Il Kuzari Di Giuda Levita
Il Kuzari Di Giuda Levita
Il Kuzari Di Giuda Levita
JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide
range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and
facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact support@jstor.org.
Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at
https://about.jstor.org/terms
FrancoAngeli srl is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to
Rivista di Storia della Filosofia (1984-)
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
IL «KUZARI» DI GIUDA LEVITA:
PROBLEMI E POSSIBILITA' INTERPRETATIVE
di Marina Cavarocchi
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
652 Marina Cavarocchi
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
Il «Kuzari» di Giuda Levita 653
speculazione intellettuale, e p
me hanno notato diversi stud
timento di ammirazione per l
scelto da Giuda si presta a più
di conversazioni costruita sec
tra discepolo e maestro (dove
trodurre gli argomenti poi sv
ripresa del modello offerto d
quest'ultima ipotesi, quale sar
A tal proposito si può pens
diversi personaggi per poter d
colari senza con ciò esser costr
ni personali. Il rapporto che
apparentemente dovrebbe fun
ambiguo, tanto da indurre g
ipotesi sul vero significato del
Aprendo il Kuzari , Giuda L
la religione ebraica ha preso s
della conversione del re dei
conto del suo ruolo di croni
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
654 Marina Cavarocchi
si considera la traduz
so, alla lettera, suona
Muovendo da questa
tenzione di Giuda Lev
tra il re ed il saggio e
con una parte di esse
del rabbino8. La for
inoltre esser intesa c
lettore, che l'opera co
dato scoprire9.
Questa formula enig
sia ¡nell'originale arab
tratta in realtà di una
la quale, nel contesto
ste parole sono oscu
10). Anche quest'ulti
l'ipotesi secondo cui
misura esoterica.
Il legame tra Giuda Levita e la mistica islamica è stato messo bene
in luce dagli studiosi12, ed è pensabile che in esso risieda la chiave
per comprendere l'intenzione esoterica del testo; non va però escluso
che il procedimento più idoneo per coglierne il significato riposto sia
quello di mettere semplicemente tra parentesi la tesi indicata dal-
l'autore come la principale e soffermarsi a valutare invece proprio quei
particolari che, ad una prima lettura, sembrano incongrui.
Esaminando l'andamento delle conversazioni tra il re ed il saggio
ebreo, si ha infatti l'impressione che l'autore non intenda esprimere
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
Il «Kuzari» di Giuda Levita 655
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
656 Marina Cavarocchi
sofia ed i rappresenta
si compie nella prima
riportano i dialoghi
sia convertito, è pur s
sorti, a quanto pare,
all'inizio, era alla ric
sogno, il re aveva sbr
però dopo essersi conv
versazioni con il saggi
un individuo natural
una religiosità che a
ricredersi ed accetta
anche bisogno di arg
Questo venir meno
capovolgimento di pro
della natura essenzia
in questione l'intenzio
samente antikalamista
mun (teologi)19.
La ragione, rappresen
un avversario che op
messi in atto dal sagg
dotto all'inizio del Ku
presente in ogni par
chiamata in causa: la f
culativa dei filosofi,
deve cimentarsi sul fr
interno, l'eresia cara
della speculazione inte
la religione rivelata.
Si tratta di due peric
mettendo in atto lo. s
confronto diretto tra
del primo con un Car
E' inoltre importan
trattazioni del rappor
quando prende la paro
mano e seguace delle t
do il saggio ebreo sv
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
Il «Kuzari» di Giuda Levita 657
«Molto differente è chi ha una religione dal filosofo, poiché colui che
professa una religione cerca Dio per ottenere un grande profitto, [che
va] oltre all'utilità di raggiungere la conoscenza di Lui; e il filosofo
[invece] non pretende altro che di conoscerLo veridicamente; (...) e
[crede che] -il non conoscere Dio non sia danno maggiore di non cono-
scere la terra e credere che sia piatta; e considera utile solo il posse-
dere la conoscenza veridica delle cose, in modo da rendersi simile al-
l'intelletto agente, e da identificarsi con esso, senza che gli importi di
essere giusto o epicureo, purché sia filosofo. Fra i fondamenti della
credenza filosofica vi è l'affermazione che 'Dio non fa né bene né male'
(...)»*.
Secondo il saggio ebreo i filosofi pertanto sono del parere che Dio
sia riducibile ad un oggetto della conoscenza, definibile ricorrendo al
20. Cfr. Shlomo Pines, Shi'ite terms and conception in Judah Halevi's Kuzari ,
in «Jerusalem Studies in Arabie and Islam», nr. 2, 1980, pp. 217-219.
