Books by Emanuela Piga Bruni
Questo volume affronta la relazione tra metamorfosi del romanzo e testualità audiovisiva a partir... more Questo volume affronta la relazione tra metamorfosi del romanzo e testualità audiovisiva a partire dall’analisi di alcune tra le opere più rappresentative di quella che in ambito statunitense è stata definita Complex TV. Attraverso una critica dei finali di puntata e di serie, interpretati come indizi o sintomi di determinate caratteristiche stilistiche, Emanuela Piga Bruni individua la ripresa di temi di lunga durata e di tecniche narrative del romanzo classico in tre serie televisive di successo: Lost di J. J. Abrams, D. Lindelof, J. Lieber, C. Cuse (2004-2010), Mad Men di Matthew Weiner (2007-2015), Breaking Bad di Vince Gilligan (AMC, 2008-2013). L’autrice si interroga sulle ragioni all’origine della fortuna di queste opere: tra entrelacement e cliffhanger, intrecci vorticosi e interruzioni, contaminazioni dal cinema e delle arti visive, le serie TV contemporanee generano nuove suggestioni nell’immaginario collettivo capaci di coinvolgere un pubblico globale e transgenerazionale.
Emanuela Piga Bruni, La lotta e il negativo. Sul romanzo storico contemporaneo, Mimesis, Milano., 2018
Il romanzo storico gode di ottima salute: i titoli ascrivibili a questo genere ampio e trasversal... more Il romanzo storico gode di ottima salute: i titoli ascrivibili a questo genere ampio e trasversale figurano spesso in cima alle selezioni dei premi più prestigiosi e riscuotono il consenso della critica quanto quello dei lettori. Queste opere presentano una varietà che va da forme disimpegnate a produzioni più ambiziose. Oggi in Italia, Francia e Inghilterra incontriamo romanzi storici attraversati da temi e questioni politiche attuali, le cui radici risiedono nel lato in ombra della Storia ufficiale. Sono storie di resistenza o di rimozione di eventi traumatici, dalla Shoah al colonialismo, che richiedono una nuova narrazione e interrogano il nostro presente. A raccontarle, autori come Laurent Binet, Jonathan Littell, Laurent Mauvignier, Wu Ming, Helena Janeczek, Antonio Scurati, Gabriella Ghermandi, Andrea Levy, Martin Amis. Il recupero di memorie perdute e vite sommerse, la lettura critica dell’archivio, l’utilizzo della polifonia nella narrazione e il racconto dell’inconscio politico costituiscono temi e pratiche narrative condivisi e cruciali. Tra letteratura, storia e psicoanalisi, questo libro è un percorso critico attraverso piccole epopee e meditazioni della vita offesa, attualità della rivoluzione e disagio della civiltà. Con l’analisi dei modi di vedere e dei modi di pensare, l’autrice riflette sulla rappresentazione nel romanzo storico contemporaneo della lotta e della sua impossibilità, il male agito e subito.
Edited volumes by Emanuela Piga Bruni
Between, V, Vol. 10, 2015: http://ojs.unica.it/index.php/between/issue/view/53
Questo numero di ... more Between, V, Vol. 10, 2015: http://ojs.unica.it/index.php/between/issue/view/53
Questo numero di Between raccoglie gli atti del convegno annuale di Compalit, L’immaginario politico. Impegno, resistenza, ideologia, che si è svolto a Bologna nel dicembre del 2014. È stato un convegno molto ricco e partecipato, che ha visto succedersi undici relazioni plenarie, più di cento comunicazioni organizzate in sessioni parallele, la presentazione di Between e del manuale di Letterature comparate curato da Francesco de Cristofaro, e un’intensa e affollata conversazione serale con due membri del collettivo Wu Ming. E ora questo ricchissimo numero della rivista in cui è confluita gran parte delle relazioni tenute a Bologna. Ovviamente molte cose sono cambiate rispetto al progetto originario e all’elaborazione progressiva del convegno: prospettive inedite, nuovi spunti di riflessione, nodi problematici emersi nel vivo delle sessioni e delle discussioni che ne sono seguite e che hanno trovato espressione nei saggi raccolti qui, ognuno dei quali ha rilanciato a sua volta nuove domande e interrogativi specifici. L’articolazione così ampia del numero, la pluralità di sguardi, competenze e approcci critici rappresentano dunque plasticamente l’orizzonte contraddittorio e problematico in cui ci muoviamo.
