Utente:BlackPanther2013/Sandbox/O.v.: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichetta: Link a pagina di disambiguazione
Riga 1: Riga 1:
{{Tassobox
{{Tassobox
|nome = ''Globicephala''
|nome=Avvoltoio testabianca
|statocons =
|statocons=CR
|statocons_versione=iucn3.1
|immagine = [[File:Pilot whale.jpg|230px]]<br/>[[File:Short-finned pilot whale size.svg|230px]]
|statocons_ref=<ref name=IUCN>{{IUCN|summ=22695250|autore=BirdLife International. 2021}}</ref>
|didascalia = Dimensioni di un globicefalo di Gray a confronto con quelle umane
|immagine=[[File:Trigonoceps occipitalis -Las Aguilas Jungle Park, Tenerife, Spain-8a (4).jpg|230px]]
|didascalia=Esemplare al Las Águilas Jungle Park di Tenerife
<!-- CLASSIFICAZIONE: -->
<!-- CLASSIFICAZIONE: -->
|dominio = [[Eukaryota]]
|dominio=[[Eukaryota]]
|regno = [[Animalia]]
|regno=[[Animalia]]
<!-- PER GLI ALTRI ESSERI VIVENTI: -->
|sottoregno =
|phylum=[[Chordata]]
|superphylum =
<!-- PER TUTTI: -->
|phylum = [[Chordata]]
|classe=[[Aves]]
|subphylum =
|ordine=[[Accipitriformes]]
|infraphylum =
|sottordine=
|microphylum =
|famiglia=[[Accipitridae]]
|nanophylum =
|sottofamiglia=
|superclasse =
|genere='''Trigonoceps'''
|classe = [[Mammalia]]
|genereautore=[[René Primevère Lesson|Lesson]], [[1842]]
|sottoclasse =
|sottogenere=
|infraclasse =
|specie='''T. occipitalis'''
|superordine =
|sottospecie=
|ordine = [[Artiodactyla]]
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: -->
|sottordine =
|biautore=([[William John Burchell|Burchell]]
|infraordine = [[Cetacea]]
|binome=Trigonoceps occipitalis
|superfamiglia =
|bidata=1824)
|famiglia = [[Delphinidae]]
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: -->
|sottofamiglia = [[Globicephalinae]]
|triautore=
|tribù =
|trinome=
|sottotribù =
|tridata=
|genere = '''Globicephala'''
<!-- ALTRO -->
|genereautore = [[René Primevère Lesson|Lesson]], 1828
|sinonimi=
|sottogenere =
|nomicomuni=
|specie =
|suddivisione=[[Areale]]
|sottospecie = <!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: -->
|suddivisione_testo=[[File:TrigonocepsOccipitalisIUCN.svg|230px]]
|biautore =
{{legenda|#008000|stanziale}}
|binome =
{{Legenda|#AAFFAA|presenza possibile (stanziale)}}
|bidata = <!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: -->
{{Legenda|#007FFF|presente ma non nidificante}}
|triautore =
{{Legenda|#FF8080|probabilmente estinto}}
|trinome =
{{Legenda|#FF0000|estinto}}
|tridata =
<!-- SERIE TIPO -->
|tipo=[[Globicephala melas|Delphinus globiceps]]<ref>{{MSW3|id=14300050}}</ref>
|tipoautore= Cuvier
|tipodata= 1812
|tipo2=
|tipoautore2=
|tipodata2=
<!-- ALTRO: -->
|sinonimi = ''Globicephalus''
|nomicomuni =
|suddivisione = [[Specie]]
|suddivisione_testo =
* ''[[Globicephala macrorhynchus]]''
* ''[[Globicephala melas]]''
|mappa_distribuzione=cetacea range map Pilot Whale.png
|didascalia_distribuzione=
{{legenda|#0000FF|Areale del [[Globicephala macrorhynchus|globicefalo di Gray]]}}
{{Legenda|#75C173|Areale del [[Globicephala melas|globicefalo]]}}
{{Legenda|#3F8B73|Zone di [[simpatria]]}}
}}
}}


L<nowiki>'</nowiki>'''avvoltoio testabianca''' ('''''Trigonoceps occipitalis''''' {{zoo|([[William John Burchell|Burchell]]|1824)}}) è un [[Avvoltoio#Avvoltoi del Vecchio Mondo|avvoltoio del Vecchio Mondo]] endemico dell'[[Africa]]. Negli ultimi anni le sue popolazioni sono diminuite drasticamente a causa del [[Distruzione dell'habitat|degrado ambientale]] e della pratica di avvelenare le carcasse. In passato il genere era più diffuso, come indica il ritrovamento dei resti fossili di una specie affine vissuta sull'isola indonesiana di [[Flores (Indonesia)|Flores]] durante il [[Pleistocene superiore]].<ref>{{cita web | url=https://repository.si.edu/bitstream/handle/10088/26191/Meijer%20et%20al%202015%20Continental-style%20avian%20extinctions%20on%20an%20oceanic%20island.pdf | titolo=Continental-style avian extinctions on an oceanic island | autore=J. M. Hanneke ''et al.'' | sito=Repository.si.edu | accesso=17 ottobre 2018}}</ref>
'''''Globicephala''''' {{zoo|[[René Primevère Lesson|Lesson]]|1828}} è un [[Genere (tassonomia)|genere]] di [[Cetacea|cetacei]] comprendente due specie [[Neontologia|esistenti]]: il globicefalo comune (''[[Globicephala melas|G. melas]]'') e il globicefalo di Gray (''[[Globicephala macrorhynchus|G. macrorhynchus]]''). Le due specie non sono facilmente distinguibili in natura e il modo migliore per distinguerle è analizzarne il cranio. Il genere è presente nelle acque di quasi tutto il mondo: il globicefalo comune vive nelle acque più fredde, il globicefalo di Gray in quelle tropicali e subtropicali. Dopo l'[[Orcinus orca|orca]], i globicefali sono i [[Delphinidae|Delfinidi]] più grandi.

I globicefali si nutrono principalmente di calamari, ma catturano anche grossi [[Demersale|pesci demersali]] come [[Merluzzo|merluzzi]] e [[Psetta maxima|rombi chiodati]]. Sono altamente sociali e possono rimanere nel loro [[Pod (orca)|gruppo]] di origine per tutta la vita. Il globicefalo di Gray è una delle poche specie di mammiferi in cui le femmine entrano in [[menopausa]] e, una volta terminata l'età riproduttiva, continuano a svolgere un ruolo predominante all'interno del gruppo. I globicefali sono famosi per i loro [[Spiaggiamento di cetacei|spiaggiamenti]] di massa, dalla causa tuttora sconosciuta; i biologi marini, tuttavia, hanno scoperto che l'orecchio interno dei mammiferi marini (che consente l'ecolocalizzazione, loro principale strumento per orientarsi) viene danneggiato dall'inquinamento acustico sottomarino, ad esempio quello provocato da navi mercantili o esercitazioni militari.<ref>{{cita web | url=https://kaltura.uga.edu/media/t/1_b93ma55v/ | titolo=Sonic Sea | editore=Brown Media Archives and Peabody Awards Collection, University of Georgia}}</ref> Lo [[Stato di conservazione (biologia)|stato di conservazione]] di entrambe le specie viene valutato a «[[Specie a rischio minimo|rischio minimo]]».

== Etimologia ==
''Globicephala'' deriva dal latino ''globus'' («sfera») e dal greco ''kephalé'' («testa»), quindi significa letteralmente «dalla testa sferica» o «globosa».<ref name="Perrin"/><ref name="Ridgeway 1998"/> In passato i globicefali venivano chiamati «delfini pilota», in riferimento alla caratteristica gregarità di questi cetacei, i cui branchi sembrano seguire, in strettissimo contatto, un esemplare più anziano (il cosiddetto «pilota»).<ref name="Perrin"/><ref name="Ridgeway 1998"/>

== Tassonomia ed evoluzione ==
[[File:Globicephala etruriae.JPG|thumb|left|La mandibola dell'estinto ''Globicephala etruriae''.]]
Esistono due specie di globicefalo: il globicefalo comune (''[[Globicephala melas]]'') e il globicefalo di Gray (''[[Globicephala macrorhynchus|G. macrorhynchus]]''). Quest'ultimo venne descritto nel 1846, solamente a partire dallo scheletro, da [[John Edward Gray]], che credette, sbagliando, fosse dotato di un grosso rostro. Il globicefalo comune, invece, era già stato descritto da [[Thomas Stewart Traill]] nel 1809 come ''Delphinus melas'',<ref>{{cita pubblicazione | autore=T. S. Traill | anno=1809 | titolo=Description of a new species of whale, ''Delphinus melas''". In a letter from Thomas Stewart Traill, M.D. to Mr. Nicholson | rivista=Journal of Natural Philosophy, Chemistry, and the Arts | volume=1809 | pp=81-83}}</ref> ma il suo nome scientifico venne successivamemente modificato in ''Globicephala melaena''. Dal 1986, tuttavia, l'[[Nome scientifico|appellativo specifico]] è tornato nuovamente alla forma originaria ''melas''.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. Knox Jones Jr., Dilford C. Carter, Hugh H. Genoways, Robert S. Hoffmann, Dale W. Rice e Clyde Jones | anno=1986 | titolo=Revised checklist of North American mammals north of Mexico | url=http://digitalcommons.unl.edu/museummammalogy/266/ | rivista=Occasional Papers of the Museum of Texas Tech University | volume=107 | p=5}}</ref> In passato sono state descritte anche altre specie, ma oggi vengono riconosciute come valide solo queste due.<ref name="van Bree 1971">{{cita pubblicazione | autore=P. J. H. van Bree | anno=1971 | titolo=On ''Globicephala seiboldi'', Gray 1846, and other species of pilot whales. (Notes on cetacean, ''Delphinoidea'' III) | rivista=Beaufortia | volume=19 | pp=79-87}}</ref>

