Fil Del Linguaggio 4

Scarica in formato pdf o txt
Scarica in formato pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 34

Filosofia del linguaggio

Filosofia del linguaggio 2


Libri:
-“Dalla comunicazione al linguaggio”: capitolo 2 e 3
-“Il linguaggio, origine ed evoluzione”: tutto il libro

Argomenti
-scimmie
-comunicazione umana dal punto di vista dell’evoluzione del linguaggio
-ricostruzione dell’origine dell’evoluzione del linguaggio

Capitolo 2 libro “Dalla comunicazione al linguaggio”


-Gli ominidi

scimmie: due fazioni che la pensano in modo diverso sul linguaggio, le vocalizzazioni delle
scimmie.

chi sostiene che il linguaggio umano viene dalla vocalizzazione delle scimmie e invece che
dice che il linguaggio umano deriva dalla gestualità delle scimmie?

•evoluzione umana
quando e dove?
quando: 6/7 milioni di anni fa sono avvenute alcune cose, dove : in Africa (orango vive in
asia)

famiglia grandi scimmie:

una linea di discendenza che ha portato agli esseri umani e una linea di discendenza che ha
portato ai bonobo e scimpanzé.
la parentela genetica che c’è tra uno scimpanzé e un essere umano è molto più stretta di
quanto sia la parentela genetica tra scimpanzé e oranghi.
il nostro pianeta non è mai stato abitato da una sola specie di omidi.
Principali ominidi di cui oggi siamo a conoscenza
—> cespuglio dell’evoluzione umana da un punto di vista temporale: ci sono una serie di
rami morti che non hanno portato a nessun tipo di discendenza e altri grazie ai quali si è
arrivata all’evoluzione degli ominidi.
Homo Sopiens: appartenente al genere homo e alla specie sapiens
: Il primo nome appartiene al genere e il secondo alla specie.
l’evoluzione non è linearità verso il progresso, non è che noi siamo la specie migliore,
l’evoluzione non è progresso ma è un adattamento.

Domanda che ci poniamo:


Quando e come si è evoluto il linguaggio, il suono.
Quando è che il nostro apparato fonatorio si è sviluppato e ci ha permesso di produrre suoni
articolati?

Noi siamo qui perché a un certo punto c’è stato un mutamento climatico che ha portato a un
aridimento del clima.
Le fitte foreste dell’Africa centrale si sono trasformate lentamente, nell’arco di milioni di anni,
nella odierna savana.
Le contingenze ambientali e climatiche contribuiscono allo sviluppo delle specie.
Esempio del Great Rift Valley, l’East Side Story: gli animali devono far fronte ai cambiamenti
climatici e sono “costretti” ad adattarsi ad un nuovo ambiente.
Gli antenati degli scimpanzé, rimasti nella zona con lo stesso clima, continuano a muoversi
sugli alberi e si spostano sul terreno, mentre gli animali ad Est della Rift Valley devono
muoversi in un nuovo ambiente.

Cio che contraddistingue le scimmie e i primi ominidi è il bipedismo, un cambiamento


anatomico che è il risultato dei mutamenti climatici e ambientali.
—> Evoluzione del bipedismo:
-bipedismo facoltativo: si è sviluppato 8-5 milioni di anni fa grazie all’inaridimento del clima e
dei cambiamenti ambientali
-bipedismo obbligato: si è sviluppato a partire da 3 milioni di anni fa ed è iniziata così una
nuova fase di cambiamenti climatici.

Il linguaggio non nasce perché siamo bipedi, ma possiamo dire che il bipedismo ha avuto un
ruolo nell’evoluzione del linguaggio, grazie anche alla nuova posizione eretta degli uomini.

Uno dei principali vantaggi del bipedismo è il controllo dello spazio circostante, per capire i
grandi spazi della savana, affinché si recepisca prima l’arrivo di qualsiasi attacco animali.
Rafforza anche la possibilità di ricerca del cibo e di avvistamento delle varie specie
appartenenti alla savana.
Il bipedismo permette una migliore termoregolazione, questo significa che, essendo la
savana un ambiente dalle calde temperature, adottare una postura bipede contribuisce alla
distribuzione di calore sul corpo.
L’esposizione di un animale a quattro zampe al calore del sole è maggiore e dunque
l’animale assorbe più luce solare.
Mente la posizione eretta permette di assorbire la luce solare esclusivamente sulla sommità
del capo e delle spalle (camminando sulle nocche tutta la schiena è esposta al sole) e
garantisce una migliore esposizione al vento (dunque ad aria più fresca).

Un altro elemento importante ha contribuito a dar luogo a una nuova conformazione


corporea che ha facilitato le vocalizzazioni dei nostri predecessori

La selezione naturale c’è un cambiamento genetico che porta a sviluppare dei tratti che in
quell’ambiente funzionano, così la specie resiste e continua ad evolversi.
la selezione naturale agisce in negativo,seleziona i più adatti e comporta la scomparsa dei
meno adatti all’ambiente.
chi è portatore di quella mutazione genetica se il tratto è utile all’ambiente, l’ambiente riesce
a vincere.
es giraffa emerge a un certo punto una mutazione genetica, più giraffe che a seguito di
questa mutazione genetica hanno un collo più lungo delle altre giraffe e queste giraffe con
questa mutazione hanno più facilità magari nel mangiare e quando si riproducono hanno un
vantaggio mentre le altre con il collo corto non andranno avanti.
la selezione naturale lavora con quello che ha a disposizione.
gli adattamenti non vanno intesi come il meglio possibile, sono riaggiustamenti di un
materiale che già c’era ma possono anche non essere molto ottimali ( es postura eretta,
svantaggi e vantaggi c’è un equilibrio per questo si è trasferito nelle generazione
successive)

i primi ominidi
australopithecus= Lucy
dall’analisi dello scheletro di Lucy si è notato che avesse una postura eretta e una movenza
bipede,era un ominide che già camminava (orme del passato)
con il genere homo per classificare un ominide come genere homo non possiamo più
basarci sulla presenza del bipedismo ma c’è un altra cosa che è l’aumento delle dimensioni
del cervello.
caratteristica dell’umanità fino a 3 milioni di anni fa era il bipedismo poi invece dopo anche il
processo di encefalizzazione quindi l’aumento delle dimensioni cerebrali.
rapporto tra dimensione del cervello e massa corporea, per la nostra massa corporea
abbiamo un cervello troppo grande, avere un cervello grande non vuol dire avere menti
complicate, ma quello che osserviamo nelgli omidi che appartengono al genere homo che
l’avanzata dei comportamenti complessi vanno in concomitanza con l’aumento del cervello o
viceversa.
( lavorazione della pietra) industria litica c’è una evoluzione nelle pietre come strumenti che
usavano gli homo, man mano che si procede con le varie specie e che c’è un aumento delle
dimensioni del cervello c’è anche un aumento del comportamento come segno di
adattamento.
che tipo di capacità cognitiva dovevano avere i nostri processori per poter fare quello
strumento, alcune delle capacità cognitive per costruire quei strumenti sono anche alla base
dello sviluppo del linguaggio.
Analogia tra evoluzione delle modalità della lavorazione della pietra e le capacità cognitive
dei nostri antenati, condividono alcuni importanti processi cognitivi per questo si va a vedere
come si sono evoluti questi processi e quindi il linguaggio.
(processi gerarchici , gerarchia di azione, i processi gerarchici che sono alla base della
sintassi non sono specifici del linguaggio)
perché assistiamo solo con il genere homo a un processo di encefalizzazione?
(circolo di coevoluzione) una delle risposte è che cambia la dieta, in particolare l’elemento
fondamentale è che viene introdotta nella dieta il consumo di carne che produce una
notevole quantità di proteine , produce migliore prestazione nel cervello, si sviluppano forme
più elevate di caccia attività di gruppo coordinarsi incentivato da questo aumento del
cervello.
differenza con i vegetali.
l’intestino.
con i primi esemplari del genere homo riconosciamo uno scheletro umano.
modifica la cassa toracica questa dieta fa emergere la forma anatomica che riconosciamo
come quella umana.
cervello grosso significa anche energia maggiore per cui il cervello ha bisogno per
funzionare.
com'è stato possibile che i nostri cervelli si siano evoluti senza che ciò determinasse
un enorme aumento del nostro tassi di metabolismo?
•c’è stato un equilibrio tra il funzionamento dei vari organi una riduzione delle dimensioni del
fegato e del tratti gastrointestinale • alimenti di alta qualità facili da digerire (carne) • senza
l’abbondanza di calorie offerte dal consumo di carne, il cervello umano semplicemente non
avrebbe potuto evolversi nella sua forma attuale.

quali prove abbiamo che effettivamente è stato proprio un cambiamento nella dieta è
proprio dalla carne si è dato avvio a questo processo?
la prova più evidente del consumo di carne sono i segni di macellazione trovati sulle ossa.

