Books by Edizioni di storia e letteratura
Tramutazioni dell'Orlando furioso, 2020
All’indomani della pubblicazione dell’Orlando furioso si sviluppa rapidamente in Italia una vasta... more All’indomani della pubblicazione dell’Orlando furioso si sviluppa rapidamente in Italia una vasta produzione editoriale costituita da libelli, per lo più anonimi ed economici, che riassemblano varie parti del poema soprattutto sotto forma di tramutazioni, ossia poemetti in cui gli endecasillabi di un’ottava ariostesca vengono riutilizzati come versi conclusivi di altrettante stanze tese a dilatare il senso dell’ottava originaria. Tali testi di carattere spiccatamente popolareggiante spesso sono sopravvissuti soltanto in singoli esemplari a stampa o in miscellanee manoscritte. A tutt’oggi manca un’organica trattatazione delle differenti forme di riscrittura cui il Furioso è diffuso sul mercato editoriale tra ’500 e ’600: il presente volume intende colmare tale lacuna, offrendo una dettagliata analisi e un’antologia filologicamente attendibile di tali riscritture che molto spesso offrono interessanti interpretazioni del poema originario.
La presente edizione critica di tre operette vichiane, il De Antiquissima Italorum Sapientia (171... more La presente edizione critica di tre operette vichiane, il De Antiquissima Italorum Sapientia (1710) e le due Risposte (1711 e 1712) al «Giornale de’ Letterati d’Italia», applica il metodo filologico-ecdotico già prospettato dallo stesso Placella nello studio del 1978 che impostava le linee guida, per la riedizione di tutte le opere di Vico progettata da Pietro Piovani, rispondenti alle esigenze della nuova filologia applicata alle opere moderne.
In varie imprese ed eventi culturali Placella aveva approfondito e sviluppato tali esigenze, ad esempio nel Congresso Internazionale da lui organizzato su I moderni Ausili all’Ecdotica (Salerno 1990, Atti Napoli 1994).
La metodologia suggerita da Placella è stata seguìta nella maggior parte delle edizioni realizzate all’interno del Centro di Studi Vichiani di Napoli, in particolare in due esemplari monumenti di ecdotica: le edizioni critiche della Scienza Nuova del 1730 e di quella del 1744, a cura di Cristofolini e Sanna.
Nella presente edizione per la prima volta viene offerta anche una trascrizione critica degli importanti Articoli del «Giornale de’ Letterati d’Italia», conosciuti finora soltanto attraverso gli adattamenti di Fausto Nicolini. La nuova impresa consente di offrire, grazie anche alla fedeltà ai testi, uno strumento per la conoscenza della lingua italiana del giovane Vico che nel presente studio viene esaminata e per la prima volta anche raffrontata alla lingua profondamente diversa delle tre edizioni della Scienza Nuova.
La storia della Ca’ di Dio ci è nota attraverso la documentazione ufficiale e i quaderni d’ammini... more La storia della Ca’ di Dio ci è nota attraverso la documentazione ufficiale e i quaderni d’amministrazione tenuti dai gestori dell’ospedale. Il manoscritto qui edito è appunto uno di questi documenti e la sua preziosità consiste nella quantità di informazioni storiche e socio-politiche che vi si riflettono direttamente e indirettamente. Da un lato esso offre uno spaccato di vita della Ca’ di Dio nella fase più antica della sua storia, dall’altro fornisce notizie qualitativamente rilevanti sia in merito alla gestione del vasto patrimonio immobiliare sia in merito all’organizzazione della vita ospedaliera. Non meno importante, il registro rappresenta una genuina e affidabile testimonianza della lingua del suo redattore, che spicca con rilievo in mezzo ai numerosi documenti, di analoga natura, redatti in latino.
Nel corso del Settecento il concetto di «popolo» è sfuggente e poco indagato, anche se ben presen... more Nel corso del Settecento il concetto di «popolo» è sfuggente e poco indagato, anche se ben presente nella riflessione politica e filosofica del tempo. Scarso rimane, in particolare, il contributo storiografico italiano alla conoscenza delle strutture materiali e mentali della vita popolare, tema considerato forse secondario rispetto alla cultura delle élite. Eppure la produzione di rappresentazioni del e di discorsi sul ‘popolo’ è centrale nella politica e nella cultura europea del XVIII secolo, e lo diventa sempre più negli ultimi decenni, fino a quando gli eventi rivoluzionari conferiscono un inedito protagonismo a gruppi sociali che fino a quel momento sembravano relegati ai margini della vita pubblica. Questa raccolta di saggi tenta, quindi, di approfondire queste tematiche e di colmare il vuoto storiografico, proponendo una rinnovata riflessione sui termini ‘popolo’ e ‘popolare’, sulle realtà storiche cui tali concetti erano e sono riferiti, sulle varie forme di interazione tra ceti e gruppi diversi.