21. Il re dei Khazari, cit., V, 1, p. 245.
22. Cfr. Strauss, op. cit., p. 65.
23. Il re dei Khazari , IV, 13, pp. 211-212.
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
658 Marina Cavarocchi
medesimo criterio d
bili in natura; essi in
scenza di Dio e si lim
verità teoretica, avente ai loro occhi, lo stesso valore dei risultati
raggiunti nell'ambito della scienza della natura. Dalla conoscenza
filosofica di Dio non si ricava alcuna indicazione valida per la prassi;
cosa che del resto non rientra affatto nelle aspirazioni dei filosofi, i
quali sono solo contemplativi e mirano all'unione con l'intelletto
agente. I filosofi sono tanto indifferenti al problema morale quanto
10 è il Dio da essi concepito.
Il re Khàzaro mostra di aver compreso ciò che il saggio ha esposto
sulle differenze tra credenti e filosofi. Infatti poco dopo osserva:
In altre parole: chi vuole appartarsi dal mondo segue in ciò i filo-
sofi. Ma mentre l'opinione generale di allora considerava con favore
11 ritiro in romitaggio, il saggio ebreo è di tutt 'altro parere ed indica
il punto debole della concertazione filosofica precisamente nella man-
canza di una morale che possa trovare applicazione nella prassi.
Nella posizione del saggio, così come la riassume il re Khàzaro,
è contenuta in embrione l'intera apologetica ebraica, nella specificità
dei suoi contenuti (che ora si trovano sintetizzati nei due punti in
cui si articola la polemica antifilosofica): negazione del valore del-
l'ascetismo e rivendicazione del primato dell'azione, la quale ultima,
per porsi come prioritaria, deve trovare la sua legittimazione in una
fonte differente - com'è ovvio - dalla ragione speculativa.
Nell'intero arco delle conversazioni il saggio presenta l'ebraismo
come un sistema di vita e di valori caratterizzato dall'opposizione al-
l'ascetismo e giustificato dalla rivalutazione dell'aspetto materiale del-
l'esistenza, che in tal modo acquista un'importanza centrale, e ciò in
stridente contrasto con il ruolo marginale ch'esso aveva sia nel paga-
nesimo sia nel «deismo» dei filosofi25. Il Dio degli ebrei comunica con
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
Il «Kuzari» di Giuda Levita 659
Al concetto filosofico di «n
creatore, che agisce direttam
rivela al profeta. Il profeta
umana poiché è depositario di
dal Principio divino ( al-am
ebraico) posatosi su di lui. Q
legato alle condizioni materia
di Palestina e dei paesi limitro
L'uomo può entrare in cont
lo mette in grado di innalza
precetti, che soli possono elev
L'unità psico-fisica caratteriz
gere l'acme della loro capacità
l'accettazione di determinate
Creatore stesso, che è l'unico
ciò che ha creato.
Il re dei Khàzari non dubita affatto dell'autorevolezza del sogno,
in cui un angelo gli era apparso comunicandogli la volontà di Dio
e si pone con ciò nello stesso ordine di idee del saggio ebreo28, il
quale fonda l'autorità della fede sul fatto, considerato incontroverti-
bile, del rapporto diretto tra Dio ed il popolo eletto. Questo presup-
posto giustifica il ruolo di arbitro conferito al re nella controversia
tra le tre religioni monoteistiche e la filosofia e spiega perché la scelta
del re non possa cadere altro che sull'ebraismo. I suoi dubbi circa la
possibilità che «il Creatore dei corpi e degli spiriti (...), che è subli-
mato, santificato ed esaltato più di quanto possano comprendere gli
intelletti, per non parlare dei sensi, comunichi con questa creatura
composta di materia tanto vile»29, sono sfruttati da Giuda Levita per
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
660 Marina Cavarocchi
mostrare che se vi è la
cezione greco-pagana
Convinto della veridi
mettere la possibilità
ciale, è pronto per r
problema delle «azioni
unico e di pari dignità
citamente la possibilit
dicità del sogno del re
l'azione, sia come cul
rifiuti il suo insegnam
e fondate, ma esse no
Sebbene mostri una d
il re ha però anch'eg
certo disprezzo per la
viva simpatia nei conf
l'altro, la vittoria fin
tata. Eppure il suo com
vicino, solleva degli in
quale dei due protago
re infatti non solo ha
quello di tener le redi
fo, al cristiano ed al m
ebreo, persino dopo c
dunque facoltà di intr
spiegazioni del saggio:
orizzonte di pensiero,
lo soddisfa, si dichia
induce a riesaminare
ha più volte il sospett
sta di una certa socratica ironia: si tratta di un caso o ciò rentra nel
carattere cifrato del messaggio più nascosto del nostro autore?
