Papers by Manuela Moretti
Cuadernos de pensamiento, 2024
El intento de este trabajo es mostrar que es posible referirse al pensamiento de María Zambrano c... more El intento de este trabajo es mostrar que es posible referirse al pensamiento de María Zambrano como a una “filosofía de la maternidad”. Frente a toda una tradición filosófica que ha reconocido la muerte como el rasgo distintivo del ser humano, la filósofa no sólo desplaza su atención hacia la otra condición ontológica del ser humano –su ser “natal” y no, sólo, “mortal”– sino que también muestra cómo este cambio de paradigma permite sacar a la luz un pensamiento auténticamente generativo. Un ejercicio de coherencia con la realidad misma que permite al hombre volver a pensar desde la experiencia, a partir de las entrañas, término imprescindible del pensamiento de Zambrano que indica la realidad generativa y materna: se trata de una forma de inteligencia propia de la acción de la sensibilidad misma que actúa desde adentro y que indica, a la vez, fidelidad a la realidad y abertura hacia lo otro. Un pensamiento fecundo y femenino, el que se intentará esbozar aquí, cuya autenticidad hay que buscar en ese vínculo con la realidad que no excluye la trascendencia, y que nos permite reconocernos, ante todo, como criaturas.
DARSHANIM Contributi a Interpretazione. Reti di relazioni generate da un’opera d’arte vol. 3, 2024
Il presente lavoro raccoglie alcuni contributi legati al progetto Interpretazione. Reti di relazi... more Il presente lavoro raccoglie alcuni contributi legati al progetto Interpretazione. Reti di relazioni generate da un’opera d’arte. Tale progetto, nato dalla collaborazione tra il Conservatorio di Trento e il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, invita studiosi di discipline diverse a confrontarsi sul tema dell’interpretazione. La riflessione sull’interpretazione ha attraversato specifiche aree filosofiche novecentesche, ma tale progetto mira ad ampliare lo spettro del suo campo d’indagine: la musica gioca qui un ruolo fondamentale, con tutte le determinazioni specifiche che il concetto di interpretazione assume nella creazione, nell’analisi e nella pratica musicale. A sua volta, la questione dell’interpretazione musicale viene fatta interagire con i campi d’indagine più diversi: l’interpretazione biblica, l’ermeneutica dei testi letterari, l’estetica, la musicologia, la psicologia, la storia, la teoria della cultura. L’idea di fondo è quella di restituire alla musica una fondamentale centralità epistemica, mostrando che essa – attraverso il prisma dell’interpretazione – sta alla convergenza dei saperi più diversi, costituendo l’anima invisibile di una enciclopedia a venire.
Aurora. Papeles Del Seminario María Zambrano, (25), 68–75., Feb 8, 2024
The aim of this essay is to follow the line drawn by writing in María Zambrano’s work. The path w... more The aim of this essay is to follow the line drawn by writing in María Zambrano’s work. The path we wish to follow cannot be preestablished,
but rather wishes to show the multiple unprecedented possibilities that María Zambrano’s writing, always in a nascent state, suggests. A line, the one we wish to slide here, which, with its auroral character, appears trembling, undecided like everything in a nascent state. A living writing,
the one we wish to show, faithful to the reality from which it itself originates, palpitating like the obscure and generative matrix
from which it itself emerges. It’s in this perspective that the experience
of the essay in María Zambrano will be explored, through a writing
where, as the Spanish word “ensayar” suggests, originates from
the interior of feeling to come to light with its always unprecedented
force, without ever consolidating itself in rigid forms that prevent
reality from manifesting itself.
Keywords: Essay, Experience, Aurora, Reality, Generativity.
Opere di María Zambrano, Morcelliana, 2023
Il volume raccoglie le lettere che Marίa Zambrano scrive a Gregorio del Campo, giovane sottotenen... more Il volume raccoglie le lettere che Marίa Zambrano scrive a Gregorio del Campo, giovane sottotenente con il quale la filosofa ebbe, ancora adolescente, una relazione e che morì nel 1936, dopo essere stato incarcerato a Saragozza dai franchisti. Con Gregorio del Campo non solo fu sul punto di sposarsi, ma ebbe un figlio che morì poco dopo essere nato, come testimonia la toccante lettera al figlio morto, mai nominato nei suoi scritti, qui contenuta.