Special Issue of Between, IV.8, 2014
Papers by Emanuela Piga Bruni
Between, 2015
Questo numero di Between raccoglie gli atti del convegno annuale di Compalit, L’immaginario po... more Questo numero di Between raccoglie gli atti del convegno annuale di Compalit, L’immaginario politico. Impegno, resistenza, ideologia , che si e svolto a Bologna nel dicembre del 2014. E stato un convegno molto ricco e partecipato, che ha visto succedersi undici relazioni plenarie, piu di cento comunicazioni organizzate in sessioni parallele, la presentazione di Between e del manuale di Letterature comparate curato da Francesco de Cristofaro, e un’intensa e affollata conversazione serale con due membri del collettivo Wu Ming. E ora questo ricchissimo numero della rivista in cui e confluita gran parte delle relazioni tenute a Bologna. Ovviamente molte cose sono cambiate rispetto al progetto originario e all’elaborazione progressiva del convegno: prospettive inedite, nuovi spunti di riflessione, nodi problematici emersi nel vivo delle sessioni e delle discussioni che ne sono seguite e che hanno trovato espressione nei saggi raccolti qui, ognuno dei quali ha rilanciato a sua volt...
Il saggio è stato concepito come introduzione a Viaggio e sconfinamenti, un volume dedicato ai te... more Il saggio è stato concepito come introduzione a Viaggio e sconfinamenti, un volume dedicato ai temi del viaggio, del confine e dell'atto che lo trascende: lo sconfinare, inteso come pratica intellettuale e fisica, e affermazione di libertà. Dal taglio comparatista, il primo paragrafo del saggio, Ambivalenze e linee d'ombra, definisce i concetti di viaggio, frontiera e confine esplorando le tensioni e le dissonanze che attraversano questo campo semantico. Attraverso il commento di un brano del romanzo The Crossing (Oltre il confine) di Cormac McCarthy, la riflessione include temi ricorrenti in questo immaginario, come l'erranza, l'incontro con l'altro o l'ospitalità. Il secondo paragrafo, Le frontiere del viaggio, da una prospettiva sociologica riflette sulla moltiplicazione dei confini – intesi come dispositivi che si materializzano attraverso i media e l'immaginario che essi nutrono - e delle conseguenze che questi hanno sulle persone. L'ultima parte...
Immaginare l’impossibile: trame della creatività tra letteratura e scienza, Eds. Luciano Boi, Franco D’Intino, Giovanni Vito Distefano, «Between», V. 9, N. 17, 2019
Il gioco di parole che ci siamo concessi nel riprendere il titolo del celebre saggio di Walter Be... more Il gioco di parole che ci siamo concessi nel riprendere il titolo del celebre saggio di Walter Benjamin si presta a descrivere gli effetti di una rivoluzione tecnologica molto discussa e che la comunità umana sente imminente. Le conseguenze culturali e antropologiche della possibilità di riprodurre attraverso la tecnica il manufatto artistico umano erano rilevanti non meno di quanto possano esserlo quelle che si presentano nel momento in cui oggetto della riproduzione è l’umano stesso. Questo saggio propone una riflessione su alcuni racconti di fantascienza in cui sono descritti robot antropomorfi capaci di agire e pensare secondo modi che richiedono l’emersione della coscienza e dell’inconscio, quanto ci appare di più umano e misterioso allo stesso tempo.
La lente utilizzata per affrontare un tema così vasto e complesso è quella del dialogo tra l’essere umano e la macchina, tra paradigma indiziario e seduta psicoanalitica. La riflessione muove da alcune opere che, tra letteratura, cinema e serie TV, hanno declinato questo tema con diverse sfumature: l’interrogatorio volto a determinare il malfunzionamento o l’inganno della macchina nei racconti Liar! (1971) e Mirror Image (1972) di Isaac Asimov; le sedute atte a stabilire la natura umana o macchinica del soggetto inquisito in Do Androids Dream of Electric Sheep? (1968) di Philip K. Dick e nel film Blade Runner (1982) di Ridley Scott; i dialoghi tra programmatori e androidi della serie TV Westworld (2016–) di Jonathan Nolan e Lisa Joy.
Particolarmente rilevante ai fini di questo studio è Westworld, che mette in scena il manifestarsi dell’inconscio nell’intelligenza artificiale. Ossimoro che unisce l’inconscio e il suo contrario, l’artificio, il racconto dell’inconscio artificiale è una vera e propria rappresentazione dell’impossibile.
