Meridiane Ed Orologi Solari PDF

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M.A.

Guerrieri - Le meridiane e gli orologi solari Scuola di Astronomia

Dispense del Corso


Lezioni pratiche
6 – 13 Dicembre 2004
Le meridiane e gli orologi solari

Maria Antonietta Guerrieri

gen. ’05 Titti 1

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 1


M.A. Guerrieri - Le meridiane e gli orologi solari Scuola di Astronomia

Indice
• Introduzione
• Breve storia degli orologi solari
• Le Meridiane
• Gli orologi solari
• I vari tipi di orologi solari
• Le ore italiche, babiloniche, canoniche e francesi
• Come si costruisce un orologio solare

gen. ’05 Titti 2

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 2


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Introduzione
I due termini meridiana ed orologio solare vengono
usati indifferentemente per indicare oggetti che, per mezzo
dell’ombra proiettata da uno stilo, detto anche gnomone,
segnano il trascorrere del tempo.
In realtà la Meridiana è composta da una sola linea
che segna il mezzogiorno, l’Orologio solare, invece, è
composto da più linee orarie che indicano le diverse ore del
giorno.
Cessata la sua funzione pratica l’orologio solare ha
conosciuto un periodo di oblio ma in questi ultimi anni sta
ritornando di moda anche per l’opera appassionata di tanti
decisi a non far dimenticare questo grande patrimonio di
cultura.
gen. ’05 Titti 3

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Breve storia
Gli Assiro Babilonesi e gli Egiziani misuravano le
ore del giorno per mezzo di meridiane.
Anche i Greci e i Romani usavano orologi solari per
il calcolo del tempo.
A Campo Marzio c’era un grande orologio solare
fatto costruire da Augusto che aveva come gnomone
l’obelisco che ora si trova davanti a Montecitorio.
A causa della decadenza dell’impero romano c’è un
lungo periodo durante il quale vengono quasi del tutto
dimenticate le conoscenze relative alla costruzione degli
orologi solari.
gen. ’05 Titti 4

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La torre dei venti ad Atene


gen. ’05 Titti 5

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La rinascita si ha con i Benedettini; infatti, nella sua


regola, S.Benedetto fissava le ore della preghiera e del lavoro.
Era necessario, pertanto, riappropriarsi delle
conoscenze gnomoniche necessarie a tracciare i quadranti
solari.
Intorno all’VII secolo incominciano ad apparire
quadranti solari graffiti sui fianchi delle chiese.
I primi trattati di gnomonica De natura rerum e
Libellus mensurae horologii sono opera di un monaco
sassone Beda (673-735) detto il venerabile per la sua grande
cultura.
Verso l’anno mille si iniziano a costruire meridiane a
foro gnomonico. Queste costruzioni proseguono fino ai primi
del 1800.

gen. ’05 Titti 6

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Dagli inizi del XII secolo, partendo dall’oriente, si


diffonde l’uso di inclinare lo gnomone parallelamente
all’asse terrestre.
I primi orologi meccanici, costruiti a partire dal XIV
secolo, a causa della loro scarsa precisione, continuano per
molto tempo ad essere affiancati da orologi solari che
servono a regolarli giornalmente. (Un esempio lo abbiamo
sulle due torrette che si trovano sulla facciata della chiesa di
Trinità dei Monti)

gen. ’05 Titti 7

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 7


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Con l’aumentare della precisione degli orologi


meccanici e con le necessità della vita moderna sorge il
problema del tempo vero e del tempo medio; sul quadrante
di alcuni orologi comincia ad apparire la caratteristica
curva ad otto: la lemniscata, che adegua ora vera ad ora
media.

gen. ’05 Titti 8

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Meridiane

La meridiana è una linea, opportunamente orientata,


disegnata su una superficie perfettamente orizzontale.
L’ombra di un’asta verticale, passando su questa linea,
segna il mezzogiorno vero locale.
E’ anche un calendario perchè la lunghezza dell’ombra
varia durante l’anno a causa della differente altezza del sole.
Al solstizio estivo l’ombra è più corta, a quello invernale
è più lunga, durante gli altri periodi dell’anno assume valori
intermedi.

