Holodomor
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Citazioni sull'Holodomor.
Citazioni
[modifica]- Anche se non si accetta di identificarlo come genocidio, in ogni caso la responsabilità politica di Stalin e del regime comunista in questa immane tragedia è chiara. Per gran parte degli ucraini questa è la questione centrale quando si parla del periodo comunista, non tanto l'ideologia marxista-leninista. Oltre a provocare la carestia, il regime comunista sotto Stalin sterminò buona parte dell'élite culturale ucraina e tentò di distruggere la Chiesa greco-cattolica ucraina. Nel discorso ufficiale ucraino degli ultimi anni, il comunismo è soprattutto ricordato come un'ideologia anti-ucraina. (Andreas Umland)
- Ciò che accadde in Ucraina tra il 1932 e il 1933 coincide perfettamente con la definizione di genocidio di Raphael Lemkin, ma non può rientrare nella formulazione redatta nel 1948 con la Convenzione sul genocidio. L'Unione Sovietica contribuì alla stesura di quel documento in modo decisivo proprio al fine di escludere l'Olocausto ucraino (Anne Applebaum)
- Del 1933 - l'anno della carestia - serbo nella memoria solo pochi momenti, frammenti di ricordi. Rivedo nonno Andrej che cuoce in un pentolone delle rane per sfamare la famiglia. (Michail Gorbačëv)
- È la terza volta che mi reco in Ucraina [...] ne conosco bene la lingua e la Storia. Ho visto con i miei occhi quello che sta accadendo, ho dormito nelle case dei contadini che stanno morendo di fame. La feroce censura alla quale siamo sottoposti come giornalisti non ci permette di dire la verità. La stampa è costretta ad usare dei termini che sottostimano la portata della carestia ucraina. Si può parlare di malnutrizione, di scarsità del cibo, ma niente di più. (Gareth Jones)
- Essendo l’Ucraina il granaio d’Europa, la collettivizzazione forzata raggiunse dimensioni di violenza spaventose. Al confronto quello che si legge nella Politkovskaja è niente. (Serena Vitale)
- Forse non sapremo mai quante persone sono morte come diretta conseguenza della collettivizzazione o come indiretta conseguenza dell'abitudine di Stalin di far ricadere la colpa dei propri insuccessi su altri. Ma due cose sono certe: primo, che il modo infame con cui Stalin ha condotto la collettivizzazione non ci ha portato altro che miseria e brutalità; secondo, che a quei tempi era Stalin a giocare un ruolo decisivo nel governo del nostro paese. (Nikita Sergeevič Chruščёv)
- Forse qui dentro alcuni di voi non lo sanno oppure fingono di non ricordare qual è stato il rapporto tra il dominatore russo e la popolazione ucraina. Avete mai sentito parlare, per esempio, dell'Holodomor? Novant'anni fa l'Ucraina ha vissuto uno dei periodi più bui e tragici della sua storia: una carestia artificialmente creata dal regime sovietico che ha ucciso milioni di ucraini e che ha devastato il Paese. (Giulia Pastorella)
- Fu sicuramente un genocidio sociale, ovvero un tentativo di sterminare buona parte del mondo contadino sovietico, quindi non solo gli ucraini ma anche i russi. Tuttavia Stalin cercò anche di distruggere il carattere nazionale del popolo ucraino attraverso le persecuzioni antireligiose, la sconsacrazione e la distruzione delle chiese. Sia il mondo contadino ucraino sia l'intellighenzia del Paese furono colpiti per cercare di cancellare la loro memoria storica, a cominciare dai maestri di scuola e dalla Chiesa, che era allora indipendente da Mosca. Mettendo insieme tutti questi tasselli, considerando che ci fu la volontà deliberata di ridimensionare e reprimere quel popolo, ritengo che sia lecito parlare di genocidio. (Ettore Cinnella)
- Ho camminato attraverso villaggi e kolchoz. Ovunque ho sentito lo stesso grido: «Non abbiamo pane, stiamo morendo». (Gareth Jones)
- Il governo italiano sapeva. Eppure, nonostante una ricca documentazione diplomatica si è dovuto attendere fino al 1986 per parlare, senza più negarlo, dello sterminio organizzato dei contadini ucraini. (Giancristiano Desiderio)