Al largo della costa orientale del Giappone sono state descritte due varietà geografiche di globicefalo di Gray,<ref>{{cita pubblicazione | autore=T. Kasuya, D. E. Sergeant e K. Tanaka | anno=1986 | titolo=Segregation of two forms of short-finned pilot whales off the Pacific coast of Japan | url=http://www.icrwhale.org/pdf/SC03977-90.pdf | rivista=Scientific Reports of the Whales Research Institute | volume=39 | pp=77-90}}</ref> isolate geneticamente: una più grande, ribattezzata ''tappanaga'', e una più piccola, chiamata ''magondou''.<ref>{{cita pubblicazione | autore=S. Wada | anno=1988 | titolo=Genetic differentiation between two forms of short-finned pilot whales off the Pacific coast of Japan | rivista=Sci. Rep. Whales Res. Inst. | volume=39 | pp=91-101 | url=http://www.icrwhale.org/pdf/SC03991-101.pdf}}</ref> Il ''tappanaga'' vive lungo le coste del Giappone settentrionale e presenta caratteristiche simili a quelle delle popolazioni presenti lungo l'[[isola di Vancouver]] e le coste settentrionali degli Stati Uniti;<ref>{{cita libro | autore=T. Hidaka, T. Kasuya, K. Izawa e T. Kawamichi | anno=1996 | titolo=The encyclopaedia of animals in Japan | volume=Vol. Mammals 2 | isbn=9784582545524 | editore=Heibonsha}}</ref> è probabile che esso si sia [[Evoluzione dei cetacei|evoluto]] a partire dal più piccolo ''magondou'', diffuso più a sud, quando, a seguito della scomparsa del globicefalo comune dal Pacifico settentrionale durante il XII secolo, la [[nicchia ecologica]] occupata da quest'ultimo si trovò vacante: i ''magondou'' allargarono allora il loro areale, adattandosi a colonizzare le acque più fredde, fino a dare vita a una popolazione geneticamente distinta.<ref>{{cita pubblicazione | autore=M. Amano | anno=2012 | titolo=みちのくの海のイルカたち(特集 みちのくの海と水族館の海棲哺乳類) | url=http://isanakai.web.fc2.com/journal/ | rivista=Isana 56 | pp=60-65 | editore=Facoltà di Scienze della pesca dell'[[università di Nagasaki]], Isanakai | accesso=9 marzo 2017}}</ref>

I resti fossili di una specie fossile affine, ''Globicephala baereckeii'', sono stati rinvenuti in depositi del [[Pleistocene]] della Florida.<ref name="Perrin"/> Un'altra specie di ''Globicephala'', battezzata ''G. etruriae'', è stata scoperta negli strati del [[Pliocene]] della Toscana.<ref name="Perrin"/>


== Descrizione ==
== Descrizione ==
The white-headed vulture is a medium-sized vulture, {{convert|72|–|85|cm|in}} in length and with a wingspan of {{convert|207|–|230|cm|in}}. Females have an average weight of {{convert|4.7|kg|lbs}}, while males are generally lighter at {{convert|4|kg|lbs}} or less. This species is unique among African vultures as it shows a degree of reversed sexual dimorphism, where females are somewhat larger than males.<ref name=Murn2012>{{citation |author=Campbell Murn |year=2012 |title=Field identification of individual white-headed vultures ''Trigonoceps occipitalis'' using plumage patterns - an information theoretic approach |journal=[[Bird Study]] |volume=59 |issue=4 |pages=515–521 |doi=10.1080/00063657.2012.717912|s2cid=85193650 }}</ref>
[[File:Walmuseum Húsavík - Skelett Grindwal.jpg|thumb|left|250px|Scheletro di globicefalo.]]
I globicefali sono per lo più di colore grigio scuro, marrone o nero, ma presentano anche alcune aree chiare, come una sorta di macchia grigia a forma di sella dietro la [[pinna dorsale]].<ref name="Ridgeway 1998"/> Altre aree chiare sono una macchia a forma di ancora sotto il mento, un segno indistinto dietro l'occhio, una grossa macchia sulla pancia e un'altra in corrispondenza dei genitali.<ref name="Ridgeway 1998"/> La pinna dorsale è situata in avanti sul dorso e si allunga all'indietro. I globicefali hanno una struttura più robusta della maggior parte degli altri delfini e possiedono un caratteristico [[Melone (Odontoceti)|melone]] grosso e bulboso.<ref name="Ridgeway 1998"/> Le lunghe pinne pettorali a forma di falce e il peduncolo caudale sono fortemente compressi di lato.<ref name="Ridgeway 1998"/> I maschi di globicefalo comune sviluppano un melone più rotondo di quello delle femmine,<ref name="Ridgeway 1998"/> ma questa differenza non sembra valere per i globicefali di Gray che vivono al largo della costa pacifica del Giappone.<ref name="Yonekura 1980">{{cita pubblicazione | autore=M. Yonekura, S. Matsui e T. Kasuya | anno=1980 | titolo=On the external characters of ''Globicephala macrorhynchus'' off Taiji, Pacific coast of Japan | rivista=Sci. Rep. Inst | volume=32 | pp=67-95 | issn=0083-9086}}</ref>
[[File:Pilot whale spyhop.jpg|thumb|250px|right|''[[Spyhopping]]'' di un globicefalo.]]
Il globicefalo comune e quello di Gray sono così simili che è molto difficile distinguerli tra loro.<ref name="Perrin"/> Originariamente venivano distinti in base alla lunghezza delle pinne pettorali rispetto alla lunghezza totale del corpo e al numero dei denti.<ref name="van Bree 1971"/> Si pensava che il globicefalo comune avesse 9-12 denti per emimascella e pinne pettorali pari a un quinto della lunghezza totale del corpo, rispetto ai 7-9 denti per emimascella e alle pinne pari a un sesto della lunghezza totale del corpo del globicefalo di Gray.<ref name="Ridgeway 1998"/> Tuttavia, gli studi sui globicefali dell'Atlantico hanno mostrato molte sovrapposizioni riguardo a queste caratteristiche tra le specie, portando gli studiosi a considerarle [[Variazione clinale|variazioni clinali]] piuttosto che caratteristiche distintive.<ref name="Ridgeway 1998"/> Pertanto, da allora i biologi fanno affidamento solo alle differenze del cranio per distinguere le due specie.<ref name="Perrin"/><ref name="Ridgeway 1998"/>

Le dimensioni e il peso dipendono dalla specie, con i globicefali comuni generalmente più lunghi ma meno pesanti di quelli di Gray.<ref name="Yonekura 1980"/><ref name="Kasuya1984"/> L'aspettativa di vita è di circa 45 anni nei maschi e di 60 nelle femmine per entrambe le specie. L'aspetto è identico per entrambi i sessi e il [[dimorfismo sessuale]] riguarda solamente le dimensioni. I globicefali comuni adulti raggiungono una lunghezza di 4-7,6 metri, con i maschi lunghi circa un metro più delle femmine.<ref>{{cita pubblicazione | autore=D. Bloch, C. Lockyer e M. Zachariassen | anno=1993 | titolo=Age and growth parameters of the long-finned pilot whale off the Faroe Islands | rivista=Rep. Int. Whal. Comm. | volume=14 | pp=163-208}}</ref> Il loro peso massimo raggiunge i 2500 chilogrammi nelle femmine e i 3000 chilogrammi nei maschi.<ref name="Jefferson 2008">{{cita libro | autore=T. A. Jefferson, M. A. Webber e R. L. Pitman | anno=2008 | url=https://books.google.com/books?id=TwFUimDtz7sC&pg=PA557 | titolo=Marine mammals of the world | editore=Elsevier | città=Amsterdam}}</ref> Nei globicefali di Gray, le femmine adulte misurano circa 5,5 metri di lunghezza e i maschi circa 6,8 metri, con record di 7,2, e il peso può raggiungere i 4000 chilogrammi.<ref name="Jefferson 2008"/>

== Distribuzione e habitat ==
[[File:Short-finned Pilot Whale 1.jpg|thumb|275px|left|Globicefalo nel [[golfo di California]].]]
I globicefali si possono incontrare negli oceani di quasi tutto il mondo, ma i dati riguardanti la consistenza attuale delle popolazioni sono spesso carenti. Il globicefalo comune preferisce acque leggermente più fredde rispetto a quello di Gray ed è suddiviso in due popolazioni disgiunte. La popolazione meno numerosa è presente in una fascia circumpolare dell'[[Oceano Australe]] compresa grosso modo tra 20 e 65° di latitudine sud, dove è osservabile al largo delle coste di [[Cile]], [[Argentina]], [[Sudafrica]], [[Australia]] e [[Nuova Zelanda]].<ref name=icun/> Nel 2006 venne stimato che questa popolazione comprendesse più di {{M|200000}} individui. La seconda popolazione, molto più consistente, abita l'[[Oceano Atlantico]] settentrionale, in una fascia che va dalla [[Carolina del Sud]] fino alle [[Azzorre]] e al [[Marocco]] a sud, e da [[Terranova]] a [[Groenlandia]], Islanda e [[Norvegia]] settentrionale a nord. L'entità di questa popolazione venne stimata nel 1989 a {{M|778000}} individui. La specie è presente anche nella metà occidentale del [[Mar Mediterraneo]].<ref name=icun/>

Il globicefalo di Gray è meno numeroso. Vive nelle acque temperate e tropicali degli oceani [[Oceano Indiano|Indiano]], Atlantico e [[Oceano Pacifico|Pacifico]]<ref name=icun2/> e il suo areale si sovrappone leggermente a quello del globicefalo comune nelle acque temperate dell'Atlantico settentrionale e degli oceani meridionali.<ref name="Perrin">{{cita libro | autore=P. A. Olson | anno=2008 | capitolo=Pilot whale ''Globicephala melas and G. macrorhynchus'' | pp=847-52 | url=https://books.google.com/books?id=2rkHQpToi9sC | titolo=Encyclopedia of Marine Mammals | curatore=W. F. Perrin, B. Wursig e J. G. M. Thewissen | editore=Academic Press | edizione=2 | isbn=0-12-551340-2}}</ref> Nell'Oceano Pacifico tropicale orientale ne vivono circa {{M|150000}} esemplari, mentre si stima che nel Pacifico occidentale, al largo delle coste del Giappone, ve ne siano più di {{M|30000}}. I globicefali sono generalmente nomadi, ma alcune popolazioni rimangono tutto l'anno in determinate località, come le [[Hawaii]] e certe zone della California.<ref name="Perrin"/> Preferiscono le acque della [[Piattaforma continentale|piattaforma]] e del [[margine continentale]].<ref name="Perrin"/> Secondo la [[National Oceanic and Atmospheric Administration]], un tempo i globicefali di Gray venivano avvistati di frequente al largo della California meridionale, ma scomparvero dall'area dopo un evento di [[El Niño]] particolarmente catastrofico all'inizio degli anni '80.<ref name="nbclosangeles.com">{{cita web | url=http://www.nbclosangeles.com/news/local/Whale-Watchers-Unexpectedly-Sight-Rare-Pilot-Whales-279684932.html | titolo=Whale Watchers Unexpectedly Sight Rare Pilot Whales}}</ref> Tuttavia, nell'ottobre del 2014, gli equipaggi e i passeggeri di diverse imbarcazioni ne osservarono un gruppo di 50-200 esemplari al largo di [[Dana Point]].<ref name="nbclosangeles.com"/>

