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2022, La Fionda
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Per descrivere la situazione distopica in cui siamo precipitati da quasi due anni-all'apparenza, ma solo all'apparenza, d'improvviso-non si può che partire da un tratto fondamentale dell'identità occidentale: la caratterizzazione risalente ad Aristotele dell'uomo come zoon politikon. È questa immagine-l'uomo «politico», l'animal sociale immerso nella realtà della vita attiva della polis-che è impressa nei cromosomi antropologici dell'individuo occidentale. L'essere umano si realizza su tre dimensioni: le relazioni personali/affettive; nel contesto sociale; e nell'agone politico. E questo è il paradigma che sta crollando.
L acuto problema avutosi a proposito della continuitas urbana delle antiche città dell'Asia Minore bizantina ha intrapreso, negli ultimi anni, una svolta metodologica che dà voce e fa spazio a più discipline di ricerca. Non si fa più affidamento alle sole sottoscrizioni episcopali in occasione di qualche concilio e presenti in qualche altro documento sinodale, né si dà sola ed assoluta fiducia alle ufficiali Notitiae Episc., ma і dati archeologici ed epigrafici sono stati assunti a pieno diritto nella comprensione della continuità della città. Si è addivenuti, inoltre, ad un accettazione più realistica della parola "urbana", quando questa viene applicata ad una città, una volta splendente nel suo decoro planimetrico ed architettonico, e poi piegata durante lo scorrere dei secoli a divenire una mera parvenza di un glorioso passato. All'interno di questo articolato discorso volto al recupero dell'"urbano", -non solo inteso nel senso antico della parola, ma recante anche l'istanza moderna di salvaguardare un centro antico -trovano posto le nostre pagine a proposito di Side, sede metropolitana della Panfilia I. Queste note intendono essere quanto la parola indica: appunti, riflessioni, aggiornamenti su uno specifico tratto di un vasto insieme. Ci esimiamo, al presente, dal trattare і secoli d'oro di Side (Mansel direbbe, nei suoi rapporti, quasi esclusivamente il V sec., "Blütezeit" bizantina), che hanno visto una forte e significativa fase architettonica e decorativa retta e sovvenzionata da mecenati privati e da un episcopato che ha annoverato illustri membri. 1 OCP 61 95-116 96 VINCENZO RUGGIERI, S. J.
2018
A critical evaluation of the Russian revolution implies e re-consideration of Marx's theory of historical change. In the light of the recent philological acquisitions available thanks to the new critical edition of Marx's and Engels' works. It seems possible to redefine some basic concepts of Historical materialism; this affects both the concept of Revolution and the theory of the historical and political classes supposed to lead this process. The essay begins a reflection on these complex themes and suggest some possible future researches.
GLI SPAZI DELLA VITA COMUNITARIA, 2016
PIO FRANCESCO PISTILLI, Di chiostro in chiostro. Tipologia e sue declinazioni dalle origini alla forma monastica cistercense ...... APPENDICE CARLO CITTER, Teoria e pratica del lavoro nel monachesimo altomedievale. A proposito del quarto volume De re monastica ..
