Max Minvincolati1
Max Minvincolati1
Max Minvincolati1
Esercizi risolti
8. Sia y = f (x) l’equazione di una curva regolare e sia P = (a, b) un punto non ap-
partenente ad essa. Detto Q = (x, f (x)) un punto variabile sulla curva, dimostrare
che la retta P Q è perpendicolare alla curva se e solo se la distanza P Q è minima o
massima.
|ma + q − b|
d = PQ = √ .
1 + m2
10. Trovare i punti a minima e massima distanza dall’origine della curva di equazione
x2 − xy + y 2 = 1.
12. Studiare gli estremi vincolati della funzione f (x, y) = −x log x−y log y con il vincolo
x + y = 1.
13. Studiare gli estremi vincolati della funzione f (x, y) = x + y con il vincolo xy = 1,
x > 0, y > 0.
x2 y2
14. Tra tutti i rettangoli inscritti nell’ellisse di equazione a2
+ b2
= 1 trovare quello di
perimetro massimo.
15. Tra tutte le ellissi di semiassi x, y tali che x2 +y 2 = 5 trovare quella di area massima.
16. Tra tutti i cilindri inscritti nella sfera di raggio R trovare quello di volume massimo.
1
17. Tra tutti i cilindri (circolari retti) di superficie totale S fissata (incluse le due facce
circolari) trovare quello di volume massimo.
18. Trovare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y, z) = xy + xz + yz
sulla sfera x2 + y 2 + z 2 = 1.
19. Trovare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y, z) = (x + y + z)2 con
il vincolo x2 + 2y 2 + 3z 2 = 1.
20. Tra tutti i parallelepipedi (rettangoli) di volume assegnato V determinare quello di
superficie minima.
21. Trovare i punti a minima e massima distanza dall’origine dell’ellisse ottenuto
2 2
tagliando l’ellissoide x4 + y4 + z 2 = 1 con il piano x + y + z = 1.
22. Tra tutti i triangoli di perimetro assegnato 2p trovare quello di area massima.
23. a) Trovare il minimo della funzione f (x1 , x2 , . . . , xn ) = x1 + x2 + · · · + xn con il
vincolo x1 · x2 · · · xn = k (k fissato > 0) e xj > 0 ∀j.
b) Dedurre la seguente disuguaglianza tra media geometrica e aritmetica: dati n
numeri positivi x1 , x2 , . . . , xn vale
√ x1 + x2 + · · · + xn
n
x1 x2 · · · xn ≤
n
con uguaglianza se e solo se x1 = x2 = · · · = xn .
24. Calcolare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y) = |x| + |y|
sull’insieme A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1}. (Si ricordi l’es. 6.)
2 −y 2
25. Trovare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y) = ex sugli insiemi
a) A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1};
b) B = {(x, y) ∈ R2 : |x| ≤ 1, |y| ≤ 1}.
26. Trovare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = x2 y + xy 2 − xy nel triangolo
T = {(x, y) ∈ R2 : x + y ≤ 1, x ≥ 0, y ≥ 0}.
27. Trovare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = x2 + y 2 − 3y + xy nel cerchio
A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 9}.
Esercizi di approfondimento
p(λ) = 4λ3 − a2 b2 + a2 c2 + b2 c2 λ − a2 b2 c2 = 0
2
e dedurre che m = min{λ : p(λ) = 0}, M = max{λ : p(λ) = 0}, procedendo come
segue:
a) scrivere il sistema ∇(f − λg)(x, y, z) = 0 come un sistema lineare omogeneo
3 × 3 nelle variabili (x, y, z), e dimostrare che il determinante della matrice A(λ)
del sistema vale − a2 b22 c2 p(λ). Dedurre che il sistema ha soluzioni non identicamente
nulle (x, y, z) 6= (0, 0, 0) se e solo se p(λ) = 0.
b) Moltiplicando la prima equazione per x, la seconda per y, la terza per z e
sommandole, dimostrare che se (x, y, z, λ) risolve il sistema
(
∇(f − λg)(x, y, z) = 0
(1)
g(x, y, z) = 0
31. Vogliamo usare i moltiplicatori di Lagrange per dimostrare il teorema sulla di-
agonalizzazione delle matrici simmetriche: sia A una matrice simmetrica reale
n × n; allora esiste una base ortonormale di Rn costituita di autovettori di A.
Consideriamo la forma
P quadratica associata ad A, cioè la funzione f : Rn → R,
f (x) = hx, Axi = Aij xi xj , e consideriamo il problema di ottimizzare f sulla sfera
unitaria S n−1 = {x ∈ Rn : kxk2 = 1}, cioè con il vincolo g(x) = kxk2 − 1 = 0.