A questo punto si può far propria l'ipotesi proposta da diversi in-
terpreti, secondo cui al re spetterebbe la funzione di rappresentare
la «ragione naturale»32. Questa si misurerebbe con le tre scelte di
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
Il «Kuzari» di Giuda Levita 661
33. Si veda, in particolare, tutta l'ultima parte della terza sezione del Kuzari.
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
662 Marina Cavarocchi
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
Il «Kuzari» di Giuda Levita 663
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
664 Marina Cavarocchi
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
Il «Kuzarì» di Giuda Levita 665
I filosofi, invece,
«non vedono nel culto divino se non una virtù, e considerano una verità
proclamarlo grande su tutte le cose, così come si conviene proclamare
grande il sole su tutte le altre cose visibili; e [affermano] che negare
Iddio non sia altro che un difetto dell'anima che ammette il falso»49.
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
666 Marina Cavarocchi
Il filosofo ha una c
me si è detto - ness
derazioni del saggio
«leggi intellettuali» s
[soltanto] degli ordin
necessità»50. La legg
ed ha altresì una re
stituire una eccezion
dunque obbligato, s
ad ammettere con lui: «Questa vostra scienza divina non dico che sia
falsa, ma dico che non l'intendo; però io sono saggio nella scienza
umana»52. Secondo il saggio ebreo le leggi, per esser tali, devono ave-
re valore assoluto. Invece i nomoi stabiliti dal filosofo sulla base dello
jus naturale hanno solo valore relativo e trovano il loro fondamento
ultimo nel fatto che chi le ha concepite l'ha fatto non in nome del-
l'amore, bensì del disprezzo del mondo53. Tuttavia - con ciò ri-
torniamo alla questione principale - è lecito chiedersi se la religio-
ne speculativa, o religione dei filosofi possa tradursi in quelle leggi.
A proposito della religione speculativa il saggio osserva:
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
Il «Kuzari» di Giuda Levita 667
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
668 Marina Cavarocchi
Sulla base della sua storia personale e delle sue intenzioni politiche
(la conversione del suo popolo) il Khàzaro pertanto esclude la solu-
zione del filosofo, che però considera valida dal punto di vista in-
tellettuale. Per il suo dar credito al sogno avuto prima di iniziare la
ricerca, il Khàzaro si pone inconsapevolmente nella scia di una tradi-
zione che trae la propria origine ed autorità da un sapere fondato su
di una particolare «storia», la quale è affatto estranea a quella del fi-
losofo. In ragione di essa - come ricordava Abelardo - gli Ebrei
sono coloro che «signa petunt», mentre i Greci «sapientiam quaerunt»
Quella che per il Maestro palatino vale come una «diminutio capitis»
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
Il «Kuzari» di Giuda Levita 669
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
670 Marina Cavarocchi
della speculazione) ed
rebbe impossibile sen
del divino basata sull
principio divino se no
di opere comandate
l'uomo non può creare
ma deve fare appello
cessariamente negli e
vente accomunati ai f
tendere di «comprend
Parola divina, la Toràh
sulmani. E nemmeno
colarità dei precetti f
alla tradizione, il cui
con la «vista degli oc
decreti che abbiano l
fare solo a patto che i
tendo della loro autorità, come è stato nel caso dei dottori della
Mishnah e del Talmud11. Da ciò si ricava che il «fondamento della
fede» ed il «fondamento della miscredenza» poggia - come dice il
saggio - sull'accettazione (o sul rifiuto) della concezione secondo
cui solo Dio, in quanto è artefice e perfetto conoscitore di tutte le
cose, possa imprimere i «divina vestigia»72.
Muovendo da questi presupposti è evidente che i precetti che pos-
sono esser compresi per via intellettuale, e che regolano la sfera spi-
rituale e sociale (in ebraico: torot nafshiot ve minhagiot) acquistano
forza di legge solo a partire dall'accettazione dei «precetti d'autorità»
(in ebraico: torot elohio), quali quelli riguardanti l'osservanza del
sabato, la circoncisione, il culto del Tempio, ecc., che «l'intelletto
umano né accetta né respinge». Chi abbia assorbito sino a fondo l'in-
segnamento religioso acquisendo la capacità di arrivare ad una fede
incondizionata, non avverte ovviamente nessun bisogno di condurre
un'indagine razionale sul significato dei precetti. Chi invece non è
capace di arrivare a quello stadio di perfezione spirituale è bene si
limiti a fare appello alle «conclusioni della scienza»73, anziché restar
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
Il «Kuzari» di Giuda Levita 671
chokhmàh», che viene tradotta dal Cassel con «die Resultaten der Weisheit»,
intesa come «speculazione filosofica». Nello stesso senso interpreta anche Isaac
Heinemann, La loi dans la pensée juive, Paris 1962, p. 69.
