Emanuele Carlenzi
History of photography and contemporary art.
I am a Ph.D. student at IMT - School for Advanced Studies in Lucca and visiting scholar at the History and Theory of Photography Research Centre at Birkbeck University of London.
My research currently focuses on the analysis of the history of Italian photography between the Nineteenth and Twentieth centuries, with a specific attention on national and international photographic exhibitions in the cities of Turin and Rome.
I held a Bachelor's and a Master's degree from La Sapienza - University of Rome, with a specialisation in History of Art Criticism and Photography, graduating with honors in both cases; I also attended CAMPO - Course of curatorial studies and practices at Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
I have excellent experience in the field, working for various institutions, such as The National Gallery of Rome, Palazzo del Quirinale, Palazzo Farnese, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Fondazione Baruchello, Rhinoceros - Fondazione Alda Fendi Esperimenti, Galleria Franco Noero, carrying out activities of assistance and organisation of exhibitions, communication, text writing, research, mediation.
I carried out independent activities, dealing with academic and artistic events and curating conventions, conferences, exhibitions. I was co-founder of CampoBase, a multidisciplinary curatorial collective running its own project space in Turin.
I am a Ph.D. student at IMT - School for Advanced Studies in Lucca and visiting scholar at the History and Theory of Photography Research Centre at Birkbeck University of London.
My research currently focuses on the analysis of the history of Italian photography between the Nineteenth and Twentieth centuries, with a specific attention on national and international photographic exhibitions in the cities of Turin and Rome.
I held a Bachelor's and a Master's degree from La Sapienza - University of Rome, with a specialisation in History of Art Criticism and Photography, graduating with honors in both cases; I also attended CAMPO - Course of curatorial studies and practices at Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
I have excellent experience in the field, working for various institutions, such as The National Gallery of Rome, Palazzo del Quirinale, Palazzo Farnese, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Fondazione Baruchello, Rhinoceros - Fondazione Alda Fendi Esperimenti, Galleria Franco Noero, carrying out activities of assistance and organisation of exhibitions, communication, text writing, research, mediation.
I carried out independent activities, dealing with academic and artistic events and curating conventions, conferences, exhibitions. I was co-founder of CampoBase, a multidisciplinary curatorial collective running its own project space in Turin.
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Papers by Emanuele Carlenzi
Durante il biennio 1910-1911, l’associazionismo femminista converge in due eventi cruciali per la sua storia: la prima Esposizione Femminile di Belle Arti di Torino organizzata dalla rivista “La Donna” nel 1910 e il I Congresso dell’Associazione Per la Donna nel contesto dell’Esposizione Internazionale di Roma del 1911. L’indagine mette in evidenza il filo rosso che lega pratica espositiva e pratica discorsiva negli eventi in esame: da un lato, “La Donna” da vita a un evento che promuove e sostiene l'arte femminile, sostenendo la professionalizzazione delle artiste e di un mercato femminile dell’arte, dall’altro l’Associazione Per la Donna pone le rivendicazioni sociali e politiche delle donne al centro del dibattito durante l'Esposizione di Roma.
L’articolo si inserisce nel filone di studi sui movimenti internazionali femministi intesi come campo d’indagine a cavallo tra genere, politica e arte. Il testo intende studiare i primi passi del movimento femminista italiano, le forme di istituzionalizzazione e contribuire alla costruzione di una storia delle sue idee analizzando in modo particolare i legami tra produzione discorsiva e visuale all’interno di due rilevanti cornici culturali di inizio Novecento.
