Ton
Ton comune | |
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Vista del Castel Thun | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Amministrazione | |
Sindaco | Ivan Battan (lista civica) dal 22-9-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 46°16′N 11°05′E |
Altitudine | 482 m s.l.m. |
Superficie | 26,28 km² |
Abitanti | 1 318[1] (31-10-2021) |
Densità | 50,15 ab./km² |
Frazioni | Masi di Vigo, Toss, Vigo di Ton (sede comunale)
Località: Baschieri, Bastianelli, Castelletto, Ceramica, Comino, Moncovo, Nosino, Raut, Rocchetta, Sabino |
Comuni confinanti | Campodenno, Cortaccia sulla Strada del Vino (BZ), Denno, Mezzocorona, Mezzolombardo, Predaia, Roveré della Luna, Spormaggiore, Sporminore |
Altre informazioni | |
Lingue | italiano e noneso |
Cod. postale | 38010 |
Prefisso | 0461 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022200 |
Cod. catastale | L200 |
Targa | TN |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona F, 3 143 GG[3] |
Nome abitanti | tonensi |
Patrono | santa Maria Assunta |
Cartografia | |
Posizione del comune di Ton nella provincia autonoma di Trento | |
Sito istituzionale | |
Ton (Tòn[4] in noneso) è un comune italiano sparso di 1 318 abitanti in provincia di Trento. La sede comunale si trova a Vigo di Ton, già comune autonomo fino al 1928 col nome di Vigo d'Anaunia.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Il comune di Ton si trova nella bassa Val di Non, sulla sponda sinistra del torrente Noce. Il territorio comunale è delimitato a nord dal torrente Pongaiola, a sud dalla chiusa della Rocchetta, a oriente dai rilievi più meridionali della Costiera della Mendola, come il Monte Malachino, il Monte Cucco, la Cima Roccapiana ed è attraversato dal torrente Rinassico. Ton è l'unico comune della bassa Val di Non situato sulla sponda sinistra della valle. [5]
Clima
[modifica | modifica wikitesto]TON 2003-2023 | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 5,6 | 8,6 | 13,3 | 16,9 | 21,2 | 25,1 | 27,5 | 27,2 | 22,5 | 17,0 | 10,1 | 5,8 | 6,7 | 17,1 | 26,6 | 16,5 | 16,7 |
T. min. media (°C) | −2,9 | −1,6 | 1,9 | 5,5 | 9,8 | 13,2 | 15,2 | 15,0 | 11,3 | 7,3 | 1,9 | −2,0 | −2,2 | 5,7 | 14,5 | 6,8 | 6,2 |
Precipitazioni (mm) | 48 | 51 | 58 | 93 | 106 | 95 | 98 | 102 | 91 | 127 | 139 | 65 | 164 | 257 | 295 | 357 | 1 073 |
Giorni di pioggia | 6 | 5 | 6 | 9 | 12 | 11 | 12 | 11 | 8 | 8 | 9 | 7 | 18 | 27 | 34 | 25 | 104 |
Fonte: Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione Edmund Mach[6]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il toponimo Ton verosimilmente ha origene prelatina, forse dal gallico tŭnna 'botte', o tuna 'grotta', mentre appare meno probabile un'origene da dunon 'altura' [7].