L’eredità di Antigone. Sorelle e sorellanze nelle letterature, nelle arti e nella politica, a cura di M. Farnetti, G. Ortu, Cesati, Firenze, 2019
Sagittario discorsi di teoria e geografia della letteratura collana diretta da Federico Bertoni e... more Sagittario discorsi di teoria e geografia della letteratura collana diretta da Federico Bertoni e Giulio Iacoli serie neocritica iv L'eredità di Antigone Sorelle e sorellanza nelle letterature, nel teatro, nelle arti e nella politica A cura di Monica Farnetti e Giuliana Ortu Franco Cesati Editore Volume realizzato con il contributo della Regione Sardegna L.R. 7/2007, annualità 2013 e del Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell'Università degli Studi di Sassari. È vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione totale o parziale con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico. ISBN 978-88-7667-745-8 © 2019 proprietà letteraria riservata Franco Cesati Editore via Guasti, 2 -50134 Firenze Cover design: ufficio grafico Franco Cesati Editore.
In Carmen Gallo (a cura di), Il senso della fine nelle narrazioni contemporanee, «SigMa», vol.1., 2017
In questo saggio mi propongo di riflettere sulle trasformazioni del romanzo attraverso epoche e m... more In questo saggio mi propongo di riflettere sulle trasformazioni del romanzo attraverso epoche e media. L’indagine si svolge sul filo del confronto tra due romanzi ottocenteschi considerati tipici del genere popolare (Les Mystères de Paris di Eugène Sue) e realista (Great Expectations, 1860 -1861, di Charles Dickens) e due serie TV contemporanee dal successo globale (Lost, di J.J. Abrams, D. Lindelof, J. Lieber, C. Cuse; Mad Men, AMT, 2007-2015) di Matthew Weiner. Attraverso una critica sintomatica dei finali di puntata, e dei finali conclusivi, interpretati come indizi di altre caratteristiche stilistiche, il focus verte sui temi di lunga durata e sulle forme testuali che caratterizzano il romanzo classico e la moderna serialità televisiva. Nonostante il carattere di ‘testo espanso’ e di ‘infinito intrattenimento’ della lunga serialità televisiva, l’attenzione attribuita al finale da parte dei showrunners, della critica e del pubblico testimonia la centralità di questo elemento narrativo nella composizione e ricezione dell’opera audiovisiva.
In C. Cao, A. Cinquegrani, E. Sbrojavacca, V. Tabaglio ( a cura di), Maschere del tragico, Between, VII. 14., 2017
Alcuni romanzi contemporanei si sono misurati con il racconto finzionale delle tragedie del Novec... more Alcuni romanzi contemporanei si sono misurati con il racconto finzionale delle tragedie del Novecento, e con gli orrori della Seconda guerra mondiale e la Shoah. Per far fronte all’intensità fuori scala dell’orrore avvenuto nel corso di questi eventi, la letteratura si avvale di diverse strategie testuali. Un esempio ne sono i romanzi Les Bienveillants (2006) di Jonathan Littell e The Zone of Interest (2014) di Martin Amis, dove la dismisura, la pienezza descrittiva di ciò che è indicibile del primo lascia il posto alla sua evocazione nelle forme della reticenza nel secondo. In questo studio mi propongo di riflettere su come questi romanzi affrontino gli eventi traumatici novecenteschi con la scrittura letteraria e quali significati esprimano in termini di rimemorazione e coscienza storica dei traumi collettivi. Nello specifico, il focus della riflessione è il rapporto tra la coscienza storica e il ritorno del modo tragico, in una direzione che individua nella rappresentazione della scissione dell’io la saldatura tra dimensione psicanalitica e dimensione tragica, e tra inconscio privato e politico.
Stefano Calabrese (a cura di), Narrare al tempo della globalizzazione, Roma, Carocci, 2016
Impaginazione e servizi editoriali: Pagina soc. coop., Bari Finito di stampare nell'ottobre 2016 ... more Impaginazione e servizi editoriali: Pagina soc. coop., Bari Finito di stampare nell'ottobre 2016 da Grafiche VD srl, Città di Castello (PG) isbn 9--0-9-1 Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 11 della legge 22 aprile 191, n. 6)
Semicerchio, Dec 2015
In presenting a special issue of “Between Journal” on Technology, Imagination, Narrative Forms (4... more In presenting a special issue of “Between Journal” on Technology, Imagination, Narrative Forms (4.8, 2014), this article explores the varied interconnections between literature and technology in the contemporary age, and tries to define the contours of theoretical frameworks for a wider consideration of digital humanities. It does so by mapping some of their inflections in narrative at large, such as: the thematic or metaphoric representations of new or futuristic technologies in literature; the interaction between digital culture and more ‘traditional’ literary forms – from digital versions of classics to the use of IT technologies to facilitate experimental narrative techniques; the transformation of narrative under the influence of new mediascapes; the growth of intermedia or transmedia storytelling as a typical expression of the new convergent and participative culture.