Durante il biennio 1910-1911, l’associazionismo femminista converge in due eventi cruciali per la sua storia: la prima Esposizione Femminile di Belle Arti di Torino organizzata dalla rivista “La Donna” nel 1910 e il I Congresso dell’Associazione Per la Donna nel contesto dell’Esposizione Internazionale di Roma del 1911. L’indagine mette in evidenza il filo rosso che lega pratica espositiva e pratica discorsiva negli eventi in esame: da un lato, “La Donna” da vita a un evento che promuove e sostiene l'arte femminile, sostenendo la professionalizzazione delle artiste e di un mercato femminile dell’arte, dall’altro l’Associazione Per la Donna pone le rivendicazioni sociali e politiche delle donne al centro del dibattito durante l'Esposizione di Roma.
L’articolo si inserisce nel filone di studi sui movimenti internazionali femministi intesi come campo d’indagine a cavallo tra genere, politica e arte. Il testo intende studiare i primi passi del movimento femminista italiano, le forme di istituzionalizzazione e contribuire alla costruzione di una storia delle sue idee analizzando in modo particolare i legami tra produzione discorsiva e visuale all’interno di due rilevanti cornici culturali di inizio Novecento.
Books by Emanuele Carlenzi
Conference Presentations by Emanuele Carlenzi
Nell’ambito del progetto di ricerca PRIN Fotografiste: Women in Photography from Italian Archives (1839-1939), questa rivista costituisce il principale oggetto di analisi della presente indagine. In particolare, l’obiettivo del contributo è quello di esplorare le forme di linguaggio sessista e patriarcale che emergono nelle pagine del Bullettino, sia a livello testuale che visivo, tracciando una netta separazione di genere e una strumentalizzazione del corpo femminile, frequentemente utilizzato a scopo denigratorio o come metafora negativa nella carriera del fotografo.
Attraverso l’analisi di alcuni esempi tratti dalle annate 1895, 1896, 1898, 1900, 1901, 1904 e 1909, la presentazione intende riflettere sull'uso degli strumenti linguistici e visivi da parte degli uomini attivi nella redazione della rivista, al fine di delineare l’immagine sociale della donna nell’ambito fotografico ed editoriale di quell’epoca.
Il presente contributo vuole analizzare i ritratti fotografici dell’artista, concentrandosi in particolare su quelli prodotti tra gli anni Quaranta e Settanta che rivelano un'attenzione specifica alla sua autorappresentazione, sia attraverso fotografie realizzate nelle fasi di lavorazione delle opere che attraverso ritratti personali. Questi rivelano la ricerca di una negoziazione del sé e della propria intersessualità (o, come definita da de Henriquez stessa, ermafroditismo) ed esprimono una riflessione sulle forme e sulla materialità dei pezzi prodotti, caratterizzati da figure congiunte e creature mitologiche che ribaltano il paradigma binario di genere, mescolando i confini tra maschile e femminile.
Gli scatti, pur venendo realizzati da altri fotografi con i quali intrattiene scambi documentati - e i cui nomi ricorrono con coerenza in diverse fasi della sua vita - lasciano emergere l’uso della fotografia come mezzo di self-fashioning, permettendo all’archivio di essere un luogo di valorizzazione di un’artista che ha fatto ampio uso del mezzo.
Policies, rights, discourses, and memories in the Italian case" che si propone di ricostruire una storia iniziale dell'HIV/AIDS in Italia dagli anni Ottanta ad oggi.
Nello specifico, si indaga il rapporto tra AIDS e omosessualità attraverso l'iconografia dei manifesti prodotti dal 1983 ai primi anni Duemila al fine di comprendere come l'immagine artistica e fotografica abbia veicolato istanze sociali, politiche e sanitarie.
La conferenza illustra i risultati dell'indagine condotta in alcuni dei principali archivi italiani a tematica LGBTQAI+, tra cui: Fondazione Sandro Penna FUORI, Circolo Maurice, Gruppo Abele, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, ASA Associazione Solidarietà AIDS, Centro Documentazione Cassero.
Photographic archives – the ones this presentation will consider – can offer numerous kinds of discourse to be written. Analyzing their pictures means tackling not only the singularity of manufacts, but the complexity and the multilayered life of the visual objects, giving the viewer the possibility of re-narrating voices of the past and establishing a relationship between these silent materials and the users. However, this latter is not the only dialogue a collection of photographic prints can trigger.
