Henri Bergson
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Per la letteratura (1927)
Henri-Louis Bergson (1859 – 1941), filosofo francese.
Citazioni di Henri Bergson
[modifica]- I fatti di coscienza si compenetrano, e nel più semplice di essi si può riflettere l'anima intera.[1]
- Il cristianesimo trasfigura tutto ciò che tocca rendendolo semplicemente cristiano.[2]
- L'umanità geme, semischiacciata dal peso del progresso compiuto.[3]
- [Sul Salmo 23] Le centinaia di libri che ho letto non mi hanno mai procurato tanta luce e tanto conforto quanto questi versi.[4]
- Le mie riflessioni mi hanno portato sempre più vicino al cattolicesimo, nel quale vedo il completamento dell'ebraismo. Io mi sarei convertito, se non avessi visto prepararsi da diversi anni la formidabile ondata di antisemitismo, che va dilagando sul mondo. Ho voluto restare tra coloro che domani saranno dei perseguitati. Ma io spero che un prete cattolico vorrà venire a dire le preghiere alle mie esequie, se il cardinale arcivescovo di Parigi lo autorizzerà. Nel caso che questa autorizzazione non sia concessa, bisognerà chiamare un rabbino, ma senza nascondere a lui o ad altri la mia adesione morale al cattolicesimo, come pure il desiderio da me espresso di avere le preghiere di un prete cattolico.[5]
- Le opinioni alle quali teniamo di più sono quelle di cui più difficilmente potremmo rendere conto.[6]
- Niente è meno del momento presente, se in tal modo intendete questo limite indivisibile che separa il passato dal futuro.[7]
- Pensa da uomo d'azione e agisci da uomo di pensiero.[8]
Il riso
[modifica]- Il riso punisce alcuni difetti quasi nello stesso modo in cui la malattia punisce alcuni eccessi. (cap. III, V)
- Non vi è comicità al di fuori di ciò che è propriamente umano. (cap. I, I)
- Se si volesse dunque definire il comico confrontandolo con il suo contrario, più che alla bellezza bisognerebbe contrapporlo alla grazia. È rigidità più che bruttezza. (cap. I, III)
L'evoluzione creatrice
[modifica]- Gli animali, costretti ad andare alla ricerca del loro nutrimento, si sono evoluti nel senso dell'attività locomotoria e, di conseguenza, di una coscienza sempre più ampia, sempre più distinta.
- Il presente non contiene niente di più rispetto al passato, e quello che si trova nell'effetto era già presente nella sua causa.
- L'intelligenza, considerata in ciò che sembra esserne il significato origenario, è la facoltà di fabbricare oggetti artificiali, in particolare utensili atti a fare altri utensili, e di variarne la fabbricazione indefinitamente.
- Nell'animale l'invenzione non è mai altro che una variazione sullo stesso tema fisso usuale: chiuso nelle abitudini della specie, esso arriva, certo, ad allargarle con la sua iniziativa individuale, ma sfugge all'automatismo per un solo istante, esattamente il tempo di creare un nuovo automatismo, e le porte della sua prigione si richiudono appena aperte, dato che tirando la sua catena esso riesce soltanto ad allungarla.
Nell'uomo, la coscienza spezza la catena, solo nell'uomo essa si libera: fino a lui tutta la storia della vita era stata uno sforzo della coscienza per sollevare la materia, ed una compressione più o meno completa della coscienza da parte della materia che sulla prima ricadeva.[9] - Rifiutare la coscienza a un animale perché non ha cervello sarebbe così assurdo come dichiararlo incapace di nutrirsi perché non ha stomaco.
Ciò che è sempre mancato di più alla filosofia, è la precisione.[10]
Citazioni su Henri Bergson
[modifica]- Alla concezione volgare del tempo, che è come d'una cornice in cui noi inseriamo la nostra vita, d'un mezzo in cui viviamo ed agiamo; alla concezione Kantiana d'una forma a priori che lo spirito impone ai fenomeni; il Bergson sostituisce la concezione del tempo come dell'essere stesso della vita, ch'egli ritrova dentro di noi come una molteplicità qualitativa, come uno sviluppo organico che pure non è una quantità crescente, come una eterogeneità pura nel cui seno non si trovano qualità distinte, i cui momenti non sono esterni gli uni agli altri. Io non posso indugiarmi a chiarire queste frasi, che sono il risultato d'una lunga ricerca: ma chi ha qualche familiarità col pensiero bergsoniano, e sa ch'esse in certo senso rappresentano la forma, e perciò la realtà, della nostra vita spirituale, non può sfuggire come ciascuna di esse sia applicabile senza mutamento alla musica. (Raffaello Piccoli)
- Già da tempo avevo una certa antipatia per la lucida filosofia di Bergson. La spiegazione delle "pseudorimembranze", per esempio, poggia l'ipotesi di una vita in perenne progressione; ma non ero proprio sicuro che progredisse sempre. Non poteva darsi che in alcuni casi regredisse ripetutamente? L'ipotesi della vita che perennemente progredisce e si amplifica è certamente un concetto che lusinga l'amor proprio dell'uomo moderno; ma io sono solito esser molto cauto verso tutto ciò che lusinga me stesso. (Shôhei Ôoka)