3
La funzione f è continua e la restrizione f |S n−1 ammette massimo e minimo per il
teorema di Weierstrass (S n−1 è un sottoinsieme chiuso e limitato di Rn ).
a) Sia λ1 = max f |S n−1 e sia v1 ∈ S n−1 un punto di massimo, λ1 = f (v1 ). Di-
mostrare che Av1 = λ1 v1 , cioè v1 è autovettore di A con autovalore λ1 . (Si di-
mostrino le formule ∇g(x) = 2x, ∇f (x) = 2Ax.)
b) Si ottimizzi ora la funzione f sull’insieme
cioè con i due vincoli g(x) = 0 e h(x) = hx, v1 i = 0. Di nuovo f |S n−2 deve avere
massimo e minimo. Posto λ2 = max f |S n−2 e detto v2 ∈ S n−2 un punto di massimo,
λ2 = f (v2 ), si dimostri che Av2 = λ2 v2 facendo vedere che se (x, λ, µ) soddisfa il
sistema (
∇(f − λg − µh)(x) = 0
g(x) = 0, h(x) = 0
allora µ = 0, Ax = λx e λ = f (x), cioè il primo moltiplicatore di Lagrange è auto-
valore di A con autovettore x e coincide con f (x), mentre il secondo moltiplicatore
è zero.
c) Procedendo in modo analogo con l’insieme
P x2j
cioè con il vincolo g(x) = a2j
−1 = 0, dove a1 , a2 , . . . , an sono n numeri positivi as-
segnati (i semiassi dell’ellissoide). Sia B la matrice diagonale B = diag(a1 , a2 , . . . , an ).
4
a) Dimostrare che se (x, λ) risolve il sistema
(
∇(f − λg)(x) = 0
g(x) = 0
M = max f |E n−1 = max f˜|S n−1 e m = min f |E n−1 = min f˜|S n−1
P3 A una matrice simmetrica reale 3 × 3 definita positiva. Sia g(x) = hx, Axi =
37. Sia
i,j=1 Aij xi xj la forma quadratica associata ad A e consideriamo l’ellissoide cen-
trato nell’origine di equazione g(x) = 1. Dimostrare che il semiasse minore (risp.
√ √
maggiore) dell’ellissoide è 1/ µ3 (risp. 1/ µ1 ), dove 0 < µ1 ≤ µ2 ≤ µ3 sono gli
autovalori di A. (Si ottimizzi la funzione f (x) = kxk2 con il vincolo g(x) = 1.)
5
SOLUZIONI
6
2. Determinare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = x2 + 3y con il vincolo
x2 /4 + y 2 /9 = 1.
1o metodo. Con i moltiplicatori di Lagrange, scriviamo il sistema (2) con g(x, y) =
x2 /4 + y 2 /9 − 1:
λ
2x = 2 x
3 = 92 λy
x2 y 2
4
+ 9 = 1.
Dalla prima equazione otteniamo 12 x(λ − 4) = 0. Se λ = 4 dalla seconda equazione
2
si ha y = 27 8
che è impossibile in quanto (27/8)
9
> 1, in contrasto con il vincolo.
Se x = 0 dalla terza equazione otteniamo y = ±3 da cui λ = ± 92 , e i 2 punti
critici vincolati P1 = (0, 3), P2 = (0, −3). Essendo f (P1 ) = 9, f (P2 ) = −9, si ha
m = min f |g=0 = −9, M = max f |g=0 = 9.
2o metodo. Parametrizzando il vincolo con
(
x = 2 cos t
y = 3 sin t
otteniamo sin t = 9/8, che è impossibile, oppure cos t = 0, da cui t = π2 , 32 π. Non c’è
bisogno di verificare se questi punti stazionari sono punti di minimo o di massimo. È
sufficiente calcolare h( π2 ), h( 23 π), e confrontarli con i valori agli estremi h(0), h(2π).
(Infatti h è continua in [0, 2π], quindi assume massimo e minimo in tale intervallo;
essendo derivabile, h assume il massimo e il minimo nei punti critici interni o agli
estremi.) Essendo h(0) = h(2π) = 4, h( π2 ) = 9, h( 23 π) = −9, riotteniamo il risultato
precedente.
7
minimo vincolato per f (x, y) = xy; ad esempio avvicinandosi al punto (0, 1) lungo
il vincolo si vede che f > 0 se x → 0+ e f < 0 se x → 0− .)
Sui lati del quadrato possiamo procedere con i moltiplicatori. Ad esempio nel primo
quadrante x > 0, y > 0, otteniamo il sistema
y = λ
x=λ
x + y = 1,
Deve essere (x, y) 6= (2, 1). Ricavando allora λ dalla prima e dalla seconda equazione
e uguagliando si ha
x y
= =⇒ (y − 1)x = (x − 2)y =⇒ x = 2y,
x−2 y−1
e sostituendo nel vincolo si riottiene il risultato precedente. Notiamo che nei punti
P1 , P2 le curve di livello f (x, y) = f (P1,2 ), cioè le circonferenze x2 + y 2 = kP1,2 k2 ,
sono tangenti al vincolo.
8
mentre gli insiemi {(x, y) : g(x, y) < 0}, {(x, y) : g(x, y) > 0}, {(x, y) : g(x, y) 6=
0} sono aperti.) Nel nostro caso l’insieme A è l’insieme dei punti in cui si annulla
la funzione g(x, y) = x4 + y 4 − 1, che è continua da R2 a R. Si può dimostrare che
A è una curva chiusa contenuta nel quadrato di lato 2 centrato nell’origine.
