Bonsai Suiseki Magazine Nº11 Novembro 2009
Bonsai Suiseki Magazine Nº11 Novembro 2009
Bonsai Suiseki Magazine Nº11 Novembro 2009
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Bonsai
& Suiseki
magazine
Dicembre 2009
Anno I - n.12
Bonsai&Suiseki magazine
12
十二
BONSAI & SUISEKI MAGAZINE: THE FIRST OPEN-MAGAZINE
We think this self-made journal is destined to be for the elite, a precious icon only for a few. It is not meant to be for
many, we are not interested in the number of readers, but in quality as bonsai and suiseki are products of excellence.
It is not in competition with any other magazine on the market because owing to its features, it has no competitors,
no market, no editors and therefore it is in the condition of being independent of the economic power that regulates
every mechanism and affects thought in modern society. This is a magazine whose sole and basic interest lies in the
best qualified dissemination of bonsai and suiseki. We will define this journal with the English term “fanzine, which
translated into Italian as “rivista amatoriale/amateur magazine“ comes from the contraction of the English words
fan and magazine It is linked to do-it-yourself practice also thanks to the possibility of printing color copies at a cost
of only a few cents. A fanzine is a real organ of independent press, as an alternative to so-called mainstream publish-
ing. This magazine is still growing in terms of content and graphics; it is not static: each issue varies depending on the
articles and reports that the Editorial Committee decides to publish. It is the first magazine to offer equal space and
dignity to suiseki, with the aim of giving it a greater dissemination. From a structural-organizational point of view, the
magazine is directed by IBS Instructor Antonio Ricchiari which cooperates with an Editorial Committee composed of
IBS Instructors, Luca Bragazzi, Luciana Queirolo, Antonio Acampora, and Carlo Scafuri who are also in charge of the
entire editorial process and of external relations. The magazine is an informative, scientific and technical instrument
open to all and this flexibility has given it a work in progress quality that other organs of specific sector media do not
possess. So, this magazine has developed various forms of assistance for its readers. The context in which such a
collaboration operates implies that the Editorial Committee is committed to develop continuously the “containers”
of the topics, that the reader is willing to take part in the magazine, and that the staff is ready to stake the whole ap-
proved communication system for it. A non rhetorical place for bonsai and suiseki ,therefore, implies that the reader
must be ready to play along with it: it is no longer the plant or the stone to be the aesthetic pole, but the rapport, the
way we look at the things will introduce us to the work of art itself, as is hinted in the aphorism by Tzara “poetry will
resemble you”. The strength, therefore lies in the initiative that has made the magazine tangible and real, the ways in
which its visibility has risen remarkably since issue Number One and especially the play of dis-positions of the range of
coverage which we have put in an ordinary context through an extraordinary medium: that is online communication.
elle pagine dedicate al suiseki, in questo numero, trovi un testo di quelli che, dopo le prime
righe, sei portato a dare una guardata alle foto e poi via.
Difficile da leggere, come è stato difficile tradurre. Se però sei testardo e scali la montagna ripida
delle parole sino alla cima, assieme al filo d’erba tra i denti, assieme
ai graffi sulle mani, ti rimane un messaggio che viene dalla Cina, l’altra
faccia del mondo, eppure così simile a parole scritte più e più volte negli
editoriali che hanno preceduto questo mio, da Antonio Ricchiari, il nostro
esimio Direttore.
Quando chiesi di avere qualche buon articolo che finalmente esprimes-
se qualificati pareri su ciò su cui noi annaspiamo smarriti e cioè sapere
dal collezionista giapponese (in questo caso, cinese) come dobbiamo
guardare all’Arte della Contemplazione delle Pietre … beh! naturalmente
(stupidamente?) ho pensato: “così, dalla fonte, finalmente comincere-
mo veramente a capire”.
Man mano che, traducendo ideogramma per ideogramma, usciva fuori
lentamente il testo, ho preso coscienza della franchezza di quelle pa-
role: che non vogliono vendere, che non vogliono far credere; parole
che esprimono amore e voglia di condivisione delle proprie tradizioni,
che esprimono amarezza ed indignazione per la superficialità con cui
noi, (occidentali o meno, poco importa) noi nuovi “collezionisti emer-
genti” affrontiamo e stolidamente crediamo di impadronirci in quattro e
quattr’otto, con una manciata di monete, di una cultura vecchia di 5000
anni di storia.
Niente potremo imparare se non sarà la testa, prima delle mani, ad evolversi. Guardare, ascol-
tare non è affatto sufficiente, se abbiamo la propensione ad alimentare superficiali sicurezze:
gli occhi rischiano di decodificare ciò che la mente è disposta a riconoscere, supportata dalla
nostra esperienza tutta occidentale, concentrata nel personalismo individuale.
Sono orgogliosi di mostrare
a noi i loro tesori, sono orgo-
gliosi se noi li comperiamo e
li mostriamo al mondo. Sono
amareggiati se noi ce ne pavo-
neggiamo senza aver capito.
Sperano che si arrivi a capire
il linguaggio e la storia di quelle
pietre; quando il momento sarà
maturo …
“anche se un po’ non piace, al
momento immaturo, ma a rota-
zione in avanti tutta, certamen-
te sarà maturo, alla fine”.
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Bonsai
& Suiseki magazine
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Ideato da:
Luca Bragazzi, Antonio Ricchiari, Carlo Scafuri
Direttore:
Antonio Ricchiari - progettobonsai@hotmail.it
Direttore Responsabile: 6 22 77
Antonio Acampora - acampor@alice.it
Caporedattore:
Carlo Scafuri - carlo_scafuri@fastwebnet.it
Art directors:
Salvatore De Cicco - sacedi@yahoo.it
Carlo Scafuri
Impaginazione:
Carlo Scafuri
Comitato di redazione:
Antonio Acampora
Massimo Bandera - mb@massimobandera.it
Luca Bragazzi - tsunamibonsai@tiscali.it
Luciana Queirolo - pietredarte@libero.it
Antonio Ricchiari
Carlo Scafuri
Sandro Segneri - info@bonsaicreativo.it
Redazione: 88
Daniele Abbattista - bestbonsai@gmail.com
Sandra Guerra
Giuseppe Monteleone - alchimista.vv@tiscali.it
16 41
Dario Rubertelli - iperdario@yahoo.it
Pietro Strada - info@notturnoindiano.it
Marco Tarozzo - marco.tarozzo@tiscali.it
Hanno collaborato:
Sergio Biagi - tavolibonsai.sergio@alice.it
Armando Dal Col - armando.haina.dalcol@tele2.it
Gian Luigi Enny - ennyg@tiscali.it 10
Giovanni Genotti
S. Hiramatsu - Bonsai&News - info@crespieditori.com
Ben Li
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Claudio Nuti
Carlo Oddone
Roberto Raspanti - bobrasp@libero.it
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Axel Vigino
In copertina: 72
Roberto Smiderle
Carlo Scafuri
Luciana Queirolo
Sito web:
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Indirizzo e-mail:
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L
’ arcipelago giapponese si
estende dal 45° al 26° pa-
rallelo ed è ricoperto da una
grande varietà di vegetali da
quelli delle zone climatiche tropicale
a sud, a quelli più resistenti al freddo
della zona a nord.
Analizzando le piante più u-
sate per i giardini giapponesi l’orien-
tamento va a quelle che crescono
nella fascia con clima continentale
temperato che comprende il trian-
golo, Tokyo a nord-est e Kyoto a sud-
ovest e Nara a sud-est caratterizzata
dall’alternanza delle quattro stagioni
e da un andamento di piogge abbon-
dante. In questa zona centrale del
Giappone hanno avuto la loro origi-
ne sviluppandosi per secoli i giardini
1 nipponici.
2
Le piante più usate nei giardini giapponesi
- Gian Luigi Enny - 7
>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki
5 6
viene controllata sia in altez- ti ferisce. Pur nonostante la mancan- vera, questo fenomeno naturale è se-
za che nella forma, trova un largo uso za di grandi fiori appariscenti il giardi- guito con passione e con entusiasmo
nella formazione di siepi e boschetti. no giapponese è straordinariamente dalla maggior parte del popolo nip-
Tradizionalmente l’albicocco colorato per l’uso di piante che sfrut- ponico. Alle piante naturalmente si
è considerato il fiore nazionale cinese tano la varietà dei colori delle foglie aggiunge la grande varietà di arbusti
mentre il ciliegio è considerato il fiore durante l’alternarsi delle stagioni. molti dei quali acidofili, come azalee,
per antonomasia dal popolo giappo- Questo è dovuta in parte rododendri, camelie, ecc. che contri-
nese. Entrambi simboleggiano la bel- dalla conformazione del suolo nip- buiscono con i loro colori a rallegrare
lezza transitoria, la perfezione che ponico per esempio nella provincia la vista dell’osservatore, oppure mol-
svanisce in pochi giorni, una fugace e di Kyoto e zone limitrofe, tra ottobre to apprezzati per le numerose va-
fragile apparizione. e novembre si ha una straordinaria rietà di colori sono gli Iris un essenza
Nell’epoca medievale erano colorazione delle foglie degli aceri, tuberosa, dove già nella fine del set-
considerati il simbolo della vita dei dove abbondano in questa regione tecento venivano usati per illustrare
samurai, nobiltà associata all’effime- e questo, richiama migliaia di turisti, le ricercate stampe dell’epoca.
ro. Nelle pratiche di giardinaggio l’al- come la fioritura dei ciliegi in prima-
bicocco viene potato energicamente,
i maestri giardinieri cercano aiutan-
dosi con varie tecniche di potatura
la forma contorta dei rami, i quali si
riempiono di fiori a primavera.
Mentre il ciliegio si lascia cre-
scere liberamente, spesso si costrui-
scono speciali supporti in bambù per
consentire alla pianta di allargarsi
assumendo una forma ad ombrello,
favorendo cosi un abbondante fiori-
tura.
Le piante ed i colori
E’ oramai cosa risaputa che
nel giardino giapponese si fa un uso
molto limitato di fiori, intesi come
piante rifiorenti o annuali, per esem-
pio e bandita la rosa considerata un
simbolo malefico, perché mentre con
il suo fiore ti ammalia, con le sue spine 9
Le piante più usate nei giardini giapponesi
- Gian Luigi Enny - 9
>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki
Una passione:
C
erto che a 53 anni trovarmi a parlare di io cominciai a pulirle e curarle con quella sem-
sassi può apparire buffo e inconsueto plice tecnica che di volta in volta mi spiegava ed
per chi non conosce questa passione, i risultati furono subito buoni, in seguito mi ha
ma per coloro che sanno e conoscono portato a cercarle, l’entusiasmo era sempre alle
i Suiseki tutto appare più semplice. stelle ed il contatto con la natura e la bramosia
Le pietre sono state sempre presenti dei possibili ritrovamenti mi facevano sentire
nella mia vita e rappresentano un pezzo di per- come in un mondo magico.
corso di essa. Da ogni posto ho sempre ripor- Mi ricordo la raccolta della mia prima
tato un sasso in ricordo di quel luogo, di quei “importante” pietra. Che emozione, in quel
momenti e così facendo ho riempito negli anni momento è come se fossi tornato bambino, lui
ciotole e ciotoline. era presente e le prime parole che disse furono:
Per la scelta del sasso ero certamen- da oggi hai guadagnato una libertà in più.
te attratto dalla sua forma, dal suo colore ma Lui mi diceva sempre: “una pietra è
principalmente l’interesse quello che è, ti offre quello
era collegarlo per ricordo “Una pietra è quello che è, ti che ha, sta solo a te capire
ad un luogo visitato, quindi offre quello che ha, sta solo a la sua espressività ed emo-
era nelle mie emozioni ma te capire la sua epressività ed zionarti con lei, tutto ciò
sicuramente in secondo emozionarti con lei, tutto ciò sarà solo una cosa tra te e
piano. sarà solo una cosa tra te e lei.” lei.” Quella pietra l’ho chia-
Sono passati tanti mata la “Montagna dei Ri-
anni e tante ciotole ho riempito poi per caso nel cordi”. Tanti altri ritrovamenti sono avvenuti da
1993 ho conosciuto una persona che come me quel giorno, ed ogni volta è stato come la prima
raccoglieva sassi. Però non li raccoglieva con il volta “gioia ed emozione” nella pietra trovata,
mio stesso fine ma semplicemente perché quel- tanta fantasia nel ripulirla e tirare fuori il suo
la pietra, gli evocava ricordi, visioni, emozioni, splendore, la sua espressività e principalmente
fu così che per la prima volta incontrai non più i suoi particolari che evocano e stimolano fan-
pietre ma stupendi Suiseki e dalla curiosità alla tasie ed emozioni.
passione è stato un attimo. Con lui ho iniziato a Sapete, a volte quando vado a cammi-
condividere questa passione. nare in cerca di pietre ho come la sensazione
Mi regalò qualche pietra delle sue ed che siano loro a farsi trovare, è come se mi di-
E
sperienza irripetibile e preziosa quella del bonsai,
per tutte le emozioni che ti regala, per i risvolti
umani, per i contatti, per quei legami ed amicizie
che si cementano e che si originano e sono veicolati
proprio dalle nostre piante. Chiusa la parentesi.
Le Associazioni, le Fondazioni eleggono un presi-
dente per meriti o per il prestigio che la persona può dare.