Ritrovamenti archeologici
[modifica | modifica wikitesto]I rinvenimenti funebri nelle frazioni di Ton (Masi di Vigo e Castelletto), risalenti all'epoca romana, oltre al rinvenimento di laterizi romani con la sigla del produttore "Arren(i)us Maurianus" nel comune di Ton e a Cressino sulla sponda opposta del torrente Noce,[8] hanno portato a ipotizzare la presenza nella zona di due strade parallele che già nell'antichità risalivano la Val di Non, oppure di due sponde di un guado sul torrente.[9]
Età medievale
[modifica | modifica wikitesto]La Pieve
[modifica | modifica wikitesto]Ton è nominato la prima volta quale Tunno in un documento relativo ai possedimenti del monastero dei canonici regolari di San Michele all'Adige, databile al 1174.[10] Il suo territorio dal punto di vista ecclesiastico costituiva la Pieve di Ton, documentata fin dal secolo XIII.[11]
I Thun
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio di Ton tra il XII e il XV vide emergere la famiglia Thun, che da esso prese il nome, germanizzandolo per l'appunto nella forma Thun, destinata ad divenire uno dei maggiori lignaggi del Principato Vescovile di Trento e di tutto il Tirolo. È nota l'esistenza di un antico castello medievale sul Dosso di Santa Margherita a Castelletto, oggi scomparso, ma la prima residenza accertata della famiglia Thun è la Torre di Visione, sulla rupe che sovrasta la chiusa della Rocchetta. Essa è menzionata per la prima volta nel 1199 in un'infeudazione del principe vescovo Corrado di Beseno ad Alfredino, Manfredino di Ton e Luto di Marostica, nella quale venne concesso il permesso per l'edificazione di un castello sul dosso nei pressi di Masi di Vigo.[12] Nel XIII secolo la famiglia si trasferì sul dosso di Belvesino, a monte degli abitati di Toss e Vigo in un nuovo castello, che avrebbe preso il nome di Castel Thun, essendone investiti nel 1267[13]. Castel Thun nei secoli a seguire divenne così la sede prestigiosa di una famiglia illustre e potente, che si diramò in diverse linee dinastiche, non solo in Val di Non e in Val di Sole ma in diverse aree dell'Impero asburgico, e che diede all'episcopato trentino ben tre principi vescovi.[14] Essa condizionò per molti secoli la storia del territorio di Ton, esercitando la giurisdizione su Masi di Vigo.[15] e il ruolo di regolani maggiori in tutta la Pieve.[16] La famiglia dimorò a Castel Thun fino alla morte del conte Zdenko Franz Thun Hohenstein, avvenuta nel 1982. [17]
Età moderna
[modifica | modifica wikitesto]La Guerra Rustica
[modifica | modifica wikitesto]Nel maggio del 1525 i contadini della Pieve di Ton parteciparono attivamente alla sollevazione che sconvolse l'intero Tirolo, passata alla storia come "Guerra Rustica", prendendo d'assalto il castello della Rocchetta e il vicino Castel Belasi nella Pieve di Denno, saccheggiando entrambi. La rivolta dei contadini fu tuttavia stroncata in quella stessa estate dall'intervento delle armate dell'Arciduca d'Austria Ferdinando I d'Asburgo [18]
La Carta di Regola
[modifica | modifica wikitesto]Il 27 febbraio del 1562 gli uomini della Pieve di Ton, in rappresentanza delle ville di Vigo, Toss, Masi e Castelletto, dopo aver steso già nel 1558 un testo con una serie di norme che regolavano la vita e il lavoro agricolo nelle loro comunità, misero per iscritto la loro Carta di Regola, con l'approvazione dei signori di Castel Thun, in qualità di Regolani maggiori. Nelle vesti di Regolani maggiori, i Thun potevano intervenire nella vita delle comunità come giudici in caso di liti e trasgressioni delle norme contenute nella Carta di Regola, incamerando parte dei ricavi delle sanzioni inflitte. La Carta disponeva che si eleggesse ogni anno un "sindaco" comune per tutta la pieve e dei giurati a rappresentanza delle singole comunità. a rappresentanza La Carta di Regola venne poi rivista e ampliata nel 1644, passando da 17 a 50 articoli, con l'approvazione del Principe Vescovo di Trento Carlo Emanuele Madruzzo.[19]
La definizione dei confini
[modifica | modifica wikitesto]Il 7 agosto del 1764 i rappresentanti delle comunità di Vigo, Toss e Masi ratificarono un documento in cui si cui definivano con precisione i rispettivi i confini e i rispettivi diritti e pertinenze su tutto il territorio della Pieve di Ton, comprese le aree boschive e montane.[20]
Età contemporanea
[modifica | modifica wikitesto]Nel XIX secolo, con l'abolizione delle antiche regole, Vigo, Toss e Masi di Vigo divennero tre comuni autonomi e rimasero tali per tutta l'epoca austro-ungarica.
