Papers by Biagio Salvemini
I saggi qui raccolti, concentrandosi sulle linee di traffico che nel Settecento e nel primo Ottoc... more I saggi qui raccolti, concentrandosi sulle linee di traffico che nel Settecento e nel primo Ottocento disegnano una particolare dimensione e qualita dello spazio mediterraneo - quello che abbiamo chiamato lo « spazio tirrenico » -, ne esplorano da vicino le forme geografiche, economiche, sociali ed istituzionali. Ne emerge una straordinaria ricchezza di luoghi ed attori, tecniche ed apparati, conflitti e identita; e, di conseguenza, un’immagine del mutamento sociale assai piu complessa - e, in fin dei conti, piu persuasiva - di quella prodotta dalle retoriche e dalle forme argomentative dei « grandi racconti ».
Cet essai propose, sur la base de l’historiographie disponible et d’une documentation directe for... more Cet essai propose, sur la base de l’historiographie disponible et d’une documentation directe fort partielle, certaines réflexions concernant le cadre institutionnel dans lequel s’inscrit le phénomène de mobilité saisonnière. L’observation portera sur l’une des deux grandes zones italiennes de tradition et vocation céréalière et pastorale très anciennes, le “Tavoliere” apulien, qui a d’ailleurs en commun avec l’autre, la Campagna Romana, certains des bassins de provenance des migrants. À l’ép..
This special issue of «Quaderni Storici» examines the relations between norms, institutions and e... more This special issue of «Quaderni Storici» examines the relations between norms, institutions and economic behaviour with regard to the increasing regulation of maritime trade in the age of mercantilism and from the perspective of those widespread illegal practices performed by social actors. It argues that, in Mediterranean and Atlantic commerce, frauds were not so much the result of a lack of norms and of institutional control. Rather, they emerged through an intense interaction between social actors and institutional powers and through a manipulative use of legal norms
Le Centre pour la Communication Scientifique Directe - HAL - Diderot, 2017
International audienc
Il mediterraneo delle città, 2011, ISBN 978-88-568-3379-9, págs. 193-209, 2011

Le Centre pour la Communication Scientifique Directe - HAL - ENS-LYON, 2014
International audienceCet ouvrage propose une réflexion spécifique sur les échanges en Méditerran... more International audienceCet ouvrage propose une réflexion spécifique sur les échanges en Méditerranée au Moyen Âge et à l’époque moderne à partir de leurs dimensions spatiales. Il s’agit de comprendre comment les pratiques sociales de l’échange contribuent à la production et au façonnement d’espaces et de lieux particuliers. Les lieux et les espaces des échanges sont envisagés comme des constructions sociales produites par les acteurs et en même temps comme des éléments fondamentaux qui orientent leurs pratiques mercantiles. Modelé et construit par les pratiques marchandes, l’espace les modèle et les contraint en retour ; il n’est jamais neutre. En effet, les dimensions spatiales des pratiques marchandes peuvent se décliner selon plusieurs modes : par l’analyse des lieux d’échange, lieux créés ou appropriés, éphémères ou pérennes ; par la mise en valeur des structurations politico-juridiques, institutionnalisées ou coutumières de la « place » marchande ; par l’intérêt porté à la construction d’espaces économiques avec leurs circuits, leurs acteurs et leurs pratiques routinières

Il progetto Per un atlante digitale dell'insediamento meridionale (XIII-XXI secolo) produce b... more Il progetto Per un atlante digitale dell'insediamento meridionale (XIII-XXI secolo) produce banche dati, cartografia digitale e, in prospettiva, un WebGIS interrogabile, sui luoghi abitati come costruzione sociale e culturale – la forma piu 'concreta', vistosa ed ingombrante di patrimonio con cui le societa di ogni tempo devono fare i conti. Gli strumenti di analisi, costruiti in un processo segnato da ripensamenti ed incertezze, cercano di essere congruenti con una concezione dello spazio umanizzato come sistema polivalente e polifunzionale, dinamico e relazionale, esito di rapporti conflittuali o negoziali fra gruppi sociali localizzati e poteri sovralocali. Esclusa la possibilita di una realta insediativa conoscibile in forme univoche ed esaustive, la strada che viene percorsa diventa l'esplorazione di scale analitiche e punti di osservazione molteplici, che presuppongono un livello consistente di indeterminazione negli esiti della ricerca. Il risultato potenziale...
Traduction de / Translation of Annastella Carrino et Biagio Salvemini, "Sur les espaces plur... more Traduction de / Translation of Annastella Carrino et Biagio Salvemini, "Sur les espaces pluriels du marche : les trafics tyrrheniens au XVIIIe siecle"