74. Il re dei Khàzari, cit., II, 26, p. 92.
75. Cfr. I. Heinemann, op. cit., pp. 51-56.
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
672 Marina Cavar occhi
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
Il «Kuzari» di Giuda Levita 673
noteistiche, in mancanza di u
sull'intervento umano). Che la
di legge, prima ancora che
nel Kuzari fin dall'inizio, q
costretto a consultare i dotti
strazione e da prova a tutti c
che vi sia una legge del Crea
e all'unione con Dio può giu
alla legge (ed al conseguente
quella spirituale) si giunge s
Con questa sua concezione d
precorrere il pensiero - pu
Abraham ibn Daoud77. Quest'
resta legata ad un modo di l
tempo, dal luogo e dalla situ
solo la Legge divina, indipend
tere di assolutezza. Nelle relig
tutto espressione di dovere ci
gione rivelata esso diventa i
totale», che solo la Toràh, l'in
Diversamente da Giuda Lev
può e deve intervenire in ma
neutico che aiuta ad avvicinarsi alla Rivelazione (ma la Rivelazione
è anteriore alla ragione, nel tempo e nel grado). I tentativi di stabilire
un rapporto di complementarietà tra il piano della ragione e quello
della fede (pur tenendo fermo alla loro integrità) finiscono spesso
per dar luogo ad una sovrapposizione di piani, la quale confonde i ter-
mini della questione più di quanto non possa chiarirli79. Per la chia-
rezza delle scelte di fondo, la posizione di Giuda Levita invece si
sottrae - come si è visto - a questo pericolo.
Prima di chiudere è utile far cenno alla polemica anti-caraita, di
cui si parla nella terza parte del Kuzari 90 , e che funge in certo modo
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
674 Marina Ca var o echi
lità di vedute. L'argomento esula dagli orizzonti di questo lavoro, per cui mi
limito a menzionare l'analisi di Nahum Ariaeli, che tratta l'aspetto halakhico
nel Nostro, evidenziandone le strutture di pensiero religiose in contrapposizione
a quelle filosofiche: N. Arieli, Tfissat ha Halakhàh ezzel Rav Yehudah ha Levi
(La concezione halakhica di Giuda Levita), in «Daat», nr. 1, 1978, pp. 43-52.
81. Cf>r. la (posizione di Abraham ibn Daoud, in Gerson D. Cohen, The
Book of Tradition (Sefer ha Qabbalah), Londra 1%7.
82. Il re dei Khàzari, cit., III, 22, p. 151.
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
Il «Kuzari» di Giuda Levita 675
un'interpretazione «libera»
sé il moltiplicarsi dei pareri
bilità di stabilire una prassi
al culto religioso83. Di più: p
pletamente alla guida della re
lore che le loro azioni ed i l
(si ricordi che un'analoga situ
occasionante la conversione d
Giuda Levita trascura molti
mica rabbanita contro i Cara
i Caraiti, proprio per via de
cadono spesso nel medesimo
no anch'essi ai princìpi fonda
A Giuda interessa mettere i
fatto stesso della Rivelazion
sul Sinai, porta con sé la nece
come fonte di eguale autor
implica l'accettazione di nozio
umane capacità di comprensi
nianze esteriori tanto certe
avevano accompagnato il man
La tradizione fondata sul co
ebraico, parte integrante de
religiosa si contrappone alla
data dai dottori della Legg
Spirito Santo. Per questo m
la prima a favore della secon
La diversa connotazione di q
basta tuttavia a fondare e s
incompatibilità tra la libera
tazione garantita dallo Spirit
zione, Giuda deve accentuare
bagaglio apologetico del saggi
con estrema chiarezza la diffe
e religione rivelata ed anche
- delle ragioni che lo spingon
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms
676 Marina Cavar occhi
Contrapponendosi ai
nevano fosse realizza
tra le due sfere in cu
richiede una netta s
rigoroso la differenz
scelta tra l'ambito re
riesce di risolvere d
partito: se sia possibi
lori tra la ragione e l
genti» con cui si apre
This content downloaded from 151.61.8.200 on Tue, 05 May 2020 12:47:49 UTC
All use subject to https://about.jstor.org/terms