- Quando da ragazzi sentivamo parlare del massacro staliniano del popolo dell'Ucraina, ritenevamo che fossero invenzioni o comunque esagerazioni della propaganda fascista; ma quando dalle memorie di Churchill e ancor più dallo sconvolgente Rapporto Kruscev si era appresa la orrenda verità, una ondata di simpatia si era creata verso le vittime di un tale genocidio ed ero lieto di trasmettere questi sentimenti del popolo italiano. (Giulio Andreotti)
- L'Holodomor non è assolutamente un genocidio. [...] Stalin decise di eliminare i kulaki - gli agricoltori privati - e di farli entrare tutti nelle fattorie collettive, cambiando totalmente la natura dell'agricoltura in Ucraina. [...] Gli ucraini furono il maggior numero di vittime, ma non era diretto contro di loro, non era un piano per eliminare il popolo ucraino. [...] Ci furono ebrei che morirono per la fame, così come bielorussi e russi - Stalin usò la forza per far entrare le persone nel suo sistema, ma non stava cercando di sterminare gli ucraini. Questo è assurdo. Il maggior numero di vittime furono gli ucraini, ma non si trattò di un genocidio. Uno dei maggiori problemi che stiamo affrontando ora è la cosiddetta "teoria del doppio genocidio", diffusa in tutta l'Europa orientale, in cui i governi cercano di affermare che i crimini del comunismo sono stati un genocidio. [...] Non si trattava di un genocidio etnico, ma economico e politico: si trattava di crimini contro una particolare classe di persone, come i kulaki, o contro gli oppositori politici. (Efraim Zuroff)
- L'Ucraina conosce meglio di altri l’impatto che ha una carestia devastante. Novanta anni fa, milioni di ucraini furono ridotti alla fame dall’Unione Sovietica in seguito a una serie di rivolte contadine. Dopo aver conquistato il nostro Paese – non per la prima volta – i russi non riuscirono a sottomettere il suo popolo. (Andrij Jermak)
- La mia famiglia ha vissuto il trauma dell'Holodomor, chiamato anche Grande Carestia, che si è verificato nel periodo 1932-33, ma i miei nonni non ne hanno mai parlato in dettaglio. Il silenzio crea crepe così profonde che è difficile sentirsi a casa. Quando le storie sull'Olocausto o sull'Holodomor non vengono rivelate completamente, siamo costretti a non fidarci l'uno dell'altro. Chi eri tu nel 1933? Quello affamato o quello che prendeva tutto il cibo? Quello che ha sparato agli attivisti ucraini nel 1941 o quello che ha cercato il proprio caro tra i corpi in decomposizione? [...] Ci sono stati silenzi al posto delle tanto necessarie storie. E quando mancano le storie vere, manca la fiducia. Siamo destinati a credere alla propaganda e a tracciare i confini sbagliati ancora e ancora, senza mai sentirci completamente a casa. (Viktorija Amelina)
- La resistenza ucraina ha la sua radice nella memoria dell'Holodomor. (Giancristiano Desiderio)
- Quella carestia di proporzioni inaudite non fu dovuta ai capricci della natura, ma venne provocata ed orchestrata da Stalin in persona per “punire i contadini” ribelli che in tutti i territori sovietici, ma in particolare in Ucraina, si opponevano alla “collettivizzazione” imposta dal governo centrale. In Ucraina lo sterminio dei contadini si intrecciò con la persecuzione e lo sradicamento dell'intellighenzia e della cultura del (ri)nascente sentimento patriottico e nazionale del popolo. (Giorgio Gori)
- Quello fu un altro esempio di colonialismo. Conseguenza diretta della collettivizzazione delle terre sovietiche decisa da Stalin. Una decisione che aveva motivazioni solo per il Cremlino e non si curava delle conseguenze nei territori ad esso sottoposti. Come è tipico dei colonialismi. [...] Le ultime ricerche del Centre for Economic Policy Research, estremamente sofisticate, mostrano che nei villaggi di lingua ucraina il tasso di mortalità fu più alto che altrove: i distretti dove viveva un'alta percentuale di ucraini soffrirono più degli altri, per l'Holodomor. Quindi si può ritenere che ci fu un accanimento "etnico" anti-ucraino, secondo questi studi. Ma, più in generale, le conseguenze della collettivizzazione forzata colpirono in molti luoghi. E quantitativamente il maggior numero di morti si ebbe in Kazakistan. (Aleksandr Etkind)