gen. ’05 Titti 9

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Un esempio di meridiana si trova in piazza


S.Pietro; lo gnomone è costituito da un obelisco
egiziano posizionato vicino alla fontana di destra; sul
pavimento della piazza è segnata la linea meridiana.

gen. ’05 Titti 10

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E’ anche molto nota quella


davanti al palazzo di
Montecitorio. Lo gnomone è
formato dall’obelisco che, nel 10
a.c., Augusto aveva posto al
centro del suo grande orologio a
Campo Marzio. Fu posizionato,
nel 1792, davanti a Montecitorio
per volere di papa Pio VI; é
sormontato da un globo di rame
con un foro: la macchia di luce
che così si forma indica il
mezzogiorno su una linea
meridiana.

gen. ’05 Titti 11

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Nel recente restauro, accanto


alla linea meridiana, sono
state posizionate delle
targhette metalliche che
adeguano l’ora vera all’ora
media.

gen. ’05 Titti 12

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Una particolare meridiana orizzontale è quella, così


detta, a foro gnomonico.

Un raggio di luce penetra da un foro praticato nella


parete a Sud di un edificio e proietta un disco di luce che
segna il mezzogiorno passando su una linea meridiana
disegnata sul pavimento.
Nella storia della gnomonica, sono state costruite
moltissime meridiane di questo tipo; quasi tutte
all’interno di chiese, di notevoli dimensioni e, quindi, di
grande precisione. Servivano per determinare esattamente
la data dell’equinozio di primavera, data alla quale è
legata la Pasqua e tutte le altre feste mobili del calendario
ecclesiastico.
Nella pagina seguente sono elencate le più grandi.
gen. ’05 Titti 13

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1437 Costantinop. S.Sofia 50 metri Ulugh Bey


1468 Firenze S.Maria del 90 P.Toscanelli
Fiore
1576 Bologna S.Petronio 25 E.Danti
1636 Marsiglia Collegio 17 P.Gassendi
dell’Oratorio
1653 Bologna S.Petronio 27 G.D.Cassini
1702 Roma S.Maria degli 20 F.Bianchini
Angeli
1743 Parigi S.Sulpice 26 Le Monnier
1756 Firenze S.Maria del 90 L.Ximenes
Fiore
1786 Milano Duomo 24 A.De Cesaris
1791 Napoli Museo 14 G.Cassella
Nazionale
1802 Messina Duomo 14 A.M.Jaci
1830 Catania Monastero Ben. 22 N.Cacciatore
gen. ’05 Titti 14

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La linea meridiana in S. Petronio a Bologna


gen. ’05 Titti 15

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 15


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La lunghezza della linea meridiana dipende


dall’altezza dello gnomone, o del foro gnomonico, e dalla
latitudine del luogo secondo questo semplice schema


S’
’ S
S F

A B C D

S, S’, S’’ sono le posizioni del Sole all’equinozio di primavera,


al solstizio invernale e a quello estivo rispettivamente
gen. ’05 Titti 16

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AF è l’altezza dello gnomone o del foro gnomonico.


L’angolo ACF è pari alla colatitudine del luogo e, quindi, per
Roma possiamo assumerlo uguale a 48°.
Poichè S’FS e SFS’’ sono pari a 23.5°, gli angoli ABF e ADF
valgono
ABF = 90°- ( 42°- 23.5°) = 71.5°
ADF = 90°- ( 42°+23.5°) = 24.5°
Pertanto:
AB = AF cotg 71.5°
AC = AF cotg 48°
AD = AF cotg 24.5°
Si può calcolare la lunghezza dell’ombra al mezzogiorno
in qualunque periodo dell’anno conoscendo la declinazione del
Sole a ’05
gen. quella data. Titti 17

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Gli orologi meccanici segnano un’ora


convenzionale che non coincide con quella segnata
dalle meridiane e dagli orologi solari perchè

