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The Hours

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The Hours
Nicole Kidman in una scena del film
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno2002
Durata114 min
Generedrammatico
RegiaStephen Daldry
Soggettodal romanzo di Michael Cunningham
SceneggiaturaDavid Hare
ProduttoreRobert Fox, Scott Rudin
Produttore esecutivoMark Huffam
Casa di produzioneMiramax Films, Paramount Pictures, Scott Rudin Productions
FotografiaSeamus McGarvey
MontaggioPeter Boyle
Effetti specialiStuart Brisdon, Richard Briscoe
MusichePhilip Glass
ScenografiaMaria Djurkovic, Mark Raggett, Philippa Hart
CostumiAnn Roth
TruccoIvana Primorac, Jo Allen, Conor O'Sullivan
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

The Hours è un film del 2002 diretto da Stephen Daldry.

Il soggetto è basato sul romanzo di Michael Cunningham, vincitore del premio Pulitzer Le ore. Per il difficile ruolo di Virginia Woolf, Nicole Kidman è stata premiata con l'Oscar alla miglior attrice. Anche le altre due protagoniste Meryl Streep e Julianne Moore hanno ottenuto importanti riconoscimenti. Moore è stata anche lei candidata all'Oscar mentre Streep è stata candidata al Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico e ai BAFTA. Tutte e tre le interpreti sono state premiate con l'Orso d'argento per la migliore attrice al Festival internazionale del cinema di Berlino.

1941, Sussex: dopo avere lasciato una lettera al marito Leonard in cui dice di non potere più combattere contro la depressione, ringraziandolo per la felicità che le ha dato, la scrittrice britannica Virginia Woolf si suicida annegandosi nel fiume Ouse. Dopodiché la storia si divide in tre: la storia di un giorno nella vita di Virginia nel 1923; la storia di un giorno nella vita di Laura Brown, una casalinga infelice che aspetta un bambino, nel 1951; e la storia di una editor bisessuale, Clarissa Vaughan, che sta preparando una festa per il suo ex-amante Richard che sta per morire di AIDS, nel 2001.

1923, Richmond: Virginia si è stabilita a Richmond, sperando che l'aria di campagna le faccia passare gli esaurimenti nervosi con cui convive. Virginia soffre inoltre di disturbo bipolare dell’umore, e spesso si rivolge in modo acido al marito e alla servitù, in particolare alla cuoca Nelly Boxall. Virginia però si sente chiusa in quella casa in campagna: le manca Londra e vorrebbe tornare a viverci. Una mattina Virginia comincia a scrivere quello che diventerà uno dei suoi romanzi più famosi: La signora Dalloway. Nel pomeriggio Virginia riceve la visita di sua sorella Vanessa, ed esprime il suo disappunto per non essere stata invitata alla festa organizzata proprio da Vanessa. I due figli maschi di Vanessa, Quentin e Julian, ridono alle spalle di Virginia, che invece lega molto con la nipotina, la piccola Angelica, con cui ha una breve conversazione sul cosa succede quando si muore. Per Vanessa è ora di andarsene; Virginia e la sorella si salutano, e Virginia le chiede se riuscirà a guarire dal male con cui convive. Vanessa risponde di sì, e le due si baciano appassionatamente, per poi staccarsi in fretta e congedarsi. Virginia scappa dalla casa e va alla stazione dei treni, ma viene raggiunta da Leonard. Virginia e Leonard hanno una lunga discussione nella quale lei gli dice che non riesce a vivere in quella città e che vorrebbe tornare a Londra. Leonard, dopo un po' di incertezza, acconsente.