A partire da quando?
fino a qualche anno fa si pensava che i primi consumatori abituali di carne fossero anche i
primi costruttori di strumenti quindi i primi membri del genere homo (2,4 mila di anni fa)
nuova scoperta del 2010 potrebbe retrodatare l’inizio della dieta carnivora a 3,4 ml di anni fa
(australopithecus)
discussioni aperte

proprio perché il dibattito è sempre aperto alcuni autori hanno fatto alcune ricerche e hanno
detto che non è solo la dieta carnivora all’aumento del cervello ma anche altre diete e modi
di preparare il cibo possono aver fatto parte dell’evoluzione degli ominidi ( la cottura magari
del cibo).

l’uso degli strumenti non è una caratteristica unica del genere homo è condivisa anche con
gli altri essere umani la cosa che li differenzia è la lavorazione della pietra.
lavorare la pietra, scheggiare la pietra affinché esca un lato affilato per poter tagliare le pelli
degli animali. ( homo habilis 2,4 mln anni fa)

2 ominide, 2 mln di anni fa homo ergaster


uso del linguaggio, linguaggio articolato
homo ergaster uno degli ominidi per ricostruire l’evoluzione del linguaggio.
c’è un aumento delle dimensioni del cervello.
Lezione 3
Ripasso lezione precedente:
Le caratteristiche del genere homo sono l’aumento del cervello e l’associazione dei reperti
fossili con strumenti litici
—> con la comparsa del genere homo nasce la cultura materiali, inizia il lavoro della pietra.
La lavorazione della pietra è particolarmente interessante quando si studia l’evoluzione del
linguaggio, perché alcuni dei processi cognitivi alla base della lavorazione della pietra sono
anche alla base per lo sviluppo del linguaggio.
Per ciascun ominide estinto è possibile capire che cambiamenti importava nella lavorazione
della pietra.
A partire da 2,5 milioni di anni fa, è stata introdotta la carne, come elemento ricorrente e
costante nella vita dei nostri antenati.
Questo cambiamento della dieta, con l’introduzione della carne, ha portato degli sviluppi
positivi per gli ominidi.
Il vero elemento di innovazione è la cottura, infatti la carne cotta, più in particolare, ha
portato feedback positivi nel mondo degli ominidi.

Ogni strumento in pietra è anche esso un elemento fondamentale per una vita più efficace
dei nostri antenati, a partire dall’attività della caccia.

La modalità di costruzione della pietra rimane la stessa.


La cultura materiale dell’homo habilis rimane per tutta la loro durata la stessa, essi si
avvalgono dell’industria olduvaiana.

L’uomo ergaster (!!importante)


-2-1 milioni di anni fa

Tutti gli adattamenti necessari per far nascere un linguaggio adeguato e articolato arrivano
molto tardi.
Altri sostengono che il linguaggio si sviluppi dai gesti, e che quindi inizi con l’uomo ergaster.

Con l’uomo ergaster c’è un ulteriore aumento delle dimensioni del cervello rispetto agli
ominidi precedenti.
L’industria litica associati ad homo ergaster è il bifacciale di acheuleana.
C’è una progettualità più complessa rispetto all’industria precedente.
Mentre l’uomo habilis costruiva strumenti per ottenere nella pietra un lato tagliente per
squarciare la pelle degli animali, l’uomo ergaster nella lavorazione della pietra teneva conto
del lato tagliente e della…

L’uomo ergaster è la prima specie, il primo ominide che esce fuori dall’Africa.
Forme di homo ergaster arrivano in Europa, in Asia.
La forma asiatica originata dall’homo ergaster si chiama Homo erectus.
L’uomo erectus arriva in Europa.
Il primo popolamento in europa risale a 1,2 milioni di anni fa, grazie all’ondata di diffusione
degli ominidi africani nel continente europeo.
-strumenti Modo 1
L’Homo heidelbergensis
C’è chi sostiene che con l’homo ergaster, grazie ai gesti, si arrivi allo sviluppo di un
linguaggio articolato.
Mentre altri sostengono che una serie di prove puntano all’homo heidelbergensis come
ominide che possedeva quei tratti per un linguaggio articolato.
Aveva qualche tratto che permetteva di articolare suoni articolati al fine di arrivare ad un
linguaggio adeguato.
-strumenti Modo 2
Di quest’homo sono state ritrovate le lance in legno appuntite, ed infatti cambiano le
caratteristiche di caccia rispetto agli ominidi precedenti.
Erano forme di caccia organizzate, dove i vari individui ricoprivano ruoli ben precisi affinché
il loro lavoro andasse a buon fine.
Dalle forme di homo heidelbergensis in Asia si deve la nascita dell’homo sapiens, dalla
forme di homo heidelbergensis in Europa invece si deve lo sviluppo dell’homo di
Neanderthal.

Homo di Neanderthalensis
Ha una tipica forma allungata del cranio nelle aree occipitali, nella parte retrostante della
testa, diversante dall’homo sapiens.
Il corpo anche varia rispetto a quello dell’homo sapiens, infatti è più basso.
Tutto ciò dipende dall’ambiente in cui ha vissuto l’Homo di Neanderthal, il quale con la sua
statura e riesce a conservare meglio il calore in contrasto alle fredde temperature
dell’ambiente circostante.
È un ominide in cui il cervello raggiunge le dimensioni più grandi, da 1250 fino a 1750 cc
(centimetri cubici/ capacità media).
Le aree geografiche in cui sono state rinvenute i reperti dell’homo di Neanderthal riguardano
l’Europa.
-strumenti Modo 2
Il periodo di estinzione risale fino a 30.000 anni fa.
I neanderthal hanno nuove modalità di costruzione della pietra ed erano in grado di attuare
una cultura materiale simbolica, creando elementi, oggetti simbolici.
Simbolici perché non hanno una funzione pratica diretta, come la collana per esempio, la
quale ha solo un valore estetico, o come le conchiglie e segni di ocra sul corpo, che hanno
solo scopo ornamentale.
Il linguaggio è lo strumento simbolico per eccellenza.

Le nuove specie si originano quando un piccolo gruppo di una specie di partenza rimane
isolato geograficamente, all’interno di questo gruppo si vengono a creare dei meccanismi
genetici dov’è quella specie muta in un’altra specie.
Si accoppiano tra di loro al fine di produrre un patrimonio genetico con certe caratteristiche
ed arrivare al punto che emerge una nuova specie.

Lezione 4
06/03/2024
Origine gestuale del linguaggio
Il linguaggio ha avuto origine a partire dai sistemi deputati al controllo dei movimenti delle
mani che permettono all’organismo di interagire e modificare il mondo circostante (grasping
-> afferrare).
Le prove a sostegno dell’origine gestuale del linguaggio più comuni sono:
• evidenze dall’archeologia cognitiva (capitolo 2 “dalla comunicazione al linguaggio”)
• evidenze neuroscientifiche
• evidenze primatologiche
Le scimmie hanno un sistema di comunicazione gestuale più simile al linguaggio umano
delle loro vocalizzazioni.

Evidenze archeologia cognitive


La costruzione di strumenti è sequenziale e si conclude generalmente con un risultato
riconoscibile (artefatto coltello, collana…). In quanto tale essa è simile al linguaggio parlato,
composto anche esso da elementi legati insieme in enunciati. La natura sequenziale della
costruzione e del linguaggio ci porta ad ipotizzare che le rispettive sequenze siano costruite
allo stesso modo (dalla comunicazione al linguaggio, pag. 77).
Nello schema sottostante sono illustrati i processi mentali necessari per la produzione di
strumenti, si osserva la somiglianza con il diagramma ad albero di Chomsky (organizzazione
gerarchica dei sintagmi negli enunciati).
Ovviamente la complessità dello schema è direttamente proporzionale alla complessità
Modo di realizzazione dell’artefatto, la realizzazione di oggetti di Modo 2 e 3 richiede
processi mentali più complessi.
L’analisi della crescente complessità della produzione litica costituisce un ponte tra le
capacità legate alla prassi possedute dei nostri antenati e le abilità che rendono possibile il
linguaggio(Arbib).

Evidenze neuroscientifiche
Questa ipotesi si concentra sul funzionamento dei neuroni specchio, ovvero quei neuroni
che si attivano quando osserviamo individui compiere azioni o quando le compiamo noi
stessi, si trovano nella corteccia premotoria; i neuroni specchio ci permettono di riconoscere
e comprendere l’azione dell’altro e di utilizzare le informazioni raccolte per rispondere nel
mondo più adeguato, i neuroni specchio si attivano perché internamente compiamo una
simulazione inconsapevole dell’azione osservata.
Secondo le neuroscienze i neuroni specchio sono fondamentali nello spiegare l’origine
gestuale del linguaggio perché essi si attivano con le azioni manuali, avere quindi un
meccanismo che riconosce le azioni ci permette di comprendere anche il linguaggio
gestuale.
L’area cerebrale attualmente deputata anche alla produzione e comprensione del
linguaggio, l’area di Broca, è la stessa chepartecipa alla comprensione delle espressione
gestuali.

Lezione 5
Ripasso lezione precedente:
Le varie prove che si possono portare a sostegno dell’origine gestuale del linguaggio umana
sono le evidenze dall’archeologia cognitiva, le evidenze primatologiche e le evidenze
neuroscientifiche.
-evidenze dall’archeologia cognitiva: si guarda ciò che hanno prodotto materialmente gli
ominidi, la loro produzione materiale nell’industria litica può essere la base dell’evoluzione
delle capacità cognitive.
Le sequenze di azione che noi utilizziamo per produrre gli strumenti sono simili a quelle che
noi utilizziamo quando produciamo gesti al fine di arrivare ad un linguaggio.
Sia la costruzione di strumenti, sia l’elaborazione linguistica hanno in comune delle abilità
cognitive da parte degli ominidi.
Le azioni che sono necessarie per costruire strumenti sono azioni materiali e sequenziali.
Essa è composta da azioni motorie legate insieme in episodi, e generalmente si conclude
con un risultato riconoscibile, il compito realizzato o l'artefatto.
Essa è simile al linguaggio parlato, composto anch'esso da elementi legati insieme in
enunciati. La natura sequenziale della costruzione di strumenti e del linguaggio ci porta ad
ipotizzare che le rispettive sequenze sono costruite allo stesso modo o almeno in modi
simili.