• Segnano l’ora del meridiano centrale del fuso che, per


l’Italia e per tutta l’Europa , è quello passante per
l’Etna, esattamente a 15° di longitudine est dal
meridiano di Greenwich. La meridiana, invece, segnerà
mezzogiorno quando il sole culminerà sul meridiano
del luogo

• Per metà dell’anno è in vigore l’ora legale


• La durata del giorno è sempre la stessa e viene divisa
in 24 parti uguali. Si considera, cioè, che il Sole
apparente percorra un’orbita circolare con velocità
angolare costante. Pertanto, in alcuni periodi dell’anno
il sole vero è in ritardo rispetto a quello medio, in altri
in anticipo
gen. ’05 Titti 18

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 18


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Lo scarto tra sole medio e sole vero prende il nome


di equazione del tempo, la sua rappresentazione grafica
si chiama curva analemmatica ed è riportata qua sotto

Come si vede
si possono
raggiungere fino a
16 minuti di
differenza in più
o in meno

gen. ’05 Titti 19

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 19


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Gli orologi solari


L’orologio solare è formato da un quadrante sul quale
sono segnate alcune linee, che indicano le differenti ore del
giorno, e da uno stilo, detto gnomone, la cui ombra, scorrendo
sul quadrante, segna il trascorrere del tempo.
Nella maggior parte dei casi è presente una linea , detta
equinoziale, che taglia tutte le linee orarie. L’ombra della punta
dello gnomone scorre sulla equinoziale all’equinozio di
primavera e di autunno.
L’equinoziale è una retta perchè solo agli equinozi il
piano di rotazione del Sole è perpendicolare all’asse terrestre e
solo in questo caso, perciò, si avranno proiezioni rette sul piano;
in qualsiasi altro periodo dell’anno l’angolo sarà più o meno
accentuato provocando una deformazione proiettiva e perciò un
tracciato
gen. ’05 iperbolico. Titti 20

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gen. ’05 Titti 21

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 21


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Vari tipi di orologi solari

Gli orologi solari si suddividono in base


all’orientamento del quadrante:
•Orizzontali: con il quadrante parallelo alla superfice
terrestre
•Equatoriali: con il quadrante parallelo al piano
equatoriale terrestre
•Verticali: con il quadrante perpendicolare alla
superfice terrestre
•Polari: con il quadrante parallelo all’asse terrestre
•Obliqui: con il quadrante variamente inclinato
gen. ’05 Titti 22

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 22


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Gli orologi orizzontali

L’orologio orizzontale della Banca d’Italia a Vermicino


gen. ’05 Titti 23

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 23


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Gli orologi orizzontali sono


semplici ed armoniosi.
Lo gnomone forma con il
piano del quadrante un angolo pari
alla latitudine del luogo.
La lunghezza dello gnomone
determina le dimensioni
dell’orologio.
La linea del mezzogiorno è
posizionata esattamente secondo il
meridiano del luogo.
La punta dello gnomone è diretta verso la Polare.
Le linee orarie sono simmetriche rispetto alla linea meridiana e
convergono tutte nel punto in cui è infisso lo stilo.
Le linee delle 6 e delle 18 sono perpendicolari alla linea delle 12.
gen. ’05 Titti 24

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 24


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Le linee orarie dell’orologio orizzontale possono essere


ottenute sia matematicamente, usando delle semplici formule
di trigonometria, sia graficamente.
Nella pagina successiva è rappresentato il metodo grafico per
tracciare le linee orarie.
M rappresenta il centro dell’orologio, MP la lunghezza dello
gnomone; l’angolo OMP è uguale alla latitudine del luogo,
l’angolo OPM è di 90°. La linee MN è la linea meridiana.
In O si traccia la perpendicolare alla MN
Con il compasso centrato in O ed apertura OP, segniamo il
punto N sulla perpendicolare MO; con centro in N e raggio
NO tracciamo un semicerchio. Suddividiamo il semicerchio, a
destra e a sinistra di NO, in settori di 15°, prolunghiamo i
raggi fino ad intersecare la perpendicolare per O alla MN
gen. ’05 Titti 25

