Ska punk
Ska punk | |
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Origini stilistiche | Punk rock Ska 2 tone ska |
Origini culturali | I primi esempi ibridi tra lo ska ed il punk rock avvennero nei fine anni settanta nel Regno Unito. |
Strumenti tipici | voce, chitarra, basso, batteria, ottoni, tastiera |
Popolarità | Raggiunse la massima popolarità durante la metà degli anni 90, soprattutto negli Stati Uniti, all'interno dell'ondata punk revival. |
Generi derivati | |
Third wave of ska | |
Generi correlati | |
Punk rock - Hardcore punk - Melodic hardcore - Pop punk - Skate punk - Reggae - Early reggae - Roots reggae - Reggae pop - Ska - 2 tone ska |
Lo ska punk (chiamato anche ska core[1]) è un genere musicale ibrido che coniuga essenzialmente lo ska con il punk rock. Più precisamente, il genere prese ispirazione dal movimento 2 tone ska della fine degli anni settanta e inizio anni ottanta, fondendolo con la velocità e l'aggressività del punk rock e hardcore punk. Questa corrente è da considerarsi come parte della "third wave ska" (terza ondata di ska).
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le origini
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni settanta, buona parte delle periferie di Londra in cui emersero le prime punk rock band britanniche, erano popolate da immigrati giamaicani[2]. Questo incontro tra culture portò inevitabilmente alla nascita di alcune forme musicali ibride, che mescolavano appunto le sonorità giamaicane con quelle del paese europeo. Nel Regno Unito infatti cominciò a svilupparsi un forte revival di musica giamaicana; il reggae e lo ska iniziarono a riemergere proprio durante l'epoca punk[3]. Gruppi come Aswad, Steel Pulse, Matumbi e UB40 proposero una versione "occidentalizzata" della musica giamaicana, che pur risultando molto semplice e banale, ebbe la fortuna di trovare terreno fertile all'interno della scena musicale del periodo grazie alle tematiche di protesta comuni a quelle del punk politicizzato[3].
Emblematica al riguardo fu la nascita del 2 tone ska, ovvero un revival dello ska sorto proprio nel Regno Unito sul finire degli anni 70, che mescolava lo ska con il punk rock[4]. Gruppi 2 tone come i Madness, The Specials, The Selecter, ma anche formazioni punk rock come Clash, furono tra i primi a fondere nei loro album la musica nera come lo ska e reggae al rock, ed in particolare al punk rock[2]. Vanno citati a proposito gli album London Calling (1979) e Sandinista! (1980) dei Clash[5], che si distinguevano dai precedenti per la presenza di elementi reggae, ska, dub o jazz[6] tra gli altri.
Altri gruppi che seppero coniugare il punk con la musica giamaicana furono gli Stiff Little Fingers, che non a caso furono da alcuni definiti "i Clash irlandesi"[7]. Questi ultimi incisero nel debutto Inflammable Material (1979) la cover di Bob Marley "Johnny Was"[8], mentre nel secondo Nobody's Heroes (1980) inclusero alcuni rifacimenti allo ska e al reggae come nel brano "Wait and See", oltre alla cover "Doesn't Make It All Right" della band 2 tone ska The Specials. Anche nel loro terzo disco, Go for It (1981), intitolarono il brano d'apertura "Roots Radicals Rockers and Reggae", un chiaro omaggio alla cultura giamaicana.
Anni '80: La nascita
[modifica | modifica wikitesto]L'affinità tra la cultura degli immigrati giamaicani e la scena punk, permise in seguito la nascita dello ska punk[2]. Il nuovo genere ibrido fondeva o alternava i ritmi dello ska giamaicano, o meglio il 2 tone[9], con le dure sonorità del punk rock[10], e talvolta con il sottogenere hardcore punk[9]. Per certi versi era simile allo ska tradizionale, ma più veloce e pesante. Come nello ska delle origini, anche la sezione di fiati era spesso presente[2].