In questo studio sono confrontati i diversi approcci alla serializzazione che caratterizzano il r... more In questo studio sono confrontati i diversi approcci alla serializzazione che caratterizzano il romanzo del diciannovesimo secolo e le moderne narrazioni seriali televisive. Attraverso una critica sintomatica dei finali di puntata, interpretati come indizi di altre caratteristiche stilistiche, il focus verte sui temi di lunga durata e sulle forme testuali che caratterizzano il romanzo classico e la moderna serialità televisiva.
Nello specifico, mi soffermo sul ritorno del passato rimosso nel romanzo Great Expectations (1860 -1861) di Charles Dickens e nella serie TV Mad Men (AMT, 2007-201) di Matthew Weiner. In questa prospettiva, la moderna serialità televisiva di qualità è interpretata come una "mediamorfosi" (R. Fidler) del romanzo classico e come una possibile risposta alla cosiddetta morte del romanzo .
Introduzione al volume "L’immaginario politico. Impegno, resistenza, ideologia". Eds. S. Albertaz... more Introduzione al volume "L’immaginario politico. Impegno, resistenza, ideologia". Eds. S. Albertazzi, F. Bertoni, E. Piga, L. Raimondi, G. Tinelli.
http://ojs.unica.it/index.php/between/article/view/2233
Questo numero di Between raccoglie gli atti del convegno annuale di Compalit, L’immaginario politico. Impegno, resistenza, ideologia, che si è svolto a Bologna nel dicembre del 2014. È stato un convegno molto ricco e partecipato, che ha visto succedersi undici relazioni plenarie, più di cento comunicazioni organizzate in sessioni parallele, la presentazione di Between e del manuale di Letterature comparate curato da Francesco de Cristofaro, e un’intensa e affollata conversazione serale con due membri del collettivo Wu Ming. E ora questo ricchissimo numero della rivista in cui è confluita gran parte delle relazioni tenute a Bologna. Ovviamente molte cose sono cambiate rispetto al progetto originario e all’elaborazione progressiva del convegno: prospettive inedite, nuovi spunti di riflessione, nodi problematici emersi nel vivo delle sessioni e delle discussioni che ne sono seguite e che hanno trovato espressione nei saggi raccolti qui, ognuno dei quali ha rilanciato a sua volta nuove domande e interrogativi specifici. L’articolazione così ampia del numero, la pluralità di sguardi, competenze e approcci critici rappresentano dunque plasticamente l’orizzonte contraddittorio e problematico in cui ci muoviamo.
Con Remo Ceserani, Clotilde Bertoni, Daniele Giglioli, Guido Mazzoni, Florian Mussgnug.
Universit... more Con Remo Ceserani, Clotilde Bertoni, Daniele Giglioli, Guido Mazzoni, Florian Mussgnug.
Università di Bologna, Dipartimento di Storia, Culture, Civiltà, Aula Magna, 18 dicembre 2015.
Questo studio si propone di indagare il racconto della Rivoluzione francese attraverso la forma d... more Questo studio si propone di indagare il racconto della Rivoluzione francese attraverso la forma del romanzo e della costruzione di personaggi, inventati o storicamente esistiti, e ricostruiti attraverso la lente della finzione. A partire dal romanzo Quatre-vingt-treize (1874) di Victor Hugo, l'intento è di incrociare l’analisi della prospettiva storiografica soggiacente al racconto con la costruzione dei diversi personaggi, strumento chiave dell’”immaginazione melodrammatica” (P. Brooks). In questa prospettiva, si vuole riflettere anche sulla messa in figura dei conflitti morali che caratterizzarono l'epoca della Rivoluzione francese e dell'ideologia giacobina durante il Terrore.
«Un’arte che presta una voce a tutto ciò che resta soffocato nel mondo e alle ragioni che non tro... more «Un’arte che presta una voce a tutto ciò che resta soffocato nel mondo e alle ragioni che non trovano riconoscimento da parte degli ordini costituititi», scriveva nel 1973 Francesco Orlando, in un’epoca in cui i concetti di repressione e represso erano al centro di discorsi e movimenti. Se è vero che tali concetti continuano ad essere al centro dell’attualità, è anche vero che le loro manifestazioni diventano parte del divenire storico e di quel costante processo di rielaborazione della memoria che lo accompagna. Questo significa che, nel caso di una letteratura che racconta il passato da una prospettiva contro-egemonica, l’ascolto delle voci represse si complica con la ricerca delle tracce sommerse nel fondale stratificato della Storia.