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 25


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Ho indicato questi punti con


i numeri 8, 9, 10, 11, 13, 14, 15,
16. Unendo questi punti con
M si ottengono le linee
orarie dell’orologio. La linea
delle 6 e quella delle 18 è
lungo la perpedicolare per M
La perpendicolare in O è la
equinoziale
Per tracciare anche le linee
diurne, ad esempio la
solstiziale invernale e quella
estiva, guardiamo la figura
della pagina seguente, che
rappresenta l’orologio visto
di taglio
gen. ’05 Titti 26

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 26


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’’’
S

S’

S’

M A B C
MP è lo gnomone;
S’, S’’, S’’’ sono le posizioni del sole al solstizio invernale,
all’equinozio e al solstizio estivo rispettivamente
MC è la linea meridiana
gen. ’05 Titti 27

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 27


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MA è la lunghezza dell’ombra a mezzogiorno del solstizio


estivo, MB dell’equinozio, MC del solstizio invernale.
L’angolo PMB è pari alla latitudine del luogo.
L’angolo MPB è di 90° e, quindi, MBP è pari alla colatitudine
del luogo.
Poichè si conoscono la lunghezza del cateto MP, e l’ampiezza
degli angoli PMB e PBM del triangolo rettangolo, con una
semplice formula trigonometrica, si può calcolare MB. In
modo analogo si possono calcolare MA ed MC ricordando che
gli angoli S’’’PS’’ e S’’PS’ sono di 23,5° e quindi:
MPA = 90°-23,5°= 66,5° MPC = 90°+23,5° = 113,5°
L’ombra della punta dello gnomone descrive durante il
giorno una curva iperbolica con la concavità rivolta verso lo
gnomone da settembre a marzo, al contrario da marzo a
settembre.
gen. ’05 Titti 28

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 28


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Un caso particolare di orologio orizzontale è quello


chiamato analemmatico o azimutale

Le ore sono indicate lungo un’ ellisse; lo gnomone,


che è verticale e si trova sull’asse minore dell’ellisse, viene
posizionato su una specie di analemma che porta indicati i
mesi dell’anno
gen. ’05 Titti 29

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 29


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Questo tipo di orologio è molto adatto ad essere


posto in giardini pubblici o in scuole; infatti, una persona
può fare da gnomone

gen. ’05 Titti 30

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 30


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Orologi equatoriali

gen. ’05 Titti 31

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 31


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I quadranti degli orologi equatoriali sono paralleli


al piano dell’equatore e, quindi, rispetto al piano
orizzontale sono inclinati di un angolo pari alla
colatitudine del luogo.
Lo gnomone è perpendicolare al quadrante e punta
verso la stella polare.
Le linee orarie partono dalla base dello gnomone e
sono distanziate di 15° l’una dall’altra.
Il Sole illumina la parte superiore del quadrante
durante i sei mesi che vanno dall’equinozio di primavera
a quello di autunno, e la parte inferiore negli altri sei.
Nei due giorni equinoziali l’orologio non funziona
perchè i raggi del Sole sono paralleli al quadrante.
gen. ’05 Titti 32

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 32


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La linea oraria del mezzogiorno deve essere tangente


alla linea meridiana

gen. ’05 Titti 33

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 33


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Dettaglio del quadrante dell’orologio equatoriale

gen. ’05 Titti 34

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 34


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Un esempio
molto bello di orologio
equatoriale è questo
mostrato di fianco; il
piano dell’orologio è
stato sostituito da una
fascia circolare e lo
gnomone è costituito da
un filo metallico
opportunamente
inclinato.
Notate, in basso,
la curva dell’equazione
del tempo.

