Cei 62
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Norma Italiana
CEI 62
Data Pubblicazione Edizione
1997-10 Prima
Classificazione Fascicolo
62 3783 R
Titolo
Guida alle prove di accettazione, all’uso e alle verifiche periodiche di
sicurezza di apparecchi elettromedicali in locali adibiti ad uso medico
Title
Guidelines for the raut me tests, use and periodical checks related to safety of
medical electrical equipment in locations used for medical practice
GUIDA
COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La presente Guida tratta principalmente delle condizioni di sicurezza elettrica degli apparecchi elettrome-
dicali. Nella presente Guida, che riguarda gli apparecchi elettromedicali usati in medicina umana e vete-
rinaria, ci si riferisce a quelli usati alle condizioni ambientali specificate nella Norma CEI 62-5 (fasc.507),
da personale adeguatamente istruito sull’uso corretto e sui pericoli connessi a tale uso. La presente Gui-
da ha lo scopo di spiegare le prescrizioni di sicurezza in maggior dettaglio e di illustrare gli interventi pe-
riodici per garantire che le apparecchiature siano efficienti. Altro scopo della Guida sono le modalità di
esecuzione delle prove di accettazione all’atto della fornitura di un’apparecchiatura, che si svolgono ge-
neralmente presso il cliente alla presenza del fornitore.
La presente Guida costituisce la ristampa senza modifiche, secondo il nuovo progetto di veste editoriale,
della Guida pari numero ed edizione (Fascicolo 1276 G).
DESCRITTORI
Apparecchi elettromedicali; Verifiche; Sicurezza; Prove di accettazione;
Europei
Internazionali
Legislativi
INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 62 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc.
in Data
CDU
1 OGGETTO E SCOPO 2
2 DEFINIZIONI 2
6 PROVE DI ACCETTAZIONE 11
9 COMBINAZIONI DI APPARECCHI 14
9.1 Messa a terra ed egualizzazione del potenziale .............................................................................................. 14
9.2 Interconnessione di un apparecchio a componenti multipli ................................................................. 14
9.3 Interconnessione tra apparecchi elettromedicali e dispositivi esterni ............................................ 15
9.4 Protezione contro il rischio di incendio nell’uso dell’ossigeno ........................................................... 15
9.5 Combinazione di apparecchi elettromedicali e non .................................................................................... 15
9.6 Uso delle termocoperte elettriche ............................................................................................................................. 15
10 INTERFERENZA ELETTROMAGNETICA 16
10.1 Generalità .................................................................................................................................................................................... 16
10.2 Collocazione degli apparecchi ..................................................................................................................................... 16
10.3 Riscaldamento a pannelli radianti ............................................................................................................................. 16
10.4 Transitori di tensione .......................................................................................................................................................... 17
11 MANUTENZIONE 17
A PP ENDI CE
A PRINCIPALI MARCHI DI QUALITÀ E DI SICUREZZA 19
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Pagina iii
APP ENDIC E
A SCHEDA TECNICA PER GLI APPARECCHI ELETTROMEDICALI 20
APP ENDIC E
B SCHEDA TECNICA PER GLI APPARECCHI ELETTROMEDICALI 21
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PREMESSA
Le Norme per gli apparecchi appartengono alla serie che fa capo alle “Norme Ge-
nerali per la sicurezza degli apparecchi elettromedicali” CEI 62-5 e prosegue con
le relative Norme Particolari. Le Norme per gli impianti sono le “Norme per gli
impianti elettrici nei locali ad uso medico” CEI 64-4. Tali Norme si applicano agli
apparecchi e agli impianti nuovi, alle riparazioni di notevole entità e alle modi-
fiche.
Destinatari della presente Guida sono i tecnici ospedalieri, in quanto facciano
manutenzione preventiva, le società specializzate che svolgono dette manutenzio-
ni e i costruttori che vogliano avere un quadro dello stato delle apparecchiature
durante l’esercizio.
2 DEFINIZIONI
Si fa riferimento alle definizioni contenute nelle Norme CEI 62-5, CEI 64-4 e CEI 64-8.
