Papers by Iacopo Gardelli
Una città , 2024
L’AMARO ITALIANO
Anche il senso del gusto fa parte di una cultura, che è per definizione colle... more L’AMARO ITALIANO
Anche il senso del gusto fa parte di una cultura, che è per definizione collettiva; la presunta predilezione del gusto amaro da parte degli italiani; i due ingredienti caratteristici della nostra cucina: la pasta, cioè cereali e farinacei, e poi le verdure, spesso un poco amare, entrambe a base della cucina contadina; saranno i signori, stranamente, ad avvicinarsi alla cucina povera; i trattati sull’insalata; Il naturale è meglio dell’artificiale? Intervista a Massimo Montanari.
Massimo Montanari è uno dei più importanti storici dell’alimentazione a livello internazionale. Professore emerito dell’Università di Bologna, dove ha fondato il Master “Storia e cultura dell’alimentazione”, ha scritto numerosi saggi, fra cui "La cucina italiana. Storia di una cultura" (con Alberto Capatti, Laterza, 1999), "Il formaggio con le pere. La storia di un proverbio" (Laterza, 2008), "L’identità italiana in cucina" (Laterza, 2010), "Il mito delle origeni. Breve storia degli spaghetti al pomodoro" (Laterza, 2019) e il recente "Amaro. Un gusto italiano" (Laterza, 2023).
Una città , 2024
IL TERZO GENERE
La storia degli eunuchi, un gruppo sociale particolare di individui considerati ... more IL TERZO GENERE
La storia degli eunuchi, un gruppo sociale particolare di individui considerati imbarazzanti e, nello stesso tempo, spesso assunti a posizioni apicali; la frequenza di regicidi favoriva le carriere di persone impossibilitate ad aspirare al trono; quando lo stesso celibato era considerato un "terzo genere"; il caso delle voci bianche dei castrati; la discussione storica sulla tesi che sostiene la diminuzione progressiva della violenza nel mondo. Intervista a Marzio Barbagli.
Marzio Barbagli è professore emerito dell’Università di Bologna, accademico dei Lincei, membro della European Academy of Sociology. Fra le sue numerose pubblicazioni: "Sotto lo stesso tetto. Mutamenti della famiglia in Italia dal XV al XX secolo" (il Mulino, 1984); "Congedarsi dal mondo. Il suicidio in Occidente e in Oriente" (il Mulino, 2010); "Comprare piacere. Sessualità e amore venale dal Medioevo a oggi" (il Mulino, 2020); e il recente "Uomini senza. Storia degli eunuchi e del declino della violenza" (il Mulino, 2023).
Una città, 2024
LE “ZONE NOTTURNE”
Sebastiano Timpanaro, “un illustre studioso del Leopardi che vuole integrare ... more LE “ZONE NOTTURNE”
Sebastiano Timpanaro, “un illustre studioso del Leopardi che vuole integrare Marx col suo poeta prediletto" lo definì Cesare Cases; in lui il meglio della Seconda Internazionale anziché il peggio della Terza; la sua "inattualità attuale". Intervista a Matteo Marchesini.
Matteo Marchesini è critico, poeta, saggista. Tra i suoi libri citiamo il romanzo "Atti mancati" (Voland, 2013), i racconti di "False coscienze" (Bompiani, 2017), "Miti personali" (Voland, 2021) e la recente raccolta "Iniziazioni. Racconti di sette età" (Elliot, 2024); i saggi critici "Da Pascoli a Busi" (Quodlibet, 2014), "Casa di carte" (Il Saggiatore, 2019) e il recente "Diario di una cavia" (Castelvecchi, 2023). Collabora con Il Foglio e Radio Radicale.
Una città , 2024
DOVUNQUE LEGGESSI, TIMPANARO ERA PRESENTE
Sebastiano Timpanaro, persona schiva e non accademica,... more DOVUNQUE LEGGESSI, TIMPANARO ERA PRESENTE
Sebastiano Timpanaro, persona schiva e non accademica, alla storia della filologia, di cui era un massimo esperto internazionale, associò lo studio del materialismo e della tradizione socialista, nonché della psicanalisi; decisivo il suo saggio sul lapsus freudiano; grande studioso del Leopardi filosofo, polemizzò sia con il "Leopardi romantico" che con il "Leopardi progressista"; la sua giustapposizione di Marx e Leopardi. Intervista a Massimo Raffaeli.
Massimo Raffaeli è filologo e critico letterario. Scrive per quotidiani come “il Manifesto” e per il suo inserto Alias e collabora al “Venerdì di Repubblica”. Dal 2011 collabora con il programma di Rai Radio 3“Wikiradio”. Ha tradotto autori francesi (Artaud, Céline, Zola) e ha dedicato saggi ad autori italiani del Novecento come Franco Fortini e Paolo Volponi. Il suo ultimo libro è "Compagni di vita e altri scritti di letteratura" (Inschibboleth, 2023). Assieme a Luca Baranelli ha curato il volume di Sebastiano Timpanaro "Leopardi e altre voci" (Giometti e Antonello, 2023), che raccoglie i contributi enciclopedici del grande filologo scomparso nel 2000.
Una città , 2023
SE PERDIAMO QUESTI ANNI
Il baby boom, che è avvenuto nell’ambito di un modello di famiglia “trad... more SE PERDIAMO QUESTI ANNI
Il baby boom, che è avvenuto nell’ambito di un modello di famiglia “tradizionale”, con il padre fuori a lavorare e la madre a casa, su cui si è costruito il welfare; la spirale di alto debito, bassa natalità, forte invecchiamento e bassa occupazione femminile; il degiovanimento e il fenomeno dei “parentari”, giovani la cui unica ricchezza è costituita dalla famiglia d'origene. Il rischio che sempre più giovani se ne vadano. Intervista a Alessandro Rosina.
Alessandro Rosina è professore ordinario di demografia all’Università Cattolica di Milano, dove dirige il Center for Applied Statistics in Business and Economics. Scrive per varie testate nazionali e riviste politico-culturali, tra cui “Neodemos”, “Le Scienze”, “Il Sole 24 Ore”, “La Stampa”. Fra le sue pubblicazioni: "L’Italia che non cresce" (Laterza, 2013), "Neet. Giovani che non studiano e non lavorano" (Vita e Pensiero, 2015), "Crisi demografica. Politiche per un paese che ha smesso di crescere" (Vita e Pensiero, 2021) e il recente "Storia demografica d’Italia" (con Roberto Impicciatore, Carocci, 2022).
Una città , 2023
UNA NOZIONE DI VERITÀ
L’horror vacui di manuali che vanno da Talete a Heidegger e il modello sto... more UNA NOZIONE DI VERITÀ
L’horror vacui di manuali che vanno da Talete a Heidegger e il modello storicista nello studio della filosofia che provoca una sfiducia sostanziale nella verità, sempre relativa; l’antica tripartizione fra “logica, metafisica, etica” e la lettura di un classico almeno; l’approccio sistematico nell’insegnamento della filosofia e la pedagogia delle competenze, secondo cui si deve poter mettere in pratica da subito ciò che si è appreso. Intervista a Massimo Mugnai.
Massimo Mugnai è professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa, dove ha insegnato Filosofia e Storia della logica. Nella sua attività di ricerca si è occupato di Storia della logica, del rapporto fra logica e metafisica e del pensiero di Leibniz, del quale è considerato uno dei massimi esperti a livello internazionale. Fra le sue pubblicazioni: "Introduzione alla filosofia di Leibniz" (Einaudi, 2001), "Possibile/Necessario" (il Mulino, 2013) e il recente "Come non insegnare la filosofia" (il Mulino, 2023).
Una città , 2023
LA SATURAZIONE
Sono “operatori tecnico-subacquei”, lavoratori, cioè, che fanno manutenzione e ri... more LA SATURAZIONE
Sono “operatori tecnico-subacquei”, lavoratori, cioè, che fanno manutenzione e riparazioni nelle piattaforme in mare a una profondità anche di centocinquanta metri; la “campana” con cui si scende e la necessità, prima di farlo, di “saturarsi”, cioè di abituarsi, anche per settimane, in un ambiente ermetico, alla pressione che ti starà addosso una volta sceso; le cozze e i pesci che mai hanno visto un uomo. Intervista a Daniele Galvani e Germano Venturi.
Daniele Galvani, classe ’58, di Ravenna, e Germano Venturi, classe ’47, di Sant’Alberto (Ra), sono operatori tecnici subacquei. Il primo ha lavorato per Eni; il secondo per la Rana, per la Saipem e per la Micoperi. Sono entrambi in pensione.
