Power Supply Units For Electrostatic Precipitators: Impianti E Sicurezza Di Esercizio

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N O R M A I T A L I A N A CEI

Norma Italiana

CEI 11-29
Data Pubblicazione Edizione
1998-04 Prima
Classificazione Fascicolo
11-29 3837 R
Titolo
Alimentatori per precipitatori elettrostatici

Title
Power supply units for electrostatic precipitators

IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO

NORMA TECNICA

COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO
La presente Norma Sperimentale si applica agli alimentatori per precipitatori elettrostatici industriali, alla
loro installazione e alle relative prescrizioni di sicurezza. Essa ha lo scopo di fissare la terminologia rela-
tiva all’oggetto, stabilire prescrizioni di carattere tecnico relative alla progettazione e alla costruzione, sta-
bilire prescrizioni relative alla sicurezza, suggerire le prescrizioni tecniche da seguire per l’ordinazione,
fissare le modalità di collaudo.
Considerando che i contenuti innovativi di tale norma richiederanno un’adeguata sperimentazione sul
campo, è stato deciso di pubblicare tale Norma come "Norma sperimentale".
La presente Norma costituisce la ristampa senza modifiche, secondo il nuovo progetto di veste editoriale,
della Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 2055 S).

DESCRITTORI
Alimentatori; Installazione; Precipitatori elettrostatici industriali; Prescrizioni di sicurezza;

COLLEGAMENTI/RELAZIONI TRA DOCUMENTI


Nazionali

Europei

Internazionali

Legislativi

INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI 11-29 Pubblicazione Norma Tecnica Carattere Doc. Sperimentale
Stato Edizione In vigore Data validità 1993-7-1 Ambito validità Nazionale
Varianti Nessuna
Ed. Prec. Fasc. Nessuna

Comitato Tecnico 11-Impianti elettrici ad alta tensione e di distribuzione pubblica di bassa tensione
Approvata dal Presidente del CEI in Data 1993-5-10
in Data

Sottoposta a inchiesta pubblica come Progetto C. 531 Chiusa in data 1992-1-31

Gruppo Abb. 2 Sezioni Abb. A


ICS

CDU

© CEI - Milano 1998. Riproduzione vietata.


Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente Documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza il consenso scritto del CEI.
Le Norme CEI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edizioni sia di varianti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione o variante.
INDICE GENERALE
Rif. Argomento Pag.

1 GENERALITÀ 1
1.1 Oggetto ........................................................................................................................................................................................... 1
1.2 Scopo ................................................................................................................................................................................................ 1

2 DEFINIZIONI 1

3 PRESCRIZIONI DI CARATTERE COSTRUTTIVO 6


3.1 Generalità ...................................................................................................................................................................................... 6
3.2 Complessi di alimentazione A.T. .................................................................................................................................. 6
3.3 Quadri di controllo e regolazione di potenza .................................................................................................... 7
3.4 Disturbi ........................................................................................................................................................................................... 8
3.5 Grado di protezione .............................................................................................................................................................. 8
3.6 Targhe .............................................................................................................................................................................................. 8

4 PRESCRIZIONI DI SICUREZZA 8
4.1 Protezione contro le scariche elettriche .................................................................................................................. 8
4.2 Isolamento .................................................................................................................................................................................... 9
4.3 Terre di protezione ................................................................................................................................................................ 9
4.4 Protezione contro gli incendi ......................................................................................................................................... 9
4.5 Distanze di sicurezza ............................................................................................................................................................ 9
4.6 Impianti ausiliari ..................................................................................................................................................................... 10
4.7 Protezione delle apparecchiature di misura ...................................................................................................... 10

5 MODALITÀ DI ORDINAZIONE E COLLAUDO 10


5.1 Specifiche relative all’ordinazione ............................................................................................................................. 10
5.2 Prove sui componenti ........................................................................................................................................................ 12
5.3 Prove sull’alimentatore completo .............................................................................................................................. 12

Norma CEI a diffusione limitata (Schneider Electric) NORMA TECNICA


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1 GENERALITÀ

1.1 Oggetto
La presente Norma si applica agli alimentatori per precipitatori elettrostatici in-
dustriali, alla loro installazione e alle relative prescrizioni di sicurezza. Non si ap-
plica ai sistemi di controllo e di supervisione degli alimentatori stessi, anche se
ne fanno parte integrante.

1.2 Scopo
Scopo della presente Norma è:
n fissare la terminologia relativa all’oggetto;
n stabilire prescrizioni di carattere tecnico relative alla progettazione e alla cos-
truzione;
n stabilire prescrizioni relative alla sicurezza;
n suggerire le prescrizioni tecniche da seguire per l’ordinazione;
n fissare le modalità di collaudo.