L’elezione di Gianni Picella a capo dell’UBI nel 1995 fu un atto
dovuto per entrambe le motivazioni e che non poteva ritar-
dare: chi, meglio di lui, poteva succedere a Gianfranco Gior-
gi. La statura morale e culturale di Gianni è notevole come
notevole è il carisma di cui penso ne subiamo l’effetto.
Quello che mi ha sempre colpito è la straordinaria
modestia di quest’uomo, di questo amico, il sottrarsi ad ogni
esibizionismo o ad ogni sorta di pubblicità e chi lo conosce
sa benissimo le energie che ha profuso per il Bonsai italiano,
non misurando mai né tempo né danaro sin da quando, nel
1978 iniziò ad interessarsi di bonsai contribuendo non poco
alla diffusione.
Durante l’Expo Arte del 1980 fu animatore di un
dibattito “Bonsai, tecnica-arte” con esperti bonsaisti e cri-
tici d’arte. Il fatto che gli dà ancora più rilievo e spessore è
che ha impostato il suo rapporto con il bonsai in una ricerca
dell’essenza dello stesso promuovendo - e non si contano
più - convegni, incontri, dibattiti e mostre che è superfluo
elencare pedissequamente. Socio dell’Associazione Italiana
Bonsai dalla sua fondazione, ha organizzato club di amatori
arricchendo la sua cultura bonsai con la frequentazione di
tutti gli esperti italiani e stranieri. Per l’appuntamento annua- re rispetto ambientale e soprattut-
Vive con entusiasmo dialet- le di quella che fu una fondamen- to combatte un fenomeno che vede
tico e dialogico il mondo del bonsai tale e grande manifestazione “Bari l’espianto di monumentali e vetusti
ed il suo rapporto con la natura alla Bonsai”, nello stesso anno della sua esemplari di olivo che vengono ven-
ricerca di una possibile armonia. “Ti elezione alla presidenza, organizzò duti per alimentare un mercato che
rinnovi nelle forme dei tronchi curvi lo spettacolo “Bonsai, ordine nello riceve richieste sempre più numero-
e delle superfici screpolate simbolo spazio”, opera teatrale multimediale se ed arroganti e soprattutto sulla cui
del tuo essere unico e diverso, ingom- con la sua contemporanea presen- destinazione finale si nutrono molti e
brante ed assente. Il ricamo di luce si za sulla scelta che lo vide lavorare fondati sospetti circa l’adeguata col-
fa chiaro nell’intrico dei rami e rive- una pianta. Quell’anno memorabile locazione ambientale.
la la preziosità della tua storia. Ora lo vide, come sempre, insuperabile Personaggio di così elevata
non più il fabulista che ha raccolto organizzatore delle cose del bonsai. statura morale e culturale che tanto
la tua storia, ma le immagini più bel- Da anni si occupa ed è im- ha dato al bonsaismo italiano e che
le del tuo percorso” (dal Catalogo di pegnato in una campagna a difesa trovo auspicabile torni a rendere più
Bari Bonsai 94, testo di G. Picella). dell’olivo e combatte per un maggio- ricco questo nostro bonsai.
Bonsai
and
A
cura del club Amatori Bonsai e Suiseki il secondo premio ad un pyracanta in splendi-
Genova si è svolta nei giorni 17 e 18 da veste autunnale del Club Versilia Bonsai ed il
ottobre 2009 a Villa Serra di Comago terzo ad un pino silvestre sempre del Club Dry-
– Sant’Olcese (GE) la quinta edizione nemetum.
di “Bonsai in Villa”, manifestazione, patrocinata Il premio per il miglior suiseki è andato
dalla Provincia di Genova e organizzata in colla- all’interessantissima Nam Han Riverstone, pro-
borazione con il Consorzio Villa Serra. veniente dalla Corea, di Chiara Padrini dell’asso-
Quest’anno la manifestazione era incen- ciazione Istruttori Bonsai e Suiseki.
trata sul “Premio Bonsai Genova 2009”, concor- La consegna dei premi è stata un’ottima
so aperto ai club italiani sia per esemplari bonsai occasione per trascorrere tutti insieme, intorno
che suiseki. Ospite principale della manifesta- a una tavola ben imbandita, una piacevolissima
zione è stato Edoardo Rossi, uno dei più validi serata all’insegna del bonsai e dei suiseki.
e noti maestri italiani, che, oltre a presentare In concomitanza con la manifestazione
alcuni suoi importanti bonsai, ha condotto due si è svolta la consueta mostra mercato di bon-
affollati workshop nelle mattinate di sabato e sai, prebonsai, accessori e attrezzi a cura di
domenica ed una dimostrazione nel pomeriggio commercianti specializzati nel settore prove-
di domenica a cui ha assistito un folto ed inte- nienti da diverse regioni d’Italia.
ressato pubblico.
E’ stato inoltre ospite graditissimo il so-
cio onorario del nostro club Giovanni Genotti,
uno dei riferimenti più significativi del bonsai-
smo italiano, che ha commentato in pubblico
alcuni degli esemplari esposti fornendo consigli
preziosi per il loro miglioramento.
L’esposizione, consistente in complessivi
trenta tokonoma, ha incluso oltre gli esemplari
in concorso ed a quelli di Edoardo Rossi, alcu-
ni pezzi di Giorgio Castagneri, Stefano Frisoni e
Donato Danisi e dello stesso ABSGE.
Il primo premio bonsai è stato assegna-
to ad un magnifico esemplare di ontano napo-
letano del Club Drynemetum di Arma di Taggia,
Premio Bonsai Genova 2009
- comunicato stampa - 25
>> Mostre ed eventi
Oltre il Verde
è
il ventiquattro ottobre, sia- inaugura la Bonsai Competition edi-
mo alla Oltre il Verde, Gar- zione 2009! Per chi non lo sapesse,
den e centro Bonsai con la Bonsai Competition è una manife-
importazione diretta di stazione espositiva riservata ad ama-
materiali dal Giappone (www.oltreil- tori e appassionati del bonsai, e i tre
verde.com), azienda dei f.lli Stefano migliori esemplari vengono premiati
e Sergio Della Torre, da anni punto con dei buoni spendibili presso la Ol-
di riferimento per i bonsaisti della tre il Verde del valore di 1000, 500 e
zona. 250 €.
Sergio e Stefano sono sup- In questo modo, come spie-
portati, nella loro attività e relativa- gato dagli organizzatori, si cerca di
mente a quello che ha attinenza al premiare sia la bravura dell’esposi-
mondo bonsai, da Alfredo Salaccio- tore sia di fornire un riconoscimen-
ne, istruttore IBS (al quale è dedica- to tangibile all’impegno profuso nel
ta l’intervista del mese). tempo dal bonsaista (tempo, attrez-
Ore 11.00 - Pronti, via, si zi, piantevasi ecc.).
Le dimostrazioni
Le dimostrazioni sono un momento estrema-
mente significativo di una manifestazione, un valore ag-
giunto che rimane come patrimonio personale per i pre-
senti, per tantissimi motivi che vanno al di là delle sole
nozioni tecniche (peraltro importantissime).
Sono momenti di comunicazione intensi, nei
quali si impara a conoscere l’uomo, l’artista, la persona
che in quel momento è sul palco, finalmente lì, all’opera,
in carne e ossa. Non più schermato dalle pagine di una
rivista o dai messaggi di Internet.
U
n abete e ogni abete proveniente dal- e Federico Springolo affilano gli at-
la natura racconta forme, come ogni trezzi.
albero del resto. Per precisa scelta professio-
Un nebari, un tronco, rami, vegeta- nale, tutta la lavorazione sarà ese-
zione ed i segni del tempo fino al momento della guita manualmente, senza l’ausilio di
raccolta scolpiti. frese o altri attrezzi elettrici.
Purtroppo non sempre ognuno di questi
elementi si propone a favore del bonsaista che
per sua indole è sempre esigente e alla ricerca di
tesori naturali.
In verità, al di là delle dimensioni del
tronco di questo esemplare, la bellezza della
corteccia e due angoli disegnati nell’ultimo trat-
to, propone elementi estetici degni di attenta
analisi e valutazione per pianificare interventi
di risanamento, di modificazione di elementi
caratteriali, di ripristino di proporzione e forma,
tali da evocare forma raffinata e composta.
Il grosso nebari ed il tronco curvilineo
nel primo tratto diventano oggetto delle prime
attenzioni ed interventi per conferire maggiore
conicità, ponendo particolare attenzione all’al-
legerimento del medesimo troppo forte per la
struttura sovrastante.
Scolpire!
Togliere!
Togliere massa, crearne vuoti, monti
e valli che ne scrivano il processo naturale del
consumato, del vecchio.
Scalpelli, pinze, sgorbie per raccontar-
ne il processo naturale, estrapolarne le cavità,
fessure, movimenti, conferirne la patina, il co-
lore per riproporlo in una condizione quanto più
naturale possibile.
Il progetto dello styling, trova fonte
d’ispirazione che in qualche modo ci riportano
a quanto visto, conosciuto, a forme astratte o
comuni, ad immagini che ci accompagnano in
quanto lette, viste. Sgrossatura
Un airone... quando l’ultimo battito Sgorbia e scalpello all’opera per eliminare il legno in eccesso e
d’ali lo libera dal contatto terreno graffiando lo “alleggerire” la pianta. Bella l’intesa sul palco tra Sandro e i suoi allievi,
specchio d’acqua per volare. Libero! c’è armonia e e ritmo, e il lavoro prosegue spedito.
Il sogno delle forme raggiunto con la
conoscenza tecnica e la collaborazione di due
splendidi collaboratori: Marco e Federico.
Sandro Segneri
Flambatura
Terminato il lavoro di sgrossatura si passa alla fase di protezione
e invecchiamento del legno, armonizzando i tagli effettuati con il micro-
bruciatore a gas, ripassando con spazzole e applicando il liquido jin.
Dettagli finali
L’abete è finito, Sandro e i suoi sistemano gli attrezzi... fermi
tutti, c’è ancora una cosa da finire... Sandro ci lascia un altro regalo!
“Come ho spiegato ai presenti, presentava le caratteristiche di due stili ben definiti, lo stile a ceppaia
(kabudachi) e lo stile a cascata (kengai). Ho perciò cercato di lavorare la pianta, rispettando queste carat-
teristiche, in uno stile ibrido kabudachi-kengai, cercando di dare ai lunghi rami in cascata, le sembianze di
tronchi, lasciando ad ogni ramo il proprio apice.
Un altro approccio
che ho seguito è stato quel-
lo di cercare di valorizzare è
l’eleganza del tronco sottile.
In genere un tronco sottile e
sinuoso risulta più evocativo
di un tronco basso, compat-
to ed eccessivamente coni-
co. Come in un boschetto o
in una ceppaia ho modellato
i tronchi in modo che siano
tutti visibili dal fronte L’apice
è stato leggermente abbas-
sato per enfatizzare il mo-
vimento verso il basso della
pianta.”
Bonsai
Gianfranco Giorgi recensione a cura di Antonio Ricchiari
Bonsai
I
Gianfranco Giorgi l libro di Gianfranco Giorgi, anche se datato 1990 rimane uno dei
punti fermi del bonsai a livello editoriale e ancora reperibile nelle li-
Mondadori brerie. Tradotto in inglese ha avuto anche nei Paesi anglofoni un’ot-
€ 19,00 - 255 p. - 1997 tima diffusione. Il successo deriva dalla grande esperienza di questo
maestro che balza evidente dalle schede botaniche e tecniche (oltre 120
essenze trattate), molto dettagliate e corredate da illustrazioni delle va-
rie specie. La parte tecnica è trattata con una semplicità didattica che
denota l’estrema conoscenza e sicurezza dell’autore.
Dalla premessa si legge che ”… in questo libro ho voluto raccogliere alcune
esperienze della mia lunga militanza fra le file degli amatori. Un amatore
che ha avuto la rara opportunità di vedere i migliori capolavori del mondo,
di lavorare con i più celebri maestri e con tanti altri meno noti, ma non per
questo meno importanti. Vorrei aggiungere che i loro insegnamenti non mi
hanno dato solo la possibilità di capire il bonsai, ma di apprendere due
fondamentali verità. La prima è una lezione di umiltà, per cui nessuno è
detentore di verità assolute, ma tutti aggiungiamo, con il nostro lavoro e
le nostre esperienze, qualche pagina alla comprensione del grande libro
della natura. La seconda è la consapevolezza che, al di là di ogni possibile
differenza, esistono valori fondamentali che sono patrimonio comune di
ogni civiltà. … Fare bonsai non sarà quindi solo un modo intelligente di
divertirsi, ma anche una ricerca costante di migliori rapporti con le piante
e col mondo che ci circonda”.
Grandi verità e genuina modestia di un vero maestro del bonsai!