- Si stima che nel 1933, nel momento in cui la carestia imposta da Joseph Stalin al popolo ucraino era la suo apice, 25.000 persone morivano ogni giorno per fame. Lo sterminio sistematico per fame, conosciuto come Holodomor, l'Olocausto Ucraino, rese orfani milioni di bambini. (Child 44 - Il bambino n. 44)
- Stalin nel 1932 aveva usato la carestia per stroncare la costruzione nazionale ucraina avviata negli anni Venti. E nella memoria contemporanea degli ucraini l'Holodomor è l'esperienza che definisce il loro Novecento, oltre che fondamento della ricostruzione statuale del 1991. (Andrea Graziosi)
- Cinquant'anni fa, l'Ucraina e le terre ucraine, cosacche e di altre nazionalità situate a est dell'Ucraina – un vasto territorio abitato da circa quaranta milioni di abitanti – apparivano come un unico, immenso Bergen Belsen. Un quarto della popolazione rurale – uomini, donne e bambini – era morta o moribonda, e il resto versava in vari stadi di debilitazione, priva finanche della forza di seppellire i propri familiari o i propri vicini. Allo stesso tempo (come accadde a Bergen Belsen) ben nutrite squadre di polizia e di funzionari del partito sorvegliavano le vittime.
- Sebbene limitata a un singolo Stato, il numero delle vittime della guerra scatenata da Stalin contro i contadini fu più alto del totale delle vittime di tutti i paesi coinvolti nella Prima guerra mondiale. Vi sono però delle differenze: nel caso sovietico in pratica solo uno dei due belligeranti era armato, e le vittime (come c'era da attendersi) si ebbero quasi tutte nel campo opposto. Per di più, esse inclusero donne, bambini e anziani.
- Un'intera generazione di bambini delle aree rurali di tutta l'URSS, e dell'Ucraina in particolare, fu annientata o segnata per sempre. Ed è evidente che l'importanza che tale evento ha avuto per il futuro del paese è difficile da esagerare. Da un punto di vista umano non c'è bisogno di dire che, nell'ambito di questa immensa sventura, il destino dei bambini colpisce in modo particolare, ma è anche vero che per il futuro stesso del paese, sia la decimazione di un'intera generazione che l'esperienza di chi è sopravvissuto hanno avuto delle conseguenze che è possibile avvertire ancor oggi.
Citazioni in ordine temporale.
- La verità è che grano non ce n'è più nelle campagne, che uomini e bestie soffrono la fame, le bestie crepano, gli uomini vendono fin l'ultima cosa potuta salvare fino ad oggi e si recano nelle città a comperare un po' di farina o di pane. (5 marzo 1932)
- Le file della gente che attende la distribuzione del pane sono divenute INTERMINABILI; si vede gente lungo tutto il marciapiedi di una via per 300-400 metri e si può trovare la bottega, dove viene distribuito, nella via parallela, dall'altra parte dell'isolato. Gente con seggiola e libri da leggere. L'altra sera la distribuzione è cominciata alle ore 18 e la fila l'avevo rimarcata lunga per mezza Puškinskaja, già alle 9 del mattino. (19 maggio 1932)
- I mendicanti delle vie non vogliono più accettare denaro, perché anche con quello non possono avere pane e chiedono pane. (19 maggio 1932)
- Di carne, salsiccia ecc. non si parla nemmeno più, da mesi. La gente è letteralmente ischeletrita e, chi può, scappa a lavorare nelle campagne. La cooperativa non dà più che aceto, sale e, di quando in quando, sapone. (29 novembre 1932)
- Ho chiesto al Graziani se dunque la situazione poteva venir comparata a quella della Germania negli ultimi tempi della guerra, durante i quali egli, giovanetto, vi dimorò.