2 DEFINIZIONI

2.1 Alimentatore per precipitatore elettrostatico


L’alimentatore per precipitatore si considera costituito dai seguenti sottosistemi
principali (Fig. 1):
n sistema di regolazione (o modulazione) della tensione;
n sistema di generazione della tensione di uscita (circuiti di potenza);
n sistema di controllo;
n apparecchiature ausiliarie;
n circuiti per segnali esterni.
La tensione di alimentazione può essere monofase o trifase: la scelta del numero
delle fasi è legata in modo particolare alla forma d’onda della tensione che l’ali-
mentatore deve essere in grado di fornire al precipitatore elettrostatico.
In relazione alle caratteristiche della forma d’onda della tensione di uscita, gli ali-
mentatori sono classificati nelle due seguenti categorie:
a) alimentatori di tipo convenzionale;
b) alimentatori di tipo impulsivo.

Nota Un alimentatore per precipitatore elettrostatico è un’apparecchiatura che deve fornire la ten-
sione opportuna (generalmente elevata) alla struttura elettrodica del precipitatore.
Da un punto di vista funzionale, il precipitatore elettrostatico può essere considerato come un
carico di tipo essenzialmente capacitivo-resistivo soggetto inoltre a scariche di varia natura fra
gli elettrodi.
L’alimentatore deve essere in grado, oltre che di fornire la tensione richiesta, anche di ovviare
alle condizioni transitorie conseguenti alle scariche tra gli elettrodi del precipitatore e di ripri-
stinare successivamente il funzionamento regolare.

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2.1.1 Alimentatori di tipo convenzionale
Negli alimentatori convenzionali il generatore di alta tensione è generalmente
costituito da un trasformatore elevatore monofase, provvisto sull’alta tensione di
un rettificatore a diodi.
Esso fornisce, in funzionamento normale, una tensione unidirezionale di polarità
negativa (Fig. 2a) con ondulazioni più o meno accentuate a seconda delle carat-
teristiche del carico, dell’intensità della corrente erogata e del tipo di regolazione
della tensione.
Con opportuno sistema di regolazione della tensione è anche possibile effettuare
una periodica soppressione di alcune semionde, ottenendo in uscita una ten-
sione simile a quella indicata nella Fig. 2b. In tal caso gli alimentatori vengono
chiamati “ad intermittenza” o “a soppressione di semionde”.

Nota Le ondulazioni della tensione possono essere caratterizzate tramite il fattore di ondulazione
(o ripple), definito come il rapporto di metà della differenza tra valor massimo e valor minimo
rispetto al valor medio di una grandezza pulsante unidirezionale.

2.1.2 Alimentatori di tipo impulsivo


Gli alimentatori di tipo impulsivo sono caratterizzati dalla capacità di generare tra
gli elettrodi del precipitatore una tensione unidirezionale di polarità negativa con
sovrapposti ad essa, ed opportunamente distanziati tra loro, impulsi di tensione.
Essi sono dotati di circuiti che consentono la regolazione della tensione continua
e, in maniera indipendente o no, dell’ampiezza dell’impulso.
Gli impulsi di tensione possono presentare forme diverse; in Fig. 3 vengono mo-
strati due esempi tipici.
La durata dell’impulso è almeno 10 volte inferiore al periodo della tensione di
alimentazione e almeno 5 volte inferiore al periodo di ripetizione degli impulsi.

Nota Gli impulsi di tensione sono generalmente prodotti da un circuito oscillante accoppiato al cir-
cuito di produzione della tensione continua di base o capacitivamente o mediante trasforma-
tore. In quest’ultimo caso il trasformatore di accoppiamento può essere utilizzato anche come
elevatore di tensione.

2.2 Sistema di regolazione della tensione


È l’insieme di componenti e circuiti di potenza che provvedono a fornire al pre-
cipitatore elettrostatico, durante le condizioni normali di funzionamento, la ten-
sione ottimale di alimentazione richiesta dal sistema di controllo ed al tempestivo
ripristino delle normali condizioni di funzionamento dopo il manifestarsi di
sovracorrenti o scariche ad arco tra gli elettrodi emettitori e le piastre di capta-
zione del precipitatore.

2.3 Sistema di generazione dell’alta tensione


È l’insieme di componenti e circuiti di potenza che genera la tensione di alimen-
tazione del precipitatore.

2.4 Sistema per la generazione degli impulsi


È l’insieme di componenti e circuiti di potenza che genera gli impulsi di tensione.

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2.5 Sistema di controllo
È l’insieme di circuiti analogici e/o digitali che, direttamente o mediante circuiti
di amplificazione, interviene sul sistema di regolazione della tensione.

2.6 Apparecchiature ausiliarie


Sono quelle apparecchiature non necessarie alla generazione della tensione ma
indispensabili per il funzionamento dell’alimentatore (sistemi anticondensa,
sistemi di raffreddamento, segnalazioni di allarme ecc.).

2.7 Circuiti per segnali esterni


Sono quei circuiti normalmente utilizzati per le misure, il controllo remoto e il
collegamento a calcolatori.

2.8 Capacità del precipitatore o di una sezione


È la capacità tra gli elettrodi emettitori e le piastre di captazione del precipitatore
o della sezione considerata.