-evidenze neuroscientifiche: sono importanti per l’origine gestuale del linguaggio umano.
Esistono nel nostro cervello dei sistemi neurali che si attivano quando un individuo compie
un’azione in prima persona e anche quando osserva un’azione fatta da un altro individuo.
I neuroni specchio sono neuroni motori.
Il punto rilevante è che i neuroni motori si attivano quando il soggetto è a riposo e dunque
osserva un’altra persona che compie l’azione.
Questo è un processo di percezione-azione all’interno del quale si attivano i neuroni
specchio, legati a una funzione di comprensione dell’azione.
C’è un attivazione automatica della simulazione da parte di chi osserva.
I neuroni specchio sono alla base del riconoscimento e della comprensione del significato
degli "eventi motori", ossia delle azioni degli altri.
Con il termine "comprensione" si intende un'immediata capacità di riconoscere negli eventi
motori osservati un determinato tipo d'atto, caratterizzato da una specifica modalità di
interazione con gli oggetti, di differenziare tale tipo da altri ed eventualmente di utilizzare una
simile informazione per rispondere nel modo più appropriato.
Il sistema specchio rappresenta l'anello mancante in termini di meccanismi neurali tra le
capacità dei primati non umani di 20 milioni di anni fa e il linguaggio degli umani moderni.
!! L'estensione dei sistemi cerebrali alla base del linguaggio parlato è stata una conseguenza
del fatto che «il precursore dell'area di Broca fosse dotato, prima dell'avvento del parlato, di
un meccanismo per il riconoscimento delle azioni altrui.
Questo meccanismo è stato la base neurale per lo sviluppo della comunicazione gestuale e
poi per lo sviluppo del linguaggio parlato».

-evidenze primatologiche: quando si sostiene che il linguaggio umano deriva dalla


comunicazione gestuale significa che una serie di esperimenti hanno apportato che il
sistema gestuale è molto più flessibile del sistema vocale.
Le vocalizzazioni hanno un sacco di limiti che non troviamo nella comunicazione gestuale.
—> La comunicazione gestuale nei primati non umani è molto più flessibile rispetto alla
comunicazione vocale.
La primatologia ci suggerisce che il linguaggio umano è il prodotto della comunicazione
gestuale degli ominidi e non delle vocalizzazioni.

Le vocalizzazioni delle scimmie non sono un buon punto di partenza per spiegare l’origine
del linguaggio.
La vocalizzazione più frequentemente emessa dagli scimpanzé è il grido ansimante
denominato pant-
hoot.
Esso ha una durata che varia tra i 2 e i 23 sec; spesso comprende un’introduzione con
elementi che diventano via via più rumorosi, fino ad arrivare ad una fase culminante.
Sono prodotti in varie situazioni: quando un individuo si ricongiunge al gruppo; quando si
raggiunge una fonte di cibo; durante esibizioni agonistiche; quando viene catturata una
preda.
Ne esistono principalmente di due tipi diversi:
-a lunga distanza, prodotti per regolare la distribuzione territoriale del gruppo;
-grugniti ansimanti (pant-grunts) a raggio più corto che sembrano volti al mantenimento dei
-rapporti gerarchici.

Esempio: I richiami d’allarme dei cercopitechi verdi (vervet monkey)


Una scimmia produce tre diversi richiami di allarme quando si trova a contatto, quando fa
esperienza di tre tipi di predatori: i serpenti e i leopardi, animali che stanziano sul terreno, e
le aquile, che provengono dal cielo.
Chi ascolta il richiamo mette in atto un atteggiamento difensivo, appropriato per quel
determinato suono che avvisa di un particolare pericolo.

Queste vocalizzazioni sembrano funzionare come le parole del linguaggio umano, perché
hanno un riferimento alla realtà esterna.
Ma alla domanda se le vocalizzazioni delle scimmie sono equivalenti alle parole del
linguaggio umano bisogna unire una serie di elementi per rispondere.
Alcuni pensano che queste vocalizzazioni condividono un tratto con il linguaggio, ovvero il
carattere referenziale.
La questione è abbastanza controversa, quest’analogia da un lato regge, dall’altro no.
A un livello superficiale nelle vocalizzazioni esiste un carattere referenziale, ma non è un sì
convinto perché vanno fatto delle specificazioni.

Pagina 25: dibattuto se le vocalizzazioni delle scimmie hanno un significato.


Una serie di autori sostiene che a livello superficiale c’è una qualche somiglianza, il carattere
referenziale tra linguaggio e vocalizzazioni delle scimmie.
Ma se osserviamo quella similitudine a livello cognitivo si nota come non ci siano analogie.
—> non c’è una comunanza di sistemi cognitivi tra vocalizzazione degli ominidi e linguaggio
umano.

Sebbene a un livello superficiale i comportamenti delle scimmie e degli umani possano


sembrare simili, non è invece chiaro se i meccanismi psicologici alla base della
comunicazione nei due casi siano gli stessi.
Ad esempio, quando un cercopiteco risponde in modo appropriato al segnale di allarme per
il leopardo «è impossibile dire se il segnale evochi una rappresentazione mentale esplicita
del leopardo nella mente del ricevente oppure se le scimmie interpretino il richiamo
semplicemente come un imperativo del tipo "sali sull'albero"».
Il richiamo del cercopiteco non è parafrasabile, non ha un contenuto specifico che si può
percepire.

! L’informazione referenziale potrebbe non necessariamente essere codificata nel segnale


acustico.
Così, l'uso delle vocalizzazioni da parte degli animali sarebbe finalizzato non tanto a
comunicare "messaggi" specifici, quanto a suscitare una risposta emotiva nei riceventi
alterando in questo modo i loro comportamenti.
Per tale ragione, l'espressione "comunicazione funzionalmente referenziale" denota il modo
in cui i segnali vengono utilizzati e il modo in cui vengono generate le risposte
comportamentali, ma non i meccanismi cognitivi coinvolti in processi di questo tipo.
Il segnale dunque non ha contenuto informativo alla realtà esterna, ma ha un effetto sul
comportamento altrui.
Più segnali esistono, più è vantaggioso capire e cogliere cosa stia succedendo.
Questi comportamenti, queste vocalizzazioni e segnali nelle scimmie sono innati.
Caratteristica:
-carattere referenziale: le vocalizzazioni non si riferiscono maggiormente, ma possono molto
raramente riferirsi a qualcosa della realtà esterna.

Altra caratteristica: quando analizziamo le vocalizzazioni delle scimmie ci rendiamo conto


che queste sono dipendenti dallo stimolo, vale a dire che sono fortemente legate allo stato
emotivo.
-la flessibilità: le vocalizzazioni non possono essere emesse anche in assenza dallo stimolo
che generalmente le evoca.

Altra caratteristica: da un punto di vista neurale le vocalizzazioni delle scimmie sono diverse
dal linguaggio articolato umano.
Da un punto di vista neurale la produzione vocale delle scimmie è regolata dal sistema
limbico, un sistema che regola le emozioni.
-intenzionalità e controllo volontario dell’emissione sonora: la scimmia non può decidere
volontariamente se emettere o meno un richiamo d’allarme.
—> La scimmia non deve imparare i richiami perché sono innati, ma non è in grado di
incorporare nuovi richiami.
Questi richiami d’allarme sono determinati geneticamente.

Le vocalizzazioni delle scimmie hanno poco in comune col linguaggio parlato umano
poiché esse sono determinate geneticamente.
Ogni specie possiede un repertorio ristretto di richiami le cui caratteristiche acustiche sono
prevalentemente fissate alla nascita e mostrano modificazioni minime durante lo sviluppo.
Le vocalizzazioni dei primati sembrano essere espressione involontaria di emozioni.
“È quasi impossibile per uno scimpanzé produrre un suono in assenza dell’appropriato stato
emotivo.
Le vocalizzazioni delle scimmie sono prevalentemente legate a stati emotivi, sono
contrapposte dal sistema limbico e non sono sottoposte al controllo volontario, come accade
negli umani.
—> Le vocalizzazioni delle scimmie sono controllate dagli stessi sistemi cerebrali che negli
umani controllano il pianto o il riso.

I sistemi gestuali delle scimmie sono flessibili, intenzionali, hanno forme di riferimento e
possono essere utilizzati in diversi e simili contesti.
Il cercopiteco emette un segnale a uno e a molti.

Nel video lo scimpanzé alterna un gesto, quello di indicare, ad uno sguardo.


Questo congiunge due capacità, azione tipicamente umana.
Il fatto che lo scimpanzé alterni il gesto e la comunicazione con lo sguardo ci fa capire il
divario tra i cercopitechi, che attuano un richiamo uno a molti, e questa specie di scimpanzé,
che vuole avere un unico effetto sul destinatario, su un individuo specifico.
Questo può permettere un sistema di alleanze.

Conclusione dalle evidenze primatologiche


—> Si può ipotizzare che «l'antenato comune di esseri umani e scimpanzé fosse meglio
preadattato per sviluppare un sistema di comunicazione volontaria basato su gesti visibili
piuttosto che su suoni».
La nostra linea evolutiva è iniziata con un animale che avesse migliori pre adattamenti che
fossero tali da sviluppare un sistema di comunicazione basata sui gesti.
Vi era una maggiore efficacia comunicativa del sistema gestuale degli ominidi rispetto al
sistema vocale.

Importante per il pre appello (domande per chi segue a lezione):


Il proto linguaggio gestuale: la pantomima
Libri più importanti sul proto linguaggio gestuale:
-how the brain got language “Arbib”
-from hand to mouth (dalla mano alla bocca) “Corballis”
-origins of human communication (l’origine della comunicazione umana) “Tomasello”
Si sostiene l’idea che il legame tra la comunicazione gestuale delle scimmie e il linguaggio
umana sia la pantomima (primi due libri).

Per Arbib la pantomima è la capacità di esprimere una situazione, un oggetto, un’azione,


un’azione o un’emozione senza parole e usando solo i gesti, specialmente gesti imitativi e
altri movimenti.
(definizione stretta)
-Iconic gesturing;
-è considerata principalmente manuale;
asi accorda con una proposta teorica secondo cui la pantomima è emersa dall'attività di
grasping e, nello specifico, da un uso comunicativo di azioni manuali intransitive (non dirette
a un oggetto).

