Papers by marco del soldato

ABSTRACT 1. Premessa In questo lavoro vengono presentati alcuni affiora-menti di rocce silicee lo... more ABSTRACT 1. Premessa In questo lavoro vengono presentati alcuni affiora-menti di rocce silicee localizzati in Liguria orientale, nonché le testimonianze archeologiche relative al loro sfruttamento. La conoscenza delle diverse emergenze geologiche presenti in un determinato territorio è infatti fondamentale per la comprensio-ne degli aspetti sociali ed economici delle diverse comunità umane che si sono avvicendate nel corso del tempo (Barfield 2004; Negrino, Starnini 2003, 2006, 2010). Accanto ad affioramenti localizzati in corrisponden-za di siti archeologici, e quindi con chiare evidenze di utilizzo, verranno segnalate anche potenziali fonti di approvvigionamento prive, almeno per ora, di evidenze antropiche, ma la cui materia prima, vetrosa e compatta, si sarebbe certamente prestata al confezionamento di manufatti. Nel localizzare nuove e potenziali emergenze di materiali silicei e in mancanza di testimonianze archeologiche dirette, si deve inoltre tener presente che la semplice lettura delle carte geologiche non permette l'automatica individuazione di selci o di altri materiali adatti alla scheggiatura, ma solo di ipotizzarne una loro possibile presenza; la caratterizzazione dell'affiora-mento in senso tecno-economico può essere fatta solo in seguito a un sopralluogo effettuato da un archeologo preistorico che sia esperto di industria litica scheggiata e abbia una certa pratica nella sua riproduzione sperimentale, meglio se accompa-gnato anche da un geologo (Whittaker 1994). Già durante il Paleolitico sono attestati affioramenti caratterizzati da uno sfruttamento diretto, attraver-so cavatura, del materiale affiorante e quindi non solo una raccolta di materie prime in giacitura se-condaria (nei torrenti, nei depositi colluviali, nelle brecce sciolte ecc. Van Peer, Vermeersch, Paulissen 2010). Per quanto riguarda le zone più vicine all'area considerata evi-denze di questo tipo e riferibili al Paleolitico sono note nell'Imperiese (Del Lucchese et al. 2002; Negrino et al. 2006a), nonché in corrispondenza delle stesse formazioni liguri a diaspri, ma in area emiliana, ovvero sui monti Lama-Castellaccio-Pràrbera (Negrino et al. in corso di stampa/a). Solo con il Neolitico e il definirsi di una società complessa di tipo stanziale si assiste in tutta Europa all'apertura di vere a proprie miniere e cave fina-lizzate all'estrazione sistematica di selci o di altro materiale litico da impiegare nella realizzazione di coltelli, pugnali, asce e altri manufatti (Di Lernia, Galiberti 1993). Anche nell'Appennino ligure-emiliano sono presenti testimonianze riferibili a uno sfruttamento sistematico di materiale siliceo e, in particolare, delle radiolariti; si tratta di evidenze prevalentemente datate, su base radiocarbonica, all'Età del Rame e contemporanee allo sfruttamen-to dei locali minerali di rame. L'interesse per il diaspro e per altre rocce silicee non si è comunque interrotto con l'antica età dei metalli ma è continuato fino ad età storica, come testimoniato dall'ampio utilizzo per acciarini do-mestici e per armi da fuoco almeno fino alle soglie del XX secolo (Chelidonio 2011). Le indagini archeologiche condotte in Liguria orientale già a partire dagli anni '70 hanno messo in evidenza come, in quest'area, il diaspro abbia costituito la materia prima principale per la realiz-zazione di manufatti in pietra dal Paleolitico fino alla Preistoria recente (Maggi 1983a; Del Solda-to, Garibaldi, Maggi 1987; Del Soldato 1990). Una vera e propria cava è nota in Valle Lagorara (Maissana, SP), ma tracce di cavatura sono venute in luce anche in altre località, ovvero a Boschi di Liciorno (Maissana, SP) e a Gavadi (Santo Stefano d'Aveto, GE) (Campana, Maggi, Negrino 1998b; Campana, Maggi 2002), nonché in area emiliana, sempre in corrispondenza della dorsale dei monti Lama-Castellaccio-Pràrbera (Ghiretti, Negrino, Tozzi 2003; Negrino et al. in corso di stampa/b). Sebbene in Liguria orientale siano presenti diversi tipi di materiali silicei, tra cui le selci della forma-zione dei Calcari a Calpionelle, questo lavoro si concentrerà sulle formazioni a radiolari, in quanto le più estese e quelle maggiormente sfruttate nei siti preistorici locali.
Archeologia in Liguria, n.s., 6, 2015
Nadia Campana, Marco Del Soldato, Gabriele Martino, Fabio Negrino
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