Psicologia Dello Sviluppo

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Psicologia dello sviluppo

Venne fondata da Jean Piaget e riguarda lo sviluppo cognitivo e l’intelligenza. Egli fece molte scoperte
attraverso i suoi esperimenti e l’osservazione di bambini

L’intelligenza

Si nasce intelligenti o lo si diventa?


Secondo gli innatisti l’intelligenza è una proprietà innata di ogni individuo, dunque riguarda l’aspetto
genetico. Questa concezione era la predominante fino al 1800. Successivamente gli innatisti ipotizzano che
l’intelligenza sia qualcosa che si “impara” grazie a degli stimoli adeguati.
Al giorno d’oggi, nella scienza contemporanea, si riconosce una certa predisposizione all’intelligenza che
però, senza allenamento e gli stimoli giusti, rimane solo una potenzialità. Questo pensiero è la corrente
degli innatisti.

Definizione di intelligenza: “saper reagire in modo adeguato a ogni situazione e di conseguenza avere una
buona capacità di adattamento”
! non esiste una sola definizione di intelligenza ma diversi tipi di intelligenza (gardner)

Intelligenza multifattoriale

Nel 1999 Gardner propone l’idea che esistevano diverse tipologie di intelligenze, le cui combinazioni
eterogenee variano da persona a persona.

In questa prospettiva i classici test del QI darebbero solo informazioni riguardanti le abilità logico-
matematiche tralasciando pero molti altri aspetti del funzionamento cognitivo globale.

Gardner andò contro la stigmatizzazione data dai risultati dei test del QI in quanto sosteneva che fosse
meglio avere buone capacità in diversi ambiti piuttosto che in uno solo.

Troviamo due correnti: 1) teoria umanitaria (l’intelligenza come capacità globale/singola)

2) teoria multicomponenziale/multifattoriale (intelligenza come risultante di diverse


funzioni specializzate ed indipendenti

Lo sviluppo cognitivo di Piaget (interazionista)

Attraverso l’osservazione sperimentale dei bambini da 3 a 12/13 anni verifica 3 principi:

1) Conservazione del numero (indipendentemente da posizione e forma), si afferma intorno ai 6 anni


(+/- 1)
2) Conservazione del liquido (indipendentemente dal contenitore), si afferma attorno ai 7/8 anni
(+/-1)
3) Conservazione della massa (indipendentemente dalla forma), si afferma attorno ai 9 anni (+/-1)

Ci sono alcuni casi in cui questi concetti di conservazione di afferma prima o dopo e ciò dipende dagli
stimoli che il bambino ha ricevuto.
Prima dell’affermazione di queste capacità i bambini ricorrono spesso a spiegazioni basate sulla percezione
e i sensi oppure addirittura inventate.

Attraverso i suoi esperimenti Jean Piaget cerca di analizzare il ragionamento che sta dietro alle conclusioni,
piuttosto che sulla risposta ottenuta epistemologia genetica
Egli utilizzava il metodo clinico; ovvero raccoglieva informazioni attraverso esperimenti e discuterle con il
paziente attraverso delle domande (es. “come mai hai fatto così?” “perché hai dato questa risposta?”)

Per Piaget alla nascita non siamo privi di schemi mentali, ma abbiamo delle conoscenze molto grezze che si
concentrano soprattutto sul movimento (schemi mentale d’azione) che con il tempo, grazie ai processi di
assimilazione e accomodamento, questi schemi mentali vengono migliorati in modo tale da migliorare la
capacità d’adattamento.
L’assimilazione è quel processo che consente di creare gli schemi attraverso l’assimilazione delle
esperienze vissute e di ciò che ci accade (“fare nostre le caratteristiche degli oggetti e delle esperienze”)
-> es. una palla è liscia, rotonda, rotola …
Quando veniamo a contatto con qualcosa di simile (es. mela) dobbiamo riuscire a adattare i nostri schemi
mentali per riuscire a differenziare gli oggetti.
L’accomodamento è il processo successivo e permette di modificare gli schemi (attraverso l’esperienza) per
renderli migliori e per poterli adattare a tutte le situazioni.
Questo processo è più complesso e più faticoso poiché deve generalizzare gli schemi e renderli applicabili a
tutte le situazioni, facilitando e velocizzando le reazioni alle situazioni e dunque il nostro comportamento.