== Biologia ==
=== Ecologia ===
[[File:Globicephala melas Cape Breton group.jpg|thumb|250px|right|Globicefali nei pressi dell'[[isola del Capo Bretone]].]]
Fatta eccezione per l'uomo e le orche, i globicefali non sembrano avere predatori naturali. Entrambe le specie si nutrono principalmente di [[Teuthida|calamari]]<ref name="Audubon">{{cita libro | autore=Randall R. Reeves, Brent S. Stewart, Phillip J. Clapham e James A. Powell | anno=2002 | titolo=National Audubon Society Guide to Marine Mammals of the World | editore=Alfred A. Knopf, Inc. | isbn=0-375-41141-0}}</ref> e intraprendono spostamenti stagionali allontanandosi e avvicinandosi alla costa in risposta alla dispersione delle loro prede.<ref name="Perrin"/> Tra le specie di pesci che vengono predate nell'Atlantico nord-occidentale figurano il [[Gadus morhua|merluzzo comune]], l'halibut della Groenlandia, lo [[Scomber scombrus|sgombro]], l'[[Clupea harengus|aringa dell'Atlantico]], il [[nasello]] e lo [[Squalus acanthias|spinarolo]].<ref name="Perrin"/> Nelle acque delle [[Fær Øer]], i globicefali mangiano soprattutto calamari, ma non disdegnano anche specie ittiche come l'[[Argentina silus|argentina maggiore]] e il [[Micromesistius poutassou|potassolo]]. Tuttavia, sembra che i globicefali delle Fær Øer non catturino [[Merluzzo|merluzzi]], [[Clupea (zoologia)|aringhe]] o [[Scomber|sgombri]], neanche quando sono abbondanti.<ref>{{cita pubblicazione | autore=G. Desportes e R. Mouritsen | anno=1993 | titolo=Preliminary results on the diet of long-finned pilot whales off the Faroe Islands | rivista=Rep. Int. Whal. Comm. | numero=14 | pp=305-24}}</ref>

I globicefali generalmente effettuano diversi respiri prima di immergersi per alcuni minuti, ma quando sono in cerca di cibo possono restare immersi più di dieci minuti. Sono in grado di immergersi fino a una profondità di 600 metri, ma la maggior parte delle immersioni avviene a una profondità di 30-60 metri. Le immersioni più superficiali tendono ad avere luogo durante il giorno, mentre quelle più profonde avvengono di notte. Quando si immergono in profondità, i globicefali effettuano spesso dei rapidi sprint per catturare prede veloci come i calamari.<ref name="Natacha 2008">{{cita pubblicazione | autore=N. Aguilar de Soto, M. P. Johnson, P. T. Madsen, F. Díaz, I. Domínguez, A. Brito e P. Tyack | anno=2008 | titolo=Cheetahs of the deep sea: deep foraging sprints in short-finned pilot whales off Tenerife (Canary Islands) | rivista=Journal of Animal Ecology | volume=77 | numero=5 | pp=936-47 | pmid=18444999 | url=http://www.marinebioacoustics.com/files/2008/Soto_et_al_2008.pdf | doi=10.1111/j.1365-2656.2008.01393.x}}</ref> Rispetto ai [[Physeter macrocephalus|capodogli]] e agli [[Ziphiidae|zifidi]], i globicefali di Gray in cerca di cibo si dimostrano più energici quando si spingono a profondità simili: una volta raggiunta la profondità desiderata, infatti, effettuano degli scatti, forse per catturare la preda, e poi emettono qualche ronzio.<ref name="Natacha 2008"/> Questo è insolito, in quanto ci si aspetterebbe che degli animali che stanno trattenendo il respiro a grandi profondità nuotino lentamente per risparmiare ossigeno. L'elevato metabolismo, tuttavia, gli consente probabilmente di effettuare questi sprint anche in profondità, a scapito però della durata delle immersioni, più brevi rispetto a quelle di altri mammiferi marini.<ref name="Natacha 2008"/> È possibile che lo stesso valga anche per il globicefalo comune.<ref>{{cita pubblicazione | autore=M. P. Heide-Jørgensen, D. Bloch, E. Stefansson, B. Mikkelsen, L. H. Ofstad e R. Dietz | anno=2002 | titolo=Diving behaviour of long-finned pilot whales ''Globicephala melas'' around the Faroe Islands | rivista=Wildlife Biology | volume=8 | numero=4 | pp=307-13 | url=http://www.wildlifebiology.com/Volumes/2002+-+Volume+8/4/386/En/ | doi=10.2981/wlb.2002.020 | s2cid=131994947}}</ref>

I globicefali sono spesso infestati da [[Cyamidae|pidocchi delle balene]], [[Cestoda|cestodi]] e [[Nematoda|nematodi]]<ref name="Ridgeway 1998"/> e possono ospitare anche vari agenti patogeni, sia batteri come ''[[Streptococcus]]'', ''[[Pseudomonas]]'', ''[[Escherichia]]'' e ''[[Staphylococcus]]'', che virus come quello dell'[[influenza]].<ref name="Ridgeway 1998"/> L'analisi su un campione di esemplari provenienti da Terranova ha scoperto che la malattia più comune era un'infezione del tratto respiratorio superiore.<ref>{{cita pubblicazione | doi=10.1002/ar.1091550413 | titolo=Observations on the pilot whale ''Globicephala melaena'': Organweight and growth | anno=1966 | autore=Daniel F. Cowan | rivista=The Anatomical Record | volume=155 | numero=4 | pp=623-628 | s2cid=82948550}}</ref>

=== Struttura sociale ===
[[File:LF Pilot Whales Goban Spur.jpg|thumb|left|250px|Gruppo di globicefali in Irlanda.]]
I globicefali di entrambe le specie vivono in gruppi di 10-30 esemplari, ma alcuni di questi possono contarne anche 100 o più. I dati suggeriscono che la struttura sociale dei gruppi di globicefali è simile a quella delle orche «residenti». I gruppi (chiamati anche ''pod'', proprio come quelli delle orche) sono particolarmente stabili e i loro membri sono legati da strette relazioni [[Matrilinearità|matrilineari]].<ref name="Perrin"/> I membri di un ''pod'' appartengono a diverse classi di età e sesso, sebbene le femmine adulte tendano a superare in numero i maschi adulti. Sono stati osservati anche comportamenti altruistici, ad esempio offerte di cibo, nei confronti dei parenti.<ref name="Pryor 1991">{{cita libro | autore=K. Pryor, K. S. Norris, H. Marsh e T. Kasuya | anno=1991 | capitolo=Changes in the role of a female pilot whale with age | pp=281-86 | url=https://books.google.com/books?id=yPlKzPGFUvwC | titolo=Dolphin societies | curatore=K. Pryor e K. S. Norris | città=Berkeley, CA | editore=University of California Press}}</ref> Talvolta più ''pod'' possono aggregarsi temporaneamente, forse per consentire a individui di gruppi diversi di interagire e accoppiarsi,<ref name="Ridgeway 1998"/> nonché per godere di una maggiore protezione.<ref name="Kasuya1984"/>

Entrambe le specie sembrano essere [[Poliginia|poliginiche]].<ref name="Kasuya1984">{{cita pubblicazione | autore=T. Kasuya e H. Marsh | anno=1984 | url=http://www.helenemarsh.com/publications/JournalPapers/1984/KasuyaMarshLifeReproPilot1984.pdf | titolo=Life history and reproductive biology of the short-finned pilot whale, ''Globicephala macrorhynchus'', off the Pacific Coast Japan | rivista=Rep. Int. Whal. Comm. | volume=6 | pp=259-310 | accesso=15 maggio 2011 | dataarchivio=19 maggio 2017 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170519005832/http://www.helenemarsh.com/publications/JournalPapers/1984/KasuyaMarshLifeReproPilot1984.pdf | urlmorto=sì}}</ref> I dati suggeriscono che sia i maschi che le femmine rimangono nel gruppo di origine per tutta la vita, ma nonostante questo sembra che all'interno dei ''pod'' non si verifichino casi di endogamia.<ref name="Ridgeway 1998"/> Durante le aggregazioni, i maschi lasciano temporaneamente il loro ''pod'' per accoppiarsi con le femmine di altri gruppi.<ref name="Amos 1993">{{cita pubblicazione | pmid=8480176 | anno=1993 | autore=B. Amos, C. Schlötterer e D. Tautz | titolo=Social structure of pilot whales revealed by analytical DNA profiling | volume=260 | numero=5108 | pp=670-2 | rivista=Science | doi=10.1126/science.8480176 | bibcode=1993Sci...260..670A}}</ref> Tra i maschi in età riproduttiva non sembrano esistere gerarchie o competizione per il diritto ad accoppiarsi.<ref>{{cita libro | autore=G. P. Donovan, C. H. Lockyer e A. R. Martin | anno=1993 | titolo=Biology of Northern Hemisphere Pilot Whales | editore=International Whaling Commission | volume=14 | isbn=9780906975275}}</ref> Dopo l'accoppiamento, il maschio di solito trascorre solo pochi mesi con la femmina e può generare diversi figli con altre femmine dello stesso ''pod''.<ref>{{cita pubblicazione | pmid=1917551 | anno=1991 | autore=B. Amos, J. Barrett e G. A. Dover | titolo=Breeding behaviour of pilot whales revealed by DNA fingerprinting | volume=67 | numero=1 | pp=49-55 | rivista=Heredity | doi=10.1038/hdy.1991.64}}</ref> Quando le aggregazioni si sciolgono i maschi ritornano nei propri gruppi e la loro presenza sembra essere essenziasle per la sopravvivenza degli altri membri.<ref name="Amos 1993"/> Non è stata trovata alcuna prova dell'esistenza di gruppi di «scapoli».<ref name="Kasuya1984"/><ref name="Amos 1993"/>
[[Image:1835 aquaimages.jpg|thumb|upright|Una madre e il suo piccolo nei pressi di Kona (Hawaii).]]
Tra i globicefali al largo della California meridionale sono stati osservati tre tipi distinti di ''pod'': gruppi che si spostano o cacciano, gruppi che si alimentano e gruppi che oziano.<ref name="Norris 1961">{{cita pubblicazione | autore=K. S. Norris e J. H. Prescott | anno=1961 | titolo=Observations on Pacific cetaceans of Californian and Mexican waters | rivista=University of California Publications in Zoology | volume=63 | pp=291-402 | ol=5870789M}}</ref> Nei gruppi che si spostano o cacciano, gli individui si dispongono lungo un fronte esteso anche per tre chilometri, con solo pochi esemplari posizionati sotto di loro.<ref>{{cita pubblicazione | autore=S. Leatherwood, G. E. Lingle e W. E. Evans | anno=1973 | titolo=The Pacific pilot whale, ''Globicephala'' spp | rivista=Naval Undersea Center Technical Note | numero=933}}</ref> A quanto pare nei gruppi di questo tipo si riscontra una segregazione sessuale e per classe di età.<ref name="Norris 1961"/> Nei gruppi che si alimentano gli individui sono poco coesi, ma possono spostarsi nella stessa direzione.<ref name="Norris 1961"/> I gruppi che oziano sono formati da 12-30 esemplari che riposano, ma alcuni membri possono anche accoppiarsi o mettere in atto altri comportamenti.<ref name="Norris 1961"/>