gen. ’05 Titti 35

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 35


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Orologi Verticali

gen. ’05 Titti 36

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 36


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Gli orologi solari verticali sono di gran lunga i


più comuni.
Sono posizionati su pareti verticali variamente
orientate rispetto al sorgere ed al tramontare del Sole.
La migliore esposizione di una parete è quella a
sud: cioè la perpendicolare alla parete è diretta
esattamente verso il sud astronomico.
In un caso del genere si parla di orologio
verticale meridionale. Il quadrante dell’orologio, è
illuminato dall’alba al tramonto e linee orarie sono
come quelle dell’orologio orizzontale ma rovesciate.
Lo gnomone forma con il quadrante un angolo
pari alla colatitudine del luogo, il suo prolungamento,
dentro il muro, punta al nord astronomico.
gen. ’05 Titti 37

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 37


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Al mezzogiorno vero l’ombra dello gnomone è


esattamente verticale.
La linea equinoziale è perfettamente orizzontale.
Le linee diurne dei solstizi sono iperboli ma, a
differenza dell’orologio orizzontale, quella invernale è
la più vicina alla base dello stilo, infatti, nei quadranti
verticali in estate le ombre sono più lunghe ed in
inverno più corte.
Se la parete non è orientata perfettamente a sud
si dice che è declinante ad oriente oppure ad occidente
se volge più verso est o più verso ovest rispettivamente.
In questo caso la linea equinoziale non è
perfettamente orizzontale ma pende verso destra o
verso sinistra.
gen. ’05 Titti 38

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 38


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gen. ’05 Titti 39

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 39


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Le linee orarie e diurne dei quadranti declinanti


sono la proiezione sulla parete delle linee di un
quadrante esattamente a sud.

Al mezzogiorno vero locale l’ombra dello


gnomone non viene a trovarsi sulla linea meridiana, è
necessario, pertanto, inclinare lo gnomone in modo
che la sua ombra si trovi sulla linea.

L’angolo che la perpendicolare alla parete


forma con la linea meridiana è detta declinazione
della parete; si misura in gradi a partire dal nord in
senso orario.
gen. ’05 Titti 40

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 40


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S
N S N
N

S S
gen. ’05 Titti 41

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 41


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In alcuni orologi è possibile vedere uno gnomone


perpendicolare alla parete che viene chiamato ortostilo:
è la materializzazione della perpendicolare dalla punta
dello gnomone al piano dell’orologio.
In questo caso è l’ombra della punta dell’ortostilo
che segna l’ora.
gen. ’05 Titti 42

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 42


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Come abbiamo visto per l’orologio orizzontale,


anche per quello verticale è possibile disegnare il
quadrante sia con il metodo grafico, sia ricorrendo ad
opportune formule trigonometriche.
Qui di seguito descriverò il metodo grafico per
disegnare il quadrante di un orologio verticale declinante.
Il metodo matematico è descritto in numerosi testi: alla fine
della presentazione darò i riferimenti necessari per chi
vorrà approfondire il tema.
Costruiamo con del materiale rigido il triangolo
rettangolo KTS, retto in T, con l’angolo in S pari alla
colatitudine del luogo e l’ipotenusa KS uguale alla
lunghezza dello gnomone.

gen. ’05 Titti 43

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 43


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Sulla parete debbono essere tracciate due linee, un


verticale ed una orizzontale che si intersecano nel punto
O.
La linea verticale è la linea del mezzogiorno. Su questa
linea va posizionato, perpendicolarmente alla parete, il
triangolo, facendo coincidere l’angolo retto con il punto O.
Al mezzogiorno vero locale, poichè la parete è
declinante, l’ombra del vertice K non verrà a trovarsi sulla
linea meridiana; dobbiamo, pertanto, ruotare il triangolo
opportunamente affinchè ciò accada.
Sia H il piede della perpendicolare condotta da K
alla linea orizzontale.
La semiretta che congiunge S con H è chiamata
linea substiliare e la distanza KH è l’altezza stiliare.
gen. ’05 Titti 44

