostituto pittorico della luce. Il concetto chiave dell’ Alberti è il fatto che la lice
passa attraverso delle variazioni che daòòa òuce arrivano all’ombra, e quindi alternanza
di chiaro scuro. Erano cose già fatte prima anche da Giotto, ma lui le scrive.

DE RE AEDIFICATORIA—> dedicato a vitruvio. (De architettura moderno)


Per fare architettura bisogna avere delle regole.
- Utilitas: (la funzione) la forma architettonica deve dipendere dalla funzione che ha (una
bella forma che però non è pratico per la sua funzione è la cosa più sbagliata che un
progettista può fare nel campo del suo ).
- Firmitas: (fermezza) intesa come fermezza artistica. È responsabilità del progettista
trovare un modo per far durare il progetto nel tempo. Nel corso del tempo lui capisce
che alcune forme architettoniche anche se appartengono ad altre epoche sono ancora
presenti—> fermezza. Altri linguaggi che erano belli in un periodo, anche dopo poco non
servivano più a nulla—> dimenticati. ARCHITETTURA GRECO-ROMANA: ancora nel
400 è eterna. —> architettura che si basa sull’architettura greco-romana è quella che
dovrebbe essere usata perchè ha una firmitas. Altre come il gotico sono espressione di
un breve periodo. Già 200 anni dopo il gotico risulta già superato. L’architettura ha u
impatto molto più complesso di pittura, arazzi o statue perchè non può essere spostata
o sostituita. Quindi i progettisti devono tener conto di questa cosa e dell’ urbanistica. Il
progettista deve anche immaginarci un progetto che riesca a integrarsi nell’ urbanistica
circostante. L’architettura classica sta bene ovunque.
- Venustas: da Venere: bellezza. Anche il concetto estetico non può che rifarsi alla
tradizione greco romana.

Alberti definisce anche la differenza tra grande città e piccolo borgo (due idee di spazio
urbano).
In città secondo l’alberti bisogna rispettare la razionalità romana—> cardo e decumano,
strade parallele e perpendicolari orientate verso i punti cardinali.

Questa idea invece per l’alberti non vale per il borgo, perchè l’effetto sarebbe l’opposto.
Spazio troppo stretto e angusto, quindi vie curve, strade in sali-scendi, piazzali, salite e
discese ecc…

Organizzazione della città deve sentirsi come a casa, non a disagio, non in spazi confusi.
L’ordine di casa deve esserci anche nelle città.

Il sogno di Alberti sarebbe quello di lavorare a Firenze, ma era esiliato. Quindi va a Rimini.
1450 circa. Il signore della città (Pandolfo Malatesta-il lupo di Rimini), lo chiama a rimini.
Fa un mausoleo per la città. Rimini storicamente è una città importantissima per la storia
romana. La romanizzazione dello spazio urbano è ancora impattante.
Alberti sa che quello che deve costruire deve essere coerente con il resto dell’entourage.
Pandolfo vuole un mausoleo nel CENTRO della
città, ma era tutto occupato. Quindi viene
sostituita la chiesa di San francesco, che era
medioevale. Viene abbattuta.
Va ad ipotizzare un progetto e lavora sulla sua
funzione. Non distrugge quello che c’è ma lo
riconverte trasformandolo in qualcosa di
differente. Vuole tenere l’intento ma chiede a
decoratori di cambiare alcuni affreschi religiosi
in vita dei Malatesta, mentre lui lavora
nell’esterno. Lui realizza il tempio
differente. Vuole tenere l’intento ma chiede a
decoratori di cambiare alcuni affreschi religiosi
in vita dei Malatesta, mentre lui lavora
nell’esterno. Lui realizza il tempio
MALATESTIANO: mausoleo della famiglia e la
forma ed elementi richiama la tradizione
templare greca.

La chiesa rimane dentro, che all’esterno la nasconde e


all’interno no (matrioska).
Lui decide di usare il marmo bianco, per ricordare lo stile
greco (sbagliando). Decide di usare un modello di arco a
tutto sesto che si ripete per 3 volte nella facciata che poi
vanno avanti per tutto il contorno, che contengono i
sarcofagi.
Lui usa gli archi per riutilizzare l’arco di trionfo e quindi
unirsi all’ urbanistica. Fa due archi ciechi e usa il portone
di entrata della chiesa vecchia.
Lui voleva fare una facciata a salienti, ma è
un’incompiuto. Tra la teoria e la pratica ci sono un sacco
di soldi che nessuno mette. Pandolfo muore, e nessuno
vuole pagare

Progetto se fosse stato pagato.

Nella teoria e nelle sue idee, poi se non può farlo perchè
non lo pagano non è un suo problema.

Riesce ad andare a firenze e li deve far vedere quello che vale.

La famiglia dei Rucellai finanzia il suo lavoro (qualcosa


per lui e qualcosa per la città, contemporaneamente. —>
PALAZZO RUCELLAI, e dall’altra parte un cantiere
pubblico per la facciata di santa Maria Novella).
Loro vogliono un palazzo di rappresentanza in città.
La cosa importante è la facciata, perchè è quella che si
vede. Chissene frega se il dentro è bello quando il fuori è
brutto. Molto meglio il contrario.
La facciata è scandita su 4 livelli, con attico sopra. Lui si
rifà al Colosseo. Qui è tutto rigorosamente frontale, ma il
concetto è quello. Inserisce anche le lesene, mettendo
ogni ordine in un livello.
L’elemento più importante è l’arco.

Il basamento è un richiamo all’OPUS RETICOLATUM, ma


anche per far vedere che lui SA.
anche per far vedere che lui SA.

Lui usa le bugne, che creano un effetto bugnato.

Facciata di Santa Maria Novella. Ogni angolo qui c’è un


cantiere. Il cantiere era stato chiuso perchè mancavano
i finanziatori.
Santa Maria novella è medioevale, sia negli elementi
che nei materiali.
Il medioevo a Firenze era BICROMIA. Marmo bianco di
Carrara e marmo verde di prato.
Mezza facciata era già stata costruita (fascia inferiore).
Lui allora cerca di trovare un modo per fare la parte
sopra in armonia con quello che c’è sotto.
Facciata inscrivibile in una forma quadrata (base
=altezza)
L’altezza della parte inferiore della facciata è mezzo
rispetto al modulo uno di partenza. Il marcapiano è
composto una rigorosa sequenza di quadrati. La sua
idea era quella di fare una facciata a salienti, dunque
decide di sviluppare la parte alta della facciata fino al
punto più alto. La larghezza è messo in proporzione con
la metà della facciata superiore.
Le due decorazioni laterali sono solo per creare
armonia. Sono due doppie volute: sono inscrivibili in
quadrato. È una composizione modulare che parte dal
quadrato numero 1 (quello grande).
Grande omaggio a Brunelleschi (lo spedale).

Poi lui va a Mantova, dove però ciò che lui progetta non lo produce, ma viene ricordato
perchè è il progetto quello che conta.
Piero della Francesca:
Il più importante, che sancisce un ulteriore passo in avanti. Della seconda
fase del rinascimento è artista chiave.

AUDIO SU MEMO

Immobilità. Nei quadri di Piero tutto è immobile, nessuno fa niente. Per dipingere la
perfezione bisogna rappresentatre l’immutabilità. È tutto molto logico, dove sembra non
succedere niente—> eternizzazione del momento giusto.
Lui è poco coinvolgente, non cerca un trasporto emozionale, ma parla al cervello. Sfida il
nostro intelletto ad entrare nella perfezione, attraverso pensiero e ragionamento. Lui toglie
tutto ciò che può essere modificabile.
- ASSENZA DEL RACCONTO (dinamica che cambia, cambiando muta e diventa
imperfetto)—> ANTINARRATIVO.
- ASSENZA DI EMOZIONI: (le emozioni sono troppo mutevoli per essere perfette)
ANTIEMOTIVA.