Lo ska punk comunque cominciò a definirsi appena verso la metà degli anni ottanta, venendo riconosciuto come parte della third wave ska revival (ska revival della terza ondata)[9], così chiamata appunto perché simoboleggiava la nascita di una nuova tendenza ska a seguito delle prime due fasi: la "first wave" era lo ska giamaicano originale dei primi anni 60, la "second wave" rappresentava il primo revival, il britannico 2 tone, risalente alla fine degli anni 70 e primi 80. Tuttavia, lo ska punk rimase un fenomeno "underground" fino alla fine del decennio; l'unico gruppo che all'epoca riuscì ad ottenere una rilevante popolarità internazionale furono i Fishbone[9]. Dalla fine degli anni ottanta lo ska punk cominciò a diffondersi e popolarizzarsi, proprio grazie alle emergenti band americane[2]. Una tra le più rilevanti furono gli Operation Ivy, parte della leggendaria scena della "Gilman Street" a Berkeley, California. Il loro unico album, Energy (1989), si spinse oltre il punk rock, ispirandosi a sonorità ska e surf[1].
Anni '90: La diffusione
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni novanta, sulla scia della nuova ondata del punk revival, questa corrente iniziò a svilupparsi fortemente negli Stati Uniti[1], principalmente nella regione della California[9]. La Bay Area di San Francisco fu uno degli epicentri di questa rivoluzione. Dalle ceneri degli Operation Ivy nacquero due gruppi: il loro chitarrista, Tim "Lint" Armstrong, formò i Rancid[1], i quali per primi contribuirono alla diffusione del genere su larga scala[9]. Il loro debutto omonimo (1993), e soprattutto il secondo Let's Go (1994), camuffavano lo spirito ribelle dell'hardcore con un tocco di vivacità e buon umore, ritmi irresistibili e ritornelli accattivanti. Era essenzialmente la formula dei Clash riproposta alle nuove generazioni[1]. Il successivo ...And Out Come the Wolves (1995) riuscì a raggiungere un pubblico ancora maggiore grazie ad un sound ulteriormente più mainstream. L'altro gruppo, i Dance Hall Crashers, vantavano due cantanti femminili e la sezione di ottoni, suonando uno stile più vivace ed energico che sembrava avere più punti in comune con i gruppi femminili degli anni sessanta che con l'hardcore dei '90, in particolare col disco Lockjaw (1995)[1]. Il successo commerciale arrivò anche con altri gruppi tra cui i Mighty Mighty Bosstones di Boston, i quali pubblicarono album divertenti come Question The Answers (1994), e i Less Than Jake dalla Florida, con l'esplosivo Pezcore (1994)[1].
Los Angeles comunque divenne la capitale dello ska punk grazie ai Sublime di Bradley Nowell, con l'album riferimento 40 Oz. to Freedom (1992); i No Doubt si fecero notare con Tragic Kingdom (1995); i Voodoo Glow Skulls, con The Band Geek Mafia (1998). Tra i gruppi d'oltreoceano spiccavano i britannici Citizen Fish, nati dalle ceneri della anarcho punk band Subhumans, mentre nel resto d'Europa tra i più rappresentativi furono gli spagnoli Ska-P.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g (EN) The History of Rock Music: 1990-1999 - Ska-core, su scaruffi.com. URL consultato il 2 novembre 2009.
- ^ a b c d e punkmusic.about.com - Sottogeneri del punk rock, su punkmusic.about.com. URL consultato l'11 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2014).
- ^ a b scaruffi.com - A brief summary of Jamaican music: Jamaican revival in Britain
- ^ worldmusic.about.com - Ska Music Basics, su worldmusic.about.com. URL consultato il 14 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2015).
- ^ punkmusic.about.com - The Clash Archiviato il 1º febbraio 2009 in Internet Archive.
- ^ allmusic.com - Recensione "London Calling"
- ^ allmusic.com - Stiff Little Fingers bio
- ^ allmusic.com - Recensione "Inflammable Material"
- ^ a b c d e f allmusic.com - Ska punk
- ^ allmusic.com - Punk revival
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