Per Corballis vale la stessa cosa:


«a differenza delle cugine grandi scimmie, gli ominidi erano bipedi e questo potrebbe aver
permesso loro di liberare le mani per l'ulteriore sviluppo della comunicazione manuale.
Il corpo e le mani sono libere di muoversi in quattro dimensioni (tre nello spazio e una nel
tempo) e in questo modo di mimare l'attività nel mondo esterno. Le mani possono anche
assumere le forme degli oggetti o degli animali, e le dita possono mimare i movimenti delle
mani e delle braccia. I
movimenti delle mani possono, inoltre, mimare i movimenti degli oggetti nello spazio e le
espressioni facciali possono comunicare qualcosa delle emozioni legate agli eventi che
vengono descritti»
(definizione stretta, circoscritta)

Ma vi sono alcune criticità delle definizioni manual-based (definizioni strette):


A causa del profilo neuroscientifico del MSH (Mirror System Hypothesis) e del fatto che si
basa sull'azione di afferrare e su altre azioni manuali, la pantomima inizia in modo "snello"
(asciutta) e
"manuale", come esecuzione intransitiva di un'azione normalmente mono- o intransitiva,
come raggiungere uno strumento.
!!Questo può portare a confondere la distinzione tra pantomima e gesto.

Arbib e Corballis affermano che la pantomima (rappresentare la realtà attraverso i gesti)


avviene soltanto con l’uso delle mani.
Ma alcuni autori criticano queste loro definizioni perché affermano che si possa confondere
la pantomima con il gesto.
Ad esempio: il correre lo posso sia minare con i gesti, sia fare.

La pantomima non è soltanto stretta e vincolata a gesto manuale, ma coinvolge una


comunicazione dell’intero corpo.
Il corpo veicola dei segnali.
Alcuni sottolineano il potere comunicativo della pantomima, la caratterizzano come mimetica
(volitiva e rappresentativa); non convenzionale e motivata, ovvero iconica; multimodale;
improvvisata; che utilizza l'intero corpo e lo spazio circostante (piuttosto che esclusivamente
manuale e stazionario); olistica (e non segmentale); comunicativamente complessa e
autosufficiente; semanticamente complessa; dislocata da qui e ora; aperta e universale,
ovvero disponibile per qualsiasi persona voglia adottarla.
—> quanto sostenuto permette di superare la visione ristretta che limita la pantomima alla
comunicazione manuale, e che dunque questa utilizza l’intero corpo e non solamente le
mani.
Questa definizione ampia di pantomima è molto importante per quanto riguarda poi la sua
influenza nel linguaggio.

Film
la fine, una delle ultimissime frasi di Darwin parla che la nostra specie non è al centro
dell’universo, sfida anche le prospettive di Cartesio la differenza qualitativa tra essere
umano e animali è che gli umani hanno l’anima, mentre tipo per Chomsky non è un
evoluzionista si distingue dagli animali per il linguaggio, in questo film Axli dice Charles tu
hai ucciso Dio, l’ha ucciso per diverse ragioni, Darwin chiude con luce sarà fatta sull’origine
dell’uomo è nella sua storia evita di parlare dell’uomo nel primo libro, il punto in questione è
la natura umana e nel 1871/2 parla dell’origine dell’uomo per selezione naturale.
Il coraggio di affrontare la figura di Darwin in modo non scontato, non piegata
per sostenere una tesi di parte ma descritto a partire dalla sua umanità. E di
riscoprire dal di dentro, a partire dall'animo dell'uomo Darwin, le grandi
domande dell'uomo su se stesso e sulla verità, il conflitto, fatto di sofferenza e
di amore, tra scienza e religione.
in fondo qui si mette in discussione l’esistenza di Dio
il film è estremamente efficace nel suggerirci con delicatezza come il personaggio
principale sia stato quasi costretto ad affrontare con impotenza le implicazioni della
sua rivoluzione.
In lui non c’era alcun desiderio particolare di suscitare tumulti religiosi, in particolare
con se stesso come bersaglio. Semplicemente – e inevitabilmente – i tempi erano
maturi: se non l’avesse fatto lui, l’avrebbe fatto qualcun altro, l’evoluzionismo era
pronto per essere divulgato.
È questo l’insegnamento definitivo di Creation, opera sicuramente imperfetta ma
che merita di essere riscoperta: accettare e superare se stessi e le proprie paure,
assecondando il naturale corso del proprio destino.
Sembianze con le lezioni: linguaggio, evoluzione umana se noi l'accettiamo e noi siamo il
risultato casuale che non ci siamo estinti ridimensiona anche le nostre pretese di unicità.
la teoria che darwin fa la fa sull’osservazione di piante e animali di vari continenti.
Un'idea forte legata alla superiorità della civiltà europea rispetto ad esempio a popoli meno
civilizzati, darwin fa una dura lotta contro lo schiavismo.
prova ad inserire nella civiltà i fiuggini, ma alla fine lascia perdere e dice che sono selvaggi.

lezione 6
pantomima si inserisce nell’ordine gestuale del linguaggio umano.
(Arbib,Corvari e Tomasello)
la pantomima come fase intermedia dell’evoluzione del linguaggio tra la comunicazione
fattuale delle grandi scimmie è il linguaggio vocale come lo conosciamo.
stiamo assumendo l’idea che il protolinguaggio dei nostri predecessori sia la pantomima.
due grandi classi di definizioni: definizione ristretta e definizione ampia.
definizione ristretta: la definizione della pantomima finisce con la gestualità
manuale/comunicazione manuale, viene associata ai gesti iconici che sono quei gesti che
facciamo con le dita per mimare ad esempio un movimento.
(Arbib pantomima e gestualità stessa cosa praticamente)
(Narrow definizione che spiega sul libro)
Corvallis pure ne parla, gesti manuali e espressioni facciali.
la critica ( fatta a Arbib) è che questa dimensione non fa emergere le differenze tra
pantomima e il gesto, hanno forti comunanze ma sono due modalità distinte.
definizione ampia: la pantomima è uno strumento efficace perché in assenza un codice
specifico riesce a essere comunque un sistema efficace. permette di superare la visione
ristretta che limita la pantomima alla comunicazione manuale, è iconica.
là dove non c’è un codice condiviso assicura comunque una forma di comunicazione
essendo iconica, da iconico si passa gradualmente a segni più arbitrari.
Ci sono tanti studi dove si chiede alle persone di comunicare attraverso pantomime (
parlante A comunichi senza parlare, quindi con la pantomima, un messaggio X al referente
B).
non è convenzionale e motivata, multimodale (è iconica) ,.

la pantomima permetteva di raccontare storie dai nostri antenati in assenza del linguaggio
verbale;
la prima modalità, il primo mezzo espressivo fosse appunto la pantomima.

negli studi sul gesto ci sono alcuni autori in particolari McNeill, la descrive come una
sequenza di gesti che comunicano/ raccontano una storia, una sequenza di eventi che sono
temporalmente e casuali che riguardano le azioni,motivazioni di un personaggio, con
l’assenza di gesti.
McNeill esclude la vocalizzazione, secondo lui se c’è la pantomima non c’è il linguaggio
vocale, questo stona con la definizione ampia.

Un sistema comunicativo polisemiotico non verbale, mimetico e non convenzionalizzato, che


si riferisce olisticamente a eventi e/o a sequenze di eventi casualmente casuali nel tempo e
distanziati dal qui e ora per mezzo di movimenti coordinati in tutto il corpo.

Laboratorio studio
1)sono comprensibili o no per i bambini
2)se sono comprensibili che sistemi cognitivi si mettono in atto della pantomima.

i comportamenti spiegabili in termini di stati mentali, in termini di credenze, desideri ecc

