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Stovaina

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Stovaina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC14H21NO2
Massa molecolare (u)235.32 g/mol
Numero CAS644-26-8
Numero EINECS211-411-1
PubChem10767
DrugBankDBDB09088
SMILES
CCC(C)(CN(C)C)OC(=O)C1=CC=CC=C1
Indicazioni di sicurezza

La stovaina o amilocaina è il primo anestetico locale di sintesi.

È un derivato dalla cocaina, ma con una tossicità tre volte inferiore[1]. Fu scoperto nel 1903 da Ernest Fourneau (stove è la parola inglese per fourneau).[2]

Inodore, incolore, ma dal sapore amaro, questa polvere è stata utilizzata soprattutto come anestetico locale e regionale iniettato direttamente nella zona spinale, tra le vertebre, per addormentare la parte inferiore al punto di iniezione.

È nel maggio del 1904 che il dott. Chaput impiega per primo, e con ottimo risultato, la stovaina[3]. Ben presto, però, ci si accorge dell'insorgere di frequenti casi di cefalee gravi ed altri disturbi, anche mortali, attribuiti alla reazione acida della stovaina che, a contatto con il liquor alcalino, precipita perdendo potere analgesico[4]. Diversi studi vengono condotti, fino al definitivo abbandono del farmaco negli anni settanta, al fine di ovviare agli inconvenienti della tecnica.

  1. ^ Piccola Treccani Enciclopedia.
  2. ^ E. Fourneau, « Stovaïne, anesthésique local », Bull. Sc. Pharmacolog., 10 (1904), 141.
  3. ^ H. Chaput, « L'anesthésie rachidienne à la Stovaïne », Bulletins et mémoires de la Société de chirurgie de Paris, 30 (1904), 835-853.
  4. ^ Bellucci, Storia della anestesiologia, 1982
  • (FR) Christine Debue-Barazer, « Les implications scientifiques et industrielles du succès de la Stovaïne : Ernest Fourneau (1872-1949) et la chimie des médicaments en France », dans Gesnerus 64, 2007.
  • (FR) Marie-Thérèse Cousin, L'anesthésie réanimation en France. Des origines à 1965, préface de Maurice Cara, L'Harmattan, coll. « Sciences et société », 2005, p. 313.
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