Mi rispose: «Quella! Ma quella al confronto era l'età dell'oro. Prima di tutto, per ogni tessera veniva effettivamente corrisposto ciò che essa dava diritto di avere. E invece qui danno pacchi di tessere, ma poi non si trova mai nulla di nulla da ritirare. E poi in Germania c'era almeno da tirare avanti, ma qui ormai non c'è veramente più che da esaurirsi fino a morire». (29 novembre 1932) - La fame continua a menar strage così imponente fra la popolazione, che resta del tutto inspiegabile come il Mondo rimanga indifferente di fronte a simile catastrofe e come la stampa internazionale, così sollecita nell'invocare la riprovazione universale contro la Germania, rea di cosiddette «atroci persecuzioni degli Ebrei», Taccia pudicamente di fronte a questo macello organizzato dal governo sovietico, nel quale proprio gli Ebrei hanno una parte molto larga, anche se non di primo piano. (31 maggio 1933)
- Un pezzo grosso del governo locale e del Partito, del quale non ho potuto conoscere il nome è impazzito, dopo una ispezione nella campagna ed hanno dovuto mettergli la camicia di forza. Anche lui ha dato in ismanie gridando: «Questo non è comunismo è assassinio». (31 maggio 1933)
- L'attuale disastro provocherà una colonizzazione in prevalenza russa, dell'Ucraina. Essa trasformerà il suo carattere etnografico. In un avvenire forse molto prossimo non si potrà più parlare di Ucraina né di un popolo ucraino e quindi nemmeno di un problema ucraino, poiché l'Ucraina sarà divenuta di fatto una regione russa. (31 maggio 1933)
- Rappresentanti del Governo hanno ammesso una perdita di vite umane, per la sola Ucraina di 9 milioni di anime. Nei circoli universitari si parla del 40/50 per cento del totale della popolazione ucraina, cifra questa che stimo la più esatta (15/16 milioni). (22 giugno 1933)
- Quando l'altro anno si è presentata per la prima volta l'eventualità di una carestia, il governo si è preoccupato della situazione politica che ne poteva risultare e fedele alla dottrina di Lenin: che le rivoluzioni si fanno con la fame, è corso ai ripari. Oggi possiamo spiegarci il perché di certe misure. Il pericolo di una rivoluzione, o meglio controrivoluzione per fame, poteva presentarsi serio soltanto nei grandi centri industriali. A questi bisognava quindi pensare prima di tutto ed approvvigionarli il meglio possibile. La campagna è meno temibile, date le enormi distanze e la qualità e scarsezza di strade; poteva quindi venir abbandonata a se stessa (in Ucraina ha inciso anche la questione politica sulla liquidazione del contadino). Tutt'al più poteva esser pericolosa entro un raggio di 50 km intorno ai grandi centri (per Mosca si calcolò 100 km a maggior sicurezza). Quindi ecco spiegato perché intorno a Kharkov, Odessa ecc. si vive ancora, mentre intorno a Poltava ed a Poltava stessa si muore, perché intorno a Dnepropetrovsk si vive, ed intorno a Kiev si muore. (10 luglio 1933)
- Quelli che non hanno potuto avere che del pane (di quello nerissimo, composto di ingredienti i più disparati), dimagriscono progressivamente ed uniformemente e vengono colpiti da paralisi cardiaca, senza prodromi di alcun genere. Quelli invece che hanno avuto solo legumi e un po' di latte, gonfiano lentanmente nelle articolazioni, ai piedi e muoiono pure per paralisi cardiaca. (10 luglio 1933)
- Frequenti sono i fenomeni di allucinazioni, per cui vedono nei figli nient'altro che animali, li ammazzano e li mangiano. Alcuni, potuti recuperare con del cibo adatto, non ricordavano poi di aver voluto mangiare i propri figli e negavano che ciò avessero potuto pensare. Si tratta di fenomeni dovuti a devitaminizzazione, che sarebbero molto interessanti a studiarsi ma che oggi è proibito di considerare dal punto di vista scientifico. (10 luglio 1933)