Dal teorema di Weierstrass f |g=0 deve ammettere massimo e minimo. Scrivendo il
sistema ∇(f − λg) = 0, g = 0, otteniamo
3
2xy = 4λx
x2 = 4λy 3
4
x + y 4 = 1.
il secondo dei quali è tangente al vincolo nei punti (± √12 , ± √12 ), mentre il primo
è inscritto in S 1 e lo interseca nei punti (0, ±1), (±1, 0). È evidente√allora che
f |S 1 assume il valore √massimo M nei punti di S 1 tali che f (x, y) = 2, da cui
M = f (± √12 , ± √12 ) = 2, ed il valore minimo m nei punti di S 1 tali che f (x, y) = 1,
da cui m = f (0, ±1) = f (±1, 0) = 1.
Notiamo che, mentre nei punti di massimo le curve di livello di f sono tangenti
al vincolo, ciò non accade nei punti di minimo che sono punti non regolari per la
funzione f in quanto non esiste ∇f in tali punti (si veda l’esercizio 3).
9
p
7. Studiare gli estremi vincolati della funzione f (x, y) = 2x2 − xy + y 2 lungo la
retta x + y = 8.
Innanzitutto f è definita e continua su tutto R2 essendo
√ 4x−y
=λ
2 2x2 −xy+y2
√ 2y−x =λ
2 2x2 −xy+y 2
x + y = 8,
√
che dà 4x − y = 2y − x, cioè y = 53 x, da cui x = 3, y = 5, m = 2 7.
2
Geometricamente le curve di livello f (x, y) = k (k√ > 0), cioè 2x − xy + y 2 = k 2 ,
sono delle ellissi centrate nell’origine. Per k = 2 7 l’ellisse 2x2 − xy + y 2 = 28 è
tangente alla retta x + y = 8 nel punto (3, 5).
8. Sia y = f (x) l’equazione di una curva regolare e sia P = (a, b) un punto non ap-
partenente ad essa. Detto Q = (x, f (x)) un punto variabile sulla curva, dimostrare
che la retta P Q è perpendicolare alla curva se e solo se la distanza P Q è minima o
massima.
Possiamo procedere direttamente scrivendo la distanza
p
P Q = (x − a)2 + (f (x) − b)2 = h(x)
Otteniamo il sistema
0
2(x − a) = −λf (x)
2(y − b) = λ
y = f (x).
x − a + f 0 (x) (f (x) − b) = 0
10
che fornisce l’ascissa del punto Q sulla curva y = f (x) a minima o massima distanza
da P . Da questa otteniamo che se f 0 (x) 6= 0, x 6= a,
f (x) − b 1
=− 0 ,
x−a f (x)
cioè il coefficiente angolare della retta P Q è proprio quello della retta normale alla
retta tangente alla curva y = f (x) nel punto Q. Se invece f 0 (x) = 0 si ha x = a,
cioè la retta P Q è verticale mentre la retta tangente a f (x) in Q = (a, f (a)) è
orizzontale. In ogni caso abbiamo che la distanza P Q è minima o massima se e solo
se la retta P Q è perpendicolare alla curva y = f (x) in Q.
9. Determinare il punto Q sulla retta y = mx + q alla minima distanza dal punto
P = (a, b). Dimostrare poi che la distanza di P dalla retta, cioè la distanza P Q, è
|ma + q − b|
d = PQ = √ .
1 + m2
11
Non può essere nè y = 2x nè x = 2y perchè in entrambi i casi si ottiene x = y = 0
che contrasta con il vincolo. Possiamo allora ricavare λ dalla prime due equazioni
e uguagliare, ottenendo
2x 2y
= =⇒ x2 = y 2 =⇒ x = ±y,
2x − y −x + 2y
e in corrispondenza λ = 2 o λ = 2/3. Sostituendo nel vincolo otteniamo i punti
critici vincolati P1 = (1, 1), P2 = (−1, −1) se y = x, e P3 = ( √13 , − √13 ), P4 =
(− √13 , √13 ) se y = −x. Calcolando la funzione f in questi punti si ha
12. Studiare gli estremi vincolati della funzione f (x, y) = −x log x−y log y con il vincolo
x + y = 1.
L’insieme sul quale dobbiamo considerare la funzione è
Si tratta del segmento di estremi (1, 0), (0, 1) sulla retta x + y = 1 (estremi esclusi).
Sostituendo y = 1 − x in f (x, y) otteniamo la funzione di 1 variabile
nell’intervallo 0 < x < 1. Notiamo che limx→0+ h(x) = limx→1− h(x) = 0. Inoltre
poichè x e 1 − x sono sempre compresi tra 0 e 1 e log t < 0 per 0 < t < 1, si
12
ha che h(x) è sempre positiva. Ne segue che h deve avere massimo. Per trovare
tale massimo possiamo annullare la derivata h0 , oppure possiamo procedere con i
moltiplicatori ottenendo il sistema
− log x − 1 = λ
− log y − 1 = λ
x + y = 1.
13
È evidente geometricamente che l’estremo vincolato ottenuto corrisponde ad un
massimo. Il rettangolo di perimetro minimo è quello degenere in cui uno dei due
lati è zero, cioè x = 0, y = b (se a > b), oppure y = 0, x = a (se a < b), con
perimetro pmin = min{4b, 4a}.
15. Tra tutte le ellissi di semiassi x, y tali che x2 +y 2 = 5 trovare quella di area massima.
Dobbiamo massimizzare la funzione f (x, y) = πxy con il vincolo x2 + y 2 = 5, x > 0,
y > 0. Con i moltiplicatori otteniamo
πy = 2λx
πx = 2λy
2
x + y 2 = 5.