Come fa esperienza il bambino?


1) Attraverso gli oggetti con i quali è a contatto e gli stimoli che riceve da essi (più oggetti e dunque più
stimoli riceve, più fa esperienza e dunque può adattare maggiormente i suoi schemi mentali)
2) attraverso lo sviluppo motorio il bambino riesce a spostarsi verso ciò che lo attira e lontano da ciò che lo
spaventa, questo permette maggiori esperienze e dunque un incremento dello sviluppo cognitivo

Gli stadi dello sviluppo cognitivo (individuati da Piaget)


I bambini passano attraverso una serie di stadi (4 stadi) nel corso del loro sviluppo cognitivo, con ritmi e
tempi diversi, durante i quali si sviluppa la loro intelligenza.
1) Stadio sensomotorio (nascita-2 anni): i bambini comprendono la permanenza degli oggetti,
attraverso dei modelli mentali che gli permettono di capire che quando qualcosa non è visibile
esiste ancora.
Questa “immagine mentale” è importante perché rassicura il bambino e gli permette di gestire
l’assenza dei genitori (capisce che non sono scomparsi per sempre) -> prima di andare all’asilo il
bambino deve aver acquisito questa capacità di stare senza i genitori.
2) Stadio preoperatorio (2-7 anni): il bambino acquisisce l’abilità dell’imitazione che gli permette di
imparare. Ne esistono di due tipi: a) contemporanea b) diffusa (il bambino finge di essere qualcun
altro sviluppando il gioco simbolico, che favorisce l’acquisizione del linguaggio.
In questa fase i bambini sono molto egocentrici, ossia non sono in grado di mettersi nei panni degli
altri e si sentono al centro del mondo ma sono consapevoli della presenza e dei bisogni altrui
(semplicemente li ignora).
Questa fase è caratterizzata da un comportamento di animismo, ovvero il bambino attribuisce un
animo a degli oggetti inanimati (es. la nuvola piange quando piove), questo è dato dal fatto che non
sono in possesso di una spiegazione logica per determinati avvenimenti e dunque si inventano delle
spiegazioni fasulle.
3) Stadio operatorio concreto (7-11 anni): imparano le operazioni logiche (es. il calcolo). Sono in
grado di tenere a mente più fattori contemporaneamente e non si limitano esclusivamente a singoli
fattori; iniziano ad evitare di farsi ingannare dai sensi e superano l’egocentrismo.
 !! TUTTO DEVE PARTIRE DA FATTORI CONCRETI!!
4) Stadio operatorio formale (12 anni e oltre): il bambino impara a pensare in termini astratti, ovvero
possono immaginare. Tramite dei mezzi logici sviluppano un pensiero e dei ragionamenti più
elastici e non necessitano di una conferma di questi ultimi attraverso la realtà.
Dopo il quarto stadio le componenti che caratterizzano l’intelligenza sono formate; tuttavia, i
processi di assimilazione e accomodamento sono sempre presenti (soprattutto quello di
accomodamento).
 Se un bambino è affetto da un ritardo mentale non arriva fino al 4 stadio.

Il discorso sull’intelligenza non è di tipo quantitativo bensì di tipo qualitativo, ossia un bambino
piccolo non è meno intelligente di quelli più grandi ma possiede ancora solo un’intelligenza
semplice che va ancora raffinata. Ciò che un bambino impara in uno stadio, da uno a quello
successivo, non viene dimenticato ma viene migliorato e arricchito; per questo motivo non si
possono saltare degli stadi o alterarne l’ordine, l’unica variante è la durata di ognuno di essi.

La memoria
La nostra mente codifica le informazioni che raccogliamo, ossia le organizza per favorire la ricerca e
la reperibilità di esse. Riusciamo a memorizzare fino a 7/9 elementi alla volta (regola dei 7 di
Miller).

Modello della memoria


1) Memoria sensoriale: ecoica, olfattiva, iconica, propriocettiva.
Le informazioni che arrivano alla memoria sensoriale, se vengono sottoposte a una selezione
attiva, passano nella memoria a breve termine (se non codificate scompaiono dopo 30 min)
2) Memoria a breve termine (MBT) -> capacità e durata limitata
3) Memoria a lungo termine (MLT)

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