- I primi contatti che Étienne ebbe con Bergson non furono né molto personali né molto calorosi, ma dal punto di vista intellettuale furono importantissimi. Étienne dirà che il corso di Bergson fu «l'avvenimento culminante della mia vita». In Bergson incontrò per la prima volta un autentico filosofo nell'atto stesso di filosofare. (Laurence Kennedy Shook)
- La barca bergsoniana fa ormai acqua da molte parti. Prima ancona che – come racconta la cronaca di questi giorni – l'apostolo della qualità discendesse la cattedra illustre e circondata di belle signore, per mettersi a studiare in Einstein la teoria della relatività dello spazio del moto ecc. (cioè la concezione filosofica più quantitativa da Talete in qua), nella stessa Parigi già si era fatta valere una reazione spiritualista rivendicante i diritti dell'indagine intelligente contro la pigra sensualità dell'intuizionismo. (Fernando Liuzzi)
- La mediazione bergsoniana è non razionale, empirica. L'intuizione, che ne è lo strumento, non si ha se non cercando di profondarsi, con la più assoluta libertà e umiltà, nell'anima dell' oggetto che si vuole afferrare, tentandone una specie, com'egli dice, di auscultazione intellettuale; anzi ancora più, se non abbandonando tutte le forme razionali, che ci dànno abitualmente sulla realtà quella presa ottima per i puri fini pratici, che noi scambiamo per una conoscenza disinteressata, per trasferirci interamente, senza residui concettuali, con un vero sforzo e sacrificio del pensiero ragionante, nel cuore e nella corrente dell'oggetto della nostra ricerca metafisica. Ma tale conoscenza intuitiva, che, s'installa nel mobile e adotta la vita stessa delle cose, non dura che un istante: la sua espressione ed applicazione deve, di necessità, essere conforme ai nostri abiti razionali: bisogna insomma tornare ai concetti così empiricamente mediati, e compresi, e valersi di immagini successivamente approssimantisi alla diretta intuizione, per condurre verso quella gli individui cui si vuol comunicare, e rendere agevole, lo sforzo compiuto. (Raffaello Piccoli)
- La sua evoluzione è stata così radicale che sentiva il bisogno di raccordarsi non solo con Cristo e con i santi, ma anche con la Chiesa. (Antonin-Dalmace Sertillanges)
- Non mi arresterò di più davanti all'ipotesi del Bergson; secondo lui l'istinto non fa che continuare il lavoro attraverso il quale la vita organizza la natura. Ciò che è una verità evidente o una tautologia, giacché la vita e la natura sono in fondo due nomi di una stessa incognita: ma questa verità troppo evidente, negli sviluppi che dà l'autore di Materia e Memoria e dell' Evoluzione creatrice, è spesso gradevole. (Maurice Maeterlinck)
- Saputo che Bergson, cui i tedeschi avevano offerto la nomina di «Ariano onorario», titolo buffonesco e sinistro inventato dalla Germania (che, nonostante tutto, ha bisogno di ebrei, di certi ebrei), ha rifiutato un onore tanto sospetto. Si alza dal letto, si avvolge in una coperta, esce in pantofole, appoggiato al braccio d'un domestico, e si reca così alla Prefettura, dove si fa segnare sul registro come ebreo. Si pensa alla Bibbia, leggendo tali fatti, al libro dei Maccabei (Julien Green)
Attribuzioni erronee
[modifica]- Gli occhi vedono solo ciò che la mente è pronta/preparata a comprendere - è invece di Robertson Davies come citato in "The White Bedouin" (2007) di George Potter, p.241
Note
[modifica]- ↑ Citato in Laura Santone, Voci dall'abisso: nuovi elementi sulla genesi del monologo interiore, Edipuglia, Bari, 1999. ISBN 88-7228-259-4
- ↑ Riferito da Jacques Chevalier; citato in Viotto 2008, p. 20.
- ↑ Da Le due fonti della morale e della religione, traduzione di Mario Vinciguerra, Edizioni di comunità, 1947, p. 349.
- ↑ Citato in Gianfranco Ravasi, L'incontro: ritrovarsi nella preghiera, Oscar Mondadori, Milano, 2014, p. 25. ISBN 978-88-04-63591-8
- ↑ Dal testamento, 8 febbraio 1937; citato in Viotto 2008, p. 20.
- ↑ Da Saggio sui dati immediati della coscienza.
- ↑ Da Materia e memoria, a cura di Adriano Pessina, Laterza, Roma-Bari, 2014.
- ↑ Citato in Mario Grasso, Punti di vista, FrancoAngeli, Milano, 2001, p. 74. ISBN 88-464-3200-2
- ↑ Citato in Gino Ditadi, I filosofi e gli animali, vol. 2, Isonomia editrice, Este, 1994, pp. 883-884. ISBN 88-85944-12-4
- ↑ Citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993.
Bibliografia
[modifica]- Henri Bergson, Il riso. Saggio sul significato del comico, traduzione di Federica Sossi, Feltrinelli, Milano, 2017. ISBN 9788858830956
- Henri Bergson, L'evoluzione creatrice, a cura di Marinella Acerra, BUR, 2012.
- Piero Viotto, Grandi amicizie: i Maritain e i loro contemporanei, Città Nuova, Roma, 2008.
Altri progetti
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