1951, Los Angeles: Laura Brown è una donna che vive col marito Dan e il figlio Richie. Laura è una donna infelice, e non vuole nemmeno avere il bambino che aspetta. Il marito la ama tanto, ma lei in fondo sa di non ricambiare il sentimento. L'unica cosa che la conforta è la lettura del romanzo La signora Dalloway. Quel giorno è il compleanno di Dan, e lei intende preparargli una torta, che però non riesce bene. Poco dopo Laura riceve la visita di Kitty, una vicina di casa molto amica di Laura nonostante siano molto diverse. Kitty inizialmente si dimostra molto tranquilla, ma poi scoppia in lacrime, perché nel pomeriggio dovrà essere operata all'utero poiché in esso è presente un'escrescenza che le impedisce di avere figli. Per calmare Kitty Laura la bacia sulle labbra molto brevemente. Kitty si ricompone e torna apparentemente tranquilla, e saluta Laura. Il destino di Kitty rimane ignoto allo spettatore. Laura non riesce più a sopportare questa vita e intende suicidarsi in un albergo, ma poi decide di continuare a vivere. Festeggia il compleanno del marito e solo dopo cena, mentre suo marito è a letto, si concede un pianto sconsolato.

2001, New York: Clarissa saluta la sua fidanzata Sally e va a comprare i fiori per Richard, suo ex amante ora malato di AIDS che la chiama ostinatamente " Signora Dalloway ". Clarissa va poi a trovare Richard, che la sera stessa riceverà un'onorificenza per il suo lavoro nel campo della letteratura. Richard, infatti, ha scritto molte poesie e un romanzo lunghissimo, ma molta gente giudica il romanzo negativamente; per questo Richard pensa di non meritare il premio. Clarissa torna a casa e riceve la visita di Louis Waters, l'ex-fidanzato di Richard, visita che getta Clarissa in un grande sconforto. Clarissa parla a sua figlia Julia del suo primo incontro con Richard e di come lo avesse amato tanto. Nel pomeriggio Clarissa va di nuovo da Richard, che confessa alla donna l'amore che ha sempre provato per lei, citando le parole che Virginia Woolf aveva scritto nella lettera d'addio per il marito, per poi gettarsi dalla finestra. Con la morte di Richard si scopre che egli era il primo figlio di Laura Brown, che dopo avere avuto il secondo bambino aveva lasciato la famiglia e si era trasferita in Canada. Un'anziana Laura Brown fa visita a Clarissa dicendole che le dispiace di avere abbandonato Richard, ma dice di non avere avuto altra scelta. Si era infatti trovata a scegliere se morire o vivere, e aveva scelto di vivere.

Il film finisce come è iniziato, ovvero con il suicidio di Virginia nel 1941. Mentre si immerge si sente la voce di Virginia pronunciare le frasi finali del film, rivolte a Leonard:

«Caro Leonard, guardare la vita in faccia, sempre; guardare la vita, sempre, riconoscerla per quello che è; alla fine, conoscerla, amarla per quello che è, e poi metterla da parte. Leonard, per sempre gli anni che abbiamo trascorso; per sempre gli anni; per sempre, l'amore; per sempre, le ore.»

Slogan promozionali

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  • «Three Different Women. Each Living a Lie.»
    «Tre donne differenti. Ognuna vive una bugia.»
  • «The Time to Hide is over. The Time to Regret is Gone. The Time to Live is Now.»
    «Il tempo di nascondersi è finito. Il tempo di rimpiangere è andato. Il tempo di vivere è adesso.»

Pino Farinotti, autore dell'omonimo dizionario di cinema, assegna al film due stelle, ammirandone l'ottimo montaggio e l'esecuzione fotografica, oltre alle eccellenti interpretazioni delle tre protagoniste, ma criticandone il ritmo lento.[1]

Il giudizio del critico Stefano Lo Verme, tratto dal Morandini 2007, è di gran lunga positivo: egli passa infatti dall'elogio della sceneggiatura, capace di catturare l'interesse di qualsiasi spettatore, e dell'avvolgente colonna sonora di Philip Glass alla totale ammirazione del cast completo.[2]

Riconoscimenti

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Citazioni in altre opere

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  • La scena in cui Nicole Kidman si guarda allo specchio si ripete esattamente nel film Shrek 2 con la principessa Fiona.
  • Nel film My Big Fat Independent Movie viene menzionato che Nicole Kidman vinse un Premio Oscar per The Hours parlando con un accento inglese.
  1. ^ Pino Farinotti, The Hours: Recensione, su mymovies.it. URL consultato il 19 aprile 2009.
  2. ^ Stefano Lo Verme, The Hours: Recensione, su mymovies.it. URL consultato il 19 aprile 2009.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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