Palazzo della Corgna (Città della Pieve)
Palazzo della Corgna | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Umbria |
Località | Città della Pieve |
Indirizzo | piazza Gramsci |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1555-1563 |
Stile | manierista |
Uso | Biblioteca comunale, ricerca universitaria ed esposizioni |
Realizzazione | |
Architetto | Galeazzo Alessi |
Appaltatore | Ascanio della Corgna |
Proprietario | comune di Città della Pieve |
Committente | famiglia della Corgna |
Il palazzo della Corgna sorge nel centro storico di Città della Pieve, in Umbria. Fu costruito nel periodo 1555-1563 su progetto dell'architetto Galeazzo Alessi per volere del marchese di Castiglione del Lago Ascanio della Corgna e del fratello cardinale Fulvio. Le ricche decorazioni interne furono eseguite dai pittori Pomarancio e Salvio Savini, suo allievo.
Descrizione e storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1550 papa Giulio III conferì alla sorella Giacoma Ciocchi del Monte la signoria di Castiglione del Lago, Castel della Pieve e del Chiugi, a titolo di indennizzo per un forte prestito da lei fatto alla Camera apostolica. La signora delegò l'amministrazione del territorio ai figli Ascanio della Corgna e il cardinale Fulvio. Ascanio, poi marchese dal 1563 al 1571, aveva già incominciato la costruzione della sua residenza principale a Castiglione affidando l'esecuzione del progetto all'amico e maestro Galeazzo Alessi che si basò sugli studi Vignoleschi. Nel 1555 lui e il fratello, governatore di Castel della Pieve, ritennero opportuno che l'architetto perugino - diventato famoso per aver elaborato i piani di lavoro di alcuni edifici e chiese a Genova - realizzasse ivi una seconda sfarzosa dimora.[1]
Situato vicino al duomo di Città della Pieve, è costituito da tre strutture composte intorno all'elegante cortile che rammenta lo stile del Vignola. L'edificio, però, non fu completato perché i pievesi, stanchi dell'onerosità fiscale prescritta da Ascanio, nel 1564 si liberarono dell'autorità corgnesca per rientrare sotto il diretto dominio dello Stato Pontificio.[2]
Nel 1643 il palazzo, che senza i marchesi aveva perso parte della sua attrattiva, fu requisito dagli organi preposti della Santa Sede e alienato ai romani Amidei, indi, alla fine del Settecento, alla famiglia Mazzuoli: infatti è anche conosciuto con il nome di questi ultimi, ma giustamente negli ultimi tempi è stata recuperata la storica denominazione, ben più prestigiosa. Nel 1975 il comune di Città della Pieve divenne il nuovo proprietario della costruzione.[3]
L'interno fu ornato di pitture manieriste su incarico del cardinale della Corgna che desiderava ripetere le esperienze del palazzo castiglionese e della sua villa presso Corciano. La sala del governatore, ubicata al pianterreno, fu affrescata dal Pomarancio, di cui si può ricordare il concerto. Nelle pareti e volte della sala grande, al piano nobile, Salvio Savini, nel 1580, dipinse varie scene mitologiche e a grottesche, delle quali una, il convito e amore degli dei, ispirata alle metamorfosi ovidiane, destinata a diventare famosa. Anche lo scalone d'onore conserva le decorazioni cinquecentesche del Savini.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA. VV., Umbria, Touring Club Italiano, Milano 2004.
- Fiorenzo Canuti, Città della Pieve, ed. Dante, Perugia 1971.
- Maria Gabriella Donati-Guerrieri, Lo Stato di Castiglione del Lago e i della Corgna, La Grafica, Perugia 1972.
- Francesco Dufour-Valerio Bittarello, Città della Pieve, città d'arte, Effe Fabrizio Fabbri editore, Perugia 2007.
Voci correlate
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