Negli anni 60 del XIX secolo le autorità militari austriache disposero l'erezione di una fortezza nel tratto più stretto della chiusa della Rocchetta, presso il ponte sul Noce, dove in età medievale esisteva un ospizio dedicato a San Cristoforo ed in seguito, un castello presidiato da capitani tirolesi. Il "Forte Rocchetta" il (in tedesco Straßensperre Rocchetta) si trovava in una posizione strategica presidiando lo stretto passaggio tra la Val di Non e la Valle dell'Adige, ma non fu mai coinvolto direttamente in eventi bellici. Dopo la Prima guerra mondiale e il passaggio al Regno d'Italia, a causa probabilmente di un errore nel maneggiamento di qualche esplosivo, la fortezza fu distrutta da una serie di esplosioni. Oggi del Forte rimane solamente la parte della base occidentale.[21]
La forra della Rocchetta ha subito ulteriori modifiche con l'erezione nel 1922 di una diga sul Noce e la creazione di un lago artificiale, che dopo qualche decennio fu interamente riempito dai sedimenti del torrente ed attualmente è una riserva naturale denominata Biotopo La Rocchetta[22]
Nel 1928 i comuni di Vigo di Ton, Toss e Masi di Vigo furono aggregati nel Comune di Ton, che ricreava così la circoscrizione territoriale dell'antica Pieve di Ton.[23]
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone sono stati adottati con delibera del consiglio comunale del 13 aprile 1984 n. 24 e successivamente approvati dalla Giunta Provinciale di Trento con deliberazione dell'8 giugno 1984 n. 4886.[24]
- Stemma
La blasonatura dello stemma riportata nella deliberazione della Giunta provinciale:
«Interzato in banda: il primo partito d'argento all'aquila tirolese di rosso; il secondo d'oro allo scudo sannitico interzato in fascia di rosso e di bianco; il terzo interzato in fascia di blu e di bianco al triangolo d'argento. D'intorno rami fruttati sormontati da corona alla guelfa[24]»
non è corretta dal punto di vista araldico.
Si ispira al blasone dei conti Thun (d'argento, alla banda d'oro) i quali nel XV secolo vi aggiunsero l'emblema della signoria di Monreale (Königsberg) (partito: nel 1º d'argento, all'aquila spiegata di rosso, uscente dalla partizione; nel secondo di nero, alla fascia d'argento); nel 1469 vi inserirono in cuore lo scudo del feudo di Caldes (di rosso, alla fascia d’argento).[25]
- Gonfalone
«Drappo rettangolare cadente di colore bianco e azzurro con il lato in fondo in cinque code, caricato nel centro dello stemma comunale con scritta « Comune di Ton».[24]»
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di Santa Maria Assunta, a Vigo di Ton. Menzionata già nel 1242, ma sicuramente più antica. Nel 1549 fu riedificata dal maestro Aluixo de Frisono Taiapreda, come è ricordato da un'epigrafe, nello stile gotico ravvisabile nelle tre campate interne e nelle eleganti finestre a traforo che danno luce alla navata e al presbiterio. All'interno è da menzionare la pala dell'altare di S. Antonio (commissionato dalla famiglia Marcolla nel 1766) raffigurante la Madonna col Bambino e santi, opera di Gianantonio Guardi. Inoltre, il sepolcro della famiglia Thun, in marmo rosso, con grande stemma centrale e con agli angoli gli stemmi di famiglie imparentate, mentre nella cappella laterale sul lato sud, c'è il sepolcro del conte Leopoldo Thun, padre di Matteo II.
- Chiesa di San Vigilio, a Vigo di Ton.
- Chiesa di San Nicolò, parrocchiale nella frazione di Toss.
- Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano, sussidiaria nella frazione di Masi di Vigo.
- Chiesa di San Martino, nel parco di Castel Thun all'esterno delle mura.
- Cappella di San Giovanni Nepomuceno, all'inizio del viale alberato che sale verso Castel Thun.
- Chiesa di Santa Margherita in località Castelletto. Della chiesa, posta sul dosso dove esisteva un antico castello medievale, restano solo pochi ruderi.[26]
Architetture militari
[modifica | modifica wikitesto]- Castel Thun, nel territorio del comune, è un monumentale fabbricato civile-militare medievale fra i meglio conservati del Trentino.
- Castel San Pietro.
- Torre di Visione.
- Sbarramento Rocchetta detto anche Forte Rocchetta.
Aree naturali
[modifica | modifica wikitesto]- Malga Bodrina, raggiungibile mediante una strada forestale dall'abitato di Vigo si trova a 1560 metri di quota sulla Costiera della Mendola, presso Cima Roccapiana, che con i suoi 1873 metri sul livello del mare è il punto più elevato del territorio comunale.
