Camelot
Camelot | |
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La fortezza di Camelot, illustrazione di Gustave Doré | |
Informazioni generali | |
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Camelot (AFI: /ˈkamelot/[1]) era la fortezza del leggendario Re Artù: fu citata per la prima volta da Chrétien de Troyes nel suo poema Lancillotto o il cavaliere della carretta e acquisì un'importanza via via crescente nelle opere che, nel corso dei secoli, svilupparono la mitologia del ciclo arturiano.
Ubicazione
[modifica | modifica wikitesto]La collocazione geografica di Camelot non viene mai chiarita né da de Troyes né dagli autori successivi, a parte che da Malory, il quale colloca Camelot nella città di Winchester. Le ipotesi avanzate nel tempo includono:
- Saltwell Park, a Gateshead;
- Winchester
- Cadbury Castle nel Somerset;
- Tintagel Castle;
- Viroconium;
- Caerleon-on-Usk, nel Galles meridionale;
- Dinerth Castle vicino al fiume Arth, Galles occidentale.
- Greenan Castle, poco più a sud di Ayr, nell'Ayrshire Meridionale (Scozia occidentale)[2]
Si è anche ipotizzato che il nome "Camelot" sia una deformazione di Camulodunum, la fortezza di Colchester, sebbene la collocazione di quest'ultima, nell'Anglia orientale (Essex), la collochi nel regno "sbagliato".
Camelot nella cultura di massa
[modifica | modifica wikitesto]- Negli Stati Uniti d'America, la parola "Camelot" viene spesso usata per riferirsi al periodo della presidenza di John Fitzgerald Kennedy (1961-1963), considerato come un'epoca idilliaca (bruscamente interrotta dall'assassinio dello stesso Kennedy, spesso paragonato alla caduta di Artù).
- Le cronache di Camelot (The Camulod Chronicles) di Jack Whyte sono una serie di romanzi ad ambientazione storica.
- In un passaggio nonsense del film Monty Python e il Sacro Graal, Re Artù (interpretato da Graham Chapman) dice che "Camelot è un luogo stupido" e i cavalieri della Tavola Rotonda decidono di non andarci.
- Nella serie televisiva Third Watch, in Italia andata in onda anche con il titolo Camelot - Squadra Emergenza, la base operativa viene chiamata "Camelot" perché si trova all'angolo delle strade "King" e "Arthur".
- Il musical Camelot di Alan Jay Lerner e Frederick Loewe è basato sulla leggenda di Camelot, principalmente attraverso l'interpretazione di T.H. White in Re in eterno.
- La serie televisiva Merlin, ambientata a Camelot, narra delle avventure del giovane Artù quando al trono vi è ancora il padre Uther Pendragon e della sua relazione con Merlino, mago e suo servitore.
- È stata prodotta un'altra serie televisiva, Camelot, che narra dell'inizio del regno di Artù subito dopo che il padre Uther Pendragon è morto; la serie televisiva è tratta dal ciclo di romanzi arturiano La morte di Artù, composto da Thomas Malory alla fine del Quattrocento.
- La Disney ha realizzato il film Avalon High, dove si narrano le vicende di Allie Pennington, la quale scopre che la sua nuova scuola è una moderna Camelot e che i suoi compagni di classe sono la reincarnazione dei Cavalieri della Tavola Rotonda.
- Nel parco divertimenti di Gardaland, è presente una zona a tema medievale in cui, nei primi anni Duemila, sorgevano il "castello di mago Merlino" ed il "torneo Medievale"; all'area ci si riferiva spesso come al "regno di Camelot".
- È stato creato un OAV ambientato nella celebre fortezza, intitolato Camelot; un'ambientazione simile è presente anche in un ulteriore OAV, Ritorno a Camelot, che tuttavia non presenta alcun legame di continuità con la precedente opera.
- Nella serie manga e anime The Seven Deadly Sins - Nanatsu no taizai è presente la fortezza di Camelot, dove regna il re Arthur Pendagron affiancato da Merlin, uno dei Sette Peccati Capitali.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Luciano Canepari, Camelot, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
- ^ Susanna Nirenstein, ECCO LA CAMELOT DI RE ARTU', in La Repubblica, 1º novembre 1988.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Camelot
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Camelot, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 31 gennaio 2016.
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