Nota Occorre fare attenzione, in quanto il collegamento tra alimentatore e precipitatore ha una ca-
pacità propria, talvolta non trascurabile.

2.9 Carico equivalente


È un complesso di elementi discreti, generalmente formato da una resistenza e
da una capacità in parallelo, che simula il comportamento elettrico di un precipi-
tatore elettrostatico.
Poiché la resistenza del carico reale è funzione della tensione, in qualche caso
la corretta simulazione del sistema può richiedere l’uso di diversi valori di re-
sistenza.

2.10 Carichi equivalenti nominali


Sono carichi di riferimento per il progetto dell’alimentatore.

Nota In sede di prova o di collaudo consentono di verificare la rispondenza dei valori di tensione,
corrente, potenza, ecc., con i “valori nominali” prescritti nella specifica tecnica di fornitura.
Nel caso di alimentatori di tipo convenzionale, si utilizza un unico carico equivalente nomi-
nale, in generale costituito da una resistenza di valore opportuno, con o senza una capacità
in parallelo, di valore prossimo a quello del precipitatore o della sezione alla quale l’alimenta-
tore è destinato. Nel caso di alimentatore ad impulsi si distingue, quando necessario, il carico
equivalente nominale per la tensione continua di base, dal carico equivalente nominale utiliz-
zato per la sola tensione impulsiva.
Per la somma della tensione continua di base più la componente impulsiva ci si riferisce al
carico equivalente nominale relativo alla tensione continua di base.

2.11 Tensione nominale di alimentazione


È il valore efficace della tensione fornita dalla sorgente alla quale viene collegato
l’alimentatore.

2.12 Tensione di uscita


È la tensione rilevabile al terminale di alta tensione dell’alimentatore.

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2.13 Componente continua della tensione di uscita
È il valore medio della tensione d’uscita quando l’alimentatore sia collegato al
precipitatore o ad un carico equivalente.

2.14 Tensione di base


Nel caso di alimentatori di tipo impulsivo si considera come tensione di base il
valore di tensione ottenuto estrapolando, all’istante tc corrispondente alla cresta
dell’impulso, l’andamento assunto dalla tensione di uscita, su carico equivalente
nominale, nell’intervallo di tempo precedente l’impulso definito dai seguenti
istanti:
t1 = tc – 0,5 t
t2 = tc – 0,2 t
dove t è il periodo di ripetizione degli impulsi.

Nota In generale gli impulsi di tensione sono sovrapposti ad una tensione pressoché continua. Può
però darsi il caso che essi siano sovrapposti ad una tensione unipolare con ondulazione resi-
dua significativa e non essere sincronizzati con il valore di cresta dell’ondulazione residua; in
questo caso è raccomandabile considerare il solo impulso che dovesse capitare in corrispon-
denza del valore massimo dell’ondulazione residua. In questo caso è indispensabile una rico-
struzione grafica dell’andamento della tensione di base.

2.15 Tensione nominale di uscita


È il valore di cresta della tensione di uscita cui si riferisce il funzionamento
dell’alimentatore collegato al carico equivalente nominale.
Nel caso di alimentatore ad impulsi si considera il valore massimo della tensione
di base più la tensione d’impulso.

Nota Questo valore, prescritto nella specifica tecnica di ordinazione con riferimento ad un altret-
tanto specificato carico equivalente nominale, è in generale inferiore alla somma dei valori
massimi della tensione di base e dell’ampiezza degli impulsi ottenibili separatamente.

2.16 Corrente nominale di alimentazione


È il valore efficace della corrente assorbita dall’alimentatore, quando esso viene
collegato al carico nominale e fornisce una tensione pari a quella nominale di us-
cita.

2.17 Corrente di uscita


È la corrente fornita dall’alimentatore quando esso è collegato al precipitatore o
ad un carico equivalente.

2.18 Corrente nominale di uscita


È la corrente di uscita che l’alimentatore è in grado di fornire al carico equiva-
lente nominale in corrispondenza della tensione nominale di uscita.

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2.19 Impulso di tensione
È una tensione (Fig. 3) che cresce da un valore iniziale prossimo alla tensione di
base ad un valore di cresta per poi ridiscendere ad un valore finale, tipicamente
inferiore al 20% del valore di cresta. Dopo la discesa al valore finale, possono es-
sere presenti dei transitori (coda) di ampiezza comunque inferiore al valore finale
stesso.

Nota Sia il valore di cresta che il valore finale vanno definiti nella specifica di ordinazione.

2.20 Ampiezza di un impulso di tensione


È la differenza fra valore di cresta e valore della tensione di base.

2.21 Durata nominale di un impulso di tensione


È il tempo intercorrente fra il momento in cui si raggiunge il 10% dell’ampiezza
dell’impulso durante la salita ed il momento in cui si raggiunge il valore finale
dell’impulso stesso.