Una città , 2023
IL CERVELLO DEL MOSCERINO
La strategia riduzionista, che tanto successo ha avuto nella storia de... more IL CERVELLO DEL MOSCERINO
La strategia riduzionista, che tanto successo ha avuto nella storia della scienza, ci dice che, al fondo, il principio costruttivo di un cervello umano è simile a quello di un moscerino; la diversità sta nella quantità di neuroni necessari a svolgere funzioni molto diverse; il grande problema della “coscienza”, del “sentire”: cos’è e quando si sviluppa? La distinzione fra sensazione e percezione; la grande importanza della “copia efferente”. Intervista a Giorgio Vallortigara.
Giorgio Vallortigara è professore di neuroscienza e cognizione animale presso l’Università di Trento. È stato il primo scienziato a fornire prove sulla lateralizzazione funzionale nel cervello degli uccelli. È autore di più di 250 articoli scientifici su riviste internazionali. Tra i suoi lavori: "Nati per credere" (con V. Girotto e T. Pievani, Codice, 2008), "Cervelli che contano" (Adelphi, 2014), "Da Euclide ai neuroni. La geometria nel cervello" (Castelvecchi, 2017) e il recente "Pensieri della mosca con la testa storta" (Adelphi, 2021).
Una città , 2023
IL MINIMO DI BENESSERE
La poca considerazione dell’importanza della demografia, a causa della su... more IL MINIMO DI BENESSERE
La poca considerazione dell’importanza della demografia, a causa della sua “lentezza”; anche l’India ormai ai “due figli”; i meccanismi delle migrazioni di massa fra Europa e America avvenute fra XIX e XX secolo e il riconoscimento del “diritto di emigrare”; l’importanza di considerare l’immigrazione come un fenomeno strutturale e il problema, enorme, di come regolare i flussi, che non può essere lasciato ai singoli stati. Intervista a Massimo Livi Bacci.
Massimo Livi Bacci, demografo, è professore emerito dell’Università di Firenze e Socio dell’Accademia dei Lincei. Tra i suoi libri "Storia minima della popolazione del mondo" (il Mulino, 1998), "Amazzonia. L’impero dell’acqua" (il Mulino 2012), "Il pianeta stretto" (il Mulino, 2015), "In cammino. Breve storia delle migrazioni" (il Mulino, 2019), "I traumi d’Europa" (il Mulino, 2020) e il recente "Per terre e per mari" (il Mulino, 2022).
Una città , 2022
UNA VOLTA APERTA LA PORTA...
I passaggi dall’era della caccia e raccolta a quella dell’agricoltu... more UNA VOLTA APERTA LA PORTA...
I passaggi dall’era della caccia e raccolta a quella dell’agricoltura e dell’allevamento, a quella dell’industria hanno segnato gli incrementi di popolazione; regolare l’istinto riproduttivo, una costante delle culture del passato; lo stigma fascista della demografia e la sensibilità femminile diffidente di ogni politica “della fecondità”; il problema decisivo della qualità della vita degli anziani e l’inevitabile apertura all’immigrazione. Intervista a Massimo Livi Bacci.
Massimo Livi Bacci, demografo, è professore emerito dell’Università di Firenze e Socio dell’Accademia dei Lincei. Tra i suoi libri "Storia minima della popolazione del mondo" (il Mulino, 1998), "Amazzonia. L’impero dell’acqua" (il Mulino 2012), "Il pianeta stretto" (il Mulino, 2015), "In cammino. Breve storia delle migrazioni" (il Mulino, 2019), "I traumi d’Europa" (il Mulino, 2020) e il recente "Per terre e per mari" (il Mulino, 2022).
Una città, 2022
FARE BENE LE COSE SEMPLICI
Il rischio che nella scuola, invece di spiegare che le cose sono comp... more FARE BENE LE COSE SEMPLICI
Il rischio che nella scuola, invece di spiegare che le cose sono complesse, ambigue, si scelga la via della “sensibilizzazione” alle buone cause, secondo una specie di catechismo civile; l’importanza della libertà di discutere su tutto, anche, per esempio, se si può essere fascisti; un linguaggio, quello delle leggi, ridondante, complicato, una lingua italiana “colta“ nella sua accezione peggiore; l’insegnamento di Guido Calogero. Intervista a Claudio Giunta.
Claudio Giunta (Torino, 1971) insegna letteratura italiana all’Università di Trento. È autore di due manuali di letteratura per il triennio delle superiori e collabora regolarmente con “Il Sole 24 Ore”, “Il Foglio”, “Il Post”.
Fra i suoi libri più recenti: "E se non fosse la buona battaglia? Sul futuro dell’istruzione umanistica" (Il Mulino, 2017), "Come non scrivere" (Utet, 2018), "Le alternative non esistono. La vita e le opere di Tommaso Labranca" (il Mulino, 2020) e “Ma se io volessi diventare una fascista intelli- gente? L’educazione civica, la scuola, l’Italia" (Rizzoli, 2021).
Una città , 2021
LA FAME DI STUDIO
I dubbi su una scuola sempre più vocata all’accoglienza, all’aiuto per gli alu... more LA FAME DI STUDIO
I dubbi su una scuola sempre più vocata all’accoglienza, all’aiuto per gli alunni in difficoltà, e che per rispondere a tale vocazione, ha smesso di chiedere agli studenti di fare fatica, di offrire loro obiettivi ambiziosi; la convinzione che allargare la platea non comporti affatto l’abbassamento di livello; la proposta di una scuola dell’obbligo fino a 16 anni uguale per tutti e di alto livello dove anche il futuro falegname impari il latino. Intervista a Paola Mastrocola.
Paola Mastrocola, classe ’56, è scrittrice. Ha lavorato nei licei piemontesi come insegnante di italiano e latino. Fra i suoi libri più famosi "Una barca nel bosco" (Guanda, 2004), "Non so niente di te" (Einaudi, 2013) e "L’amore prima di noi" (Einaudi, 2016). Si è occupata a lungo di scuola pubblica, scrivendo fortunati saggi come "Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare" (Guanda, 2011), "La passione ribelle" (Laterza, 2017) e il recente "Il danno scolastico. La scuola progressista come macchina della disuguaglianza" (La nave di Teseo, 2021), scritto con Luca Ricolfi.
Una città, 2021
50 CENTESIMI L'ORA, 14 ORE AL GIORNO
La scoperta, a partire da un episodio banale, un sikh che p... more 50 CENTESIMI L'ORA, 14 ORE AL GIORNO
La scoperta, a partire da un episodio banale, un sikh che per stanchezza scivola dalla bicicletta, di un mondo terribile, quello dello sfruttamento e del caporalato nell’Agro pontino, il quale tuttavia è solo un pezzetto di un sistema che da tempo è entrato anche nelle città e che riguarda il Nord quanto il Sud; la lezione della “sociologia del riscatto” di Freire e Dolci; la questione ambientale e le speranze riposte nella nuova legge 199. Intervista a Marco Omizzolo.
Marco Omizzolo, classe ’75, è sociologo. Ricercatore Eurispes e docente a contratto in Sociopolitologia delle migrazioni per l’Università La Sapienza di Roma, affianca all’attività accademica l’impegno civile come presidente dell’associazione Tempi Moderni e responsabile scientifico della cooperativa In Migrazione. Collabora con numerose testate giornalistiche (“L’Espresso”, “il manifesto”, “Il Venerdì”). Nel 2019 ha pubblicato il volume "Sotto padrone. Uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana" (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli). Nello stesso anno il Presidente della Repubblica Mattarella lo ha nominato Cavaliere della Repubblica per meriti di ricerca e impegno contro le agromafie e lo sfruttamento del lavoro.
Una città, 2021
CATTURARE L'ANIDRIDE CARBONICA?
Catturare l’anidride carbonica prodotta dagli impianti industria... more CATTURARE L'ANIDRIDE CARBONICA?
Catturare l’anidride carbonica prodotta dagli impianti industriali e dalle centrali termiche e iniettarla sotto terra, nei giacimenti di gas ormai vuoti: una tecnica già in uso nelle installazioni petrolifere, ma che ora l’Eni propone di utilizzare per tutta la pianura padana; ma vale continuare a produrre anidride carbonica per poi spendere soldi ed energia per riprenderla, quando invece si potrebbe, con altre fonti, smettere di produrla? Intervista a Marina Forti.
Marina Forti è una giornalista. Nel 1999 ha vinto il Premiolino, fra i più importanti premi giornalistici italiani. Per quasi trent’anni ha lavorato nella redazione de “il manifesto” e collabora oggi con “Internazionale” e altre testate. Fra i suoi libri, "La signora di Narmada" (Feltrinelli 2004), "Il cuore di tenebra dell’India" (Bruno Mondadori, 2012) e "Malaterra. Come hanno avvelenato l’Italia" (Laterza, 2018).