Vi emergono le prime riflessioni della filosofa sull’amore, sul matrimonio e sulla rottura dei pregiudizi borghesi, e le testimonianze di letture significative – l’opera di Ortega y Gasset – e altri grandi classici della letteratura.
La relazione d’amore giovanile e la maternità segreta sono elementi di fondamentale importanza per una biografia esaustiva della filosofa spagnola e per l’elaborazione del suo pensiero della nascita, come testimoniano le numerose allusioni contenute nelle sue opere a quell’evento luttuoso.
"MARÍA ZAMBRANO EN AMÉRICA LATINA: LA AURORA QUE NO CESA" coordinado por Madeline Camara, Jan 6, 2022
This paper focused on the intense friendship between María Zambrano and Edison Simons, in the per... more This paper focused on the intense friendship between María Zambrano and Edison Simons, in the perspective of their common interest in Los sueños de Lucrecia de León, a text belonging to the dreaming lady of the court of Felipe II involved in the most important and documented case of prophecies in the history of Spain. Starting from Zambrano’s careful reading, Lucrecia’s dreams will also be investigated through the images that flow like water in a riverbed, without crystallizing into abstract concepts. In addition, a reading of Lucrecia will be offered through the analogy with Antigone, another creature intact and innocent, that has a great importance in the thought of the Spanish female philosopher.
KEYWORDS
María Zambrano, Edison Simons, Lucrecia de León, sueños, Antígona
Manuela Moretti, 2022
Fin dagli scritti giovanili il tema della città occupa un posto di primaria importanza all'intern... more Fin dagli scritti giovanili il tema della città occupa un posto di primaria importanza all'interno del pensiero di María Zambrano, al punto che essa viene definita sia come «ciò che maggiormente si avvicina alla persona, ad essere a modo di una persona o al modo della persona» 1 che come «lo spazio della discussione, della libera espressione del pensiero; lo spazio in cui il pensiero e la parola esistono per la prima volta» 2. Se la città, la polis autentica è dunque, sia il luogo in cui la dimensione umana può rivelarsi che lo spazio dialogico per eccellenza, per cogliere interamente la portata che il tema della città occupa all'interno del pensiero della filosofa spagnola è necessario considerare anche il legame esistente tra la parola e la nostra città di origine, quel luogo dove per la prima volta abbiamo posato i nostri occhi sul mondo. La città di ognuno, il luogo dove siamo nati o cresciuti è infatti per Zambrano lo spazio dove la nostra vita sociale si origina, cresce e si espande, uno «spazio aperto e intimo dove chi l'abita si sente al tempo stesso fuori e dentro» 3. È in questa apertura verso l'altro, la cui intimità ci permette di scorgere allo stesso tempo la fedeltà alle origini di chi l'abita, che va ricercata la peculiarità della città stessa: essa è infatti il luogo dove «si attua la comunione con coloro che furono e che in essa lasciarono il loro nome, l'impronta del loro vivere quotidiano, come in un ricettacolo del trascendente che si sprigiona da ogni vita propriamente umana» 4. Se la città come spazio intimo ci rimanda al legame con la nostra origine, come testimonia il nome che in essa 1
“Eranos Jahrbuch 75/2019-2020-2021”; Daimon Verlag, Einsiedeln, 2022
“Darhsanim”, vol. I, a cura di Pier Alberto Porceddu Cilione, Mimesis edizioni, 2021
PER AMORE DEL MONDO. - ISSN 2384-8944. - ELETTRONICO. - Per amore del mondo n.17 (2020). L'istante del risveglio(2020), 2020
Aurora. Papeles del "Seminario María Zambrano". Enero-febrero 2021:Maria Zambrano y el cine I, 2021
A partir del ensayo de Maria Zambrano «Charlot o el histrionismo», este articulo intenta mostrar ... more A partir del ensayo de Maria Zambrano «Charlot o el histrionismo», este articulo intenta mostrar como Limelight, la ultima pelicula americana de Chaplin, es capaz de revelar lo mas esencial del ser humano: su propia vocacion. Ademas, se propone investigar el tema del sueno como manifestacion primaria apta para revelar la trama metafisica de la vida humana. Finalmente, el articulo muestra que el nacimiento puede ofrecer una llave hermeneutica valida para una lectura del ensayo zambraniano
Palabras claves: vocación, sueño, nacimiento, Chaplin, payaso
Drawing upon María Zambrano's essay "Charlot o el histrionismo", this paper aims to show how Limelight, Chaplin's final American film, manages to reveal what is most essential in human beings: personal vocation. The topic of the dream as a primary manifestation able to reveal the metaphysical structure of human life will also be investigated. Finally, the article aims to show how birth could offer a valid hermeneutic key to interpreting Zambranian essays.