Nei due precedenti volumi (Una biografia intellettuale di Vilfredo Pareto. I. Dalla scienza alla ... more Nei due precedenti volumi (Una biografia intellettuale di Vilfredo Pareto. I. Dalla scienza alla libertà [1848-1891], Roma 2015; II. Illusioni e delusioni della libertà [1891-1898], Roma 2017), l’autore ricostruisce la complessa biografia di Vilfredo Pareto (1848-1923) fino all’esordio come professore universitario a Losanna. Nel presente volume la biografia viene completata analizzando, nelle origini e nei contenuti, le più note opere di Pareto e la sua successiva, attenta osservazione delle vicende della grande guerra e del tumultuoso dopoguerra.
Dopo una lunga e complessa attività di riordinamento condotta dall’autore di questo Inventario, è... more Dopo una lunga e complessa attività di riordinamento condotta dall’autore di questo Inventario, è stato di recente reso disponibile agli studiosi l’Archivio della Regia Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano, una delle più antiche scuole di veterinaria in Europa (la sua istituzione risale al 1791), che operò fino al 1932, quando fu aggregata all’Università di Milano trasformandosi nell’attuale Facoltà di medicina veterinaria. Questo Inventario rappresenta l’esito del lavoro di riordinamento e fornisce una descrizione accurata, completa e organica dell’archivio, formato da 247 unità tra cartelle e registri e fisicamente conservato in due sedi distinte (nella nuova sede di Lodi della Facoltà e presso il Centro Apice dell’Università).
L’interesse storico di queste carte, che iniziano con gli anni napoleonici, è notevole, per almeno due ragioni. Da un lato, non vi sono in Italia altri casi di archivi di vecchie scuole di medicina veterinaria conservati con una continuità nel tempo e una consistenza paragonabile a questo caso; dall’altro, i documenti dell’Archivio della Scuola di Milano sono in grado di illuminare i molteplici risvolti dell’attività di questa istituzione, attraverso diversi regimi politici: come istituto di formazione delle leve della giovane professione di veterinario, come stabilimento strettamente collegato alle esigenze del territorio in cui operava (attraverso, per esempio, le sue cliniche per la cura degli animali), e infine – soprattutto a partire dagli anni Ottanta dell’Ottecento – come centro di ricerca e di divulgazione scientifica.
Prima di dare alle stampe, nel 1781, la Critica della ragion pura, Immanuel Kant ha già all’attiv... more Prima di dare alle stampe, nel 1781, la Critica della ragion pura, Immanuel Kant ha già all’attivo un numero molto alto di opere, sufficienti a restituire il profilo di un autore prolifico e originale. La filosofia del cosiddetto periodo precritico è affidata a opere molto diverse fra loro e presenta uno straordinario repertorio di approcci innovativi ai problemi che impegnano il pensiero europeo del periodo. Nella fase iniziale di questa filosofia, Kant delinea un modo nuovo di concepire la ‘forza’, uno dei concetti cardine della tradizione leibniziana, e fornisce una nuova sistemazione tanto degli aspetti fisici quanto di quelli metafisici di esso. Kant e la metafisica della forza ricostruisce questa impresa, adottando una metodologia di indagine che evita di porre in contrapposizione gli interessi più propriamente scientifici dei primi scritti kantiani con la concezione metafisica che essi esprimono. L’apparente eclettismo degli interessi del giovane Kant rimanda, in realtà, a un progetto complessivo di riforma della metafisica che comporta il confronto con figure capitali della tradizione metafisica e scientifica sei-settecentesca, come Leibniz e Newton. La posizione di Kant assume così un rilievo che spicca rispetto al panorama estremamente mosso di autori coevi, in vario modo concorrenti nel rivendicare l’eredità teorica di Wolff. Importanti opere di Kant, come i Pensieri sulle forze vive, la Storia universale della natura e teoria del cielo o le dissertazioni in latino degli anni 1755-1756, essenziali per ricostruire la genesi stessa del suo pensiero, ricevono nel libro una rinnovata interpretazione. Non solo la successiva fase della filosofia precritica ma lo stesso criticismo si rivela essere, in larga parte, una riflessione dello stesso Kant sulla sua prima filosofia e sui suoi limiti.
