Patriarcato di Gerusalemme dei Latini

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Patriarcato di Gerusalemme dei Latini
Patriarchatus Hierosolymitanus Latinorum
Chiesa latina
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
 
Patriarcacardinale Pierbattista Pizzaballa, O.F.M.
Vicario generaleWilliam Hanna Shomali[1]
AusiliariWilliam Hanna Shomali[1],
Rafic Nahra[2],
Bruno Varriano, O.F.M.[3]
Patriarchi emeritiMichel Sabbah,
Fouad Twal
Presbiteri490, di cui 99 secolari e 391 regolari
694 battezzati per presbitero
Religiosi636 uomini, 979 donne
Diaconi8 permanenti
 
Battezzati340.166
Parrocchie68 (6 vicariati)
 
Erezione1099, ristabilita 23 luglio 1847
Ritoromano
CattedraleSanto Sepolcro
ConcattedraleSantissimo Nome di Gesù (procattedrale)[4]
Santi patroniBeata Vergine Maria, Regina di Terrasanta;
san Giacomo il Minore
IndirizzoPatriarcat Latin, P.O. Box 14152, 9114101 Jerusalem [Old City]
Sito webwww.lpj.org
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
 
La curia patriarcale con la procattedrale del Santissimo Nome di Gesù.
Facciata della procattedrale del Santissimo Nome di Gesù.
La parrocchia di rito latino di Pafo, a Cipro.
Il patriarca latino di Gerusalemme, di James Tissot.

Il patriarcato di Gerusalemme dei Latini (in latino Patriarchatus Hierosolymitanus Latinorum) è una sede della Chiesa cattolica. Nel 2022 contava 340 166 battezzati. È retto dal patriarca cardinale Pierbattista Pizzaballa, O.F.M.

Il patriarcato estende la sua giurisdizione sui fedeli cattolici di rito latino residenti in Israele, Palestina, Giordania e Cipro.

Sede patriarcale è la città di Gerusalemme, dove si trovano la basilica cattedrale del Santo Sepolcro e la procattedrale del Santissimo Nome di Gesù.

Il seminario, invece, si trova a Beit Jala, una cittadina sita 10 km a sud di Gerusalemme in territorio palestinese.

Il territorio è suddiviso in 68 parrocchie, raggruppate in 4 vicariati territoriali:

Sono anche presenti 2 vicariati personali:

  • Israele (bandiera) vicariato patriarcale San Giacomo per i cattolici di lingua ebraica in Israele, con sede a Gerusalemme, guidato dal presbitero Piotr Zelasko;
  • Israele (bandiera) vicariato patriarcale per i migranti e i richiedenti asilo in Israele, con sede a Gerusalemme, guidato dal presbitero Matthew Marcel Coutinho, S.D.B.

Quando il patriarcato latino fu ripristinato nel 1847, la basilica del Santo Sepolcro fu eretta a cattedrale latina, anche se già era sede della cattedra del patriarca greco.[5] Tuttavia, il patriarca latino vi può celebrare solo nei tempi e negli spazi assegnati alla comunità francescana della Custodia di Terra Santa dallo Statu Quo e secondo gli accordi con la stessa. Lo Statu Quo è un firmano ottomano del 1852, tuttora in vigore anche per effetto dell'Accordo Fondamentale tra la Santa Sede e lo Stato di Israele del 1993,[6] che assegna i diritti sul Santo Sepolcro alle varie confessioni cristiane presenti: oltre ai francescani, vi sono gli armeni, i copti, i siri e i greco-ortodossi.

Poiché il patriarca latino non può disporre liberamente della basilica del Santo Sepolcro, la chiesa del Santissimo Nome di Gesù, consacrata nel 1872 all'interno del complesso edilizio dove risiede il patriarca, svolge le funzioni di cattedrale in alcune occasioni. Originariamente definita concattedrale, nel 2022 è stato mutato il titolo in procattedrale perché spiega meglio il suo effettivo status e per sottolineare la maggiore importanza della basilica del Santo Sepolcro come cattedrale del patriarcato.[4]

Basiliche minori

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Le seguenti chiese del patriarcato hanno il titolo di basiliche minori, conferito dalla Santa Sede:

Patriarcato crociato

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Il 15 luglio 1099 Gerusalemme fu conquistata dai crociati, che inaugurarono così il regno di Gerusalemme, che durò per quasi duecento anni.

Fino a quel momento, tutti i cristiani in Terra Santa erano stati sotto la giurisdizione del patriarca ortodosso di Gerusalemme, ma i crociati non accettarono di essere sottoposti ad un religioso di rito bizantino, membro di una Chiesa separata da quella di Roma dopo il Grande Scisma del 1054 tra Oriente e Occidente. Perciò, il 1º agosto 1099 i religiosi crociati crearono il patriarcato di Gerusalemme dei latini e ne nominarono primo titolare Arnolfo di Rœux. Il patriarca greco Simone II finì per rifugiarsi a Costantinopoli attorno al 1107, e un suo successore non rivedrà Gerusalemme che nel 1187.