RESUMEN: El trabajo de edición crítica de una obra científica de época medieval no es una labor exenta de dificultades, dado el carácter abierto de la mayoría de estos textos, la imposibilidad de identificar a los autores de los mismos o los problemas que plantea el léxico científico. Sin embargo, si este trabajo pretende la edición crítica de una obra como el Circa instans, texto farmacológico adscrito a la Escuela Médica de Salerno, cuya tradición textual supera los 200 manuscritos, la tarea se complica sobremanera. En el presente artículo la autora hace un recorrido por los principales problemas, externos e internos, que conlleva la edición crítica de la obra: se repasa el status quaestionis relativo a las diferentes versiones transmitidas por los manuscritos; se estudia la tipología de la difusión manuscrita de la obra en lengua latina y de las características de los manuscritos y corpora textuales; se analizan los criterios usados hasta el momento para la agrupación de manuscritos, estudiando la macroestructura y microestructura del texto; y se hacen algunas consideraciones metodológicas de cara a la preparación de la edición del Circa instans, como la búsqueda e identificación de sus fuentes y el estudio de la lengua de su autor. Finalmente, el trabajo concluye con un apéndice en el que se recoge una propuesta de edición crítica del prólogo de la obra con la colación provisional de 10 testimonios. ABSTRACT: The critical edition of a medieval scientific work is a task not without its difficulties, in view of the open character of the majority of these texts, the impossibility to identify their authors, or the problems posed by the scientific lexis. However, since this paper aims at the critical edition of a work such as Circa instans, a pharmacological text by the Salerno Medical School, whose textual tradition presents over 200 manuscripts, the task is especially complicated. The present paper deals with the main problems, both external and internal, of the critical edition of the work: focusing on the status questionis about the different versions transmitted in the manuscripts; studying the typology of the manuscript diffusion in Latin and the characteristics of the manuscripts and textual corpuses; analysing the criteria which have been used for the grouping of the manuscripts; studying both the macrostructure and the microstructure of the text; and making methodological considerations as regards the preparation of the edition of Circa instans, such as the research of its sources and the study of the author's language. Finally, the paper concludes with an appendix presenting a proposal for a critical edition of the prologue of the work with the provisional collation of ten texts from the textual tradition.
Dialoghi Mediterranei N. 43, 2020
Alla ricerca di un nuovo pensiero. Noi ancora non pensiamo autenticamente. M. Heidegger (1952) Che l'umanità sia progredita non c'è alcun dubbio, ma in quale senso, e a quale prezzo?
ACME, 2013
Il lungo epigramma inciso sul polyandrion di Ambracia, pubblicato per la prima volta nel 1991 (cfr. SEG XLI 540), dopo essere stato lungamente discusso dagli epigrafisti, e divenuto un documento importante per la storia del genere elegiaco: obiettivo del presente lavoro e richiamare l’attenzione su alcuni aspetti del testo che, malgrado la sua ormai grande notorieta, risultano ancora oscuri o di difficile interpretazione. Dietro ai Πυραιβῶν παῖδeς, misterioso popolo responsabile dell’eccidio commemorato, sono forse da ravvisarsi bande di pastori nomadi che infestavano l’Epiro minacciando la vita dell’ancor giovane colonia corinzia. Sulla ricostruzione dell’episodio, in particolare, i dati contenuti nell’epigramma non ci consentono di affermare che a morire fu una delegazione di ambasciatori corinzi e la loro scorta di uomini ambracioti, come ormai unanimemente si accetta: una lettura accurata induce a pensare che i caduti fossero tutti cittadini di Ambracia. Per quanto riguarda l’as...
Medioevo Letterario d'Italia, 2019
Il contributo esamina, con strumenti e archivi finalizzati allo scopo, la sopravvivenza nella lingua italiana di elementi lessicali di sicuro o probabile conio dantesco con scarsissima o nessuna eco nella lingua trecentesca (hapax o poco più) che riaffiorano poi in fasi storiche successive, fino ai nostri giorni. Tali parole (di ridotta fortuna nel momento della loro genesi) hanno sviluppi successivi talvolta imprevisti. L’esame del percorso in diacronia di alcune attestazioni consente di verificare la presenza e la fortuna di esse nei secoli successivi al Trecento, fino all’italiano contemporaneo. L’obiettivo non è di fornire solamente un regesto di hapax danteschi ma, in prospettiva più ampia, di guardare ai riflessi che l’attività onomaturgica di Dante ha avuto sia nella sua epoca sia nel repertorio della lingua di oggi, attraverso itinerari e mediazioni da ricostruire in dettaglio.
