Capitolo 16
Capitolo 16
Capitolo 16
Lanalisi di un sistema di fondazione pu essere fatta in condizioni limite (terreno prossimo alla rottura) oppure in condizioni di esercizio.
Fondazioni superficiali
In questo caso un sistema di fondazione viene classificato superficiale quando vale D<<B. In questa situazione possibile trascurare le azioni trasmesse lateralmente sulla struttura e si considerano esclusivamente le sollecitazioni trasmesse sulla superficie di base.
Fondazioni profonde
Vengono classificate come fondazioni profonde, con riferimento al comportamento del singolo palo, quelle per cui risulta che D>>b. In questo caso le azioni laterali influiscono notevolmente sul comportamento dellopera ed in generale sono le sole azioni che determinano il sostentamento della struttura.
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
Plinti isolati
La struttura sostenuta da uno scheletro portante costituito da travi e pilastri, il carico viene trasmesso al terreno attraverso un sistema di plinti isolati applicati ad ogni pilastro.
Travi di fondazione
Se il sistema di fondazione a plinti non sufficiente a trasmettere completamente il carico strutturale al terreno allora attraverso delle travi vengono collegati tra loro i plinti, in modo tale da aumentare larea di impronta della fondazione. Lorditura delle travi pu essere fatta in una oppure in entrambe le direzioni a seconda delle necessit.
Platea di fondazione
Viene impiegata quando non risulta ancora sufficiente il sistema di fondazione a travi, in questo caso i plinti (o base del pilastro) vengono collegati tra loro da un sistema di appoggio continuo nelle due direzioni (platea).
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
Figura 16.2 Per il cui carico del carico limite ci servono delle ipotesi: 1. Deformazione piana (dovuta alla lunghezza indefinita della fondazione). 2. Piano di campagna orizzontale. 3. Piano di posa orizzontale. 4. Carico verticale e centrato.
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
qLIM=cN c qN q
1 B N 2
I tre termini hanno il seguente significato: 1. Contributo dovuto alla coesione c agente lungo la superficie di rottura. c N c 2. Contributo del carico q agente ai lati della fondazione sul piano di posa, si tratta di un contributo sicuramente stabilizzante. q N q 3. Contributo delle forze di attrito agenti lungo la superficie di scorrimento, essendo lattrito correlato al peso, dipende dal peso del terreno contenuto nella superficie di rottura.
1 B N 2
Appare evidente dal secondo termine che il carico limite dipende dalla profondit del piano di posa per cui luso del vocabolo tensione ammissibile per un terreno sbagliato.
Vediamo brevemente la formula di Terzaghi per il calcolo del carico limite per le fondazioni superficiali, in seguito tratteremo nel dettaglio le due condizioni di drenaggio. 1. CONDIZIONI DRENATE:
I LIM
=c N c q N q
1 * BN 2
N q =k p e tan
N c = N q 1 cotg N =2 N q 1 tg
I I
* abbiamo visto essere il peso per unit di volume al di sotto del piano di posa, esso dipende generalmente dalla posizione della falda e soddisfa la seguente limitazione:
2. CONDIZIONI NON DRENATE:
q LIM=cu N c qN q
N q =1 N c =2 N =0
Queste condizioni sono valide per fondazioni nastriformi con carichi centrali verticali. Per le altre situazioni ci sono dei termini correttivi che tengono conto delle seguenti caratteristiche: Carico inclinato (c la presenza di un taglio). Carico eccentrico: si considera unarea ridotta BI=Be. Esistono dei coefficienti di forma che tengono conto del fatto che le fondazioni reali sono di lunghezza finita. Inclinazione del piano di posa della fondazione. Inclinazione del piano di campagna. Ogni coefficiente deve essere applicato al termine relativo nella formula del qLIM.