2.22 Periodo di ripetizione degli impulsi


È il tempo intercorrente fra gli istanti corrispondenti ai valori di picco della ten-
sione di uscita rilevati tra due impulsi successivi.

2.23 Frequenza di ripetizione degli impulsi


È l’inverso del periodo di ripetizione degli impulsi.

2.24 Potenza attiva assorbita nominale


È la potenza attiva assorbita ai morsetti di bassa tensione dell’alimentatore in cor-
rispondenza del suo funzionamento su carico nominale alla tensione nominale di
uscita.

2.25 Potenza apparente nominale


È la potenza apparente assorbita ai morsetti di bassa tensione dell’alimentatore in
corrispondenza del suo funzionamento su carico nominale alla tensione nomina-
le di uscita.

2.26 Potenza media trasferita al carico riferita alla componente continua della
tensione di uscita
È la media del prodotto dei valori istantanei della tensione e della corrente no-
minale di uscita dell’alimentatore.

2.27 Potenza media trasferita al carico riferita alla componente impulsiva


della tensione di uscita
È data dalla media riferita alla durata nominale dell’impulso del prodotto dei val-
ori istantanei della tensione e della corrente nominali associate al singolo impul-
so.

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2.28 Coefficiente di sollecitazione del materiale dielettrico
È il rapporto tra il valore massimo di campo elettrico in corrispondenza del fun-
zionamento nominale e la rigidità dielettrica del materiale.

2.29 Interblocco di sicurezza


È un mezzo per impedire l’accesso ad un’area pericolosa sino a che il pericolo
non sia rimosso, oppure che realizzi automaticamente la rimozione della condiz-
ione di pericolo nel momento in cui si accede all’area in questione.

3 PRESCRIZIONI DI CARATTERE COSTRUTTIVO

3.1 Generalità
Dal punto di vista costruttivo un alimentatore per precipitatori elettrostatici è sud-
diviso in:
n complesso di alimentazione A.T. che comprende i circuiti di potenza che ge-
nerano la tensione di uscita;
n quadro di controllo e regolazione della potenza. La regolazione della potenza
è in generale effettuata mediante tiristori; il controllo può essere realizzato
con circuiti analogici, digitali o misti. Spesso è previsto un sistema di amplifi-
cazione tra il sistema di controllo e quello di regolazione della potenza.
Gli alimentatori per precipitatori elettrostatici devono essere progettati e costruiti
in modo che il servizio normale, le ispezioni e le manutenzioni, la messa in
servizio e l’esclusione dal servizio, le prove e le misure eventualmente necessarie
possano essere eseguiti in condizioni di sicurezza.
Tutti i componenti che possono necessitare di sostituzioni devono essere, per
quanto possibile, conformi alle prescrizioni di normalizzazione vigenti.

3.2 Complessi di alimentazione A.T.

3.2.1 Componenti elettrici

3.2.1.1 Tenuto conto delle particolari condizioni di funzionamento, i componenti utiliz-


zati nell’alimentatore devono essere dimensionati per picchi di tensione e di cor-
rente adeguatamente superiori ai valori nominali. I margini di sicurezza relativi ai
componenti elettronici devono essere precisati dal costruttore.

3.2.1.2 Nel caso di alimentatori di tipo impulsivo i componenti interessati dagli impulsi
devono essere dimensionati in modo da dissipare opportunamente il calore deri-
vante dalla circolazione delle correnti che li interessano.

Nota L’esperienza attuale suggerisce un margine di almeno il 20% rispetto ai valori limite garantiti
dalle case costruttrici.

3.2.1.3 Quando più elementi, in particolare a semiconduttori, sono collegati in serie e/o
in parallelo, il dimensionamento deve tenere conto della ripartizione delle tensio-
ni e delle correnti in tutto il campo delle temperature di lavoro, sia in funziona-
mento normale, sia in corrispondenza di cortocircuiti (scariche ad arco nel pre-
cipitatore).

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3.2.1.4 La costruzione dei trasformatori e degli induttori che sono in generale compo-
nenti immersi in fluido isolante deve rispondere alle corrispondenti Norme.

3.2.2 Prescrizioni varie

3.2.2.1 In caso di utilizzazione di un isolante liquido o gassoso, deve essere possibile


riempire e svuotare con facilità i contenitori del relativo fluido isolante. Inoltre
deve essere previsto un dispositivo di controllo e allarme sia per la temperatura
che per il livello se l’isolante è liquido, o per la pressione se è gassoso, con in-
dicazione dei limiti, minimo e massimo, ammissibili per il corretto funziona-
mento.
In particolare nel caso di isolante liquido si raccomanda il montaggio di indica-
tori di sviluppo gas.

3.2.2.2 Il raffreddamento deve essere in generale ad aria a circolazione naturale. Altre


possibili soluzioni possono essere adottate purché concordate in fase di speci-
fiche d’ordine.

