La Vuelta a España 2015, settantesima edizione della corsa ciclistica iberica e valida come ventitreesima prova dell'UCI World Tour 2015 si è svolta in ventuno tappe dal 22 agosto al 13 settembre 2015, per un percorso totale di 3 358,1 km. La vittoria fu appannaggio dell'italiano Fabio Aru in forza all'Astana Pro Team.
La prima tappa della 70ª edizione della Vuelta scatta da Puerto Banús, lungomare di Marbella, lungo una passerella in legno a ridosso della spiaggia, fino a Marbella. Proprio per questa vicinanza, il giorno prima della prova viene riscontrata un'eccessiva presenza di sabbia lungo i 7 chilometri previsti, di conseguenza l'organizzazione decide per la neutralizzazione della tappa ai fini della classifica generale (la maglia rossa viene comunque consegnata al primo atleta della squadra con il miglior tempo).[1] Le favorite sono la BMC, l'Etixx e il Team Sky. Gli inglesi tuttavia non prendono rischi lungo l'insolito percorso (insieme a molte altre squadre con uomini di classifica), e i belgi non fanno registrare una buona prestazione. La crono viene dunque vinta dalla BMC, con la maglia di leader sulle spalle dello slovacco Peter Velits. La classifica generale non viene però stilata, lasciandola in sospeso fino alla successiva tappa in linea.[2]
Prima tappa in linea della Vuelta 2015, con arrivo in salita. A vincere è il colombianoEsteban Chaves, che scatta insieme a Tom Dumoulin e Nicolas Roche, battendo poi l'olandese in volata. In seguito alla neutralizzazione della cronosquadre, lo scalatore colombiano balza in testa alla classifica generale.[3]
La terza tappa di quest'edizione prevede un percorso pianeggiante, con arrivo adatto ai velocisti. Infatti sul traguardo di Malaga a vincere è Peter Sagan, che con una volata di potenza ha la meglio sui rivali.[4]
Tappa accidentata la quarta della Vuelta 2015, con l'arrivo posto al termine di una breve ascesa, che tuttavia non tagliava fuori dai pronostici i velocisti più resistenti. In realtà l'arrivo si dimostra più duro del previsto, e a prevalere è il corridore di casa Alejandro Valverde, davanti a Peter Sagan, al termine di una volata in salita.[5]
La quinta tappa propone un arrivo per velocisti, con gli ultimi 800 metri che però non sono pianeggianti, ma presentano pendenze allo 0,5%, rendendo molto importante il tempismo. A vincere è il giovanissimo Caleb Ewan, che si impone con una volata di potenza in rimonta su John Degenkolb, partito troppo lungo. Si tratta del più giovane vincitore di tappa di un grande Giro dai tempi di Moreno Argentin al Giro d'Italia 1981. A causa dei buchi nel finale, Esteban Chaves perde la maglia di leader a favore di Tom Dumoulin.[6]
Ancora un arrivo in salita per la sesta tappa, al termine di un'ascesa di 3,8 km. A vincere è nuovamente il colombianoEsteban Chaves, che scatta ad inizio salita senza più essere ripreso. Con questa seconda vittoria, Chaves strappa la maglia rossa a Tom Dumoulin, a cui non basta l'ottimo 3º posto di tappa per mantenere il simbolo del primato.
La settima tappa propone nuovamente un arrivo in salita. L'ascesa finale, lunga 18 km, è però irregolare, presentando anche un tratto di pianura. A vincere è l'olandese Bert-Jan Lindeman, che batte in volata il suo compagno di fuga Ilia Koshevoy. Fabio Aru scatta dal gruppo a 2 km dalla conclusione, guadagnando 7" sul gruppo dei migliori. Attardato Chris Froome, che paga circa 30" ai rivali.
L'ottava tappa della Vuelta si risolve con una volata di un gruppo di 60 corridori, che premia il belgaJasper Stuyven. Da segnalare l'incidente capitato a Peter Sagan, investito da una moto della televisione spagnola.
Tappa pressoché pianeggiante fino a 5 chilometri dalla conclusione, dove inizia l'ascesa finale. Sull'ultima salita, i big si danno battaglia, scattando a ripetizione. Tom Dumoulin sembra fare la differenza, prima che Chris Froome insieme a Joaquim Rodríguez rinvengano sull'olandese, con il britannico che prova ad andarsene a 300 metri dall'arrivo, salvo poi essere ripreso e saltato a 75 metri dalla linea dal redivivo Dumoulin, che vince la tappa e si prende anche la leadership della Vuelta, sfruttando le non poche difficoltà di Esteban Chaves.
Dopo il giorno di riposo, il tracciato propone una durissima tappa, corsa tutta in territorio andorrano. I colli da scalare sono cinque, con l'arrivo inedito a Cortals d'Encamp, per un totale di più di 5000 metri di dislivello positivo. Sulla prima ascesa di giornata Chris Froome cade, finendo contro un muretto. Riesce a ripartire, riportandosi con difficoltà sul gruppo dei favoriti. Sulla terzultima ascesa, il Col de la Gallina, l'Astana aumenta il ritmo, facendo molta selezione; ne fa le spese proprio Froome che va in crisi. Sull'ultima ascesa poi, Mikel Landa, lanciato dalla fuga, scatta andando a vincere la tappa, mentre dietro il suo capitano Fabio Aru esce dal gruppo facendo la differenza. Al traguardo l'italiano è secondo, e conquista la maglia rossa, staccando il leaderTom Dumoulin di 1'37"; l'olandese riesce a mantenere la terza posizione in classifica, superato anche da Joaquim Rodríguez (5° sul traguardo).