More profoundly, pictures can whisper, suggest, and help in retracing more clearly the path or the creative intentions of artists, their practices, and experimentations. In parallel, they can also provide information on the professional, social, and affective networks, revealing a much
broader scene of their lives as well as the historical context in which they are operating. In other words, when put together, these objects transcend their documental nature, and the unexpressed language of photographs can become the byword of a lively debate revolving around photography.
By assembling a selection of prints, this presentation aims at sharing the unpublished archive of Gustavo Bonaventura (1882-1966), an Italian photographer active in Rome in the first half of the Twentieth century. His production will show how the archive can be considered a generator of dialogues produced through images.
The reading of some pictures will reveal more about Bonaventura's specialization in soft-focus portraits; his collaboration with Futurism and avant-gardes; the blurred boundaries between Pictorialism and Modernism; his connections with international artists - such as Rudolf Dührkoop, Auguste Rodin and Gustave Klimt; the shaping of a visual fashion for the high society and a more general debate on the creation of pictures.
Book Reviews by Emanuele Carlenzi
Durante il biennio 1910-1911, l’associazionismo femminista converge in due eventi cruciali per la sua storia: la prima Esposizione Femminile di Belle Arti di Torino organizzata dalla rivista “La Donna” nel 1910 e il I Congresso dell’Associazione Per la Donna nel contesto dell’Esposizione Internazionale di Roma del 1911. L’indagine mette in evidenza il filo rosso che lega pratica espositiva e pratica discorsiva negli eventi in esame: da un lato, “La Donna” da vita a un evento che promuove e sostiene l'arte femminile, sostenendo la professionalizzazione delle artiste e di un mercato femminile dell’arte, dall’altro l’Associazione Per la Donna pone le rivendicazioni sociali e politiche delle donne al centro del dibattito durante l'Esposizione di Roma.
L’articolo si inserisce nel filone di studi sui movimenti internazionali femministi intesi come campo d’indagine a cavallo tra genere, politica e arte. Il testo intende studiare i primi passi del movimento femminista italiano, le forme di istituzionalizzazione e contribuire alla costruzione di una storia delle sue idee analizzando in modo particolare i legami tra produzione discorsiva e visuale all’interno di due rilevanti cornici culturali di inizio Novecento.
Durante il biennio 1910-1911, l’associazionismo femminista converge in due eventi cruciali per la sua storia: la prima Esposizione Femminile di Belle Arti di Torino organizzata dalla rivista “La Donna” nel 1910 e il I Congresso dell’Associazione Per la Donna nel contesto dell’Esposizione Internazionale di Roma del 1911. L’indagine mette in evidenza il filo rosso che lega pratica espositiva e pratica discorsiva negli eventi in esame: da un lato, “La Donna” da vita a un evento che promuove e sostiene l'arte femminile, sostenendo la professionalizzazione delle artiste e di un mercato femminile dell’arte, dall’altro l’Associazione Per la Donna pone le rivendicazioni sociali e politiche delle donne al centro del dibattito durante l'Esposizione di Roma.
L’articolo si inserisce nel filone di studi sui movimenti internazionali femministi intesi come campo d’indagine a cavallo tra genere, politica e arte. Il testo intende studiare i primi passi del movimento femminista italiano, le forme di istituzionalizzazione e contribuire alla costruzione di una storia delle sue idee analizzando in modo particolare i legami tra produzione discorsiva e visuale all’interno di due rilevanti cornici culturali di inizio Novecento.