Talks by Manuela Moretti
L’intervento si propone di approfondire il tema della meraviglia all’interno del pensiero di Marí... more L’intervento si propone di approfondire il tema della meraviglia all’interno del pensiero di María Zambrano (Vélez-Málaga 1904 - Madrid 1991) descrivendo il processo che porta dal pasmo – termine che la filosofa utilizza per indicare l’impressione originaria dinnanzi a qualcosa di insolito – all’asombro, quell’autentico stupore che trova nel paradigma della Nascita la sua espressione più adeguata. L’evento natale è infatti l’unico in grado di incarnare quello «stupore dell’essere vivo e dell’essere qualcuno, un essere, un individuo irriducibilmente differente dagli altri» . Una concezione che ci consente di riportare al centro dell’attenzione l’evento natale, e, con esso, la meraviglia che lo accompagna, in contrasto con un’intera tradizione filosofica che ha concesso un netto privilegio all’orizzonte della morte.
La genesi dello stupore iniziale non sarà qui da ricercarsi in quella domanda che dà origine alla risposta che molta filosofia si è affannata a ricercare, ma piuttosto nel processo inverso, ovvero nell’esistenza stessa della risposta già nell’esperienza. Si tratta dunque di una sapienza, quella che qui si intende riportare alla luce, che non va in cerca di risposte, ma che è in grado di aprirsi a una dimensione trascendente solo grazie a una fedele adesione alla realtà. Il processo che porta dal pasmo, ovvero dalla semplice ammirazione iniziale, all’asombro, all’autentica meraviglia, andrà dunque ricercato nella capacità di farsi vuoto per accogliere ciò che è altro da sé, dando origine a quell’autentico stupore che trova in ogni nuova nascita il suo paradigma più adeguato. Dinnanzi alla semplice ammirazione nei confronti della realtà sono infatti possibili due atteggiamenti: ridurre l’insolito a ciò che già si conosce, omologandolo con la sola ragione all’ambito del già noto, oppure aprirsi all’inedito, unico atteggiamento in grado di suscitare autentica meraviglia. L’ascensione dal pasmo all’ asombro sarà possibile allora solo dopo essersi addentrati all’interno della realtà stessa, mediante una sapienza che travalica i confini delle astratte categorie filosofiche per nutrirsi di un sapere che non ha reciso il suo legame con la realtà.
Nello stupore del sentirsi vivi, nel sentimento di profonda gratitudine che deriva dal riconoscimento della nostra originaria condizione non solo mortale, ma anche, e soprattutto, natale, l’uomo potrà ritrovare quella capacità di meravigliarsi imprescindibile a ogni conoscenza autentica.