Le storie e le note a pie' di pagina Le note a pie' di pagina hanno esse pure una storia, a suo m... more Le storie e le note a pie' di pagina Le note a pie' di pagina hanno esse pure una storia, a suo modo affascinante: ce la ha raccontata Anthony Grafton, in un libro diventato un piccolo classico, fornito a sua volta di note 1. La vicenda è lunga, ed è segnata di fasi di accelerazione importanti. Quella che a me sembra decisiva ha avuto luogo nei decenni a cavallo fra Otto e Novecento. E' allora che entra in crisi la storiografia ottocentesca, a volte di grande valore letterario e sempre vaticinante: un genere di scrittura che pensava il passato come memoria dei popoli, contribuendo a costruire i fondamenti ideali delle identità nazionali. Si fa spazio viceversa una storiografia professionale rifugiata dentro le istituzioni di un campo sempre meglio delimitato-le riviste, le cattedre, le associazioni; e aggrappata alle fonti, alla prova esibita dei "fatti" ricostruiti, alla nota a pie' di pagina. Si tratta di un aspetto di un mutamento generale dei rapporti fra saperi e poteri. La crisi dello stato liberale di fine Ottocento si esprime anche nella scissione sempre più vistosa, sociale ed istituzionale, fra ceto politico e ceto amministrativo, con l'emergere di una burocrazia che si pone come garanzia della continuità dello stato nel mutare dei governi e come filtro delle domande sociali a cui lo stato stesso può rispondere; e, per quel che ci riguarda, col definirsi di saperi specialistici e certificati dallo stato stesso, tramite l'erogazione di titoli, diplomi, attestazioni al termine di processi formativi e di verifica. La decisione pubblica viene collocata in un campo del possibile, disegnato e sorvegliato da due sistemi sottratti al gioco democratico: quello delle conoscenze certificate e quello degli apparati amministrativi. In particolare i saperi certificati forniscono ai decisori, politici ed amministrativi, le conoscenze indispensabili ad un agire pubblico sempre più penetrante e diffuso. Di conseguenza, essi si danno pubblici specifici, segmentati: non più l'opinione pubblica, il lettore dotto, il cittadino informato, ma i propri 'pari'-gli specialisti del settore-ed i titolari di decisioni pubbliche. La storiografia non fa certo parte dei saperi da questo punto di vista direttamente 'utili', come ad esempio l'economics, che si va specializzando e professionalizzando emancipandosi dalla economia politica classica ancorata ad una matrice umanistica; ma risente essa pure di mutamenti del contesto. Nel suo ambito il trionfo della nota a pie' di pagina risponde anche a queste trasformazioni, che rideterminano le condizioni della produzione dotta e le forme di scrittura dotate di senso.