—> non ci saranno sentimenti e racconti, non succede NIENTE, ma in quella condizione
(congelarsi intellettuale delle cose), tutto è perfetto.

- CENTRALITÀ DELLA PROSPETTIVA—> basata sulla certezza della matematica,


logicamente ricostruisce uno spazio dove tutto funziona nel modo giusto.
- PROPORZIONI: tutto è proporzionato—> tutto si può calcolare, messo in relazione—>
spazi perfetti dove la perfezione è canonica greca : simmetria, sezione aurea, armonia.
- LUCE: elemento che fissa un momento, e che mette tutto nel posto perfetto, congela la
scena. LUCE ZENITALE—> dello zenit (la luce del mezzogiorno, NON genera nessun
tipo di OMBRA). L’ombra è mutevole!!!!

Piero viaggerà molto, per entrare in contatto con culture differenti, e per lavorare.

Nasce a Borgo San Sepolcro vicino ad Arezzo. Per studiare va a Firenze perchè non è
lontana. Va nella bottega di Domenico Veneziano, che lo avvicina ad una pittura dove il
colore e la luce sono molto importanti.
Essere a Firenze permette a Piero di vedere le opere di Masaccio, Giotto.
Poi si sposta anche a Ferrara dove lavora per la corte di Ferrara (este). Poi va a Rimini
(dove lavora per il Lupo di Rimini). Poi va a Roma, per approfondire l’arte classica.
Poi torna a Firenze, poi va ad Urbino (più importante). Entra in contatto con Montefeltro.
BATTESIMO DI CRISTO: risultato dell’insegnamento
del Veneziano. Probabilmente richiesta per una chiesa
di Borgo.
Tema religioso, dove battista al giordano sta
battezzando cristo.
Tutti sono fermi, tutto è calcolato
A lui non interessano gli argomenti, quindi che sia
sacro o meno non gli interessa. Siamo solo agli esordi
ma è già tutto perfetto.
Primo elemento: quello compositivo: distanze,
proporzioni.

Unione del cerchio e del quadrato. + cerchio Asse di


simmetria: cristo (colonna che in maniera immobile
divide la scena in destra e sinistra.)
La ciotola dell’acqua del battesimo è allineata su
cristo: proporzion. Lo spirito santo (colomba) è
bloccata al centro.

Troviamo il punto aureo di 1,618 Φ.

Contenuto:
I 3 angeli rappresentano la trinità, oppure la
complicata situazione della chiesa del tempo: chiesa
latina romana occidentale e quella orientale di
Bisanzio. Uno dei due angeli cerca di far fare la pace
(due si stanno stringendo la mano).
L’albero è un albero di NOCE. Nella tradizione
cristiana: la noce nella simbologia cristiana è un
simbolo cristologico: è un frutto con il guscio, che una
volta schiacciato si divine in MALLO E GHERIGLIO,
ma si mangia solo il gheriglio (NO IL MALLO).
Richiama la duplice condizione di cristo: uomo e
dio, mallo e gheriglio. Il guscio è simbolo del legno
della croce.
Poi c’è un neofita/catecumeno: convertito ma senza
battesimo. Ha un mantello bianco, non si capisce se si
sta vestendo o spogliando—> o si toglie il peccato o
ha appena ricevuto il battesimo.
URBINO: nuova . Lui partecipa alla
costruzione della corte.
Federico da montefeltro: un militare, ma
anche un uomo molto colto, intellettuale,
umanista—> palazzo enorme, dove arrivano
pensatori, artisti—> ambiente stimolante.
SAPERE:—>MATRICE GEOMETRICO-
MATEMATICA
Luca Pacioli soggiorna per diversi anni ad
Urbino, architetti come Alberti, Laurana e poi
anche pittori.

Vengono chiamati artisti della penisola ma anche dei forestieri: dalle fiandre.
I fiamminghi mostrano agli italiani le loro tecniche pittoriche—> olio su tela. Ambiente
colto, all’avanguardia e innovativo.
Viene chiamato perchè aveva una mente molto matematica e Piero li poteva confrontarsi
con altri pitteori e matematici+biblioteca di Federico.

DITTICO DEI DUCHI (due tavole lignee)


Il committente è federico, vuole un ritratto
della famiglia: battista sforza (la moglie), e
loro sono i duchi di Urbino. È stato dipinto
fronte e , dipinto anche sulla parte
posteriore, dove sono dipinti i carri del
trionfo della famiglia.
Noi non vediamo le emozioni ma il loro
status: la loro condizione sociale: è un
ritratto ufficiale.
Sono stati dipinti profilo: origine nella
tradizione latina. Il taglio a mezzo busto lo
recupera dai fiamminghi e invece che
frontale li prappresenta di profilo (richiamo
classico). I soggetti sono dipinti dando
importanza alle proporzioni e volumi . Il
corpo del duca.
La geometria è molto presente, e grazie al
contatto con i fiamminghi riesce ad
aggiungere molti dettagli (capelli colletto
rughe ma soprattutto nella donna: collier,
nastro nei capelli, riflesso della luce sulle
perle, la manica). La luce non è zenitale ma
illumina ogni forma, ogni piccolo elemento:
vengono aggiunti dettagli realistici.
Nel caso di lei la moda del tempo viene evidenziata, la rasatura dei
capelli era moda del tempo per avere una fronte evidente.
Ma forse il dettaglio più caratteristico è il naso di lui. È l’elemento più
vengono aggiunti dettagli realistici.
Nel caso di lei la moda del tempo viene evidenziata, la rasatura dei
capelli era moda del tempo per avere una fronte evidente.
Ma forse il dettaglio più caratteristico è il naso di lui. È l’elemento più
realistico e caratteristico del soggetto.
Gli manca un pezzo di naso: lui si fa amputare un pezzo di naso,
dopo un grave incidente che ha avuto. Si cava un occhio, diventando
mezzo orbo: ecco perchè è stato dipinto cosi di profilo, l’altra parte del
viso è distrutta. Si fa segare la parte di naso, per poter vedere!
Poi altra parte importante è il paesaggio, dove la linea di orizzonte è a

livello del corpo. Lo sfondo è monocromo (fiamminghi) nella parte superiore, e costruisce
coerentemente uno sfondo nella parte inferiore