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 44


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gen. ’05 Titti 45

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 45


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Sulla parete tracciamo la perpendicolare per H alla SH e


prendiamo su di essa un punto M tale che MH sia uguale
all’ altezza stiliare; tracciamo il triangolo SME retto in M.
La retta per E parallela alla MH è la linea equinoziale.
Con centro in E e raggio ME tracciamo un cerchio che
intersecherà in due punti la substiliare; sia O quello dei
due più distante da S.
O è il centro di in orologio equatoriale ausialiario che
servirà per la costruzione del nostro.
In O disegnamo un cerchio di raggio minore di OE
Uniamo il centro del cerchio con l’intersezione della linea
meridiana con la equinoziale.

gen. ’05 Titti 46

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 46


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A partire da questa linea suddividiamo il cerchio in settori


di 15°; prolunghiamo i raggi così ottenuti fino ad incontrare
la linea equinoziale.
Per ottenere le linee orarie dell’orologio basta unire il punto
S con i punti, prima trovati, sulla equinoziale.
Alla fine del lavoro tutte le linee che sono servite per la
costruzione vanno cancellate, rimangono solo le linee orarie
e l’equinoziale.
Lo stilo deve essere posizionato in modo che la sua
proiezione sia sulla substiliare.

gen. ’05 Titti 47

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 47


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Roma, quartiere Coppedè.


Questo orologio solare è
posto sulla parete di una
casa privata in via Olona.
Come si può vedere sono
state lasciate tutte le linee e
la circonferenza usate per
disegnarlo.

gen. ’05 Titti 48

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 48


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Orologi Polari

gen. ’05 Titti 49

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 49


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Negli orologi polari il piano del quadrante è inclinato di


un angolo pari alla latitudine del luogo puntando verso la
stella polare.
Lo stilo è perpendicolare al piano.
Al piede dello stilo si intersecano, perpendicolarmente,
due linee: l’equinoziale e la meridiana, chiamata anche
sustiliare.
Le curve di declinazione sono iperboli che volgono la
concavità verso l’alto e verso il basso.
Le linee orarie sono perpendicolari alla equinoziale.
L’orologio deve essere posizionato in modo che la
equinoziale sia esattamente lungo la linea Est- Ovest.
La distanze delle linee orarie da quella del mezzogiorno
si calcolano con una semplice formula trigonometrica.

gen. ’05 Titti 50

© Copyright - Ass. Tuscolana di Astronomia 50


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Se h è l’altezza dello stilo, la linea oraria delle 11 dista dala


linea meridiana: x = h tang (-15°); quella delle 10 h tang(-30°),
e così via secondo la seguente tabella

-60° -45° -30° -15° -0° 15° 30° 45° 60°

8 9 10 11 12 13 14 15 16

Anche in questo caso si possono ottenere le posizioni


delle linee orarie con il metodo grafico senza ricorrere alla
trigonometria: basta disegnare una circonfereza con centro
sulla sustiliare, tangente alla equinoziale e di raggio pari ad
h, si divide, poi, il cerchio in settori di 15° e si prolungano i
raggi fino ad intersecare la equinoziale, questi saranno i
punti in cui passano le linee orarie.
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gen. ’05 Titti 52

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gen. ’05 Titti 53

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Orologi orientali ed occidentali


Gli orologi orientali ed occidentali sono posizionati su pareti verticali
eposti esattamente ad Est o ad Ovest rispettivamente

Nell’aspetto grafico sono identici agli orologi polari, solo che la linea
equinoziale forma con l’orizzonte (cioè con una linea perfettamente
orizzontale) un angolo pari alla colatitudine del luogo, la sustiliare è,
pertanto, inclinata di un angolo pari alla latitudine del posto.

Quella che nel polare è la linea del mezzogiorno diventa la


linea delle 6 negli orologi orientali e la linea delle 18 in quelli
occidentali ed a scalare tutte le altre ore.

