È più importante impedire a un animale di soffrire, piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell'universo pregando in compagnia dei sacerdoti.
Il Buddhismo è una religione, una filosofia e una via di vita nata nel VI secolo a.C. a partire dagli insegnamenti di Siddhartha Gautama, comunemente conosciuto come il Buddha ovvero l'Illuminato. Il Buddhismo si fonda sull'idea secondo la quale tutti possono ripercorrere la via spirituale codificata da Siddhartha, divenendo a loro volta dei buddha come ce ne furono in passato e ce ne saranno in futuro. La pratica della dottrina buddhista ha lo scopo di risvegliare spiritualmente il genere umano, con il quale ogni singolo può giungere al Nirvana, ovvero all'Illuminazione o liberazione dalle sofferenze. Il Buddhismo si è sviluppato nel corso dei secoli ed è oggi suddiviso in tre grandi confessioni, il Buddhismo Theravāda, il Mahāyāna e il Mahāyāna Vajrayāna. Con 350-550 milioni di aderenti è la quarta religione più diffusa al mondo (dopo il Cristianesimo, l'Islam e l'Induismo); la maggior parte dei buddhisti sono asiatici e seguono la tradizione da secoli, il Buddhismo si è tuttavia fortemente radicato, negli ultimi decenni, anche in Occidente.
Il clero buddhista, detto anche sangha (letteralmente "associazione" o "assemblea"), consiste in tutti gli ordini di monaci e monache direttamente o indirettamente discesi dall'ordine originariamente fondato da Siddhartha Gautama nel V secolo a.C. Secondo le testimonianze riportate da antiche scritture i primi ordini erano fortemente monastici; i membri conducevano una vita austera e meditativa. Nel corso del tempo, con la diffusione del Buddhismo, l'approccio alla vita clericale è divenuto più variegato e si differenzia oggi di tradizione in tradizione. In alcune scuole del Mahāyāna, ad esempio, fanno parte del sangha anche i laici (sanscrito upasaka) che hanno preso rifugio nei Tre gioielli (sanscrito: Triratna) e hanno formulato i "voti" del Bodhisattva (sanscrito: pranidhana). Sempre nel Mahāyāna alcuni cleri coreani, giapponesi e tibetani (non lamaisti) accettano il matrimonio. Altri ordini hanno perso i connotati monastici divenendo più sacerdotali. Nella denominazione zen, un importante precetto della vita religiosa dei monaci è il lavoro manuale. Il Buddhismo ha sin dall'inizio (almeno relativamente) accettato l'ordinazione sia di donne che di uomini senza alcuna distinzione in cariche, prestigi o mansioni. Il clero si distingue dalla laicità buddhista, ovvero la comunità costituita dai praticanti o fedeli in base al numero e alla qualità dei precetti (Vinaya) a cui si sottopone dopo l'ordinazione.
Esiste una grande varietà di testi buddhisti. L'interpretazione e l'accettazione di questi testi varia in base alle denominazioni del Buddhismo, e all'uso che queste ne fanno. Esiste un'ampia gamma di casi, dalla venerazione della scrittura (come avviene, in alcune scuole sino-giapponesi, per il Sutra del Loto) all'accettazione di questa come codice etico o dottrinale. Sostanzialmente i testi buddhisti possono essere distinti in due gruppi: i testi canonici e i testi non canonici. Dei canonici fanno parte le scritture universalmente riconosciute da una o più correnti buddhiste, e dunque il Canone pāli, il Canone cinese e il Canone tibetano. Lo studio dei testi è uno dei compiti principali all'interno delle congregazioni monastiche e laiche del Buddhismo. Grazie a questa pratica nel corso del tempo sono andati accumulandosi commentari, citazioni, storie e letterature di corollario.
Tutto quello che siamo è il risultato di ciò che abbiamo pensato. La mente è tutto. Noi diventiamo ciò che pensiamo.