Uno dei suoi quadri


più famosi ed
enigmatici che crea è
LA FLAGELLAZIONE.
Non abbiamo una
data di creazione
(anni 50-60-70). Molti
sostengono che fosse
un regalo che è stato
fatto a federico, e
quindi sulla base di
quell’opera forse è
stato chiamato Piero.
Altra cosa molto
ambigua è cosa Piero
sta dipingendo.
Te m a della
flagellazione.
Cristo viene legato ad
una colonna e flagellato sotto gli occhi impassibili di Ponzio Pilato.
Ma la flagellazione è in secondo piano nella penombra.
Ma i protagonisti sono i tre uomini. Ma non c’entrano niente con il racconto cristiano della
bibbia.
Chi sono i tre uomini:
- ritratto di protagonisti dell’epoca di Piero: sx cardinale Bessarione (cardinale della
chiesa cristiana, che era andato a Bisanzio durante il periodo della frattura interna), lui
starebbe parlando e raccontando la sua esperienza al cx: Buonconte da Montefeltro,
che dovrebbe già essere morto (figlio di federico, morto di peste) e a dx Giovanni Bacci,
importante famiglia di commercianti di Arezzo, che aveva commissionato a Piero dei
quadri. Compare Giovanni perchè è il committente e finita ad Urbino perchè era un
regalo per il duca di Urbino. (ipotesi). Lui è uno dei più preoccupati della situazione ad
oriente. Lui infatti voleva lanciare una crociata, coinvolgendo anche altri condottieri e
strateghi (TIRIAMO DENTRO ANCHE IL MONTEFELTRO CHE è BRAVO!!). Lui
userebbe il figlio appena morto come ricatto morale. (Tu sai cosa vuol dire morire o
perdere un figlio), tutti osservano, sono ponzio pilato, dobbiamo intervenire noi!!!
Andrea Mantegna
Idea di sciluppare una cultura totalmente fiorentina ma altrove. (Nord italia)
PADOVA: la posizione sociale di Padova è fondamentale:
Perché Padova:
- Sede dell’Università —> nuovi pensieri ed ideali (molto legata alla cultura aristotelica)
- C’è la cappella Scrovegni del Giotto —> realismo, umanità…
- Donatello ci aveva passato 10 anni di vita —> stimolo che porta gli artisti a guardare le
tecniche artistiche che arrivano da Firenze.
Il pittore che riesce a raccogliere tutti i dettagli è appunto Mantegna.
È molto apprezzato anche in vita, è anche intellettuale.

Nasce in provincia di Padova in un contesto familiare povero (padre familiare). Il bambino


viene mandato in città per una formazione ma anche per cercar fortuna.
Dimostra buone doti grafiche e lavorazione dei materiali e ancora ragazzino entra in
bottega (di Francesco Squarcione).
F.S è una persona e artista rispettato e richiesto. È la bottega migliore di Padova. Ha molte
richieste e quindi ha bisogno di tanti aiutanti. (manodopera)
È già quasi una piccola fabbrica.
F.S fa tutto per i soldi e guadagni, ed è disposto a tutto per produrre di più e guadagnare di
più (moralmente discutibile—> contratti molto strani diventano dei figli adottivi, compra
questi ragazzini—> bottega a conduzione familiare; anche Mantegna viene comprato. Ma
perchè? Non devi pagarlo e puoi sfruttarlo perchè è tuo figlio e non si possono lamentare
perchè non è più datore di lavoro ma padre. Quando Mantegna scappa e si fa la sua
carriera deve PAGARE per rescindere il contratto).

Nella bottega lui impara tutte le tecniche che poi padroneggerà.


F.S (oltre a collezionare bambini) collezionava anche reperti antiquari.
È un mercato legato all’antiquaria romano e greco e crea la sua collezione. Buona parte
dei suoi guadagni li usa per comprare questi reperti (sculture, pezzi architettonici, rilievi,
fregi (soprattutto di epoca romana)).
Spesso poi lui li utilizza anche per i suoi quadri—> copiare e prendere ispirazione dai
pezzi antichi.

Questa è una parte della sua formazione. L’altra parte è formata dll’osservazione delle
opere di Donatello (gattamelata, altare per la basilica di Sant’Antonio, disegni prospettici
ecc…).
Inizia a studiare il lavoro fatto sui corpi, prospettiva, regole prospettiche. (Nel centro italia
erano certezze, nel nord italia Mantegna è uno dei primi—> si aggiorna al linguaggio
rinascimentale).
PITTORE (mantegna) CHE PRENDE ISPIRAZIONE DA UNO SCULTORE (donatello)
—> lavorare su forme, volumi, tridimensionalità, peso delle cose, corpi, architetture—>
pittura scultorea.
È come se Mantegna arrivasse a scolpire dipingendo (elementi tagliati dalla linea).
Spesso usa anche la tavolozza con i colori che richiamano i metalli, i materiali
architettonici (mai colori pastello, chiari)—> contorni molto forti, colori molto forti,
pittura scultorea.
È come se Mantegna arrivasse a scolpire dipingendo (elementi tagliati dalla linea).
Spesso usa anche la tavolozza con i colori che richiamano i metalli, i materiali
architettonici (mai colori pastello, chiari)—> contorni molto forti, colori molto forti,
chiaroscuro molto accentuato.

Appena uscito dalla bottega Mantegna è un pittore autonomo (non ancora maggiorenne).
Inizia a costruirsi la carriera e a far parlare di lui. Fine 1450 è chiamato per la prima volta
come autonomo a Verona.
————————————————————————————————————————

PALA DI SAN ZENO

È un politico ma anche se
sono opere diverse tutto
sembra uno spazio unico.
Tolta la predella tutta la parte
centrale è un unico spazio.
La pala d’altare sembra
diventare l’altare stesso.
Ciò che costruisce nell’opera
è classica (architettura,
colonne ecc…).
I personaggi sono madonna in
trono con bambino, una serie
di santi, angeli.
UNITARIETÀ DELL’INSIEME.
Quello che sta dipingendo è la
stessa rappresentazione
dell’altare di Donatello che era
un’opera scultorea (oggi ha
una forma differente perchè è
stata cambiata la
dispostizione nel 700.)

Strana relazione tra tridimensionale che finge di appartenere alla bidimensionalità. Altre
cose bidimensionali che ci illudono di essere tridimensionali.
Dipinge illudendoci tra 3D e 2D.
Mantegna inventa un modo di esprimersi nuovo e innovativo.

Ha cornice di legno dorata che è veramente tridimensionale.


Le semi colonne sono reali.
Il finto spazio architettonico dipinto continua nella realtà (le colonne sono anche parte dello
spazio architettonico oltre che parte della cornice, ma non è parte del dipinto, ci illude).

I festoni sono dipinti con elementi vegetali (frutta). Nella parte centrale c’è appeso un uovo
di struzzo con contenitore di acqua benedetta sopra la testa della vergine Maria per
abbellire.
I festoni sono dipinti e passano dietro le colonne. L’effetto ottenuto è illusorio.
I festoni sono dipinti con elementi vegetali (frutta). Nella parte centrale c’è appeso un uovo
di struzzo con contenitore di acqua benedetta sopra la testa della vergine Maria per
abbellire.
I festoni sono dipinti e passano dietro le colonne. L’effetto ottenuto è illusorio.

Aggiunge anche fregi con rilievi e anche statuette per la tridimensionalità.

La vergine è il centro e il bimbo è esposto al pubblico. L’intimità è assente - è molto seria.

L’opera è caratterizzata da tanti colori, contrasti cromatici. Tutto ha volume e non c’è la
leggerezza. È molto concreto e materiale

————————————————————————————————————————
Poi va a Mantova, che si lega al nome e all’arte di Mantegna (1460). È convocato per
incarico e ci rimane per tutta la vita.

Ora siamo in Lombardia. Mantova sta diventando importante perchè si sta sviluppando
una corte signorile: LUDOVICO GONZAGA, che chiama artisti per dare al suo palazzo
delle decorazioni. Chiama il migliore nelle vicinanze che è appunto Mantegna—> artista
dei Gonzaga.
Gonzaga aveva già chiamato l’Alberti che era architetto e un anno dopo vuole anche il
pittore —> due dei più grandi artisti del rinascimento—> influenza reciproca, rivalità—>
Mantegna evolve il suo stile e linguaggio rinascimentale.

Nel castello di San Giorgio lui fa la camera picta (camera dipinta). Non sappiamo a cosa
servisse veramente, forse era una camera diplomatica
dov’è si incontravano uomini politici o uomini di chiesa
con i Gonzaga. È anche uno Status Symbol.