Gli apparecchi elettrici utilizzati nella pratica medica possono introdurre pericoli
dovuti:
n a energie o sostanze erogate durante il funzionamento;
n a energie o sostanze erogate in caso di primo guasto, di utilizzo scorretto, di
errori umani;
n al non funzionamento nel caso in cui:
a) l’apparecchio serva per il sostentamento di funzioni vitali del paziente;
b) la natura degli esami o trattamenti non permetta l’interruzione o la ripeti-
zione.
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n assenza di misure protettive;
n interferenze a bassa e alta frequenza che possano influenzare processi
automatici, registrazioni di diagnosi o di trattamenti;
n temperature eccessive su superfici accessibili;
n fuoco, combustione degli isolamenti e situazioni analoghe. Speciali pre-
cauzioni devono essere adottate per evitare pericolo di incendio in atmo-
sfere arricchite di ossigeno o protossido di azoto;
n pericoli chimici derivanti dall’emissione di sostanze chimiche aggressive,
liquidi, gas o da contatti con materiali non biocompatibili;
n errori umani che possono condurre a diverse forme di rischi, per esem-
pio:
a) utilizzo errato dell’apparecchio (ad esempio una errata sequenza di
azionamento di interruttori potrebbe portare alla inopportuna appli-
cazione di un potenziale elettrico al paziente);
b) annullamento permanente di un allarme senza la eliminazione del
guasto che lo ha provocato;
c) malfunzionamento di trasduttori, che può danneggiare direttamente il
paziente, e può anche portare a diagnosi errate o terapie improprie;
d) interscambio delle connessioni in sistemi di sostentamento di funzioni
vitali, che può provocare pericoli per la sicurezza (ad esempio l’inter-
scambio delle prese in uscita);
n scostamenti dalle prestazioni specificate dal costruttore;
n guasti di componenti (ad esempio in sistemi di sostentamento di funzioni
vitali);
n interruzioni del sistema di alimentazione o inconvenienti ambientali;
n parti di apparecchio che possono essere contaminate e non regolarmente
pulite.
4.1 Generalità
Il paziente è più sensibile degli operatori a pericoli derivanti da apparecchi
elettromedicali, perché il suo naturale meccanismo di protezione può essere alte-
rato: la sua impedenza cutanea può essere ridotta, ampie superfici cutanee pos-
sono essere esposte a contatti elettrici, può essere contaminato da fluidi condut-
tivi, può essere soggetto ad applicazione di elettrodi, cavità del suo corpo
possono essere esposte, elementi conduttori possono essere introdotti nell’orga-
nismo.
Inoltre, la sua capacità di reazione può essere alterata o non appropriata, a causa
delle condizioni patologiche e del trattamento che sta ricevendo. Ad esempio un
paziente in stato di incoscienza può non rispondere al dolore derivato dal sur-
riscaldamento di un componente; un paziente cosciente ma immobilizzato allo
scopo di effettuare una respirazione meccanica per mezzo di ventilatore non può
fare volontariamente nessun movimento.
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Elettrocuzioni possono avvenire quando il corpo o parti di esso vengono attraver-
sati da corrente elettrica oltre determinati valori. La corrente alternata a 50 - 60 Hz
crea i maggiori rischi di morte per fibrillazione ventricolare. Per correnti che pas-
sano attraverso la cute per 1 s valgono i seguenti valori di soglia:
1 mA soglia di sensazione;
10 mA soglia di rilascio;
50 mA dolori o danni meccanici;
100 mA fibrillazione ventricolare.
A correnti più elevate come 6 A o più, può verificarsi una sostenuta contrazione
cardiaca che può essere seguita da una normale attività cardiaca quando cessa la
corrente; in genere una elevata densità di corrente può produrre gravi ustioni.
La intensità di corrente è critica a livello cardiaco per la fibrillazione ventricolare;
a seconda del punto di entrata e di uscita una corrente elettrica maggiore o mi-
nore può attraversare il cuore. Per esempio una corrente di 200 mA che passa tra
una mano e l’altra ha sul cuore gli stessi effetti di una corrente di 80 mA che pas-
sa tra la parte anteriore del torace e la mano sinistra.
