Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno

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Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno
Archidioecesis Salernitana-Campaniensis-Acernensis
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaCampania
 
Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Amalfi-Cava de' Tirreni, Nocera Inferiore-Sarno, Santissima Trinità di Cava de' Tirreni, Teggiano-Policastro, Vallo della Lucania
 
Arcivescovo metropolita e primateAndrea Bellandi
Vicario generaleAlfonso Raimo[1]
AusiliariAlfonso Raimo[1]
Arcivescovi emeritiGerardo Pierro,
Luigi Moretti
Presbiteri270, di cui 210 secolari e 60 regolari
2.025 battezzati per presbitero
Religiosi96 uomini, 263 donne
Diaconi83 permanenti
 
Abitanti548.900
Battezzati547.000 (99,7% del totale)
StatoItalia
Superficie1.398 km²
Parrocchie163 (11 vicariati)
 
ErezioneV secolo (Salerno)
19 giugno 1525 (Campagna)
XII secolo (Acerno)
in plena unione dal 30 settembre 1986
Ritoromano
CattedraleSanta Maria degli Angeli e San Matteo Apostolo
ConcattedraliSanta Maria della Pace
San Donato
Santi patroniMatteo apostolo
Antonino di Sorrento
Donato d'Arezzo
IndirizzoVia Roberto il Guiscardo 2, 84125 Salerno, Italia
Sito webwww.diocesisalerno.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Ambone della Cattedrale di Salerno attribuito all'arcivescovo Niccolò d'Aiello
Facciata della concattedrale di San Donato di Acerno
Facciata della concattedrale di Santa Maria della Pace di Campagna
Organo a canne realizzato nel 1759 della concattedrale di Santa Maria della Pace di Campagna
L'ex seminario arcivescovile di Salerno, oggi sede del museo diocesano di Salerno
La sede della curia arcivescovile di Salerno
Il santuario della Madonna di Avigliano

L'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno (in latino Archidioecesis Salernitana-Campaniensis-Acernensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Campania. Nel 2022 contava 547.000 battezzati su 548.900 abitanti. È retta dall'arcivescovo Andrea Bellandi.

L'arcivescovo di Salerno si fregia, dal 1285, data di fondazione del Regno, del titolo, attualmente puramente onorifico, di primate del Regno di Napoli.[senza fonte]

I santi patroni dell'arcidiocesi sono:

Altri santi di cui si fa particolare memoria sono: san Felice presbitero, i santi Fortunato, Gaio e Ante, e il santo pontefice papa Gregorio VII.[2]

L'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno comprende comuni appartenenti a due province della Campania:[3]

Sede arcivescovile è la città di Salerno, dove si trova la cattedrale di Santa Maria degli Angeli e San Matteo Apostolo. A Campagna e ad Acerno sorgono due concattedrali dedicate rispettivamente a Santa Maria della Pace e a San Donato.

Il territorio si estende su 1.398 km² ed è suddiviso in 163 parrocchie, raggruppate in 11 foranie: Salerno est, Salerno ovest-Ogliara, Battipaglia-Olevano, Buccino-Caggiano, Calvanico-Baronissi-Pellezzano, Campagna-Colliano, Eboli, San Severino-Siano-Bracigliano-San Giorgio, Montecorvino-Pontecagnano-Acerno, Montoro-Solofra, San Cipriano-Giffoni.

Provincia ecclesiastica

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La provincia ecclesiastica di Salerno-Campagna-Acerno comprende le seguenti suffraganee:

L'odierna circoscrizione ecclesiastica è frutto dell'unione, attuata nel 1986, dell'arcidiocesi di Salerno con le diocesi di Campagna e di Acerno.[4]

Arcidiocesi di Salerno

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Risale agli inizi dell'era cristiana la diffusione del cristianesimo a Salerno, attestato a partire dal III secolo secondo il Chronicon Salernitanum (seconda metà del X secolo), a cui si deve la testimonianza più antica del culto dei martiri salernitani Fortunato, Gaio e Ante.