Parole chiave: Nascita, meraviglia, stupore, María Zambrano
«¿Será llegado el momento en que la mujer, siguiendo su tradición aristocrática, va a adquirir el... more «¿Será llegado el momento en que la mujer, siguiendo su tradición aristocrática, va a adquirir el refinamiento supremo de conocer puro de urgencias prácticas, del libre ejercicio del cerebro?» escribe María Zambrano en La mujer intelectual, artículo aparecido el 4 de octubre de 1928 en la columna “Mujeres”, del periódico «El Liberal». Desde esta pregunta juvenil, que esboza el camino que aquí deseamos recorrer, intentaremos brevemente mostrar esa sabiduría femenina que nuestra filósofa nos indica a lo largo de toda su obra. María Zambrano nos muestra, ya desde estos escritos juveniles, la salida de la mujer desde esas regiones donde, por largo tiempo, había sido injustamente relegada a ser “dama”, musa desencarnada de un mundo inexistente. Un ángel que cobraba su existencia únicamente en el ámbito de lo ideal, un ser tanto perfecto cuanto irreal. En contraste con este horizonte de pensamiento, Zambrano nos invita a poner al centro un pensamiento femenino auténticamente encarnado, fecundo y transformativo a la vez. Las figuras femeninas que encontramos a lo largo de su obra – entre ellas Antígona, Diotima de Mantinea, Saffo, Eloisa, Santa Teresa o Nina de Galdós – son testimonio auténtico de una diferente sabiduría que tiene su proprio fundamento en un “saber del alma” que contrasta con el saber puramente intelectual proprio de una entera tradición de pensamiento. La auténtica sabiduría femenina que Zambrano nos muestra no tendrá entonces los rasgos de un saber puramente abstracto, donde las armazones lógicas son las únicas formas para adquirir el conocimiento, sino residirá en una forma de inteligencia que no ha renunciado al sentir. Rechazando el puro intelectualismo ̶ ese saber que, con su ansia de posesión, solo busca apoderarse de una realidad que no le pertenece ̶ nuestra filósofa muestra otras posibilidades que se encarnan en una auténtica sabiduría femenina. Libre de las urgencias prácticas que impulsan al hombre a querer poseer la realidad misma con los puros armazones de una razón puramente abstracta, la mujer podrá entonces recobrar su auténtica feminidad, sin tener que renunciar a su propria vocación, gracias a un pensamiento que no se ha desligado de la realidad.
Un pensamiento auténticamente femenino, el que aquí se va delineado, que no carece de actualidad, ofreciendo fecundos puntos de reflexión para repensar el rol de la mujer incluso en nuestro tiempo.
VI Simposio anual SOFIC, October 18 - 19.11 2024 Theme: truth, 2024
La verdad operante, que lleva consigo al par que un conocimiento una transformación para la perso... more La verdad operante, que lleva consigo al par que un conocimiento una transformación para la persona, marca el método en el pensamiento de María Zambrano. Para nuestra filósofa en la vida humana, conversión ha de ser siempre transformación, metamorfosis y hasta transfiguración.
El intento es mostrar el camino hacia la verdad que María Zambrano nos invita a seguir, esa ascensión en las escalas de las formas que nos conduce hacia los más altos grados del ser. Para nuestra filósofa, el hombre es un ser que tiene que irse haciendo, integrándose y al mismo tiempo yendo más allá de la realidad misma. Si bien es cierto que conocemos la realidad en función activa, operante, hay que a la vez reconocer que no conocemos solamente a través de ella. Así como la sola realidad no es suficiente para el conocimiento, la sola verdad no podrá ser operante sin punto de apoyo en la realidad misma. El movimiento transformador que Zambrano nos indica tiene su equilibrio entre el ser y el pensar, entre el sentir y el preguntar, sin que nunca ninguna parte de este delicado balance quede excluida nunca. Siguiendo esta órbita, será posible transformar la realidad obscura gracias a esa apertura luminosa que indica cada movimiento trascendente. Inmanencia y trascendencia han de ser unidos en esta búsqueda de la verdad, en un movimiento ascensional que tiene su imán en lo más misterioso del hombre, en ese centro obscuro y generador que coincide con su obscuro corazón. Es justamente en la metáfora del corazón que el método de María Zambrano se expresa, gracias a una razón que no ha renunciado al sentir y que nunca podrá expresarse en una lógica puramente abstracta. La verdad que aquí vamos buscando no podrá entonces nunca coincidir con las verdades meramente lógicas del puro ateísmo, donde la acción es verificada solo racionalmente, ni tampoco con una absoluta fe en algo que, perdido el vínculo con la realidad, no se muestra.
Verdad y realidad tendrán su equilibrio en el centro mismo del hombre, en esa simple desnudez inapresable que es lugar generativo y generador de vida, allí donde será posible renacer bajos nuevas formas todas las veces que será necesario. La verdad operante marca entonces el método que María Zambrano nos indica, allí donde el anhelo de trascendencia se transforma en alimento de vida, hasta esa conversión que cada proceso humano exige.