in questo studio si valuta la Teoria della mente dei bambini, è un test che è stato sottoposto
a una valutazione normativa in vari Paesi, e ci sono dei dati normativi. ( bambino di 8 anni
avrà risposte X ad esempio se va sotto c’è un problema se va sopra quel numero è un
genio)
domanda sulla motivazione, dopo aver risposto alla domanda gli si chiedeva di raccontare la
storia.
Se il bambino non capiva gli venivano dati 0 punti, oppure 1 punto se veniva raccontata la
storia in maniera incoerente/ sbagliata ha compreso qualcosa ma non tutto, oppure 2 punti
se si rispondeva in modo corretto ma non dice tutta la motivazione.
la comprensione, la prestazione veniva trasformata in numeri e ci si accorge che più si va
avanti con l’età più si comprendevano le storie.
competenze della teoria della mente vanno a pari passo con competenze di comprensione.
•la pantomima è un buon mezzo per raccontare storie quindi si è capito
• queste analisi dimostrano che è coinvolta la teoria della mente.
Dal gesto al suono:
lo sviluppo del linguaggio vocale
quali sono stati nel corso dei vari ominidi le modifiche anatomiche orali che hanno permesso
al linguaggio vocale di attestarsi come la comunicazione fondamentale della nostra specie.
molti autori sostengono che con l'homo ergaster la comunicazione diventa molto efficace e
più complessa, la pantomima si evolve di complessità.
la pantomima era sufficientemente complessa da amplificarla in linguaggio vocale.
700/600 mila anni fa ( homo erbergersis?) si inizia a vedere tutti quei meccanismi in cui si
innesca il linguaggio vocale.
le origini della produzione sonora:
differenze anatomiche tra il tratto vocale umano e degli animali non umani (scimpanzé).
da un punto di vista anatomico si osservano caratteristiche diverse, il tratto vocale
sopralaringeo umano è definito a due canne mentre quello animale a canna unica.
la laringe per la posizione in basso che ha nell’essere umano al tratto interno sopralaringeo
a quello della bocca formano un angolo retto dove il tratto della bocca e della gola hanno la
stessa dimensione per questo viene definito a 2 canne.
Nei primati non umani questa cosa non avviene perché il tratto vocale che sta nella bocca
ha una dimensione più lunga rispetto al tratto vocale delle gola, tonsille.
la laringe negli esseri umani è posizionata in basso e permette di ampliare il repertorio
vocale.
il tratto vocale a due canne è legato al fatto che laringe in basso permette di formare
frequenze sonore tipo le vocali, quindi amplia il reperto vocale.
in modo indiretto andiamo a vedere alcuni fossili dell’apparato vocale con alcuni ossicini
collegati all’apparato vocale.
lo spostamento in avanti del foro cipitale ( è il punto in cui la colonna vertebrale entra nel
cranio) quindi da che stavano su quattro zampe diventano bipiti quindi stanno in piedi e
questo aiuta con la laringe e quindi la vocalizzazione.
Steven Maiten citazione dove commenta i dati sul foro capitale, la posizione si è conclusa
con ergaster e erettus non parlavano comunque come noi esseri umani moderni però è
probabile che questa posizione eretta erano in grado di avere un maggiore repertorio
rispetto agli altri antenati.
un altra cosa è l’angolo del basicranio, Liberman studia la posizione della laringe, arriva a
una ipotesi in contrasto con quella dell’inizio lui sostiene che un tratto vocale a due canne è
un’esclusiva dell’uomo sapiens.
e anche il neanderthal non disponeva di un linguaggio articolato.
il tratto vocale a due canne secondo lui emerge 50 mila anni fa, i primi 150 mila anni della
nostra storia di vita non avevamo linguaggi articolati.
questa è un'evidenza empirica, che emerge molto dopo la comparsa della specie biologica il
linguaggio.
Uno degli argomenti importanti che dice è il fatto che emerge così tanto tardi è data dal fatto
che il tratto vocale sopralaringeo è perché abbiamo la laringe in basso nella gola è un
adattamento per il linguaggio, che serve solo per il linguaggio.

Critiche al modello di Liberman da parte di Fitch e Reby.


In tale studio, i due autori hanno mostrato che l'abbassamento della laringe non è una
caratteristica propria di Homo sapiens ma è presente temporaneamente anche in altri
mammiferi (ad esempio nei cervi) nei quali tale abbassamento è correlato alla produzione di
vocalizzazioni che permettono all’animale di “esagerare” la propria taglia corporea. La
laringe bassa nella gola ha l’effetto di allungare il tratto vocale, e un tratto vocale lungo
rende più profondi i suoni i emessi, dal che consegue che la produzione di suoni che una
laringe bassa è in grado di emettere è possibile anche in un tratto vocale con un’anatomia
diversa da quella umana. Questa osservazione non mette in discussione l’importanza
dell’abbassamento della laringe per lo sviluppo della parola, piuttosto suggerisce che tale
abbassamento sia avvenuto inizialmente molto prima della comparsa degli ominidi, e solo in
una seconda fase abbia interessato la linea di discendenza umana. In altri termini,
l’abbassamento della laringe, essendo presente in animali che non parlano, potrebbe non
essere stato un adattamento per il linguaggio articolato, ma essere stato selezionato per
farci sembrare più grandi e spaventare eventuali predatori. In uno scenario del genere
l’utilizzo del tratto vocale sopralaringeo a fini comunicativi si configura come un caso di
exaptation*: la selezione naturale non ha costruito ex novo strutture anatomiche, ma ha
raffinato strutture già esistenti piegandole alla nuova funzione linguistica.

Lezione 7

Osso ioide: un altro elemento utile a ricostruire la posizione della laringe negli ominidi.
L’osso ioide è un osso legato ai tessuti molli della laringe che questi muscoli sono necessari
per la funzione della laringe e questo osso può essere utile per ricostruire la posizione della
laringe nella gola.
gli studiosi vanno a studiare tutte le varie caratteristiche morfologiche rispetto a quelli degli
esseri umani.
la morfologia dell’osso ioide dell’homo heidelbergensis è molto simile alla struttura che
hanno gli essere umani. (homo heidelbergensis ultimo antenato homo sapiens e
neanderthal)
osso ioide dell’esemplare di Kebara (H.neanderthalensis) sostanzialmente identico nella
forma a quello di un essere umano moderno.
caratteristiche acustiche diverse con dei picchi differenti ma la gamma delle vocalizzazione
dei neanderthal era comparabile a quella di homo sapiens.
Sacche d’aria della laringe : quando le scimmie vocalizzano ci sono queste strutture
anatomiche che si riempiono d’aria e rendono più profonde e più potenti le vocalizzazioni
delle grandi scimmie.
sono delle cavità situate sopra le corde vocali e hanno la funzione di produrre suoni più
profondi e che raggiungono distanze più ampie. (tipo se c’è un predatore si devono avvisare)
questa struttura anatomica de da un lato è adattativa per queste funzioni quindi è un
vantaggio di difesa o le scimmie si devono avvisare dall’altra parte è uno svantaggio della
comunicazione complessa diminuiscono la possibilità di discriminare i vari gesti articolatori e
quindi la possibilità di discernere il tipo di suono vocale.

in quali ominidi possiamo dire che queste sacche d’aria si erano perse?
la permanenza o meno delle sacche d’aria nella grandi scimmie e negli essere umani è
indicata in presenza o dall’assenza di una piccola estensione dell’osso ioide a forma di
coppa denominata bolla ioide in cui si estendono le sacche d’arie delle grandi scimmie.
Tale estensione è presente in un esemplare fossile dI Australopithecus afarensis vissuto 3,3
milioni di anni fa.
è assente in esemplari di Homo Heidelbergensis di 600 mila anni fa e di Homo
neanderthalensis di 60 mila anni fa.
Canale dell’ipoglosso: collegano l’anatomia del tratto vocale con le aree del cervello.
il momento in cui si sviluppa il linguaggio non sono più sufficienti i nervi che gestiscono la
lingua .
Indizio Indiretto per ricostruire evoluzione controllo motorio della
lingua
• È attraversato dai nervi che collegano la lingua al cervello.
• Tanto più è grosso, tanto maggiore
sarà l'innervazione.
Canale delle vertebre toraciche: più sono ampie queste canale delle vertebre toraciche più
oltre ai neuroni che controllano la respirazione ci sono altri neuroni che controllano la
respirazione mentre parliamo.
se questo canale tende a diventare sempre più ampio oltre ai neutroni che controllano i
muscoli durante la respirazione si sono aggiunti anche quelli che controllano i muscoli
durante il parlato.
(ci sta un adattamento)
questi sono indizi sul controllo neurale : il canale dell'ipoglosso e il canale delle vertebre
toraciche
(indizio anatomici sono gli altri scritti prima).

Analisi dei calchi endocranici (paleoneurologia)


facendo dei calchi in base alle particolari strutture ossee è possibile portare alla luce
particolari strutture anatomiche delle aree del cervello.
possiamo riprodurre la struttura del cervello e in base alle dimensioni di questo cervello è
possibile rinvenire le stesse strutture che oggi sono simili al cervello umano.
Rispetto al linguaggio sostanzialmente questi studi puntano l’attenzione su due aree.
la morfologia di superficie del cervello non è necessariamente correlata con le funzioni
cerebrali interne.
gli studi sui calchi endocranici non consentono di derivare conclusioni affidabili
sull’evoluzione delle aree linguistiche.
in questo video si parla anche della capacità di sentire le frequenze dei suoni.
emerge un quadro in cui l’homo di neanderthal aveva un linguaggio molto sofisticato quindi
quello che dice Liberman è messo in discussione da tutti questi dati.

Il canto degli uccelli: l'obiettivo è spiegare l’apprendimento vocale.


andiamo a puntare sulle evidenze genetiche.
gli uccelli dal punto di vista dell’apprendimento vocale sono particolarmente brillanti le
scimmie non molto invece.
Aristotele e Darwin scrivo dei testi dove parlano appunto degli uccelli e il loro canto.
individuano nell’apprendimento vocale tra umani e animale un analogo.
nelle scimmie l’apprendimento vocale è quasi assente non sono in grado di apprendere
nuovi suoni se non quelli che hanno preso dal loro apprendimento genetico.
gli uccelli invece da in base a dove vengono esposti imparano l’apprendimento vocale.
Le scimmie riproducono pur senza esposizione i richiami della loro specie biologica gli
uccelli se vengono esposti a altri canti non riproducono per forza i canti della loro specie
biologica.
queste intuizioni di Darwin e Aristotele sono confermati dagli studi moderni.
Predisposizioni biologiche + esperienze specifiche = apprendimento vocale.
(abbiamo un meccanismo molto simile a livello generale a quello degli uccelli)
idea del periodo critico, ( esempio il caso dei ragazzi selvaggi ) ovvero che l’apprendimento
del linguaggio avviene in una finestra temporale al di fuori della quale diventa veramente
complicato se non impossibile apprenderlo, stessa cosa del periodo critico avviene negli
esemplari mandarini , esemplari sottoposti all’apprendimento di un nuovo canto passato un
certo periodo dalla nascita (100 giorni) non furono più in grado di assimilare la melodia
ascoltata.
I bambini tendono ad apprendere prevalentemente la lingua dei genitori piuttosto che una
lingua diversa qualora siano esposti a entrambi contemporaneamente.
questa stessa cosa viene anche negli uccelli canori.
i bambini appena nati che non hanno costruito già un repertorio tendono a imitare quello dei
genitori.