In questo libro si ripropongono, a partire da studi di caso puntualmente documentati ed argomenta... more In questo libro si ripropongono, a partire da studi di caso puntualmente documentati ed argomentati, alcuni temi centrali del dibattito scientifico sui lasciti del passato che popolano i territori del presente di elementi contraddittori e disorganici, e pongono problemi acuti di governo degli spazi umanizzati. Forme del paesaggio, insediamenti, reti viarie, monumenti, simboli, memorie e frammenti di culture, generatisi in tempi anche assai lontani fra loro, si trasmettono inerzialmente e si ripresentano spaesati in società e territori dotati di logiche del tutto diverse. A questi lasciti plurali ed ingombranti studiosi, osservatori e decisori, in particolare quelli del nostro presente investito da processi di mutamento sconvolgenti, hanno cercato ansiosamente di assegnare un ruolo. In termini generali, lo hanno fatto situandosi in un continuum di posizioni intermedie fra i due totalitarismi dello spazio ordinato emersi a partire dai decenni a cavallo fra Sette e Ottocento: da un lato il totalitarismo degli incubi ingegneristici, che, adottando i dettami di una ragione assoluta, vanno alla ricerca dello spazio buono in quanto funzionale, e perciò emancipato dalle pesantezze e dalle irrazionalità di un passato da aggredire o risignificare radicalmente, da ridurre a collezione di luoghi puntuali privi di ogni rapporto col contesto; dall'altro quello degli incubi identitari, che immaginano il buon territorio come risultato di progetti impliciti da estrarre da un passato mitizzato, costituito di comunità che accumulano ordinatamente oggetti, saperi, simboli e memorie, e strutturano sapientemente l'ambiente circostante trasmettendolo ai loro discendenti senza depauperarne le risorse. Su questi temi si è accumulata una letteratura ed un dibattito amplissimi, che hanno generato proposte dilemmatiche, spesso drammaticamente inadeguate rispetto alle trasformazioni travolgenti che investono il mondo contemporaneo. I saggi raccolti nel libro, costruito a partire dai materiali del convegno omonimo di Foggia dell'11 e 12 ottobre 2017 organizzato dal Centro di Ricerca Interuniversitario per l'Analisi del Territorio (CRIAT), contribuiscono a questa letteratura con una modalità pointilliste, studiando cioè, come si è detto, luoghi, tempi e questioni diverse e ben delimitate. Vi si cerca di adottare, al tempo stesso, una postura di metodo e tematica comune e, in una qualche misura, ambiziosa. Per quel che riguarda l'atteggiamento metodologico, gli autori, in coerenza con le linee programmatiche del CRIAT, praticano una sorta di pluridisciplinarità sorvegliata: essi aderiscono pienamente ai metodi ed ai risultati conoscitivi prodotti dai diversi campi in cui si situano, ma cercano di ripensarli a partire da un oggetto analitico-il territorio, appunto-ribelle ad ogni riduzione a logiche disciplinari univoche. Di qui la presenza in questo libro di archeologi, storici, architetti, agronomi, botanici, economisti, pianificatori, geografi, che non si limitano a coabitare ordinatamente, ma si sforzano di rispondere, a partire dalle proprie competenze, ad un questionario comune elaborato dai promotori del convegno di Foggia, ossia dal comitato direttivo del CRIAT. La convergenza è cercata, oltre sul metodo, sul tema. Esso è richiamato dal titolo di questo libro, nel quale gli spazi sotto osservazione vengono designati tramite una doppia connotazione: morfologica e funzionale-«paesaggi aperti
Studi Storici, 2012
In the eighteenth century, trade in the Tyrrhenian Sea saw vigorous growth. Along the traffic lan... more In the eighteenth century, trade in the Tyrrhenian Sea saw vigorous growth. Along the traffic lanes crossing this sea - those originating from, or ending up in, one of the few marketplaces located on its shores - other traffics connected a multitude of medium and small Tyrrhenian ports, producing a commercial space of relevance both for the players involved and for historians. This essay focuses on the construction process, and on the characters in this space, from the standpoint of its geographical dimensions, trading practices, formal and informal norms, and the complex and multinational institutional framework that "territorialized" the Tyrrhenian Sea in the eighteenth century.

This doesn't seem to be a good time for professional experts. One of the main features of Italian... more This doesn't seem to be a good time for professional experts. One of the main features of Italian public life in recent decades has been the contempt shown for those who possess and produce specialist knowledge. The role of expert knowledge and the very existence of the places where it is produced-public universities above all-has been cast in doubt in various ways. In this scenario, the creation in 2009 of the Centro di Ricerca Interuniversitario per l'Analisi del Territorio (CRIAT-Interuniversity Research Centre for Analyses of the Territory) by a group of urban planners, historians, geographers, archeologists, economists, and ecologists of the Universities of Bari, Salento, Foggia, Sassari and of the Polytechnic of Bari, and then the publication on this journal of some of the materials presented at the first public conference of the CRIAT (at the Polytechnic of Bari, December 2010), could be seen as futile initiatives. In particular, the intention to capture a leading role on the public scene-in accordance with the statement contained in the official agreement that rules the Centre-may seem to be aiming at the moon, taking account of the fact that this intended role is to be played by mobilizing the only capital possessed by the Centre: specialist knowledge distributed in various disciplines, almost all of which with a long, proud tradition. Complaints can be made, also from this standpoint, about the characteristics and quality of Italian society and of its political elite. But the issue has much wider implications. It is worth mentioning these, even if in the cursory, gross forms implicit in a brief premise like this, because reflections on this topic have
Quaderni Storici, 2006
... A provocare questo doppio livello di elasticità del paesaggio agra-rio e dell'econ... more ... A provocare questo doppio livello di elasticità del paesaggio agra-rio e dell'economia mercantile ... organizzazioni dello scambio che permettono loro di estrarre profitti esportando verso coste lontane ... che la strage di gente di mare prodotta dal terribile terremoto del 1783 non ...
Manuale 1900-2000 per le scuole medie superior
Uploads
Papers by Biagio Salvemini