Una città, 2021
LE TRE “C”
Il digitale, la quarta rivoluzione umana, dopo la copernicana, la darwiniana, la freu... more LE TRE “C”
Il digitale, la quarta rivoluzione umana, dopo la copernicana, la darwiniana, la freudiana; Internet non è un aggiornamento di Gutenberg, ma un vero e proprio nuovo habitat, fondato sulle relazioni, sulla rete e i suoi nodi, in cui siamo immersi; un progetto comunitario umano basato sul verde e il blu, sull’ambiente e sul digitale; coordinamento, collaborazione, cooperazione, le “tre c” decisive; la privacy e i dati personali. Intervista a Luciano Floridi.
Luciano Floridi è professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford, dove dirige il Digital Ethics Lab, e chairman del Data Ethics Group dell’Alan Turing Institute. Dal 2021 è anche professore all’Università di Bologna. Fra i suoi saggi: "La rivoluzione dell’informazione" (Codice, 2012), "La quarta rivoluzione" (Raffaello Cortina, 2017), "Pensare l’infosfera. La filosofia come design concettuale" (Raffaello Cortina, 2020) e il recente "Il verde e il blu. Idee ingenue per migliorare la politica" (Raffaello Cortina, 2020).
Una città, 2021
IL PASSATO CANCELLATO IL FUTURO SMARRITO
Con la fine della lotta politica, la rinuncia ai proget... more IL PASSATO CANCELLATO IL FUTURO SMARRITO
Con la fine della lotta politica, la rinuncia ai progetti di trasformazione della società, il trionfo del neoliberismo e la rivoluzione dell’informatica, la perdita di fiducia in un progresso della storia e la cancellazione del passato; il dominio ossessivo del presente; la sfiducia, anche, nell’utilità del sapere per organizzare la propria vita; il fallimento di un’Europa agglomerato di stati, già annunciato dal trattamento riservato alla Grecia. Intervista ad Adriano Prosperi.
Adriano Prosperi è professore emerito di Storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ha scritto per le pagine culturali del Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore. Tra le sue opere "Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari" (Einaudi, 1996), "Giustizia bendata. Percorsi storici di un’immagine" (Ei- naudi, 2008), "Delitto e perdono. La pena di morte nell’orizzonte mentale dell’Europa cristiana. XIV-XVIII" (Einaudi, 2013) e il recente "Un tempo senza storia. La distruzione del passato" (Einaudi, 2021).
Una città, 2021
LA NOZIONE DI REALTÀ
Le conseguenze nefaste della svolta linguistica novecentesca, un relativism... more LA NOZIONE DI REALTÀ
Le conseguenze nefaste della svolta linguistica novecentesca, un relativismo culturale radicale per cui non c’è più una realtà oggettiva a cui ancorarsi, ma dove ognuno resta chiuso nella sua mente; d’altra parte i rischi di un realismo scientifico per cui c’è una realtà che non percepiamo all’origene di ogni cosa; la posizione del “realista ordinario”; il grande dilemma della volontà, quando c’è o quando solo crediamo che ci sia. Intervista a Mario De Caro.
Mario De Caro è professore ordinario di filosofia morale all’Università Roma Tre. Già visiting scholar al Mit, Fulbright Fellow a Harvard e presidente della Società Italiana di Filosofia Analitica (Sifa), è collaboratore de “Il Sole 24 Ore” e tra i divulgatori del programma “Rai Zettel. Filosofia in movimento”. Tra le sue pubblicazioni "Il libero arbitrio. Una introduzione" (Laterza, 2004), "Bentornata realtà. Il nuovo realismo in discussione" (con Maurizio Ferraris, Einaudi, 2012), "Siamo davvero liberi? Le neuroscienze e il mistero del libero arbitrio" (con Andrea Lavazza e Giuseppe Sartori, Codice, 2019) e il recente "Realtà" (Bollati Boringhieri, 2020).
Una città, 2020
IL SENSO DEL TEMPO
Cos’è il tempo, questione che da sempre attanaglia fisica e neurobiologia, la... more IL SENSO DEL TEMPO
Cos’è il tempo, questione che da sempre attanaglia fisica e neurobiologia, la prima convinta che il tempo non esista, che sia un’illusione che ci impedisce di capire la natura dell’universo, la seconda convintissima che il senso del tempo risieda fisicamente nel cervello; il richiamo a Kant dei fisiologi; l’elettroencefalografia e la risonanza permettono ora di vedere il tempo che passa dalla decisione incosciente alla volontà cosciente. Intervista ad Arnaldo Benini.
Arnaldo Benini è professore emerito di neurochirurgia e neurologia all’Università di Zurigo. Divulgatore di neuroscienze, collabora da anni alle pagine culturali de “Il Sole 24 Ore” e ha scritto vari libri, fra cui "La coscienza imperfetta" (Garzanti, 2012), "La mente fragile. L’enigma dell’Alzheimer" (Raffaello Cortina, 2018), e la recente seconda edizione di "Neurobiologia del tempo" (Raffaello Cortina, 2020).
Una città, 2020
LA PIETRA D’ISTRIA
La lezione di Braudel e i tre tempi della “lunga durata”, quello geografico, ... more LA PIETRA D’ISTRIA
La lezione di Braudel e i tre tempi della “lunga durata”, quello geografico, quello sociale e quello degli eventi storici; la storia di un mare, quello Adriatico, che è storia di intrecci e contaminazioni, di interdipendenza fra diverse realtà; i romani che fecero del “Mare nostrum” un lago; l’Italia che con la sua politica creò le premesse della nascita della Jugoslavia; il mito di Tito e della resistenza iugoslava ai nazisti. Intervista a Egidio Ivetic.
Egidio Ivetic, storico, insegna Storia moderna e Storia del Mediterraneo nell’Università di Padova. Tra i suoi libri, "Jugoslavia sognata. Lo jugoslavismo delle origeni" (Angeli, 2012), "Un confine nel Mediterraneo. L’Adriatico orientale tra Italia e Slavia" (Viella, 2014), "Le guerre balcaniche" (il Mulino, 2016) e il recente "Storia dell’Adriatico. Un mare e la sua civiltà" (il Mulino, 2019).
Una città, 2020
QUEI VAGONI
Un binario sotterraneo, sotto la Centrale di Milano, destinato ai treni merci, di cu... more QUEI VAGONI
Un binario sotterraneo, sotto la Centrale di Milano, destinato ai treni merci, di cui nessuno conosceva l’esistenza; da lì partirono gli ebrei italiani con destinazione Auschwitz; un museo nato con poche risorse, ma la cui forza sta nell’essere un posto “vero”, dove le cose sono successe; il legame fra razzismo e antisemitismo: se cresce uno inevitabilmente crescerà anche l’altro; l’impegno ad allargare la “categoria dei giusti”. Intervista a Marco Vigevani.
Marco Vigevani è uno dei più importanti agenti letterari italiani. Da due anni è il presidente del comitato eventi del Memoriale della Shoah di Milano, sorto lungo il binario 21 della Stazione Centrale; lo stesso dal quale, fra il dicembre 1943 e il gennaio 1945, partirono i vagoni piombati destinati ai campi di sterminio nazisti.
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Papers by Iacopo Gardelli
Anche il senso del gusto fa parte di una cultura, che è per definizione collettiva; la presunta predilezione del gusto amaro da parte degli italiani; i due ingredienti caratteristici della nostra cucina: la pasta, cioè cereali e farinacei, e poi le verdure, spesso un poco amare, entrambe a base della cucina contadina; saranno i signori, stranamente, ad avvicinarsi alla cucina povera; i trattati sull’insalata; Il naturale è meglio dell’artificiale? Intervista a Massimo Montanari.
Massimo Montanari è uno dei più importanti storici dell’alimentazione a livello internazionale. Professore emerito dell’Università di Bologna, dove ha fondato il Master “Storia e cultura dell’alimentazione”, ha scritto numerosi saggi, fra cui "La cucina italiana. Storia di una cultura" (con Alberto Capatti, Laterza, 1999), "Il formaggio con le pere. La storia di un proverbio" (Laterza, 2008), "L’identità italiana in cucina" (Laterza, 2010), "Il mito delle origeni. Breve storia degli spaghetti al pomodoro" (Laterza, 2019) e il recente "Amaro. Un gusto italiano" (Laterza, 2023).