Metodica di giudizio
per valutare un bonsai
di Giovanni Genotti
L
nel tempo, in condizioni ambientali particolari. La vita si
a valutazione di un bonsai richiede conoscenze esprime sempre con regole fisse, dovute alla necessita di
botaniche, filosofiche, culturali, estetiche, col- sopravvivenza, spendendo la minor energia. Questi con-
legate tra loro in un unico bagaglio, senza che cetti, legati fra loro, esulano dai principi estetici, ma nel
nessuna, singolarmente, prevalga sull’altra. Oggi loro equilibrio, comportano armonia e bellezza.
si giudica un bonsai quasi esclusivamente basandosi sul Una caratteristica o un ramo, a volte antiesteti-
lato estetico occidentale, tralasciando, non soltanto i co, può essere l’espressione della personalità dell’albero,
concetti filosofici da cui il bonsai è nato, ma anche tutte da considerare e mettere in evidenza.
le caratteristiche botaniche, proprie di ogni pianta. L’occidentale, con la sua cultura e il suo senso ar-
La definizione di bonsai, come pianta coltivata in tistico, spesso distaccato dalla natura, non riesce a valu-
vaso, contiene diversi concetti da tenere presente nella tare positivamente i caratteri naturali che esulano dai ca-
sua valutazione. Primo fra tutti il principio che ogni pian- noni estetici, anche se non sono espressione d’equilibrio
ta (se accetta il vaso e le tecniche di potatura) è poten- e personalità del bonsai. La parte negativa di un albero,
zialmente un materiale di partenza. L’estetica, che oggi parte che può essere testimone di eventi da superare,
comunemente si richiede al bonsai, è diversa dalla “bel- crea poi nel bonsai, la personale bellezza. L’espressione
lezza armoniosa” della vita che ogni albero con il tempo di un armonioso equilibrio linfatico è una delle caratteri-
assume. Ad esempio: una splendida e potente Juglans re- stiche principali.
gia (noce), dalla liscia corteccia , dalla possente ramifica- E’ strano come i giudici valutano i bonsai singo-
zione, non molto suddivisa, ma con grosse gemme scure li, come opere d’arte, mentre non considerano, proprio
all’apice dei rami o con frutti, su corti rami nodosi; non è quelli per definizione artistici, come il bosco, l’ishizuki e
neppure presa in considerazione. Le sue caratteristiche l’albero su roccia. Propongo e ritengo importante che un
non corrispondono alla forma, “vuoti-pieni”, ai rapporti giudice esprima per iscritto il suo giudizio, basato su pa-
volumetrici che si possono imporre ed evidenziare in un rametri che ritiene corretti; in al modo è possibile chiarire
pino o in un ginepro. bene i criteri di valutazione.
Il fascino
delle conifere di Antonio Ricchiari
C
rica settentrionale e l’abete di Vancouver (Abies grandis)
on le festività di Natale, le conifere godono di popola una zona che va dalla California a Vancouver.
un magico momento di notorietà e le persone Le conifere, nell’immaginario, sono viste come
ne riscoprono tutto il loro silenzioso fascino. alberi dalle grosse dimensioni, ignorando che in natura
Tutto questo mentre le latifoglie lasciano cade- esistono conifere di piccole dimensioni ad andamento
re le loro foglie sotto il vento e la pioggia. strisciante, tappezzante, che hanno notevole interesse
Foglie colorate d’autunno, di colore rosso fiam- ed altre ottenute con incroci, selezioni, innesti, verso cui
meggiante e giallo dorate grazie alla presenza di carote- la ricerca scientifica sta lavorando alacremente.
noidi, antociani e xantofille che hanno sostituito la colo- Il loro impiego può risultare l’ideale per giardini di
rofilla ed i loro tronchi vanno in un periodo di dormienza, piccole dimensioni, per decorare muri bassi, per terrazze
una pausa di silenzio senza fruscii di uccelli sui rami, ma e balconi, in zone di piccole dimensioni nel contesto del
soltanto tanta pace. Le conifere continuano la loro vita verde urbano e, avvicinandoci al Santo Natale, per venire
vegetativa anche durante l’inverno. decorati da sfere colorate, nastri luccicanti trasmetten-
Il naturalista Pierre Belon fu il primo, nel ‘500, ad do perciò gioia ed allegria, suscitando stupore infantile e
utilizzare il termine conifera (portatrice di coni), essendo non soltanto nei nostri bambini, grazie alla forza evoca-
il cono il frutto di molte di queste piante comparse già nel trice ed a quel senso di continuità che proprio la ricorren-
periodo carbonifero. In seguito, oltre a questo termine, za natalizia è capace, da secoli, di dare alla vita.
ne è stato usato un altro, quello di “resinose”, sapendo Fra i pini, piante molto amate per il loro aspet-
però che molte conifere non possiedono i coni come i gi- to squisitamente montano, il Pinus sylvestris “globosa
nepri ed i cipressi, ed altre (vedi le taxacee) non hanno la viridis” è molto apprezzato per la sua forma sferica. Co-
resina. munque, queste piante, dopo avere dimorato in appar-
E’ arduo per un “non addetto ai lavori” trovare tamento per il periodo di Natale (avendo naturalmente
una affinità fra i gingko asiatici che possiede le foglie avuto cura di scegliere le specie e le cultivar più adatte
caduche a forma di ventaglio e gli abeti nella loro veste all’ambiente) è necessario che ritornino all’aria aperta, a
invernale fatta da una quantità di aghi. contatto con le nuvole, il sole, il vento, la neve.
I
n questo articolo vorrei presen-
tarvi una demo eseguita su un
olmo campestre, demo effet-
tuata al Bonsai Club di Mele-
gnano in uno dei nostri incontri
serali.
Premesso che vivendo in
pianura Padana ho sempre cercato
delle essenze autoctone da lavora-
re e l’olmo è per me una pianta da
bonsai eccezionale, dalle caratte-
ristiche uniche e dalle capacità re-
attive sorprendenti, si trova con fa-
cilità sulle rive dei fossi e pertanto
non costa niente, anzi vi posso as-
sicurare che qualche contadino mi
ha ringraziato per avergli liberata la
riva.
Nella nostra pianura le es-
senze da trattare a bonsai si pos-
sono contare su una mano, comin-
ciando per primo con l’olmo si può
continuare con la roverella, che
purtroppo nonostante la defoglia-
zione, mantiene le foglie piuttosto
grandi, il frassino, l’ontano e il bian-
cospino.
Quindi, visto la poca scelta,
concedetemi cari signori, la debo-
lezza mia nei confronti dell’olmo,
peccato però che questa povera
ma grande pianta che neanche i vi-
vaisti tengono, venga snobbata dai
olmo
cosi detti “maestri”, pur posseden-
do doti straordinarie e di prestigio.
il mio amico
di Gian Luigi Enny
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rami riflessi
in silenziose acque
scorre l’inverno
E
ra la primavera del lontano 1988, e in
quell’anno, spinto dall’inarrestabile
voglia del fai da te, cominciò la mia
passione verso il bonsai, una passio-
ne che avrebbe occupato ben presto molto
spazio nella mia vita.
Eravamo quasi pionieri, esistevano
pochi termini di paragone per capire quale
strada intraprendere, poche riviste, pochi libri
che potessero indicarci la strada giusta e gli
attrezzi si trovavano a malapena. Certo, se mi
guardo indietro da allora sono passati molti
anni e molte cose sono cambiate, la tecnica
nel tempo si è affinata, i materiali sono quali-
tativamente migliorati.
Questa piccola introduzione riguarda
in parte la pianta che mi accingo a presentar-
vi un cipresso, Toscano come me (Cupressus
Sempervirens), essenza che amo molto, mol-
to generosa, profumata, che dà grandi soddi-
sfazioni.
Il materiale è stato raccolto nel 1996,
il ricordo è ancora molto vivo nella memoria,
la documentazione fotografica riguardante le
prime fasi della lavorazione di questa pianta
inizia dall’ottobre 1997.
Non mi soffermerò troppo sulle tecni-
che, rimandando se necessario ad eventuali
approfondimenti dell’articolo. La varietà di
questa pianta la possiamo definire “corticosa”
in virtù della sua corteccia molto fessurata ti-
pica di alcune zone della Toscana.
...toscano come me!
- Sergio Biagi - 45
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parte vegetativa che della legna da esposizione è come di consueto molti anni di lavoro sul nuovo ta-
secca, in attesa di essere rinvasa- realizzato da me, in legno di mo- volo in noce nazionale, cannettato,
to in contenitore che, per aspetto gano lavorato a canna di bambù. semplice, costruito appositamente
e qualità, risulti più adatto al nuo- 23. Settembre 2009, Aosta, pri- per l’occasione .
vo aspetto della pianta. Il tavolo mo premio, il riconoscimento dopo
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Vorrei aprire una piccola parentesi all’interno di questo ar- Gli Inglesi crearono infatti questo motivo prendendo come spunto le
ticolo per soffermarmi un attimo su quello che è parte integrante canne di bambù legate in modo da realizzare pareti o divisori, in que-
nell’esposizione del bonsai: il Tavolo. Avevo questa idea in testa da sto modo le canne formano linee parallele di sezione rotonda, da qui
parecchio tempo, usare un tipo di cornice a me caro, che avevo usato il nome “Cannettato“. Questa idea veniva usata agli inizi del secolo
in qualche mobile di arredamento per la mia casa. passato per fare mobili e decorazioni di ingressi ed altro. Io ho pensa-
Così, qualche mese fa, in un momento di ispirazione disegnai to di accostarlo al bonsai costruendo questo tavolo realizzato usando
un prospetto pensando alle misure e alle proporzioni che potessero legno di noce nazionale Italiano, in occasione della mostra concorso
ospitare un certo tipo e numero di piante. L’idea iniziale era meno so- di Aosta. Le foto mostrano il tavolo prima di essere verniciato, per
bria dell’attuale per cui, strada facendo, durante la costruzione, mo- mostrare il lavoro di falegnameria/ebanisteria, la cosa importante è
dificai il progetto iniziale rendendolo più semplice e più classico dal l’accostamento di questa idea al mondo del bonsai, le canne stilizzate
punto di vista estetico. Lo stile utilizzato, il “Cannettato” o cannetè che in un gioco di tagli a 45° fanno si che linee semplici, morbide ed
può sembrare abbastanza moderno, ma se ne analizziamo bene la eleganti non si fermino mai in modo da esaltare il soggetto, il bon-
storia scopriamo che in effetti non lo è. E’ una linea artistica che parte sai che viene esposto, in questo caso un Cipresso Italico Toscano...
da molto lontano, dall’India dei tempi della colonizzazione Britannica. ...Toscano come me!
P atriarca I parte
Q
uesto è il famoso Faggio
“Patriarca”, pluripremia-
to in Giappone dalla Nip-
pon Bonsai Association Il Faggio proviene dalla pro- I rovi avevano avvolto il fag-
(NBA), pubblicato la prima volta nella vincia di Belluno dov’era cresciuto in gio, e così pure i muschi a causa della
rivista ufficiale giapponese “BONSAI mezzo a dei grossi massi, le cui con- compattezza delle branche che im-
SHUNJU” nel 1982 insieme all’auto- dizioni di vita erano ridotte al limite pedivano il passaggio della luce.
re, spiegandone la breve storia. estremo della sopravvivenza. Le poche fronde ricche di fo-
Era stato ripresentato nel- Fu anche oggetto di “poligo- gliame, erano regolarmente mangia-
la nuova veste nel 1986 in Giappone no di tiro”, poiché veniva attaccato te dai caprioli o da altri erbivori, ma
all’ “INTERNATIONAL BONSAI AND dai cacciatori che sparavano sugli questo contribuiva a creare una ra-
SUISEKI EXIBITION” che annualmen- uccelli che si posavano sulle fronde mificazione più compatta! La minia-
te la N B A organizza, classificatosi al dell’arbusto (il tronco verso l’apice turizzazione del fogliame, infatti, era
Primo posto fra tutti i concorrenti in- della pianta era semi putrefatto a collegata alla “potatura” annuale dei
ternazionali che avevano partecipato causa dei numerosi pallini da carabi- giovani germogli primaverili che era-
al concorso. na che si erano conficcati nel legno). no mangiati avidamente dai caprioli
30. Aprile 2006, il Faggio Patriarca si è risvegliato con un ininterrotta se ho potuto raggiungere simili risultati, grazie
fogliame dalle sfumature rosate, che emozione! Che abbia anche –e soprattutto- al prezioso aiuto di mia moglie Hai-
voluto premiarmi per la ricorrenza dei venti anni del Gran- na divenuta mia discepola per il suo intenso amore per la
de Premio del 1986 che ha avuto in Giappone? Quest’anno natura, uniti poi ad una mia continua sperimentazione su
poi, inizia il suo quarto decennio del percorso Bonsai e se moltissime specie di piante, maturando delle tecniche bon-
ci sarà sempre qualcuno che gli presterà le necessarie cure saistiche innovative, alcune delle quali sono state prese
potrà essere ammirato ancora per diverse generazioni. Ri- in prestito e “copiate” da molti bonsaisti sia nazionali che
percorrendo a ritroso il suo percorso iniziale, difficilmente internazionali, desiderosi anch’essi di ottenere splendidi ri-
si poteva ipotizzare un così straordinario risultato, il quale sultati.
lo ha visto protagonista entrando nella storia del Bonsai. 31. Aprile 2006, i coniugi Armando e Haina Dal Col posano
Questo è stato possibile grazie alla mia costante dedizione compiaciuti di fianco al Faggio Patriarca.