Palabras clave: María Zambrano, verdad, realidad, transformación
El pensamiento de María Zambrano (Vélez-Málaga 1904 – Madrid
1991) se sitúa en los márgenes del ... more El pensamiento de María Zambrano (Vélez-Málaga 1904 – Madrid
1991) se sitúa en los márgenes del discurso filosófico uniendo, al mismo
tiempo, poesía, filosofía y religión. Para acercarse a la obra de la filósofa
veleña, es necesario adentrarse en una forma de pensar que se aleja del
tradicional método sistemático otorgado por una entera tradición y
reconocer la fecundidad de un pensamiento femenino que no ha renunciado
al íntimo vínculo que une el hombre a la realidad generativa y materna.
María Zambrano nos muestra de esta forma la posibilidad de seguir otras
lógicas, diferentes a las otorgadas por el método sistemático de la filosofía
occidental, invitándonos a reconocer la posibilidad de un pensamiento que
no se ha divorciado de la vida misma. El método experiencial que la
pensadora nos invita a seguir se radica entonces en la diferencia entre un
pensamiento androcéntrico que se mueve dentro de las estrechas jaulas de la
abstracción, y un pensamiento auténticamente femenino íntimamente
vinculado a la experiencia, capaz de reconocer en el sentir la raíz misma del
ser. Aceptando la posibilidad que el comento sistemático no sea el único
criterio para acercarse a la filosofía, María Zambrano se mueve justamente
en los márgenes del discurso filosófico, nutriéndose del lenguaje de la
mística y de la poesía y de todas las imágenes que encuentra en su camino
experiencial. Moviéndose siempre en el límite, Zambrano muestra de esta
forma la posibilidad de seguir otras lógicas, que no marcan confines sino
abren, en el respeto de las diferencias, la posibilidad de dar a la luz un
pensamiento siempre inédito. Una sabiduría femenina, la que aquí
intentamos mostrar, que es necesario sacar del olvido para mostrar su
fecunda generatividad.
Palabras claves: María Zambrano, márgenes, pensamiento femenino,
generatividad.
«L’uomo è una strana creatura a cui non basta nascere una sola volta», scrive María Zambrano nell... more «L’uomo è una strana creatura a cui non basta nascere una sola volta», scrive María Zambrano nell’ancora attualissimo La agonía de Europa. Sarà proprio in questa continua tensione verso una unità mai raggiunta, ma sempre anelata, che si annida la speranza di rinascita dell’uomo europeo. Il desiderio di raggiungere la pienezza del proprio essere non andrà qui ricercato in un Aldilà indefinito, così come indicato dalla cultura greca, ma in questo mondo e, ancora più radicalmente, nella propria interiorità, poiché, come ricorda Zambrano citando Agostino, «all’interno dell’uomo abita la verità».
Seguendo questo cammino, si cercherà di mostrare come l’interiorità della persona cristiana si riveli come inesauribile proprio per la capacità di trascendere continuamente se stessa. È dunque nell’interiorità della natura umana che andrà ricercata la verità, fonte e allo stesso tempo anelito inesauribile dell’uomo. Una concezione anticlassica, quella presentata da Zambrano, che segna, con la nascita del pensiero agostiniano, l’inizio della cultura europea, sovvertendo ogni logica oppositiva o dialettica. La via è quella della generatività di un pensiero che, senza recidere il legame con la matrice oscura della realtà, mostra come la verità non vada ricercata nel Cielo dell’astrazione, ma nelle viscere della propria interiorità. Sarà nella profondità di un pensiero mai dimentico delle sue origini, in quella saggezza umile che rimanda all’oscura terra dell’Africa, luogo di nascita di Agostino, che bisognerà attingere per mostrare la generatività del pensiero che il pensatore cristiano ci presenta. La verità in Agostino non coinciderà allora con il Dio del pensiero puro, coincidente con l’idea di massima perfezione, astratta quanto irraggiungibile, ma andrà ricercata nel cuore dell’uomo, in quel luogo generativo di amore capace di nutrire il pensiero europeo. La verità così intesa sarà essa stessa fonte inesauribile di vita, in grado di alimentare l’interiorità dell’uomo cristiano e invitandolo, al contempo, a trascendere continuamente se stesso per diventare pienamente persona.
Parole chiave: interiorità, verità, Agostino, María Zambrano, persona, trascendenza.