Gli autori, tra i maggiori esperti in storia della filosofia antica, affrontano da molteplici pun... more Gli autori, tra i maggiori esperti in storia della filosofia antica, affrontano da molteplici punti di vista il complesso tema del logos. Partendo da Omero e passando per le declinazioni che il logos ha avuto nella linguistica, nella logica e nella dialettica, giungono fino al logos divino in Filone di Alessandria.
Inscindibile dal Repertorio pubblicato nel 2013, un’antologia dei poeti più significativi dell’or... more Inscindibile dal Repertorio pubblicato nel 2013, un’antologia dei poeti più significativi dell’orientamento, delle tendenze e del progetto culturale dell’Accademia dell’Arcadia compresi nei 14 volumi delle Rime degli Arcadi, usciti dal 1716 al 1781. Poeti noti – dal Vico al Parini, dal Metastasio al Monti – e poeti rimasti in ombra, oltre ad un numero rilevante di donne, che partecipano alle cerimonie ufficiali e alle pubblicazioni istituzionali dell’Arcadia, al massimo della strategia comunicativa. Tutte da scoprire o riscoprire.
Il volume, che raccoglie gli atti del convegno internazionale di studi tenutosi presso l'Universi... more Il volume, che raccoglie gli atti del convegno internazionale di studi tenutosi presso l'Università di Roma Tor Vergata nel maggio 2019, si propone di indagare l'evoluzione del rapporto tra uomo e ambiente nella tradizione poetica italiana. In accordo con le finalità della critica ecologica, e con i metodi più consolidati della critica letteraria e della filologia, i saggi compresi nel volume, tutti firmati da accreditati specialisti, ricostruiscono i modi di rappresentazione e interpretazione dell'ambiente naturale e artificiale in alcuni dei poeti più rappresentativi del nostro canone letterario (da Ariosto, a Leopardi, fino al Novecento). L’intento complessivo è valutare la relazione tra uomo e ambiente in una più ampia dimensione ermeneutica e culturale, evidenziando significati e valori inerenti alla percezione della natura, scostamenti dai paradigmi dominanti, evoluzioni della tradizionale visione antropocentrica verso una più complessa e attuale prospettiva ecocentrica.
Il volume prende in esame, con un approccio multidisciplinare, il dibattito in merito al libero a... more Il volume prende in esame, con un approccio multidisciplinare, il dibattito in merito al libero arbitrio tra la fine del Medioevo e primi decenni del Cinquecento.
Specialisti di storia del pensiero, storia della teologia ed italianistica conducono il lettore attraverso un gruppo ristretto ma significativo di casi di studio: dalla poesia lirica in volgare del Medioevo italiano (Sara Ferrilli) a Francesco Petrarca (Lorenzo Geri); dalla riflessione di Lorenzo Valla (Mariangela Regoliosi) alla sistemazione del dibattitto del primo Umanesimo in Giannozzo Manetti (Stefano Baldassarri); per arrivare ad Erasmo da Rotterdam (Pasquale Terracciano, Christian Houth Vrangbæk) e Martin Lutero (Anders-Christian Jacobsen).
La storia secolare di uno dei nodi caratteristici del pensiero e della cultura occidentale è dunque affrontata concentrando l’attenzione nel passaggio dalla nascita dell’Umanesimo agli albori della Riforma. Seguire il dipanarsi del dibattito sul libero arbitrio permette, infatti, di affrontare da una prospettiva privilegiata sia testi notissimi, come l’erasmiano De Libero Arbitrio, che contributi meno noti ma altrettanto significativi.
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This book examines the debate on the free will between the end of the Middle Ages and the first decades of the sixteenth century.
The volume takes an interdisciplinary approach. Scholars with different backgrounds analyze a significant group of case studies: from the medieval vernacular lyric poetry (Sara Ferrilli) to Francesco Petrarca (Lorenzo Geri); from Lorenzo Valla’s thought (Mariangela Regoliosi) to Giannozzo Manetti (Stefano Baldassarri); from Erasmus of Rotterdam (Pasquale Terracciano, Christian Houth Vrangbæk) to Martin Luther (Anders-Christian Jacobsen).