16. Tra tutti i cilindri inscritti nella sfera di raggio R trovare quello di volume massimo.
Detto x il raggio del cilindro e y la semialtezza, dobbiamo trovare il massimo della
funzione f (x, y) = (πx2 ) · (2y) = 2πyx2 con il vincolo x2 + y 2 = R2 , x > 0, y > 0.
Con i moltiplicatori otteniamo il sistema
4πxy = 2λx
2πx2 = 2λy
2
x + y 2 = R2 .
17. Tra tutti i cilindri (circolari retti) di superficie totale S fissata (incluse le due facce
circolari) trovare quello di volume massimo.
Detto x il raggio e y l’altezza del cilindro, dobbiamo massimizzare la funzione
f (x, y) = πx2 y con il vincolo g(x, y) = 2πxy + 2πx2 = S, x > 0, y > 0. Procedendo
con i moltiplicatori otteniamo il sistema
2πxy = λ(2πy + 4πx)
πx2 = 2πλx
2πxy + 2πx2 = S.
14
Dalla seconda equazione si ottiene λ = x/2 che sostituita nella prima dà y = 2x. Il
volume massimo si ottiene dunque quando l’altezza del cilindro è uguale al diametro.
Sostituendo nel vincolo otteniamo
r 3/2
S S
x= , Vmax = 2π .
6π 6π
15
Sostituendo la prima equazione nella seconda si ottiene y = (2λ − 1)2 y, da cui
4λ(λ − 1)y = 0. Non può essere nè λ = 0 (come già osservato) nè y = 0 (in
entrambi i casi si ottiene x = y = z = 0). Dunque necessariamente λ = 1, e si
ottiene facilmente che y = z = x = ± √13 . Quindi in questo caso otteniamo i 2 punti
critici vincolati P1,2 = ±( √13 , √13 , √13 ). Essendo f (P1 ) = f (P2 ) = 1 concludiamo che
Il massimo è assunto nei punti P1 , P2 ; il minimo è assunto in tutti i punti della sfera
tali che x + y + z = 0. Un modo più veloce per risolvere l’esercizio è indicato negli
esercizi 29 e 32.
19. Trovare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y, z) = (x + y + z)2 con
il vincolo x2 + 2y 2 + 3z 2 = 1.
3 2 2 2
L’insieme A = {(x, y, z)
√ ∈ R : g(x, √ y, z) = x + 2y + 3z − 1 = 0} è un ellissoide di
semiassi a = 1, b = 1/ 2, c = 1/ 3. Questo è un sottoinsieme chiuso e limitato di
R3 . Essendo f continua, la restrizione f |A ammette massimo e minimo. Procedendo
con il metodo dei moltiplicatori di Lagrange otteniamo il sistema
2(x + y + z) = 2λx
2(x + y + z) = 4λy
2(x + y + z) = 6λx
2
x + 2y 2 + 3z 2 = 1.
16
Detti x, y, z i 3 lati, dobbiamo minimizzare la funzione f (x, y, z) = 2(xy + xz + yz)
con il vincolo g(x, y, z) = xyz − V = 0, x > 0, y > 0, z > 0. Il sistema ∇(f − λg) =
0, g = 0 diventa
2(y + z) = λyz
2(x + z) = λxz
2(x + y) = λxy
xyz = V.
y+z x+z x+y
Eliminando λ otteniamo yz
= xz
= .
Da queste si ottiene facilmente x = y =
xy √
z, cioè il parallelepipedo di superficie minima è il cubo di spigolo 3 V . È evidente
geometricamente che il punto critico x = y = z corrisponde a un minimo e non
certo a un massimo. Infatti mantenendo V = xyz costante possiamo aumentare
indefinitamente la funzione f contraendo uno dei lati a zero e facendo tendere un
altro lato a +∞. In altri termini, la funzione f non è limitata superiormente sul
vincolo g = 0. Per esempio prendendo (x, y, z) = (V, 1ε , ε) e facendo tendere ε → 0+ ,
si ha che
17
8
x = y = 0 allora z = 1 e µ = 0, λ = 1. Se x = y = 9
allora z = − 97 , λ = 35 , µ = 28
27
.
Otteniamo cosı̀ i 2 punti critici vincolati
P3 = (0, 0, 1), P4 = ( 98 , 89 , − 97 ),
22. Tra tutti i triangoli di perimetro assegnato 2p trovare quello di area massima.
Siano x, y, zp
i tre lati del triangolo. Per la formula di Erone, dobbiamo massimizzare
la funzione p(p − x)(p − y)(p − z) o il suo quadrato
con i vincoli
(Il caso in cui un lato è uguale a p è un caso degenere in cui i 3 vertici del triangolo
sono allineati e l’area è zero.) Procedendo con i moltiplicatori otteniamo il sistema
−p(p − y)(p − z) = λ
−p(p − x)(p − z) = λ
−p(p − x)(p − y) = λ
x + y + z = 2p.
18
a) Posto g(x1 , . . . , xn ) = x1 · x2 · · · xn − k, il sistema ∇(f − λg) = 0, g = 0 diventa
1 = λx2 · x3 · · · xn
1 = λx1 · x3 · · · xn
..
.