Partendo dal noto studio di Orlando sul ritorno del represso, fenomeno da lui considerato al cuore dei meccanismi formali del testo letterario, l’obiettivo di questo studio è di riattualizzare la sua ricerca estendendola all’ambito della scrittura della storia. Lo studioso auspicava un proseguimento del suo lavoro, per lui lontano dall’essere delimitato dalla sua ripresa della celebre formula freudiana di ritorno del rimosso. Oggi, in un’epoca contrassegnata dal sentimento di posteriorità, in cui uno dei temi ricorrenti a livello storico e narrativo è quello del recupero di ciò che è andato perduto, smarrito nei vuoti della storia, può essere utile la ripresa del suo metodo nella direzione del sommerso. In questa prospettiva, come spunto per una libera rielaborazione della sua teoria critica, ho scelto tre romanzi italiani contemporanei che si misurano con il racconto della storia e con il tema del rimosso coloniale: Regina di fiori e di perle (2007) di Gabriella Ghermandi, Le rondini di Montecassino (2011) di Helena Janeczeck e Timira (2012) di Wu Ming 2 e Antar Mohamed.
Nell’introdurre il numero monografico Tecnologia, immaginazione, forme del narrare (4.8, 2014) ci... more Nell’introdurre il numero monografico Tecnologia, immaginazione, forme del narrare (4.8, 2014) ci si propone di fornire una panoramica teorica, metodologica e testuale per inquadrare soprattutto gli sviluppi più recenti della pratica della narrazione e le sue interferenze con le culture digitali. Le diverse interconnessioni tra tecnologia e forme del narrare sono state esplorate tenendo conto dei modi in cui, nelle diverse sezioni in cui è suddiviso il numero, i vari contributi hanno risposto agli interrogativi sollevati sulle seguenti principali tematiche: la rappresentazione della tecnologia nella letteratura; l’interazione tra la cultura digitale e le forme letterarie più tradizionali, dalle versioni digitali dei classici all’uso delle tecnologie dell’informazione per facilitare tecniche narrative sperimentali; la trasformazione della narrazione sotto l’influenza dei nuovi ambienti mediali; la crescita del ‘transmedia storytelling’ e della ‘fanfiction’ come espressioni tipiche della nuova cultura convergente e partecipativa.
In presenting this special issue on Technology, Imagination, Narrative Forms (4.8, 2014), the editors’ aim is to provide an overview of theories, methodologies and texts useful to frame the latest developments of storytelling and their cross-fertilization with digital cultures. The varied interconnections between literature and technology are explored considering the ways in which the articles contained in the different sections of the journal respond to issues such as: the thematic or metaphoric representations of new or futuristic technologies in literature; the interaction between digital culture and more ‘traditional’ literary forms – from digital versions of classics to the use of IT technologies to facilitate experimental narrative techniques; the transformation of narrative under the influence of new media environments; the growth of transmedia storytelling and fanfiction as typical expressions of the new convergent and participative culture.
Uploads
Books by Emanuela Piga Bruni
Edited volumes by Emanuela Piga Bruni
Questo numero di Between raccoglie gli atti del convegno annuale di Compalit, L’immaginario politico. Impegno, resistenza, ideologia, che si è svolto a Bologna nel dicembre del 2014. È stato un convegno molto ricco e partecipato, che ha visto succedersi undici relazioni plenarie, più di cento comunicazioni organizzate in sessioni parallele, la presentazione di Between e del manuale di Letterature comparate curato da Francesco de Cristofaro, e un’intensa e affollata conversazione serale con due membri del collettivo Wu Ming. E ora questo ricchissimo numero della rivista in cui è confluita gran parte delle relazioni tenute a Bologna. Ovviamente molte cose sono cambiate rispetto al progetto originario e all’elaborazione progressiva del convegno: prospettive inedite, nuovi spunti di riflessione, nodi problematici emersi nel vivo delle sessioni e delle discussioni che ne sono seguite e che hanno trovato espressione nei saggi raccolti qui, ognuno dei quali ha rilanciato a sua volta nuove domande e interrogativi specifici. L’articolazione così ampia del numero, la pluralità di sguardi, competenze e approcci critici rappresentano dunque plasticamente l’orizzonte contraddittorio e problematico in cui ci muoviamo.
Papers by Emanuela Piga Bruni
La lente utilizzata per affrontare un tema così vasto e complesso è quella del dialogo tra l’essere umano e la macchina, tra paradigma indiziario e seduta psicoanalitica. La riflessione muove da alcune opere che, tra letteratura, cinema e serie TV, hanno declinato questo tema con diverse sfumature: l’interrogatorio volto a determinare il malfunzionamento o l’inganno della macchina nei racconti Liar! (1971) e Mirror Image (1972) di Isaac Asimov; le sedute atte a stabilire la natura umana o macchinica del soggetto inquisito in Do Androids Dream of Electric Sheep? (1968) di Philip K. Dick e nel film Blade Runner (1982) di Ridley Scott; i dialoghi tra programmatori e androidi della serie TV Westworld (2016–) di Jonathan Nolan e Lisa Joy.