=== Riproduzione e ciclo vitale ===
Il periodo di intervallo tra un parto e l'altro nelle femmine di globicefalo è uno dei più lunghi tra tutti i cetacei,<ref name="Perrin"/> in quanto queste partoriscono una volta ogni tre-cinque anni. Nel globicefalo comune la maggior parte degli accoppiamenti e dei parti avviene durante l'estate.<ref name="Jefferson 1993">{{cita web | autore=T. A. Jefferson, S. Leatherwood e M. A. Webber | anno=1993 | titolo=FAO Species identification guide. Marine mammals of the world | editore=UNEP/FAO | città=Roma | url=https://wayback.archive-it.org/all/20130302192659/ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/009/t0725e/t0725e00.pdf | data=2 marzo 2013}}</ref> Nei globicefali di Gray dell'emisfero australe le nascite raggiungono il picco in primavera e in autunno, mentre in quelli dell'emisfero boreale i picchi delle nascite possono variare a seconda della popolazione.<ref name="Jefferson 1993"/> Nei globicefali comuni la gestazione dura 12-16 mesi, in quelli di Gray 15 mesi.<ref name="Perrin"/>

Il piccolo viene allattato per 36-42 mesi, durante i quali crea un forte legame con la madre.<ref name="Perrin"/> I giovani continuano ad assumere sporadicamente latte materno fino all'età di 13-15 anni. Le femmine di globicefalo di Gray entrano in [[menopausa]],<ref>{{cita pubblicazione | autore=H. Marsh e T. Kasuya | anno=1984 | titolo=Ovarian changes in the short-finned pilot whale, ''Globicephala macrorhynchus'' | url=https://web.archive.org/web/20110817023636/http://geckodesign.biz/dugong/publications/JournalPapers/1984/Marsh%20and%20Kasuya%201984.%20IWC%20Spec.%20Iss.%206..pdf | dataarchivio=17 agosto 2011 | rivista=Rep. Int. Whal. Comm. | volume=6 | pp=311-35}}</ref> ma questo non è così frequente nelle femmine di globicefalo comune.<ref>{{cita pubblicazione | autore=A. R. Martin e P. Rothery | anno=1993 | titolo=Reproductive parameters of female long-finned pilot whales (''Globicephala melas'') around the Faroe Islands | rivista=Rep. Int. Whal. Comm. | volume=14 | pp=263-304}}</ref> Le femmine non più in età riproduttiva probabilmente svolgono un ruolo importante nella crescita dei giovani<ref name="Pryor 1991"/><ref>{{cita pubblicazione | autore=A. D. Foote | anno=2008 | titolo=Mortality rate acceleration and post-reproductive lifespan in matrilineal whale species | rivista=Biol. Lett. | volume=4 | numero=2 | pp=189-91 | doi=10.1098/rsbl.2008.0006 | pmid=18252662 | pmc=2429943}}</ref> e continuano ad allattarli e a prendersi cura di loro. Poiché non possono più avere figli propri, queste femmine investono le loro energie nei piccoli del gruppo, permettendo loro di alimentarsi anche se non sono figli loro.<ref name="Perrin"/> I globicefali di Gray crescono più lentamente di quelli comuni. Nei globicefali di Gray, le femmine diventano sessualmente mature a 9 anni e i maschi a circa 13-16 anni.<ref name="Perrin"/> Nei globicefali comuni, le femmine raggiungono la maturità sessuale intorno agli 8 anni e i maschi intorno ai 12 anni.<ref name="Perrin"/>

=== Vocalizzazioni ===
[[File:Long finned Pilot Whales orig.ogg|thumb|right|Canti di globicefalo comune: gli schiocchi sono dovuti all'ecolocalizzazione.]]
I globicefali emettono ''click'' di ecolocalizzazione quando sono in cerca di cibo e fischi e impulsi sonori scoppiettanti usati come segnali sociali (ad esempio per mantenere in contatto i vari membri di un ''pod''). I comportamenti attivi sono accompagnati da vocalizzazioni più complesse, quelli meno attivi da vocalizzazioni semplici. Tra i richiami delle due specie sono state riscontrate alcune differenze.<ref name="Rendell 1999">{{cita pubblicazione | doi=10.1111/j.1469-7998.1999.tb01209.x | titolo=Quantitative analysis of tonal calls from five odontocete species, examining interspecific and intraspecific variation | anno=1999 | autore=L. E. Rendell, J. N. Matthews, A. Gill, J. C. D. Gordon e D. W. MacDonald | rivista=Journal of Zoology | volume=249 | numero=4 | pp=403-410}}</ref> Rispetto ai globicefali di Gray, i globicefali comuni producono richiami con frequenze relativamente basse e un intervallo di frequenza ristretto.<ref name="Rendell 1999"/> Durante uno studio sui globicefali comuni dell'Atlantico settentrionale si è scoperto che determinati comportamenti sono accompagnati da vocalizzazioni distinte:<ref name="Whitehead 2002">{{cita pubblicazione | doi=10.1007/BF00170896 | titolo=Vocalizations of the North Atlantic pilot whale (''Globicephala melas'') as related to behavioral contexts | anno=1990 | autore=Lindas Weilgart e Hal Whitehead | rivista=Behavioral Ecology and Sociobiology | volume=26 | numero=6 | s2cid=34187605}}</ref> durante i periodi di riposo o di digestione vengono emessi dei fischi semplici,<ref name="Whitehead 2002"/> mentre i comportamenti di superficie sono accompagnati da fischi più complessi e richiami pulsanti.<ref name="Whitehead 2002"/> Il numero dei fischi emessi aumenta in base al numero dei sottogruppi e alla distanza tra i vari esemplari.<ref name="Whitehead 2002"/>
[[Image:Whales on beach, Farewell Split, South Island, New Zealand.JPG|thumb|left|I volontari cercano di evitare che la temperatura di questi globicefali spiaggiati aumenti a Farewell Spit, in [[Nuova Zelanda]].]]
Uno studio sui globicefali di Gray al largo della costa sud-occidentale di [[Tenerife]], nelle [[Isole Canarie|Canarie]], ha rivelato che i membri del ''pod'' si mantenevano in contatto attraverso repertori di richiami unici del loro gruppo.<ref>{{cita pubblicazione | autore=M. Scheer, B. Hofmann e I. P. Behr | anno=1998 | url=http://www.pilot-whales.org/www/en/pdf/pilot_whales_culture.pdf | titolo=Discrete pod-specific call repertoires among short-finned pilot whales (Globicephala macrorhynchus) off the SW coast of Tenerife, Canary Islands | rivista=Abstract World Marine Mammal Science Conference | data=20-24 gennaio | città=Monaco by European Cetacean Society and Society for Marine Mammalogy}}</ref> Uno studio successivo ha scoperto che, quando vanno in cerca di cibo a circa 800 metri di profondità, i globicefali di Gray emettono richiami tonali.<ref name="Jensen 2011">{{cita pubblicazione | doi=10.1098/rspb.2010.2604 | titolo=Calling under pressure: short-finned pilot whales make social calls during deep foraging dives | anno=2011 | autore=F. H. Jensen, J. M. Perez, M. Johnson, N. A. Soto e P. T. Madsen | rivista=Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences | volume=278 | numero=1721 | pp=3017-3025 | pmid=21345867 | pmc=3158928}}</ref> Il numero e la durata dei richiami sembrano diminuire con la profondità, pur essendo più distanti dai [[Specificità biologica#Conspecificità|conspecifici]] rimasti in superficie. Pertanto, la potenza dei richiami è influenzata dalla pressione dell'acqua circostante, ma quest'ultima non sembra influire sui livelli di frequenza.<ref name="Jensen 2011"/>

Quando si trovano sotto stress, i globicefali producono «grida stridule» o «lamentose», che sono variazioni dei loro soliti fischi.<ref>{{cita pubblicazione | autore=K. Alagarswami, P. Bensam, M. E. Rajapandian e A. B. Fernando | anno=1973 | url=https://agris.fao.org/agris-search/search.do?recordID=IN2022009506 | titolo=Mass stranding of Pilot whales in the Gulf of Mannar | rivista=Indian J. Fish | volume=20 | numero=2 | pp=269-279}}</ref> Per eludere i predatori, gli studiosi hanno visto che i globicefali comuni al largo della costa meridionale dell'Australia imitano i richiami delle orche quando sono in cerca di cibo. Si ritiene che questo comportamento dissuada i gruppi di orche dall'avvicinarsi a loro.<ref>{{cita web | autore=Evelyn Leckie | titolo=Pilot whales recorded along Great Australian Bight found to be mimicking predators' calls | url=https://www.abc.net.au/news/2020-12-14/pilot-whales-on-great-australian-bight-mimicking-predators/12981626 | sito=ABC News | data=14 dicembre 2020 | accesso=15 dicembre 2020}}</ref>

