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Lates niloticus

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Lates niloticus
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa Bilateria
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseGnathostomata
ClasseActinopterygii
SottoclasseOsteichthyes
SuperordineAcanthopterygii
OrdinePerciformes
SottordinePercoidei
FamigliaLatidae[2]
GenereLates
SpecieL. niloticus
Nomenclatura binomiale
Lates niloticus
Linnaeus, 1758
Sinonimi

Centropomus niloticus, Centropomus niloticus, Labrus niloticus, Lates albertianus, Lates niloticus albertianus, Lates niloticus macrolepidota, Lates niloticus macrolepidotus, Lates nilotus rudolfianus, Perca latus, Perca nilotica Centropomus niloticus (Linnaeus, 1758)
Labrus niloticus Linnaeus, 1758
Lates albertianus Worthington, 1929
Lates niloticus albertianus Worthington, 1929
Lates niloticus macrolepidota Pellegrin, 1922
Lates niloticus macrolepidotus Pellegrin, 1922
Lates nilotus rudolfianus Worthington, 1932

Lates niloticus, conosciuto comunemente come persico del Nilo o persico africano[3], è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Latidae[2].

Distribuzione e habitat

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Questa specie è diffusa in Africa, nella regione etiope e dell'Uganda in tutti i principali fiumi tra cui Nilo, Niger, Senegal, Volta, Nilo Azzurro e Congo. Si trova anche nei laghi Alberto, Turkana e Tana. È stato introdotto nel lago Vittoria.
Abita prevalentemente acque ferme o poco mosse: i giovani prediligono acque basse. In Egitto è segnalata una popolazione stabile in un lago salmastro.

L'aspetto di questo pesce può ricordare il persico reale ma è molto caratteristico per la bocca molto grande che supera ampiamente l'occhio, la vistosa "gobba" al centro della schiena e le pinne dorsali arretrate. Le pinne dorsali sono due, contigue, di cui la prima armata di raggi spiniformi, l'anale è piuttosto piccola, le pettorali e le ventrali sono abbastanza grandi, la pinna caudale è arrotondata. Una grossa spina sta sul bordo dell'opercolo branchiale.
La livrea è grigio - bluastra sul dorso e bianco argento sul ventre.
Raggiunge dimensioni ragguardevoli, con 2 metri di lunghezza per 200 kg di peso.

Si riproduce tutto l'anno, in acque basse. I giovani sono macchiettati e frequentano acque libere nella prima fase della vita.

Alimentazione

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Gli adulti si nutrono di pesce, i giovani inseriscono nella dieta anche insetti e crostacei mentre i più piccoli sono planctofagi.

Effetti ecologici della sua introduzione

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Questa specie è stata introdotta negli anni sessanta nel lago Vittoria dove esisteva una folta comunità di specie endemiche di ciclidi, evolutesi nell'arco di milioni di anni in un ambiente privo di predatori di grandi dimensioni. L'impatto di questo grande pesce piscivoro fu disastroso e comportò l'estinzione di decine di specie e la rarefazione di tutte le altre. Anche il ritorno economico dell'introduzione fu minore del previsto perché, a causa della sovrapesca e dell'esaurirsi delle risorse trofiche, le dimensioni medie degli esemplari sono andate diminuendo vistosamente di anno in anno. Le drammatiche conseguenze sociali di questa introduzione sono descritte nel film L'incubo di Darwin. La specie è stata inserita nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo.

Pesca nel lago Vittoria

Questa specie è pescata professionalmente con reti e palamiti di vario tipo ed è anche catturata da pescatori sportivi con la tecnica della traina.
Le carni sono buone e prive di lische, di colore roseo e si trovano frequentemente sui mercati italiani ed europei, talvolta definite fraudolentemente come "filetti di persico" e spacciati come filetti dell'europeo persico reale.

  1. ^ (EN) Lates niloticus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b Secondo ITIS andrebbe invece inserito nella famiglia Centropomidae, sottofamiglia Latinae.
  3. ^ Persico africano Lates niloticus Linnaeus, 1758, in Atlante delle specie ittiche - Crostacei, pesci, molluschi.

Voci correlate

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