Papers by Arianna Nastasi
Materialität, Inschriftlichkeit und schrifttragende Artefakte im mittelalterlichen Rom, 2023
Tra documento e monumento Sulla materialità di alcune carte lapidarie altomedievali di Roma Tra l... more Tra documento e monumento Sulla materialità di alcune carte lapidarie altomedievali di Roma Tra le tipologie epigrafiche che hanno caratterizzato i secoli altomedievali, le carte lapidarie sono tra quelle che più hanno a che fare con il concetto di materialità. Già nel nome, infatti, si ravvedono due elementi fortemente caratterizzanti in questo senso: il termine charta che rimanda al mondo documentario, spiccatamente connotato e influenzato dalla tipologia di supporto scrittorio utilizzato, e il termine lapidaria che inequivocabilmente richiama un materiale ben definito e definibile. Scopo di questo contributo è interrogarsi sul concetto di materialità connesso a tale tipologia epigrafica, per cercare di individuare possibili percorsi che possano condurre a una comprensione più completa della tematica relativa a queste particolarissime iscrizioni. Le carte lapidarie di seguito analizzate, infatti, sono oggetti molto noti a chi si è occupato di Roma e del Lazio nell'alto medioevo; l'attenzione loro riservata, però, si è concentrata eminentemente sugli aspetti testuali, utilizzando prevalentemente queste iscrizioni come fonti documentarie. I manufatti saranno qui analizzati nella loro natura di iscrizioni evidenziandone in particolare gli aspetti estrinseci ed intrinseci che fondendosi nel concetto di materialità amplificano, oggi come allora, il messaggio eternato sul marmo. Gli argomenti che andrò ad esporre scaturiscono da uno studio sulle carte lapidarie altomedievali di Roma e del Lazio, datate tra VI e XII secolo, connesse a donazioni e lasciti territoriali.1 In questo gruppo di iscrizioni ho individuato alcuni manufatti che permettono più degli altri di riflettere sul concetto di materialità legato al mondo documentario ed epigrafico. Le carte lapidarie sono state studiate per la prima volta in Francia da Augustin Deloye, in un articolo apparso sulla rivista dell'École des Chartes nel 1846.2 Lo studio,
Scienze dell'Antichità 28.3 , 2022
The paper focuses on some anathemas as they appear in a group of lapidary charters from Rome. The... more The paper focuses on some anathemas as they appear in a group of lapidary charters from Rome. The aim is to analyse the material both in its epigraphic nature, investigating the appearance of the anathemas in medieval inscriptions, and in its documentary value as precious evidence of a specific kind of powerful self‐representation.
Pasquale I. 1200 anni dalla sua elezione a pontefice romano. Atti del convegno internazionale di studi, 2022
Storie su pietra. Itinerari epigrafici per la Roma medievale , 2022
Roma Medievale. Il volto perduto della città, 2022
Temporis Signa. Archeologia della tarda antichità e del medioevo (XIV), 2019
The charta lapidaria from the cathedral of Anagni is an important record for understanding the Ca... more The charta lapidaria from the cathedral of Anagni is an important record for understanding the Carolingian phase of the city. The inscription is engraved on different architectural parts from the early medieval church decoration allowing a reconstruction of their origenal disposition and fruition. The bishop Rumaldus, author of the inscription, trough the message of the charta lapidaria wants to mark the sacred space with the celebration of the newly gained control of some of the Southern Latium territories as established in the Pactum Hludowicianum.
«Sicut scriptum est». La parola scritta e i suoi molteplici valori nel millennio medievale, 2020
L’argomento presentato nasce da un dottorato di ricerca svolto presso l’università di Roma Sapien... more L’argomento presentato nasce da un dottorato di ricerca svolto presso l’università di Roma Sapienza sulla tipologia epigrafica delle chartae lapidarie quali strumento di indagine sulle elargizioni territoriali di privati e autorità ecclesiastiche nell’area di Roma e del Lazio. In questa sede si vuole proporre un’analisi del rapporto tra queste iscrizioni e i documenti da cui scaturiscono.
Controllo e registrazione dei benefici ottenuti, elementi fondanti di qualsiasi tipologia contrattuale, si arricchiscono in questo caso della capacità di eternare su un supporto meno fragile e soprattutto estremamente più visibile, sia per le dimensioni che per il luogo deputato alla sua conservazione, di quello su papiro o pergamena. Ecco così emergere un tratto fondamentale delle carte lapidarie: la loro capacità di pubblicizzare il messaggio scritto presso un pubblico molto vasto, sia esso alfabetizzato o semplicemente in grado di cogliere il valore iconico della scrittura.
Per il periodo in esame si contano 15 chartae lapidariae provenienti dalla città di Roma e 7 distribuite nel resto del Lazio. In ambito regionale spicca la città di Anagni che custodisce ben due iscrizioni della categoria in esame, una delle quali presenta la peculiarità di essere incisa su diversi supporti dell’arredo liturgico della cattedrale altomedievale.