>> A lezione di suiseki
Stile e Gusto
Liberamente tratto da:
I
La loro differenza principale fia, Pittura, Scultura ed altri artefatti
l valore delle pietre soddisfa l’esi- sta nella soglia di sensibilità che può umani appartiene alla cultura d’élite,
genza spirituale delle persone essere molto alta oppure molto bas- e si è sempre realizzata all’interno
ed i valori spirituali e culturali sa, a prescindere dall’apprezzamen- di gruppi sociali d’élite. Dopo più di
dell’arte, al pari delle opere d’ar- to delle rocce da parte di esperti e 5000 anni di graduale sviluppo, si ha il
te dell’uomo. studiosi, rispetto alla gente comune sostegno sistematico teorico dell’ap-
Opere d’arte suddivise tra o gente ignorante che possa parteci- prezzamento artistico, si ha il sup-
gusti raffinati e gusti popolari, non vi pare. Tutti i partner possono, in larga porto di una ricerca professionale e
sono punti di stile superiore o inferio- misura, partecipare; ragionevolmen- didattica delle istituzioni ( università
re: sono il riflesso della cultura artisti- te, può essere definita come elegan- etc), ci sono critici d’arte Jiangshan
ca del creatore. za notevolmente “volgare”. (esperti del territorio), e molto pri-
Sotto il personale condizio- Essa gode dell’idea del- ma, l’impegno nel promuovere la
namento di una pietra meravigliosa, la pietra,ma il fascino suscitato dal divulgazione dell’arte ed il patrimo-
suddivisa in gusti raffinati e popolari, shangshi può anche mostrare estre- nio del Tai Jiang (contea a sud-ovest
ci sono superiori o inferiori punti di ma differenziazione. Ya-Bo (eleganti di Guizhou). Di conseguenza, un ar-
stile per assaporare il gusto e la rifles- e volgari) sono impressionanti tista al medesimo tempo Elegante
58 Stile e Gusto
- Luciana Queirolo e Ben Li -
e Volgare (Popolare), spesso facil- di innocenza, e l’innocenza infantile, della forma come apparenza ester-
mente ottiene il consenso della co- naturale, cordiale, e quindi elegante, na, che divenne naturalmente nel
munità Yi Xingcheng. è d’elite. tempo.
Riconosciuti dalle tradizioni Un altro esempio è Huang Ma le bella pietra è lo spe-
classiche tramandate, le loro capaci- Binhong, contando su una forte com- ciale prodotto naturale in funzione
tà artistiche e di espressione artistica petenza nelle linee di calligrafia, dal dell’ambiente, il suo meccanismo di
sono molto qualificate; radicate pro- nero, denso, spesso contenuto di in- formazione e l’aspetto morfologico
fondamente nell’arte, ma anche ric- chiostro pesante di parole forma lo non ha una forma fissa e l’aspetto
che di originalità artistica, hanno una stile vigoroso delle sue opere, i suoi di un solo modello, non vi è un tema
individualità intensa, con divario tra quadri non hanno molti colori lumi- prestabilito, non vi è alcun limite na-
opere apparentemente normali, di nosi, non adula sui generis, così è e- turale (Tai Mei). Il cosiddetto “Gente
dimensione meravigliosa, ma sfug- legante. differente ha differenti punti di vista”
gente (Uygur) (gli Uiguri oggi vivono chiunque sappia apprezzare, conosce
principalmente nella Regione Auto- ... la comprensione attraverso il proprio
noma del Xinjiang). addestramento di conoscenza.
I dipinti di Bai Qi Shi, ad esem- La pietra meravigliosa di- A causa dell’irregolarità del-
pio, possono sembrare semplici, ma venta un articolo del collezionista la partecipazione della sua comu-
è principalmente per l’applicazione di emergente. Il suo valore è sradica- nità; perché è molto difficile avere
tecniche, che le sue opere sono piene to dall’importanza estetica unica l’opportunità di lasciare ogni Shi
Stile e Gusto
- Luciana Queirolo e Ben Li - 59
>> A lezione di suiseki
Zhongji, lasciare la società nella stes-
sa piattaforma di valutazione, perché
il sistema difetta nel godere dell’istru-
zione di orientamento teorico (Shang
Dan) di cui stiamo discutendo a cau-
sa di una formazione di accumulo a
lungo termine di esperienze sociali e
congiuntamente per seguire le nor-
me che disciplinano i principi sociali
e di seguito, a causa che l’idea dei
conoscitori professionisti delle pietre
meravigliose è originale nella con-
cezione; infinitamente varie, rispet-
tivamente strette ed all’estremità,
queste realtà rifiutano di accettarsi
reciprocamente.
Alla valutazione delle mera-
vigliose pietre “eleganti e volgari”,
anche di tutti i generi, è preferita la
pietra popolare, che per la società
vale per piantare; è, naturalmente, la
mescolanza di gente buona e gente
“difettosa” (Longshehunza ); bene e
male è difficile da distinguere.
Chi ha goduto concreta- di lei; occorre apprezzare l’intero con forse viola le regole dell’estetica ar-
mente nella pratica del shangshi, ha la realizzazione dell’insieme e non tistica: è perplesso nei dettagli, non
goduto di tutto il corpo della pietra indipendentemente, scopri allora il può vedere l’insieme, indulge nelle
al fine di decidere di scegliere la me- suo toccante punto luminescente, stranezze, non vede l’opinione pub-
ravigliosa pietra che ha suscitato il prosegui sulla tua ricerca per creare, blica, infatuato dal “fiato del tesoro”,
suo interesse ed ha inoltre deciso di l’atmosfera affettiva è alta. mette in mostra la ricchezza e l’ono-
concentrare il suo livello di apprezza- Non è un modello fisso, una re, dai quali gode l’idea di imbarcarsi
mento per la Shangshi determinando semplice norma, come ad esempio in la pietra, l’avvertimento nel selezio-
differenze interessanti tra gusto raf- gioielleria di oro e di argento, con le nare la Shangshi fu veramente diffi-
finato e volgare. sterline da spendere, contando sulla cile da dire per l’altezzosità.
Le Shangshi (pietre meravi- risorsa finanziaria per chiamare 斤 Pur tuttavia, il generale umo-
gliose) mostrano una varietà di im- (Jin) Due spendono, vale a dire, la ba- re della società così va, si diffonde
magini fisiche che possono essere nalità può essere alta. ampiamente, permette di godere la
indubbiamente sconosciute, ma è Molte persone si fermano pietra in modo giusto e sbagliato sino
solamente agli iniziati che l’apprez- alla rappresentazione della Shangshi ad essere confuso, difficile distingue-
zamento approfondito riflette ciò cercano novità facendo il semplice re i gusti raffinati e popolari.
che pensa il vettore. confronto con immagini fisiche (But- “Volgare” corrisponde ad “elegante-
Le Shangshi sono il prodot- suzo), amano parlare di “What is it mente”, molte cose, le cose di strato
to della Natura, della complessità like”; “Questa cosa è niente, questa superficiale, le cose popolari. “Vol-
dei suoi relativi cambiamenti, della cosa è tutto”; riconosce Shi Zhong, gare” sta seguendo il gregge ed il
connotazione di grandezza, di copio- l’illuminazione individuale, ricono- plagio, non già una interpretazione
se manifestazioni, di difficile visione sce il tema, la chiara connotazio- auto.creativa e di pensiero, e sem-
d’insieme. Ma, soltanto quando una ne, riconosce l’incarnazione, chiara pre con la testa degli altri dietro alle
prominente caratteristica individua- performance, rimanda sul “legge- cose.
le che rappresenta il prodotto di alta re” è negligente nel “godere”; non Poiché gode dell’insieme del-
qualità, nello stile della sua scuola, è guarda alla individualità unica della la pietra e non possiede la realizza-
presente, l’oggetto è una rappresen- Shangshi, non guarda alla connota- zione del difetto, la testa nella sabbia
tazione classica. zione energetica della Shangshi, non e non sapendo, andando soddisfatto
Le necessità di godere di ogni guarda la forza espressiva dell’arte di se stesso, va essendo arrogante e
parte della pietra attraverso profondi delle Shangshi, manca di opinione presuntuoso.
studi e auto-coltivazione, l’energia individuale, in mancanza di un pen- Gode della notizia del pos-
(Yi) l’attenzione e l’impegno che vi siero indipendente, si approvvigiona sesso della pietra che è la ruota e la
si concentrano, solo allora si può all’umore generale della società per sincronizzazione sociale; anche se un
esplorare per afferrare la conoscenza godere (Shi Zhe); po’ non piace, al momento immaturo
60 Stile e Gusto
- Luciana Queirolo e Ben Li -
ma a rotazione in avanti tutta, certa- dell’umano spirito, il loro personale mente quelle che hanno esse stesse
mente sarà maturo, alla fine. status elegante volgare, finalmente l’artistica e culturale connotazione,
Shangshi come portatrici potrà passare attraverso l’attenzio- ci trasmettono che il tempo gode
della cultura del tempo, una volta ne storica, esaminato attentamente dell’idea della pietra tramandata, re-
che abbiano rispecchiato lo stile di come punto di riferimento. Si po- gistrando il momento di godere della
uno status personale, abbiano inol- trebbero trovare le Shangshi che nel- pietra, per sviluppare il percorso del-
tre attirato gli sguardi sullo stile la storia si sono distinte, sono sicura- le Shangshi come cosa preziosa.
Mr.Wangyigao è un famoso collezionista che gode di enorme popolarità nella raccolta delle pie-
tre del Yangtze River. Ingegnere strutturale, così come Direttore Generale della Sichuan Yibing
Jiujia Trade Company, Presidente del Consiglio di Sichuan Yibing Jiuqiang Real Estate Develop-
ment Company.
Colleziona opere d’arte antica cinese, pittura storica, porcellane appartenenti alle dinastie Song
e Yuan. Il signor Wang ama la Natura e la sua propensione lo portò a raccogliere rare pietre na-
turali del fiume Yangtze. La sua raccolta ha superato i 200 pezzi di pietre rare e di oltre 100 pezzi
di porcellana delle dinastie Tang, Song, Yuan, Min, Qin. Il suo cavallo per la raccolta si chiama:
Zhiweizhai.
Stile e Gusto
- Luciana Queirolo e Ben Li - 61
>> Noi... di Bonsai Creativo school
Il Padre
storia di un cipresso
di Roberto Raspanti
e Carlo Scafuri
I
l cipresso è un’essenza che mi ha sempre suscita- Soltanto nel corso di anni sono riuscito ad
to un sentimento di grande ammirazione, sia per avere dei materiali degni di nota con caratteristi-
il senso di austerità che trasmette, sia per la sua che interessanti per farne dei bonsai di pregio. Uno
simbologia, così fortemente legata al concetto di questi è “il padre”, un cipresso così chiamato in
di resurrezione. Questi elementi, uniti alla forma omaggio a mio padre che me lo segnalò al ritorno
svettante verso il cielo, fanno di quest’albero il guar- da un’escursione in montagna. La raccolta di questo
diano per antonomasia di chiese e cimiteri. araki avvenne alla fine degli anni novanta; pur non
I cipressi di Arles dipinti da Van Gogh (foto 1), avendo grandi capacità e conoscenze bonsaistiche,
o quelli di Bolgheri resi immortali da Carducci, ricon- mi resi conto immediatamente dell’enorme poten-
ducono ad un immaginario denso di significati di un ziale di questo materiale. L’albero presentava carat-
albero longevo e mitico. teristiche che mai avevo riscontrato su altri cipressi
Pur avendo colonizzato gran parte dell’area- che avevo osservato. Visitando diverse cipressete,
le italiano, ed in special modo della Toscana, trovare avevo potuto apprendere come i cipressi si deversifi-
piante di cipresso educabili a bonsai non è facilissimo. chino tra loro per crescita e qualità del fogliame, così
come per la corteccia e il portamento della chioma. o quant’altro. Osservai che era l’unico in quella zona
Ciononostante tutti i cipressi hanno una caratteristi- ad avere un portamento simile. L’ipotesi più plausi-
ca che li accomuna tutti: la forza. Sono dotati di una bile della sua strana crescita è che dipendesse dalla
grande energia e vigoria vegetativa, caratteristiche deflagrazione di qualche ordigno bellico lanciato du-
queste che se ben canalizzate, permettono di ot- rante la seconda guerra mondiale. Ad avvalorare tale
tenere in breve tempo delle chiome molto mature ipotesi, il ritrovamento a pochi metri dallo scavo, di
e rifinite. “Il padre” aveva una magnifica corteccia, una scheggia di bomba, sulla quale tuttora prospera
dalla texture scurissima, molto spessa e magnifica- un kusamono di sassifraga.
mente fessurata. Era inoltre dotato di un portamen- Ricordo ancora tutta l’operazione di raccolta.
to molto inusuale per un cipresso: un’enorme chio- Lo prelevammo con una enorme zolla che dovemmo
ma sviluppata in orizzontale, quasi fosse un ginepro necessariamente alleggerire stesso sul luogo di rac-
da giardino, e poi un movimento avvitato del tron- colta; tale operazione ci permise di scoprire un appa-
co, probabilmente determinato da eventi meccanici rato radicale già ben formato. Una volta a casa lo inva-
difficilmente attribuibili a fattori come neve, frane o sammo in un grosso mastello nero (foto 2 - il vaso nero
Il Padre. Storia di un cipresso
- Roberto Raspanti, Carlo Scafuri - 63
>> Noi... di Bonsai Creativo school
garantisce un riscaldamento più rapido rispetto agli
altri, in virtù del fatto che il nero non riflette le radia-
zioni luminose, e quindi si può ottenere una migliore
emissione di nuove radici) utilizzando come substra-
to solo pomice dalla grana grossolana. Ritengo che
la pomice sia un materiale idoneo per l’attecchimen-
to e la corretta coltivazione dei cipressi; esso garan-
tisce caratteristiche ottimali in fatto di leggerezza,
drenaggio, ed ossigenazione delle radici.
“Il padre”, oltre a dover superare lo shock
della raccolta, aveva bisogno di produrre abbondan-
te vegetazione. La granulometria usata assicurava
proprio questa rapida crescita di cui ero alla ricerca.