=== Interazioni antagoniste con altre specie ===
Occasionalmente sono stati visti globicefali che aggredivano o inseguivano altre specie di cetacei. In diverse parti del mondo, ad esempio le acque al largo dell'Islanda, sono stati spesso documentati casi di globicefali comuni che inseguono le orche.<ref>{{cita pubblicazione | autore=A. Selbmann, C. J. Basran, C. G. Bertulli, T. Hudson, M. Mrusczok, M. H. Rasmussen, J. N. Rempel, J. Scott, J. Svavarsson, P. J. Weensveen e M. Whittaker | anno=2022 | titolo=Occurrence of long-finned pilot whales (Globicephala melas) and killer whales (Orcinus orca) in Icelandic coastal waters and their interspecific interactions | url=https://link.springer.com/article/10.1007/s10211-022-00394-1 | rivista=Acta Ethologica | volume=25 | numero=3 | pp=141-154 | doi=10.1139/z03-127 | s2cid=56260446}}</ref> Le motivazioni di questi inseguimenti sono sconosciute, ma è stato ipotizzato che siano correlate alla competizione per le prede o che siano una stretegia antipredatoria. Nel 2021, al largo dell'Islanda occidentale, è stata osservata una femmina adulta di orca con un globicefalo appena nato che gli nuotava a fianco: questo ha spinto gli studiosi a chiedersi se la relazione tra queste specie sia molto più complessa di questo creduto in precedenza.<ref>{{cita pubblicazione | autore=M. Mrusczok, E. Zwamborn, M. von Schmalensee, S. Rodriguez Ramallo e R. A. Stefansson | anno=2023 | titolo=First account of apparent alloparental care of a long-finned pilot whale calf (Globicephala melas) by a female killer whale (Orcinus orca) | url=https://cdnsciencepub.com/doi/abs/10.1139/cjz-2022-0161 | rivista=Canadian Journal of Zoology | doi=10.1139/cjz-2022-0161 | s2cid=257010608}}</ref> Non è noto se il neonato fosse stato adottato o rapito, ma la stessa femmina di orca è stata vista un anno dopo interagire con un gruppo più numeroso di globicefali.

=== Spiaggiamenti ===
Tra i cetacei, i globicefali sono quelli che tendono maggiormente a [[Spiaggiamento di cetacei|spiaggiarsi]].<ref>{{cita web | titolo=Pilot whale | url=https://iwc.int/pilot-whale|access-date=2020-08-07 | sito=iwc.int}}</ref> A causa dei loro forti legami sociali, si arenano interi gruppi di questi animali. Sono stati segnalati anche spiaggiamenti singoli, che generalmente coinvolgono esemplari malati,<ref name="Perrin"/> mentre gli spiaggiamenti di gruppo coinvolgono principalmente individui in salute. Sono state proposte diverse ipotesi per spiegare gli spiaggiamenti di gruppo.<ref name="Perrin"/> Quando utilizzano i campi magnetici per orientarsi, si ritiene che rimangano disorientati di fronte ad anomalie geomagnetiche o che possano seguire un membro malato del loro gruppo rimasto arenato.<ref name="Perrin"/> Il ''pod'' potrebbe anche seguire un membro particolarmente importante del gruppo che si è spiaggiato e che una risposta sociale secondaria spinge a continuare a tornare nello stesso luogo.<ref name="Ridgeway 1998">{{cita libro | autore=S. H. Ridgway | anno=1998 | url=https://books.google.com/books?id=At4jWmmaq6QC | titolo=Handbook of Marine Mammals: The second book of dolphins and the porpoises, Volume 6 | editore=Elsevier | pp=245-69 | isbn=0-12-588506-7}}</ref> Dei ricercatori neozelandesi sfruttarono con successo risposte sociali secondarie per impedire a un ''pod'' di globicefali comuni di ritornare sulla spiaggia.<ref name="Dawson 1985">{{cita pubblicazione | autore=S. M. Dawson, S. Whitehouse e M. Williscroft | anno=1985 | titolo=A mass stranding of pilot whales in Tryphena Harbour, Great Barrier Island | rivista=Invest. Cetacea | volume=17 | pp=165-73}}</ref> Inoltre, alcuni giovani membri del gruppo furono portati al largo, verso le boe, e i loro richiami di soccorso attirarono di nuovo in mare gli esemplari più anziani.<ref name="Dawson 1985"/>

Nel settembre 2022, quasi 200 globicefali sono morti dopo essersi arenati a Ocean Beach, sulla costa occidentale della Tasmania. Le autorità hanno riferito che dei 230 rimasti spiaggiati solo 35 esemplari circa sono sopravvissuti.<ref>{{cita web | data=22 settembre 2022 | titolo=Nearly 200 stranded pilot whales die on Tasmanian beach but dozens saved and returned to sea | url=https://www.theguardian.com/australia-news/2022/sep/22/nearly-200-stranded-pilot-whales-die-on-tasmanian-beach | accesso=23 settembre 2022 | sito=the Guardian}}</ref>

== Rapporti con l'uomo ==
La [[IUCN]] classifica entrambe le specie di globicefalo tra le «specie a rischio minimo» nella [[Lista Rossa IUCN|Lista rossa delle specie minacciate]]. I globicefali comuni del Mare del Nord e del Mar Baltico figurano nell'Appendice II della [[Convenzione sulle specie migratorie]] (CMS), dove sarebbe necessario includere anche quelli che vivono nell'Atlantico nord-occidentale e nord-orientale.<ref name=icun/> Il globicefalo di Gray figura nell'Appendice II della [[CITES]].<ref name=icun2/>

=== Caccia ===
{{vedi anche|Grindadráp}}
[[File:Killed pilot wales in hvalba, faroe islands.JPG|thumb|250px|left|Globicefali uccisi a [[Hvalba]] (isole Fær Øer).]]
I globicefali comuni vengono catturati tradizionalmente con una tecnica di caccia che coinvolge molti cacciatori e imbarcazioni; questi, riuniti a semicerchio dietro un gruppo che nuota vicino alla riva, lo spingono lentamente verso una baia, dove i cetacei si arenano e vengono massacrati. Questa attività è stata praticata comunemente sia nel XIX che nel XX secolo. I globicefali venivano cacciati per ricavarne ossa, carne, olio e fertilizzante. Nelle isole [[Fær Øer]], la caccia ai globicefali risale almeno al XVI secolo<ref name="Ridgeway 1998"/> ed è proseguita fino a tempi recenti, quando, durante gli anni '70 e '80, venivano uccisi migliaia di capi ogni anno.<ref name="Mitchell 1975">{{cita pubblicazione | autore=E. D. Mitchell | anno=1975 | titolo=Porpoise, dolphin, and small whale fisheries of the world: status and problems | rivista=International Union for Conservation of Nature and Natural Resources | volume=3 | pp=1-129}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=K. Hoydal | anno=1987 | titolo=Data on the long-finned pilot whale (''Globicephala melaena'' Traill), in Faroe waters and an attempt to use the 274 years time series of catches to assess the state of the stock | rivista=Rep. Int. Whal. Comm. | volume=37 | pp=1-27}}</ref> I globicefali sono stati cacciati anche in altre parti dell'Atlantico settentrionale, come la [[Norvegia]], la Groenlandia occidentale, l'Irlanda e [[Capo Cod]], ma in misura minore.<ref>{{cita pubblicazione | autore=F. O. Kapel | anno=1975 | titolo=Preliminary notes on the occurrence and exploitation of smaller Cetacea in Greenland | rivista=J. Fish. Res. Board Can. | volume=32 | numero=7 | pp=1079-82 | doi=10.1139/f75-128}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=C. E. O'Riordan | anno=1975 | titolo=Long-finned pilot whales, ''Globicephala'', driven ashore in Ireland, 1800–1973 | rivista=J. Fish. Res. Board Can. | volume=32 | numero=7 | pp=1101-03 | doi=10.1139/f75-131}}</ref> Una stazione baleniera a Capo Cod catturava 2000-3000 globicefali all'anno tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo.<ref>{{cita pubblicazione | autore=E. D. Mitchell | anno=1975 | titolo=Report of the meeting on smaller cetaceans, Montreal, 1–11 April 1974 | rivista=J. Fish. Res. Board Can. | volume=32 | pp=889-983 | doi=10.1139/f75-117 | numero=7}}</ref> A [[Terranova]] la caccia ai globicefali raggiunse l'apice nel 1956, ma poco dopo il numero di catture iniziò a decrescere<ref name="Mitchell 1975"/> e oggi non viene più praticata. Nell'emisfero australe, lo sfruttamento dei globicefali di Gray è stato sporadico e limitato.<ref name="Mitchell 1975"/> Attualmente, i globicefali comuni vengono cacciati solo nelle Fær Øer e in Groenlandia.<ref name=icun>{{IUCN|summ=9250|autore=G. Minton, R. Reeves e G. Braulik | anno=2018 | titolo=Globicephala melas | accesso=18 novembre 2021}}</ref>

Secondo la IUCN, il prelievo di globicefali a scopo alimentare nelle Fær Øer e in Groenlandia non ha comportato alcuna diminuzione degna di nota della popolazione.<ref name=icun/>

Anche il globicefalo di Gray è stato cacciato per molti secoli, in particolare dai balenieri giapponesi. Tra il 1948 e il 1980, centinaia di esemplari vennero catturati a [[Hokkaidō]] e nel Sanriku nel nord del Paese e a [[Taiji (Wakayama)|Taiji]], [[Izu (Shizuoka)|Izu]] e [[Prefettura di Okinawa|Okinawa]] nel sud.<ref name="Kasuya1984"/> Queste stazioni baleniere raggiunsero il massimo splendore tra la fine degli anni '40 e l'inizio degli anni '50.<ref name="Kasuya1984"/> Tra la metà e la fine degli anni '80 vennero catturati 2326 esemplari,<ref name=icun2>{{IUCN|summ=9249|autore=G. Minton, G. Braulik e R. Reeves | anno=2018 | titolo=Globicephala macrorhynchus | accesso=18 novembre 2021}}</ref> ma negli anni '90 tale numero era sceso a circa 400 unità all'anno.