The chapters delve into the plurisecular history of this crucial issue of western culture by focusing attention on the transition from the birth of Humanism to the dawn of the Reformation. Following the unfolding of the debate on free will allows to explore from a pivotal perspective both well-known books, such as Erasmus’ Free Will, and lesser-known, but equally noteworthy, texts.
Emilio Sereni (1907-1977) fu partigiano, padre costituente, dirigente del Partito Comunista Itali... more Emilio Sereni (1907-1977) fu partigiano, padre costituente, dirigente del Partito Comunista Italiano: e, insieme, intellettuale coltissimo e brillante, poliglotta straordinario, studioso disciplinato, rigoroso, animato da una curiosità inarrestabile. Sereni destinò i suoi libri e le sue carte di studio all’Istituto Alcide Cervi, presso il quale ora ha sede la Biblioteca Emilio Sereni. Ancora in larga parte inesplorato, questo materiale costituisce un esempio eccezionale di «biblioteca d’autore»: anzitutto, per la minuta e attentissima sistemazione che già lo stesso Sereni aveva dato alle sue carte. Fra di esse è conservato un fascicolo che contiene trascrizioni, traduzioni e appunti relativi in particolare (ma non esclusivamente) alle letterature greca e latina: Saffo, Eschilo, Sofocle, Euripide, Platone, Catullo, Lucrezio, Virgilio, Tibullo, Orazio, Plinio. «Qualche volta, le cose più vere per me le annoto sotto forma, proprio, di excerpta»: così scriveva Sereni nel suo Diario, il 21 dicembre 1948. Questo libro porta alla luce per la prima volta i suoi excerpta dagli autori greci e latini, le sue traduzioni, i suoi appassionati e lucidi commenti. Essi sono tutti datati – sorprendentemente – fra la fine del 1944 e l’aprile del 1945. Nei mesi più duri e concitati della Resistenza e della lotta antifascista, Emilio Sereni sembra cercare nella lettura dei classici «le cose più vere», e per lui più vere e più urgenti: l’amore, la morte, il dolore dell’assenza, la pace della campagna, la guerra – e la guerra civile –, la libertà del sapere. Ai classici Sereni affida le riflessioni più alte e ariose, e a un tempo intime e personali. Nelle sue trascrizioni pazienti del greco e del latino, nelle traduzioni colte e precise, nei suoi commenti attenti e commossi, i classici si rivelano depositari dell’umanità più vera, di una forma di «verità» ultima e radicale che Sereni sembra aver ricercato sempre, ovunque, con passione inesausta.
Il volume affronta la ricezione di Dante e la contestuale istituzionalizzazione, o meglio canoniz... more Il volume affronta la ricezione di Dante e la contestuale istituzionalizzazione, o meglio canonizzazione, della sua figura di autore volgare attraverso lo studio della circolazione e ricezione della sua produzione lirica per come è stata copiata nelle miscellanee e antologie manoscritte, e poi pubblicata nelle prime edizioni a stampa, anche alla luce delle divergenti interpretazioni che il ‘Dante rimatore’ ha originato tra Medioevo ed età contemporanea. I tre capitoli si concentrano su tre ‘casi di studio’, ossia su una singola poesia e i suoi libri, sui libri legati a un poeta, e a una città. Si parte da un testo peculiare, la cui prima tradizione e la successiva storia editoriale definiscono un quadro sfaccettato della ricezione del Dante lirico, ossia la canzone trilingue – francese, latino e italiano – Aï faus ris, la cui interpretazione e la prima ricezione sono argomento del primo capitolo. Il secondo capitolo si concentra invece sull’antologia di poesia appartenuta a un poeta minore, il cantor fiorentino Andrea Stefani, la cui esperienza illumina la trasmissione e ricezione del Dante lirico al passaggio tra XIV e XV secolo. Infine, il terzo capitolo affronta i volumi delle liriche di Dante presenti in Veneto, e in particolare a Padova, tra l’inizio del Tre e la metà del Quattrocento: la circolazione delle rime in contenitori testuali assai diversi genera un cortocircuito critico di fondamentale importanza per comprendere la cultura della seconda metà del Trecento, nonché per approfondire come la dialettica Dante-Petrarca si configuri assai precocemente.