La camera picta viene anche ricordata come la camera


degli sposi (forse è anche servita come camera privata
di Ludovico e della moglie).
Era una stanza abbastanza piccola e medioevale. Da
qui mantegna capisce cosa fare.
Rappresenta una finta architettura per far sembrare lo
spazio più ampio.

Fa un intervento per due pareti, perche le altre due


pareti sono ricoperti da cuoio e altri materiali per isolare
il caldo e freddo.
Le pareti rappresentano un finto pergolato. È una
pergola

Dato che ha solo due pareti da dipingere lui dipinge


anche il soffitto—> intervento più innovativo.
Finta cupola affrescata all’interno della stanza. Al centro
della finta cupola deve esserci un oculo (citando il
pantheon).

Questo sfondamento prospettico non è più frontale


come in Giotto Masaccio Piero ecc, ma è dal basso
verso l’alto (POV).

Prospetticamente è difficilissimo. Il calibro si restringe


per la prospettiva. C’è gente, animali e oggetti pure li
verso l’alto (POV).

Prospetticamente è difficilissimo. Il calibro si restringe


per la prospettiva. C’è gente, animali e oggetti pure li
sopra (angioletti spavaldi, curiosi per guardare giù, altri
più fifoni e rimangono incastrati nella cornice, altri
coraggiosi si calano verso il basso.)
Ci sono figure femminili tra cui la rarissima donna nera.
Potrebbe essere il personale della corte, che saputo che li sopra la camera degli sposi c’è
“un buco” sperano di vedere qualcosa di emozionante.
Poi c’è un pavone. Nella corte del Gonzaga c’erano davvero dei pavoni e animali esotici:
status symbol—> sinonimo di ricchezza, cultura, conoscenza, bellezza.

C’è anche un vaso, che ci fa capire che se uno, in quella confusione picchia quel vaso,
questo cade giù. (Non succede ma se lo si guarda sembra che possa succedere).

—————————-
Il tema è politico e non religioso. Cronaca di corte: personaggi che vivono in
quell’ambiente.
—> precisa ambientazione politica—> dipingere le persone per rappresentarne
l’importanza. (Sempre preso dai romani). Gente che è ancora viva e che viene celebrata
nella sua grandezza come se fossero eroi e facessero già la storia.
È dipinta la cronaca della corte (scene quotidiane), ma come lui la dipinge trasforma la
cronaca in storia. Dipinge il quotidiano dando importanza del fatto storico.
Eternizza i Gonzaga—> propaganda politica. Nel presente già come cosa eterna.

I due duchi sono seduti in trono e poi


c’è un corteo di gente che vuole
vederli, salutarli, baciargli l’anello,
portare omaggi.
Loro però (soprattutto lui) sono molto
distratti. —> distratti da un paggio,
che bisbiglia qualcosa. Si è tolto il
cappello per rispetto.
Il paggio gli sta spiegando quello che
c’è scritto nel bigliettino che gli ha
dato in mano. Il figlio di Ludovico,
Francesco è stato eletto come
cardinale a Roma. Lui è felice perchè
piazzare qualcuno nella chiesa romana non fa mai male, anche come protezione.
REALISMO con cui mantegna indaga il quotidiano. Lui era pittore di corte, e quindi lui li ci
vive, lo conosce bene. Quando deve dipingere la scena, lo fa con un realismo, dettagli e
particolari molto precisi, perchè conosce bene.
Le fattezze dei personaggi, i vestiti ecc sono molto realistici.

Un elemento molto particolare e caratteristico c’è Rubino: il cane del Duca.


Ludovico era molto amante della caccia—> animale quotidiano, vita vera, ma racconto di
un qualcosa che Mantegna conosce e riesce a cogliere i dettagli.

In verde c’è Nana Lucia. Le nane di corte erano persone sfortunate che nascevano nane,
e di mestiere stavano a corte per farsi prendere in giro per rallegrare i duchi.
Nana Lucia non dipinge solo le personalità importanti, ma tutti quelli che sono presenti nel
racconto del quotidiano.

Dato che lo spazio era poco lui utilizzerà le parti dell’architettura (tipo camino) come punto
Nana Lucia non dipinge solo le personalità importanti, ma tutti quelli che sono presenti nel
racconto del quotidiano.

Dato che lo spazio era poco lui utilizzerà le parti dell’architettura (tipo camino) come punto
d’appoggio dove si svolge la scena. (In viola)

————————————————————————————————————————

CRISTO MORTO

È un’opera privata,
nessuno gliel’ha
commissionata.
È un quadro
potentissimo, tocca il
dolore, il pathos, la
sofferenza, sembra
toccare la morte, è
saturo e pensante
emotivamente.
Mantegna qui fa
qualcosa che non ama
fare, non abbonda con
i dettagli, è essenziale.
Dalla testa ai piedi il
suo corpo da
dimensione allo spazio.
È questo cadavere che
crea l’ambiente.
Anche la tavolozza è
molto povera, grigio,
ocra, marrone. È un po’
una monocromia.
Le linee sono tagliate, nette, taglienti.
I muscoli, il drappeggio, i particolari sono perfetti.
Altri 3 soggetti circondano cristo, ma quasi non si vedono proprio. Maria, anziana e
corrugata che piange il cadavere del figlio (percepiamo i sentimenti), San Giovanni che è
quasi completamente tagliato ma si capisce la disperazione e che sta pregando, e Maria
Maddalena di cui ci mostra solo la bocca ma percepiamo la disperazione.

Noi siamo inginocchiati davanti al cadavere.


La luce congela tutto. Il drappeggio sembra fatto di pietra, di marmo.
I muscoli hanno la stessa tinta del marmo su cui è sdraiato.
I segni dei chiodi e delle ferite sono evidentissimi e crudi.
Lavora sul mistero della morte in maniera cruda, fredda e comprensibile. Si capisce cosa è
la morte e si tocca.
È una posizione azzardatissima, ma Mantegna ci fa capire cosa è la morte e cosa si deve
fare davanti ad essa—> bisogno di silenzio. Stare zitti davanti all’evidenza della morte
come unica forma di rispetto.
È una posizione azzardatissima, ma Mantegna ci fa capire cosa è la morte e cosa si deve
fare davanti ad essa—> bisogno di silenzio. Stare zitti davanti all’evidenza della morte
come unica forma di rispetto.

Sandro Botticelli
Torniamo a Firenze, dove gli ideali vengono portati avanti.
Botticelli sarà uno dei più importanti. È uno dei nomi piu conosciuti e torniamo a un
rinascimento tipico di Firenze. Stiamo parlando di una Firenze signorile, i mecenati e
committenti sono fondamentali e la famiglia più importante è quella dei Medici, e in
questo momento la pedina chiave politico, artistico e culturale è Lorenzo de Medici “il
magnifico”, che eredita dal padre il potere nel 1469. Lorenzo è un’ipotesi di Cosimo (dove
tutto comincia), che passa il potere a Piero, che lo passa a Lorenzo.
Lorenzo non si ispira a suo padre. È molto intelligente e capisce che il padre non ha fatto
nulla rispetto al nonno. Lorenzo è diverso dal nonno perchè il nonno sfruttava l’arte come
strumento politico per mostrare il potere (pubblicità della famiglia), Lorenzo preferisce
creare una ricerca artistica più riflessiva e contemplativa. È lorenzo che si circonda di
uomini di cultura, creando una cultura, sofisticazione e raffinatezza, creando un
microcosmo. Lui è un diplomatico. Spesso lorenzo manda i suoi artisti nelle altre corti e li
usa come pedine di alleanza (mandando alcuni artisti al vaticano, pagano i medici e poi
nel momento del bisogno ricordatevi cosa abbiamo fatto).
Tutto gira intorno al Neoplatinismo: elemento guida di lorenzo, della corte, degli artisti e
degli intellettuali e quindi anche di Botticelli.