Lo stilo può anche essere parallelo al piano dell’orologio, in tal


caso deve essere ad una distanza pari alla metà della sua lunghezza.

gen. ’05 Titti 54

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Innsbruck: orologio occidentale

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Orologi inclinati

Orologio posto nel giardino del Quirinale


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Il piano del quadrante può


essere inclinato, di un angolo
qualsiasi, rispetto alla verticale
In questo caso, bisogna
tener conto dell’inclinazione; le
linee risulteranno la proiezione
delle linee del quadrante
verticale sulla superficie
inclinata

Come si vede nell’immagine precedente, il piano può


anche esse concavo. In questo caso le linee orarie diventano
delle curve
Moltissimi orologi antichi romani avevano il
quadrante emisferico
gen. ’05 Titti 57

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Orologi catottrici o a riflessione

Grenoble: Orologio a riflessione


gen. ’05 Titti 58

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Negli orologi a riflessione i raggi solari incidono su di


uno specchio e vengono riflessi sul soffitto o sulle pareti di
una stanza dove vengono disegnate le linee orarie e le curve di
declinazione
La macchia di luce, scorrendo sul soffitto o sulla parete,
segna le ore.
gen. ’05 Titti 59

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Orologio a riflessione disegnato dallo gnomonista Silvio


Magnani sul soffitto del ristorante “Le cadran solaire” ad
Ayas in Valle d’Aosta
gen. ’05 Titti 60

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Gli orologi a riflessione ebbero una grande


diffusione soprattutto nel seicento. A Roma ce ne sono
due molto famosi: quello disegnato nel corridoio di
Palazzo Spada e quello del convento di Trinità dei
Monti, entrambi opera di Maignan.
Poichè l’angolo di incidenza del raggio solare è
uguale a quello di riflessione, se il quadrante è piano
le linee orarie non differiscono da quelle di un
orologio verticale; se, al contrario, il quadrante è
concavo o convesso le cose cambiano notevolmente.
Nella maggior parte dei casi le linee venivano
tracciate con l’aiuto di corde tese ad indicare i raggi
solari.

gen. ’05 Titti 61

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Le ore italiche, babiloniche,


canoniche e francesi

Orologio solare ad ore italiche nell’Eremo di


Camaldoli a Monteporzio
gen. ’05 Titti 62

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Secondo il modo cui siamo abituati, il giorno inizia a


mezzanotte viene suddiviso in 24 ore tutte della stessa
lunghezza. Le ore così definite vengono chiamate “francesi”
perchè introdotte, anzi sarebbe meglio dire imposte, in Italia
da Napoleone Buonaparte, nei prini anni dell’800.
Fino a quella data in Italia era in uso un altro sistema: il
giorno iniziava al tramonto del Sole e le ore si contavano a
partire da quel momento.
Non è raro, infatti, trovare alcuni orologi solari antichi
nei quali le ore sono indicate in questo modo.
La linea meridiana, l’equinoziale e la linea delle 18 si
intersecano nello stesso punto: infatti a mezzogiorno dei giorni
equinoziali sono passate 18 ore dal tramonto del giorno
precedente e mancano 6 ore al tramonto (24-18=6).
gen. ’05 Titti 63

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Due dei quattro orologi


solari di S. Benigno Canavese,
disegnati da Mauritius
Blancus nel 1699, a destra
quello ad ore italiche ed a
sinistra quello ad ore francesi.
Le ore italiche sono legate al tramonto del Sole, quindi,
al variare delle stagioni, lo stesso momento del giorno viene
indicato con ore diverse.
Gli orologi solari ad ore italiche si riconoscono da quelli
ad ore moderne perchè le linee orarie non convergono in
nessun punto e lo gnomone è sostituito sempre dall’ortostilo.
Guardando su quale linea va a finire l’ombra della punta
dell’ortostilo e contando fino a 24 si può sapere quante ore
mancano al tramonto del Sole, cioè quante ore di luce si hanno.
gen. ’05 Titti 64

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L’orologio solare qui di


fianco è stato disegnato sempre
da Mauritius Blancus nel 1699 e
si trova a S. Benigno Canavese.
Il quadrante è ad ore
babiloniche.
Le ore babiloniche
vengono contate dal sorgere del
Sole.