Lodovico Antonio Muratori e Antonio Genovesi rappresentano due diverse generazioni di intellettua... more Lodovico Antonio Muratori e Antonio Genovesi rappresentano due diverse generazioni di intellettuali, quasi due differenti stagioni del Settecento italiano. Muratori, agli inizi del secolo, inaugura una prospettiva di profondo rinnovamento della cultura, a confronto con le moderne istanze di progresso. Genovesi, a quasi cinquanta anni di distanza, prende in carico l’eredità muratoriana e la svolge nel quadro di una visione dell’uomo e della società maturata attraverso un dialogo aperto e senza remore con i Lumi europei. Il saggio analizza aspetti centrali del loro pensiero, nella convinzione che in essi siano da ricercare le fila di un orientamento culturale sostanzialmente compatto, capace di contrassegnare un’anima importante del movimento multiforme dell’Illuminismo italiano, compreso nella forbice tra ‘sapere critico’ e ‘filosofia civile’.
Leonardo da Vinci non fu né “letterato” né “filosofo” professionale. Eppure, nonostante la sua vi... more Leonardo da Vinci non fu né “letterato” né “filosofo” professionale. Eppure, nonostante la sua vita errabonda, sempre alla ricerca di incarichi per dipingere, costruire macchine, proporre nuove invenzioni, ebbe la costanza di scrivere migliaia di pagine, rimaste quasi del tutto private. Oggi, a distanza di cinque secoli dalla sua morte (1519), il corpus dei suoi manoscritti ci appare come un immenso teatro, in cui molte nuove scienze furono progettate, ma nessuna portata a un livello accettabile di definizione. Ma è proprio in questa difficoltà a definire dei saperi particolari, che risiede il maggiore motivo di interesse per il pensiero di Leonardo: egli, scontrandosi con l’enciclopedia delle scienze che si trovava dinnanzi, aspirò a ripensare e riorganizzare tutto a partire da due punti di riferimento: la pittura, intesa essa stessa come una “filosofia”, e, a ciò legata, la natura, vista come un circuito di innumerevoli energie e “potenze”. La sua è quindi, per quanto frammentaria, una proposta schiettamente filosofica, da ricostruire alla luce della “filosofia naturale” del Rinascimento.
Nel panorama delle riviste culturali del Novecento, «Linea Nuova» (1964-1967) si ritaglia un post... more Nel panorama delle riviste culturali del Novecento, «Linea Nuova» (1964-1967) si ritaglia un posto tutto suo. Nacque a Palermo per iniziativa di un appassionato filosofo, Erminio Cavallero, formatosi vicino a Pietro Mignosi prima e durante gli anni della «Tradizione». Intellettuale versatile, Cavallero fu anche poeta, drammaturgo e saggista, nonché acuto osservatore del suo tempo. Sull’onda del Vaticano II, «Linea Nuova» si fece interprete del sentimento post conciliare, cercando di abbracciare ogni campo del sapere entro l’orizzonte di un rinnovato umanesimo cristiano. Rivista di «cultura e interessi umani», come annunciava il sottotitolo, prese in esame diversi aspetti salienti di quella vivace congiuntura storica, segnata da trasformazioni profonde, sfide impegnative e grandi attese, delineando un significativo aggiornamento della figura e del ruolo dell’intellettuale cattolico. Pur nella pluralità delle voci, va riconosciuto in particolare al direttore di aver saputo cogliere tempestivamente e mettere a fuoco le tematiche più stringenti di quel decennio, sollevando questioni politiche, etiche e culturali d’indiscutibile rilievo. Cavallero riuscì a coinvolgere nel suo progetto un bel manipolo di pensatori (Santino Caramella, Michele Federico Sciacca, Giulio Bonafede, Oreste De Seta), critici (Marcello Camilucci, Salvatore Orilia) e poeti (Diego Valeri, Margherita Guidacci, Mariella Bettarini, Gioacchino Caprera), che ne condivisero lo slancio umano e la passione per la verità. A «Linea Nuova» collaborò assiduamente anche Carlo Betocchi, di cui l’antologia ripropone tutti i testi poetici, solo in parte confluiti, e con varianti, nella raccolta Un passo, un altro passo.