Neoplatinismo: filosofia che si fa al pensiero Platonico. Platone sosteneva che tutto fosse
idea; le cose più importanti sono le idee. Questo è portato avanti e il pensiero viene
ripreso in epoche diverse. Il filosofo di riferimento è Marsilio Ficino, che crea
un’accademia a Firenze. È un neoplatonismo rinascimentale. —> antropocentrismo.
L’aspetto più interessante e diverso rispetto a Platone è quello di conciliare la filosofia
antica di Platone con il cristianesimo. Nella filosofia e nell'interpretazione neoplatonica da
parte di Ficino sono dominanti due tendenze principali: la prima vuole conciliare filosofia e
religione, la seconda fonda la tematica dell'amore, legata al concetto di bellezza e
contemplazione.
Ci sono diverso livelli ma ci sono due polarità dove al polo più alto c’è l’idea e al polo più
basso c’è la materia. L’uomo può decidere se andare verso il polo dell’idea o lasciarsi
andare verso il polo della materia. Il senso della vita è innalzarsi verso il polo dell’idea.
Questo lavorare sul raggiungimento dell’idea è anche quella di arrivare nella dimensione
spirituale di Dio, che ci permette di non cadere nella materia. Homo faber fortunae suae.
L’uomo ha disposizione due cose per salire e scendere: è il pensiero, l’intelletto la guida
che porta verso l’alto; più si abbandona alla materialità e al carnale più va verso il polo
inferiore.
Altra parte importante è l’anima: che si trova tra uomo e idee, che ti porta verso Dio se
stimolata. In un ottica classica greca ci si domanda cosa stimoli l’uomo ad essere
migliore? L’amore e la Bellezza, che toccano l’animo dell’uomo che comprende
razionalmente quelle qualità, e seguendo quella strada arriva a migliorarsi.
Bisogna trovare nei miti dei concetti e un’ispirazione riletta nel messaggio cristiano con i
temi mitologici dimenticati nel medioevo che ora tornano nelle opere per toccare dei
migliore? L’amore e la Bellezza, che toccano l’animo dell’uomo che comprende
razionalmente quelle qualità, e seguendo quella strada arriva a migliorarsi.
Bisogna trovare nei miti dei concetti e un’ispirazione riletta nel messaggio cristiano con i
temi mitologici dimenticati nel medioevo che ora tornano nelle opere per toccare dei
valori che sono legati a questa cultura.

Alessandro Filipepi: il soprannome probabilmente proviene dall’orafo in cui si era formato


oppure il soprannome del fratello.

Riesce a farsi notare da lorenzo, avere una bottega privata e trova la sua direzione.
Prima di arrivare ai medici assorbe il linguaggio del rinascimento nelle botteghe.
La prima bottega dove va è quella di Lorenzo Ghiberti.

Abbastanza rapidamente si stacca perchè Ghiberti faceva scultura, andando nella


bottega di Filippo Lippi, ed è qui che si avvicina ad una pittura dove capisce il disegno, la
linea, che rimarrà nel linguaggio pittorico. Poi va nella bottega del Verrocchio, dove
incontrerà Leonardo Da Vinci.
Lorenzo de medici lo invita a costruire la sua bottega finanziata da Lorenzo stesso, e
quindi Botticelli abbraccia la cultura medicea neoplatonica.

Stilisticamente: parte dal disegno, il saper disegnare è il punto di


partenza per tutti gli artisti del tempo (quello che l’Alberti teorizza).
Prima di essere un pittore è un grande disegnatore. Proiettare ciò che
l’artista ha come idee in testa con delle linee. Se le idee sono la cosa
più importante cosi facendo concretizza le idee.
Il disegno è una astrazione e non esiste in natura, le cose non hanno
linee nere intorno.
Disegnare vuol dire anche studiare la realtà. Lui ama i corpi, le figura
femminile, la botanica, la cultura fiorentina (l’inferno)

Lorenzo di Pierfrancesco de medici però (cugino di Lorenzo il Magnifico), è quello che


chiede più opere a Botticelli.

Prima la primavera e poi la nascita di


venere
Si respira aria
neoplatonica.
La scena è ambientata un
aranceto: bellezza,
pienezza della natura, con
un giardinetto fiorito e
raccontato con cura e
precisione.
I personaggi si leggono da
destra: 9 soggetti:

1. Zefiro: espressione mitologica del vento che soffia da Est. È il punto di partenza del racconto.
Quella brezza sta fecondando
2. Clori: è una delle ore, figlie di Zeus, è una ninfa.
3. Dalla fecondazione di Clori con Zefiro nasce il terzo personaggio: Primavera (che è la
protagonista). Simboleggia la rinascita ed è rappresentata con i fuori: sono il suo punto di
nascita (dalla bocca di Clori esce un ramoscello di margherite che creano Primavera), il vestito
è floreale.
4. Venere: dea della bellezza e dell’amore. È elegante ed è molto raffinata.
5. Il figlio di Venere: eros, cupido, amore. È espressione di un amore cieco. Va in giro bendato e
scocca le frecce per fare innamorare, l’amore in guarda in faccia nessuno. Con la mano
venere poi ci porta verso sinistra, cosi come eros che va verso sinistra.
6. Le tre grazie: anche le grazie sono espressione di bellezza e amore, sono 3: numero della
perfezione. Secondo tanti interpretate come le tre sfaccettature dell’amore, elementi necessari
dell’amore completo: 1 DATO, 2 RICEVUTO, 3 CONTRACCAMBIATO. Chiudono l’anello del
cerchio con le mani.
7. Hermes, Mercurio: stivali alati e corona di alloro. Ha il caduceo. Mercurio non è
particolarmente coinvolto, è concentrato ad usare il caduceo a scacciare le nuvole, per
mantenere l’armonia di quel luogo. Lui caccia il vento dall’altra parte che ritorna nelle vesti di
Zefiro.

Contenuto:
1. C’è un ruolo chiave della figura dei medici. Si sta innescando una specie di percorso, una
dimanica che cambia. Tutto è nato in un mondo della filosofia neoplatonica che è
fondamentale. Se l’uomo può decidere se andare in su o in giu, qui lo leggiamo nelle fasi
dell’amore da destra a sinistra.
2. L’amore tra zefiro e clori è un amore materiale, fino ad arrivare attraverso primavera e venere,
all’innalzamento con la completezza delle tre grazie, tutto innescato da Mercurio. Ma perchè la
primavera? La primavera è una stagione di rinascita e ripartenza—> primavera come stagione
di rinascita—> rinascimento innescato dai medici che prendono la figura di Mercurio.
dell’amore da destra a sinistra.
2. L’amore tra zefiro e clori è un amore materiale, fino ad arrivare attraverso primavera e venere,
all’innalzamento con la completezza delle tre grazie, tutto innescato da Mercurio. Ma perchè la
primavera? La primavera è una stagione di rinascita e ripartenza—> primavera come stagione
di rinascita—> rinascimento innescato dai medici che prendono la figura di Mercurio.
3. Venere è isolata rispetto ai due gruppi, cosi come Mercurio e sono accumunati dalle vesti
color rosso. Il messaggio potrebbe essere quella del matrimonio: venere potrebbe raccontarci
di un’esaltazione dell’amore legata al matrimonio: il medici che si sposa con l’amore o lei
potrebbe essere la moglie che introduce la bellezza.
Nella bellezza stiamo rappresentando la bellezza, intorno a venere non ci sono gli aranceti ma il
mirto, simbolo di venere.
Anche i fuori sono raffinati e Botticelli non ha disegnato mai due volte lo stesso fiore, ci sono
quasi 100 speci differenti di fuori.
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LA NASCITA DI VENERE: 1485

La nascita di Venere:
Al centro c’è venere.
A SX ci sono zefiro e
clori e sulla costa
dell’isola c’è la
primavera che è
pronta a coprirla. La
s t a i n t ro d u c e n d o
nell’aranceto.
È un quadro più
facile. Il soggetto
principale è al centro
della scena, come
l’asse di simmetria.
Simmetricamente gli
altri soggetti le
vanno incontro.