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
In questo disegno stata considerata la condizione di collasso e a fianco dellelemento di fondazione relativamente al piano di posa stato riportato il carico relativo al terreno superficiale; tale carico agisce a favore di sicurezza. Il valore del carico limite dato dalla relazione:
N c =2 N q =1
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI Nel caso non vengano rispettate le ipotesi assunte per il calcolo del carico limite si introducono dei coefficienti o altri accorgimenti.
qLIM = ci cu N c qi q N q
ci =1 qi =1
2P B cu N c
Per la valutazione del carico di collasso di questa fondazione viene considerata la base BI sulla quale il carico Q risulta centrato. Il carico limite viene calcolato assumendo che larea della fondazione sia ridotta al valore BI:
B I =B 2 e
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
q LIM=c N c q N q
1 * BN 2
Il primo termine quello relativo alla coesione efficace del terreno, il secondo quello dovuto al sovraccarico sul piano di posa, mentre il terzo termine quello dovuto allattrito lungo la superficie di scorrimento e quindi al peso proprio del terreno contenuta dalla superficie di rottura. Nel caso delle condizioni non drenate non abbiamo il contributo dovuto al peso proprio e questo essenzialmente dovuto al diverso meccanismo di rottura:
Figura 16. Nel caso delle condizioni non drenate i due conci di terreno rappresentati in figura hanno lo stesso peso e quindi il contributo relativo sar nullo; mentre in condizioni drenate i due conci presentano un peso diverso e quindi il loro contributo sar non nullo. Il valore di * viene scelto in funzione della posizione del pelo libero della falda.
u=0
Da cui otteniamo che:
I = cN c qN q 1 B N 2
q ILIM=q LIM
Nel caso di fondazione nastriforme con il carico centrato verticale allora vale lespressione unanimemente riconosciuta:
N q=k p e tan
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI Una volta noto il valore di Nq allora possibile risalire al coefficiente Nc,utilizzando il TEOREMA DEGLI STATI CORRISPONDENTI. Prendiamo un sistema in cui esista coesione cI0, un angolo di attrito I0 e si possa trascurare il peso proprio del terreno =0. In questo caso il carico limite pu essere scritto nel modo seguente:
qLIM=cI N c qI N q
Per discutere il problema possiamo anche operare una traslazione dellasse delle ordinate nel piano di Mohr e definiamo una nuova variabile * tale per cui la condizione di rottura passi per lorigine del nuovo sistema di assi.
* = I cI cot
In questa situazione il materiale pu essere considerato privo di coesione e quindi facendo riferimento a questa descrizione dello stato tensionale il valore del carico limite pu essere calcolato mediante la seguente relazione:
qLIM=q N q
A questo punto mediante la legge di trasformazione tra i due sistemi di coordinate possiamo esplicitare i valori di q*LIM e di q*:
c cot
I I I
q LIM c cot
= q
c cot
I I
Nq
I
I LIM
=c N q 1 cot
q Nq
ed il
A questo punto ricordando la relazione che esprime il carico limite per un terreno coesivo, con angolo di attrito cui peso sia trascurabile:
qILIM =cI N c qI N q
allora confrontando con la precedente espressione si ottiene che deve valere:
N c = N q 1 cot
Una volta noto il valore di Nq possibile attraverso questa relazione determinare il coefficiente Nc. Per il valore di N non c una trattazione rigorosa, vi sono delle soluzioni numeriche che vengono riportate in tabelle. Lespressione di Vesic, ma sulla quale non c unanimit, fornisce per N :
N =2 N q 1 tg
Osservazione
Nellespressione generale che fornisce il valore del carico limite per una fondazione compare la somma di 3 contributi, e quindi stato implicitamente applicato il principio di sovrapposizione degli effetti. Questa per una operazione non del tutto lecita in quanto il comportamento non lineare, comunque lerrore commesso risulta molto contenuto.
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
q LIM = ci c N c
dove:
qi q N q
m
1 * i B N 2 mB= mL= 2 BL 1 BL 2 L B 1 L B
qi = 1
ci = qi
p q B cI cot
1 qi N c tan
I m 1 I
i= 1 Carico eccentrico
p q B cI cot
I
Anche in questo caso se il carico applicato eccentrico viene determinata una base BI rispetto alla quale il carico risulti centrato, ed in questa situazione viene valutato il carico limite.