«Preparo il numero di dicembre del Ponte dedicato al Piemonte (...). Anche tu naturalmente sei st... more «Preparo il numero di dicembre del Ponte dedicato al Piemonte (...). Anche tu naturalmente sei stato messo in prima linea tra le vittime designate a fare da collaboratori: e bisogna che tu non mi dica di no». È con questa sorridente determinazione che Calamandrei imposta il rapporto di collaborazione col più giovane collega e compagno azionista, Norberto Bobbio. Il carteggio tra queste due figure fondamentali della cultura e della politica italiana del Novecento consente di ricostruire alcuni retroscena della stagione del «Ponte» e della rinascita democratica dopo la Seconda guerra mondiale: il disperdersi e propagarsi della rete azionista, i tentativi di dialogo fra socialismo liberale e comunisti, il ruolo delle nuove riviste nel tener vivo lo «spirito della Resistenza». Nella confidenza di un colloquio fra amici, emergono gli interessi comuni, l’attenzione alle nuove correnti filosofiche e giuridiche, la difesa della cultura liberale dei diritti, le speranze nel laburismo inglese, i timori per il nascente assetto globale della Guerra fredda, l’interesse per il socialismo cinese, l’impegno in difesa di Danilo Dolci e delle sue battaglie per il lavoro e il rispetto della Costituzione, la preoccupazione per le inerzie fasciste nel nascente sistema giudiziario repubblicano. Nel corso degli anni, dall’ammirazione reciproca nascerà una profonda amicizia, che farà dire a Bobbio di Calamandrei: «era quello che avrei voluto essere». Pur con piglio e attitudini diverse, i due vivranno l’immediato dopoguerra come un periodo di impegno ineludibile, di cui il carteggio ci restituisce in controluce le speranze, i timori e le ragioni ideali.
Intellettuale molto influente a partire dagli anni Sessanta, Jacqueline Risset ha sperimentato le... more Intellettuale molto influente a partire dagli anni Sessanta, Jacqueline Risset ha sperimentato le molteplici voci dell’avanguardia con spirito poliedrico e di continua ricerca: dalla critica letteraria a quella d’arte, dalla teoria della letteratura alla storia, dalla politica al cinema. Amici, interlocutori e colleghi l’hanno voluta ricordare con scritti e interventi di varia natura, che ne mettono in luce i diversi aspetti dell’agire culturale, in questo volume progettato e realizzato dalla felice sinergia tra l’Associazione Archivio Risset Todini e la Fondazione Camillo Caetani.
I Frammenti di esegesi carducciana di Roberto Tissoni affrontano la poesia del giovane Giosuè Car... more I Frammenti di esegesi carducciana di Roberto Tissoni affrontano la poesia del giovane Giosuè Carducci, raccolta dal Poeta nel libro degli Juvenilia. Destinato originariamente ai due volumi carducciani previsti nella storica collana «La Letteratura italiana. Storia e testi» dell’editore Ricciardi e in parte pubblicato come specimen fuori commercio nel 1975, il commento a questi ventitré componimenti di Juvenilia si caratterizza come uno dei vertici dell’esegesi carducciana. Con una tensione quasi agonistica, Tissoni si è cimentato con alcuni tra i testi più complessi e letterariamente difficili di Carducci, offrendo agli studiosi e ai lettori un modo nuovo ed efficace di intendere la poesia italiana degli anni compresi tra il 1848 e l’Unificazione. Il volume è corredato di una presentazione, ampi indici e documenti inediti che ripercorrono la storia di questo commento: vi compaiono illustri protagonisti della cultura italiana novecentesca, come Raffaele Mattioli, Riccardo Bacchelli, Piero Treves e la redazione della gloriosa Casa Editrice Ricciardi.