Particolarmente rilevante ai fini di questo studio è Westworld, che mette in scena il manifestarsi dell’inconscio nell’intelligenza artificiale. Ossimoro che unisce l’inconscio e il suo contrario, l’artificio, il racconto dell’inconscio artificiale è una vera e propria rappresentazione dell’impossibile.
Nello specifico, mi soffermo sul ritorno del passato rimosso nel romanzo Great Expectations (1860 -1861) di Charles Dickens e nella serie TV Mad Men (AMT, 2007-201) di Matthew Weiner. In questa prospettiva, la moderna serialità televisiva di qualità è interpretata come una "mediamorfosi" (R. Fidler) del romanzo classico e come una possibile risposta alla cosiddetta morte del romanzo .
http://ojs.unica.it/index.php/between/article/view/2233
Questo numero di Between raccoglie gli atti del convegno annuale di Compalit, L’immaginario politico. Impegno, resistenza, ideologia, che si è svolto a Bologna nel dicembre del 2014. È stato un convegno molto ricco e partecipato, che ha visto succedersi undici relazioni plenarie, più di cento comunicazioni organizzate in sessioni parallele, la presentazione di Between e del manuale di Letterature comparate curato da Francesco de Cristofaro, e un’intensa e affollata conversazione serale con due membri del collettivo Wu Ming. E ora questo ricchissimo numero della rivista in cui è confluita gran parte delle relazioni tenute a Bologna. Ovviamente molte cose sono cambiate rispetto al progetto originario e all’elaborazione progressiva del convegno: prospettive inedite, nuovi spunti di riflessione, nodi problematici emersi nel vivo delle sessioni e delle discussioni che ne sono seguite e che hanno trovato espressione nei saggi raccolti qui, ognuno dei quali ha rilanciato a sua volta nuove domande e interrogativi specifici. L’articolazione così ampia del numero, la pluralità di sguardi, competenze e approcci critici rappresentano dunque plasticamente l’orizzonte contraddittorio e problematico in cui ci muoviamo.
Università di Bologna, Dipartimento di Storia, Culture, Civiltà, Aula Magna, 18 dicembre 2015.
Partendo dal noto studio di Orlando sul ritorno del represso, fenomeno da lui considerato al cuore dei meccanismi formali del testo letterario, l’obiettivo di questo studio è di riattualizzare la sua ricerca estendendola all’ambito della scrittura della storia. Lo studioso auspicava un proseguimento del suo lavoro, per lui lontano dall’essere delimitato dalla sua ripresa della celebre formula freudiana di ritorno del rimosso. Oggi, in un’epoca contrassegnata dal sentimento di posteriorità, in cui uno dei temi ricorrenti a livello storico e narrativo è quello del recupero di ciò che è andato perduto, smarrito nei vuoti della storia, può essere utile la ripresa del suo metodo nella direzione del sommerso. In questa prospettiva, come spunto per una libera rielaborazione della sua teoria critica, ho scelto tre romanzi italiani contemporanei che si misurano con il racconto della storia e con il tema del rimosso coloniale: Regina di fiori e di perle (2007) di Gabriella Ghermandi, Le rondini di Montecassino (2011) di Helena Janeczeck e Timira (2012) di Wu Ming 2 e Antar Mohamed.
In presenting this special issue on Technology, Imagination, Narrative Forms (4.8, 2014), the editors’ aim is to provide an overview of theories, methodologies and texts useful to frame the latest developments of storytelling and their cross-fertilization with digital cultures. The varied interconnections between literature and technology are explored considering the ways in which the articles contained in the different sections of the journal respond to issues such as: the thematic or metaphoric representations of new or futuristic technologies in literature; the interaction between digital culture and more ‘traditional’ literary forms – from digital versions of classics to the use of IT technologies to facilitate experimental narrative techniques; the transformation of narrative under the influence of new media environments; the growth of transmedia storytelling and fanfiction as typical expressions of the new convergent and participative culture.
Questo numero di Between raccoglie gli atti del convegno annuale di Compalit, L’immaginario politico. Impegno, resistenza, ideologia, che si è svolto a Bologna nel dicembre del 2014. È stato un convegno molto ricco e partecipato, che ha visto succedersi undici relazioni plenarie, più di cento comunicazioni organizzate in sessioni parallele, la presentazione di Between e del manuale di Letterature comparate curato da Francesco de Cristofaro, e un’intensa e affollata conversazione serale con due membri del collettivo Wu Ming. E ora questo ricchissimo numero della rivista in cui è confluita gran parte delle relazioni tenute a Bologna. Ovviamente molte cose sono cambiate rispetto al progetto originario e all’elaborazione progressiva del convegno: prospettive inedite, nuovi spunti di riflessione, nodi problematici emersi nel vivo delle sessioni e delle discussioni che ne sono seguite e che hanno trovato espressione nei saggi raccolti qui, ognuno dei quali ha rilanciato a sua volta nuove domande e interrogativi specifici. L’articolazione così ampia del numero, la pluralità di sguardi, competenze e approcci critici rappresentano dunque plasticamente l’orizzonte contraddittorio e problematico in cui ci muoviamo.