Incerta è l'origine della diocesi. La tradizione tramanda i nomi di alcuni santi vescovi salernitani vissuti nei primi secoli, Bonosio, Grammazio, Vero e Valentiniano. Tuttavia il primo vescovo storicamente documentato è Gaudenzio, presente al sinodo romano del 499. Il vescovo Asterio (o Eusterio) fu legato pontificio al concilio di Costantinopoli del 536 e in seguito fu destinatario di una lettera di papa Pelagio I (556-561). Nel VII secolo sono noti i vescovi Gaudioso, vissuto all'epoca del passaggio dalla dominazione greca a quella longobarda, e Luminoso, che prese parte al concilio lateranense del 649. Tra il 774 ed il 787 è documentato il vescovo Rodoperto.

Nella lettera di papa Pelagio I è fatta menzione del primo monastero noto di Salerno, dedicato ai santi martiri Crisante e Daria e fondato dall'abate Vindimio nei pressi delle mura della città. Nell'VIII secolo i Longobardi fondarono il primo monastero femminile, dedicato a san Giorgio.

Nel 646 Salerno venne conquistata dai Longobardi e nel 774, con il principe Arechi II, diventò la capitale del ducato di Benevento; un secolo dopo, nell'851, la frammentazione del ducato beneventano portò alla nascita del principato di Salerno. Fu questo il periodo aureo per la città e la diocesi, che nel X secolo fu elevata al rango di sede metropolitana.

Infatti, in una data imprecisata fra aprile e ottobre 983[5] Amato I divenne arcivescovo di Salerno, e in due bolle papali del 994 e del 1012[6] sono citate le diocesi suffraganee della nuova sede metropolitana: Paestum, Acerenza, Nola, Bisignano, Malvito, Cosenza e Conza. Nel 1058 sono annoverate fra le suffraganee di Salerno anche Martirano, Marsico, Policastro e, per la prima e unica volta, Cassano.[7]

Tra i principali arcivescovi, è da citare Alfano I, nominato nel 1058, che con l'aiuto del duca normanno Roberto il Guiscardo, eresse l'attuale cattedrale. Ad Alfano si deve, su mandato del papa, l'erezione delle diocesi di Sarno, di Nusco e di Acerno, che divennero nuove suffraganee. Durante il suo episcopato, fu accolto a Salerno in esilio papa Gregorio VII, che consacrò la nuova cattedrale. Ad Alfano I inoltre è attribuita la ricognizione e la sistemazione delle reliquie dell'apostolo Matteo sotto l'altare maggiore della cripta della cattedrale.

Il 20 luglio 1098, in forza della bolla Singulare semper di papa Urbano II, all'arcivescovo Alfano II e ai suoi successori fu concesso il titolo di primate, anticamente riservato al massimo prelato della Chiesa nelle singole realtà nazionali. Originariamente i diritti primaziali di Salerno si estendevano alle arcidiocesi di Conza e di Acerenza e alle loro suffraganee: «Tibi tuis que successoribus super Consanam et Acheruntinam ecclesias et earum suffraganeos primatum gerere ex Apostolicae Sedis liberalitate concedimus». Questo titolo viene mantenuto ancora oggi, anche se la sua funzione è puramente onorifica.

Tra i successivi arcivescovi si ricordano: Romualdo II Guarna (1153-1181), studioso, mecenate e diplomatico; Niccolò d'Aiello (1181-1221), che fu deportato in Germania per essersi schierato con Tancredi contro l'imperatore Enrico VI di Svevia; Cesario d'Alagno (1225-1263), che favorì la diffusione del francescanesimo nell'arcidiocesi.

Durante la dominazione aragonese (1442-1503), si distinse il vescovo Giovanni d'Aragona, che a nove anni divenne abate commendatario della Santissima Trinità di Cava e a undici di quella di Montevergine; nel 1483 fu nominato amministratore apostolico di Salerno. Nel 1484 celebrò un sinodo i cui atti sono giunti fino a noi e permettono di avere un quadro della situazione religiosa, sociale e civile dell'arcidiocesi alla fine del XV secolo.

L'inizio del Cinquecento è caratterizzato da una serie di arcivescovi che non misero quasi mai piede in arcidiocesi, ma che la governarono tramite i vicari generali i quali, su mandato dei prelati, effettuarono le visite pastorali. Nel 1525 fu eretta la diocesi di Campagna con territorio di smembrato da quello di Salerno. Il concordato del 29 giugno 1529 garantì al re di Napoli il diritto di presentazione degli arcivescovi di Salerno.