La storia degli eunuchi, un gruppo sociale particolare di individui considerati imbarazzanti e, nello stesso tempo, spesso assunti a posizioni apicali; la frequenza di regicidi favoriva le carriere di persone impossibilitate ad aspirare al trono; quando lo stesso celibato era considerato un "terzo genere"; il caso delle voci bianche dei castrati; la discussione storica sulla tesi che sostiene la diminuzione progressiva della violenza nel mondo. Intervista a Marzio Barbagli.
Marzio Barbagli è professore emerito dell’Università di Bologna, accademico dei Lincei, membro della European Academy of Sociology. Fra le sue numerose pubblicazioni: "Sotto lo stesso tetto. Mutamenti della famiglia in Italia dal XV al XX secolo" (il Mulino, 1984); "Congedarsi dal mondo. Il suicidio in Occidente e in Oriente" (il Mulino, 2010); "Comprare piacere. Sessualità e amore venale dal Medioevo a oggi" (il Mulino, 2020); e il recente "Uomini senza. Storia degli eunuchi e del declino della violenza" (il Mulino, 2023).
Sebastiano Timpanaro, “un illustre studioso del Leopardi che vuole integrare Marx col suo poeta prediletto" lo definì Cesare Cases; in lui il meglio della Seconda Internazionale anziché il peggio della Terza; la sua "inattualità attuale". Intervista a Matteo Marchesini.
Matteo Marchesini è critico, poeta, saggista. Tra i suoi libri citiamo il romanzo "Atti mancati" (Voland, 2013), i racconti di "False coscienze" (Bompiani, 2017), "Miti personali" (Voland, 2021) e la recente raccolta "Iniziazioni. Racconti di sette età" (Elliot, 2024); i saggi critici "Da Pascoli a Busi" (Quodlibet, 2014), "Casa di carte" (Il Saggiatore, 2019) e il recente "Diario di una cavia" (Castelvecchi, 2023). Collabora con Il Foglio e Radio Radicale.
Sebastiano Timpanaro, persona schiva e non accademica, alla storia della filologia, di cui era un massimo esperto internazionale, associò lo studio del materialismo e della tradizione socialista, nonché della psicanalisi; decisivo il suo saggio sul lapsus freudiano; grande studioso del Leopardi filosofo, polemizzò sia con il "Leopardi romantico" che con il "Leopardi progressista"; la sua giustapposizione di Marx e Leopardi. Intervista a Massimo Raffaeli.
Massimo Raffaeli è filologo e critico letterario. Scrive per quotidiani come “il Manifesto” e per il suo inserto Alias e collabora al “Venerdì di Repubblica”. Dal 2011 collabora con il programma di Rai Radio 3“Wikiradio”. Ha tradotto autori francesi (Artaud, Céline, Zola) e ha dedicato saggi ad autori italiani del Novecento come Franco Fortini e Paolo Volponi. Il suo ultimo libro è "Compagni di vita e altri scritti di letteratura" (Inschibboleth, 2023). Assieme a Luca Baranelli ha curato il volume di Sebastiano Timpanaro "Leopardi e altre voci" (Giometti e Antonello, 2023), che raccoglie i contributi enciclopedici del grande filologo scomparso nel 2000.
Il baby boom, che è avvenuto nell’ambito di un modello di famiglia “tradizionale”, con il padre fuori a lavorare e la madre a casa, su cui si è costruito il welfare; la spirale di alto debito, bassa natalità, forte invecchiamento e bassa occupazione femminile; il degiovanimento e il fenomeno dei “parentari”, giovani la cui unica ricchezza è costituita dalla famiglia d'origene. Il rischio che sempre più giovani se ne vadano. Intervista a Alessandro Rosina.
Alessandro Rosina è professore ordinario di demografia all’Università Cattolica di Milano, dove dirige il Center for Applied Statistics in Business and Economics. Scrive per varie testate nazionali e riviste politico-culturali, tra cui “Neodemos”, “Le Scienze”, “Il Sole 24 Ore”, “La Stampa”. Fra le sue pubblicazioni: "L’Italia che non cresce" (Laterza, 2013), "Neet. Giovani che non studiano e non lavorano" (Vita e Pensiero, 2015), "Crisi demografica. Politiche per un paese che ha smesso di crescere" (Vita e Pensiero, 2021) e il recente "Storia demografica d’Italia" (con Roberto Impicciatore, Carocci, 2022).
L’horror vacui di manuali che vanno da Talete a Heidegger e il modello storicista nello studio della filosofia che provoca una sfiducia sostanziale nella verità, sempre relativa; l’antica tripartizione fra “logica, metafisica, etica” e la lettura di un classico almeno; l’approccio sistematico nell’insegnamento della filosofia e la pedagogia delle competenze, secondo cui si deve poter mettere in pratica da subito ciò che si è appreso. Intervista a Massimo Mugnai.
Massimo Mugnai è professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa, dove ha insegnato Filosofia e Storia della logica. Nella sua attività di ricerca si è occupato di Storia della logica, del rapporto fra logica e metafisica e del pensiero di Leibniz, del quale è considerato uno dei massimi esperti a livello internazionale. Fra le sue pubblicazioni: "Introduzione alla filosofia di Leibniz" (Einaudi, 2001), "Possibile/Necessario" (il Mulino, 2013) e il recente "Come non insegnare la filosofia" (il Mulino, 2023).
Sono “operatori tecnico-subacquei”, lavoratori, cioè, che fanno manutenzione e riparazioni nelle piattaforme in mare a una profondità anche di centocinquanta metri; la “campana” con cui si scende e la necessità, prima di farlo, di “saturarsi”, cioè di abituarsi, anche per settimane, in un ambiente ermetico, alla pressione che ti starà addosso una volta sceso; le cozze e i pesci che mai hanno visto un uomo. Intervista a Daniele Galvani e Germano Venturi.
Daniele Galvani, classe ’58, di Ravenna, e Germano Venturi, classe ’47, di Sant’Alberto (Ra), sono operatori tecnici subacquei. Il primo ha lavorato per Eni; il secondo per la Rana, per la Saipem e per la Micoperi. Sono entrambi in pensione.
La strategia riduzionista, che tanto successo ha avuto nella storia della scienza, ci dice che, al fondo, il principio costruttivo di un cervello umano è simile a quello di un moscerino; la diversità sta nella quantità di neuroni necessari a svolgere funzioni molto diverse; il grande problema della “coscienza”, del “sentire”: cos’è e quando si sviluppa? La distinzione fra sensazione e percezione; la grande importanza della “copia efferente”. Intervista a Giorgio Vallortigara.
Giorgio Vallortigara è professore di neuroscienza e cognizione animale presso l’Università di Trento. È stato il primo scienziato a fornire prove sulla lateralizzazione funzionale nel cervello degli uccelli. È autore di più di 250 articoli scientifici su riviste internazionali. Tra i suoi lavori: "Nati per credere" (con V. Girotto e T. Pievani, Codice, 2008), "Cervelli che contano" (Adelphi, 2014), "Da Euclide ai neuroni. La geometria nel cervello" (Castelvecchi, 2017) e il recente "Pensieri della mosca con la testa storta" (Adelphi, 2021).
La poca considerazione dell’importanza della demografia, a causa della sua “lentezza”; anche l’India ormai ai “due figli”; i meccanismi delle migrazioni di massa fra Europa e America avvenute fra XIX e XX secolo e il riconoscimento del “diritto di emigrare”; l’importanza di considerare l’immigrazione come un fenomeno strutturale e il problema, enorme, di come regolare i flussi, che non può essere lasciato ai singoli stati. Intervista a Massimo Livi Bacci.
Massimo Livi Bacci, demografo, è professore emerito dell’Università di Firenze e Socio dell’Accademia dei Lincei. Tra i suoi libri "Storia minima della popolazione del mondo" (il Mulino, 1998), "Amazzonia. L’impero dell’acqua" (il Mulino 2012), "Il pianeta stretto" (il Mulino, 2015), "In cammino. Breve storia delle migrazioni" (il Mulino, 2019), "I traumi d’Europa" (il Mulino, 2020) e il recente "Per terre e per mari" (il Mulino, 2022).
I passaggi dall’era della caccia e raccolta a quella dell’agricoltura e dell’allevamento, a quella dell’industria hanno segnato gli incrementi di popolazione; regolare l’istinto riproduttivo, una costante delle culture del passato; lo stigma fascista della demografia e la sensibilità femminile diffidente di ogni politica “della fecondità”; il problema decisivo della qualità della vita degli anziani e l’inevitabile apertura all’immigrazione. Intervista a Massimo Livi Bacci.