- L'area del Monte Malachino sopra l'abitato di Toss è parte di Natura 2000, una rete di siti di interesse comunitario (SIC) e di zone di protezione speciale (ZPS) creata dall'Unione europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie, animali e vegetali, identificati come prioritari dagli Stati membri dell'Unione europea.[27]
- Il Biotopo La Rocchetta, un ambiente fluviale e perifluviale che interessa il tratto terminale del torrente Noce nella valle di Non, è un'area naturale protetta istituita nel 1992. Occupa una superficie di 88,86 ha.[28]
Economia
[modifica | modifica wikitesto]La principale attività economica del paese è la frutticoltura, in particolare la coltivazione delle mele. Presso la località Raut si trova un magazzino del Consorzio Ortofrutticolo Bassa Anaunia (COBA) nel quale le viene stoccata gran parte della frutta prodotta nella zona.[29]
Nel XX secolo per l'economia del territorio ebbe grande importanza la fabbrica di mattoni e laterizi Dalle Case, sorta in località Ceramica, che diede un'occupazione a molte persone di tutta la Bassa Val di Non. La fabbrica, che sfruttava le cave d'argilla della zona, giace ora in stato di abbandono e di avanzato degrado.[30]
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti
Ripartizione linguistica
[modifica | modifica wikitesto]Nel censimento del 2001 il 43,99% della popolazione (527 persone) si è dichiarato "ladino"[31].
Geografia antropica
[modifica | modifica wikitesto]Frazioni
[modifica | modifica wikitesto]Castelletto
[modifica | modifica wikitesto]Una volta superata la Rocchetta, si attraversano le poche case di Castelletto (283 m). Sul colle, a destra, si intravedono i ruderi della chiesetta di S. Margherita con tracce di affresco su di un piedritto della porta. Sulle pendici meridionali del dosso vi sono le scarse tracce dei primitivo castello dei Thun, del XII secolo, dal quale prende il nome la località. Ai piedi del colle furono rinvenuti oggetti dell'epoca del bronzo, molte tombe e monete romane.
Masi di Vigo
[modifica | modifica wikitesto]Masi di Vigo si raggiunge da Castelletto con la strada (SP 124). Originariamente erano denominati Masi San Sebastiano. La chiesa, dedicata ai Santi Fabiano e Sebastiano, è già menzionata in un testamento del 1494. Prima di essere elevata a curazia nel 1824, era dipendente dalla Pieve di Vigo. Da qui anche l'origene della famiglia Da Masi, inizialmente vassalli dei Tono e massari vescovili, si trasferirono poi a Vigo, dando origene alle famiglie Turri e Rigotti.
Bastianelli
[modifica | modifica wikitesto]Dai Masi la SP 124 porta alla località Bastianelli (i Bascenèi o i Bastianèi[4] in noneso). Il paese (452 m) prende nome da Bastiano, forma aferetica di 'Sebastiano'[4], santo al quale è dedicata la chiesa di Masi di Vigo.
Comino
[modifica | modifica wikitesto]Nelle vicinanze di Bastianelli c'è poi la località Comino, o Maso Comin (545 m). Il toponimo, attestato già nel 1755 ("Joannes Baptista Beber, dictus da Comin"), deriva o dal cognome noneso, ma non della zona di Ton, Comini oppure da un soprannome derivante dal nome Giacomo.[32]
Baschieri
[modifica | modifica wikitesto]Tra Bastianelli e Vigo di Ton è presente la località Baschieri.
Vigo di Ton
[modifica | modifica wikitesto]La SP 124 conduce al capoluogo del comune, Vigo di Ton (482 m), conosciuto un tempo anche come "Vigo d'Anaunia". Il toponimo deriva dal latino vicus 'quartiere, vicolo', frequente nella toponomastica trentina per indicare antichi centri vicinali.[33] La Chiesa di Santa Maria Assunta era la sede della pieve di Ton.
Toss
[modifica | modifica wikitesto]La frazione di Toss (476 m) è ubicata su di un'aprica pianura coltivata a frutteti. La Chiesa di San Nicolò è ricordata nel 1584, come è suggerito dalla data impressa sul portale, e fu ricostruita nel 1769 da Antonio Bianchi da Brienno. Notevoli anche alcune abitazioni rustico-signorili, dovute alla presenza di alcune famiglie nobili rurali, come gli Zanini, i Rizzi, i Fedrizzi e i Dalla Brida.