La tappa seguente alla massacrante cavalcata pirenaica si presenta come frazione per velocisti, con una sola asperità nella parte iniziale. Non è presente al via Chris Froome, ritiratosi dopo aver concluso la tappa precedente con una frattura al piede dovuta alla caduta. La previsione di volata è rispettata, infatti la tappa si risolve con la vittoria dell'olandeseDanny Van Poppel.
Prima tappa di montagna del temibile trittico che potrebbe decidere la Vuelta. A vincere è il friulanoAlessandro De Marchi, che piega i compagni di fuga sull'ultima ascesa. Tra i big, il primo a scattare è la maglia rossa Fabio Aru, a cui risponde solo Nairo Quintana. All'ultimo chilometro li raggiunge un terzetto comprendente Joaquim Rodríguez, che poi nel finale scatta precedendo di 1" Aru. Tom Dumoulin perde 19" dall'italiano sul traguardo.
Seconda tappa del trittico asturiano, con l'arrivo posto su una salita di circa 13 km che presenta nel finale rampe ben oltre il 10% di pendenza. Favorito d'obbligo PuritoRodríguez. Il catalano non delude, andando a vincere scattando nel finale e staccando tutti i rivali. Guadagna anche i 10" dell'abbuono e si porta a solo 1" da Fabio Aru, giunto 5° sul traguardo a 15 secondi. Tom Dumoulin paga un dazio importante, cedendo 51" al vincitore di tappa, uscendo così dalla top 3.
Ultima tappa del trittico asturiano, e anche ultimo arrivo in salita di questa Vuelta; la tappa si presenta come una delle più dure, insieme a quella di Andorra, di quest'edizione (l'ultima ascesa lunga 6,8 chilometri presenta una pendenza media superiore all'11%); ed anche l'ultima opportunità per Joaquim Rodríguez e Fabio Aru per mettere più tempo possibile fra loro e Tom Dumoulin, molto più abile di loro nelle prove contro il tempo. Il gruppo lascia andare via una fuga che arriva a toccare anche i 22 minuti di vantaggio. e la tappa viene vinta proprio da un fuggitivo, il veterano Fränk Schleck, che stacca i suoi avversari uno ad uno. Tra i big prevale l'attendismo: la corsa s'infiamma infatti solo negli ultimi 1000 metri, i più difficili, con lo scatto di Rodríguez che al traguardo guadagna 2" ad Aru; pochi, che però bastano per strappare il simbolo del primato all'italiano dell'Astana. Dumoulin limita bene i danni perdendo 27" dal catalano.
Dopo il giorno di riposo, si riparte con una cronometro lungo le strade e la periferia di Burgos. Il favorito d'obbligo è Tom Dumoulin, già sul podio mondiale della specialità nel 2014, che parte da 4º in classifica, con un distacco di 1'51" dal leaderJoaquim Rodríguez. Tutte le previsioni sono rispettate, infatti Dumoulin vince la tappa e si prende la maglia rossa, con soli 3" di vantaggio su Fabio Aru (che limita i danni finendo a 1'53" dal neerlandese) e 1'15" su Rodríguez, che naufraga a più di 3'. Rientrano in corsa per il podio anche Alejandro Valverde e Nairo Quintana (3º e 6º classificato rispettivamente), mentre Rafał Majka non compie una buona prestazione, scivolando alla 4ª posizione della generale, con un distacco di 2'22" dal nuovo leader.
Dopo la cronometro che ha sancito il ritorno in maglia rossa di Tom Dumoulin, inizia il trittico finale, che, seppur senza arrivi in salita, offre possibilità di attacco al capoclassifica. Infatti questa frazione prevede un'ascesa di 8 chilometri terminante a 13 km dal traguardo. La tappa viene vinta da Nicolas Roche, già piazzato nelle prime frazioni, in volata sull'esperto corridore spagnolo Haimar Zubeldia, al termine di una fuga. Nel gruppo dei migliori parte la bagarre sull'ultima ascesa con i ripetuti attacchi di Fabio Aru, che non riesce a staccare nemmeno di 1 metro Dumoulin, che fa tutta la salita alla ruota dell'italiano rispondendo sempre agli attacchi. In cima al GPM, scollinano insieme i primi 12 corridori della generale, che poi arrivano a disputare la volata per il 4º posto vinta da Alejandro Valverde. Nessuna variazione in classifica.
Ultima possibilità di cambiare la classifica della Vuelta e ultime possibilità per gli inseguitori di Tom Dumoulin di metterlo in difficoltà e provare a scavalcarlo in classifica. È la Astana di Fabio Aru a prendere in mano l'iniziativa e a provare a far saltare il banco. La strategia riesce e il sardo riconquista il simbolo del primato in quanto Dumoulin ha una giornata no, e incappa in un crollo importante, che lo fa scivolare addirittura al sesto posto finale.