Massimo Livi Bacci, demografo, è professore emerito dell’Università di Firenze e Socio dell’Accademia dei Lincei. Tra i suoi libri "Storia minima della popolazione del mondo" (il Mulino, 1998), "Amazzonia. L’impero dell’acqua" (il Mulino 2012), "Il pianeta stretto" (il Mulino, 2015), "In cammino. Breve storia delle migrazioni" (il Mulino, 2019), "I traumi d’Europa" (il Mulino, 2020) e il recente "Per terre e per mari" (il Mulino, 2022).
Il rischio che nella scuola, invece di spiegare che le cose sono complesse, ambigue, si scelga la via della “sensibilizzazione” alle buone cause, secondo una specie di catechismo civile; l’importanza della libertà di discutere su tutto, anche, per esempio, se si può essere fascisti; un linguaggio, quello delle leggi, ridondante, complicato, una lingua italiana “colta“ nella sua accezione peggiore; l’insegnamento di Guido Calogero. Intervista a Claudio Giunta.
Claudio Giunta (Torino, 1971) insegna letteratura italiana all’Università di Trento. È autore di due manuali di letteratura per il triennio delle superiori e collabora regolarmente con “Il Sole 24 Ore”, “Il Foglio”, “Il Post”.
Fra i suoi libri più recenti: "E se non fosse la buona battaglia? Sul futuro dell’istruzione umanistica" (Il Mulino, 2017), "Come non scrivere" (Utet, 2018), "Le alternative non esistono. La vita e le opere di Tommaso Labranca" (il Mulino, 2020) e “Ma se io volessi diventare una fascista intelli- gente? L’educazione civica, la scuola, l’Italia" (Rizzoli, 2021).
I dubbi su una scuola sempre più vocata all’accoglienza, all’aiuto per gli alunni in difficoltà, e che per rispondere a tale vocazione, ha smesso di chiedere agli studenti di fare fatica, di offrire loro obiettivi ambiziosi; la convinzione che allargare la platea non comporti affatto l’abbassamento di livello; la proposta di una scuola dell’obbligo fino a 16 anni uguale per tutti e di alto livello dove anche il futuro falegname impari il latino. Intervista a Paola Mastrocola.
Paola Mastrocola, classe ’56, è scrittrice. Ha lavorato nei licei piemontesi come insegnante di italiano e latino. Fra i suoi libri più famosi "Una barca nel bosco" (Guanda, 2004), "Non so niente di te" (Einaudi, 2013) e "L’amore prima di noi" (Einaudi, 2016). Si è occupata a lungo di scuola pubblica, scrivendo fortunati saggi come "Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare" (Guanda, 2011), "La passione ribelle" (Laterza, 2017) e il recente "Il danno scolastico. La scuola progressista come macchina della disuguaglianza" (La nave di Teseo, 2021), scritto con Luca Ricolfi.
La scoperta, a partire da un episodio banale, un sikh che per stanchezza scivola dalla bicicletta, di un mondo terribile, quello dello sfruttamento e del caporalato nell’Agro pontino, il quale tuttavia è solo un pezzetto di un sistema che da tempo è entrato anche nelle città e che riguarda il Nord quanto il Sud; la lezione della “sociologia del riscatto” di Freire e Dolci; la questione ambientale e le speranze riposte nella nuova legge 199. Intervista a Marco Omizzolo.
Marco Omizzolo, classe ’75, è sociologo. Ricercatore Eurispes e docente a contratto in Sociopolitologia delle migrazioni per l’Università La Sapienza di Roma, affianca all’attività accademica l’impegno civile come presidente dell’associazione Tempi Moderni e responsabile scientifico della cooperativa In Migrazione. Collabora con numerose testate giornalistiche (“L’Espresso”, “il manifesto”, “Il Venerdì”). Nel 2019 ha pubblicato il volume "Sotto padrone. Uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana" (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli). Nello stesso anno il Presidente della Repubblica Mattarella lo ha nominato Cavaliere della Repubblica per meriti di ricerca e impegno contro le agromafie e lo sfruttamento del lavoro.
Catturare l’anidride carbonica prodotta dagli impianti industriali e dalle centrali termiche e iniettarla sotto terra, nei giacimenti di gas ormai vuoti: una tecnica già in uso nelle installazioni petrolifere, ma che ora l’Eni propone di utilizzare per tutta la pianura padana; ma vale continuare a produrre anidride carbonica per poi spendere soldi ed energia per riprenderla, quando invece si potrebbe, con altre fonti, smettere di produrla? Intervista a Marina Forti.
Marina Forti è una giornalista. Nel 1999 ha vinto il Premiolino, fra i più importanti premi giornalistici italiani. Per quasi trent’anni ha lavorato nella redazione de “il manifesto” e collabora oggi con “Internazionale” e altre testate. Fra i suoi libri, "La signora di Narmada" (Feltrinelli 2004), "Il cuore di tenebra dell’India" (Bruno Mondadori, 2012) e "Malaterra. Come hanno avvelenato l’Italia" (Laterza, 2018).
Il digitale, la quarta rivoluzione umana, dopo la copernicana, la darwiniana, la freudiana; Internet non è un aggiornamento di Gutenberg, ma un vero e proprio nuovo habitat, fondato sulle relazioni, sulla rete e i suoi nodi, in cui siamo immersi; un progetto comunitario umano basato sul verde e il blu, sull’ambiente e sul digitale; coordinamento, collaborazione, cooperazione, le “tre c” decisive; la privacy e i dati personali. Intervista a Luciano Floridi.
Luciano Floridi è professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford, dove dirige il Digital Ethics Lab, e chairman del Data Ethics Group dell’Alan Turing Institute. Dal 2021 è anche professore all’Università di Bologna. Fra i suoi saggi: "La rivoluzione dell’informazione" (Codice, 2012), "La quarta rivoluzione" (Raffaello Cortina, 2017), "Pensare l’infosfera. La filosofia come design concettuale" (Raffaello Cortina, 2020) e il recente "Il verde e il blu. Idee ingenue per migliorare la politica" (Raffaello Cortina, 2020).
Con la fine della lotta politica, la rinuncia ai progetti di trasformazione della società, il trionfo del neoliberismo e la rivoluzione dell’informatica, la perdita di fiducia in un progresso della storia e la cancellazione del passato; il dominio ossessivo del presente; la sfiducia, anche, nell’utilità del sapere per organizzare la propria vita; il fallimento di un’Europa agglomerato di stati, già annunciato dal trattamento riservato alla Grecia. Intervista ad Adriano Prosperi.
Adriano Prosperi è professore emerito di Storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ha scritto per le pagine culturali del Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore. Tra le sue opere "Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari" (Einaudi, 1996), "Giustizia bendata. Percorsi storici di un’immagine" (Ei- naudi, 2008), "Delitto e perdono. La pena di morte nell’orizzonte mentale dell’Europa cristiana. XIV-XVIII" (Einaudi, 2013) e il recente "Un tempo senza storia. La distruzione del passato" (Einaudi, 2021).
Le conseguenze nefaste della svolta linguistica novecentesca, un relativismo culturale radicale per cui non c’è più una realtà oggettiva a cui ancorarsi, ma dove ognuno resta chiuso nella sua mente; d’altra parte i rischi di un realismo scientifico per cui c’è una realtà che non percepiamo all’origene di ogni cosa; la posizione del “realista ordinario”; il grande dilemma della volontà, quando c’è o quando solo crediamo che ci sia. Intervista a Mario De Caro.
Mario De Caro è professore ordinario di filosofia morale all’Università Roma Tre. Già visiting scholar al Mit, Fulbright Fellow a Harvard e presidente della Società Italiana di Filosofia Analitica (Sifa), è collaboratore de “Il Sole 24 Ore” e tra i divulgatori del programma “Rai Zettel. Filosofia in movimento”. Tra le sue pubblicazioni "Il libero arbitrio. Una introduzione" (Laterza, 2004), "Bentornata realtà. Il nuovo realismo in discussione" (con Maurizio Ferraris, Einaudi, 2012), "Siamo davvero liberi? Le neuroscienze e il mistero del libero arbitrio" (con Andrea Lavazza e Giuseppe Sartori, Codice, 2019) e il recente "Realtà" (Bollati Boringhieri, 2020).
Cos’è il tempo, questione che da sempre attanaglia fisica e neurobiologia, la prima convinta che il tempo non esista, che sia un’illusione che ci impedisce di capire la natura dell’universo, la seconda convintissima che il senso del tempo risieda fisicamente nel cervello; il richiamo a Kant dei fisiologi; l’elettroencefalografia e la risonanza permettono ora di vedere il tempo che passa dalla decisione incosciente alla volontà cosciente. Intervista ad Arnaldo Benini.