Nell’ambito del progetto di ricerca PRIN Fotografiste: Women in Photography from Italian Archives (1839-1939), questa rivista costituisce il principale oggetto di analisi della presente indagine. In particolare, l’obiettivo del contributo è quello di esplorare le forme di linguaggio sessista e patriarcale che emergono nelle pagine del Bullettino, sia a livello testuale che visivo, tracciando una netta separazione di genere e una strumentalizzazione del corpo femminile, frequentemente utilizzato a scopo denigratorio o come metafora negativa nella carriera del fotografo.
Attraverso l’analisi di alcuni esempi tratti dalle annate 1895, 1896, 1898, 1900, 1901, 1904 e 1909, la presentazione intende riflettere sull'uso degli strumenti linguistici e visivi da parte degli uomini attivi nella redazione della rivista, al fine di delineare l’immagine sociale della donna nell’ambito fotografico ed editoriale di quell’epoca.
Il presente contributo vuole analizzare i ritratti fotografici dell’artista, concentrandosi in particolare su quelli prodotti tra gli anni Quaranta e Settanta che rivelano un'attenzione specifica alla sua autorappresentazione, sia attraverso fotografie realizzate nelle fasi di lavorazione delle opere che attraverso ritratti personali. Questi rivelano la ricerca di una negoziazione del sé e della propria intersessualità (o, come definita da de Henriquez stessa, ermafroditismo) ed esprimono una riflessione sulle forme e sulla materialità dei pezzi prodotti, caratterizzati da figure congiunte e creature mitologiche che ribaltano il paradigma binario di genere, mescolando i confini tra maschile e femminile.
Gli scatti, pur venendo realizzati da altri fotografi con i quali intrattiene scambi documentati - e i cui nomi ricorrono con coerenza in diverse fasi della sua vita - lasciano emergere l’uso della fotografia come mezzo di self-fashioning, permettendo all’archivio di essere un luogo di valorizzazione di un’artista che ha fatto ampio uso del mezzo.
Policies, rights, discourses, and memories in the Italian case" che si propone di ricostruire una storia iniziale dell'HIV/AIDS in Italia dagli anni Ottanta ad oggi.
Nello specifico, si indaga il rapporto tra AIDS e omosessualità attraverso l'iconografia dei manifesti prodotti dal 1983 ai primi anni Duemila al fine di comprendere come l'immagine artistica e fotografica abbia veicolato istanze sociali, politiche e sanitarie.
La conferenza illustra i risultati dell'indagine condotta in alcuni dei principali archivi italiani a tematica LGBTQAI+, tra cui: Fondazione Sandro Penna FUORI, Circolo Maurice, Gruppo Abele, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, ASA Associazione Solidarietà AIDS, Centro Documentazione Cassero.
Photographic archives – the ones this presentation will consider – can offer numerous kinds of discourse to be written. Analyzing their pictures means tackling not only the singularity of manufacts, but the complexity and the multilayered life of the visual objects, giving the viewer the possibility of re-narrating voices of the past and establishing a relationship between these silent materials and the users. However, this latter is not the only dialogue a collection of photographic prints can trigger.
More profoundly, pictures can whisper, suggest, and help in retracing more clearly the path or the creative intentions of artists, their practices, and experimentations. In parallel, they can also provide information on the professional, social, and affective networks, revealing a much
broader scene of their lives as well as the historical context in which they are operating. In other words, when put together, these objects transcend their documental nature, and the unexpressed language of photographs can become the byword of a lively debate revolving around photography.
By assembling a selection of prints, this presentation aims at sharing the unpublished archive of Gustavo Bonaventura (1882-1966), an Italian photographer active in Rome in the first half of the Twentieth century. His production will show how the archive can be considered a generator of dialogues produced through images.
The reading of some pictures will reveal more about Bonaventura's specialization in soft-focus portraits; his collaboration with Futurism and avant-gardes; the blurred boundaries between Pictorialism and Modernism; his connections with international artists - such as Rudolf Dührkoop, Auguste Rodin and Gustave Klimt; the shaping of a visual fashion for the high society and a more general debate on the creation of pictures.