1 = λx1 · x2 · · · xn−1
x1 · x2 · · · xn = k.
x1 = x2 = · · · = xn = λk.
√
n
Risostituendo nel vincolo abbiamo che (λk)n = k, λk = k da cui il punto critico
√
n
x1 = x2 = · · · = xn = k.
cioè √
n √
x1 + x2 + · · · + xn ≥ n k=n n
x1 · x2 · · · xn .
Dividendo per n si ottiene la disuguaglianza voluta. L’uguaglianza vale solo nel
punto critico, cioè se e solo se x1 = x2 = · · · = xn .
24. Calcolare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y) = |x| + |y|
sull’insieme A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1}. (Si ricordi l’es. 6.)
Poichè f è continua e A è compatto (chiuso e limitato), f ammette massimo M
e minimo m su A per il teorema di Weierstrass. Nell’esercizio 6 dei risolti abbi-
amo calcolato gli estremi √ vincolati di f sulla frontiera ∂A di A, con il risultato
min f |∂A = 1, max f |∂A = 2. Consideriamo ora gli estremi liberi di f nell’interno
di A. Per il teorema di Fermat i punti di estremo (massimo o minimo) in cui
f è differenziabile sono da ricercare tra i punti critici di f , cioè i punti in cui si
annulla il gradiente. I punti in cui f non è differenziabile vanno studiati a parte.
19
Nel nostro caso f è differenziabile in tutti i punti che non stanno sugli assi coor-
dinati, mentre @ ∂y f (x̄, 0), @ ∂x f (0, ȳ), ∀x̄, ȳ, come si verifica subito. Nell’origine
non esistono nè ∂x f (0, 0) nè ∂y f (0, 0). Nei punti di differenziabilità il gradiente
∇f non si annulla mai. Per esempio nel primo quadrante x > 0, y > 0, si ha
f (x, y) = x + y e ∇f (x, y) = (1, 1). Lungo gli assi si ha f (x̄, 0) = |x̄|, f (0, ȳ) = |ȳ|,
quindi nell’insieme A, 0 ≤ f (x̄, 0) ≤ 1, 0 ≤ f (0, ȳ) ≤ 1, e nell’origine f (0, 0) = 0.
Essendo f (x, y) ≥ 0 ∀(x, y), è evidente che (0, 0) è un punto di minimo assoluto √
per f . Concludiamo che f assume il massimo assoluto sulla frontiera, M = 2, e
il minimo assoluto nell’origine, m = 0.
2 −y 2
25. Trovare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y) = ex sugli insiemi
a) A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1};
b) B = {(x, y) ∈ R2 : |x| ≤ 1, |y| ≤ 1}.
a) Dobbiamo estremizzare f sul cerchio unitario. Distinguiamo lo studio dei punti
interni da quello della frontiera ∂A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 = 1}.
• Interno. Procedendo come sopra l’unico punto critico interno è l’origine con
f (0, 0) = 1.
20
• Frontiera. ∂B è l’unione di 4 curve regolari (i 4 lati) ma i vertici P1 = (1, 1),
P2 = (−1, 1), P3 = (−1, −1), P4 = (1, −1) sono punti non regolari e vanno
considerati a parte. In tali punti si ha f (P1 ) = f (P2 ) = f (P3 ) = f (P4 ) = 1.
Sui lati del quadrato si ha:
2
(a) per x = 1 e −1 < y < 1 si ha f (1, y) = e1−y , che presenta un massimo in
y = 0, con f (1, 0) = e;
2
(b) per x = −1 e −1 < y < 1 si ha f (−1, y) = e1−y , e otteniamo la stessa
conclusione;
2
(c) per y = ±1 e −1 < x < 1 si ha f (x, ±1) = ex −1 , che ha un minimo in
x = 0, con f (0, ±1) = e−1 .
La soluzione è data dai 4 punti (0, 0), (1, 0), (0, 1), ( 31 , 13 ). I primi 3 sono sulla
frontiera ∂T (sono proprio i vertici del triangolo) e sono punti non regolari
di ∂T che vanno comunque considerati a parte. In tali punti si ha f (0, 0) =
f (1, 0) = f (0, 1) = 0. Il punto ( 13 , 31 ) è invece interno a T e si ha f ( 13 , 13 ) = − 27
1
.
• Frontiera. Abbiamo già visto i vertici, consideriamo ora i lati del triangolo.
(a) y = 0, 0 < x < 1, f (x, 0) = 0, ∀x;
(b) x = 0, 0 < y < 1, f (0, y) = 0, ∀y;
(c) y = 1 − x, 0 < x < 1, f (x, 1 − x) = x2 (1 − x) + x(1 − x)2 − x(1 − x) =
(1 − x)(x2 + x − x2 − x) = 0, ∀x.
1
Concludiamo che M = max f = 0, m = min f = − 27 .
21
• Interno. I punti critici interni sono determinati da
da cui il sistema
( (
2x + y = 0 y=2
⇐⇒
2y − 3 + x = 0 x = −1.
C’è quindi un solo punto critico interno P1 = (−1, 2) e si calcola f (P1 ) = −3.
Pur non essendo
richiesto,
calcolando la matrice hessiana in P1 si ottiene
2 1
Hf (−1, 2) = , e si deduce che P1 è un punto di minimo relativo.