Il cuore è particolarmente sensibile durante l’inizio della fase di ripolarizzazione
ventricolare; se la durata della corrente è maggiore di un ciclo cardiaco la proba-
bilità di fibrillazione ventricolare aumenta notevolmente. Se un elettrodo di un
pacemaker o un catetere va a diretto contatto con il muscolo cardiaco, la densità
di corrente sarà tale che anche basse correnti possono produrre fibrillazione ven-
tricolare.
Quando l’energia termica è applicata a parti del corpo più velocemente di quanto
possa essere dissipata, si possono verificare ustioni.
Poiché il corpo risponde al freddo per mezzo della vasocostrizione della pelle
così da ridurre le perdite di calore, possono verificarsi più rapidamente ustioni in
pazienti in ipotermia. In questo caso il flusso del sangue nella pelle può essere
inadeguato per dissipare il calore generato.
Il sangue comunque, in un sistema trasfusionale o nel corpo, è particolarmente
sensibile al riscaldamento: il limite di temperatura è di 41 °C; ma anche tempera-
ture più basse possono essere pericolose in alcune circostanze.
Accorgimenti speciali sono consigliabili per riscaldare pazienti ipotermici così da
prevenire danni da eccesso di calore.
Alcuni trasduttori applicati al paziente necessitano, per un buon funzionamento,
di un riscaldamento a una temperatura superiore a quella del corpo. Bisogna
quindi spostare il punto di applicazione ad intervalli appropriati, così da evitare
danni.
Un guasto nel circuito riscaldante con conseguente pericolo di ustioni dovrebbe
far intervenire un allarme.
La vita del paziente può dipendere dal funzionamento dell’apparecchio. In tali
situazioni anche l’affidabilità dell’apparecchio e dell’impianto diventano fattori di
sicurezza.
La dose cumulativa di radiazioni su operatori che devono effettuare diagnosi o
trattamenti su diversi pazienti ogni giorno può essere ragione di preoccupazione
(in proposito vedere il D.P.R. 185 del 13.2.1969 e la Norma CEI 62-2).
La fatica derivante da molte ore di lavoro per il personale medico e paramedico,
le condizioni ambientali, o la natura ripetitiva del lavoro possono portare a errori.
Gli individui hanno una limitata capacità di assorbimento di energie presenti in
diverse forme. Il superamento di questi limiti, che sono stati stabiliti sulla base di
studi ed esperienze, può causare anche danni mortali. Negli ultimi tempi si tende
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a proteggere le persone anche nei confronti dei trattamenti innocui ma sgradevo-
li le cui conseguenze possono essere evitate senza influenzare l’efficacia del trat-
tamento stesso.
5.1 Generalità
Per verificare sugli apparecchi i provvedimenti di sicurezza è necessario conside-
rare almeno i seguenti aspetti:
n presenza della documentazione annessa;
n condizioni delle spine e dei cavi di alimentazione;
n resistenza del conduttore di protezione degli apparecchi di Classe I;
n correnti di dispersione;
n isolamenti;
n sicurezza meccanica;
n sicurezza di protezione contro i pericoli di incendio secondo quanto prescrit-
to nella documentazione annessa;
n temperature delle superfici accessibili;
n protezioni contro i pericoli provocati da tracimazione, versamento, perdita,
umidità, penetrazione di liquidi;
n pulizia, sterilizzazione e disinfezione;
n contrassegni degli apparecchi;
Note: 1 Le misure elettriche non devono essere effettuate mentre l’apparecchio è collegato al pa-
ziente.
2 Le prove elencate nella Norma CEI 62-5 Appendice C, eccettuate quelle di cui si fa esplicita
menzione in questa Guida e nell’Appendice B della stessa Norma, non devono essere effet-
tuate in locali adibiti ad uso medico; s’intende che tali prove vengano svolte presso il co-
struttore e i laboratori di prova qualificati.