Arnaldo Benini è professore emerito di neurochirurgia e neurologia all’Università di Zurigo. Divulgatore di neuroscienze, collabora da anni alle pagine culturali de “Il Sole 24 Ore” e ha scritto vari libri, fra cui "La coscienza imperfetta" (Garzanti, 2012), "La mente fragile. L’enigma dell’Alzheimer" (Raffaello Cortina, 2018), e la recente seconda edizione di "Neurobiologia del tempo" (Raffaello Cortina, 2020).
La lezione di Braudel e i tre tempi della “lunga durata”, quello geografico, quello sociale e quello degli eventi storici; la storia di un mare, quello Adriatico, che è storia di intrecci e contaminazioni, di interdipendenza fra diverse realtà; i romani che fecero del “Mare nostrum” un lago; l’Italia che con la sua politica creò le premesse della nascita della Jugoslavia; il mito di Tito e della resistenza iugoslava ai nazisti. Intervista a Egidio Ivetic.
Egidio Ivetic, storico, insegna Storia moderna e Storia del Mediterraneo nell’Università di Padova. Tra i suoi libri, "Jugoslavia sognata. Lo jugoslavismo delle origeni" (Angeli, 2012), "Un confine nel Mediterraneo. L’Adriatico orientale tra Italia e Slavia" (Viella, 2014), "Le guerre balcaniche" (il Mulino, 2016) e il recente "Storia dell’Adriatico. Un mare e la sua civiltà" (il Mulino, 2019).
Un binario sotterraneo, sotto la Centrale di Milano, destinato ai treni merci, di cui nessuno conosceva l’esistenza; da lì partirono gli ebrei italiani con destinazione Auschwitz; un museo nato con poche risorse, ma la cui forza sta nell’essere un posto “vero”, dove le cose sono successe; il legame fra razzismo e antisemitismo: se cresce uno inevitabilmente crescerà anche l’altro; l’impegno ad allargare la “categoria dei giusti”. Intervista a Marco Vigevani.
Marco Vigevani è uno dei più importanti agenti letterari italiani. Da due anni è il presidente del comitato eventi del Memoriale della Shoah di Milano, sorto lungo il binario 21 della Stazione Centrale; lo stesso dal quale, fra il dicembre 1943 e il gennaio 1945, partirono i vagoni piombati destinati ai campi di sterminio nazisti.
Anche il senso del gusto fa parte di una cultura, che è per definizione collettiva; la presunta predilezione del gusto amaro da parte degli italiani; i due ingredienti caratteristici della nostra cucina: la pasta, cioè cereali e farinacei, e poi le verdure, spesso un poco amare, entrambe a base della cucina contadina; saranno i signori, stranamente, ad avvicinarsi alla cucina povera; i trattati sull’insalata; Il naturale è meglio dell’artificiale? Intervista a Massimo Montanari.
Massimo Montanari è uno dei più importanti storici dell’alimentazione a livello internazionale. Professore emerito dell’Università di Bologna, dove ha fondato il Master “Storia e cultura dell’alimentazione”, ha scritto numerosi saggi, fra cui "La cucina italiana. Storia di una cultura" (con Alberto Capatti, Laterza, 1999), "Il formaggio con le pere. La storia di un proverbio" (Laterza, 2008), "L’identità italiana in cucina" (Laterza, 2010), "Il mito delle origeni. Breve storia degli spaghetti al pomodoro" (Laterza, 2019) e il recente "Amaro. Un gusto italiano" (Laterza, 2023).
La storia degli eunuchi, un gruppo sociale particolare di individui considerati imbarazzanti e, nello stesso tempo, spesso assunti a posizioni apicali; la frequenza di regicidi favoriva le carriere di persone impossibilitate ad aspirare al trono; quando lo stesso celibato era considerato un "terzo genere"; il caso delle voci bianche dei castrati; la discussione storica sulla tesi che sostiene la diminuzione progressiva della violenza nel mondo. Intervista a Marzio Barbagli.
Marzio Barbagli è professore emerito dell’Università di Bologna, accademico dei Lincei, membro della European Academy of Sociology. Fra le sue numerose pubblicazioni: "Sotto lo stesso tetto. Mutamenti della famiglia in Italia dal XV al XX secolo" (il Mulino, 1984); "Congedarsi dal mondo. Il suicidio in Occidente e in Oriente" (il Mulino, 2010); "Comprare piacere. Sessualità e amore venale dal Medioevo a oggi" (il Mulino, 2020); e il recente "Uomini senza. Storia degli eunuchi e del declino della violenza" (il Mulino, 2023).
Sebastiano Timpanaro, “un illustre studioso del Leopardi che vuole integrare Marx col suo poeta prediletto" lo definì Cesare Cases; in lui il meglio della Seconda Internazionale anziché il peggio della Terza; la sua "inattualità attuale". Intervista a Matteo Marchesini.
Matteo Marchesini è critico, poeta, saggista. Tra i suoi libri citiamo il romanzo "Atti mancati" (Voland, 2013), i racconti di "False coscienze" (Bompiani, 2017), "Miti personali" (Voland, 2021) e la recente raccolta "Iniziazioni. Racconti di sette età" (Elliot, 2024); i saggi critici "Da Pascoli a Busi" (Quodlibet, 2014), "Casa di carte" (Il Saggiatore, 2019) e il recente "Diario di una cavia" (Castelvecchi, 2023). Collabora con Il Foglio e Radio Radicale.
Sebastiano Timpanaro, persona schiva e non accademica, alla storia della filologia, di cui era un massimo esperto internazionale, associò lo studio del materialismo e della tradizione socialista, nonché della psicanalisi; decisivo il suo saggio sul lapsus freudiano; grande studioso del Leopardi filosofo, polemizzò sia con il "Leopardi romantico" che con il "Leopardi progressista"; la sua giustapposizione di Marx e Leopardi. Intervista a Massimo Raffaeli.
Massimo Raffaeli è filologo e critico letterario. Scrive per quotidiani come “il Manifesto” e per il suo inserto Alias e collabora al “Venerdì di Repubblica”. Dal 2011 collabora con il programma di Rai Radio 3“Wikiradio”. Ha tradotto autori francesi (Artaud, Céline, Zola) e ha dedicato saggi ad autori italiani del Novecento come Franco Fortini e Paolo Volponi. Il suo ultimo libro è "Compagni di vita e altri scritti di letteratura" (Inschibboleth, 2023). Assieme a Luca Baranelli ha curato il volume di Sebastiano Timpanaro "Leopardi e altre voci" (Giometti e Antonello, 2023), che raccoglie i contributi enciclopedici del grande filologo scomparso nel 2000.
Il baby boom, che è avvenuto nell’ambito di un modello di famiglia “tradizionale”, con il padre fuori a lavorare e la madre a casa, su cui si è costruito il welfare; la spirale di alto debito, bassa natalità, forte invecchiamento e bassa occupazione femminile; il degiovanimento e il fenomeno dei “parentari”, giovani la cui unica ricchezza è costituita dalla famiglia d'origene. Il rischio che sempre più giovani se ne vadano. Intervista a Alessandro Rosina.
Alessandro Rosina è professore ordinario di demografia all’Università Cattolica di Milano, dove dirige il Center for Applied Statistics in Business and Economics. Scrive per varie testate nazionali e riviste politico-culturali, tra cui “Neodemos”, “Le Scienze”, “Il Sole 24 Ore”, “La Stampa”. Fra le sue pubblicazioni: "L’Italia che non cresce" (Laterza, 2013), "Neet. Giovani che non studiano e non lavorano" (Vita e Pensiero, 2015), "Crisi demografica. Politiche per un paese che ha smesso di crescere" (Vita e Pensiero, 2021) e il recente "Storia demografica d’Italia" (con Roberto Impicciatore, Carocci, 2022).
L’horror vacui di manuali che vanno da Talete a Heidegger e il modello storicista nello studio della filosofia che provoca una sfiducia sostanziale nella verità, sempre relativa; l’antica tripartizione fra “logica, metafisica, etica” e la lettura di un classico almeno; l’approccio sistematico nell’insegnamento della filosofia e la pedagogia delle competenze, secondo cui si deve poter mettere in pratica da subito ciò che si è appreso. Intervista a Massimo Mugnai.
Massimo Mugnai è professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa, dove ha insegnato Filosofia e Storia della logica. Nella sua attività di ricerca si è occupato di Storia della logica, del rapporto fra logica e metafisica e del pensiero di Leibniz, del quale è considerato uno dei massimi esperti a livello internazionale. Fra le sue pubblicazioni: "Introduzione alla filosofia di Leibniz" (Einaudi, 2001), "Possibile/Necessario" (il Mulino, 2013) e il recente "Come non insegnare la filosofia" (il Mulino, 2023).