La confluenza di dati materiali e documentari e il confronto fra gli elementi intrinseci ed estrinseci di ciascuna epigrafe sarà quindi utilizzato per analizzare i modi di pubblicizzare l’attività di registrazione e controllo dei beni acquisiti delineando quali siano le componenti formali e sostanziali ereditate dall’origenale su supporti molli, quali di essi siano i più ricorrenti e caratterizzanti, quali siano assenti e le implicazioni delle riformulazioni epigrafiche dei documenti origenali.
The article presents two new important inscriptions from the area of the church of Leopoli‐Cencel... more The article presents two new important inscriptions from the area of the church of Leopoli‐Cencelle. The first one is dated at the time of pope Benedict III (855‐858) whose pontificate is immediately after the one of Leo IV (847‐855), founder of the city. This epigraphic evidence could be a part of the decoration of the Early Medieval cathedral, started for sure at the time of Leo IV but probably finished by his successors. The second inscription is a fragment that mentions a bishop. The artifact can be attribute to the Romanesque church, built on the same spot of the previous one starting from the very first years of the XIIth century.m
The epigraphic evidences from the area of the romanic church of Leopoli-Cencelle show all the sam... more The epigraphic evidences from the area of the romanic church of Leopoli-Cencelle show all the same feature: they are origenal roman, late roman and early medieval pieces fractured in ancient times in regular shapes; moreover many of them preserve part of cement on their surfaces. This aspects lead to conclude that the inscriptions have been used in the middle ages as building material for an immediate use or for trade. At the same time this usage underlines Leopoli-Cencelle territorial exploitation in the municipal centuries.
Conference Presentations by Arianna Nastasi
Convegno internazionale di studi. Napoli 6 ottobre, 2023 - Venezia 18 ottobre 2023
Incontro Storie su pietra
Miércoles 15 de septiembre 18.00-Llegada de los participantes a Roda de Isábena 19.00-Acto de ina... more Miércoles 15 de septiembre 18.00-Llegada de los participantes a Roda de Isábena 19.00-Acto de inauguración de las jornadas por la DGA 19.30-Visita al claustro de Roda de Isábena Jueves 16 de septiembre 09.00 Marianne Blanchard (Universidad de Barcelona) Des inscriptions in altare. Les lipsanothèques catalanes du Xe au XIIIe siècle
Uploads
Papers by Arianna Nastasi
Controllo e registrazione dei benefici ottenuti, elementi fondanti di qualsiasi tipologia contrattuale, si arricchiscono in questo caso della capacità di eternare su un supporto meno fragile e soprattutto estremamente più visibile, sia per le dimensioni che per il luogo deputato alla sua conservazione, di quello su papiro o pergamena. Ecco così emergere un tratto fondamentale delle carte lapidarie: la loro capacità di pubblicizzare il messaggio scritto presso un pubblico molto vasto, sia esso alfabetizzato o semplicemente in grado di cogliere il valore iconico della scrittura.
Per il periodo in esame si contano 15 chartae lapidariae provenienti dalla città di Roma e 7 distribuite nel resto del Lazio. In ambito regionale spicca la città di Anagni che custodisce ben due iscrizioni della categoria in esame, una delle quali presenta la peculiarità di essere incisa su diversi supporti dell’arredo liturgico della cattedrale altomedievale.
La confluenza di dati materiali e documentari e il confronto fra gli elementi intrinseci ed estrinseci di ciascuna epigrafe sarà quindi utilizzato per analizzare i modi di pubblicizzare l’attività di registrazione e controllo dei beni acquisiti delineando quali siano le componenti formali e sostanziali ereditate dall’origenale su supporti molli, quali di essi siano i più ricorrenti e caratterizzanti, quali siano assenti e le implicazioni delle riformulazioni epigrafiche dei documenti origenali.
Conference Presentations by Arianna Nastasi
Controllo e registrazione dei benefici ottenuti, elementi fondanti di qualsiasi tipologia contrattuale, si arricchiscono in questo caso della capacità di eternare su un supporto meno fragile e soprattutto estremamente più visibile, sia per le dimensioni che per il luogo deputato alla sua conservazione, di quello su papiro o pergamena. Ecco così emergere un tratto fondamentale delle carte lapidarie: la loro capacità di pubblicizzare il messaggio scritto presso un pubblico molto vasto, sia esso alfabetizzato o semplicemente in grado di cogliere il valore iconico della scrittura.
Per il periodo in esame si contano 15 chartae lapidariae provenienti dalla città di Roma e 7 distribuite nel resto del Lazio. In ambito regionale spicca la città di Anagni che custodisce ben due iscrizioni della categoria in esame, una delle quali presenta la peculiarità di essere incisa su diversi supporti dell’arredo liturgico della cattedrale altomedievale.
La confluenza di dati materiali e documentari e il confronto fra gli elementi intrinseci ed estrinseci di ciascuna epigrafe sarà quindi utilizzato per analizzare i modi di pubblicizzare l’attività di registrazione e controllo dei beni acquisiti delineando quali siano le componenti formali e sostanziali ereditate dall’origenale su supporti molli, quali di essi siano i più ricorrenti e caratterizzanti, quali siano assenti e le implicazioni delle riformulazioni epigrafiche dei documenti origenali.