Lui dipinge il bello per rappresentare il bello. È una immagine puramente idealizzata,
ispirata al greco, al classico.
Lei è l’espressione del bello e quindi non può essere realistica.
Non sta copiando un nudo femminile e quindi deve cambiare, modificare e aggiungere
elementi: lei è nuda espressione della bellezza, ma una bellezza idealizzata.

Il volto è perfetto, ma il collo è esagerato.


Le braccia sembrano partire direttamente
d a l c o l l o , p e rc h è l e s p a l l e s o n o
morbidissime.
STRABISMO DI VENERE
I capelli sono esaltazione della bellezza. E
coprono la nudità.
La figura centrale di venere e la mano
della primavera che prova a raggiungere
la testa di venere è una rappresentazione
del tema cristiano: il battesimo: anche la
conchiglia l’abbiamo trovata nella pala di
Brera. Mitologia e Religione unite.
la testa di venere è una rappresentazione
del tema cristiano: il battesimo: anche la
conchiglia l’abbiamo trovata nella pala di
Brera. Mitologia e Religione unite.

Piedi sproporzionati

La proporzione e la resa dello spazio non sono rese bene. I copri i lineamenti sono
perfetti, ma non sono proporzionati secondo un sistema prospettico.
Non si capisce la profondità del mare. La stessa cosa la costa. Definisce la distanza tra i
soggetti, ma non gli interessa la profondità. Anche la luce è usata in modo diverso, sono
colori molto tenui, luce e colore creano una certa atmosfera: quella della malinconia,
riflessione.

RINASCIMENTO MATURO:

Piena maturazione del linguaggio rinascimentale. È la stagione ritenuta migliore del lungo
percorso rinascimentale.
Il rinascimento maturo corrisponde agli ultimi anni del 400 e i primi due decenni del 500.
- 1492 porta una svolta e Piero della Francesca e lorenzo de medici muoiono
- 1520 muore Raffaello e quindi la fine del rinascimento
- (1517) Lutero e le sue tesi
- (1527) sacco di roma da parte dei lanzichenecchi
Tante cose valide rimangono in questa stagione: antropocentrica, razionale, richiami al
mondo greco romano, basato sulla lettura di teorie e trattati dei grandi classici (forma
proporzione ed equilibrio), e elemento dato per scontato della prospettiva, loro non hanno
un salto culturale da fare, vivono nell’epoca già più che rinascimentale.

Centri più importanti sono Firenze e Urbino, che grazie al duca di montefeltro e gli artisti
di corte continua ad essere un centro molto produttivo per l’arte. Ma anche Padova,
Mantova e Ferrara.

La novità della stagione del rinascimento maturo nelle città sono Milano, Roma e Venezia.

Milano diventa un grande centro culturale, grazie anche agli Sforza (e in particolare
Ludovico il Moro).

Roma, che veniva sempre considerata come una città vecchia, di vitruvio. Roma era il
posto dove andare a studiare l’antico, ma non come produzione artistica.
Con l’inizio del secolo nuovo roma investe nell’arte come strumento di costruzione di
potere: —> papato, il vaticano: soprattutto alcuni papi come Giulio II, che sostiene che
l’attrattività può essere la cosa giusta: Raffaello, bramante ecc vanno tutti a roma.

Venezia: anche quando Venezia si stacca dal gotico loro lo fanno a modo loro. Linguaggio
sempre piu moderno e rinascimentale: l’arte dei veneziani diventa il modello del territorio
tosco-romano. Tutti pittori convertitisi al rinascimento che metteranno al centro il colore,
piu che contorno linee e prospettiva.

Cambia anche il ruolo e centralità culturale dell’artista : le cose sono clamorosamente


migliorate: con la fine del medioevo l’artista era ancora un artigiano, con la diffusione
nelle corti e apporto di alcuni specifici artisti (Piero e alberti) l’artista prende un ruolo
intellettuale, produzione come trattatista. Si innalza dalla condizione medioevale per
ricoprire un ruolo più importante. I grandi artisti sono da considerarsi come filosofi, poeti
tutto loro.
nelle corti e apporto di alcuni specifici artisti (Piero e alberti) l’artista prende un ruolo
intellettuale, produzione come trattatista. Si innalza dalla condizione medioevale per
ricoprire un ruolo più importante. I grandi artisti sono da considerarsi come filosofi, poeti
tutto loro.

La rivoluzione è stata una rivoluzione pluridisciplinare che continua anche in questa


stagione ma in maniera piu accentuata.
I geni del rinascimento maturo sono più cose contemporaneamente che quindi includono
pluridisciplinarità. Leonardo, bramante, Raffaello, Michelangelo sono tutto fare.
Ma quale è la miglior disciplina? Squadre di dibattito—> discipline più complete ecc…
Rivalità di Leonardo che sostiene la pittura e Michelangelo che sostiene la scultura.

DONATO BRAMANTE

Lui è di Urbino e si basa sulla lettura che alla corte di Urbino si è


data ad Urbino.
Tutta la sua crescita artistica, cultura e formazione si lega alla
città di Urbino. Frequenta le scuole di Urbino ed è a diretto
contatto con la corte.
È nato nel 1444, quando federico di montefeltro prende il potere
dopo oddantonio.
Il vero protagonista della corte di Urbino era Piero della
Francesca, che lui vede quotidianamente.
A corte c’erano moltissimi pittori fiamminghi —> tempera ad olio,
luce indagatrice, cura dei dettagli.
Ad Urbino bisognava dare alla cultura un taglio molto matematico—> disegno geometrico
e prospettiva. Ha anche a disposizione la biblioteca di Urbino che era la più aggiornata:
De architettura di vitruvio, de redificatoria di Alberti, de prospectiva pingenti. Lui era
classicista.
Dopo un po’ lui tenta di iniziare una carriera e al contempo viaggiare per confrontarsi con
altri ambienti artistici. Bramante allora lui non va in toscana ma va piu a nord, per arrivare
a trovare qualcuno che credi in lui.
Va a Padova (dove vede Giotto, Donatello, Mantegna)
Va a Mantova (Mantova dei Gonzaga, conoscenza della pittura e costruzione di Mantegna
e Alberti ma non lascia nulla di artistico.
Alla fine va a Bergamo e comincia ad avere qualche affresco (tutto andato distrutto), e
viene notato dalla città di Milano.
Negli anni 80 va a milano dalla famiglia degli Sforza. —> clima che attira artisti di livello,
perchè c’è un grande investimento.