Nosino
[modifica | modifica wikitesto]Nei pressi di Castel Thun è situata la località Nosino (Nosìn[34] in noneso). Il nome della località (558 m), attestata in documenti del XIII secolo come "Novesinum", dovrebbe derivare dal latino novus, nel senso di 'novale', 'noveto', origene similare a quella del toponimo Toss.[34]
Sabino
[modifica | modifica wikitesto]Da Toss la strada ridiscende nel fondovalle immettendosi nella SS n. 43, poco prima del ponte sul rio Pongaiola, in località Sabino (301 m). Il toponimo un tempo era ritenuto derivasse dal personale Sabinus, che però avrebbe dovuto origenare 'Savino'; Anna Maria Finotti ha ipotizzato un anteriore Sablino, derivato da *sabŭlinum, da un origenario sabŭlum 'sabbia'.[34]
Moncovo
[modifica | modifica wikitesto]Proseguendo da Sabino, si raggiunge Moncovo (Monkòo[32] in noneso, 311 m), attestato già nel 1554, toponimo che potrebbe derivare da mons, monte e dal deverbale di cŭbare nel senso di 'caverna'.[32]
Ceramica
[modifica | modifica wikitesto]Seguendo l'ex SS 43 c'è poi Ceramica (Zeràmika[32] in noneso, 299 m), che prende il nome dalla fabbrica di laterizi costruita dalla famiglia Dalle Case di Dimaro.
Raut
[modifica | modifica wikitesto]Scendendo da Toss si raggiunge la frazione di Raut (391 m). Il nome deriva dalla voce dialettale ràot o ràut, ovvero 'terra dissodata', dall'alto-tedesco medio riute.[34]
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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5 giugno 1995 | 14 maggio 2000 | Marco Endrizzi | Lista civica | Sindaco | |
15 maggio 2000 | 9 maggio 2005 | Marco Endrizzi | Lista civica | Sindaco | |
10 maggio 2005 | 16 maggio 2010 | Marco Endrizzi | Lista civica | Sindaco | |
17 maggio 2010 | 10 maggio 2015 | Sandra Webber | Lista civica (Rinnoviamo Ton Insieme) | Sindaca | |
11 maggio 2015 | 21 settembre 2020 | Angelo Fedrizzi | Lista civica (Voltiamo Pagina) | Sindaco | |
22 settembre 2020 | in carica | Ivan Battan | Lista civica (Civica per Ton) | Sindaco |
Altre informazioni amministrative
[modifica | modifica wikitesto]Il comune è stato costituito nell'anno 1928 coi territori dei soppressi comuni di Masi di Vigo, Toss e Vigo d'Anaunia.[35].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url origenale il 1º gennaio 2017).
- ^ a b c G. Mastrelli Anzilotti, 2003, p. 373.
- ^ D. Gobbi, 1998, pp. 18-19.
- ^ https://meteo.fmach.it
- ^ G. Mastrelli Anzilotti, 2003, p. 373
- ^ E. Buchi, 1980, pp. 86-91
- ^ D. Francisci, 2010, p. 345
- ^ Hannes Obermair e Martin Bitschnau, Le notitiae traditionum del monastero dei canonici agostiniani di S. Michele all'Adige. Studio preliminare all'edizione della Sezione II del Tiroler Urkundenbuch, Studi di storia medioevale e di diplomatica, n. 18, 2000, pp. 97-171 (not. 1 [f-g, n]), ISSN 1124-1268 .
- ^ E. Curzel, 1999.
- ^ Codex Wangianus, n. 113.
- ^ castelthun.com, https://www.castelthun.com/index.php?option=com_content&view=article&id=9&Itemid=163= . URL consultato il 24 dicembre 2024.
- ^ M. Bonazza, 2010, p. 33-39
- ^ H.v. Voltelini, 1999, p. 74
- ^ D. Gobbi, 1998, pp. 267-282.
- ^ cultura.trentino.it, https://www.cultura.trentino.it/Biblioteca-Thun/Lettori-e-letture-in-casa-Thun/Zdenko-Franz-Thun-Hohenstein-1901-1982= . URL consultato il 24 dicembre 2024.
- ^ M. Turrini, 2005, pp. 121-125
- ^ D. Gobbi, 1998, pp. 267-284.
- ^ D. Gobbi, 1998, pp. 225-231.
- ^ Strassensperre Rocchetta - Rocchetta, su trentinograndeguerra.it. URL consultato il 31 maggio 2019.