3 Norme particolari possono prescrivere ulteriori verifiche della sicurezza degli apparecchi,
in aggiunta a quelle indicate nella presente Guida: si consiglia pertanto di consultare dette
Norme particolari.
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5.2 Strumentazione di misura
Si raccomanda l’uso dei seguenti strumenti:
n dispositivo di misura della resistenza dei conduttori di protezione;
n dispositivo per la misura della corrente di dispersione;
n generatore di tensione applicata con gamma da 250V a 4500 V.
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Le misure delle correnti di dispersione devono essere effettuate nelle condizioni
ambientali previste per l’impiego usuale dell’apparecchio e dopo che l’apparec-
chio ha raggiunto la normale temperatura di funzionamento (19.4 della Norma
CEI 62-5).
Le misure delle correnti di dispersione vanno effettuate collegando l’apparecchio
ad appositi circuiti di misura (Figg. 10, 11, 12, 13 e 14 della Norma CEI 62-5); lo
scopo di tali collegamenti di misura è, in generale, quello di simulare diverse
condizioni di funzionamento e di primo guasto dell’apparecchio, durante le quali
si misurano le correnti di dispersione.
I circuiti di misura vanno alimentati da sorgenti di energia con tensioni pari al
110% della tensione nominale di rete, definita come non superiore a 250 V per
sistemi monofasi e a 500 V per sistemi trifasi (1.4 della Norma CEI 62-5).
Inoltre, si raccomanda di alimentare, per quanto possibile, il circuito di prova tra-
mite un trasformatore di isolamento (Appendice K della Norma CEI 62-5 e limiti
di potenza relativi).
Se si eseguono misure di correnti di dispersione con trasformatore di V isolamen-
to, è necessario riferire a terra un polo del circuito secondario del trasformatore.
Si ricorda che, come prescritto in 19.4 c) della Norma CEI 62-5, gli apparecchi
vanno provati con il proprio cavo di alimentazione; tuttavia, nel caso di cavo
smontabile e non separabile, l’apparecchio va provato collegandolo ad un cavo
di alimentazione lungo 3 m del tipo previsto dal fabbricante, mentre, nel caso di
apparecchi per cui si prevede un’installazione fissa, il cavo di alimentazione per
la prova deve essere il più corto possibile.
Poiché le modalità di collegamento con il circuito di misura sono differenti se-
condo il tipo e la classe di appartenenza dell’apparecchio, prima di effettuare le
prove deve essere nota, sulla base della documentazione allegata, la classificazio-
ne dell’apparecchio.
Infine va rilevato, secondo l’Appendice B della Norma CEI 62-5, che, se il nume-
ro delle prove (a causa delle regolazioni delle variabili dell’apparecchio o delle
applicazioni di strumenti di misura) diventa eccessivamente oneroso ed i risultati
dei collaudi in fabbrica indicano le condizioni con i valori più elevati di corrente
di dispersione, le prove di accettazione possono essere limitate alla verifica in tali
condizioni.
Come sopra rilevato, deve essere prevista una periodicità delle misure delle cor-
renti di dispersione e dell’integrità del cavo di alimentazione degli apparecchi; si
raccomanda di eseguire tali controlli, oltre che in occasione delle revisioni gene-
rali degli apparecchi, con una periodicità non superiore ad un anno per gli ap-
parecchi funzionanti nei locali per chirurgia e assimilati (Norma CEI 64-4) e non
superiore a 2 anni per tutte le altre apparecchiature.
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4) non devono essere effettuate connessioni esterne a parti applicate;
5) l’apparecchio viene messo in funzione. Viene rilevata la corrente di disper-
sione; viene invertita la polarità dell’alimentazione per mezzo del deviatore S5
(deviatore di polarità);
6) il valore di prima misura deve essere minore di 500 mA;
7) ogni misura successiva non dovrà essere superiore a 500 mA e comunque non
dovrà essere superiore ad 1,5 volte il valore di prima misura;
8) si deve realizzare la condizione di primo guasto per la corrente di dispersione
verso terra (interruzione di uno solo dei conduttori di alimentazione alla vol-
ta) aprendo l’interruttore S1 nel circuito di misura;
9) si deve ripetere il punto 6);
10) nella condizione di primo guasto il valore di prima misura non dovrà essere
superiore ad 1 mA ed ogni misura successiva non dovrà essere superiore a
1,5 volte il valore di prima misura.