CRISTO ALLA COLONNA


È un dipinto molto importante perchè in una sola
immagine c’è ha citato molti riferimenti diversi fra loro
mettendoli insieme con un risultato efficace,
drammatico, patetico: sofferenza, patimenti nel suo
sguardo che sono i temi che deve toccare.
È un cristo alla colonna e lui ha in mente la
flagellazione di Piero della Francesca. Sembra che la
metafisica, eternizzazione prende l’aspetto molto più
drammatico, fisico, emotivo. Il peso del corpo di
cristo sembra molto ricordare il cristo morto di
Mantegna. Lui dipinge alla fiamminga: usa la luce
flagellazione di Piero della Francesca. Sembra che la
metafisica, eternizzazione prende l’aspetto molto più
drammatico, fisico, emotivo. Il peso del corpo di
cristo sembra molto ricordare il cristo morto di
Mantegna. Lui dipinge alla fiamminga: usa la luce
come strumento per indagare l’epidermide, la cura
dei dettagli, la luce che crea i dettagli, dettagli crudi e
violenti come il cappio al collo (collo verde e rosso),
braccio raggrinzito dalla corda ecc.
Tecnicamente non è un cristo alla colonna perchè non
è una colonna (pilastro o lesena)—> usato per
mettere il fregio (espediente costruttivo). La luce è
completamente contro Piero perchè esplicita la fonte
di illuminazione (finestra) e quindi la luce non è
zenitale e crea ombre.
L’attenzione dello sfondo è atmosferica: montagne che diventano piu lontane ecc (ricorda
molto la monnalisa). —> insieme a lui a milano l’altro importante è infatti Leonardo.

Anche la coppa prende un posto importante. È messo li per essere illuminato ed essere
co-protagonista dell’opera (PISSIDE, nel rito eucaristico il contenitore delle particole
consacrate). Quel pane contenuto nella pisside è corpo di cristo.

Dopo un po’ abbandona la pittura per dedicarsi all’architettura.


Arriva una richiesta di progetti architettonici molto elevata. E questo serve molto a
Ludovico il Moro, perchè lascia più segno che un dipinto.

Chiesa di santa maria presso san satiro


È in una traversa di via Torino vicino al duomo.
Valorizzare il sacello però in un’architettura più ampia
pre-esistente.
Per lui l’architettura perfetta deve avere una pianta
centrale, dove tutto è simmetrico e speculare.
Quindi lui voleva usare la croce greca, ma usa una
croce a T (dove doveva esserci il 4 braccio c’era una
strada).
Invece di rinunciare si immagina la soluzione. Se non
posso mettere un altro braccio, lo dipingo (in
corrispondenza dell’apside).
Falsare la percezione della realtà grazie sl suo passato
da pittore. Lui decide di creare in questa illusione una
volta a botte cassettonata (pala di Brera).
Trasformare lo spazio in qualcosa di diverso. Ma
ovviamente bisogna essere esattamente di fronte
perchè il punto focale è al centro
Dopo questa chiesa lui ne costruisce un’altra che era molto importante per il Moro

La chiesa (verde( era già


presente e bramante deve
intervenire nella parte
absidale (rosso), chiamata
tribuna, dove lui deve
creare il mausoleo degli
Sforza.
Creare uno spazio quasi
autonomo ma coerente
con il resto.

È un progetto tutto costruito con cerchi e quadrati. La pianta è quadrata. Un lato si


appoggia sulla vecchia chiesa. Il centro è dominato dalla presenza di una cupla a pianta
circolare.
La quarta parete la prolunga ulteriormente
Lui gioca con il laterizio rosso e l’intonaco bianco e viene decorata com forme o circolari
o quadrate.
A milano arrivano i francesi e gli sforza non hanno più potere e quindi bramante se ne va
da milano e va a roma. PERSONALMENTE CONTATTATO DAL PAPA.
Tentativo di eternizzare il ruolo del papa.
Papa Giulio II chiama molti artisti e uno dei primi è proprio bramante. Diventa il più stretto
collaboratore.
Emttono in pratica la megalomane opera del papa e diventa quasi un consigliere.
Costruzione della basilica di San Pietro (che però c’è già dal 313). Giulio II allora dice che
la chiesa di Costantino deve essere abbattuta e ricorstruire l’immagine della chiesa.

Progetto originale:
Enorme cupola al centro, pianta centrale a croce greca.
Non viene quasi tenuto nulla.

Tempietto di san pietro in montorio


(Secondo la tradizione la croce di Pietro è stata li).
Bramante lui la chiama tempio- tempietto molto
vicina all’ordine dorico. Anche questo è a pianta
centrale, abolisce le braccia e nella parte superiore
chiude il tutto con una cupola.

Prototipo dell’architettura rinascimentale e che


vedremo spesso nei futuri quadri.
LEONARDO DA VINCI
È difficile definirlo solo artista.
È stato ingegnere, inventore, botanico, studioso di militare, e
pittore.
Non è stato un pittore come gli altri, ha tenuto assieme tante cose.
Come uomo che si interessa alla realtà, Leonardo è un dubbioso. È
il dubbio che porta Leonardo a scoprire. È rinascimentale, si forma
in una cultura antropocentrica, anche lui legge vitruvio.
Leonardo vuole prima sottoporre tutto ciò che fa e dice a sua
personale verifica, vuole la conferma. C’è un approccio empirico al
reale. —> è anche scienziato. Dato che gli interessa tutto, tutto
entra a far parte delle sue invenzioni ecc.
lui si definiva omo senza litterae, uomo senza sapere. Lui con un atteggiamento molto
umile si definisce un ignorante. Non sa scrivere o tradurre in greco o latino; lui non voleva
studiare i pensieri degli altri, lui voleva porre tutto sotto una personale verifica, quindi non
gli serviva leggere in greco o latino.
Lui ci lascia poche opere, ma lascia molti disegni. Il disegno gli permette di creare le sue
idee e renderle visibili. Sono più di 4000 disegni (e 12 opere).

Per Leonardo l’uomo è corpo. Lui studia l’uomo in


quanto corpo: muscoli, scheletri ecc. lui comincia
ad andare negli obitori.
Molte immagini ci rappresentano come lui studia i
copri. Fa dei disegni anatomici.
Studia come i muscoli si uniscono con i legamenti
e cosi indaga i soggetti.
Fa anche degli studi sul meccanismo di crescita di
un corpo dentro un copro—> nascita e crescita di un feto

Poi si mette a studiare dei macchinari.


Cannone roteante, macchina per volare, mega balestra.
La cosa importante è che lui non fa solo i disegni ma fa anche delle descrizioni.
Lui è mancino e aveva problemi con l’inchiostro e quindi impara a scrivere in maniera
speculare. Ma lui voleva anche rendere i suoi scritti, codici capibili solo da lui.

Lui comincia ad interessarsi anche su 1 come si rappresenta lo spazio e 2 come si


rappresenta la presenza di qualcuno nello spazio.
Il punto di partenza obbligato è la prospettiva.

Leonardo dice: bella, pero… studiando trova dei limiti. La prospettiva geocentrica di
Brunelleschi è troppo precisa e geometrica per essere reale. Nella testa posso anche
rappresentarlo in maniera geometricamente perfetta. Ma non vedo cosi la realtà.
Non si può rappresentare in ugual modo una figura vicina o lontana—> lui teorizza la
prospettiva dei perdimenti, o aerea. Si perdono molti dettagli man mano che ci si
allontana.
Tra la retina e ciò che si osserva si estende una nebbia visiva che si fa sempre più fitta più
ci si allontana.

Per quanto riguarda l’uomo non basta dire che l’uomo è corpo. Lui trova un limite.
Quasi tutti sono arrivati a mettere una figura umana proporzionata, ma no tutti rendono la
figura profonda, o interiorità dei soggetti. Bisogna trovare i MOTI DELL’ANIMO. Un essere
umano è corpo e intimità.

Importate è la mimica facciale e la gestualità.