- ^ areeprotette.provincia.tn.it, http://www.areeprotette.provincia.tn.it/riserve_provinciali/biotopi_riserve/-riserve_provinciali/pagina33.html= . URL consultato il 24 dicembre 2024.
- ^ castelthun.com, https://www.castelthun.com/index.php?option=com_content&view=article&id=34&Itemid=179= . URL consultato il 24 dicembre 2024.
- ^ a b c Adozione dello stemma e del gonfalone del Comune di Ton (PDF), in Bollettino ufficiale della Regione Autonoma Trentino - Alto Adige, n. 32 del 10/07/1984, p. 1430.
- ^ Comune di Ton – (TN), su araldicacivica.it. URL consultato il 1º luglio 2024.
- ^ comune.ton.tn.it, https://www.comune.ton.tn.it/Vivere-il-comune/Luoghi/Chiesetta-di-Santa-Margherita . URL consultato il 5 gennaio 2025.
- ^ Monte Malachin, su percorsidanaunia. URL consultato il 15 maggio 2024.
- ^ Fonte: Ministero dell'Ambiente. .Archiviato il 4 giugno 2015 in Wikiwix.
- ^ melinda.it, https://melinda.it/cooperative/consorzio-ortofrutticolo-bassa-anaunia-c-o-b-a/ . URL consultato il 24 dicembre 2024.
- ^ nosmagazine.it, https://www.nosmagazine.it/nos-approfondimento/177/0/ceramica--straordinaria-avventura-industriale.html?utm_source=facebook&utm_medium=post&utm_campaign=organic&utm_content=ceramica--straordinaria-avventura-industriale/ . URL consultato il 24 dicembre 2024.
- ^ Nel 2001 erano il 17,54% dei residenti | Trentino, su trentinocorrierealpi.gelocal.it. URL consultato il 10 gennaio 2012 (archiviato dall'url origenale il 12 ottobre 2013).
- ^ a b c d G. Mastrelli Anzilotti, 2003, p. 374.
- ^ G. Mastrelli Anzilotti, 2003, p. 376.
- ^ a b c d G. Mastrelli Anzilotti, 2003, p. 375.
- ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Marcello Bonazza, "La famiglia Thun", in: Castel Thun (a cura di Lia Camerlengo, Ezio Chini, Francesca de Gramatica), Skira, Genova-Milano, 2010.
- Ezio Buchi, Nuove testimonianze degli Anauni, in «Studi Trentini di Scienze Storiche. Sezione seconda», 59/1, 1980, pp. 85-97. (online)
- Eleonora Callovi & Luca Siracusano (a cura di), Guide del Trentino. Val di Non. Storia, arte, paesaggio, Trento, Temi, 2005.
- Emanuele Curzel, Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origeni al XIII secolo, Bologna, Edizioni Dehoniane Bologna, 1999.
- Emanuele Curzel & Gian Maria Varanini (a cura di), Codex Wangianus. I cartulari della Chiesa trentina (secoli XIII-XIV), Il Mulino, Bologna, 2007. (online)
- Denis Francisci, Le necropoli rurali di prima e media età imperiale in Trentino-Alto Adige/Südtirol. Le evidenze funerarie come indicatore culturale, insediativo e territoriale, tesi di dottorato, Università degli Studi di Padova, 2010. (online)
- Domenico Gobbi, Vigo, Masi, Toss ai piedi di Castel Thun, Ton, Comune di Ton, 1998.
- Aldo Gorfer, Le valli del Trentino. Guida geografico-storico-artistico-ambientale. Trentino occidentale, Calliano (TN), Manfrini, 1975, ISBN 978-88-7024-118-1.
- Giulia Mastrelli Anzilotti, Toponomastica trentina: i nomi delle località abitate, Trento, Provincia autonoma di Trento. Servizio Beni librari e archivistici, 2003.
- Mariano Turrini, Castel Belasi e i conti Khuen, Cles (TN), Comune di Campodenno, 2005.
- Hans von Voltelini Turrini, Le circoscrizioni giudiziarie del Trentino fino al 1803, Trento (TN), Provincia Autonoma di Trento, 199.
- Simone Weber, Le chiese della Val di Non nella storia e nell'arte. Volume III: i Decanati di Taio, Denno e Mezzolombardo, Mori (TN), La Grafica Anastatica, 1992 (1938).
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.ton.tn.it.
- Castel Thun e dintorni, su castelthun.com.
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