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Devono essere soddisfatti i seguenti requisiti generali:
1) l’apparecchio da verificare è isolato da terra ad esempio collocandolo su di
una superficie isolante;
2) per le misure di cui alla Fig. 21, tutti gli elettrodi conduttori del circuito pa-
ziente sono cortocircuitati e connessi al generatore di tensione attraverso il
dispositivo di misura delle correnti di dispersione. I trasduttori che non hanno
superfici conduttive, come quello per il polso periferico, la frequenza respira-
toria, la temperatura, vengono avvolti da fogli metallici in corrispondenza dei
punti in cui il paziente è normalmente in contatto, con il trasduttore. I trasdut-
tori invasivi (ad esempio pressione sanguigna) vengono immersi in soluzione
fisiologica salina (9,5 g NaCI in 1 dm3 di acqua distillata) in un contenitore
isolante per una lunghezza pari a quella introdotta all’interno del corpo
umano in condizioni di normale uso. Tutte le cavità normalmente riempite di
fluidi biologici ed i cateteri devono essere riempiti di soluzione fisiologica
salina senza bolle d’aria.
Gli apparecchi di Classe II devono essere provati come gli apparecchi di
Classe I, ma omettendo le connessioni protettive a terra ed S7.
La corrente di dispersione nel paziente degli apparecchi di Classe II con parte
applicata isolata (flottante) tipo F e con tensione esterna nella parte applicata
devono essere provati con l’involucro conduttore connesso a terra.
Nel caso degli apparecchi di Classe II con involucro non conduttore, essi de-
vono essere posti su una superficie piana conduttrice messa a terra, con di-
mensioni almeno pari a quelle della proiezione retta dell’involucro;
3) il valore di prima misura deve essere minore di 5 mA per gli apparecchi di
tipo BF e minore di 50 mA per gli apparecchi di tipo CF;
4) ogni misura successiva non deve essere superiore ai massimi valori fissati in
3) e non deve essere maggiore di 1,5 volte il valore di prima misura.
5.6.1 Generalità
Le prove di tensione applicata hanno lo scopo di verificare il corretto dimensio-
namento dei sistemi di isolamento e sono illustrate nell’art. 20 della Norma CEI 62-5;
tali prove sono articolate in 12 tipi di misure applicabili secondo le caratteristiche
dell’apparecchio.
Le prove possono essere effettuate all’atto della messa in opera degli apparecchi
nuovi solo se non sono state precedentemente effettuate dal fabbricante sull’ap-
parecchio stesso. Infatti si tratta di prove che, secondo 4.2 della Norma CEI 62-5,
non vanno eseguite più di una volta sul medesimo apparecchio.
Queste prove vanno effettuate d’accordo tra cliente e fornitore e alla presenza di
quest’ultimo.
In questa eventualità le prove da effettuare sono tre e cioè:
n A-a: tensione applicata tra la parte collegata alla rete e la massa dell’apparec-
chio per le Classi I e II;
n B-a: tensione applicata tra la parte collegata alla rete e la parte applicata (cir-
cuito paziente) per tutte le classi di apparecchi;
Nota L’isolamento B-a non deve essere verificato se la parte collegata alla rete e la parte applicata
sono efficacemente separate da uno schermo protettivamente messo a terra o da una parte con-
duttrice protettivamente messa a terra o da un circuito intermedio protettivamente messo a ter-
ra o se la parte applicata è protettivamente messa a terra (art. 17 della Norma CEI 62-5).
Questi mezzi di separazione tra la parte collegata alla rete e la parte applicata (ad esempio tra
i morsetti di un trasformatore) possono non essere del tutto sufficienti. In tal caso devono essere
esaminate le distanze superficiali ed in aria tra le rispettive parti. In caso di dubbio si possono
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disconnettere alcune parti per consentire l’esecuzione della prova di tensione applicata.