I globicefali cadono vittima anche delle [[Bycatch|catture accessorie]]. In un anno, circa 30 globicefali di Gray furono catturati dai pescatori di calamari nel sud della California.<ref>{{cita pubblicazione | autore=D. J. Miller, M. J. Herder e J. P. Scholl | anno=1983 | url=https://repository.library.noaa.gov/view/noaa/26652 | titolo=California marine mammal- fishery interaction study. 1979–81 | rivista=NMFS Southwest Fish. Cent., Admin. Rep. | numero=LJ-83-13C}}</ref> Allo stesso modo, a metà degli anni '90, le reti da posta derivanti nelle acque della California catturavano circa 20 globicefali all'anno.<ref name="Ridgeway 1998"/> Nel 1988, al largo della costa orientale degli Stati Uniti furono catturati da pescatori di [[Scomber scombrus|sgombro]] esteri 141 globicefali, un numero così elevato che le autorità furono costrette a vietare tale attività.<ref name="Ridgeway 1998"/>


It has a pink beak and a white crest, and the featherless areas on its head are pale. It has dark brown upper parts and black tail feathers. The feathers on its lower parts and legs are white, giving it its diagnostic image from below.<ref>{{cite web|url=http://www.arkive.org/species/GES/birds/Trigonoceps_occipitalis/more_info.html?section=factsAndStatus|archive-url=https://archive.today/20120529131358/http://www.arkive.org/species/GES/birds/Trigonoceps_occipitalis/more_info.html?section=factsAndStatus|url-status=dead|archive-date=2012-05-29|publisher=ARkive.org|title=Trigonoceps occipitalis}}</ref><ref>{{cite book|last1=Ferguson-Lees|first1=James|first2=David A.|last2=Christie|title=Raptors of the world|publisher=[[Houghton Mifflin Harcourt]]|year=2001}}</ref> These vultures are easily distinguishable from all other vulture species as the plumage exhibits a strong contrast between black and white. Individual white-headed vultures can also be reliably identified based on a unique pattern in their median wing coverts.<ref name = Murn2012/>
=== Inquinamento ===
Come altri mammiferi marini, i globicefali sono sensibili a determinati inquinanti. Al largo delle Fær Øer, della Francia, del Regno Unito e degli Stati Uniti orientali, si è scoperto che questi animali erano stati contaminati da elevate quantità di [[DDT (insetticida)|DDT]] e [[Policlorobifenili|PCB]].<ref name="Ridgeway 1998"/> Inquinanti come il DDT e il mercurio possono essere trasmessi dalle madri alla prole durante la gestazione e l'allattamento.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Maria Dam e Dorete Bloch | titolo=Screening of Mercury and Persistent Organochlorine Pollutants in Long-Finned Pilot Whale (''Globicephala melas'') in the Faroe Islands | rivista=Marine Pollution Bulletin | data=dicembre 2000 | volume=40 | numero=12 | pp=1090-1099 | doi=10.1016/S0025-326X(00)00060-6}}</ref> Anche gli esemplari delle Fær Øer sono stati contaminati da [[cadmio]] e [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]].<ref>{{cita pubblicazione | pmid=8029711 | anno=1994 | autore=M. P. Simmonds, P. A. Johnston, M. C. French, R. Reeve e J. D. Hutchinson | titolo=Organochlorines and mercury in pilot whale blubber consumed by Faroe islanders | volume=149 | numero=1-2 | pp=97-111 | rivista=The Science of the Total Environment | doi=10.1016/0048-9697(94)90008-6 | bibcode=1994ScTEn.149...97S}}</ref> Tuttavia, si è scoperto che i globicefali di [[Terranova]] e della [[Tasmania]] presentavano livelli molto bassi di DDT.<ref name="Ridgeway 1998"/> I globicefali di Gray della costa occidentale degli Stati Uniti presentavano inoltre elevate quantità di DDT e PCB, se paragonati a quelli provenienti dal Giappone e dalle Antille.<ref name="Ridgeway 1998"/>


==Distribution and habitat==
=== Cucina ===
The white-headed vulture is widely spread throughout [[sub-Saharan Africa]], occurring from [[Senegal]] and [[Gambia]] east to [[Somalia]] and south to [[South Africa]] and [[Eswatini]]. It is locally uncommon to common. A total population of 10,500-18,750 individuals has been estimated, but newer estimates following recent declines suggest a population of just 5,500 individuals. It is estimated that 400 protected areas contain 1893 White-headed vulture nests, with 721 nests occurring in [[East Africa]], 548 in [[Central Africa]], 468 in [[Southern Africa]] and 156 in [[West Africa]].<ref name ="murn 2016">{{cite journal|last1=Murn|first1=Campbell|last2=Mundy|first2=Peter|last3=Virani|first3=Munir Z.|last4=Borello|first4=Wendy D.|last5=Holloway|first5=Graham J.|last6=Thiollay|first6=Jean-Marc|title=Using Africa's protected area network to estimate the global population of a threatened and declining species: a case study of the Critically Endangered White-headed Vulture Trigonoceps occipitalis|journal=[[Ecology and Evolution]]|date=9 December 2015|volume=6|issue=4|pages=1092–103|doi=10.1002/ece3.1931|pmid=26941945|pmc=4761783}}</ref> The species prefers mixed, dry woodland at low altitudes. It occurs at elevations of up to {{convert|4,000|m|ft|abbr=on}} in [[Ethiopia]], perhaps {{convert|3,000|m|ft|abbr=on}} in [[Kenya]], and can be found in thorny [[Acacia]]-dominated landscape in [[Botswana]]. It generally avoids human habitation <ref name=birdlife>{{cite web|title=White-headed Vulture - Trigonoceps occipitalis: factsheet|url=http://www.birdlife.org/datazone/speciesfactsheet.php?id=3382|publisher=Birdlife International}}</ref> and are considered to be restricted to protected areas. For example, the [[Kruger National Park]] and neighboring conservation areas hold the largest population of the species in South Africa.<ref name = "murn 2016"/>
[[Image:Tvost og spik.jpg|thumb|left|upright|[[Carne di balena|Carne]] (di colore nero) e grasso (al centro) di globicefalo, pesce secco (a sinistra) e patate, un piatto tipico delle Fær Øer.]]
La [[Carne di balena|carne]] di globicefalo viene consumata in pochissime aree del [[Giappone]], soprattutto lungo la costa centrale affacciata sul Pacifico, e anche in altre parti del mondo, come le Fær Øer. Essa è ricca di [[proteine]] (più del manzo) e povera di grassi.<ref name=browne>{{cita web | autore=Anthony Browne | titolo=Stop Blubbering: Whales are supposed to be protected but that doesn't stop the Japanese killing and eating hundreds of them every year. But does the West's moral outrage over the pursuit of our gentle leviathans amount to anything more than hypocrisy and cultural bullying? | sito=The Observer | data=9 settembre 2001 | url=https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2001/sep/09/foodanddrink.features4 | accesso=14 giugno 2011}}</ref> Poiché nei cetacei il grasso è contenuto in uno [[Grasso di balena|strato]] sotto la pelle e i muscoli sono ricchi di mioglobina, la carne assume una tonalità rosso scuro.<ref name=browne/><ref name=ark/> In Giappone, dove la carne di globicefalo si può trovare in alcuni ristoranti e ''[[izakaya]]'', essa viene generalmente servita cruda, sotto forma di ''[[sashimi]]'', ma spesso le bistecche di globicefalo vengono marinate, tagliate a pezzetti e grigliate.<ref name=ark/> Quando è cotta alla griglia, la carne è leggermente friabile e piuttosto saporita, dal sapore un po' selvatico, anche se simile a un taglio di [[manzo]] di qualità, con sfumature distinte ma sottili che ricordano la sua origine marina.<ref name=browne/><ref name=ark>{{cita pubblicazione | titolo=No matter how you slice it, whale tastes unique | anno=2002 | rivista=Planet Ark | url=http://www.planetark.org/dailynewsstory.cfm/newsid/16090/story.htm | editore=Reuters | accesso=14 gennaio 2011 | dataarchivio=4 agosto 2017 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170804233153/http://planetark.org/dailynewsstory.cfm/newsid/16090/story.htm | urlmorto=sì}}</ref><ref name=buncombe>{{cita pubblicazione | autore=Andrew Buncombe | titolo=The Whaling Debate: Arctic Lament | anno=2005 | rivista=Ezilon | url=http://www.ezilon.com/information/article_11436.shtml | accesso=14 gennaio 2011 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120712111544/http://www.ezilon.com/information/article_11436.shtml | dataarchivio=12 luglio 2012}}</ref>


==Ecology==
Sia in Giappone che nelle Fær Øer, la carne è contaminata da mercurio e cadmio, il che costituisce un rischio per la salute di coloro che la mangiano frequentemente, in particolar modo per bambini e donne incinte.<ref>{{cita web | autore=Nick Haslam | data=14 settembre 2003 | url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/from_our_own_correspondent/3104494.stm | titolo=Faroes' controversial whale hunt | sito=BBC}}</ref> Nel novembre 2008, un articolo su ''[[New Scientist]]'' riportò che una ricerca condotta alle Fær Øer aveva spinto due ufficiali medici a sconsigliare il consumo di carne di globicefalo, considerandola troppo tossica.<ref>{{cita web | autore=Debora MacKenzie | data=28 novembre 2008 | url=https://www.newscientist.com/article/dn16159-faroe-islanders-told-to-stop-eating-toxic-whales.html | titolo=Faroe Islanders told to stop eating 'toxic' whales | sito=New Scientist}}</ref> Nel 2008, le autorità locali raccomandarono di non consumare più la carne di globicefalo a causa della contaminazione. Ciò ha comportato, secondo un alto funzionario sanitario delle Fær Øer, una riduzione del suo consumo.<ref>{{cita web | url=http://www.wdcs.org/news.php?select=419 | titolo=Pilot Whale Meat On The Way Out Of Faroese Food Culture | sito=wdcs.org | data=9 luglio 2009}}</ref>
The species is long-lived and appears to be loyal to a territory where it remains resident. It builds nests in trees (mostly acacias or [[baobab]]s).<ref name=birdlife/> ''Senegalia'' species are also preferred, with nests occurring on the top of the canopy in low relief, flatter areas.<ref name = "murn 2016"/> These vultures usually lay a single egg a couple of months after the rainy season has ended and the dry season is underway.<ref name=birdlife/> It is generally a solitary species and nests in isolated, possibly territorial pairs.<ref name=MurnHolloway>{{citation |author1=Campbell Murn |author2=Graham J Holloway |year=2014 |title=Breeding biology of the White-headed Vulture ''Trigonoceps occipitalis'' in Kruger National Park, South Africa |journal=[[Ostrich (journal)|Ostrich]] |volume=85 |issue=2 |pages=125–130 |doi=10.2989/00306525.2014.924598|s2cid=86148489 }}</ref> From a study across 73 pairs, the average productivity of 55 breeding attempts was 0.69 chicks per pair. White headed vultures are known to exhibit a characteristic breeding behaviour. From a study in the Kruger National Park, copulation only occurred on the nest and is described as a subtle and inconspicuous process that lasts approximately 15 to 20 seconds. Preceding actual copulation the female bird stands perpendicular to and in front of the male. The "head turning" behaviour, typically observed in other [[Aegypiinae|aegypiine]] vultures, was not observed. The sound made by the birds during copulation is unusual and best described as a very deep squeak, but longer than a grunt.<ref name=MurnHolloway/> The white-headed vulture is predominantly a [[carrion-eater]]; frequently flying lower than other vulture species, it is often the first species to turn up at a carcass. However, the species is probably also an active predator if the occasion arises.<ref name=birdlife/> For example, instances of pairs preying on species such as the [[slender mongoose]] (''Galarella sanguinea''), [[monitor lizard]] (''Varanus'' spp), [[tree squirrel]] (''[[Paraxerus cepapi]]'') and [[scrub hare]] (''Lepus saxatilis'') have been recorded. In three of these four events, cooperative behaviour between the birds was apparent, thereby suggesting that this behaviour is not uncommon. There was also no observable agonistic behaviour between birds while feeding, and the birds appeared practiced and unaffected by the presence of an observer. These observations suggest that the vulture might be regular facultative predators. However, extensive field reports are lacking therefore further research is warranted.<ref>{{citation |last=Murn |first=C. P. |year=2014 |title=Observations of predatory behavior by White-headed Vultures |publisher=[[J. Raptor Res.]] |volume=48 |pages=297–299}}</ref>