3.2.2.3 La costruzione meccanica delle parti di potenza e delle relative connessioni


elettriche deve tener conto di possibili vibrazioni e dilatazioni termiche, nonché
delle sollecitazioni dinamiche conseguenti alle scariche tra gli elettrodi del pre-
cipitatore elettrostatico. In particolare le connessioni elettriche devono essere re-
alizzate con adeguati capicorda e sistemi di bloccaggio.

3.2.2.4 Ogni alimentatore deve avere un morsetto di terra adatto ed una vite di serraggio
opportuna per raccordare un conduttore di terra di sezione fino a 50 mm2. Il dia-
metro della vite di serraggio deve essere almeno 12 mm. Il punto di raccordo
deve essere contrassegnato dal simbolo “TERRA”.

3.2.2.5 I complessi di alimentazione A.T. devono essere muniti di ruote di scorrimento in


modo da consentire, tramite spostamento dei perni, la traslazione in direzioni or-
togonali. Devono inoltre essere previsti opportuni punti di rinforzo per l’inseri-
mento di mezzi di sollevamento.

3.2.2.6 Quando più componenti siano racchiusi in un contenitore con isolante liquido, si
applicano le stesse prescrizioni relative ai trasformatori in liquido isolante.

3.2.2.7 Sia gli isolatori passanti che quelli di supporto in aria devono essere in materiale
ceramico.

3.3 Quadri di controllo e regolazione di potenza


Nel quadro di controllo e regolazione della potenza (Fig. 4) possono essere indi-
viduate:
n una parte di potenza, costituita in genere da regolatori di tensione con tiri-
stori;
n una parte di controllo, di tipo analogico o a microprocessore o misto, even-
tualmente dotata di uno stadio di amplificazione del segnale di uscita.
I segnali di ingresso al circuito di controllo possono provenire sia da altri circuiti
dell’alimentatore sia dall’esterno, in particolare da un sistema di supervisione re-
moto.
L’uscita del circuito di controllo è generalmente costituita dal segnale che deter-
mina l’angolo di accensione dei tiristori.

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3.3.1 Per ciascun quadro la parte di potenza deve essere segregata con grado di pro-
tezione non inferiore a IP20. Deve essere previsto un blocco porta che impedisca
l’accesso alla parte di potenza con interruttore di alimentazione chiuso.

3.3.2 Il circuito di controllo deve essere realizzato in modo da consentire una regola-
zione manuale in alternativa a quella automatica.

3.3.3 Tutti i quadri devono essere muniti di golfari di sollevamento.

3.3.4 I quadri devono essere dotati di opportuni terminali per il collegamento a terra.

3.3.5 Salvo eccezioni da concordare tra utilizzatore e costruttore, la struttura dei quadri
deve essere prevista per accesso alle apparecchiature solo dal fronte quadro e
per collegamenti elettrici sia dall’alto che dal basso.

3.4 Disturbi

3.4.1 Rumore acustico


Il livello di rumore emesso dal complesso di alimentazione A.T. e dal quadro di
regolazione e controllo non deve superare un valore specificato. Questo valore e
le procedure di verifica devono essere concordati tra utilizzatore e costruttore.

3.4.2 Compatibilità elettromagnetica


Tutto il sistema, costituito dal complesso di alimentazione A.T., quadri, collega-
menti ecc. dovrà essere costruito in modo da soddisfare le normative vigenti in
materia di compatibilità elettromagnetica, ove applicabili, sia per quanto riguarda
la suscettibilità ai disturbi che per quanto riguarda la loro emissione.

3.5 Grado di protezione


Il grado di protezione deve essere adeguato alle condizioni particolari di instal-
lazione e di esercizio. Esso deve essere specificato in fase di ordinazione.

3.6 Targhe
Ogni componente di un complesso di alimentazione deve essere provvisto di
targhe durevoli e chiaramente leggibili con le seguenti indicazioni:
n nome e marchio del costruttore;
n sigla o codice di identificazione di tipo;
n numero di serie;
n tensione e frequenza di alimentazione;
n potenza e/o correnti massime assorbite;
n tensioni nominali di uscita.

4 PRESCRIZIONI DI SICUREZZA

4.1 Protezione contro le scariche elettriche


La protezione contro le scariche elettriche deve essere ottenuta:
a) utilizzando opportuni materiali isolanti;

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b) realizzando una connessione alla rete di terra di tutte quelle parti che altri-
menti potrebbero assumere tensioni pericolose in caso di cedimento dell’iso-
lamento;
c) tramite l’uso di interblocchi che impediscano l’accesso a parti in tensione.

4.2 Isolamento
L’isolamento elettrico dell’apparecchiatura deve essere realizzato tramite un’op-
portuna combinazione dei seguenti sistemi:
n isolamento solido di spessore adeguato;
n isolamento in aria o in altro fluido, con adeguate distanze fra quelle parti fra
le quali possa determinarsi una differenza di potenziale.
Sono esclusi dall’utilizzazione come isolanti i materiali solidi contenenti amianto
o gomma naturale, nonché i fluidi contenenti PCB (policlorobifenili), PCT (poli-
clorotrifenili) o prodotti similari.
Nel caso siano utilizzati materiali che possano caricarsi staticamente, si debbono
prendere misure aggiuntive che impediscano il formarsi di cariche oppure il con-
tatto con parti caricate dell’impianto.
Per la determinazione della tensione di lavoro, ai fini del dimensionamento
dell’isolamento elettrico di singoli componenti costituenti l’apparecchiatura (per
es. trasformatori, circuiti di raddrizzamento ecc.), si rimanda alle Norme relative.