Il primo step di lavoro, a due anni dalla rac-
colta, fu assai poco stressante: un alleggerimento
generale della vegetazione, il posizionamento di un
vecchio ramo discendente e l’abbozzo delle porzioni
di legna secca derivanti dalla potatura di un grosso
ramo (foto 3).
Ricordo che il cipresso può essere lavorato
in diversi periodi dell’anno; tutto dipende dalla tipo-
logia degli interventi che andremo ad operare. Per
quelli di una certa importanza - come prime signifi-
cative impostazioni o piegature su tratti particolar-
mente ostici - è preferibile attendere il periodo di
stasi vegetativa invernale (dicembre e gennaio). Per 1
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>> Noi... di Bonsai Creativo school
fuori il movimento e l’evolvere del
tempo inciso nella pianta. Succes-
sivamente si può passare il fuoco
sulla legna secca che, oltre a eli-
minare tutti i pelucchi, leviga, in-
vecchia e indurisce il legno. Sono
tutti lavori questi, che oltre ad evi-
denziare i punti di pregio, permet-
tono di entrare ancor più in sinto-
nia con l’albero. Durante queste
fasi si possono notare nuovi par-
ticolari e punti di interesse. Tali
operazioni sono particolarmente
emozionanti e gratificanti per un
bonsaista: l’albero finalmente ini-
zia a prendere quella forma desi-
derata e immaginata per anni... fi-
nalmente il bonsai si materializza,
ma tanto, tanto più bello di quan-
to avevo immaginato. 16
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>> L’opinione di...
Alfredo Salaccione
www.bonsailab.it
intervista a cura di Pietro Strada
L
’ occasione della Bonsai Competition ci consente, questo mese, di
raccogliere l’opinione di un giovane bonsaista di Milano, di recente
nominato istruttore IBS.
Il bonsai, sin da piccolo, lo ha scelto. Lui ha fatto del bonsai una sua
scelta di vita. Un amante delle montagne, delle sfide, ma sempre disponibile
e attento verso chi comincia la propria bonsai-do.
Non vi anticipo altro, e vi lascio in compagnia delle parole di Alfredo.
Buona lettura,
Pietro Strada
72 Alfredo Salaccione
- Pietro Strada -
Ciao Alfredo, dal tuo sito migliorare il mio percorso. In segui- disponibilità della serra, appunto per
leggo che la passione per i bonsai na- to a queste considerazioni la scelta poter dare uno spazio più degno ad
sce a 13 anni, in uno storico negozio di diventare istruttore è diventata ognuno degli espositori.
di Milano. Lì i tuoi genitori ti regala- praticamente un mio obiettivo. Ogni
rono un libro e un piccolo acero. Poi anno preparavo la documentazione, Questa scelta ha comporta-
varie esperienze, come autodidatta, ma poi per un motivo o per l’altro non to anche una selezione dal punto di
fino al 1999, anno dell’incontro con la consideravo mai sufficiente, sino a vista qualitativo?
Salvatore Liporace. Dopo un periodo che ci sono riuscito. L’esame IBS è L’idea della manifestazione è
di perfezionamento sotto la guida di stato un esame in piena regola, non e rimane sempre quella di poter dare
Donato Danisi e Patrizia Cappellaro, è stata una formalità. Ed è una cosa una possibilità a tutti di partecipa-
tre anni intensi presso lo Studio Bo- che mi è piaciuta molto, un valore re e poter esporre la propria pianta.
tanico, dove maturi una bella espe- positivo sia per il mio lavoro, sia per Chiaramente, dato anche il forte mi-
rienza a fianco di Liporace, contri- quello dell’IBS. glioramento qualitativo delle piante
buendo attivamente alla cura, alla Sono contento di essere en- lavorate dagli amatori, alcuni criteri
ristrutturazione e alla realizzazione trato nell’IBS, di far parte di questo di selezione sono stati applicati.
di moltissimi bonsai. Dal 2005 intra- gruppo.
prendi la tua carriera professionale, Ci sono differenze anche nel-
iniziando a collaborare con Oltre il Il tema di questi due giorni le attività di supporto alla mostra?
Verde, centro bonsai di Cernusco sul è ovviamente la seconda edizione Sì, c’è stato un forte impegno
Naviglio (MI) http://www.oltreilver- della “Oltre il Verde Bonsai compe- da parte nostra per cercare di miglio-
de.com, presso il quale tieni lezioni tition”, manifestazione organizzata rare le attività a contorno della mo-
di tecnica per il bonsaiclub Amici del da te assieme ai responsabili di Oltre stra, cercando di creare, con propo-
Verde. Nel 2006 hai vinto il concorso il Verde (ricordiamo che la BC è una ste culturali all’interno del vivaio, un
per il talento Italiano, rappresen- manifestazione alla quale possono percorso di stimolo o quantomeno di
tando l’Italia al congresso Eba ad partecipare solo bonsai di amatori/ curiosità, verso il mondo del bonsai
Ostenda, ed hai realizzato il tuo sito collezionisti, ed è riservata a bon- o più in generale della cultura orien-
web (www.bonsailab.it). Nel 2007 saisti non professionisti). Ci puoi il- tale, anche per persone non addette
hai organizzato la prima edizione lustrare le differenze rispetto all’edi- ai lavori. Abbiamo quindi ospitato
della Oltre il Verde Bonsai Competi- zione della manifestazione 2007 ? una mostra di francobolli dedicati al
tion. In questi anni hai presentato e Innanzitutto abbiamo ridotto bonsai, una esposizione di shitaku-
preparato diverse piante per mostre il numero delle piante e di conseguen- sa e kusamono curata da Gianpao-
regionali, nazionali ed internazio- za degli espositori. Nel 2007 abbiamo lo Scoglio e una dimostrazione di
nali. Sei stato inoltre invitato per avuto 92 partecipanti, e questo aveva qwan ki do. Oltre naturalmente alle
dimostrazioni in Italia e in diversi creato diversi problemi logistici e or- lavorazioni di Sandro Segneri e Nico-
paesi europei. ganizzativi, il più evidente di tutti la la Crivelli.
Beh.. innanzitutto un ringraziamen- gestione degli spazi espositivi. Pro-
to per la disponibilità che hai riserva- babilmente, quando è nata questa
to a B&S M in questi due giorni che ti idea della Bonsai Competition, siamo
hanno visto molto impegnato per la andati a stimolare molti amatori che
Bonsai Competition. A nome della non avevano mai partecipato ad una
redazione i complimenti e gli auguri mostra, e quindi la risposta all’ini-
per la tua crescita professionale....a ziativa è stata, da un certo punto di
proposito, notizia freschissima, a vista, superiore alle aspettative, co-
Settembre 2009 sei stato nominato stringendoci ad esporre le piante in
istruttore IBS! Cosa ha significato spazi ristretti.
per te ?
Sin dai tempi dello Studio Quanti partecipanti avete
Botanico, quando ho cominciato a previsto per questa edizione?
frequentare persone come Patrizia Proprio per evitare i piccoli
Cappellaro, Donato Danisi e lo stes- disagi che si sono verificati nella pri-
so Salvatore Liporace, mi sono reso ma edizione abbiamo deciso di ridur-
conto che, lavorare con degli istrut- re il numero degli espositori a 65, un
tori, confrontarmi con loro, era uno numero che corrisponde alla reale
passo praticamente obbligatorio per
Alfredo Salaccione
- Pietro Strada - 73
>> L’opinione di...
Come si è presentata la di- Per esempio nel 2007 arrivavano La formula ha favorito una
stribuzione geografica dei parteci- piante senza tavolino, quest’anno la maggior partecipazione? A tuo pare-
panti? E’ molto legata all’area in cui cura dell’esposizione e dei particola- re i partecipanti si sono sentiti più
operate tu e Oltre il Verde oppure ri, come piante di compagnia e mu- tutelati rispetto ad altre manife-
l’interesse per questa manifestazio- schiatura è stata maggiore. stazioni dove la presenza mista, di
ne si è dimostrato più esteso? istruttori ed amatori, forse consen-
Direi che l’interesse per la Avete dovuto respingere tiva una competizione meno equili-
manifestazione è andato al di là del- qualche iscrizione per non ottempe- brata.
le nostre aree di influenza, si sono ranza alle regole della manifesta- In parte sì, conosco amatori
presentati espositori provenienti dal zione? Oppure tutta la fase prepara- che negli anni si sono allontanati da
Piemonte, dal Veneto, dalla Liguria, toria si è svolta regolarmente ? alcune competizioni a causa di que-
dall’Emilia e dalla Svizzera. No, tutto si è svolto regolar- sto. Penso che sia molto importan-
mente e non ci sono stati problemi. te dare maggiore spazio e risalto al
E come valuti il livello medio bonsaisimo amatoriale. Poi va valu-
delle piante presentate ? Quali a tuo Questa formula che avete tato anche il problema del periodo
parere le essenze preferite? ideato, ovvero il fatto di far parteci- in cui si svolge la mostra, la sovrap-
Posso dire che a distanza di pare solo bonsai di proprietà di ama- posizione con altre iniziative e il fatto
due anni il livello medio delle piante tori/collezionisti come è stata accol- che le persone non possono essere
presentate e della competenza degli ta dai partecipanti e dai colleghi? dappertutto, quindi decidono dove
amatori è sicuramente cresciuto, per I colleghi hanno accolto sen- è più opportuno andare, anche in
quanto riguarda le essenze quest’an- za problemi l’iniziativa, non ci sono base a criteri economici….visti i tem-
no c’è stata una netta prevalenza di stati assolutamente difficoltà. Per pi. L’edizione precedente si era svol-
ginepri, per la versatilità dell’essen- quanto riguarda i partecipanti, oltre ta in Novembre, e non c’erano altre
za. Però, dato il periodo, non sono all’entusiasmo, soprattutto nella pri- mostre in quel periodo, difatti stiamo
mancate le latifoglie. In termini per- ma edizione, ci sono state alcune po- valutando, per la prossima edizione,
centuali direi un 60% per le conifere lemiche. di riproporre la BC a Novembre.
e 40% per le latifoglie. Ritengo quindi giusto chiarire
un concetto di fondo legato al regola- Vista in prospettiva futura,
mento della manifestazione. Questa ritieni che il fatto di dividere in ma-
formula non vieta il fatto che la pian- niera chiara i ruoli (dell’amatore/
ta possa essere lavorata con l’aiuto collezionista e dell’istruttore/pro-
di un istruttore o di un club, perché fessionista) all’interno delle mani-
questo sarebbe negare la realtà del festazioni bonsaistiche possa mi-
bonsai in Italia. A parte l’impossibilità gliorare il successo e la credibilità di
materiale di effettuare dei controlli di queste manifestazioni?
merito, lo spirito con il quale Sergio Penso che sarà un passo
Della Torre (uno dei due fratelli re- necessario. Nel senso che ci sono
sponsabili della Oltre il Verde n.d.r.) amatori e collezionisti che lavorano
ha voluto organizzare la manifesta- benissimo. Il discorso è che un pro-
zione è pro-
Come hai trovato lo spirito prio il poter
dei partecipanti? riconoscere,
Direi in linea con lo spirito con i pre-
della manifestazione. Lo definirei mi della BC,
uno spirito olimpico. Qui le persone l’impegno di
possono ritrovare il gusto di parteci- chi fa bonsai
pare e di esporre, di mettersi in gio- per passione,
co senza un livello d’ansia eccessivo investendo
mantenendo comunque la consape- tempo, spes-
volezza di quello che vanno a fare. so “rubato”
Confermo però quanto detto prima, alla famiglia, e
il livello medio delle piante presenta- soldi (piante,
te si è alzato, come si è alzato il livello vasi, attrezzi
della presentazione delle stesse. ecc.).
74 Alfredo Salaccione
- Pietro Strada -
fessionista, proprio perché tale, ha a
disposizione piante e materiali di par-
tenza in quantità e qualità superiori a
quelle che un amatore può permet-
tersi. Col tempo sarà quindi neces-
sario arrivare a manifestazioni con
categorie separate, come comunque
avviene già in alcune competizioni.
Alfredo Salaccione
- Pietro Strada - 75
>> L’opinione di...
lavori, riesci ancora ad emozionarti, nel mondo del bonsai ? ancora per la tua disponibilità e per
nonostante il bonsai sia per te un la- Mi piace, la sfoglio volentie- il tuo lavoro nel mondo del bonsai,
voro? ri ogni mese perché trovo sempre prima di chiudere vuoi fare un saluto
...sì, mi affeziono tremen- articoli diversi, anche di personaggi ai nostri lettori?
damente. (Accenna un sorriso. In famosi. La trovo completa, perché Saluto tutti i lettori del Maga-
laboratorio ci sono due piante splen- spazia su moltissimi temi, dalla fi- zine, e spero di vederli e conoscerli
dide, “Spirito dormiente” e ”Notte topatologia, all’estetica, dai giardini alla prossima edizione della Bonsai
d’Estate”, si avvicina a loro, inizia giapponesi alle lavorazioni e così via. Competition, che si terrà nel 2011, o
a raccontare... intervistare concede E poi è innegabile la comodità di In- in occasione di altre mostre.
qualche privilegio). ternet, il magazine non occupa spa- Un mio personale sugge-
zio in libreria e posso riprenderlo in rimento, cercate di partecipare a
I tuoi progetti per l’anno qualsiasi momento. Sì, trovo che sia quante più mostre riuscite, guardate
prossimo? davvero utile e ben fatta. più che potete foto, cataloghi, arric-
Penso di ritornare a fare un chite il vostro bagaglio di immagini,
viaggio in Giappone. L’ultima volta ci Termina qui questa intervi- vi aiuterà per prendere ispirazione
sono stato nel 2006. Sarà un viaggio sta con Alfredo Salaccione, grazie durante il vostro lavoro.
di lavoro, per la Oltre il Verde, dove
sicuramente macineremo centinaia
di km. per visitare i giardini dei ma-
estri, però sono esperienze, perché
oltre alla parte commerciale puoi ac-
quisire tantissime altre informazioni.