Cogliere la vita non sub specie mortis ma sub specie nativitatis consente al pensiero quella tors... more Cogliere la vita non sub specie mortis ma sub specie nativitatis consente al pensiero quella torsione all’indietro verso quel punto da cui tutto ha inizio. Un inizio inteso come novità e irruzione, come capacità di rivoluzionare il dato e il consolidato, eppure al contempo come un inizio che non può mai assurgere alla pretesa di cominciamento assoluto. Del resto, se pensiamo al nascituro, la nascita è un evento che è suo ma che non gli appartiene completamente: nascere significa non essere la propria origine ma venire a sé da una origine data secondo le modalità della passività, della consegna, del dono e del “ritardo costitutivo”. Pensare la condizione umana sub specie nativitatis stimola inoltre una riflessione etica sul legame e sui tanti legami che vincolano gli uomini fra di loro: l’impegno, l’amore, la promessa, la libertà, la responsabilità, la fiducia.
XVIII Jornades Internacionals María Zambrano i llatinoamèrica: pensaments en diàleg, 2024
En esta intervención se propone un análisis del ensayo de María Zambrano De vuelta al nuevo mund... more En esta intervención se propone un análisis del ensayo de María Zambrano De vuelta al nuevo mundo, escrito que cierra el volumen autobiográfico Delirio y destino. El texto recrea el final del viaje que María y Araceli Zambrano hicieron en 1951, desde Francia hacia América, deteniéndose en la escala que las dos hermanas, antes de llegar a Cuba, hicieron a La Guaira, puerto cercano a Caracas. La intensa descripción del paisaje que encontramos en estas páginas, así como la referencia final al Adsum de Emmanuel Mounier que hallamos también en el íncipit de Delirio y destino, muestran como este escrito pueda considerarse paradigmático para el entero pensamiento de la filósofa, cerrando y al mismo tiempo abriendo nuevamente el ciclo de su existencia. El despojo del ser humano que caracteriza la condición del exiliado es aquí condición imprescindible para poder renacer, como muestra poéticamente la filósofa a través a de la descripción de la atmosfera de esa latitud del trópico donde «todo tiende a corporizarse». María Zambrano muestra aquí la posibilidad de volver nuevamente a nacer no en un más allá indefinido, sino aquí en este mundo, en cuerpo y alma, bajo ese cielo del trópico cuya humedad caliente remite a la gestación del ser humano, uniendo, como el mismo movimiento del nacimiento indica, inmanencia y trascendencia a la vez.
Palabras claves: María Zambrano, trópico, exilio, renacer, Emmanuel Mounier.
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Papers by Manuela Moretti
but rather wishes to show the multiple unprecedented possibilities that María Zambrano’s writing, always in a nascent state, suggests. A line, the one we wish to slide here, which, with its auroral character, appears trembling, undecided like everything in a nascent state. A living writing,
the one we wish to show, faithful to the reality from which it itself originates, palpitating like the obscure and generative matrix
from which it itself emerges. It’s in this perspective that the experience
of the essay in María Zambrano will be explored, through a writing
where, as the Spanish word “ensayar” suggests, originates from
the interior of feeling to come to light with its always unprecedented
force, without ever consolidating itself in rigid forms that prevent
reality from manifesting itself.
Keywords: Essay, Experience, Aurora, Reality, Generativity.
Vi emergono le prime riflessioni della filosofa sull’amore, sul matrimonio e sulla rottura dei pregiudizi borghesi, e le testimonianze di letture significative – l’opera di Ortega y Gasset – e altri grandi classici della letteratura.
La relazione d’amore giovanile e la maternità segreta sono elementi di fondamentale importanza per una biografia esaustiva della filosofa spagnola e per l’elaborazione del suo pensiero della nascita, come testimoniano le numerose allusioni contenute nelle sue opere a quell’evento luttuoso.
KEYWORDS
María Zambrano, Edison Simons, Lucrecia de León, sueños, Antígona
Palabras claves: vocación, sueño, nacimiento, Chaplin, payaso
Drawing upon María Zambrano's essay "Charlot o el histrionismo", this paper aims to show how Limelight, Chaplin's final American film, manages to reveal what is most essential in human beings: personal vocation. The topic of the dream as a primary manifestation able to reveal the metaphysical structure of human life will also be investigated. Finally, the article aims to show how birth could offer a valid hermeneutic key to interpreting Zambranian essays.