B I =B 2e
q LIM = c c N c
c =1 B Nq L Nc
I
q q N q
1 B N 2
B<L
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI Vediamo ora il comportamento del terreno modificando la posizione del pelo libero della falda. Consideriamo per semplicit una falda idrostatica.
qI = v u = D w h qI = I D
W D h = W D
q I = v u = h sat D h
q = = h D h
I I
W D h = h
sat W D h
In tutti questi casi quando il terreno sotto il piano di posa si trova in condizioni di saturazione allora si pu dire che:
* = I
In generale si ha che:
1 2
quindi questo significa che per i terreni saturi sotto il piano di posa il contributo al carico limite dovuto al peso proprio viene dimezzato. Questo effetto sostanzialmente dovuto alla presenza di una sottospinta data dallacqua.
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
q I = D
La quantit che cambia in funzione della coordinata z il parametro * che assume i seguenti valori:
z<0 0 zB z>B
Tutto questo con lacqua in quiete.
* =I med = =
* *
z B z B
* = w 1i
+ con moto verso lalto. con moto verso il basso.
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
Il carico applicato alla fondazione pu essere inclinato da una parte o dallaltra rispetto alla verticale. In entrambi i casi possiamo studiare gli effetti di disturbo parziali in termini delle condizioni di rottura che essi tendono ad introdurre. Se le condizioni di rottura risultano compatibili allora questo significa che gli effetti intervengono a favore del collasso strutturale riducendo il valore del carico limite; quindi i relativi coefficienti correttivi possono essere applicati in successione questo significa che i due effetti tendono ad opporsi luno allaltro e quindi il carico limite deve essere calcolato con metodi alternativi.
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
Caso 1
Possiamo osservare che in questo caso i due effetti sono compatibili, quindi possono essere utilizzati entrambi i coefficienti correttivi applicati in successione.
Caso 2
In questo caso i due effetti non sono compatibili in quanto il primo tende ad introdurre una condizione di rottura mediante un concio che ruota in senso antiorario, mentre il secondo introduce una condizione di rottura relativa ad un concio che ruota in senso orario. In questa situazione quindi non possono essere applicati i coefficienti correttivi.
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI La soluzione per questo caso quella di applicare i coefficienti alla fondazione che comprende parte del terreno.
Figura 16.3 Vediamo ora un semplice esempio che mette in luce la riduzione del carico limite su una fondazione quando siamo in presenza di una eccentricit. Supponiamo di trovarci in condizioni non drenate per le quali possibile far riferimento ad una superficie di rottura circolare.
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
Carico centrato
L esterno =Q
B 2
L interno=cu B B =cu B 2
Uguagliando i due termini possibile ottenere il valore del carico limite:
Q LIM=2 cu B
q LIM=
Q LIM B
=2 cu
N c =2
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
Carico eccentrico
In questo caso i calcoli sono analoghi ai precedenti solo che il valore di B sostituito con BI che rappresenta la porzione di base rispetto alla quale il carico risulta centrato.
L interno =cu B I 2
BI q LIM= =2 cu B B
Il rapporto:
Q LIM
B B
il fattore che riduce il carico limite per effetto della sua applicazione eccentrica.
B I B 2e e = =1 2 B B B
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
TOTALE =
q LIMITE qESERCIZIO
Per definire il carico ammissibile q AMMISSIBILE utilizzo =3: Il carico ammissibile il limite superiore dei carichi di esercizio.