Additionally, the visual field of this vulture species is more similar to other predatory species such as the [[Accipitridae|accipitrid]] [[hawk]] than to that of more closely related, carrion feeding ''Gyps'' vultures. Specifically, they have a significantly wider binocular field (30°, compared to the 20° of ''Gyps'' vultures), which is thought to help with the accurate placement and timing of the talons necessary to capture live prey.<ref>{{cite journal |author1=Portugal, S. J. |author2=Murn, C. P. |author3=Martin, G. R. |year=2017 |title=White-headed Vulture ''Trigonoceps occipitalis'' shows visual field characteristics of hunting raptors |journal=[[Ibis (journal)|Ibis]] |volume=159 |pages=463–466 |doi=10.1111/ibi.12448 |issue=2|url=http://centaur.reading.ac.uk/82047/3/Portugal%20et%20al.%20ID%20IBIS-2016-SC-058%20R1%20-%20Copy.pdf }}</ref>
=== In cattività ===
{{doppia immagine verticale|destra|6208-MarineLandPilotWhaleShow-Bubbles-1.jpg|Short-finned Pilot Whale (8793172995).jpg|220 px|Esibizione del globicefalo Bubbles al [[Marineland of the Pacific|Marineland del Pacifico]] a Los Angeles (1962).|Esibizione di un globicefalo di Gray al [[SeaWorld San Diego|SeaWorld di San Diego]] (2012).}}
I globicefali, soprattutto quelli di Gray, sono stati tenuti in cattività in vari parchi marini, probabilmente a partire dalla fine degli anni '40.<ref>{{cita pubblicazione | autore=H. Kritzler | titolo=Observations on the pilot whale in captivity | rivista=Journal of Mammalogy | anno=1952 | volume=33 | numero=3 | pp=321-334 | doi=10.2307/1375770 | jstor=1375770}}</ref> A partire dal 1973, alcuni globicefali comuni delle acque del New England furono catturati e tenuti temporaneamente in cattività.<ref name="Reeves 1984">{{cita pubblicazione | autore=R. Reeves e S. Leatherwood | anno=1984 | titolo=Live-Capture Fisheries for Cetaceans in U. S. and Canadian Waters, 1973–1982 | rivista=Rep. Int. Whal. Comm. | volume=34 | pp=497-507}}</ref> I globicefali di Gray delle acque della California meridionale, delle Hawaii e del Giappone sono stati tenuti anche in [[Acquario (museo vivente)|acquari]] e oceanari. Diversi esemplari provenienti dalla California meridionale e dalle Hawaii furono tenuti in cattività durante gli anni '60 e l'inizio degli anni '70,<ref name="Reeves 1984"/><ref name="Walker 1975">{{cita pubblicazione | autore=W. A. Walker | anno=1975 | titolo=Review of the live-capture fishery for smaller cetaceans taken in southern California waters for public display, 1966–73 | rivista=J. Fish. Res. Board Can. | volume=32 | numero=7 | pp=1197-1211 | doi=10.1139/f75-139}}</ref> due dei quali al [[SeaWorld San Diego|SeaWorld di San Diego]]. Durante gli anni '70 e l'inizio degli anni '80, sei esemplari furono catturati vivi durante una battuta di caccia e portati in apposite strutture per essere esposti al pubblico.<ref name="Ridgeway 1998"/>


==Conservation and threats==
Generalmente i globicefali sopravvivono poco in cattività, con una media di appena 0,51 anni registrata tra la metà degli anni '60 e l'inizio degli anni '70.<ref name="Walker 1975"/> Vi sono state tuttavia delle eccezioni alla regola. Bubbles, una femmina di globicefalo di Gray, ospitata al Marineland del Pacifico e in seguito al Sea World California, aveva circa cinquant'anni quando morì, il 12 giugno 2016.<ref>{{cita web | autore=Euan McKirdy e Tony Marco | titolo=Bubbles, SeaWorld's oldest pilot whale, dies | data=12 giugno 2016 | url=http://www.cnn.com/2016/06/12/us/seaworld-bubbles-oldest-pilot-whale-dies/ | sito=CNN | accesso=12 giugno 2016}}</ref> Nel 1968 un globicefalo, cui venne dato il nome Morgan, venne catturato e addestrato dalle Deep Ops della Marina americana a recuperare oggetti situati sul fondale. Si immerse fino alla profondità record di 496 metri e rimase in addestramento fino al 1971.<ref>{{cita libro | autore=Clark A. Bowers e Richard S. Henderson | titolo=Project Deep Ops: Deep Object Recovery with Pilot and Killer Whales | anno=1972}}</ref>
White-headed vulture populations have been declining since the early 1940s; it was classified as [[vulnerable species|Vulnerable]] in the 2007 [[IUCN Red List]]. Recent indications that the species is rarer than previously thought have led to a status upgrade to [[Critically Endangered]] in 2015.<ref name="iucn status 12 November 2021" />


The main threats to white-headed vulture populations are reductions in the availability of suitable food sources (carcasses of medium-sized mammals and ungulates) and the loss of habitat to the spread of urban and agricultural developments. Poisoning through baits set for other carnivores such as [[jackal]]s and [[hyena]]s, as well as targeted poisoning of vultures (by poachers who seek to prevent vultures from drawing attention to an illegal kill), is also an important factor. Secondary causes of decline is exploitation for the international trade in [[raptor (bird)|raptor]]s and use in traditional medicines. The species is highly sensitive to land-use and tends to depart from degraded habitat, leading to high concentrations in protected areas. Potential introduction of the anti-inflammatory drug ''[[Diclofenac]]'', which is fatal to all vultures of the closely related genus ''[[Gyps]]'' when ingested at livestock carcasses, may represent a potential future threat.<ref name="iucn status 12 November 2021" />
=== Film ===
Ai globicefali sono stati dedicati due documentari:


On the 20th of June 2019, the carcasses of 468 [[white-backed vulture]]s, 17 white-headed vultures, 28 [[hooded vulture]]s, 14 [[lappet-faced vulture]]s and 10 [[cape vulture]]s, altogether 537 vultures, besides 2 [[tawny eagle]]s, were found in northern Botswana. It is suspected that they died after eating the carcasses of 3 [[African bush elephant|elephant]]s that were poisoned by poachers, possibly to avoid detection by the birds, which help rangers to track poaching activity by circling above where there are dead animals.<ref name="NDTV AFP 06-2019">{{cite news |publisher=[[NDTV]] |work=[[Agence France-Press]] |title=Over 500 Rare Vultures Die After Eating Poisoned Elephants In Botswana |url=https://www.ndtv.com/world-news/over-500-rare-vultures-die-after-eating-poisoned-elephants-in-botswana-2056740 |date=2019-06-21 |access-date=2019-06-28}}</ref><ref name="CNN 06-2019">{{cite news |last=Hurworth |first=Ella |title=More than 500 endangered vultures die after eating poisoned elephant carcasses |publisher=[[CNN]] |url=https://edition.cnn.com/2019/06/21/africa/botswana-vultures-endangered-elephants-intl-hnk/index.html |date=2019-06-24 |access-date=2019-06-28}}</ref><ref name="Smithsonian 06-2019">{{cite news |last=Solly |first=Meilan |title=Poachers' Poison Kills 530 Endangered Vultures in Botswana |publisher=[[Smithsonian (magazine)|Smithsonian]] |url=https://www.smithsonianmag.com/smart-news/poachers-poison-kills-530-endangered-vultures-botswana-180972477/ |date=2019-06-24 |access-date=2019-06-28}}</ref><ref name="Afrik21 06-2019">{{cite news |last=Ngounou |first=Boris |title=BOTSWANA: Over 500 vultures found dead after massive poisoning |publisher=Afrik21 |url=https://www.afrik21.africa/en/botswana-over-500-vultures-found-dead-after-massive-poisoning/ |date=2019-06-27 |access-date=2019-06-28}}</ref>
* il lungometraggio ''Cheetahs of the deep'' (49’, 2014, diretto da Rafa Herrero Massieu)<ref>{{cita web | url=https://www.imdb.com/name/nm7240182/bio | titolo=Rafa Herrero Massieu profile at IMDb | sito=[[IMDb]] | accesso=30 marzo 2020}}</ref> racconta le abitudini, le caratteristiche delle interazioni sociali e gli aspetti delle tecniche di caccia, dei giochi e dell'allevamento dei piccoli di un gruppo stanziale di globicefali di Gray che vive tra le isole di Tenerife e [[La Gomera]] dell'arcipelago delle Canarie. Un aspetto curioso del documentario è il fatto che «è stato interamente girato con [[Immersione in apnea|immersioni in apnea]]»;