1 2
• Frontiera. Procedendo con il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, dobbiamo
risolvere il sistema
2x + y = 2λx
2y − 3 + x = 2λy
2
x + y 2 = 9.
Se x = 0 dalla prima equazione si ha y = 0 che è impossibile. Se y = 0 dalla
seconda equazione si ha x = 3 ed il punto (3, 0) risolve anche il vincolo. Inoltre
dalla prima si ottiene λ = 1. Se invece y 6= 0 e x 6= 0, eliminando λ tra le
prime 2 equazioni otteniamo
2x + y 2y − 3 + x
2λ = = ,
x y
Esercizi di approfondimento
22
cioè
2λ
− a2 x + y + z = 0
x − 2λ
b2
y+z =0
x + y − 2λ z = 0,
c2
b) Moltiplicando la prima equazione del sistema (4) per x, la seconda per y, la terza
per z e sommandole, otteniamo che se (x, y, z, λ) risolve il sistema (1) allora
2
y2 z2
x
x(y + z) + y(x + z) + z(x + y) = 2λ + 2 + 2 = 2λ,
a2 b c
cioè 2(xy + xz + yz) = 2λ, cioè f (x, y, z) = λ.
c) Si ha limλ→±∞ p(λ) = ±∞. La derivata è
p0 (λ) = 12λ2 − a2 b2 + a2 c2 + b2 c2 ,
dunque r
a2 b2 + a2 c2 + b2 c2
p0 (λ) = 0 ⇐⇒ λ = λ± = ± .
12
La funzione p(λ) è crescente su (−∞, λ− ) e su (λ+ , +∞), decrescente su (λ− , λ+ ),
e ha un massimo per λ = λ− e un minimo per λ = λ+ . Poichè p(0) < 0, è chiaro
che p(λ+ ) < 0 e p(λ) ha sicuramente una radice positiva λ3 > 0. Per vedere se vi
sono radici negative bisogna studiare il segno del massimo p(λ− ). Si ha
2 2 3/2 3/2
a b + a2 c 2 + b 2 c 2 (a2 b2 + a2 c2 + b2 c2 )
p(λ− ) = −4 + √ − a2 b 2 c 2
12 12
2 2 3/2
a b + a2 c 2 + b 2 c 2
= − a2 b 2 c 2 ≥ 0
3
a2 b2 + a2 c2 + b2 c2 2/3
⇐⇒ ≥ a2 b 2 c 2 = (abc)4/3 . (5)
3
23
Ora scrivendo la disuguaglianza ottenuta nell’esercizio 23 per n = 3 con x1 = a2 b2 ,
x2 = a2 c2 , x3 = b2 c2 , si ottiene
a2 b 2 + a2 c 2 + b 2 c 2 √
3
≥ a4 b4 c4 ,
3
che è precisamente la (5). Ne segue che p(λ− ) ≥ 0, con uguaglianza se e solo se
x1 = x2 = x3 cioè a = b = c. Dunque p(λ) ha sempre 2 radici negative λ1 < λ2 < 0
tranne che per a = b = c, in cui ha una sola radice negativa (di molteplicità 2, che
è proprio λ = λ− , cioè il punto di massimo in cui p(λ) si annulla).
d) Dai punti a), b) e c) segue che il sistema (1) ha soluzione se e solo se λ =
λ1 , λ2 , λ3 . Inoltre se (xj , yj , zj ) è una qualsiasi soluzione corrispondente a λj , si ha
che λj = f (xj , yj , zj ) (j = 1, 2, 3). Per il teorema di Weierstrass esistono il minimo
m e il massimo M di f |g=0 (l’ellissoide essendo chiuso e limitato in R3 ). Per il
teorema dei moltiplicatori di Lagrange, detto (xm , ym , zm ) un punto di minimo e
(xM , yM , zM ) un punto di massimo di f vincolati a g = 0, esistono λm e λM tali che il
sistema (1) è soddisfatto da (xm , ym , zm , λm ) e da (xM , yM , zM , λM ). Essendo λm =
f (xm , ym , zm ) = m e λM = f (xM , yM , zM ) = M , segue che m, M ∈ {λ1 , λ2 , λ3 }.
Poichè λj = f (xj , yj , zj ), la più piccola radice λ1 di p(λ) deve necessariamente essere
m, la più grande λ3 deve essere M .
p(λ) = (λ − a2 )(2λ + a2 )2 ,
2
da cui le radici λ1 = λ2 = − a2 , λ3 = a2 .
b) Per a = b = c e λ = λ3 = a2 il sistema (1) diventa (si veda la (4)):
y + z = 2x
x + z = 2y
x + y = 2x
2
x + y 2 + z 2 = a2 .
24
Per a = b = c e λ = λ1 = −a2 /2 il sistema (1) diventa
y + z = −x (
x + z = −y x+y+z =0
cioè
x + y = −x x 2 + y 2 + z 2 = a2 .
2
x + y 2 + z 2 = a2
2
È facile verificare che p(− a2 ) = 0. Scomponendo con Ruffini otteniamo
2
p(λ) = λ + a2 4λ2 − 2a2 λ − 2a2 c2 .
Ne segue che ( 2
− a2 √
se a > c
m= a2 −a a2 +8c2
4
se a < c.
In particolare per a√ = b = 2, c = 1 riotteniamo i risultati dell’esercizio 12 dei
proposti (M = 1 + 3, m = −2).