q AMMISSIBILE =
=EFFICACE =
q LIMITE q ESERCIZIO
qIESERCIZIO u
qILIMITE = qIESERCIZIO
q IESERCIZIO u q
I ESERCIZIO
1 = 1 q
u
I q LIMITE
qILIMITE q
I ESERCIZIO
1 = 1 q
u q ILIMITE u
I ESERCIZIO
u
I ESERCIZIO
1 q
u
I LIMITE
<1
u q
I ESERCIZIO
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI Per cui il rapporto :
1 q 1
u
I LIMITE
u q IESERCIZIO
<1
Sostituendo queste considerazioni nella relazione precedente otteniamo che il coefficiente di sicurezza in condizioni non drenate minore del coefficiente di sicurezza in condizioni drenate: I < o con altra notazione TOTALE < EFFICACE Questa deduzione vuole evidenziare che non ragionevole applicare un coefficiente di sicurezza anche alle pressioni interstiziali u; nelle condizioni non drenate non riusciamo a conoscere lentit delle pressioni interstiziali u per cui applichiamo il coefficiente di sicurezza totale, visto che non possiamo comportarci diversamente, ma non lo facciamo nelle condizioni drenate. Una semplice riprova numerica a conferma di questo fatto:
MODO 2: Si pu introdurre un coefficiente di sicurezza riferito al carico netto agente sul piano di posa:
NETTO =
q LIMITE q q ESERCIZIO q
q LIMITE q
q IESERCIZIO q I
riferito al carico netto aumenta. MODO 3: Con la nuova normativa verranno introdotti dei coefficienti di sicurezza in modo da assumere dei parametri di progetto. Il pedice d sta per il vocabolo inglese design ovvero progetto in italiano.
c Id =
I d
=arctg
tg
con
1,2 1,4
Con questi valori calcoleremo q AMMISSIBILE e verr eliminata lambiguit sui coefficienti di sicurezza.
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
a metro
Q LIMITE =q LIMITE B
La forza carico limite Q LIMITE applicata sul piano di posa, cos come labbiamo ottenuta dal meccanismo di collasso e dalle successive correzioni con i parametri.
Q AMMISSIBILE = Q IAMMISSIBILE =
Q LIMITE 3 Q
I LIMITE
= =
q LIMITE B 3 q
I LIMITE
In condizioni drenate:
Anche la forza carico ammissibile Q AMMISSIBILE applicata sul piano di posa. Figura 16. Ora isolo lelemento di fondazione con tutto quello che grava sul piano di fondazione ed evidenzio tutte le forze agenti. Le forze orizzontali si equilibrano, mentre per le forze verticali scrivo lequazione di equilibrio e ricavo Q.
F Vi=0
i
Q W
Q AMMISSIBILE =0
In condizioni non drenate:
Q=Q AMMISSIBILE W
In condizioni drenate:
Q= Q IAMMISSIBILE U
W = Q IAMMISSIBILE
W U
Figura 16.
La U la sottospinta, che nel caso delle tensioni efficaci non computata nella QIAMMISSIBILE. Con W indico tutti i pesi agenti sul piano di posa. La forza carico applicabile Q applicata in sommit alla fondazione. Con lo stesso ragionamento posso ottenere quel carico applicato Q che provoca il collasso della fondazione, per in tal caso per determinarlo devo fare lequilibrio con Q LIMITE.
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CAPITOLO 16: FONDAZIONI SUPERFICIALI
Esempio
Vediamo come varia q AMMISSIBILE a partire dallo stesso q LIMITE se cambiamo i coefficienti di sicurezza.
=17
kN m
3
cI =0 I =32
Non presente la falda.
N =30,22
1 qLIM= B N =257kPa 2
Supponiamo di adottare un coefficiente di sicurezza pari a 3 e calcoliamo la tensione corrispondente:
q AMM=
qLIM 3
=86kPA
A questo punto vediamo cosa significa la scelta di questo valore per il coefficiente di sicurezza in termini dellangolo I. Prendiamo un coefficiente di sicurezza F che applichiamo alla resistenza (tg I).
tg =
I
tg I F
tg F
I
=arctg
I =25
Al quale corrisponde un valore di N=10,88 Se calcoliamo la tensione limite con questi termini di resistenza ridotti allora otteniamo che:
q AMM=92kPa
Si osserva quindi che un coefficiente di sicurezza F =1,35 non arriva a definire una tensione ridotta uguale a quella ottenuta applicando direttamente il coefficiente di resistenza 3 al carico limite.
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