(ragazzo selvaggio: Victor dell'Aveyron esperimento fallito per far vedere come
l’apprendimento vocale visto che non è mai stato esposto ad apprendimenti linguistici è stato
impossibili insegnargli il linguaggio,il privamento sociale ha un impatto prevalente sul
linguaggio e sulle competenze empiriche ad esempio)

Lezione 8
Similitudine con il linguaggio umano-> processo di creolizzazione delle lingue umane
Tale processo si verifica quando due o più comunità parlanti lingue diverse entrano in
contatto tra loro e inventano ex novo un codice di comunicazione caratterizzato da
espressioni semplici (un lessico mutuato dalle diverse lingue di partenza) e soprattutto
dall'assenza di una struttura
grammaticale: il pidgin. Se un pidgin viene appreso dai bambini di una comunità come
lingua nativa, esso tenderà a evolversi nel corso di pochissime generazioni nel creolo, un
codice comunicativo più complicato dal punto di vista sintattico-lessicale rispetto al pidgin e
che con il tempo assume i connotati di una lingua vera e propria (Bickerton, 1984; Pinker,
1994). A partire da queste considerazioni, l’idea è che gli esemplari di diamante mandarino
esposti ai canti isolati, così come i bambini esposti al pidgin, tendano a rendere le loro
melodie gradualmente più complesse attingendo da una sorta di “bioprogramma” (Bickerton,
1984) contenente le caratteristiche essenziali del sistema comunicativo specie-specifico.
il pidgin sono quei sistemi di comunicazione sorti per esempio quando persone che
parlavano lingue diverse dovevano comunicare hanno dato vita a un sistema che andasse
bene a entrambi aveva un vocabolario molto limitato, sistemi di comunicazione
prevalentemente fatti di poche parole privi di grammatica che consente un minimo scambio
comunicativo.
i figli dei creatori del pidgin hanno uno stimolo povero quindi però la lingua che loro poi
producono è più complessa del pidgin perché magari introducono la grammatica quindi
introducono un processo di creolizzazione.
output che questi bambini producono è un output complesso con la grammatica, la
grammatica come la prendono? come dicono gli innatisti c’è l’hanno innata.

argomento a favore dell’ innatismo perché i bambini sono esposti a uno stimolo povero. un
passaggio da un input povere a uno ricco sia stato innato.
se l'input dato quindi è un codice comunicativo privo di strutture grammaticali, l’output dato
dai bambini sara evoluto e assumerà un sistema sintattico più evoluto.

anche agli uccelli che che imparavano il pidgin questa sorta di “canto migliorato” veniva poi
insegnato ad altri esemplari della stessa specie, che a loro volta, generazione dopo
generazione, tendevano a produrre melodie che progressivamente si avvicinavano al canto
proprio del diamante mandarino. Questa scoperta è particolarmente interessante. Secondo
alcuni studiosi, infatti, il comportamento messo in atto da questo uccello presenta forti
similarità con il processo di creolizzazione delle lingue umane.

SINTASSI: ciò che caratterizza il linguaggio umano, insieme di regole che permettono di
organizzare gerarchicamente elementi espressivi al fine di produrre una sequenza ordinata.
il linguaggio degli uccelli come il linguaggio umano, si fonda sulla capacità di combinare e
discriminare stimoli uditivi sulla base di regole grammaticali.
combinazioni di elementi sonori.
dopo una consonante ci va una vocale in italiano.
il fatto che ci sia una regola c’è una qualche forma di sintassi quindi, queste regole di
transizione sono l’equivalente che gli uccelli utilizzano per produrre i loro canti.
-> il passero del Giappone sembrava essere in grado di analizzare il contenuto sintattico
dell’informazione uditiva: un'abilità cognitiva tradizionalmente ritenuta unicamente umana.
come si spiegano queste similarità?
GENE FOXP2
evidenza genetica, questa similarità che osserviamo negli uccelli e negli umani c’è un gene
che ha un ruolo importante nell’apprendimento vocale, questo gene è molto importante per
dar conto ad alcuni aspetti dell’apprendimento vocale quindi.
•negli umani implicato nel controllo oro-motorio
•negli uccelli coinvolto nell’apprendimento canoro

alterazioni di FOXP2 in homo sapiens: aprassia (disprassia) verbale


disturbo motorio dello speech caratterizzato da eloquio rallentato, distorsioni di vocali e
consonanti e pause frequenti tra le parole e tra le sillabe.

le persone che ne soffrono hanno difficoltà a programmare i movimenti articolatori necessari


per parlare,nel produrre in modo rapido,accurato e costante nel tempo gli schemi motori
articolatori necessari a produrre un messaggio. esistono diversi livelli di gravità, da lievi a
gravi e possono includere difficoltà nell’articolazione delle parole, ritardo nello sviluppo del
linguaggio, problemi di memoria a breve termine e difficoltà nell’ apprendere nuove parole o
frasi. la disfasia associata a FOXP è un disturbo farò e colpisce sia maschi che femmine.
FOXP2: omologie (profonda) (area di Broca, omologia delle scimmie e dell’area F5)
omologia -> tratto condiviso tra due taxa derivata da un antenato comune. due tratti pur
derivando da una stessa struttura, non necessariamente hanno la stessa funzione (possono
ma non devono)
omologia profonda -> tratto condiviso tra taxa filogeneticamente distanti tra loro implicato sia
nell’apprendimento del linguaggio articolato sia all'apprendimento del canto degli uccelli.
(antenato comune)
Analogia -> strutture che in animali diversi hanno la stessa funzione (e sono simili anche per
aspetto), ma non sono ereditati da un medesimo antenato comune. Ad es., tratti analoghi
sono i polmoni nei mammiferi, le branchie dei pesci e le trachee degli insetti
Un gene simile al foxp2 risultava nel DNA del Neanderthal. Diverse versioni di foxp2 sono
presenti in tanti animali, ma non mutate o evolute come quello che intendiamo noi. Il vero
primo esempio di foxp2 molto simile al nostro lo troviamo dunque nei Neanderthal, a
dimostrare che il Neanderthal aveva un linguaggio molto simile al nostro.

Lezione 9
Scienze cognitiva classica prospettiva di Chomsky che nasce in reazione al
comportamentismo, nasce come critica alla prospettiva dei comportamenti umani stimolo
risposta.
Chomsky dice che soltanto lo stimolo non è sufficiente per dar conto delle competenze che
si sviluppano.
Per Chomsky la grammatica è innata e per lui comprendere il linguaggio significa
comprendere la sintassi della frase.
la prospettiva chomskiana è totalmente opposta alle prospettive pragmatiche, per quanto
riguarda il linguaggio.
soprattutto a partire dagli anni 80 si è creata come reazione a chomsky si è creata la scienza
cognitiva incarnata, le prospettive incarnate della mente pensano che i processi cognitivi non
avvengono per forza nella scatola cranica ma da tutte le interazioni che l’uomo ha con
l’ambiente.
il modello della comunicazione associabile al modello di linguaggio di Chomsky è il modello
del codice, per chomsky il linguaggio non serve alla comunicazione lo sgancia dalla
comunicazione tuttavia noi mostriamo che questo modo di intendere il linguaggio può essere
associato a un particolare modo di intendere la comunicazione.
Il modello standard della comunicazione
1 La comunicazione verbale è totalmente esplicita tutto ciò che si vuole comunicare deve
essere codificato nell’ enunciato.
2 La codifica-decodifica degli enunciati permette la condivisione dei pensieri tra parlante e
ascoltatore.
3 La rappresentazione semantica di una frase corrisponde sempre al pensiero che si vuole
esprimere con quella frase.
è un modello che non prevede incomprensioni.
proprio perché c’è un identità tra pensiero e linguaggio, quello che io penso lo metto in
parole, quello che io ho in mente coincide con quello che io dico.
La rappresentazione semantica della frase coincide sempre con quello che io penso e quello
che io esprimo.
Tutto ciò che serve per comprendere un enunciato è che la mente disponga di un sistema (
un parser sintattico) in grado di elaborare la struttura in costituenti degli enunciati.
l’elaboratore sintantattico è il solo meccanismo per comprendere gli enunciati a livello dei
dispositivi mentali.
Perché un dispositivo del genere si attiva soltanto in presenza dello stimolo appropriato i
processi di comprensione linguistica seguono come conseguenza automatica e obbligatoria
dell’attività di elaborazione del modulo linguistico.
appena il modulo capta lo stimolo per il quale è progettato viene subito attivato.
Se l’analisi sintattica è condizione necessaria e sufficiente per comprendere le espressioni
linguistiche, qualsiasi informazione esterna all'enunciato è irrilevante ai fini della
comprensione.
tutto cioè è legato alla mente modulare è l’idea che la mente sia composta da moduli, ogni
modulo elabora specifiche informazioni e non interagisce con altri moduli, elabora sintassi
non immagini ed è un modulo di dominio.
La comprensione linguistica quindi è qualcosa che viene in maniera automatica e obbligata
senza sforzo.
La scienza cognitiva classica : Jackendoff , il destinatario riconosce una sequenza di suoni e
il cervello decodifica in maniera automatica e inconscia il suono emesso in una struttura
fonologica interna e l’associa in un’idea o a un pensiero.
forma logica è il formato leggibile dal modulo e lo decodifica, questo stimolo esterno viene
modulato e poi alla fine del processo si arriva ad associare quegli stimoli dati a un pensiero.
La forma logica comune permette la comprensione linguistica: Fodor, nella forma logica
sono contenute tutte le informazioni di cui il parlante ha bisogno per comprendere un
enunciato.

il modulo elabora frasi, la parola non è una frase, quindi la singola parola non fa parte di
questo modello della comprensione del linguaggio perché in questo modello si comprendono
frasi.