Questo metodo di misurazione del tempo è speculare e


complementare a quello ad ore italiche. Valgono, quindi, le
stesse cose dette in precedenza.

gen. ’05 Titti 65

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L’orologio solare qui a fianco fa


parte sempre del complesso di
S.Benigno Canavese.
Il quadrante è ad ore canoniche
o “planetarie”.
L’arco della giornata, dall’alba
al tramonto, veniva diviso in
12 ore di diversa lunghezza a
secondo delle stagioni (si va da
45 min. in inverno a 75 in
estate).
Sono le ore della Sacra Scrittura, riscoperte da S.Benedetto,
introdotte nella sua regola e diffuse in tutta Europa.
L’ora 1° era quella al levar del Sole, la 3° a metà mattina, la 6° a
mezzogiorno, la 9° a metà pomeriggio e la 12° al tramonto.
gen. ’05 Titti 66

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Come si costruisce un orologio


solare
Come è stato più volte detto nel corso di questa
presentazione, ci sono sostanzialmente due metodi per
costruire un orologio solare: quello grafico e quello
matematico.
Ho mostrato tutte e due i sistemi in alcuni casi
specifici più semplici.
Il metodo grafico è certamente il più abbordabile
anche da chi non ha conoscenze matematiche perchè
necessita soltanto di strumenti quali riga, compasso,
livella..... Era il metodo certamente usato anticamente da
tutti gli “artigiani del tempo”.

gen. ’05 Titti 67

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Numerosissimi testi di gnomonica riportano le


formule matematiche necessarie per costruire le linee
orarie e le curve di declinazione di qualsiasi tipo di
orologio solare.
Qui di seguito una bibliografia essenziale per chi ha
desiderio di approfondire il tema.
Per ogni testo ho proposto un breve commento di
orientamento.
Ma prima di concludere due chicche...

gen. ’05 Titti 68

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Novi Ligure orologio solare ad ore decimali


gen. ’05 Titti 69

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Caserma dei carabinieri di Pietraporzio (Cuneo)

gen. ’05 Titti 70

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Bibliografia
• G. Fantoni – Orologi solari – Ed. Technimedia (questo
è il testo più completo, ormai praticamente introvabile,
molto tecnico: ci sono tutte le formule per qualsiasi
tipo di orologio solare)

• Andreani, Ranfagni – Calcolo e disegno delle linee orarie


e delle iperboli di declinazione per la meridiana
orizzontale e verticale comunque orientata – Estratti del
giornale di astronomia, vol.11, 1985

• Pavanello, Trinchero – Le Meridiane: storia,


funzionamento, costruzione di un orologio solare – De
Vecchi Editore ( testo completo e più semplice del
primo, con moltissime notizie e fotografie)
gen. ’05 Titti 71

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•Perina, Zanoni ( a cura di) – Le meridiane antiche e


moderne da ammirare e copiare – Demetra ( agile,
graficamente molto bello, per un primo approccio)
• Perina, Zanoni (a cura di ) – Meridiane, le tecniche –
Demetra ( idem)
•Franco Foresta Martin ( a cura di) - Dalla Terra alla
Galassia: Viaggio astronomico attraverso la città di Roma -
Quaderno ENEA- MUSIS
•Associazione Tuscolana di Astronomia – L’officina delle
stelle – Un programma educativo per la didattica scientifica
ed astronomica ( all’interno un breve mio trattato sulle basi
della gnomonica con riferimenti didattici)

gen. ’05 Titti 72

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• Azzarita, Del Favero, Vanin – A caccia di meridiane: per


un catalogo dei quadranti solari; in “Astronomia”
rivista dell’U.A.I. – luglio/agosto 1998 n° 4
• C. Bay – Meridiane: Kit completo per la costruzione –
Hoepli ( simpatico volume che offre la
possibilità di costruire vari tipi di orologi solari )
• E. Del Favero – L’orologio solare a riflessione del liceo
Stemdhal di Grenoble – Atti del XII Seminario
Nazionale di Gnomonica ( per chi vuol saperne di più
sul magnifico orologio catottrico dipinto nel 1673)

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