In un periodo di crisi, non
solo economica ma anche di man-
canza di valori, come quello che
stiamo attraversando, scegliere di
vivere solo con il bonsai sicuramente
non è una scelta facile. Se tu potessi
tornare indietro nel tempo rifaresti
le stesse scelte, oppure … ?
SI, rifarei le stesse scelte. Sin
da ragazzino la vita stessa mi ha spin-
to verso il Bonsai, facendomi incon-
trare le persone giuste al momento
opportuno, e permettendomi di far
diventare un hobby una professione.
L’unico rimpianto che ho è quello di
non essermi iscritto subito a un club,
ma aver perso alcuni anni da autodi-
datta. Mi sono serviti comunque, per
la coltivazione e per altre cose, ma se
mi fossi iscritto prima a un club avrei
probabilmente guadagnato anni di
tecnica. Secondo me l’associazioni-
smo è importantissimo, a tutti livelli,
perchè ti consente di andare avanti
più velocemente, di confrontarti e di
migliorarti.
76 Alfredo Salaccione
- Pietro Strada -
A scuola di estetica <<
Lo stile
dei
I
l termine giapponese è bunjinji, un altro articolo.
che è la traduzione del termine Innanzitutto è importante
cinese wenjen, il nome dei dotti precisare, come preambolo, che il
maestri d’arte cinesi. La rappre- Literati non è altro che il bunjin che
sentazione degli alberi raffigurati nei nell’accezione della parola non è uno
loro dipinti è stata la fonte che ha stile vero e proprio ma un modo di
ispirato questo raffinatissimo stile. pensare, un concetto di estetica di
Lo stile dei Letterati vuo- cui se ne occupò la classe dei lettera-
le rappresentare ciò che si osserva ti da cui si originò il nome dato: Stile
in circostanze particolari in natura: dei Letterati o Literati.
quando un albero nasce e si sviluppa Per spiegare meglio le origini
su una spiaggia, quindi in presenza di del Literati dobbiamo risalire la sto-
fattori atmosferici come vento, acqua ria. Il periodo TANG (618-907) si pone
salmastra, rialzi termici etc. oppure molto fecondo, essendo gli uomini di
quando un albero ha vissuto flagella- cultura cinesi del tempo, i poeti, gli
to da rigide condizioni atmosferiche artisti influenzati dalla forma parti-
o ambientali o è dovuto sopravvivere colarmente stilizzata degli alberi che
fra altri alberi, quindi la vegetazione così venivano dipinti dai pittori, che,
della parte inferiore è morta. rappresentando la natura vista più
Credo che il Literati sia l’es- con sentimento che con rigido occhio
senza dell’estetica nippo-cinese e per di osservatore, uscirono dai canoni
questo merita particolare attenzione classici imposti fino a quel periodo.
e studio e la sua realizzazione pratica Fu proprio in quell’epoca che
è difficoltosa e richiede una prepara- si iniziarono ad ammirare Bonsai im-
zione ed uno studio di alto livello. postati in questo Stile che, a metà
E’ bene ricordare a questo del periodo EDO (dopo il 1700) varcò
punto che i concetti di estetica giap- il Giappone, dove già erano appro-
ponese non hanno nulla a che vedere date le idee e la filosofia dei Letterati
con quelli studiati dagli occidentali cinesi. Dobbiamo per un momento
e nel detta glio sarà argomento in immaginare cosa faceva l’uomo colto
Lo stile dei Letterati
- Antonio Ricchiari - 77
>> A scuola di estetica
Il carpino I parte
di Antonio Acampora
Famiglia: Betulaceae
Genere: Carpinus
Specie: C. betulus
C. turczaninowii
C. laxiflora
Carpinus turczaninowii, 63 cm
foto tratta dal catalogo Kokufu n°77
Il carpino - I parte
- Gian Luigi Enny - 81
>> L’essenza del mese
Il carattere più sicuro è infatti la diversità di forma dell’in-
- Carpinus betulus - fiorescenza femminile, che ben raramente si arriva a ve-
Il carpino comune ha solchi e striature sulla cor- dere in soggetti coltivati in miniatura, anche se vecchi.
teccia grigia molto simili al faggio. Le foglie sono ovali Considerando che il Carpino (conosciuto nelle
allungate, di un bel verde brillante e in autunno diventa- nostre latitudini anche come Betullino o Faggio bianco) è
no giallo-brune. Sopporta il taglio in qualsiasi stagione e un materiale molto impiegato nelle composizioni di giar-
vegeta bene in tutti i tipi di terreno ed in tutti i climi com- dini, non è difficile trovare piante in vivaio o centri di giar-
preso quelli molto freddi. E’ una pianta molto facile (da dinaggio. Molto diffuso anche in natura, il Carpino è una
coltivare e gli errori che si possono fare con la potatura, si delle piante più facili da raccogliere, poiché il suo appara-
riescono correggere in breve tempo perché possiede una to radicale si compone di molte radici fini e, tranne che in
vegetazione abbondante ed una ramificazione molto fit- terreni molto rocciosi, non emette radici eccessivamente
ta. grosse. Dato che sopporta perfettamente la potatura del-
le radici, non è necessario avere il ceppo troppo grande.
L’epoca di recupero più adatta è l’autunno-inverno, pro-
- Carpinus laxiflora - prio quando le sue foglie sono passate dal rosso al marro-
ne ed hanno cominciato a cadere. Si tratta di piante a svi-
Il carpino rosso è un carpino a foglie piccole di co-
luppo generalmente rapido, il cui legno divenuto maturo
lore rosso il tronco ha una corteccia liscia e di colore gri-
assume una rigidità e durezza considerevoli (tanto che in
gio-marrone chiaro. Produce amenti molto interessanti
inglese il carpino è chiamato ironwood o “legno di ferro”):
in autunno.
conviene perciò lavorarle partendo da materiale ancora
giovane e flessibile, oppure da soggetti già così ben co-
- Carpinus turczaninowii - struiti da non doverne modificare la struttura di base.
Un’altra possibilità, che sfrutta la tendenza a
Il carpino della Corea ha foglie verdi molto pic- produrre abbondanti germogli un po’ ovunque sul legno
cole, rami sottili ed una buona ramificazione. In autunno vecchio (intervenendo a pianta “ carica di zucchero”), è di
l’albero si colora di un bel rosso-arancio grazie alla colo- conservare soltanto la parte basale di un tronco interes-
razione delle foglie. sante e di creargli di nuovo e completamente la struttu-
ra, usando la ramificazione neoformata, più facile da far
crescere secondo il proprio desiderio. Il soggetto dovrà
ovviamente essere coltivato, per quel paio di stagioni ne-
cessarie a dargli le giuste proporzioni, in piena terra o in
un contenitore sufficientemente grande, lasciando che i
rami destinati a diventare le branche principali si allun-
ghino prima di accorciarli, affinché i loro diametri si ac-
cordino con le dimensioni del vecchio tronco sottostan-
te.
Punica granatum
Il melograno
Coll. Museo Franchi
II parte
di Elisabetta Ruo
Il melograno - II parte
- Elisabetta Ruo - 83
>> Non tutti sanno che...
In Italia si conoscono le cultivar: Dente di Cavallo,
Neirana, Profeta Partanna, Selinunte, Ragana e Racalmu-
to, tutte agro-dolci o dolci, adatte per il consumo fresco.
- Produzioni -
I frutti di melograno hanno proprietà astringenti
e diuretiche; vengono generalmente consumati freschi e
sono molto spesso usati per preparare bibite ghiacciate
(“sherbet”, “sorbet”, “granatina”); in alcuni Paesi i frutti
sono usati per la decorazione di macedonie servite in ap-
posite coppe. La pianta è di grande effetto ornamentale
specialmente gli esemplari con branche e tronchi contor-
ti. Tanto il P. granatum, con frutti eduli, quanto il P. nana,
a taglia ridotta e con frutti non commestibili, vengono
utilizzati in parchi e giardini come piante singole o a grup-
Esemplare in formazione di
pi, e soprattutto per realizzare siepi e bordure. Per i bon- Punica granatum var. Rosea plena
sai in genere si utilizza la ormai nota Punica granatum. Coll. Carlo Scafuri
84 Il melograno - II parte
- Elisabetta Ruo -
- Cenni storici - grana si conserva in un luogo fresco e asciutto per 7-10
giorni.
Già nell’antichità questa pianta era tenu- La cucina medievale faceva largo uso dei chicchi
ta in grande considerazione per le sue proprietà be- della melagrana, mentre nella cucina moderna i chicchi
nefiche; lo stesso Ippocrate ne esaltava le prezio- vengono frequentemente usati solo per scopo decora-
se virtù, che hanno trovato conferme sia negli usi tivo. Il lento scomparire dalla cucina è dovuto probabil-
tradizionali che nelle moderne ricerche scientifiche. mente alla difficoltà nel mondarlo e a causa dei numerosi
È citata più volte nella Bibbia come uno dei frut- semi che potrebbero risultare fastidiosi durante il consu-
ti della terra promessa: questo testimonierebbe che gli mo. Il succo di melagrana è di facile reperibilità e alcuni
ebrei la conoscevano e ne consumavano i frutti, anche paesi è una bevanda piuttosto diffusa. Le cucine orientali
sotto forma di succo, già in tempi assai remoti. Nell’anti- - come quella persiana e libanese - fanno largo uso della
co Egitto era nota e ritenuta pianta medicinale per le sue melagrana nelle loro pietanze.
proprietà terapeutiche e vermifughe, ed era inoltre uti- Con il succo di melagrana si prepara una bevanda
lizzata nelle cerimonie funebri. Le melagrane sono state dissetante chiamata granatina. L’infuso dei grani maci-
raffigurate nelle tombe egizie del 2500 a.C., sono state nati è un purificatore per l’intestino. Si ritiene che 50ml di
nominate nelle iscrizioni di Tutmosi I (1547 a.C.), simboli succo al giorno aiutino a combattere il colesterolo e l’ar-
del frutto del melograno sono stati ritrovati nella tomba teriosclerosi.
di Ramses IV (1145 a.C.). Persefone fu condannata agli in- Da uno studio svolto dall’ Università Americana
feri per aver mangiato sette chicchi di melagrana. del Wisconsin, emerge che alcuni componenti presenti
nel succo di melagrana possono contrastare lo sviluppo
del tumore alla prostata o prevenirne la comparsa.
- Opere d’arte - La melagrana vanta proprietà antiossidanti, con-
tiene cioè delle sostanze in grado di proteggere le nostre
Plinio il Vecchio lo chiamava Malum Punicum: cellule dai radicali liberi, prevenendo od ostacolando la
una chiara allusione ad una sua probabile origine Fenicia. formazione di alterazioni cellulari, pertanto previene la
Nel corso del 1400 la melagrana è rappresentata in nu- nascita e lo sviluppo di tumori. Un altro studio a livello
merosissime opere d’arte, nella pittura, nella scultura e universitario condotto in Israele, riconosce alla melagra-
nelle arti decorative. na la proprietà di combattere le malattie cardiovascolari,
Per la pittura: “La Madonna della Melagrana” del tenendo sotto controllo il livello di colesterolo.
Botticelli conservata alla galleria degli Uffizi di Firenze; la Il frutto del melograno, oltre ad essere usato
“Madonna della Melagrana” o “Madonna Dreyfus” di Le- come decorazione nei dolci, serve per preparare gelati-
onardo da Vinci, conservata alla National Gallery of Art ne, marmellate, sciroppi, bibite dissetanti e granite. con il
di Washington; “Madonna della Melagrana” di Raffaello succo inoltre si possono preparare ottime salse da servire
Sanzio conservato all’Albertina Museum di Vienna. Per con la carne.
la scultura: “Madonna della Melagrana” di Jacopo della
Quercia, scultura in marmo bianco conservata al museo Ricetta della gelatina
della cattedrale di Ferrara. Ingredienti: Melograno, zucchero, scorza di arancia grat-
tugiata.
Preparazione: Scegliete delle melograne mature, taglia-
- Letteratura - tele e separate per bene i semi dalla pellicola bianca che
“L’albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde
non và utilizzata. Mettete i semini in un setaccio e pre-
mete bene per ottenere la maggiore quantità di succo.
melograno da’ bei vermigli fior…” cantava Giosuè Carducci
Pesate il succo, unitevi uguale peso di zucchero, scorza
nel suo poema “Pianto Antico”. Mai frutto ha ispirato arti-
d’arancia grattugiata e mettete quindi sul fuoco. Porta-
sti, miti e leggende come il melograno, da sempre è stato
te a bollitura e lasciate poi cuocere a fuoco vivace fino
un albero legato alla simbologia alle religioni, e ha saputo
a quando versando una goccia su un piatto si rappren-
essere un aiuto all’uomo con le sue virtù farmacologiche.
derà velocemente. Togliere dal fuoco, mettere nei vasi e
coprire. Invasatela ancora calda fino ad 1 cm dal bordo
del vaso, e mettete il coperchio ermetico. A questo punto
capovolgete il vasetto per 5 minuti in modo che la mar-
- In Cucina e in Medicina - mellata ancora bollente impregni l’interno del coperchio.