Lezione 9
La scienza cognitiva classica di Chomsky nasce in relazione al comportamentismo. Nasce
come critica alla prospettiva dei comportamenti umani stimolo riposta.
Non è vero che tutto ciò che conta è lo stimolo o l'esperienza. Nasce così la scienza
cognitiva classica, fondato sulla grammatica e sul linguaggio. Per Chomsky comprendere il
linguaggio significa comprendere il senso della frase, comprendere la sintassi, un modello
fondato sulla frase. Il linguaggio coincide con la sintassi, e l'elaborazione linguistica coincide
con l'elaborazione della frase. La prospettiva chomskyana è associabile ad un modo di
intendere la comunicazione che ad oggi è incoerente, un modello astratto che porta diversi
problemi. Negli anni 80 del secolo
scorso è nata una scienza cognitiva contro le prospettive chomskyane chiamata scienza
cognitiva incarnata. Basata sulle prospettive incarnate nella mente, cioè che i processi
cognitivi non avvengono solo nella scatola cranica, ma anche al di fuori, sono importanti
quindi tutte le relazioni che si hanno con l'ambiente esterno.

Il modello della comunicazione del codice

Chomsky dice che il linguaggio non è comunicazione, tuttavia noi dimostriamo che questo
modo di intendere il linguaggio può essere associato alla comunicazione stessa.
Il modello del codice dice che comunicare sia trasmettere informazioni. Ci sono tre punti
fondamentali,
-La comunicazione verbale è totalmente esplicita, ovvero che tutto ciò che il parlante vuole
comunicare è espresso nell’enunciato proferito, il parlante ha un pensiero, lo codifica in
parole, se il parlante e ascoltatore parlano la stesso codice naturale la comunicazione andrà
a buon fine. Solo in caso di ostacoli sul canale allora non verrà codificato bene.
-La codofica-decodifica degli enunciati permette la condivisione di pensieri tra parlante e
ascoltatore.
-La rappresentazione semantica di una frase corrisponde sempre al pensiero che si vuole
esprimere con la frase stessa, tecnicamente la rappresentazione semantica della frase
corrisponde sempre al pensiero che si vuole esprimere.

Modello del codice nella scienza cognitiva

Tutto ciò si traduce in questi tre elementi,


-Tutto ciò che serve per comprendere un enunciato è che la mente disponga di un sistema in
grado di elaborare una struttura in costituenti degli enunciati, quindi ciò che ci serve è un
elaboratore sintattico che ci permetta di comprendere l’enunciato, quindi tutto ciò che serve
per spiegare come viene l'elaborazione del messaggio.

-Se l'analisi sintattica è una condizione necessaria e sufficiente per comprendere le


espressioni linguistiche qualsiasi informazione esterna all’enunciato è irrilevante ai fini della
comprensione,

-Poiché un dispositivo del genere si attiva soltanto in presenza dello stimolo appropriato,
sequenze verbali che esibiscono una struttura in costituenti. I processi di comprensione
linguistica seguono come conseguenza automatica e obbligata dell'attività di elaborazione
del modulo linguistico.

Tutto ciò è legato alla mente modulare, (modulo = sistema specifico per dominio), ogni
modulo elabora l'informazione per le quali è progettato e non entra in relazione agli altri
moduli, ad esempio la Grammatica Universale elabora sintassi e non immagini. Appena il
modulo capta lo stimolo per il quale è progettato si attiva, quindi è obbligato, e infatti ne
deriva il fatto che la comprensione linguistica avviene in modo automatico e obbligato senza
sforzo.

Il modo di intendere il linguaggio nella scienza cognitiva classica si basa in modo implicito
nella teoria del codice. Secondo Jackendoff l'onda sonora emessa da Enrico in quanto
evento fisico non è una parola o un enunciato ma conta come una parola o un enunciato per
Sandro, il cui cervello converte automaticamente e inconsciamente il suono emesso in una
struttura fonologica interna ed associa essa ad un’dea o pensiero. Questo vuol dire che la
mente in modo automatico e obbligato decodifica il suono emesso da A in una
rappresentazione mentale fonologica e in una sequenza di simboli elaborabili dal modulo ed
in strutture in cui il modulo può andare a fare le sue rappresentazioni. Quindi il cervello
elabora questi stimoli in un formato leggibile dal modulo e li associa ad un pensiero.
Sostanzialmente è la stessa cosa che ci dice il modello del codice.

La forma logica comune permette la comprensione linguistica.

La struttura logico grammaticale di una frase è determinata dalla sua costituzione fonetica;
quest'ultima è a sua volta determinata unicamente da certe sue proprietà acustiche.
Nella forma logica sono contenute tutte le informazioni di cui il parlante ha bisogno per
comprendere l’enunciato. La struttura logica è determinata dalla sua costruzione fonetica, le
proprietà acustiche della frase sono rivelabile dai trasduttori, apparato periferico del modulo
che capta gli stimoli, quindi capta la struttura fonetica e la passa al modulo. Se un
trasduttore capta uno stimolo che ha una certa costituzione fonetica che rispecchia una
determinata struttura grammaticale basta per comprendere lo manderà al modulo che lo
comprenderà. Quindi serve un paster sintattico, un elaboratore sintattico, che scompone
l’enunciato in simboli del linguaggio del pensiero che verrà restituito come informazione
compresa.

Pincker e Bloom e Fodor


Pincker e Bloom dicono che nel linguaggio è possibile rintracciare prova dell'esistenza di un
progetto finalizzato alla comunicazione di strutture proposizionali attraverso un canale
seriale. Fodor dice che la comprensione del linguaggio è simile ad un riflesso, automatica ed
obbligata, senza sforzo. Inoltre Pinker aggiunge che i nostri pensieri ci escono dalla bocca
con così poco sforzo che spesso ci imbarazzano.

Sistemi modulari
Fodor dice che il nostro cervello è organizzato in aree specializzate per comprendere in
maniera efficace la comunicazione. I sistemi modulari sono:
- Incapsulati informativamente, ciacsun modulo è isolato dal resto

-Obbligatori, l'attivazione del processo è automatica

-Veloci

-Innati

-Associati ad un'area del cervello,

-Specifici per dominio

Esempio incapsulamento, linee lunghe che inizialmente sembravano diverse, ma dopo una
conoscenza nuova data dovrebbe cambiare il punto di vista visivo dell’interessato, ma non è
così perché il modulo della visione è incapsulare quindi continuerà a vederli così.
Fodor dice che un sistema idoneamente incapsulato può riconoscere attendibilmente l'ironia
degli enunciati, ma è certo che non è possibile proporre plausibilmente come possa essere
fatto. Ad esempio l'ironia è un caso in cui io dico una cosa ma ne intendo un'altra, il punto è
che abbiamo di fronte una proposizione, ma come fa il modulo a fare un inferenza alla
migliore spiegazione, a passare da ciò che si dice a ciò che si intende?
Non lo fa, il modulo non fa queste inferenze, non spiega i significati non letterali. Questo
porta Fodor e Chomsky a dire che i significati non letterali sono fenomeni marginali del
linguaggio. Secondo la prospettiva classica utilizziamo il linguaggio in senso letterale, ma in
realtà non è così, perché in realtà gran parte delle volte in cui noi utilizziamo il linguaggio è
in senso non letterale, allora ciò vuol dire o che sbagliamo noi o che il codice del modulo del
linguaggio non è corretto.

Ciò lo confermano le patologie del linguaggio (Es infermiera e bambina autistica dammi la
mano), questo è un enunciato innocuo non è sufficiente una comprensione letterale di
quest'ultimo.

Quindi la comprensione letterale non è unica, e tutto ciò non è marginale perché spesso
utilizziamo frasi che letteralmente non hanno senso in quel contesto per comunicare una
determinata risposta. Es A: “ci andiamo a prendere un caffè?” B:”il caffè non mi fa dormire”,
la risposta letteralmente corretta sarebbe stata si o no invece viene data una risposta
letteralmente incorretta per intendere un qualcosa.

Teorie pragmatiche e Grice

Come si passa da ciò che il parlante dice a ciò che il parlante intende dire? Esiste cioè un
gap tra la rappresentazione semantica della frase e l'interpretazione degli enunciati da parte
dell’ascoltatore. Tutto ciò ha come punto di riferimento Grice, ci dice che il significato è visto
come intenzione, e non più il significato proposizionale ed inoltre che comprendere il
linguaggio è fare un’ipotesi sull'intenzione del parlante. (Importante è anche il principio di
cooperazione...) , spiega il passaggio di ciò che si dice a ciò che ci vuole dire grazie a ciò,
una regola, un principio che orienta e da ordine alla nostre conversazioni.
Secondo Grice si possono vedere due diversi significati degli enunciati. Il significato
dell'espressione e quello del parlante,il primo riguarda il significato che l'espressione ha
convenzionalmente, quindi il significato letterale;
il secondo invece il significato con cui il parlante usa l'espressione, per chi parla comunicare
significa esprimere intenzione e stati mentali, mentre per chi ascolta riconoscere intenzione
o stati mentali.
Gli stati mentali non possono essere semplicemente decodificati ma devono essere inferiti
dal comportamento del soggetto e dalle informazioni ricevute.
Un enunciato non è un messaggio codificato ma un indizio fornito intenzionalmente. Questi
stati mentali non stanno nella proposizione e quindi per questo non possono essere
semplicemente codificati. Quindi non più significato letterale ma intenzione.

Comunicare secondo la prospettiva pragmatica


Comunicare vuol dire produrre un effetto nel destinatario. Il parlante P vuole dire qualcosa
mediante l’enunciato E ed ha intenzione che il riferimento di E produca un certo effetto nel
destinatario D grazie al riconoscimento di questa stessa intenzione. Come ad esempio
l'ironia. Il parlante P vuole dire che il tempo è brutto usando l’ironia mediante l’enunciato
“che bella giornata”, ha intenzione che questo enunciato arrivi con ironia al destinatario D
che lo comprenderà.