Sono “operatori tecnico-subacquei”, lavoratori, cioè, che fanno manutenzione e riparazioni nelle piattaforme in mare a una profondità anche di centocinquanta metri; la “campana” con cui si scende e la necessità, prima di farlo, di “saturarsi”, cioè di abituarsi, anche per settimane, in un ambiente ermetico, alla pressione che ti starà addosso una volta sceso; le cozze e i pesci che mai hanno visto un uomo. Intervista a Daniele Galvani e Germano Venturi.
Daniele Galvani, classe ’58, di Ravenna, e Germano Venturi, classe ’47, di Sant’Alberto (Ra), sono operatori tecnici subacquei. Il primo ha lavorato per Eni; il secondo per la Rana, per la Saipem e per la Micoperi. Sono entrambi in pensione.
La strategia riduzionista, che tanto successo ha avuto nella storia della scienza, ci dice che, al fondo, il principio costruttivo di un cervello umano è simile a quello di un moscerino; la diversità sta nella quantità di neuroni necessari a svolgere funzioni molto diverse; il grande problema della “coscienza”, del “sentire”: cos’è e quando si sviluppa? La distinzione fra sensazione e percezione; la grande importanza della “copia efferente”. Intervista a Giorgio Vallortigara.
Giorgio Vallortigara è professore di neuroscienza e cognizione animale presso l’Università di Trento. È stato il primo scienziato a fornire prove sulla lateralizzazione funzionale nel cervello degli uccelli. È autore di più di 250 articoli scientifici su riviste internazionali. Tra i suoi lavori: "Nati per credere" (con V. Girotto e T. Pievani, Codice, 2008), "Cervelli che contano" (Adelphi, 2014), "Da Euclide ai neuroni. La geometria nel cervello" (Castelvecchi, 2017) e il recente "Pensieri della mosca con la testa storta" (Adelphi, 2021).
La poca considerazione dell’importanza della demografia, a causa della sua “lentezza”; anche l’India ormai ai “due figli”; i meccanismi delle migrazioni di massa fra Europa e America avvenute fra XIX e XX secolo e il riconoscimento del “diritto di emigrare”; l’importanza di considerare l’immigrazione come un fenomeno strutturale e il problema, enorme, di come regolare i flussi, che non può essere lasciato ai singoli stati. Intervista a Massimo Livi Bacci.
Massimo Livi Bacci, demografo, è professore emerito dell’Università di Firenze e Socio dell’Accademia dei Lincei. Tra i suoi libri "Storia minima della popolazione del mondo" (il Mulino, 1998), "Amazzonia. L’impero dell’acqua" (il Mulino 2012), "Il pianeta stretto" (il Mulino, 2015), "In cammino. Breve storia delle migrazioni" (il Mulino, 2019), "I traumi d’Europa" (il Mulino, 2020) e il recente "Per terre e per mari" (il Mulino, 2022).
I passaggi dall’era della caccia e raccolta a quella dell’agricoltura e dell’allevamento, a quella dell’industria hanno segnato gli incrementi di popolazione; regolare l’istinto riproduttivo, una costante delle culture del passato; lo stigma fascista della demografia e la sensibilità femminile diffidente di ogni politica “della fecondità”; il problema decisivo della qualità della vita degli anziani e l’inevitabile apertura all’immigrazione. Intervista a Massimo Livi Bacci.
Massimo Livi Bacci, demografo, è professore emerito dell’Università di Firenze e Socio dell’Accademia dei Lincei. Tra i suoi libri "Storia minima della popolazione del mondo" (il Mulino, 1998), "Amazzonia. L’impero dell’acqua" (il Mulino 2012), "Il pianeta stretto" (il Mulino, 2015), "In cammino. Breve storia delle migrazioni" (il Mulino, 2019), "I traumi d’Europa" (il Mulino, 2020) e il recente "Per terre e per mari" (il Mulino, 2022).
Il rischio che nella scuola, invece di spiegare che le cose sono complesse, ambigue, si scelga la via della “sensibilizzazione” alle buone cause, secondo una specie di catechismo civile; l’importanza della libertà di discutere su tutto, anche, per esempio, se si può essere fascisti; un linguaggio, quello delle leggi, ridondante, complicato, una lingua italiana “colta“ nella sua accezione peggiore; l’insegnamento di Guido Calogero. Intervista a Claudio Giunta.
Claudio Giunta (Torino, 1971) insegna letteratura italiana all’Università di Trento. È autore di due manuali di letteratura per il triennio delle superiori e collabora regolarmente con “Il Sole 24 Ore”, “Il Foglio”, “Il Post”.
Fra i suoi libri più recenti: "E se non fosse la buona battaglia? Sul futuro dell’istruzione umanistica" (Il Mulino, 2017), "Come non scrivere" (Utet, 2018), "Le alternative non esistono. La vita e le opere di Tommaso Labranca" (il Mulino, 2020) e “Ma se io volessi diventare una fascista intelli- gente? L’educazione civica, la scuola, l’Italia" (Rizzoli, 2021).
I dubbi su una scuola sempre più vocata all’accoglienza, all’aiuto per gli alunni in difficoltà, e che per rispondere a tale vocazione, ha smesso di chiedere agli studenti di fare fatica, di offrire loro obiettivi ambiziosi; la convinzione che allargare la platea non comporti affatto l’abbassamento di livello; la proposta di una scuola dell’obbligo fino a 16 anni uguale per tutti e di alto livello dove anche il futuro falegname impari il latino. Intervista a Paola Mastrocola.
Paola Mastrocola, classe ’56, è scrittrice. Ha lavorato nei licei piemontesi come insegnante di italiano e latino. Fra i suoi libri più famosi "Una barca nel bosco" (Guanda, 2004), "Non so niente di te" (Einaudi, 2013) e "L’amore prima di noi" (Einaudi, 2016). Si è occupata a lungo di scuola pubblica, scrivendo fortunati saggi come "Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare" (Guanda, 2011), "La passione ribelle" (Laterza, 2017) e il recente "Il danno scolastico. La scuola progressista come macchina della disuguaglianza" (La nave di Teseo, 2021), scritto con Luca Ricolfi.
La scoperta, a partire da un episodio banale, un sikh che per stanchezza scivola dalla bicicletta, di un mondo terribile, quello dello sfruttamento e del caporalato nell’Agro pontino, il quale tuttavia è solo un pezzetto di un sistema che da tempo è entrato anche nelle città e che riguarda il Nord quanto il Sud; la lezione della “sociologia del riscatto” di Freire e Dolci; la questione ambientale e le speranze riposte nella nuova legge 199. Intervista a Marco Omizzolo.
Marco Omizzolo, classe ’75, è sociologo. Ricercatore Eurispes e docente a contratto in Sociopolitologia delle migrazioni per l’Università La Sapienza di Roma, affianca all’attività accademica l’impegno civile come presidente dell’associazione Tempi Moderni e responsabile scientifico della cooperativa In Migrazione. Collabora con numerose testate giornalistiche (“L’Espresso”, “il manifesto”, “Il Venerdì”). Nel 2019 ha pubblicato il volume "Sotto padrone. Uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana" (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli). Nello stesso anno il Presidente della Repubblica Mattarella lo ha nominato Cavaliere della Repubblica per meriti di ricerca e impegno contro le agromafie e lo sfruttamento del lavoro.
Catturare l’anidride carbonica prodotta dagli impianti industriali e dalle centrali termiche e iniettarla sotto terra, nei giacimenti di gas ormai vuoti: una tecnica già in uso nelle installazioni petrolifere, ma che ora l’Eni propone di utilizzare per tutta la pianura padana; ma vale continuare a produrre anidride carbonica per poi spendere soldi ed energia per riprenderla, quando invece si potrebbe, con altre fonti, smettere di produrla? Intervista a Marina Forti.
Marina Forti è una giornalista. Nel 1999 ha vinto il Premiolino, fra i più importanti premi giornalistici italiani. Per quasi trent’anni ha lavorato nella redazione de “il manifesto” e collabora oggi con “Internazionale” e altre testate. Fra i suoi libri, "La signora di Narmada" (Feltrinelli 2004), "Il cuore di tenebra dell’India" (Bruno Mondadori, 2012) e "Malaterra. Come hanno avvelenato l’Italia" (Laterza, 2018).
Il digitale, la quarta rivoluzione umana, dopo la copernicana, la darwiniana, la freudiana; Internet non è un aggiornamento di Gutenberg, ma un vero e proprio nuovo habitat, fondato sulle relazioni, sulla rete e i suoi nodi, in cui siamo immersi; un progetto comunitario umano basato sul verde e il blu, sull’ambiente e sul digitale; coordinamento, collaborazione, cooperazione, le “tre c” decisive; la privacy e i dati personali. Intervista a Luciano Floridi.