Si effettua così una specie di autosterilizzazione.
Al momento di acquistare una melagrana, occor-
re fare attenzione che la buccia sia priva di macchie e di
spaccature, che potrebbero favorire l’infiltrazione di muf- - Conclusioni -
fe e batteri. Il colore della buccia deve essere rosso con Per descriverne esattamente le proprietà biso-
sfumature gialle. È sempre consigliabile evitare l’acquisto gnerebbe entrare nel tecnico, ma una cosa è lampante:
dei frutti acerbi, poiché la melagrana è un frutto che ma- un essenza magari apparentemente meno interessante
tura esclusivamente sull’albero. Dopo l’acquisto la mela- come il melograno cela tanti segreti quanti i suoi chicchi.
Il melograno - II parte
- Elisabetta Ruo - 85
>> Note di coltivazione
L’uso delle
MICORRIZE
nella coltivazione
II parte BONSAI
di Luca Bragazzi
I
l lavoro che qui per la prima volta presento, è frutto - Nella soluzione ottenuta, si discioglie la polvere o il liquido
di una ricerca sulle fasi di micorrizzazione applicate micorrizzante (a seconda del formulato commerciale acqui-
ad esemplari bonsai. L’intero lavoro, durato due anni, stato) e dopo mescolazione e agitatura leggera e accura-
è tra i più evoluti tra le pratiche agronomiche ad oggi ta, si pone il tutto in luogo chiuso, con °t e umidità relativa
conosciute negli ambiti bonsaistici. Le micorrize utilizza- elevate, rispettando una condizione di luce molto scarsa o
te per questo lavoro sono in formulato liquido, ma que- penombra.
sto non esclude l’utilizzo anche di formulati polvirulenti.
I ceppi fungini inoculati sono polivalenti e tale pratica è - Dopo circa 24 ore, nel composto può essere aggiunto dello
stata eseguita anche su specie della macchia mediterra- sfagno opportunamente sfaldato e separato nei suoi fila-
nea, cupressacee e pinacee, ottenendo risultati in termini menti, che rimarrà in ammollo per altre 24 ore.
vegetazionali sorprendenti. 2
Le materie prime utilizzate nella pratica sono state:
- Acidi Umici
- Acqua Distillata
- Luogo caldo-umido in penombra/scarsissima illumina-
zione
- Temperature medie giornaliere superiori ai 10 °C (perio-
do primaverile).
percepire il
Wabi-Sabi di Antonio Acampora
C
ercherò di illustrare in maniera chiara tutto
quello che ho compreso e percepito sul wabi e
sabi dal Maestro H. Suzuki anche se, con esem-
pi concreti si rischia di diventare un po’ banali.
Questi principi estetici una volta acquisiti influenzano
fortemente il modo di intendere il bonsai e lavorare gli al-
beri. Voglio perciò con questo scritto, condividere con voi
questa fonte inesauribile d’inspirazione... e di dubbio.
Che cosa è wabi sabi? Se facciamo questa do-
manda ad un giapponese ci sarà probabilmente un lungo
silenzio. Perché per i giapponesi il sabi e wabi non è le-
gato rigidamente ad un elenco di caratteristiche fisiche.
Piuttosto, è una coscienza estetica profonda che trascen-
de l’aspetto. Può essere sentito ma raramente può essere
verbalizzato, molto meno definito.
88 Percepire il Wabi-Sabi
- Antonio Acampora -
Illustrare il wabi sabi in termi-
ni fisici è come spiegare il gusto di un
pezzo di cioccolato dalla sua forma
e colore a qualcuno che non l’ha mai
assaggiato. Per vedere la sua vera es-
senza uno deve valutare oltre l’appa-
renza, uno deve guardare oltre.
Wabi e sabi sono parole
per descrivere i sentimenti, non per
l’aspetto fisico degli oggetti. E‘ un
modo per calarsi nella natura attra-
verso le piccole cose. E‘ uno dei modi
di “percepire” la natura, di “percepi-
re” la bellezza.
La caratteristica origina-
le del wabi si basa sulla solitudine,
sul distacco dalla società vissuta
dall’eremita, suggerendo nel pensie-
ro popolare miseria ed una triste de-
solazione.
Solo dal XIV secolo in Giap-
pone sono state attribuite qualità
positive al Wabi e quindi applicate.
L’isolamento cercato e la povertà
volontaria dell’eremita e dell’asceta
vengono considerati un’occasione di
ricchezza spirituale.
Infatti, wabi indica letteral-
mente la povertà, ma non quella rife-
rita alla mancanza di beni materiali, in poesia il sabi, e la malinconia del-
ma alla non dipendenza da beni ma- la natura è diventata una sorta di
teriali. Wabi è una rinuncia dei beni nostalgia per l’assoluto. I principi di
materiale che supera la ricchezza progettazione di Sabi sono state ap-
materiale. Wabi è la semplicità che si plicate nell’ambito delle espressioni
è scrollato di dosso i beni materiali al culturali giapponesi, compresi giardi-
fine di un rapporto diretto con la na- ni, la poesia, la ceramica, i bonsai la
tura e la realtà. calligrafia, cerimonia del tè, ikebana,
Questa assenza di dipenden- tiro con l’arco, musica e teatro.
za permette anche di liberarsi dall’or- Il termine incarna una sen-
pello, dallo sfarzo. Wabi è l’appaga- sibilità estetica e raffinata che era
mento sereno con le semplici cose. molto evidente nell’arte antica giap-
Precorre l’applicazione dei ponese e cinese e nella letteratura.
principi estetici applicati ad oggetti e I giapponesi e i cinesi non sono nati
alle arti, cioè all’essere Sabi. La vita con questa sensibilità estetica. Loro
dell’eremita venne ad essere chiama- l’hanno sviluppata attraverso lo stu-
ta in Giappone: wabizumai, sostan- dio della letteratura classica, dello
zialmente “la vita di wabi”, una vita shodo e specialmente della poesia.
di solitudine e semplicità. Consideriamo questo hai-
Sabi come l’espressione di ku famoso: ”Mentre mangio i Ca- giapponesi nei quali la campana suo-
valori estetici è costruita sui principi chi, sento la campana del Tempio“. na di sera, verso il tramonto. Il suo
metafisici e spirituali dello Zen. Sabi Questa poesia rappresenta bene la suono è molto malinconico, nel com-
indica i processi naturali prodotti su sensazione di WABI SABI, esprime pleto silenzio esalta la sensazione di
oggetti che sono imperfetti, mode- con questa forma di pochissime pa- wabi e sabi.
sti, e sfuggenti. Gli oggetti riflettono role, in tutto diciassette sillabe, una La funzione del frutto del
un flusso universale di “provenienti sensazione molto forte. In questo Caco è quella di evidenziare che la
da” e “ritorno a”. caso il Tempio è quello di Nara, antica stagione è l’autunno. La poesia quin-
Il poeta giapponese Basho città, già capitale del Giappone prima di esprime questa scena: l’ambiente
trasformato in wabizumai ha vissuto di Kyoto, e rappresenta tutti i Templi è un po’ buio, una persona anziana,
Percepire il Wabi-Sabi
- Antonio Acampora - 89
>> Tecniche bonsai
90 Percepire il Wabi-Sabi
- Antonio Acampora -
In questo stato d’animo è
facile entrare nell’atmosfera di wabi
sabi. L’ora del giorno è data dall’in-
tensità della luce del sole, wabi sabi
si avverte un attimo prima che il sole
cali completamente, quando si vede
ancora qualcosa: delle ombre. In quel
momento percepiamo una sensazio-
ne di tristezza, mestizia. Per quanto
riguarda l’ambiente, non deve esse-
re nuovo, lucido ma vecchio, opaco,
antico. Una capanna in montagna,
una cascina vecchia su un altopiano,
l’interno di una casa antica, sono tut-
te condizioni che favoriscono wabi
e sabi. È una sensazione quindi che
non permane. Dovremmo sforzarci
di provare a percepirla questa sen-
sazione e non arrivare a conoscerla
attraverso la ragione.
Chiaramente, questa co-
scienza estetica non è riservata solo
agli asiatici. Basta guardare le imma-
gini delle sedie vuote del fotografo
Andre Kertesz, o il cortile centrale
nella casa in Abiquiu di Georgia O’Ke-
effe (pittrice statunitense) per rico-
noscere una consapevolezza estetica
simile. Il Sabi-Wabi non è uno stile
definito dall’aspetto superficiale. È
un ideale estetico, uno stato quieto
e sensibile della mente, raggiungibile
imparando a vedere l’impercettibile,
togliendo via quello che non è neces-
sario.
Vediamo adesso questa
sensazione trasferita al BONSAI. Si
inizierà a percepire qualcosa soltan-
to quando, con gli anni, il vaso e la
pianta saranno diventate tutt’uno
e sarà cresciuto il muschio. Quindi il
bonsai non deve essere stato impo-
stato di recente ma deve aver subito
molti anni di mochikomi. Essere inte-
ressante dai piccoli dettagli, spesso
ignorati, inaccessibili alla prima oc-
chiata.
La vecchiaia del bonsai non è
solo la sua età effettiva, ma, soprat-
Percepire il Wabi-Sabi
- Antonio Acampora - 91
>> Tecniche bonsai
92 Percepire il Wabi-Sabi
- Antonio Acampora -
L’angolo di Oddone <<
Il
Fagus crenata var. Fujibùna
faggio
Coll. Roberto Smiderle
II parte
di Carlo Oddone
Fasi
vegetative e
tecniche di potatura
Questa essenza inizia il risveglio assai tardiva-
mente, forse per ultima, in compenso la sua nuova vege-
tazione ha un ritmo di sviluppo molto rapido ed intenso.
Per questo soprattutto i giovani soggetti sono avidi di
umidità: le loro radici scendono profonde nel terreno e
non è quindi facile trovarne, sia in vivaio che in natura,
dotati di un apparato radiale e ben distribuito a livello del
colletto. D’altra parte anche in natura gli esemplari adul-
ti non sono sempre tra quegli alberi che presentano una
bella base ampia con molte radici che affiorano sul terre-
no (fig. 1).
Il faggio - II parte
- Carlo Oddone - 93
>> L’angolo di Oddone
1 Potatura anche drastica,
purché generalizzata
Molti amatori hanno l’impressione che il faggio produca una
sola cacciata per stagione e non reagisca quindi alle cimature. Tale con-
vinzione è dovuta forse al fatto che i soggetti osservati potrebbero non
esser stati fertilizzati a sufficienza, oppure che solo pochi rami, e maga-
ri quelli in basso, siano stati tagliati. In tali circostanze o anche quando
si cima in estate molto avanzata, può davvero verificarsi che non com-
paiano nuovi germogli, ma la pianta risponde ugualmente producendo
delle gemme che si apriranno la primavera successiva.
Molte piante inoltre, e tra queste il faggio, presentano delle
gemme pronte, cioè completamente evolute, solo alla base delle due
2
o tre foglie prossime all’estremità di ogni ramo, mentre le altre più in-
dietro sono tanto immature da non essere neppure visibili (fig. 2). Se
si accorciano molto i rami, anche questa potrebbe essere una ragione
della mancata risposta. Vale la pena quindi di ricordare la necessità di
potare lasciando all’estremità dei rami delle gemme a pari sviluppo.
94 Il faggio - II parte
- Carlo Oddone -
rallentando anche qui il flusso linfatico il computer non av-
verte la disparità e non si hanno guai.
Associazione
Culturale
Roma
1
Bonsai
di Laura Monni
L
’Associazione Culturale Roma Bonsai na-
sce nel 1998 e di essa fanno parte cultori
ed amatori dell’arte bonsai. L’impostazione
data è ricca anche di sani principi filosofici.
Tutti noi ci prefiggiamo l’obiettivo di divulgare tra giovani
e meno giovani il rispetto della natura in primo luogo, di
insegnare nozioni di botanica e di fisiologia delle piante,
oltre ovviamente le tecniche bonsai.
L’Associazione culturale “Roma Bonsai” dal 2004
è ospitata all’interno della “Città dei Ragazzi” ed usufru-
isce di un ambiente molto spazioso dove si tengono gli
incontri ed ha anche uno spazio dove è stato realizzato 3
un piccolo giardino per bonsai con un laghetto (foto 1, 2,
3, 4). dell’immigrazione clandestina che attraversano Afghani-
La “Città dei ragazzi”, per chi non la conoscesse, stan, Iran, Turchia, Grecia per arrivare in condizioni inu-
fu fondata nell’immediato dopoguerra da Mons. John Pa- mane in Italia e che per puro e fortuito caso si trovano a
trick Carroll-Abbing, per ospitare i giovani orfani di guerra. vivere parte della loro giovane vita a Roma.