Nuovo modo di approcciare il soggetto umano.
Quando dipinge lui abolisce il disegno, abolisce il contorno. Nella realtà le cose non
hanno una linea di contorno. È una convenzione logica.
Leonardo dipinge con la tecnica dello SFUMATO, le tinte devono essere delicatamente
sfumate l’una nell’altra per far capire che sta cambiando il soggetto.
Particolare attenzione ai chiari scuro e piccolissime velature. Lui spesso usava il
polpastrello.

Leonardo
Nasce a Vinci da una relazione extra coniugale.
Il padre lo manda a Firenze per avere una formazione artistica. Lui va nella bottega di
Andrea Verrocchio, ultima frequentata da Botticelli.
Leonardo comincia ad intervenire nei quadri del Verrocchio a fare i personaggi secondari,
ma attira l’attenzione più di quelli principali.
Delle parti nel battesimo di cristo del Verrocchio sono fatte da Leonardo.

Verrocchio fa Cristo e San Giovanni e


l’ambientazione. Leonardo fa gli
angioletti e il paesaggio dietro alle loro
teste. Quello è già un Leonardo inserito
in un Verrocchio. Approccio molto
Verrocchio fa Cristo e San Giovanni e
l’ambientazione. Leonardo fa gli
angioletti e il paesaggio dietro alle loro
teste. Quello è già un Leonardo inserito
in un Verrocchio. Approccio molto
delicato dei due angioletti, profilo molto
delicato, espressione molto emozionale
e delicata. Lo sfondo che lui rappresenta
è quasi uguale della gioconda:
montagnette ruscello ecc. Leonardo è
già Leonardo.
Leonardo a breve distanza da Botticelli
inizia a frequentare l’ambiente dei
medici. Comincia ad avere qualche
commissione dal magnifico, lavora con
altri pensatori ed intellettuali.
A Leonardo non piace quell’ambiente
perchè erano neoplatonici che
pensavano che tutto fosse idea, per lui
invevce è tutto fatti.

L’annunciazione
Questo è un tema tradizionale che era già stato fatto. C’è l’angelo che annuncia a Maria.

Maria doveva essere in casa come tradizione


voleva. Leonardo mette in discussione e fa
questa opera in maniera differente rispetto alle
altre. Maria è fuori casa e non dentro. Tutto si
sta svolgendo all’esterno della residenza
privata di Maria. È un dettaglio quasi ironico.
Lui ambienta tutto nell’ambiente presente con
l’edificio tipico 400esco.
Essendo ora all’esterno può concentrarsi sullo
sfondo. Lui sta facendo apposta per illustrare quello che sta facendo. Dal primo piano allo
sfondo cresce lo sfumato e si perdono i dettagli.
In primo piano troviamo un prato riccamente fiorito. (Leonardo botanico) (in realtà
quest’opera è precedente alla primavera di Botticelli e quindi Botticelli ha copiato
Leonardo )
Poi ce un muretto e dietro il muretto c’è un boschetto, creando diversi alberi. Non
possiamo vedere i dettagli. Capiamo che sono piante diverse, ma quello che vediamo è la
loro sagoma, capiamo le differenze grazie ai colori. Coerentemente il terzo piano cioè lo
sfondo il tema è puramente paesaggistico. Ma non capiamo che paesaggio sia.
Nel libro in primo piano possiamo quasi leggere le parole nel libro.

Leonardo dipinge Maria analizzandola psicologicamente, lei rimane di stucco reagisce e


Leonardo costruisce questa comunicazione a distanza attraverso i gesti e sguardo.
L’angelo è appena atterrato a terra e già sta indicando verso Maria, gesto coerente con lo
sguardo. Dall’altra parte c’è la reazione ambigua di Maria. Sussulto sulla seggiola. Gesto
con la mano tipo di protezione. Con l’altra mano sta tenendo il segno.
Il muro dietro porta il nostro sguardo dalla mano dell’angelo verso Maria.
È un quadro compiuto ma la parte che più lo ha mandato in confusione è l’angelo. Non
l’ha mai visto, neanche in obitorio. Leonardo non può razionalizzarlo. Quindi disegna un
uomo ben vestito con due ali, ali che sono vere ed ispirate alla realtà.

1482: lui ha 30 anni e la sua vita arriva ad una svolta. Il magnifico non ha bisogno di due
artisti (Botticelli e leonardo), sono troppo diversi ma non vanno mai d’accordo e quindi
deve scegliere. Ovviamente sceglie Botticelli. Non caccia però Leonardo: Leonardo viene
1482: lui ha 30 anni e la sua vita arriva ad una svolta. Il magnifico non ha bisogno di due
artisti (Botticelli e leonardo), sono troppo diversi ma non vanno mai d’accordo e quindi
deve scegliere. Ovviamente sceglie Botticelli. Non caccia però Leonardo: Leonardo viene
mandato in prestito come pedina di scambio. Per farmi bello con gli altri politici o corti
mando a lavorare Leonardo per far vedere quanto è grandiosa la corte di Firenze.
Nell’82 viene mandato a milano verso gli sforza, dove rimarrà per 17 anni.

Nel frattempo lui crea una sorta di arpa, e il magnifico lo usa come espediente per
mandarlo dal moro a milano.

Il suo curriculum lo presenta come un ingegnere e il moro gli chiede di fermarsi, ma il


moro gli da da fare delle opere di ingegneria. Il primo ad esempio i navigli.
Quando a milano capiscono che Leonardo sa fare tutto iniezieranno ad arrivare richieste
nell’ambito della pittura.

“La verigine delle rocce” realizzzata nella seconda meta


degli anni 80. Gli viene richiesta una pala d’altare per la
chiesa di San Francesco, costruito su un vecchio cimitero
paleocristiano(sopra c’è l’edificio vero e proprio. Rielabora
cosi un tema religioso in mezzo alle rocce proprio per il
ruolo dal quale l’opera stata elaborata. Gioca col tema
dell’esterno, il soggetto è la Maria vergine inserita nelle
rocce. Maria nel quadro non è sola: con lei c’è Gesù e San
Giovanni bambino quindi san giovannino. Il tema ipotetico
è l’incontro tra cristo e San Giovanni da bambini. Cosa
mai successa.
Presenza dell’acqua nel primo piano, sponda di un
laghetto dove i due bambinetti si sono inginocchiati,
simbolo del battesimo .
Lui sperimenta anche la costruzione della scena:
composizione geometrica e ben calcolata dei
soggetti. Costruzione piramidale: i soggetti bambini
sono la base della piramide e la punta è il volto di
Maria.

Maria è una figura protettrice, infatti lei poggia la mano sulla spalla a San Giovannino,
mentre per il figlio ha una mano aperta sulla sua testa. (Sant’anna metterza). Il gesto della
mano ci porta a vedere il basso a destra, dove troviamo anche un angelo. Con il collo
l’angelo si volta quasi a richiamare la nostra attenzione. L’angelo con la mano ci dice di
non guardare lui, ma dobbiamo guardare dall’altra parte, perchè il bambino sta
benedicendo il battista. Gesù sta con il gesto pantocratore battezzando San giovannino,
che si inginocchia, stringe le mani in preghiera e prende la benedizione del figlio di dio.
Maria che abbraccia il bambino chiude il cerchio.
Leonardo dipinge con raffinatezza nelle tinte, con sfumature e velature.
La luce è fondamentale, utilizza 3 fonti luminose differenti: una esterna che arriva da
sinistra. Però in aperta contraddizione alle loro spalle nei perdimenti della prospettiva del
paesaggio si intravede un perfetto controluce. C’è una terza luce che è quella più alta
sopra le rocce
paesaggio si intravede un perfetto controluce. C’è una terza luce che è quella più alta
sopra le rocce

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