Fu istituita una gerarchia ecclesiastica latina, di rito romano: durante l'esistenza del regno di Gerusalemme il patriarcato latino era diviso in quattro arcidiocesi a capo delle quali vi erano rispettivamente gli arcivescovi di Tiro, Cesarea, Nazaret e Petra; aveva come diretti suffraganei i vescovi di Lidda-Ramla, Betlemme, Ebron e Gaza e gli abati del Tempio, del Monte Sion e del Monte degli Ulivi.

Il patriarca latino controllava inoltre il Quartiere latino della città di Gerusalemme (il Santo Sepolcro e le immediate vicinanze).

Dopo la caduta di Gerusalemme nel 1187, la sede del patriarcato fu trasferita a Tiro, poi a San Giovanni d'Acri nel 1191. Il patriarca tornò a Gerusalemme nel 1229, quando la città fu restituita ai Crociati, poi di nuovo a San Giovanni d'Acri nel 1244. San Giovanni d'Acri aveva una sua diocesi, ma le due furono unite nel 1263.

Quando, con la caduta di San Giovanni d'Acri nel 1291, le ultime vestigia del regno furono conquistate dai Mamelucchi, la storia del patriarcato, che corrispondeva approssimativamente al territorio del regno di Gerusalemme, terminò.

Tuttavia, la Chiesa cattolica continuò a nominare patriarchi di Gerusalemme titolari che, dopo il 1374, ebbero la loro sede nella basilica di San Lorenzo fuori le mura a Roma.

Nel XIV secolo, oltre a questa basilica, il patriarca mantenne la competenza su numerosi domini orientali rimasti in mani latine (le isole greche di Cipro, Lesbo, Chio, Creta, Rodi, Nasso, ed altre minori), ma questi possedimenti diminuirono con il progredire, nel tempo, delle conquiste turche.

I patriarchi residenti dal 1847

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L'insegna all'ingresso della curia patriarcale a Gerusalemme.

Nel 1842 la Chiesa anglicana istituì un vescovo anglicano di Gerusalemme; subito dopo fu la Chiesa ortodossa russa ad inviare una missione in Palestina.

Il 23 luglio 1847, con il breve Nulla celebrior, papa Pio IX decise di ripristinare il patriarcato di Gerusalemme dei latini, ma con un significato diverso rispetto al patriarcato crociato: non veniva più messo in discussione il fatto che il patriarca greco-ortodosso fosse il legittimo successore del primo vescovo di Gerusalemme.[12] Il 4 ottobre fu annunciato che l'Impero ottomano autorizzava il reinsediamento, con competenza estesa su Palestina e Cipro.

Nel 1850 il primo patriarca dopo la restaurazione, Giuseppe Valerga, istituì il seminario, con lo scopo di formare un clero diocesano locale; nel 1857 lo stesso patriarca ne trasferì la sede da Gerusalemme a Beit Jala.

Per evitare coinvolgimenti in questioni a carattere nazionale, furono scelti come patriarchi solo ecclesiastici di nazionalità italiana fino al 1987, quando papa Giovanni Paolo II nominò il palestinese Michel Sabbah, primo arabo a ricoprire questa carica, a cui successe nel 2008 il giordano Fouad Twal.

Dal 1847 tutti i patriarchi sono stati sepolti nella procattedrale del Santissimo Nome di Gesù, con l'unica eccezione del cardinale Filippo Camassei, morto a Roma il 18 gennaio 1921 dopo aver rinunciato al governo pastorale del patriarcato, e sepolto nella tomba della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli (allora Propaganda Fide) nel cimitero di Campo Verano.

Prerogative del patriarca

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Il patriarca di Gerusalemme dei Latini è l'unico tra i vescovi cattolici di rito latino a portare il titolo di "sua beatitudine".

È di diritto membro del Consiglio dei patriarchi cattolici d'Oriente, presidente della Conferenza dei vescovi latini nelle regioni arabe, presidente dell'Assemblea degli ordinari cattolici della Terra Santa e gran priore dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Cronotassi dei patriarchi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Patriarchi insediati a Gerusalemme (1099-1187)

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Patriarchi insediati a San Giovanni d'Acri (1187-1291)

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Patriarchi titolari (1295-1847)

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La basilica di San Lorenzo fuori le mura, a Roma, sede del patriarca di Gerusalemme dei Latini dal 1374 al 1847. Il beato Pio IX, che ripristinò la sede residenziale, scelse la basilica per la propria sepoltura.