La lente utilizzata per affrontare un tema così vasto e complesso è quella del dialogo tra l’essere umano e la macchina, tra paradigma indiziario e seduta psicoanalitica. La riflessione muove da alcune opere che, tra letteratura, cinema e serie TV, hanno declinato questo tema con diverse sfumature: l’interrogatorio volto a determinare il malfunzionamento o l’inganno della macchina nei racconti Liar! (1971) e Mirror Image (1972) di Isaac Asimov; le sedute atte a stabilire la natura umana o macchinica del soggetto inquisito in Do Androids Dream of Electric Sheep? (1968) di Philip K. Dick e nel film Blade Runner (1982) di Ridley Scott; i dialoghi tra programmatori e androidi della serie TV Westworld (2016–) di Jonathan Nolan e Lisa Joy.
Particolarmente rilevante ai fini di questo studio è Westworld, che mette in scena il manifestarsi dell’inconscio nell’intelligenza artificiale. Ossimoro che unisce l’inconscio e il suo contrario, l’artificio, il racconto dell’inconscio artificiale è una vera e propria rappresentazione dell’impossibile.
Nello specifico, mi soffermo sul ritorno del passato rimosso nel romanzo Great Expectations (1860 -1861) di Charles Dickens e nella serie TV Mad Men (AMT, 2007-201) di Matthew Weiner. In questa prospettiva, la moderna serialità televisiva di qualità è interpretata come una "mediamorfosi" (R. Fidler) del romanzo classico e come una possibile risposta alla cosiddetta morte del romanzo .
http://ojs.unica.it/index.php/between/article/view/2233
Questo numero di Between raccoglie gli atti del convegno annuale di Compalit, L’immaginario politico. Impegno, resistenza, ideologia, che si è svolto a Bologna nel dicembre del 2014. È stato un convegno molto ricco e partecipato, che ha visto succedersi undici relazioni plenarie, più di cento comunicazioni organizzate in sessioni parallele, la presentazione di Between e del manuale di Letterature comparate curato da Francesco de Cristofaro, e un’intensa e affollata conversazione serale con due membri del collettivo Wu Ming. E ora questo ricchissimo numero della rivista in cui è confluita gran parte delle relazioni tenute a Bologna. Ovviamente molte cose sono cambiate rispetto al progetto originario e all’elaborazione progressiva del convegno: prospettive inedite, nuovi spunti di riflessione, nodi problematici emersi nel vivo delle sessioni e delle discussioni che ne sono seguite e che hanno trovato espressione nei saggi raccolti qui, ognuno dei quali ha rilanciato a sua volta nuove domande e interrogativi specifici. L’articolazione così ampia del numero, la pluralità di sguardi, competenze e approcci critici rappresentano dunque plasticamente l’orizzonte contraddittorio e problematico in cui ci muoviamo.
Università di Bologna, Dipartimento di Storia, Culture, Civiltà, Aula Magna, 18 dicembre 2015.
Partendo dal noto studio di Orlando sul ritorno del represso, fenomeno da lui considerato al cuore dei meccanismi formali del testo letterario, l’obiettivo di questo studio è di riattualizzare la sua ricerca estendendola all’ambito della scrittura della storia. Lo studioso auspicava un proseguimento del suo lavoro, per lui lontano dall’essere delimitato dalla sua ripresa della celebre formula freudiana di ritorno del rimosso. Oggi, in un’epoca contrassegnata dal sentimento di posteriorità, in cui uno dei temi ricorrenti a livello storico e narrativo è quello del recupero di ciò che è andato perduto, smarrito nei vuoti della storia, può essere utile la ripresa del suo metodo nella direzione del sommerso. In questa prospettiva, come spunto per una libera rielaborazione della sua teoria critica, ho scelto tre romanzi italiani contemporanei che si misurano con il racconto della storia e con il tema del rimosso coloniale: Regina di fiori e di perle (2007) di Gabriella Ghermandi, Le rondini di Montecassino (2011) di Helena Janeczeck e Timira (2012) di Wu Ming 2 e Antar Mohamed.