Dopo decenni, il primo arcivescovo a risiedere stabilmente a Salerno fu l'agostiniano Girolamo Seripando (1564-1563), cardinale, tra i più importanti delegati alla terza sessione del concilio di Trento; nel 1554 celebrò un sinodo e tre anni dopo iniziò a riformare, non senza difficoltà, il capitolo della cattedrale. All'arcivescovo Gaspar Cervantes de Gaete (1564-1568) si deve l'istituzione del seminario diocesano, affidato nel 1635 ai Gesuiti, e l'attuazione delle principali direttive del concilio tridentino, opera nella quale si impegnarono anche i suoi successori.

Nel Settecento l'arcidiocesi vide l'arrivo nel 1735 dei redentoristi, congregazione fondata da sant'Alfonso Maria de' Liguori e dedita soprattutto alle missioni popolari, la cui diffusione nel territorio di Salerno fu favorita dagli arcivescovi Fabrizio de Capua (1730-1738) e Casimiro Rossi (1738-1758).

Agli inizi dell'Ottocento Salerno aveva otto diocesi suffraganee: Acerno, Campagna, Capaccio, Marsico, Nocera, Nusco, Policastro e Sarno.[8]

Il 27 giugno 1818 in forza della bolla De utiliori di papa Pio VII la diocesi di Acerno fu data in amministrazione perpetua agli arcivescovi pro tempore di Salerno, che assunsero da quel momento il titolo di arcivescovi di Salerno e amministratori perpetui di Acerno. Con la stessa bolla, Salerno perse le suffraganee di Campagna e Sarno; nel 1850 entrò a far parte della provincia ecclesiastica salernitana la diocesi di Diano.

Nel 1849 l'arcivescovo Marino Paglia accolse in città papa Pio IX, che visitò la cattedrale, il seminario ed il monastero di San Giorgio, fermandosi poi a colazione in episcopio.

Quando Giuseppe Garibaldi giunse a Salerno (6 settembre 1860), l'arcivescovo Antonio Salomone dovette fuggire di notte per rifugiarsi prima a Napoli e poi a Roma, poiché era stato accusato di non aver cantato il Te Deum per le vittorie garibaldine; sottoposto a processo venne prosciolto, perché alcuni testimoni giurarono che il prelato era a letto ammalato.

Il 4 marzo 1877 la Santa Sede elesse arcivescovo Valerio Laspro, che era vescovo di Lecce. Il governo italiano rifiutò l'exequatur, rivendicando il diritto di presentazione che era stato concesso alla Corona di Napoli. A queste pretese la Santa Sede obiettò che i concordati con gli stati preunitari erano stati abrogati con l'unità nazionale. La causa civile terminò con la sentenza del 13 marzo 1879, favorevole alla Santa Sede. Dopo due anni l'arcivescovo poté accedere al palazzo arcivescovile, che gli era stato negato dall'autorità civile.

Nel 1968 l'arcivescovo Demetrio Moscato fondò l'Istituto diocesano di Cultura Teologica, trasformato in Istituto Superiore di Scienze Religiose con decreto della Congregazione per l'educazione cattolica del 15 luglio 1986.

Il 4 agosto 1973 l'arcivescovo Gaetano Pollio venne nominato anche vescovo di Campagna,[9] unendo così le due sedi in persona episcopi.

Nel 1979 l'arcidiocesi cedette le parrocchie di Casali e di Materdomini alla diocesi di Nocera Inferiore.[10] Nello stesso anno fu rivista e ampliata la provincia ecclesiastica salernitana, che arrivò a comprendere le seguenti sedi: Acerno, Diano (Teggiano), Nocera, Policastro, Vallo della Lucania, Amalfi, Campagna, Cava, Sarno e l'abbazia territoriale della Santissima Trinità.[11]

Diocesi di Campagna

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Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Campagna.

Diocesi di Acerno

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Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Acerno.

Le sedi unite

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Il 30 settembre 1986 in forza del decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi le tre sedi di Salerno, Campagna e Acerno sono state unite con la formula plena unione e la nuova circoscrizione ecclesiastica sorta dall'unione ha assunto il nome di arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno.

L'attuale configurazione territoriale è frutto delle modifiche attuate nel 1988 (annessione delle parti del comune di Salerno che appartenevano all'arcidiocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni)[12] e nel 1998 (cessione di dieci parrocchie alla diocesi di Avellino).[13]

Il 4 settembre 1999 fu inaugurato da papa Giovanni Paolo II il seminario metropolitano, destinato a provvedere alla formazione degli aspiranti al sacerdozio provenienti dalle diocesi della provincia ecclesiastica salernitana. Il precedente seminario arcivescovile era stato adibito dall'arcivescovo Guerino Grimaldi a sede del Museo diocesano San Matteo, dell'archivio e della biblioteca.