Tutto ciò si basa sull'idea di implicito ed esplicito. Nel modello del codice la comunicazione è
tutta esplicita, le prospettive pragmatiche invece dicono che molto spesso noi comunichiamo
molto di più di quanto diciamo verbalmente, quindi non esplicitiamo tutto. Questo concetto è
racchiuso nelle implicature, ovvero quel modo di usare il linguaggio e suggerire che c'è
molto di più di quello che è stato detto.
Esistono due tipi di implica ture, convenzionali, perché noi suggeriamo che c'è qualcosa in
più di quello che abbiamo detto usando le inferenze stesse, Luca è ricco e onesto MA…, il
ma implica convenzionalmente l'esistenza di un contesto tra ricchezza e onestà,
implicitamente ti sto dicendo che chi è ricco non è onesto. Tutto ciò non c'è nell’enunciato.

Implicature conversazionali, proposizioni addizionali che non dipendono dal significato delle
parole utilizzate ma da alcune caratteristiche generali del discorso. A: “andiamo al cinema?”
B: “sono stanca” Non dici di no ma intendi un'altra cosa per farlo capire implicitamente.

Lezione 11
(ripasso lezione 10)
Pertinenza e sistemi cognitivi
la pertinenza dar conto dei meccanismi cognitivi che permettono di comprendere il
linguaggio.
modello della GU e la teoria pragmatica differenziano, nel modello chomskiano si parla solo
della sintassi mentre nella teoria pragmatica abbiamo un meccanismo cognitivo che non è
specifico per il linguaggio ma comprendere l’intenzione del parlante quindi non è codificata
nella sintassi del messaggio, abbiamo di fronte due modelli diversi nei confronti del
linguaggio.
Modello pragmatico è un modello più ampio di quello chomskiano.
I meccanismi cognitivi sono differenti.
Teoria della mente: interpretabile come modulo
è un dispositivo che ci aiuta e ci permette di vedere i comportamenti altrui…(vedere sul libro)
Heider e Simmel
Fodor da una risposta molto limitata su quanta parte del nostro sistema è modulare, lui dice
solo una piccolissima parte, tipo il ragionamento è una competenza cognitiva che non ha
quelle caratteristiche di un modulo.
Per Sperber la teoria della mente è un modulo, è obbligato, si attiva e attribuisce stati
mentali.
Ha una base innata, ci sono alcune tappe fondamentali che sono universali, è cablato nei
nostri geni ma comunque segue uno sviluppo ontogenetico.
Il gioco di finzione (dai 18 mesi)
Leslie, per essere capaci di giocare correttamente e capire il gioco altrui occorre una
capacità metarappresentazionale.
Senza di essa, il bambino che gioca a far finta si starebbe ingannando, ne potrebbe capire
che qualcuno sta fingendo e non si sta ingannando quando avvicina una banana all’orecchio
trattandola come un telefono.
Ci sono una serie di competenze importanti che si sviluppano nei primi anni di vita.
un altro test per la teoria della mente è il test della falsa credenza, viene fatto ai bambini dai
3-4-5-6 anni, lo sperimentatore ha due bambole e dice al bambino questa è Sally che ha un
cestino e mette una biglia nel cestino poi esce e va a fare una passeggiata, Annie che sta
nella scatola quando Sally va a fare un passeggiata sposta la biglia nella scatola, quando
Sally torna dove cercherà la biglia? I bambini intorno ai 4 anni di età risponderanno bene,
prima dei quattro anni i bambini non passano il test della falsa credenza non riescono a
concepire che le persone possano avere delle false credenze che non corrispondono alla
realtà.
I bambini con autismo non superano mai il test della falsa credenza e bambini che lo
superano che hanno 9-10 anni ci sono delle difficoltà a vario grado a superare questo test
della falsa credenza.
Test degli smartist, sempre test della falsa credenza.
Tom e comunicazione ostensiva (pag 47)
Condizione accidentale: lo sperimentatore dopo aver chiamato il bambino accidentalmente e
senza guardarlo, spinge le chiavi nella sua direzione.
Condizione intenzionale: lo sperimentatore dopo aver chiamato il bambino lasciava cadere
le chiavi, fino ad allora le aveva tenute in mano senza che il bambino vedesse,dopodiché
per caratterizzare le caduta delle chiavi come un fatto accidentale, esclama “Ops”, quindi
raccoglieva le chiavi e le portava alla vista del bambino però senza guardarlo.
Condizione ostensiva: lo sperimentatore tenendole ben visibili guardava le chiavi
successivamente dirigeva lo sguardo verso il bambino e poi nuovamente verso le chiavi.
In quale delle tre condizioni il bambino recupera le chiavi?
(dai 18 mesi) I bambini prendono le chiavi solo nella condizione ostensiva mostrando di
comprendere correttamente tale atto di ostensione come una richiesta indiretta da parte del
comunicatore di raccogliere le chiavi per continuare il gioco.
I bambini sembravano comprendere in modo inferenziale l’intenzione comunicativa dell’
adulto.

Quindi si è suggerito che lo sviluppo della teoria della mente può essere scomposta in due
fasi, la prima in cui essa è una competenza implicita,cioè dove i bambini hanno una
conoscenza generale e non specifica degli stati mentali altrui ovvero un tipo di teoria della
mente che non richiede l’utilizzo del linguaggio.
Teoria della menta esplicita, che permette ai bambini di 4 anni di superare il test della falsa
credenza.
differenza tra una teoria della mente esplicita che si appoggia ad altre capacità ad esempio il
linguaggio, teoria implicita non si appoggia sul linguaggio è una teoria non proposizionale,
mentre esplicita l’attribuzione di stati mentali avviene attraverso attribuzioni proposizionali.

Questa distinzione è importante perché se vogliamo rispondere alla domanda se la teoria


della mente è presente anche negli scimpanzé, apriamo la possibilità che anche animali che
non hanno il linguaggio, vediamo se hanno una condizione ostensiva inferenziale degli
animali.
Tom nei primati non umani
teoria della pertinenza se è continuativa e evoluzionistica.
1 cosa vedere se c’è teoria della mente nei primati non umani, se la risposta è si allora
possiamo vedere poi se questa teoria della mente nei primati non umani è posta al servizio
della comunicazione non intenzionale.
Gli sperimentatori fanno non interagire una femmina scimpanzé con uno scimpanzé
maschio alfa, gli sperimentatori nascondono nelle buche il cibo è la femmina li vede mentre il
maschio alfa no.
La femmina appena può va apre la buca e inizia a mangiare il maschio alfa la vede va verso
la femmina la sposta e mangia lui per primo.
La femmina va verso la seconda buca scava trova il cibo e inizia a mangiare e il maschio
alfa si disinteressa del cibo che stava mangiando va verso la femmina la sposta e inizia a
mangiare il cibo della seconda buca a un certo punto il maschio alfa si disinteressa del cibo
e segue la femmina perché ha una qualche comprensione che la scimmia abbia conoscenze
di dove sia il cibo.
La scimmia si accorge che il maschio alfa la segue e allora scava una buca falsa
ingannando il maschio alfa che comincia a scavare senza trovare nulla.
Questo inganno tattico.
Tomasello dice che questi casi sono teoria della mente in senso ampio, una teoria della
mente più debole della teoria della mente umana dove questi primitivi non umani non
supererebbero il test della falsa credenza.
Gli scimpanzé hanno la teoria della mente in senso ampio ma non hanno la teoria della
mente in senso stretto non hanno la capacità di attribuire stati mentali agli altri.
2016 esce un articolo che fondamentalmente cambia le carte in tavola dove si dimostra che
anche le grandi scimmie sono in grado di passare il test della falsa credenza.
Si utilizza una metodologia che si basa sul completamente dello scimpanzé e posso capire
se lo scimpanzé ha attribuito una credenza falsa sulla gente.
la domanda è stata se le grandi scimmie quando comunicano comunica in modo
intenzionale cioè se comunicano basandosi sugli stati mentali altrui? la risposta è sì.
Richard Moore conferma proprio ciò.
Ciò accade quante sia nell’ambito della comunicazione gestuale come visto ora, sia vocale,
utilizzano un sistema ostensiva inferenziale.
Video visto in aula, gli sperimentatori osservano il comportamento di alcuni scimpanzé nella
loro vita, mettono un serpente finto e osservano quello che accade.
Lo scimpanzé si accorge del serpente si gira dietro emette una vocalizzazione, un richiamo
di allarme e l’altro esemplare sente questo richiamo e si ferma, il primo scimpanzé controlla
chi c’è dietro e poi emette il richiamo d’allarme.
aiutare informando, lo scimpanzé sta informando l'altro perché sembra riuscire a comprare
la differenza tra le conoscenze che lui ha e le non conoscenze che l’altro esemplare non ha
e quindi è importante informarlo perché il serpente è un pericolo.
Il linguaggio umano possiamo distinguerlo dalla comunicazione delle scimmie perché noi
umani siamo in grado di dare informazioni quindi tutta la prospettiva di tomasello della
differenza tra le due specie è basata su ciò, ma secondo quest’ultimo studio tutto ciò non è
vero e gli scimpanzé sono in grado di informare selettivamente i propri membri del
gruppo,esemplari che gli conviene aiutare (amici del gruppo).

Anche i primati non umani utilizzano la lettura della mente a fini comunicativi.

Tom e origine del linguaggio, il lettore della mente procede logicamente e temporalmente il
linguaggio. (citazione pag 151)
Scenario 1 (pag 47)

Potrebbero piacerti anche

pFad - Phonifier reborn

Pfad - The Proxy pFad of © 2024 Garber Painting. All rights reserved.

Note: This service is not intended for secure transactions such as banking, social media, email, or purchasing. Use at your own risk. We assume no liability whatsoever for broken pages.


Alternative Proxies:

Alternative Proxy

pFad Proxy

pFad v3 Proxy

pFad v4 Proxy