La morte confortata – la cui primaedizione risale al 1982 – affronta il tema della pena di morte ... more La morte confortata – la cui primaedizione risale al 1982 – affronta il tema della pena di morte partendo dal ruolo che, tra XVI e XVIII secolo, ricoprì a Roma la Confraternita di San Giovanni Decollato nella gestione delle esecuzioni delle condanne. Questa seconda edizione riporta in aggiunta l’intero testo di Pompeo Serni, Trattato utilissimo per confortare i condennati a morte per via di giustizia, il quale offriva ai ‘confortatori’ – ossia a coloro che dovevano stare accanto ai carcerati dal momento della sentenza esecutiva fino all’esecuzione – un bagaglio di temi biblici, spirituali e psicologici utili a guidare i condannati verso la conversione e comunque ad accettare l’inevitabile esecuzione. Attraverso una ricca documentazione d’archivio, l’autore indaga su un tema poco studiato, la storia della pena di morte, che apre importanti squarci sulla cultura, la religiosità, la mentalità della società d’epoca moderna nella sua costante tensione tra ‘giustizia’ e ‘misericordia’. Ma soprattutto rappresenta un utile momento di riflessione generale sulla morte, occultata da una società – quella moderna e contemporanea – che l’ha come ‘esculturata’ dal suo orizzonte. L’autore, che ha pubblicato nel frattempo altri due volumi sul tema, Sorella morte, la dignità del vivere e del morire (Milano 2016), e Vivere per sempre, l’esistenza, il tempo e l’Oltre (Milano 2018), ritiene indispensabile tornare a riflettere sulla morte per ricomprenderla nell’orizzonte dell’esistenza umana. E quanto è stato vissuto in passato ne è parte decisiva.
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Books by Edizioni di storia e letteratura
In varie imprese ed eventi culturali Placella aveva approfondito e sviluppato tali esigenze, ad esempio nel Congresso Internazionale da lui organizzato su I moderni Ausili all’Ecdotica (Salerno 1990, Atti Napoli 1994).
La metodologia suggerita da Placella è stata seguìta nella maggior parte delle edizioni realizzate all’interno del Centro di Studi Vichiani di Napoli, in particolare in due esemplari monumenti di ecdotica: le edizioni critiche della Scienza Nuova del 1730 e di quella del 1744, a cura di Cristofolini e Sanna.
Nella presente edizione per la prima volta viene offerta anche una trascrizione critica degli importanti Articoli del «Giornale de’ Letterati d’Italia», conosciuti finora soltanto attraverso gli adattamenti di Fausto Nicolini. La nuova impresa consente di offrire, grazie anche alla fedeltà ai testi, uno strumento per la conoscenza della lingua italiana del giovane Vico che nel presente studio viene esaminata e per la prima volta anche raffrontata alla lingua profondamente diversa delle tre edizioni della Scienza Nuova.
L’interesse storico di queste carte, che iniziano con gli anni napoleonici, è notevole, per almeno due ragioni. Da un lato, non vi sono in Italia altri casi di archivi di vecchie scuole di medicina veterinaria conservati con una continuità nel tempo e una consistenza paragonabile a questo caso; dall’altro, i documenti dell’Archivio della Scuola di Milano sono in grado di illuminare i molteplici risvolti dell’attività di questa istituzione, attraverso diversi regimi politici: come istituto di formazione delle leve della giovane professione di veterinario, come stabilimento strettamente collegato alle esigenze del territorio in cui operava (attraverso, per esempio, le sue cliniche per la cura degli animali), e infine – soprattutto a partire dagli anni Ottanta dell’Ottecento – come centro di ricerca e di divulgazione scientifica.
Specialisti di storia del pensiero, storia della teologia ed italianistica conducono il lettore attraverso un gruppo ristretto ma significativo di casi di studio: dalla poesia lirica in volgare del Medioevo italiano (Sara Ferrilli) a Francesco Petrarca (Lorenzo Geri); dalla riflessione di Lorenzo Valla (Mariangela Regoliosi) alla sistemazione del dibattitto del primo Umanesimo in Giannozzo Manetti (Stefano Baldassarri); per arrivare ad Erasmo da Rotterdam (Pasquale Terracciano, Christian Houth Vrangbæk) e Martin Lutero (Anders-Christian Jacobsen).
La storia secolare di uno dei nodi caratteristici del pensiero e della cultura occidentale è dunque affrontata concentrando l’attenzione nel passaggio dalla nascita dell’Umanesimo agli albori della Riforma. Seguire il dipanarsi del dibattito sul libero arbitrio permette, infatti, di affrontare da una prospettiva privilegiata sia testi notissimi, come l’erasmiano De Libero Arbitrio, che contributi meno noti ma altrettanto significativi.
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This book examines the debate on the free will between the end of the Middle Ages and the first decades of the sixteenth century.
The volume takes an interdisciplinary approach. Scholars with different backgrounds analyze a significant group of case studies: from the medieval vernacular lyric poetry (Sara Ferrilli) to Francesco Petrarca (Lorenzo Geri); from Lorenzo Valla’s thought (Mariangela Regoliosi) to Giannozzo Manetti (Stefano Baldassarri); from Erasmus of Rotterdam (Pasquale Terracciano, Christian Houth Vrangbæk) to Martin Luther (Anders-Christian Jacobsen).