Siddhartha Gautama, in seguito nominato il Buddha (ovvero "risvegliato", in occidente solitamente detto "illuminato") è stato una delle più importanti figure spirituali e religiose dell'Asia. Visse approssimaticamente tra il VI e il V secolo a.C. e il suo percorso mistico diede inizio al movimento religioso e filosofico del Buddhismo. È considerato l'effettivo fondatore delle dottrine trasmesse all'istituzione del sangha. Originariamente tramandati via orale, i suoi insegnamenti furono trascritti nelle raccolte canoniche del Tripitaka diversi secoli dopo. Siddhartha nacque a Lumbini, oggi in territorio nepalese. Di famiglia reale, Siddhartha abbandonò i lussi all'età di ventidue anni per ritirarsi in meditazione e raggiungere il risveglio. Prima di ottenere l'Illuminazione (il Bodhi) e iniziare a predicare la dottrina, Siddhartha intraprese per sei anni varie forme di ascesi estreme (definite tāpas). Il Buddha visse tutte le esperienze umane possibili: il potere, il lusso, la fame, la mortificazione del corpo, la povertà, la solitudine, il matrimonio e l'amore. Siddhartha seminò una filosofia volta all'affinamento della conoscenza e della consapevolezza fino all'estinzione della sofferenza esistenziale (duḥkha), (il nirvana), che si discosta tanto dagli eccessi sensuali quanto dall'ascetismo esasperato che ottunde la mente e nuoce al corpo. Suoi interlocutori principali furono i suoi discepoli, prima compagni di ricerca e poi devoti, che formeranno una comunità sempre più folta e dotata di regole proprie. Predicò anche ai laici indicando una via di moderazione e controllo delle passioni che conduce a una migliore condizione di esistenza.
Io assumo il precetto di non uccidere alcun essere senziente.
I cinque precetti sono la base essenziale del codice etico del Buddhismo, e fanno parte dei precetti buddhisti. Sono seguiti dai buddhisti laici, discepoli dell'insegnamento di Siddhartha Gautama trasmesso dalle denominazioni del Buddhismo Mahāyāna e del Buddhismo Theravāda. I fedeli buddhisti mettono in pratica questa etica non appena preso rifugio nei Tre Gioielli: il Buddha, il Dharma e il Sangha. Il prendere rifugio è una metafora che simboleggia l'accettazione del Buddhismo. I cinque precetti sono delle regole stilate (secondo la tradizione) dallo stesso Siddhartha Gautama per rendere la vita meno stressante, più in armonia con gli altri esseri e indirizzarla consapevolmente sul sentiero verso il Nirvana.
Il butsudan (仏壇 parola giapponese che letteralmente significa "altare del Buddha") è un tipo di altare buddhista che si può trovare all'interno di templi o abitazioni di praticanti. È tipico della tradizione giapponese, sebbene attraverso antecedenti cinesi rappresenti un'evoluzione del culto buddhista indiano. Un budsudan può essere un tabernacolo (zushi, 厨子) in legno o un altare più grande ospitante icone religiose, tipicamente statue o Maṇḍala. In aggiunta sono sempre presenti utensili di culto chiamati butsugu, tra cui candele, incensi, campanelle e piattaforme per le offerte a seconda delle denominazioni religiose. Durante le funzioni liturgiche le ante del butsudan vengono aperte, per essere richiuse una volta concluse le cerimonie. La tradizione del butsudan dal Giappone ha raggiunto di recente anche l'Occidente, con la diffusione in particolare del Buddhismo Nichiren. Mentre nel Buddhismo primitivo non subentrava alcun genere di fede devozionale, nel corso dei secoli i buddhisti hanno progressivamente manifestato forme di culto di tipo devozionale nei confronti tanto del Buddha storico o, a seconda della tradizione di riferimento, dei bodhisattva. La maggior parte delle denominazioni moderne (in particolare l'Amidismo) accettano la fede devozionale come una forma di meditazione e di venerazione di stati ideali della mente umana.