Melanges De L Ecole Francaise De Rome Antiquite, 2002
prima dell'età triumvirale, al massimo alla metà del I sec. a.C. (un problema resta comunque la menzione della censura in un tempo in cui si ritiene non fosse stata ancora istituita come carica indipendente: R. Meiggs, Roman Ostia, cit., 175). Bisognerà ben ammettere un intervallo, pur ridotto, tra l'apprestamento della iscrizione e la sua distruzione e conseguente riuso: perciò, a meno che il blocco non appartenga ad un restauro più tardo, sembra dif cile che il tempio possa datarsi prima del 40/30 a.C. L'iscrizione predetta appartiene a un [L.?Co]rnelius L(uci) [f(ilius)] duo vir iter (um), cens(or), che il R. Meiggs, Roman Ostia, cit., 512 considera "Augustan". In effetti si tratta di una famiglia che non ha altro spazio nella prosopogra a ostiense, e che perciò deve essersi presto estinta o avere abbandonato la città. Il personaggio deve certamente venir messo in relazione con il P. Cornelius, arcitectus Catuli, per il quale anni fa (F. Zevi, Monumenti e aspetti culturali di Ostia repubblicana, in P. Zanker (ed.), Hellenismus in Mittelitalien (Kolloquium in Göttingen 1974), Göttingen 1976, 52-83, spec. 62) ho supposto una probabile origine ostiense in virtù della tribù Voturia, e di una iscrizione di Ostia con il nome di Lutazio Catulo in genitivo, che penso riferibile ad una espressione come architectus Q. Lutati Catuli o simili: forse una statua erettagli a Ostia (post mortem?) da un discendente. Alla famiglia potrebbe appartenere, sempre in età tardorepubblicana, il P. Cornelius P. f. Trupo (sic), di CIL, XIV 23 = I 2 1423, cfr. p. 981, la cui attività di mensor ben si aggancerebbe a quella dell'architetto; e in una tabella de xionis, compare una Chreste serva ornatrix di una Cornelia (CIL, XIV 5306 = I 2 3036), la cui domina per avere una propria parrucchiera doveva contare tra le grandi dame della colonia. Ma, nella ristabilita sua cronologia repubblicana, è soprattutto l'iscrizione dal foro che mostra, nella generazione dopo l'architetto, il rango del ramo della famiglia rimasto ad Ostia, e la cui origine, ritengo, non sarà azzardato riportare a clientes del dittatore, installati nella colonia forse con le proscrizioni antimariane, probabilmente segnalati per qualità di tecnici anche militari, e rimasti legati agli ambienti sillani (Q. Lutazio Catulo): cfr. Zevi 2002, p. 56. Forse è solo una coincidenza la presenza a Ostia, secoli più tardi, di un P. Cornelius Architectianus di età severiana, probabile discendente di liberti (CIL, XIV 5), che potrebbe aver voluto riecheggiare nel cognome l'attività di un personaggio celebre. Diversa e più complessa la ricostruzione proposta da S. Panciera (Fabri tignarii, in Epigra , epigra a, epigra sti, 1, Roma 2006, 449-52) sulla base di un frammento epigra co urbano: P. Cornelius Architectus sarebbe stato fabro tignario a Roma, tra gli honorati degli anni 159-168, mentre suo glio P. Cornelius Thallus sarebbe stato mag. qq. dei fabri a Ostia, e quivi avrebbe posto la dedica a Fides di CIL XIV 5 nel lustro XXVII del collegio (tra 190 e 194), in nome del glio Architectianus adlectus tra i decurioni. I Corneli ostiensi repubblicani, che si presentano con posizioni di grande prestigio, presto scompaiono, per una o altra ragione, dalla vita pubblica della città: quanto meno l'architectus Catuli, evidentemente in virtù della sua attività professionale, non risiedeva più in Ostia ed è stato sepolto a Roma. Quanto al nostro Cornelio, la congettura più probabile è, tutto considerato, che fosse il (o uno dei) magistrati costruttori dell'edi cio sottostante il capitolium, datato alla metà del I sec. a.C. (cfr. infra, note 9 e 10) e distrutto pochi anni dopo insieme con le iscrizioni che ne ricordavano la costruzione.
Construction and Building Materials, 2004
European Journal of Archaeology, 2024
Contemporary Issues in Technology and Teacher Education, 2019
AAR Annual Conference, 2018
HAL (Le Centre pour la Communication Scientifique Directe), 2023
Historia Actual Online. Otoño, pp. 183-194, 2006
Proceedings of the National Academy of Sciences, 2004
De musica disserenda, 2015
2009
Medical Journal of Australia, 1996
International Journal of Current Microbiology and Applied Sciences, 2020
Biological Psychiatry, 1999