Sede di Salerno

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Sede di Campagna

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Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Campagna.

Sede di Acerno

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Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Acerno.

Sede di Salerno-Campagna-Acerno

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L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 548.900 persone contava 547.000 battezzati, corrispondenti al 99,7% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 276.900 276.950 100,0 332 229 103 834 133 544 164
1970 367.642 367.842 99,9 383 196 187 959 239 730 177
1980 399.701 402.701 99,3 346 176 170 1.155 1 203 538 184
1990 483.000 498.000 97,0 338 204 134 1.428 41 160 492 187
1999 517.000 532.000 97,2 330 208 122 1.566 61 125 370 164
2000 535.000 550.000 97,3 335 213 122 1.597 61 125 378 163
2004 534.000 550.000 97,1 333 211 122 1.603 60 131 309 163
2010 540.000 552.000 97,8 344 224 120 1.569 45 139 165 163
2014 549.300 562.200 97,7 303 215 88 1.812 59 121 262 163
2017 547.000 548.900 99,7 306 221 85 1.787 60 126 263 163
2020 547.000 548.900 99,7 316 231 85 1.731 68 126 263 162
2022 547.000 548.900 99,7 270 210 60 2.025 83 96 263 163

Istituti religiosi presenti in diocesi

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Nel 2013 contavano case in diocesi i seguenti istituti religiosi:

  1. ^ a b Vescovo titolare di Termini Imerese.
  2. ^ Dal sito web dell'arcidiocesi.
  3. ^ Elenco dal sito parrocchiemap.it.
  4. ^ L'Unione con Salerno, su diocesisalerno.it.
  5. ^ Savio, I vescovi di Salerno nei secoli IX e X, p. 113.
  6. ^ Ughelli, Italia sacra, VII, coll. 376-378.
  7. ^ In questo stesso periodo Acerenza, Cosenza e Conza furono a loro volta elevate al rango di arcidiocesi metropolitane.
  8. ^ Eubel, Hierarchia catholica, VI, p. 456.
  9. ^ Di cui era amministratore già dal 1971.
  10. ^ AAS 71 (1979), p. 1362.
  11. ^ AAS 71 (1979), pp. 562-563.
  12. ^ AAS 80 (1988), pp. 1479-1480.
  13. ^ AAS 90 (1998), pp. 238-239.
  14. ^ Una lapide, con l'indicazione della data di morte, fu rinvenuta nel 1670, in occasione della demolizione di una chiesa a lui dedicata.
  15. ^ I vescovi da Zaccaria a Andemario sono citati in una lista episcopale dell'XI secolo, senza nessun altro riscontro documentario.
  16. ^ La sede di Salerno risulta essere vacante nel febbraio-marzo 873.
  17. ^ Non esistono documenti coevi che attestino l'esistenza di questo vescovo. Il suo nome appare associato alla traslazione delle reliquie di san Matteo, la cui prima relazione risale tuttavia solo al 1579; prima di questa data non è noto il nome del vescovo salernitano presente nel 954 al trasporto in Salerno del corpo di san Matteo.
  18. ^ Deceduto probabilmente il 3 marzo 993.
  19. ^ Consacrato il 21 marzo 1087 a Capua da papa Vittore III.
  20. ^ (DE) Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. Prosopographische Grundlegung. Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 1. Abruzzen und Kampanien, München, 1973, pp. 425 e seguenti.
  21. ^ I due antivescovi furono nominati dall'antipapa Clemente VII.
  22. ^ Il 28 luglio 1508 è nominato vescovo di Gubbio.
  23. ^ Il 18 luglio 1783 fu nominato arcivescovo titolare di Tarso.
  24. ^ Ordini religiosi maschili, su diocesisalerno.it. URL consultato il 5 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2013).
  25. ^ Congregazioni religiose maschili, su diocesisalerno.it. URL consultato il 5 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2013).
  26. ^ Comunità religiose femminili (DOC) [collegamento interrotto], su diocesisalerno.it. URL consultato il 5 ottobre 2013.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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