<gallery mode="packed">
* il cortometraggio ''My Pilot, Whale'' (28’, 2014, diretto da Alexander e Nicole Gratovsky)<ref>{{cita web | url=https://www.imdb.com/title/tt4578360/ | titolo="My Pilot, Whale" film's profile on IMDb | sito=[[IMDb]] | accesso=30 marzo 2020}}</ref> mostra la possibilità di interazioni tra esseri umani e globicefali allo stato selvatico, offrendo allo spettatore una serie di domande filosofiche relative ai cetacei: sul loro atteggiamento nei confronti del mondo, su cosa abbiano in comune con noi, su cosa possiamo imparare da loro e via dicendo. Il film ha ricevuto numerosi premi durante festival cinematografici internazionali.<ref>{{cita web | url=http://www.worldfest.org/wp-content/uploads/2016/05/WFH49FinalRemiAwards.pdf | titolo=Platinum Remi award in the "Oceanography" category of the 49th International Houston Film Festival | data=1 maggio 2016 | accesso=27 gennaio 2020 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170729003922/http://www.worldfest.org/wp-content/uploads/2016/05/WFH49FinalRemiAwards.pdf | dataarchivio=29 luglio 2017}}</ref><ref>{{cita web | autore=Awareness Film Festival, Los Angeles | url=http://theawarenessfestival.wix.com/awarenessfestival#!selections-2015/c1hw9 | titolo=Winner in the nomination "Merit Award of Awareness" | accesso=27 gennaio 2020 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200127164909/http://web.archive.org/screenshot/https://theawarenessfestival.wixsite.com/awarenessfestival/selections-2015 | dataarchivio=27 gennaio 2020}}</ref>
File:Trigonoceps occipitalis (Burchell, 1824).jpg|At [[:de:Adlerwarte Berlebeck|Adlerwarte Berlebeck]], Germany
File:Trigonoceps occipitalis -Kruger National Park, South Africa -flying-8.jpg|Flying in [[Kruger National Park]], South Africa
File:Trigonoceps occipitalis -Kasteeltuinen Arcen -Netherlands-8a.jpg|At Kasteeltuinen Arcen, Netherlands
File:Trigonoceps occipitalis -Las Aguilas Jungle Park, Tenerife, Spain-8a (2).jpg|At Las Aguilas Jungle Park, Tenerife, Spain
</gallery>


== Note ==
== Note ==

Versione delle 00:28, 3 gen 2024

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Avvoltoio testabianca

Esemplare al Las Águilas Jungle Park di Tenerife
Stato di conservazione
Critico[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseAves
OrdineAccipitriformes
FamigliaAccipitridae
GenereTrigonoceps
Lesson, 1842
SpecieT. occipitalis
Nomenclatura binomiale
Trigonoceps occipitalis
(Burchell, 1824)
Areale


     stanziale


     presenza possibile (stanziale)


     presente ma non nidificante


     probabilmente estinto


     estinto

L'avvoltoio testabianca (Trigonoceps occipitalis (Burchell, 1824)) è un avvoltoio del Vecchio Mondo endemico dell'Africa. Negli ultimi anni le sue popolazioni sono diminuite drasticamente a causa del degrado ambientale e della pratica di avvelenare le carcasse. In passato il genere era più diffuso, come indica il ritrovamento dei resti fossili di una specie affine vissuta sull'isola indonesiana di Flores durante il Pleistocene superiore.[2]

Descrizione

The white-headed vulture is a medium-sized vulture, 72–85 centimetri (28–33 in) in length and with a wingspan of 207–230 centimetri (81–91 in). Females have an average weight of 4,7 chilogrammi (10 lb), while males are generally lighter at 4 chilogrammi (8,8 lb) or less. This species is unique among African vultures as it shows a degree of reversed sexual dimorphism, where females are somewhat larger than males.[3]

It has a pink beak and a white crest, and the featherless areas on its head are pale. It has dark brown upper parts and black tail feathers. The feathers on its lower parts and legs are white, giving it its diagnostic image from below.[4][5] These vultures are easily distinguishable from all other vulture species as the plumage exhibits a strong contrast between black and white. Individual white-headed vultures can also be reliably identified based on a unique pattern in their median wing coverts.[3]

Distribution and habitat

The white-headed vulture is widely spread throughout sub-Saharan Africa, occurring from Senegal and Gambia east to Somalia and south to South Africa and Eswatini. It is locally uncommon to common. A total population of 10,500-18,750 individuals has been estimated, but newer estimates following recent declines suggest a population of just 5,500 individuals. It is estimated that 400 protected areas contain 1893 White-headed vulture nests, with 721 nests occurring in East Africa, 548 in Central Africa, 468 in Southern Africa and 156 in West Africa.[6] The species prefers mixed, dry woodland at low altitudes. It occurs at elevations of up to 4,000 m (13,123 ft) in Ethiopia, perhaps 3,000 m (9,843 ft) in Kenya, and can be found in thorny Acacia-dominated landscape in Botswana. It generally avoids human habitation [7] and are considered to be restricted to protected areas. For example, the Kruger National Park and neighboring conservation areas hold the largest population of the species in South Africa.[6]

Ecology

The species is long-lived and appears to be loyal to a territory where it remains resident. It builds nests in trees (mostly acacias or baobabs).[7] Senegalia species are also preferred, with nests occurring on the top of the canopy in low relief, flatter areas.[6] These vultures usually lay a single egg a couple of months after the rainy season has ended and the dry season is underway.[7] It is generally a solitary species and nests in isolated, possibly territorial pairs.[8] From a study across 73 pairs, the average productivity of 55 breeding attempts was 0.69 chicks per pair. White headed vultures are known to exhibit a characteristic breeding behaviour. From a study in the Kruger National Park, copulation only occurred on the nest and is described as a subtle and inconspicuous process that lasts approximately 15 to 20 seconds. Preceding actual copulation the female bird stands perpendicular to and in front of the male. The "head turning" behaviour, typically observed in other aegypiine vultures, was not observed. The sound made by the birds during copulation is unusual and best described as a very deep squeak, but longer than a grunt.[8] The white-headed vulture is predominantly a carrion-eater; frequently flying lower than other vulture species, it is often the first species to turn up at a carcass. However, the species is probably also an active predator if the occasion arises.[7] For example, instances of pairs preying on species such as the slender mongoose (Galarella sanguinea), monitor lizard (Varanus spp), tree squirrel (Paraxerus cepapi) and scrub hare (Lepus saxatilis) have been recorded. In three of these four events, cooperative behaviour between the birds was apparent, thereby suggesting that this behaviour is not uncommon. There was also no observable agonistic behaviour between birds while feeding, and the birds appeared practiced and unaffected by the presence of an observer. These observations suggest that the vulture might be regular facultative predators. However, extensive field reports are lacking therefore further research is warranted.[9]

Additionally, the visual field of this vulture species is more similar to other predatory species such as the accipitrid hawk than to that of more closely related, carrion feeding Gyps vultures. Specifically, they have a significantly wider binocular field (30°, compared to the 20° of Gyps vultures), which is thought to help with the accurate placement and timing of the talons necessary to capture live prey.[10]

Conservation and threats

White-headed vulture populations have been declining since the early 1940s; it was classified as Vulnerable in the 2007 IUCN Red List. Recent indications that the species is rarer than previously thought have led to a status upgrade to Critically Endangered in 2015.[11]

The main threats to white-headed vulture populations are reductions in the availability of suitable food sources (carcasses of medium-sized mammals and ungulates) and the loss of habitat to the spread of urban and agricultural developments. Poisoning through baits set for other carnivores such as jackals and hyenas, as well as targeted poisoning of vultures (by poachers who seek to prevent vultures from drawing attention to an illegal kill), is also an important factor. Secondary causes of decline is exploitation for the international trade in raptors and use in traditional medicines. The species is highly sensitive to land-use and tends to depart from degraded habitat, leading to high concentrations in protected areas. Potential introduction of the anti-inflammatory drug Diclofenac, which is fatal to all vultures of the closely related genus Gyps when ingested at livestock carcasses, may represent a potential future threat.[11]

On the 20th of June 2019, the carcasses of 468 white-backed vultures, 17 white-headed vultures, 28 hooded vultures, 14 lappet-faced vultures and 10 cape vultures, altogether 537 vultures, besides 2 tawny eagles, were found in northern Botswana. It is suspected that they died after eating the carcasses of 3 elephants that were poisoned by poachers, possibly to avoid detection by the birds, which help rangers to track poaching activity by circling above where there are dead animals.[12][13][14][15]

Note

  1. ^ (EN) BirdLife International. 2021, BlackPanther2013/Sandbox/O.v., su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ J. M. Hanneke et al., Continental-style avian extinctions on an oceanic island (PDF), su Repository.si.edu. URL consultato il 17 ottobre 2018.
  3. ^ a b Campbell Murn, Field identification of individual white-headed vultures Trigonoceps occipitalis using plumage patterns - an information theoretic approach, in Bird Study, vol. 59, n. 4, 2012, pp. 515–521, DOI:10.1080/00063657.2012.717912.
  4. ^ Trigonoceps occipitalis, su arkive.org.
  5. ^ Raptors of the world, Houghton Mifflin Harcourt, 2001.
  6. ^ a b c Using Africa's protected area network to estimate the global population of a threatened and declining species: a case study of the Critically Endangered White-headed Vulture Trigonoceps occipitalis, in Ecology and Evolution, vol. 6, n. 4, 9 December 2015, pp. 1092–103, DOI:10.1002/ece3.1931.
  7. ^ a b c d White-headed Vulture - Trigonoceps occipitalis: factsheet, su birdlife.org, Birdlife International.
  8. ^ a b Breeding biology of the White-headed Vulture Trigonoceps occipitalis in Kruger National Park, South Africa, in Ostrich, vol. 85, n. 2, 2014, pp. 125–130, DOI:10.2989/00306525.2014.924598.
  9. ^ C. P. Murn, Observations of predatory behavior by White-headed Vultures, vol. 48, J. Raptor Res., 2014, pp. 297–299.
  10. ^ White-headed Vulture Trigonoceps occipitalis shows visual field characteristics of hunting raptors (PDF), in Ibis, vol. 159, n. 2, 2017, pp. 463–466, DOI:10.1111/ibi.12448.
  11. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore iucn status 12 November 2021
  12. ^ Over 500 Rare Vultures Die After Eating Poisoned Elephants In Botswana, in Agence France-Press, NDTV, 21 giugno 2019.
  13. ^ Ella Hurworth, More than 500 endangered vultures die after eating poisoned elephant carcasses, CNN, 24 giugno 2019.
  14. ^ Meilan Solly, Poachers' Poison Kills 530 Endangered Vultures in Botswana, Smithsonian, 24 giugno 2019.
  15. ^ Boris Ngounou, BOTSWANA: Over 500 vultures found dead after massive poisoning, Afrik21, 27 giugno 2019.