Quella parte della tensione di prova che appare tra la parte applicata e la terra di protezione
negli apparecchi di Classe I può venire limitata in modo da non superare la tensione di prova
prescritta per B-d (tra la parte applicata e la terra).
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5.8 Verifica della precisione e del corretto funzionamento
5.8.1 Scopo
Scopo della verifica della precisione e del corretto funzionamento è garantire che
i valori dei parametri indicati ed effettivamente riscontrabili dell’apparecchio cor-
rispondano alle specifiche del costruttore.
Solo le Norme particolari prescrivono limiti di precisione dei valori rilevati o delle
energie erogate.
6 PROVE DI ACCETTAZIONE
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n verificare le indicazioni relative a Classe e Tipo (B, BF, CF);
n verificare l’esistenza di una appropriata documentazione (Norma CEI 62-5) e
in particolare verificare l’esistenza di documentazione di conformità alle
Norme di sicurezza per apparecchi elettromedicali; essa può consistere in una
autocertificazione del costruttore o in una certificazione rilasciata da un Ente
o laboratorio riconosciuto (Appendice A);
n verificare che i componenti interni (ad esempio connessioni ad innesto) siano
saldamente fissati;
n verificare che le manopole di controllo siano salde;
n verificare che ruote, pulegge e freni siano in condizioni di funzionamento;
n verificare l’esistenza di marchi di conformità e contrassegni nell’apparecchio;
n verificare che il cavo di alimentazione e la relativa spina possano essere toc-
cati senza alcun rischio;
n verificare che la corrente nominale dei fusibili sia in accordo con i dati di tar-
ga dell’apparecchio;
n verificare la correttezza della tensione di alimentazione prevista per l’apparec-
chio;
n verificare che vi sia continuità elettrica tra il terminale di terra della spina
d’alimentazione e le parti conduttrici e accessibili degli apparecchi di Classe I
(che devono essere protettivamente messe a terra) (art. 5);
n verificare che le correnti di dispersione assumano valori accettabili (art. 5);
n effettuare, se del caso, la prova di tensione applicata (art. 5);
n verificare che i dispositivi di controllo dell’apparecchio funzionino regolar-
mente;
n verificare il funzionamento degli indicatori acustici e luminosi;
n verificare le condizioni di sicurezza meccanica mediante esame a vista.
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8 PREPARAZIONE DEGLI APPARECCHI PRIMA DELL’USO
Oltre a tali verifiche, che dovrebbero essere svolte dall’operatore prima di ogni
periodo di utilizzo dell’apparecchio, si dovrebbe regolarmente:
n effettuare i collaudi di sicurezza di cui in 5.3, 5.4, 5.5, 5.7 e 5.8. È particolar-
mente importante svolgerli non appena gli apparecchi vengono consegnati;
n addestrare gli operatori su come far funzionare in modo sicuro l’apparecchio,
sulla compatibilità tra differenti tipi di apparecchi e sull’idoneità di particolari
tipi di apparecchi per specifiche operazioni;
n ritirare dall’uso ogni apparecchio pericoloso o obsoleto.
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9 COMBINAZIONI DI APPARECCHI
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9.3 Interconnessione tra apparecchi elettromedicali e dispositivi esterni
La sicurezza del paziente non deve essere compromessa da interconnessioni con-
duttive derivanti dal paziente o da apparecchi collegati al paziente (per esempio,
elaboratori, sistemi di segnalazione, dispositivi di allarme, controlli elettronici e
collegamenti televisivi).
In particolare la corrente di dispersione verso paziente non deve essere superiore
a quanto riportato nella Tab. IV della Norma CEI 62-5; per esempio per il tipo CF
non deve essere superiore a 10 mA in condizioni normali e a 50 mA in condizioni
di primo guasto.
Pertanto nei riguardi delle interconnessioni devono essere impiegati particolari
provvedimenti di sicurezza, nei locali per applicazioni cardiache dirette, preferi-
bilmente a livello dell’ingresso dell’alimentazione (limitazioni di corrente, barri-
ere di sicurezza, apparecchi flottanti).