25
31. a) Sia λ1 = max f |S n−1 e sia v1 ∈ S n−1 un punto di massimo, λ1 = f (v1 ). Per il
teorema dei moltiplicatori di Lagrange esiste λ ∈ R tale che
∇(f − λg)(v1 ) = 0.
Essendo
g(x) = x21 + x22 + · · · + x2n − 1,
è immediato che ∇g(x) = 2x. Per calcolare ∇f (x), scriviamo
n
X
f (x) = hx, Axi = Aij xi xj ,
i,j=1
e osserviamo che (
∂xi 1 se i = j
= δij =
∂xj 0 se i 6= j.
Ne segue che
n
∂f ∂ X
(x) = Aij xi xj
∂xk ∂xk i,j=1
n
X n
X
= Aij δik xj + Aij δjk xi
i,j=1 i,j=1
X n n
X
= Akj xj + Aik xi
j=1 i=1
Xn Xn
= Akj xj + Aki xi
j=1 i=1
Xn
=2 Akj xj = 2(Ax)k ,
j=1
cioè con i due vincoli g(x) = 0 e h(x) = hx, v1 i = 0. Sia λ2 = max f |S n−2 e sia
v2 ∈ S n−2 un punto di massimo, λ2 = f (v2 ) (esistenza garantita dal teorema di
26
Weierstrass). Per il teorema dei moltiplicatori di Lagrange esistono λ, µ ∈ R tali
che
∇(f − λg − µh)(v2 ) = 0.
Il gradiente di h è ∇h(x) = v1 , ∀x. Sostituendo quest’ultima insieme a ∇f (x) =
2Ax, ∇g(x) = 2x, si ottiene
2Av2 = 2λv2 + µv1 .
Moltiplicando questa equazione scalarmente per v1 e ricordando che hv1 , v2 i = 0 e
che A è simmetrica, otteniamo
2hv1 , Av2 i = 2hAv1 , v2 i = 2λ1 hv1 , v2 i = 0
= 2λhv1 , v2 i + µhv1 , v1 i = µ,
cioè µ = 0. Dunque Av2 = λv2 . Moltiplicando quest’ultima scalarmente per v2
otteniamo infine
hv2 , Av2 i = λhv2 , v2 i = λ,
cioè f (v2 )(= λ2 ) = λ. Dunque Av2 = λ2 v2 , cioè il massimo λ2 di f |S n−2 è autovalore
di A con autovettore v2 .
c) Ripetiamo il procedimento, ottimizzando la funzione f sull’insieme
S n−3 = {x ∈ S n−1 : hx, v1 i = 0, hx, v2 i = 0},
cioè con i tre vincoli g(x) = 0, h(x) = 0 e k(x) = hx, v2 i = 0. Sia λ3 = max f |S n−3
e sia v3 ∈ S n−3 un punto di massimo, λ3 = f (v3 ) (di nuovo l’esistenza del massimo
è garantita dal teorema di Weierstrass). Esistono allora λ, µ, ν ∈ R tali che
∇(f − λg − µh − νk)(v3 ) = 0,
cioè
2Av3 = 2λv3 + µv1 + νv2 .
Moltiplicando questa equazione scalarmente per v1 si trova µ = 0; moltiplicandola
per v2 si trova ν = 0. Dunque Av3 = λv3 . Moltiplicando questa scalarmente per
v3 si ottiene f (v3 )(= λ3 ) = λ, da cui Av3 = λ3 v3 . Ovviamente sarà λ1 ≥ λ2 ≥ λ3 e
v1 ⊥ v2 ⊥ v3 .
d) Iterando il procedimento otteniamo l’insieme
S n−k = {x ∈ S n−1 : hx, v1 i = hx, v2 i = · · · = hx, vk−1 i = 0}
tale che, posto λk = max f |S n−k = f (vk ), si ha Avk = λk vk . Gli ultimi 3 insiemi
saranno S 2 (sfera bidimensionale, per k = n − 2), S 1 (circonferenza, per k = n − 1)
e S 0 (per k = n), che consiste di 2 punti simmetrici rispetto all’origine, S 0 =
{vn , −vn }, essendo S 0 lo spazio ortogonale al vettore vn−1 in S 1 . Chiaramente f |S 0
è costante, essendo in generale f (−x) = f (x). Per dimostrare che l’ultimo vettore
vn (che è ortogonale a v1 , v2 , . . . , vn−1 ) è autovettore di A, basta osservare che
hvj , Avn i = hAvj , vn i = λj hvj , vn i = 0, ∀j = 1, 2, . . . , n − 1,
27
cioè il vettore Avn è ortogonale a tutti i vettori v1 , v2 , . . . , vn−1 , ed è quindi pro-
porzionale a vn , Avn = λvn . Da questa segue subito che λ = λn = f (vn ).
Per come sono stati definiti i vettori vk (usando i massimi ad ogni passo) si ha
λ1 ≥ λ2 ≥ · · · ≥ λn , e λ1 = f (v1 ) è il massimo autovalore di A, mentre λn = f (vn )
è il minimo autovalore di A. Questo metodo dimostra che tutti gli autovalori di A
sono reali essendo λk = f (vk ) ∈ R ∀k = 1, . . . , n. Il procedimento termina a S 0
perchè abbiamo costruito n vettori v1 , v2 , . . . , vn ortogonali tra loro e di norma 1,
cioè una base ortonormale di Rn costituita di autovettori di A.