4.3 Terre di protezione


L’apparecchiatura deve essere dotata di opportuni terminali per il collegamento a
terra.
Per il collegamento a terra si deve prevedere un conduttore speciale privo di se-
zionatori o fusibili. Questo conduttore deve essere montato in modo da presen-
tare la minima induttanza possibile.
Il conduttore per il collegamento a terra deve presentare una sezione di almeno
16 mm2 se in rame, 35 mm2 se in alluminio o 50 mm2 se in acciaio.
La realizzazione dei collegamenti delle apparecchiature alla terra di protezione
deve essere effettuata in modo che lo scollegamento della terra di protezione su
di un’apparecchiatura non interrompa il collegamento alla terra di protezione di
altre apparecchiature, se ciò può essere causa di danni.
I conduttori utilizzati per le terre di protezione possono essere nudi o ricoperti da
un involucro isolante; nel caso di conduttori ricoperti, eccetto in casi particolari
di assemblaggio, ove non esista possibilità di errore di interpretazione sulla loro
utilizzazione, l’involucro deve essere verde/giallo o trasparente.

4.4 Protezione contro gli incendi


Negli impianti all’aperto sono sufficienti vasche di raccolta tali da poter conte-
nere tutto il fluido isolante contenuto nell’apparecchiatura. Tutte le apparecchia-
ture riempite con fluido isolante che facciano parte di un unico alimentatore
possono utilizzare una vasca comune.
Per gli alimentatori installati in locali chiusi può essere previsto un sistema antiin-
cendio, in accordo con le Norme vigenti.

4.5 Distanze di sicurezza


Nell’installazione degli alimentatori si devono osservare le distanze di sicurezza
previste dalle vigenti Norme.

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4.6 Impianti ausiliari
Devono essere previsti dei sistemi di interblocco meccanico per il disinserimento
della tensione di alimentazione in caso di accesso a parti normalmente in ten-
sione; questi devono anche impedire il reinserimento della tensione di alimenta-
zione se la causa di pericolo non è stata rimossa.
Devono inoltre essere montati, nei punti pericolosi, segnalatori luminosi ben vi-
sibili che si accendono a disinserimento avvenuto, oppure altre apparecchiature
per avvertire dell’avvenuto disinserimento.
Devono essere previste opportune apparecchiature di commutazione per la mes-
sa a terra di eventuali terminali in alta tensione, al fine di garantire l’operatore,
anche con apparecchiatura sconnessa dalla tensione di alimentazione, da una
scarica elettrica derivante dalla carica accumulata in condensatori connessi al cir-
cuito.
Per le apparecchiature di commutazione le distanze di sicurezza devono essere
conformi alle vigenti Norme.

4.7 Protezione delle apparecchiature di misura


Sia la corrente, di solito quella che fluisce nel conduttore messo a terra, che la
tensione, devono essere misurate mediante opportuni trasduttori, posti in pros-
simità del complesso di alimentazione A.T.
Sull’uscita di questi trasduttori devono essere previsti opportuni dispositivi che
impediscano, in ogni possibile condizione, anche in caso di guasto, la presenza
di sovratensioni pericolose per gli operatori e per la strumentazione posta a valle
dei trasduttori.

Nota Qualora la strumentazione sia di tipo elettronico o sia costituita da una interfaccia per calco-
latore, si devono prendere i necessari accorgimenti perché le eventuali sovratensioni o sovra-
correnti di modo comune o di modo differenziale che interessano i collegamenti della stru-
mentazione al trasduttore di misura non danneggino la strumentazione stessa.

5 MODALITÀ DI ORDINAZIONE E COLLAUDO

5.1 Specifiche relative all’ordinazione


Le specifiche contenute in questa sezione vanno osservate in fase di ordinazione
di alimentatori per precipitatori elettrostatici. Ad esse si deve fare riferimento
anche per il collaudo degli alimentatori.
Ulteriori specifiche possono essere concordate tra utilizzatore e costruttore in
sede di ordinazione.

5.1.1 Caratteristiche generali dell’impianto


Devono essere specificate le condizioni ambientali di funzionamento dell’alimen-
tatore, ovvero di ogni suo elemento costruttivo qualora siano diverse.

5.1.1.1 Luogo di installazione


Deve essere specificata la collocazione del complesso di potenza e, qualora di-
versa dalla precedente, quella del quadro di controllo e regolazione indicando, in
particolare, la distanza reciproca.