In base all’art. 3 dello Statuto, l’Opera si propone di “(…) Durante l’anno per due volte al mese ci riuniamo
provvedere all’assistenza, all’educazione sociale e profes- nella nostra sede e lavoriamo insieme, una volta seguiti
sionale dei ragazzi” privi di un valido supporto familiare dai nostri istruttori, nell’altra invece si svolgono anche di-
ed esposti a rischi di devianza. Lo strumento pedagogico verse attività.
che caratterizza questa realtà fin dalla sua fondazione è Vi sono dei seminari molto istruttivi, come quello
l’Autogoverno, che regolamenta la vita comunitaria. sui suiseki, ce ne sarà uno sull’allestimento del tokono-
Lo scorso anno Eraldo Affinati, ha scritto un libro ma. Inoltre vi sono delle dimostrazioni pratiche tenute
sulla Città, molto appassionato e molto commovente. dai vari istruttori con vari tipi di lavorazione: bonsai su
Lo scrittore insegna alla Città dei Ragazzi di Roma che pietra, tecniche di impostazioni dei vari stili, lavorazione
oggi è abitata da giovani protagonisti delle nuove rotte del secco, rinvasi, etc.
6
Una volta all’anno si svolge
il “Concorso tra i soci” che consiste
in questo: ciascuno di noi porta una
pianta di vivaio oppure un prebonsai
già in parte impostato e lo lavora nel
tempo concesso per il concorso.
Partecipiamo suddivisi in
tre categorie: Avanzata, Base ed
Elementare. La prima per quelli che
sono da più tempo iscritti, la seconda
per quelli iscritti da più di un anno e la
terza per gli iscritti nell’ultimo anno.
Si ricrea così, in piccolo, il cli-
ma di un vero concorso con tanto di
votazioni e premi per i più votati.
Bene, nonostante il clima
amichevole che c’è in tutte le occa-
sioni di incontro, un pò di emozione
Associazione Culturale Roma Bonsai
- Laura Monni - 97
>> Vita da Club
possibilità a tutti di accedere ad una
Mostra Bonsai, mentre, quasi sem-
pre, tali mostre sono riservate ad un
pubblico selezionato ed appartenen-
te all’ambiente del bonsai. Anche il
Concorso tra i partecipanti e la ceri-
monia della premiazione sono aperti
a chiunque voglia assistere (Foto 6).
Inoltre i soci dell’Associazio-
ne, che assistono i visitatori e rispon-
dono alle più disparate domande,
offrono la possibilità di votare per il
“Bonsai preferito dal pubblico” con
la partecipazione all’estrazione finale
di un bonsai, in genere, offerto da un
Vivaio. 8
Durante la Mostra grande
successo hanno le dimostrazioni dei 9
maestri di altri club, il pubblico in-
terviene sempre numeroso e rima-
ne a seguire il lavoro per alcune ore.
Quest’anno ci sono state anche del-
le dimostrazioni in work shop, a cui
hanno partecipato alcuni soci giovani
che hanno realizzato con successo
dei bei lavori, attirando l’attenzione
anche in questo caso di molto pubbli-
co (Foto 7).
Per alcuni anni abbiamo
ospitato il “So-Saku Bonsai Award”,
organizzato con la Scuola di Bonsai
Creativo di Sandro Segneri.
La manifestazione, che si te- tra cui attrezzature varie, terricci, vasi anche artigianali e molto apprezzati, e natu-
neva presso la nostra sede, ha sempre ralmente prebonsai di ottimo livello. Anche in questa occasione si svolgono delle
avuto molto successo, con una larga dimostrazioni di maestri ad alto livello (Foto 8), veramente molto istruttivi per tut-
partecipazione di pubblico prove- ti, iscritti e non. Una recente iniziativa, richiestaci, ci ha portato ad utilizzare uno
niente da tutta Italia. Dal 2008 orga- spazio in un centro commerciale della capitale, dove abbiamo allestito una piccola
nizziamo la “Mostra d’autunno”, nel mostra con qualche esemplare bonsai. Ed inoltre per due giorni i soci si sono esibiti
mese di ottobre, a cui partecipano le in dimostrazioni di tecnica bonsai di fronte alle persone che venivano a fare una
Associazioni del Centro Italia e mae- passeggiata nel centro commerciale o a fare la spesa. Abbiamo suscitato la curio-
stri provenienti da tutta la penisola, e sità di persone di tutte le età dai bambini agli anziani, che si sono fermati con noi a
in questa occasione viene aperto an- parlare ed a fare domande.
che un mercatino molto interessante E’ stata un’esperienza interessantissima e molto divertente ed è in pro-
e che sta avendo molto successo. Gli gramma ripeterla in altri centri commerciali (Foto 9). Riteniamo che sia un ottimo
stands presenti offrono molti articoli modo per far conoscere l’arte bonsai sul territorio con immediatezza, e visto che
la città di Roma ha una enorme estensione, bisogna lavorare anche in modo capil-
lare. Non è facile gestire tante attività e conservare la stima e
7 l’affetto di tanti iscritti, ormai abbiamo superato la cinquantina,
ed accontentare le richieste degli istruttori.
Abbiamo anche scelto di organizzare momenti di aggre-
gazione e quindi durante la giornata di lavoro all’Associazione
viene preparato anche il pranzo per tutti i presenti. Inoltre una
volta l’anno, prima di salutarci per la pausa estiva, andiamo tutti
a fare una gita in montagna a per stare insieme in mezzo alla
natura. Lo spirito è quello amichevole e goliardico in molte oc-
casioni, come è giusto che sia in un ambiente formato da molti
giovani. Quello che ho capito, in questi anni di frequentazione,
è che la peculiarità dell’Associazione culturale Roma Bonsai è
proprio la semplicità ed il mantenimento della impostazione
culturale che gli fu data fin dall’inizio.
Il Giappone visto da vicino <<
S
empre più spesso, negli scaffali delle librerie ― soprattutto
quelle di una certa grandezza ― è possibile trovare guide e vo-
lumi di introduzione al Giappone. Se da un lato essi forniscono
Introduzione alla cultura una vasta panoramica sull’argomento, dall’altro, per la stes-
giapponese sa ragione, rischiano di apparire superficiali, in particolare riguardo gli
Hisayasu Nakagawa aspetti non strettamente materiali o pratici: tranne, infatti, qualche bre-
Bruno Mondadori ve delucidazione sugli usi e costumi locali, tendono a tralasciare quel
che si nasconde al di sotto della realtà presa in esame.
€ 11,50 - 128 p. - 2006
Mi pare che, invece, riesca piuttosto bene in questo intento un
piccolo libro, purtroppo poco conosciuto: Introduzione alla cultura giap-
ponese, dal significativo sottotitolo Saggio di antropologia reciproca.
Non fatevi ingannare dalla mole esigua: le sue 117 pagine sono dense
e presuppongono un’attenzione vigile. L’autore, Hisayasu Nakagawa, è
un grande studioso dell’occidente: ciò, però, non lo spinge mai a descri-
vere il suo paese con toni nostalgici o, al contrario, distaccati. La sua
prosa lucida e razionale disvela le fondamenta della cultura nipponica,
comparandola con quella europea e creando così un concerto di filoso-
fie, dottrine e arti, che dà vita a un panorama ricco e variegato.
L’operetta è costituita da tredici sintetici saggi, godibili anche
singolarmente, ciascuno dedicato a una particolare tematica (il loco-
centrismo, il tutto nudo e il nudo nascosto, il buddhismo zen, etc.). Di
frequente, all’origine della riflessione di Nakagawa, vi è un avvenimento
comune o autobiografico: grazie a questo espediente, si ha sempre l’im-
pressione di confrontarsi con una realtà viva, mai costretta in angusti
schemi intellettuali. I sentieri di Foucault, Herrigel, Bashō e altri uomini
di cultura s’intersecano in un fitto reticolo di pensieri ed emozioni: a let-
tura conclusa, non si può non provare un po’ di malinconia per il delicato
universo sul quale cade già l’ombra dell’ultima pagina.
giapponese
a cura di Antonio Ricchiari
N
egli ultimi anni il numero di amatori del-
la ceramica raku è cresciuto in tutto il
mondo, ma non tutti conoscono la storia
di questa particolare tecnica di cottura e
di manipolazione della ceramica introdotta verso il
1600 in Giappone e giunta fino ad oggi; pochissimi
sanno che Raku è il cognome della famiglia che da
oltre 400 anni tramanda ininterrottamente la tradi-
zione di questa arte e ancora più ridotto è il numero
di persone che ha avuto occasione di vedere perso-
nalmente questi capolavori. cinese, la ceramica diventa più primitiva nei suoi
La ceramica e le sue tecniche si perde nella procedimenti e nei suoi prodotti. Il Giappone è da ri-
notte dei tempi; trascurando i Paesi di ampie e più collegarsi alla Cina per la bontà dei suoi prodotti.
antiche tradizioni, fra i popoli asiatici sono i cinesi La quasi totalità dei vasi usati per ospitare i
che hanno portato la ceramica più in alto. in Cina si bonsai (suiban) ebbero origine in Cina ed in Giappo-
trovano già sotto la dinastia Shang (1766-1123 a.C.) ne, alcuni in Corea, Formosa e nell’Asia del Sud; altri
ceramiche lavorate a mano presentanti forme che ancora vennero poi costruiti in Olanda e nel Porto-
richiamano quelle dell’arte dei panieri e dei recipien- gallo e poi esportati in Giappone.
ti naturali. Sotto la dinastia Chou (1122-294 a.C.) il I cinesi iniziarono a fare vasi di porcellana
tornio comincia a far concorrenza alla lavorazione a durante la dinastia Sung (420-479), la dinastia Yuan
mano. Sotto la dinastia Han la ceramica si sviluppa (1260-1368) e la dinastia Ming (1369-1644); queste
riccamente e diventa molto variata. porcellane erano dei manufatti artistici straordinari
D’altronde, appena ci si allontana dal centro ed erano gelosamente custoditi come pezzi antichi,
per cui i vasi non potevano essere utilizzati per le
piante. Durante l’era di Yamato (538) il Buddismo si
diffuse dalla Cina in Giappone e con esso te antiche
terraglia; in seguito molti sacerdoti e pellegrini che si
trovarono a visitare la Cina, cominciarono ad espor-
tare e diffondere in Giappone l’arte della lavorazione
di questa ceramica.
Durante il periodo Kamakura (1192-1319)
molti buddisti fondarono diverse sette; tra i loro la-
vori ci hanno lasciato un rotolo di pergamena che
mostra un gruppo di piante composto da alberi ed
erba in un vaso basso: questo è considerato l’inizio
Il valore
dell’insegnamento
di Axel Vigino
“ Q
uesto è ciò che
Il rapporto tra allievo e maestro deve scrive in merito al
essere vivo come lo era in epoca feudale giap- rapporto allievo/
ponese e talmente stretto che l’allievo deve
istruttore uno dei
accettare sempre l’ opinione del maestro per
cui se il discepolo vede una cosa bianca, ma
più grandi Maestri di arte
il suo maestro dice che è nera, l’allievo deve bonsai al mondo, il grandis-
accettarlo. Solo in questo modo si riesce a simo Masahiko Kimura.
crescere spiritualmente, affrontando vera- Per molte persone che
”
mente il giusto spirito del fare bonsai. coltivano e praticano l’ar-
te del bonsai, il rapporto tra
S
postando il discorso sul genere Pi- è indubbiamente il taglio degli aghi. Dal 2006
nus, vediamo le manifestazioni che circa, la presenza e la manifestazione di tali
su questa specie mostrano la pre- patologie è in continuo incremento con au-
senza ed azione dei funghi associa- mento dell’aggressività dei funghi associati
ti alla tracheomicosi. Purtroppo, anche in alla tracheomicosi, in base a questo monito-
questo caso, come per il Juniperus Rigida il raggio sul territorio nazionale italiano, è oggi
fungo è in latenza già assolutamente sconsigliabile effettuare il ta-
in natura e si manife- glio degli aghi, per evitare che il fungo acce-
sta in maniera molto leri la sua azione deleteria (Foto 4-5).
aggressiva già nelle Non solo il Pinus Mugus ne è affetto,
fasi in post-raccolta o ma anche altre specie quali Thumbergii, Syl-
post-rinvaso. vestris, Nigra, Pentaphylla e Densiflora ne
I sintomi su Pinus manifestano i sintomi (Foto 6-7).
Mugus, sono eviden- Bonsaisticamente parlando, non è au-
ti sugli aghi vecchi e spicabile che questo fungo riesca a svolgere
vengono manifestati la sua azione deleteria, bisogna perciò pre-
con delle bandature stare molta attenzione a due pratiche che ad
gialle trasversali ben oggi risultano essere la migliore soluzione per
evidenti (Foto 1). il loro controllo: PREVENZIONE FITOSANI-
Fin quando la manifestazione è li- TARIA e CONCIMAZIONE. La prima serve a
mitata alle sole bandature, significa che mantenere innocuo il fungo, la seconda ad
l’esemplare è in salute e riesce a contrastare irrobustire la pianta nei suoi confronti.
a livello fisiologico con barriere biochimiche. La prevenzione la si dovrà attuare con
Nel momento in cui, operazioni bonsaistiche fungicidi sistemici a base di Metalaxyl alter-
invadenti interrompono lo status di vigore nati a fungicidi di copertura a base di Rame
dell’esemplare, i sintomi si presentano come Idrossido in grado di rallentare e rendere in-
molto più evidenti e molto pericolosi per la nocua questa patologia, che non risulta esse-
salute stessa dell’esemplare portandolo nei re debellabile.
casi più gravi a morte, anche in tempi molto Gli interventi saranno attuati soprat-
ristretti; dieci – quindici giorni (Foto 2, 3). tutto in primavera-inizio estate, fine estate-
L’operazione bonsaistica più pericolosa, inizio autunno ogni 20-25gg, evitando giorna-
6 7
2009
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Di
Bonsai&Suiseki
magazine