Abbiamo dimostrato che il massimo di f su S n−1 coincide con il più grande au-
tovalore di A, max f |S n−1 = λ1 . È facile dimostrare che il minimo di f su S n−1
coincide con il più piccolo autovalore di A (cioè λn ). Infatti, posto λ̃1 = min f |S n−1
e indicando con ṽ1 ∈ S n−1 un punto di minimo, si trova (procedendo come al punto
a)) che Aṽ1 = λ̃1 ṽ1 , cioè il minimo di f su S n−1 è autovalore di A. Poichè tutti gli
autovalori di A sono dei valori assunti da f su S n−1 , necessariamente λ̃1 sarà il più
piccolo autovalore. In conclusione si ha che max f |S n−1 = massimo autovalore di A,
min f |S n−1 = minimo autovalore di A, e i punti di massimo e di minimo sono i cor-
rispondenti autovettori (normalizzati a 1).
32. Nell’esercizio 18 dei risolti si ha che, posto v = (x, y, z),
1 1
0 2 2
1 1
f (x, y, z) = xy + xz + yz = hv, Avi, dove A = 2
0 2
.
1 1
2 2
0
Per l’esercizio precedente, il massimo M e il minimo m di f sulla sfera unitaria
coincidono con il massimo e il minimo autovalore della matrice A. Il polinomio
caratteristico di A è
−λ 1 1
2 2
p(λ) = |A − λI| = 12 −λ 12 = − 14 4λ3 − 3λ − 1 .
1 1
−λ
2 2
si ha subito che
∇g(x1 , x2 , . . . , xn ) = 2 x1 x2
, , . . . , xa2n
a21 a22
= 2B −2 x,
n
28
dove B è la matrice diagonale
1
a1 a21
1
a2
−2
a22
B= =⇒ B = .
... ..
.
an 1
a2n
Ricordando che ∇f (x) = 2Ax, il sistema ∇(f −λg)(x) = 0 diventa 2Ax = 2λB −2 x,
cioè moltiplicando a sinistra per B 2 , B 2 Ax = λx. Se x soddisfa il vincolo, molti-
plicando l’equazione Ax = λB −2 x scalarmente per x e notando che
x21 x22 x2n
hx, B −2 xi = a21
+ a22
+ ··· + a2n
= 1,
e dunque
2
B A − λI = Ã − λI .
dove x = By.
c) Se x = By, cioè xj = aj yj , è immediato che
X x2 X
a2
j
= 1 ⇐⇒ yj2 = 1.
j
29
Dobbiamo ottimizzare questa forma quadratica sull’ellissoide
g(x, y, z) = x2 /4 + y 2 /4 + z 2 − 1 = 0.
Il polinomio caratteristico di à è
−λ 2 1
p(λ) = Ã − λI = 2 −λ 1
= −λ3 + 6λ + 4.
1 1 −λ
Concludiamo che
√
M = max f |g=0 = 1 + 3, m = min f |g=0 = −2,
30
dobbiamo calcolare il minimo e il massimo autovalore della matrice
1 0 0 1 0 0
1 1 1
1 1
à = BAB = 0 √2 0 1 1 1 0 √2 0
0 0 √13 1 1 1 0 0 √13
1 √12 √13
= √12 21 √16 . (6)
√1 √1 1
3 6 3
Il polinomio caratteristico di à è
√1 √1
1−λ
2 3
p(λ) = Ã − λI = √12 1
− λ √1 = −λ3 + 11 2
λ = −λ2 (λ − 11
).
2 6 6 6
√1 1 1
−λ
√
3
3 6
0 12 12 0 ab ac
a 0 0 a 0 0 2 2
à = BAB = 0 b 0 21 0 12 0 b 0 = ab 2
0 bc2 .
1 1 ac bc
0 0 c 2 2
0 0 0 c 2 2
0
Il polinomio caratteristico di à è
−λ ab 2
ac
2
p̃(λ) = Ã − λI = 2 −λ bc2
ab
ac bc
−λ
2 2
= − λ3 + 41 a2 b2 + a2 c2 + b2 c λ + 41 a2 b2 c2
2
= − 14 λ3 − a2 b2 + a2 c2 + b2 c2 λ − a2 b2 c2 = − 41 p(λ),
dove p(λ) è il polinomio dell’esercizio 28. Poichè Ã è una matrice simmetrica, i suoi
autovalori sono reali, dunque le radici di p(λ) sono tutte reali. Per il teorema dei
segni di Cartesio, poichè p(λ) ha una variazione e p(−λ) ha due variazioni, p(λ) ha
una radice positiva λ3 e due radici negative λ1 ≤ λ2 < 0. (Queste sono contate con
la loro molteplicità, quindi è incluso il caso di a = b = c in cui λ1 = λ2 , si veda
l’esercizio 29.) Dall’esercizio 33 si deduce che M = λ3 e m = λ1 , in accordo con i
risultati dell’esercizio 28.
31
37. Poichè l’ellissoide definito da
3
X
g(x) = hx, Axi = Aij xi xj = 1
i,j=1
2x = 2λAx =⇒ Ax = λ1 x.
32