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5.1.1.2 Caratteristiche dell’atmosfera e quindi dell’aria di raffreddamento
Devono essere specificate la temperatura e l’umidità relativa ed i rispettivi campi
di variazione. Deve inoltre essere specificata l’eventuale presenza di sostanze
solide in sospensione.

5.1.1.3 Alimentazioni elettriche


Devono essere specificate le caratteristiche delle alimentazioni elettriche di po-
tenza disponibili nell’impianto, in particolare se si tratta di alimentazioni mono o
trifase, ed il campo di variazione della tensione sia in funzionamento continuati-
vo che durante transitori.
Devono inoltre essere specificate le caratteristiche di eventuali alimentazioni se-
parate per i servizi ausiliari e quelle per segnalazioni e controllo a distanza.

5.1.2 Prestazioni elettriche dell’alimentatore


Devono essere specificate le seguenti grandezze elettriche:
n tensione nominale di alimentazione;
n carico o carichi nominali equivalenti relativi alle diverse condizioni di fun-
zionamento;
n tensione o tensioni nominali di uscita.

5.1.2.1 Tensione nominale di uscita


Per alimentatori di tipo convenzionale deve essere indicato il massimo valore di
cresta che l’alimentatore può fornire in regime continuo sul carico nominale
equivalente.
Per alimentatori di tipo impulsivo devono essere specificati, con riferimento al
funzionamento in regime continuo sul carico nominale equivalente:
n il massimo valore di cresta della tensione di uscita;
n il campo di variazione della tensione di base e l’eventuale ondulazione resi-
dua della tensione alla quale risultano sovrapposti gli impulsi;
n il campo di variazione dell’ampiezza degli impulsi;
n il campo di variazione della durata e della frequenza di ripetizione degli im-
pulsi;
n il valore finale dell’impulso quando esso abbia la massima ampiezza.
Tutti i valori sopraindicati devono essere specificati insieme con la tolleranza am-
messa in fase di collaudo.

5.1.2.2 Carichi nominali equivalenti


Nel caso di alimentatori di tipo convenzionale si devono specificare i valori di re-
sistenza e di capacità in parallelo che costituiscono il carico nominale equiva-
lente.
Nel caso di alimentatori di tipo impulsivo, poiché il valore della resistenza che
simula il comportamento del precipitatore è funzione non lineare della tensione
applicata ed il rapporto tra valore istantaneo minimo e massimo della tensione
applicata è molto grande, si devono specificare, oltre al valore di capacità, al-
meno due valori di resistenza: Rc corrispondente al massimo valore della ten-
sione di base; Ri corrispondente al massimo valore di cresta della tensione di us-
cita.

Nota Il valore della capacità è in generale quello equivalente alla capacità del precipitatore o di
quella sezione collegata all’alimentatore, eventualmente aumentata per tenere conto della ca-
pacità di collegamenti. La resistenza è quella in grado di assorbire, alla tensione di funziona-
mento, la potenza attiva erogata.

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5.1.3 Sistema di regolazione
Vanno specificate le modalità di regolazione richieste.

5.1.4 Sistema di controllo


Vanno specificate le grandezze in ingresso ed in uscita al sistema di controllo.

5.1.5 Strumentazione di misura


Devono essere specificate le grandezze di cui si richiede la misura e la precisione
con cui questa deve essere effettuata.

5.2 Prove sui componenti


I singoli componenti degli alimentatori per precipitatori elettrostatici, se richiesto,
devono essere collaudati secondo la Normativa esistente, ove applicabile.

5.3 Prove sull’alimentatore completo


Le prove sull’alimentatore completo vanno effettuate, secondo le modalità e nelle
condizioni indicate nella specifica di ordinazione, utilizzando gli appropriati cari-
chi equivalenti nominali.

5.3.1 Verifica della precisione delle misure


La precisione con cui vengono misurate le grandezze considerate nelle specifiche
d’ordine deve essere verificata per confronto con strumentazione di precisione
adeguata.
Solo quando sia stato preventivamente concordato in fase di specifica d’ordine
può essere sufficiente dedurre tale precisione da misure effettuate sui vari com-
ponenti della catena di misura.

5.3.2 Verifica della forma d’onda della tensione e della frequenza di ripetizione degli
impulsi
Le prove di verifica delle tensioni sono effettuate con i carichi equivalenti nomi-
nali relativi alle differenti condizioni di funzionamento.
Il sistema di misura impiegato, salvo diversa indicazione nella specifica d’ordine,
deve garantire una precisione di almeno il 3% nella determinazione sia dei valori
di tensione che delle durate.
Le grandezze rilevate devono garantire le tolleranze definite nella specifica d’or-
dine.