Luciano Floridi è professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford, dove dirige il Digital Ethics Lab, e chairman del Data Ethics Group dell’Alan Turing Institute. Dal 2021 è anche professore all’Università di Bologna. Fra i suoi saggi: "La rivoluzione dell’informazione" (Codice, 2012), "La quarta rivoluzione" (Raffaello Cortina, 2017), "Pensare l’infosfera. La filosofia come design concettuale" (Raffaello Cortina, 2020) e il recente "Il verde e il blu. Idee ingenue per migliorare la politica" (Raffaello Cortina, 2020).
Con la fine della lotta politica, la rinuncia ai progetti di trasformazione della società, il trionfo del neoliberismo e la rivoluzione dell’informatica, la perdita di fiducia in un progresso della storia e la cancellazione del passato; il dominio ossessivo del presente; la sfiducia, anche, nell’utilità del sapere per organizzare la propria vita; il fallimento di un’Europa agglomerato di stati, già annunciato dal trattamento riservato alla Grecia. Intervista ad Adriano Prosperi.
Adriano Prosperi è professore emerito di Storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ha scritto per le pagine culturali del Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore. Tra le sue opere "Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari" (Einaudi, 1996), "Giustizia bendata. Percorsi storici di un’immagine" (Ei- naudi, 2008), "Delitto e perdono. La pena di morte nell’orizzonte mentale dell’Europa cristiana. XIV-XVIII" (Einaudi, 2013) e il recente "Un tempo senza storia. La distruzione del passato" (Einaudi, 2021).
Le conseguenze nefaste della svolta linguistica novecentesca, un relativismo culturale radicale per cui non c’è più una realtà oggettiva a cui ancorarsi, ma dove ognuno resta chiuso nella sua mente; d’altra parte i rischi di un realismo scientifico per cui c’è una realtà che non percepiamo all’origene di ogni cosa; la posizione del “realista ordinario”; il grande dilemma della volontà, quando c’è o quando solo crediamo che ci sia. Intervista a Mario De Caro.
Mario De Caro è professore ordinario di filosofia morale all’Università Roma Tre. Già visiting scholar al Mit, Fulbright Fellow a Harvard e presidente della Società Italiana di Filosofia Analitica (Sifa), è collaboratore de “Il Sole 24 Ore” e tra i divulgatori del programma “Rai Zettel. Filosofia in movimento”. Tra le sue pubblicazioni "Il libero arbitrio. Una introduzione" (Laterza, 2004), "Bentornata realtà. Il nuovo realismo in discussione" (con Maurizio Ferraris, Einaudi, 2012), "Siamo davvero liberi? Le neuroscienze e il mistero del libero arbitrio" (con Andrea Lavazza e Giuseppe Sartori, Codice, 2019) e il recente "Realtà" (Bollati Boringhieri, 2020).
Cos’è il tempo, questione che da sempre attanaglia fisica e neurobiologia, la prima convinta che il tempo non esista, che sia un’illusione che ci impedisce di capire la natura dell’universo, la seconda convintissima che il senso del tempo risieda fisicamente nel cervello; il richiamo a Kant dei fisiologi; l’elettroencefalografia e la risonanza permettono ora di vedere il tempo che passa dalla decisione incosciente alla volontà cosciente. Intervista ad Arnaldo Benini.
Arnaldo Benini è professore emerito di neurochirurgia e neurologia all’Università di Zurigo. Divulgatore di neuroscienze, collabora da anni alle pagine culturali de “Il Sole 24 Ore” e ha scritto vari libri, fra cui "La coscienza imperfetta" (Garzanti, 2012), "La mente fragile. L’enigma dell’Alzheimer" (Raffaello Cortina, 2018), e la recente seconda edizione di "Neurobiologia del tempo" (Raffaello Cortina, 2020).
La lezione di Braudel e i tre tempi della “lunga durata”, quello geografico, quello sociale e quello degli eventi storici; la storia di un mare, quello Adriatico, che è storia di intrecci e contaminazioni, di interdipendenza fra diverse realtà; i romani che fecero del “Mare nostrum” un lago; l’Italia che con la sua politica creò le premesse della nascita della Jugoslavia; il mito di Tito e della resistenza iugoslava ai nazisti. Intervista a Egidio Ivetic.
Egidio Ivetic, storico, insegna Storia moderna e Storia del Mediterraneo nell’Università di Padova. Tra i suoi libri, "Jugoslavia sognata. Lo jugoslavismo delle origeni" (Angeli, 2012), "Un confine nel Mediterraneo. L’Adriatico orientale tra Italia e Slavia" (Viella, 2014), "Le guerre balcaniche" (il Mulino, 2016) e il recente "Storia dell’Adriatico. Un mare e la sua civiltà" (il Mulino, 2019).
Un binario sotterraneo, sotto la Centrale di Milano, destinato ai treni merci, di cui nessuno conosceva l’esistenza; da lì partirono gli ebrei italiani con destinazione Auschwitz; un museo nato con poche risorse, ma la cui forza sta nell’essere un posto “vero”, dove le cose sono successe; il legame fra razzismo e antisemitismo: se cresce uno inevitabilmente crescerà anche l’altro; l’impegno ad allargare la “categoria dei giusti”. Intervista a Marco Vigevani.
Marco Vigevani è uno dei più importanti agenti letterari italiani. Da due anni è il presidente del comitato eventi del Memoriale della Shoah di Milano, sorto lungo il binario 21 della Stazione Centrale; lo stesso dal quale, fra il dicembre 1943 e il gennaio 1945, partirono i vagoni piombati destinati ai campi di sterminio nazisti.
Dall'autunno del 2017 la rubrica si è spostata sul settimanale Ravenna&dintorni, specializzandosi sul teatro e cambiando il nome nell'aristofanesco "Le nuvole".
Nel 2018 ho partecipato al concorso nazionale indetto dall'associazione Lettera 22 per critici teatrali under 35. Ho voluto integrare in questa raccolta i pezzi scritti durante quella trasferta, nonché il breve contributo di ringraziamento che inviai per ripagare la fiducia di chi aveva voluto onorarmi col primo premio: il lettore lo ritroverà qui al posto di una postfazione.
Le recensioni selezionate per questa raccolta, lo si noterà, sono in genere piuttosto lunghe e articolate; cosa inusuale se si pensa allo spazio solitamente dedicato alla critica teatrale in Italia, che negli ultimi due decenni si è contratta in sparuti trafiletti da 1000 battute. Devo il lusso di tanta prodigalità, oltre che al mezzo digitale, ai caporedattori dei giornali per cui ho lavorato: Pier Giorgio Carloni per Ravennanotizie e Fausto Piazza per Ravenna&dintorni.
Che cos'è la critica? Cosa critica la critica, e perché? Quali sono i suoi obiettivi? Ne abbiamo davvero bisogno? Qual è il rapporto fra critica, artista e pubblico? Cosa ci si può ragionevolmente aspettare dal lavoro del critico? Queste sono alcune delle domande affrontate nel saggio.
Gli ambiti esplorati saranno due: il food delivery, ovvero l’economia che ruota attorno alla distribuzione nel settore alimentare e l’accoglienza turistica alternativa al sistema alberghiero.
Il dossier sarà perciò diviso in due parti: la prima si concentrerà sul lavoro dei rider, ovvero dei fattorini impiegati per le maggiori piattaforme del food delivery, come Deliveroo, JustEat, Glovo, Sgnam e Uber Eats. Particolare spazio sarà dedicato all’esperienza di Riders Union Bologna, il primo sindacato informale nato in Italia dai lavoratori della gig economy.
La seconda parte è dedicata invece all’analisi del nuovo mercato dell’accoglienza online, ponendo al centro della ricerca uno dei nuovi colossi del turismo planetario, Airbnb, e farà largo uso dei dati raccolti da Confesercenti Emilia-Romagna, da AssoHotel e dal Centro Studi Turistici di Firenze.
Attorno a questo cuore documentale si è deciso di inserire due parti teoriche, accessibili per lessico e contenuto a qualsiasi lettore. La prima introduce al tema della gig economy raccogliendo dati e teorie dalle pubblicazioni più recenti; la seconda conclude il dossier e si concentra sullo stato della giurisprudenza attuale.
A un tema composto e multidisciplinare come quello della gig economy non poteva essere applicato un solo metodo di lavoro. Per questa ragione, accanto a momenti più teorici, si è deciso di affiancare parti apertamente giornalistiche, raccogliendo la viva voce e l’opinione di esperti del settore, autorità e lavoratori.