Patriarchi di Gerusalemme (sede restaurata, dal 1847)

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Il patriarcato nel 2022 contava 340.166 battezzati.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 32.912 3.120.000 1,1 282 59 223 116 378 862 52
1970 50.071 5.935.350 0,8 344 69 275 145 436 1.148 55
1980 56.301 ? ? 360 94 266 156 472 1.221 63
1990 62.955 ? ? 368 90 278 171 480 1.099 64
1998 77.000 ? ? 368 75 293 209 1 549 1.144 65
2002 77.000 ? ? 371 78 293 207 1 549 1.144 65
2004 77.000 ? ? 372 79 293 206 498 1.144 65
2005 77.000 ? ? 248 75 173 310 1 313 1.103 65
2007 78.215 ? ? 249 89 160 314 1 441 1.113 65
2010 160.700 ? ? 417 78 339 385 4 758 1.084 66
2011 161.400 ? ? 414 66 348 389 1 582 1.076 65
2012 161.400 ? ? 422 74 348 382 4 596 1.076 66
2015 293.053 ? ? 464 81 383 631 9 590 1.062 66
2016 296.120 ? ? 469 84 384 574 9 579 1.064 66
2018 313.000 ? ? 480 95 385 652 9 572 1.032 67
2019 321.500 ? ? 480 102 378 670 10 617 997 71
2020 327.653 ? ? 492 96 396 665 9 614 979 68
2022 340.166 ? ? 490 99 391 694 8 636 979 68
  1. ^ a b Vescovo titolare di Lidda.
  2. ^ Vescovo titolare di Verbe.
  3. ^ Vescovo titolare di Astigi.
  4. ^ a b Storia della Procattedrale, su lpj.org. URL consultato il 2 novembre 2023.
  5. ^ Il Katholikon Archiviato il 23 maggio 2009 in Internet Archive., dal sito del Patriarcato Ortodosso di Gerusalemme.
  6. ^ Accordo Fondamentale tra la Santa Sede e lo Stato di Israele, su olir.it. URL consultato il 25 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2016).
  7. ^ AAS 50 (1958), p. 469.
  8. ^ AAS 47 (1955), p. 713.
  9. ^ ASS 37 (1904-05), p. 630.
  10. ^ Bullarium pontificium Sacrae Congregationis de Propaganda Fide, vol. V, p. 184.
  11. ^ AAS 12 (1920), p. 150.
  12. ^ Giorgio Bernardelli, Abbattere i «muri» tra le Chiese: lavori in corso, in Avvenire del 15 maggio 2009, p. 7.
  13. ^ De Mas Latrie cita una bolla di nomina del 16 giugno 1205 (cfr. op. cit., p. 20).
  14. ^ Morto assassinato.
  15. ^ Muore per annegamento durante la fuga da San Giovanni d'Acri.
  16. ^ È anche vescovo di Durham.
  17. ^ È contestualmente vescovo di Rodez e legato pontificio in Medioriente.
  18. ^ Dal 1336 è anche vescovo di Couserans.
  19. ^ È contestualmente arcivescovo di Spalato.
  20. ^ È contestualmente vescovo di Bayeux.
  21. ^ È contestualmente vescovo di Ferrara.
  22. ^ È contestualmente vescovo di Parma.
  23. ^ Nipote del precedente. È contestualmente vescovo di Foligno.
  24. ^ È contestualmente vescovo di Cesena.
  25. ^ Fino al 1566 mantenne anche il titolo di Pola.
  26. ^ Eletto papa il 29 ottobre 1591 con il nome di Innocenzo IX.
  27. ^ È contestualmente arcivescovo di Genova.
  28. ^ È contestualmente vescovo di Assisi.
  29. ^ È contestualmente arcivescovo di Messina.
  30. ^ Il 18 dicembre successivo ricevette il titolo di Santa Maria in Ara Coeli.
  31. ^ Paolo Pieraccini, IL PATRIARCATO LATINO DI GERUSALEMME (1918-1940): Ritratto di un patriarca scomodo: mons. Luigi Barlassina, Il Politico, Vol. 63, No. 4 (187) (Ottobre-Dicembre 1998), pp. 591-639.
    Barlassina era amministratore apostolico dal 16 dicembre 1919.
  32. ^ Già amministratore apostolico dal 24 giugno 2016.
  • Denys Pringle, The churches of the Crusader Kingdom of Jerusalem: a corpus, Cambridge University Press, Bd. I (A-K), 1993. ISBN 0-521-39036-2/Bd. II (L-Z), 1998. ISBN 0-521-39037-0
  • Bernard Hamilton, The Latin Church in the Crusader States: the Secular Church, London, Variorum Publications, 1980, ISBN 9780860780724
  • W. Hotzelt, Kirchengeschichte Palästinas im Zeitalter der Kreuzzüge 1099-1291, ed. Bachem, coll. «Kirchengeschichte Palästinas von der Urkirche bis zur Gegenwart» n° 3, Köln, 1940, p. 253
  • Hans Eberhard Mayer, Bistümer, Klöster und Stifte im Königreich Jerusalem (Schriften der Monumenta Germaniae Historica 26), Stuttgart, Hiersemann, 1977. ISBN 3-7772-7719-3
  • Charles D. Du Cange, Nicolas Rodolphe Taranne; Emmanuel Guillaume Rey, Les familles d'outre-mer, in Documents inédits, ristampa, Ayer Publishing, 1971 [1869], pp. 713 e seguenti, ISBN 978-0-8337-0932-5.

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