5.3.3 Verifica delle potenze assorbite e trasferite al carico


Nelle condizioni nominali di funzionamento si devono verificare i valori di po-
tenza attiva ed apparente assorbite lato BT utilizzando una strumentazione
avente classe non superiore a 0,5.
Per quanto riguarda la potenza media trasferita al carico, si deve fare riferimento
alla determinazione delle forme d’onda di tensione e corrente che devono essere
misurate con una precisione di almeno il 3%.
Qualora l’alimentatore sia di tipo impulsivo, per la valutazione della potenza atti-
va relativa all’impulso e trasferita al carico, si deve utilizzare come resistenza del
carico equivalente nominale il valore Ri (5.1.2.2). In questo caso si deve tenere
conto del fatto che essendo la potenza reattiva associata molto superiore a quella
attiva, la misura di questa risulta di difficile esecuzione ed in ogni caso affetta da
errori considerevoli.

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5.3.4 Verifica del funzionamento a scarica
L’alimentatore viene fatto funzionare sul carico nominale (5.1.2.2), in parallelo al
quale viene posto uno spinterometro che intervenga ad una tensione prossima a
quella nominale di uscita. Le condizioni di prova (tipo di regolazione della ten-
sione, durata della prova, numero di scariche, frequenza di ripetizione degli im-
pulsi ecc.) devono essere concordate preventivamente. In queste condizioni si
verifica il corretto intervento delle protezioni e del sistema di regolazione.

5.3.5 Prove di tenuta con tensione maggiorata


Secondo modalità che dipendono dal tipo e dalla realizzazione dell’alimentatore
e che devono essere preventivamente concordate, la prova consiste nel portare e
nel mantenere per un minuto la tensione di uscita ad un valore pari a 1,2 volte la
tensione nominale (2.15).
Nel caso di alimentatori impulsivi, la tensione di prova può essere raggiunta con
una qualsiasi delle possibili combinazioni di valori della tensione continua di
base e dell’ampiezza degli impulsi. La prova può essere effettuata senza eroga-
zione significativa di potenza attiva. Durante la prova non si devono realizzare né
scariche né danneggiamenti.

5.3.6 Verifica del disturbo generato


Nelle condizioni nominali di funzionamento devono essere verificati i livelli di
disturbo acustico ed elettromagnetico generati.
Detti livelli di disturbo devono essere inferiori a quelli previsti dalla normativa
specifica o da livelli concordati in sede di ordinazione.

5.3.7 Prove di riscaldamento


Per il sistema di generazione delle tensioni di uscita le cui parti sono immerse in
isolante liquido, valgono le Norme per i trasformatori in olio naturale.
Per gli altri componenti valgono, per quanto applicabili, le altre Norme vigenti.
Le prove vanno effettuate con l’alimentatore funzionante alla tensione nominale
di uscita collegato al carico equivalente nominale.
Per gli alimentatori impulsivi il carico è il carico equivalente nominale per la sola
tensione di base e l’alimentatore funziona con il massimo numero di impulsi al
secondo. Per quelli dotati di regolazioni indipendenti della tensione di base e
dell’ampiezza degli impulsi, le prove devono essere effettuate con ripartizione
concordata della tensione di base e dell’ampiezza degli impulsi.

5.3.8 Prova di lunga durata


Con l’alimentatore funzionante nelle condizioni prescritte al punto 5.3.7, si deve
effettuare una prova di funzionamento di lunga durata in presenza di scariche
ripetute ottenute mediante uno spinterometro posto in parallelo al carico. La du-
rata delle prove e la frequenza di scarica ottenuta agendo sul sistema di regola-
zione e controllo devono essere concordate in sede di ordinazione.
Occorre anche verificare che in seguito a funzionamento con scariche ripetute
non si verifichino riscaldamenti anomali dell’alimentatore.

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Fig. 1 Schema a blocchi di alimentatore per precipitatore elettrostatico

ALIMENTATORE

SISTEMA DI AL PRECIPITATORE
RETE SISTEMA DI ELETTROSTATICO
GENERAZIONE
REGOLAZIONE
DELLA TENSIONE
DELLA TENSIONE
DI USCITA

SISTEMA
DI
CONTROLLO

SEGNALI ESTERNI
E APPARECCHIATURE
AUSILIARIE

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Fig. 2 Andamento della tensione fornita da un alimentatore convenzionale (2a) e da un ali-
mentatore ad intermittenza (2b)

Fig. 2a

Fig. 2b

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Fig. 3 Esempi tipici di forme d’onda fornite da alimentatori ad impulsi

Fig. 3a

Fig. 3b

Fig. 3c

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Fig. 4 Schematizzazione del sistema di controllo di un alimentatore

ALIMENTATORE

QUADRO DI CONTROLLO E DI COMPLESSO DI


REGOLAZIONE DELLA POTENZA ALIMENTAZIONE AT

SISTEMA DI AL PRECIPITATORE
RETE SISTEMA DI ELETTROSTATICO
GENERAZIONE
REGOLAZIONE
DELLA TENSIONE
DELLA TENSIONE
DI USCITA

SISTEMA
DI
AMPLIFICAZIONE

SISTEMA
DI
CONTROLLO

SEGNALI SISTEMA DI
ESTERNI SUPERVISIONE

Fine Documento

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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
Responsabile: Ing. E. Camagni

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