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quando è necessario mantenere riscaldato un paziente particolarmente esposto
allo shock elettrico (ad esempio con un catetere endocardiaco), è consigliabile
l’uso di apparecchi alternativi quali ad esempio i materassini ad acqua.
10 INTERFERENZA ELETTROMAGNETICA
10.1 Generalità
Le aree in cui si effettuano misure di potenziali bioelettrici, ad esempio locali per
la registrazione di elettroencefalogrammi (EEG) e di elettrocardiogrammi (ECG),
dovrebbero essere protette dalle interferenze che possono creare situazioni peri-
colose per il paziente o produrre distorsioni nelle misure.
Nota È necessario distanziare adeguatamente gli apparecchi che possono produrre interferenze
elettromagnetiche rispetto al luogo in cui si effettua l’esame del paziente e non andrebbero su-
perati i seguenti valori dell’intensità del campo magnetico:
n registrazione ECG 3,8 x 10 -7 T (picco-picco)
n registrazione EEG 1, 9 x 10 -7 T (picco-picco)
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10.4 Transitori di tensione
I picchi dei transitori di tensione possono alterare le prestazioni di un apparec-
chio elettromedicale in modo pericoloso.
Tali transitori possono derivare ad esempio dall’azionamento di interruttori, da
rapide variazioni (aumenti o diminuzioni) di campi magnetici, dal comando di
raddrizzatori, da guasti intermittenti o da circuiti risonanti.
Ciò può verificarsi in apparecchi o in linee di potenza collocati in prossimità
dell’apparecchio disturbato o provenire dalla rete di alimentazione elettrica.
La messa a terra di protezione non è normalmente sufficiente ad evitare tali tran-
sitori e particolari precauzioni possono essere necessarie in sede di progettazione
degli apparecchi. Nel caso dei campi magnetici spesso il rimedio è la distanza,
specialmente tra apparecchi elettromedicali particolarmente sensibili ed altri ap-
parecchi di elevata potenza, ad esempio apparecchi RX, elevatori, stabilizzatori,
come anche cavi di alimentazione.
In altri casi può essere necessaria la schermatura o l’uso di dispositivi di protezio-
ne sul cavo di alimentazione dell’apparecchio sensibile.
11 MANUTENZIONE
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n una misura delle correnti di dispersione;
n una misura della resistenza tra il morsetto di terra ed ogni parte conduttrice
accessibile per cui è prevista la messa a terra;
n verifica della presente e/o reperibilità della documentazione annessa all’ap-
parecchio (istruzioni di impiego e descrizione tecnica).
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APPENDICE
A PRINCIPALI MARCHI DI QUALITÀ E DI SICUREZZA
ITALIA
SVIZZERA
GERMANIA
DANIMARCA
NORVEGIA
FRANCIA
SVEZIA
FINLANDIA
PAESI BASSI
AUSTRIA
U.S.A.
CANADA
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APPENDICE
A SCHEDA TECNICA PER GLI APPARECCHI ELETTROMEDICALI
1) Identificazione apperecchio
n apparecchio ............................................................................. cod. ....................
n costruttore ................................................................................ cod. ....................
n fornitore ................................................................................... cod. ....................
n modello .............................................. tipo.......................................................
n serie n. .......................................... inventario n...............................................
n reparto ...................................................................................................................
n data installazione .............................................................................................
Segue ----------------------------------------
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APPENDICE
B SCHEDA TECNICA PER GLI APPARECCHI ELETTROMEDICALI
Corrente
Resistenza conduttore
e misure Corrente Corrente nel paziente
di dispersione di dispersione con tensione di rete
Prova di tensione
Verifica integrità
Verifica integrità
Verifica integrità
verso terra nel paziente nella parte applicata
dei connettori
di protezione
(mA) (mA) (apparecchi
della spina
di tipo
applicata
BF o CF)
Funziona- Funziona- Funziona-
Data Primo Primo Primo
(W) mento mento mento
guasto guasto guasto
normale normale normale
Fine Documento
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GUIDA
La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
Responsabile: Ing. E. Camagni
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