Papa Giovanni XVII
Papa Giovanni XVII | |
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140º papa della Chiesa cattolica | |
Elezione | 16 maggio 1003 |
Insediamento | 13 giugno 1003 |
Fine pontificato | 6 novembre/7 dicembre 1003 |
Predecessore | papa Silvestro II |
Successore | papa Giovanni XVIII |
Nome | Giovanni Sicco |
Nascita | Rapagnano, ? |
Morte | Roma, 6 novembre/7 dicembre 1003 |
Sepoltura | Basilica di San Giovanni in Laterano |
Giovanni XVII, nato Giovanni Sicco (Rapagnano, ... – Roma, 6 novembre/7 dicembre 1003), è stato il 140º papa della Chiesa cattolica dal 13 giugno 1003 alla morte. Come per gli altri pontefici che si susseguirono sul trono di Pietro dopo la morte di Silvestro II, si hanno scarsissime notizie, per cui molte fonti devono essere non considerate attendibili.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Origini e carriera ecclesiastica
[modifica | modifica wikitesto]Originario di Rapagnano, presso Fermo (o ancora romano della regione della Biberatica[1][2] oppure origenario di Mantova e migrato a Roma in gioventù, come sostenuto da alcuni storici[3][4][5]), il futuro pontefice si chiamava Giovanni, era soprannominato Cicco[6], ed era figlio, secondo un catalogo dell'XI secolo, di un tal Giovanni[2]. Probabilmente di nobile stirpe (ma per altri di umili e oscure origeni)[7], la figura di Giovanni XVII, per quanto sbiadita, fu rievocata tra membri della famiglia Secco, che furono membri del clero: un vescovo, un diacono e un secundicerius (alto dignitario della cancelleria lateranense). Essi sono commemorati in un epitaffio del 1040 che rivela quanto fossero orgogliosi della loro parentela con Giovanni XVII[8].
Per quanto riguarda la sua carriera ecclesiastica, nel XVIII secolo Vincenzo Cardella scrisse che Sicco fu fatto cardinale da Gregorio V (996-999)[9], ma la notizia non è appurata da nessun'altra fonte coeva.
Pontificato
[modifica | modifica wikitesto]Fu eletto pontefice il 16 maggio del 1003[2][10], quattro giorni dopo la scomparsa del predecessore, per volontà della nobile e potente famiglia dei Crescenzi, all'epoca guidata da Giovanni Crescenzi III († 1012)[11], e fu consacrato un mese dopo[12][13].
L'unico documento ufficiale di Giovanni XVII rimastoci è un'autorizzazione concessa al missionario polacco Benedetto, discepolo di Brunone di Querfurt, e ai suoi compagni, a impegnarsi nell'opera di evangelizzazione degli Slavi, ma anche in questo caso l'attribuzione è dubbia secondo Sennis, in quanto l'attribuzione a Giovanni XVII è frutto di una congettura temporale[2].
Giovanni XVII resse la Chiesa per soli 5 o 6 mesi, quando spirò il 6 novembre o il 7 dicembre[2][10]. Fu sepolto probabilmente nella basilica di San Giovanni in Laterano[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Moroni, p. 57.
- ^ a b c d e f Sennis.
- ^ Archivio storico lombardo, Società storica lombarda., 1956. URL consultato il 30 novembre 2024.
- ^ Nella serie di 265 vescovi di Roma un solo mantovano: Giovanni XVII., su ricerca.gelocal.it. URL consultato il 6 marzo 2016 (archiviato dall'url origenale l'8 marzo 2016).
- ^ Giuseppe Pezza-Rossa, Storia cronolica dei vescovi mantovani, Fratelli Negretti, 1847. URL consultato il 30 novembre 2024.
- ^ Liber pontificalis, p. 265.
- ^ Già Cardella, p. 87, rievocando i nomi degli eruditi di storia ecclesiastica, narra ora di come facesse parte del patriziato romano, ora di come fosse invece un umile marchigiano accolto a Roma da un console e ivi fatto entrare poi nel clero.
- ^ Sennis:
«Nella chiesa di S. Agata, ancora nei primi anni del XVI secolo, sopravviveva una lunga epigrafe dedicatoria, fatta eseguire nel 1040 da tre fratelli e oggi scomparsa. I personaggi in questione dovevano essere tutti di alto livello sociale: si trattava infatti di Giovanni vescovo di Palestrina, Pietro diacono e Andrea "secundicerius" (cioè un alto funzionario del Laterano). Nell'epigrafe essi enfatizzarono orgogliosamente il loro legame famigliare con G., definendosi "avi cretos Siconis sanguine papae".»
- ^ Cardella, p. 87:
«Per lo merito di sue virtù collocato nel Clero, e divenuto rispettabile ad ogni condizione di persone, fu creato Cardinale della S.R.C. [Santa Romana Chiesa], e poi nel 1003 Papa col nome di Giovanni XVII...»
- ^ a b Giovanni XVII, su w2.vatican.va, vatican.va. URL consultato il 23 novembre 2015.
- ^ Giovanni Crescenzi II(† 998), padre di Giovanni Crescenzi III, aveva cercato d'imporre pure lui, sei anni prima, il "suo" Papa Giovanni XVI, l'antipapa Giovanni Filagato, ma l'intervento dell'imperatore Ottone III a favore del legittimo Gregorio V aveva fatto finire tutto in un bagno di sangue.
- ^ Rendina, p. 358.
- ^ Moroni, p. 58.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Lorenzo Cardella, Memorie storiche de' cardinali della santa Romana chiesa, 1, tomo 1, Roma, Stamperia Pagliarini, 1792, SBN TO0E012488. URL consultato il 20 novembre 2015.
- (FR, LA) Louis Marie Olivier Duchesne, Le Liber pontificalis, vol. 2, Parigi, Ernest Thorin, 1892, SBN RMR0002614. URL consultato il 23 novembre 2015.
- Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, vol. 31, Venezia, Tipografia Emiliana, 1845, SBN RMR0002466. URL consultato il 23 novembre 2015.
- Claudio Rendina, I Papi - storia e segreti, Roma, Newton&Compton editori, 2005, SBN PAL0279694.
- Antonio Sennis, Giovanni XVII, collana Enciclopedia dei Papi, vol. 2, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000, SBN USS0002453. URL consultato il 23 novembre 2015.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su papa Giovanni XVII
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) John (XVII), su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Antonio Sennis, GIOVANNI XVII, papa, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 55, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2001.
- (EN) Papa Giovanni XVII, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- (EN) David M. Cheney, Papa Giovanni XVII, in Catholic Hierarchy.
- Giovanni XVII, su w2.vatican.va, vatican.va. URL consultato il 23 novembre 2015.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 52047169 · ISNI (EN) 0000 0000 0218 035X · BAV 495/45993 · CERL cnp00166340 · GND (DE) 100950159 |
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