The chapters delve into the plurisecular history of this crucial issue of western culture by focusing attention on the transition from the birth of Humanism to the dawn of the Reformation. Following the unfolding of the debate on free will allows to explore from a pivotal perspective both well-known books, such as Erasmus’ Free Will, and lesser-known, but equally noteworthy, texts.
In varie imprese ed eventi culturali Placella aveva approfondito e sviluppato tali esigenze, ad esempio nel Congresso Internazionale da lui organizzato su I moderni Ausili all’Ecdotica (Salerno 1990, Atti Napoli 1994).
La metodologia suggerita da Placella è stata seguìta nella maggior parte delle edizioni realizzate all’interno del Centro di Studi Vichiani di Napoli, in particolare in due esemplari monumenti di ecdotica: le edizioni critiche della Scienza Nuova del 1730 e di quella del 1744, a cura di Cristofolini e Sanna.
Nella presente edizione per la prima volta viene offerta anche una trascrizione critica degli importanti Articoli del «Giornale de’ Letterati d’Italia», conosciuti finora soltanto attraverso gli adattamenti di Fausto Nicolini. La nuova impresa consente di offrire, grazie anche alla fedeltà ai testi, uno strumento per la conoscenza della lingua italiana del giovane Vico che nel presente studio viene esaminata e per la prima volta anche raffrontata alla lingua profondamente diversa delle tre edizioni della Scienza Nuova.
L’interesse storico di queste carte, che iniziano con gli anni napoleonici, è notevole, per almeno due ragioni. Da un lato, non vi sono in Italia altri casi di archivi di vecchie scuole di medicina veterinaria conservati con una continuità nel tempo e una consistenza paragonabile a questo caso; dall’altro, i documenti dell’Archivio della Scuola di Milano sono in grado di illuminare i molteplici risvolti dell’attività di questa istituzione, attraverso diversi regimi politici: come istituto di formazione delle leve della giovane professione di veterinario, come stabilimento strettamente collegato alle esigenze del territorio in cui operava (attraverso, per esempio, le sue cliniche per la cura degli animali), e infine – soprattutto a partire dagli anni Ottanta dell’Ottecento – come centro di ricerca e di divulgazione scientifica.
Specialisti di storia del pensiero, storia della teologia ed italianistica conducono il lettore attraverso un gruppo ristretto ma significativo di casi di studio: dalla poesia lirica in volgare del Medioevo italiano (Sara Ferrilli) a Francesco Petrarca (Lorenzo Geri); dalla riflessione di Lorenzo Valla (Mariangela Regoliosi) alla sistemazione del dibattitto del primo Umanesimo in Giannozzo Manetti (Stefano Baldassarri); per arrivare ad Erasmo da Rotterdam (Pasquale Terracciano, Christian Houth Vrangbæk) e Martin Lutero (Anders-Christian Jacobsen).
La storia secolare di uno dei nodi caratteristici del pensiero e della cultura occidentale è dunque affrontata concentrando l’attenzione nel passaggio dalla nascita dell’Umanesimo agli albori della Riforma. Seguire il dipanarsi del dibattito sul libero arbitrio permette, infatti, di affrontare da una prospettiva privilegiata sia testi notissimi, come l’erasmiano De Libero Arbitrio, che contributi meno noti ma altrettanto significativi.
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This book examines the debate on the free will between the end of the Middle Ages and the first decades of the sixteenth century.
The volume takes an interdisciplinary approach. Scholars with different backgrounds analyze a significant group of case studies: from the medieval vernacular lyric poetry (Sara Ferrilli) to Francesco Petrarca (Lorenzo Geri); from Lorenzo Valla’s thought (Mariangela Regoliosi) to Giannozzo Manetti (Stefano Baldassarri); from Erasmus of Rotterdam (Pasquale Terracciano, Christian Houth Vrangbæk) to Martin Luther (Anders-Christian Jacobsen).
The chapters delve into the plurisecular history of this crucial issue of western culture by focusing attention on the transition from the birth of Humanism to the dawn of the Reformation. Following the unfolding of the debate on free will allows to explore from a pivotal perspective both well-known books, such as Erasmus’ Free Will, and lesser-known, but equally noteworthy, texts.