In presenting this special issue on Technology, Imagination, Narrative Forms (4.8, 2014), the editors’ aim is to provide an overview of theories, methodologies and texts useful to frame the latest developments of storytelling and their cross-fertilization with digital cultures. The varied interconnections between literature and technology are explored considering the ways in which the articles contained in the different sections of the journal respond to issues such as: the thematic or metaphoric representations of new or futuristic technologies in literature; the interaction between digital culture and more ‘traditional’ literary forms – from digital versions of classics to the use of IT technologies to facilitate experimental narrative techniques; the transformation of narrative under the influence of new media environments; the growth of transmedia storytelling and fanfiction as typical expressions of the new convergent and participative culture.
In Fugitive Pieces, la storia possibile di Jakob Beer (bambino scampato agli stermini nazisti in Polonia ed emigrato in Canada) e il divenire del personaggio nel tempo, condensano a livello finzionale i temi dolorosi dell'esilio e della memoria traumatica, insieme a quello dell'infanzia offesa dalla indicibile violenza della Storia. Portato in salvo a Zacinto da Athos, un geologo greco, Jakob trascorre la sua infanzia in Grecia e la sua giovinezza in Canada, segnato da una nostalgia per la famiglia perduta che lo porta a trasferire nei sogni la ripetizione dell'esperienza traumatica ( Freud 1920).
Il desiderio, nella doppia valenza di nostalgia verso un futuro passato (Vergangene Zukunft, Koselleck 2007), e di desiderio verso le possibilità affettive che il presente dischiude, costituisce nel romanzo il motore che conduce alla possibilità, dopo la perdita, dell'agency, della re-azione legata al superamento del passato traumatico. Fugitive Pieces mette in scena il passaggio dalla realizzazione del desiderio nella fantasticheria e nella dimensione onirica (con al centro le persone perdute) alla risignificazione del passato, resa possibile grazie all'apertura al presente e al futuro. L’amore, la cura di persone, oggetti e luoghi dal valore memoriale e affettivo, uniti alla pratica della scrittura, permetteranno a Jacob di ritrovare e re-incorporare la storia sommersa e la memoria perduta.
L'obiettivo di questo studio è dimostrare come nel romanzo sia messa in scena, in filigrana alle vicende narrate, una tensione verso il passato segnata dal desiderio che trova riparazione, espressione e appagamento attraverso le pratiche del quotidiano e l'esperienza dell'arte. Tensione che, a livello metanarrativo, sembra mettere in scena al tempo stesso il desiderio del romanzo metastorico verso i vuoti della Storia, “orizzonte desiderato ma mai raggiunto, e che può essere soltanto avvicinato” (A. Elias 2001).
Lo scopo di questo studio è di indagare gli effetti di questa "pendenza"nelle pratiche sociali e di scrittura che abitano la rete al tempo del Web 2.0. In questo contesto, i blog che si occupano di cultura e letteratura diventano sempre più spazi di discussione e dimore volte ad accogliere storie che, nell'affiorare alla superficie immateriale della rete, si fanno condivise grazie alla pratica del "commentario critico" (Jenkins 2006), ovvero l'intreccio dei commenti postati dalla comunità dei partecipanti in calce a un articolo, che si tratti di un racconto o di un saggio.
Le caratteristiche di questo genere di comunità, spazi che accolgono la narrazione come "pratica sociale in cui due o più persone mettono in comune una storia" (Jedlowski 2000), sono qui indagate a a partire dallo studio di un caso: il blog–rivista online Giap di Wu Ming (www.wumingfoundation.com) e le sue diverse diramazioni, dalla fan fiction che abita i meandri del sito del romanzo Manituana ai progetti transmediali con la comunità convergente.
Poiché gran parte dei giudizi negativi che seguirono l'opera di Ruiz partirono dall'assunto dell'intraducibilità della poetica della Recherche in un'opera cinematografica, questo studio mira a comprendere la relazione che il testo filmico stabilisce con il testo letterario. In quest'ottica, lo studio si focalizza su alcune soluzioni formali adottate dal regista, partendo dall'idea che queste scelte siano alla base del tentativo di trasposizione, sul piano del contenuto e dell'espressione, della "qualità di visione" di Marcel Proust, di difficile transcodificazione per raffinatezza concettuale e linguistica e densità narrativa.
Nell'indagare la relazione traduttiva e le forme dell'espressione concretizzate nel testo d'arrivo, particolare interesse sarà riservato al movimento: i movimenti di macchina e i movimenti nel quadro, i movimenti degli oggetti e i movimenti dei personaggi. Movimenti in orbita all'interno del movimento più grande e incessante della memoria e di quell'immagine-movimento che è il piano."