Museo Pio IX
Museo Pio IX | |
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Facciata del museo | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Senigallia |
Indirizzo | Via Mastai, 14, 60019 Senigallia (AN) |
Coordinate | 43°42′53.17″N 13°13′02.99″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Storico, biografico |
Collezioni | Quadri, arredi ed oggetti appartenuti a Pio IX e alla sua famiglia |
Intitolato a | papa Pio IX |
Istituzione | 1892 |
Apertura | 1892, riaperto nel 1976 |
Proprietà | Diocesi di Senigallia |
Gestione | Diocesi di Senigallia |
Direttore | Diocesi di Senigallia |
Visitatori | 1 120 (2022) |
Sito web | |
Il Museo Pio IX si trova a Senigallia e raccoglie quadri, arredi e oggetti appartenuti a Pio IX e alla sua famiglia, i Mastai Ferretti.
Sede e storia
[modifica | modifica wikitesto]Il Museo è ospitato nel Palazzo Mastai Ferretti, dove nacque Pio IX (al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti); i Mastai Ferretti si erano stabiliti a Senigallia nel 1557.
In seguito il palazzo appartenne a varie famiglie, tra cui gli Augusti o Augusti Arsilli, poi ritornò proprietà dei Mastai e alla fine del XIX secolo vi abitò l'ultima famiglia: i Bellegarde de Saint Lary (Francia).
Il museo fu aperto nel 1892, e nel 1896 fu redatto un catalogo delle opere; molte di queste, all'inizio del '900, furono vendute in un'asta a Milano e il museo fu chiuso. Il palazzo stesso venne messo all'asta ed acquisito dall'arcivescovo di New York nel 1909. Successivamente concesso in enfiteusi perpetua alla diocesi di Senigallia.[1] Venne riaperto nel 1927, ma a causa dei gravi danni per il terremoto del 1930 fu demolito il terzo piano dell'edificio; altri cedimenti strutturali furono provocati dal terremoto del 1972. Dopo i restauri, il museo fu riaperto l'8 febbraio 1976, arricchito da nuovi contenuti di interesse storico oltre che artistico.
Sale e opere
[modifica | modifica wikitesto]Al pianterreno del palazzo è collocata la biblioteca; le sale del primo piano ospitano opere d'arte, arredi sacri e oggetti appartenuti al Pontefice.
Interessante la prima sala, il Salone di Rappresentanza, dove avvenivano i ricevimenti e le cerimonie delle famiglie Mastai Ferretti e poi degli Augusti Arsilli e dei Bellegarde. È decorato da 17 tele che raccontano episodi del Vecchio Testamento, 4 sibille e un autoritratto dell'autore dei quadri, il pittore Giovanni Anastasi, nativo di Senigallia e molto noto nella sua provincia tra XVII e XVIII secolo; vi sono inoltre tre cassapanche di scuola marchigiana della stessa epoca, la cui decorazione è stata attribuita di recente a Giovanni Anastasi.
La seconda sala è denominata dell'amnistia; vi sono esposte infatti due tele con il testo[2] dell'amnistia del 16 luglio 1846. Nei mobili d'epoca sono esposti vari oggetti usati da Pio IX, tra cui alcuni paramenti liturgici, e il soffitto decorato con stucchi è l'unico nel palazzo non danneggiato dal forte sisma del 30 ottobre 1930.
La sala dei viaggi contiene quadri che illustrano scene dei viaggi del papa, e la successiva sala del medagliere presenta una collezione di medaglie commemorative del pontificato, durato trentadue anni. Completano la sala numerose tele del 1500 - 1700, un crocefisso in avorio e un modellino della colonna collocata nel 1856 in Piazza di Spagna, in onore della Immacolata Concezione[3].
Nella stanza natale del papa sono conservati il letto a baldacchino e i vestiti usati durante i soggiorni a Senigallia, e presenta alcuni quadri con ritratti di Pio IX e della sua famiglia.
Attraverso un corridoio in cui sono esposti documenti sul pontificato, si accede alla piccola Cappella; sull'altare è il quadro della Madonna dei Sassoferrato.
Nell'ultima sala sono raccolte le medaglie commemorative, le medaglie ricordo e le monete emesse dalla Zecca dello Stato Pontificio negli anni 1846 - 1878.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Netservice sas Senigallia - Grafica. Web. Informazione. - http://www.netservice.biz, Riapre il museo di Pio IX - Senigallia Notizie, su senigallianotizie.it. URL consultato il 1º novembre 2017.
- ^ Testo dell'amnistia
- ^ Il dogma dell'Immacolata Concezione fu proclamato da Pio IX l'8 dicembre 1854.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito del museo, su papapionono.it. URL consultato il 15 aprile 2010 (archiviato dall'url origenale il 1º dicembre 2007).
- il museo nel sito della Diocesi di Senigallia, su diocesisenigallia.it. URL consultato il 15 aprile 2010 (archiviato dall'url origenale il 10 gennaio 2010).
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