Talks by Manuela Moretti
La genesi dello stupore iniziale non sarà qui da ricercarsi in quella domanda che dà origine alla risposta che molta filosofia si è affannata a ricercare, ma piuttosto nel processo inverso, ovvero nell’esistenza stessa della risposta già nell’esperienza. Si tratta dunque di una sapienza, quella che qui si intende riportare alla luce, che non va in cerca di risposte, ma che è in grado di aprirsi a una dimensione trascendente solo grazie a una fedele adesione alla realtà. Il processo che porta dal pasmo, ovvero dalla semplice ammirazione iniziale, all’asombro, all’autentica meraviglia, andrà dunque ricercato nella capacità di farsi vuoto per accogliere ciò che è altro da sé, dando origine a quell’autentico stupore che trova in ogni nuova nascita il suo paradigma più adeguato. Dinnanzi alla semplice ammirazione nei confronti della realtà sono infatti possibili due atteggiamenti: ridurre l’insolito a ciò che già si conosce, omologandolo con la sola ragione all’ambito del già noto, oppure aprirsi all’inedito, unico atteggiamento in grado di suscitare autentica meraviglia. L’ascensione dal pasmo all’ asombro sarà possibile allora solo dopo essersi addentrati all’interno della realtà stessa, mediante una sapienza che travalica i confini delle astratte categorie filosofiche per nutrirsi di un sapere che non ha reciso il suo legame con la realtà.
Nello stupore del sentirsi vivi, nel sentimento di profonda gratitudine che deriva dal riconoscimento della nostra originaria condizione non solo mortale, ma anche, e soprattutto, natale, l’uomo potrà ritrovare quella capacità di meravigliarsi imprescindibile a ogni conoscenza autentica.
Parole chiave: Nascita, meraviglia, stupore, María Zambrano
Un pensamiento auténticamente femenino, el que aquí se va delineado, que no carece de actualidad, ofreciendo fecundos puntos de reflexión para repensar el rol de la mujer incluso en nuestro tiempo.
El intento es mostrar el camino hacia la verdad que María Zambrano nos invita a seguir, esa ascensión en las escalas de las formas que nos conduce hacia los más altos grados del ser. Para nuestra filósofa, el hombre es un ser que tiene que irse haciendo, integrándose y al mismo tiempo yendo más allá de la realidad misma. Si bien es cierto que conocemos la realidad en función activa, operante, hay que a la vez reconocer que no conocemos solamente a través de ella. Así como la sola realidad no es suficiente para el conocimiento, la sola verdad no podrá ser operante sin punto de apoyo en la realidad misma. El movimiento transformador que Zambrano nos indica tiene su equilibrio entre el ser y el pensar, entre el sentir y el preguntar, sin que nunca ninguna parte de este delicado balance quede excluida nunca. Siguiendo esta órbita, será posible transformar la realidad obscura gracias a esa apertura luminosa que indica cada movimiento trascendente. Inmanencia y trascendencia han de ser unidos en esta búsqueda de la verdad, en un movimiento ascensional que tiene su imán en lo más misterioso del hombre, en ese centro obscuro y generador que coincide con su obscuro corazón. Es justamente en la metáfora del corazón que el método de María Zambrano se expresa, gracias a una razón que no ha renunciado al sentir y que nunca podrá expresarse en una lógica puramente abstracta. La verdad que aquí vamos buscando no podrá entonces nunca coincidir con las verdades meramente lógicas del puro ateísmo, donde la acción es verificada solo racionalmente, ni tampoco con una absoluta fe en algo que, perdido el vínculo con la realidad, no se muestra.
Verdad y realidad tendrán su equilibrio en el centro mismo del hombre, en esa simple desnudez inapresable que es lugar generativo y generador de vida, allí donde será posible renacer bajos nuevas formas todas las veces que será necesario. La verdad operante marca entonces el método que María Zambrano nos indica, allí donde el anhelo de trascendencia se transforma en alimento de vida, hasta esa conversión que cada proceso humano exige.
Palabras clave: María Zambrano, verdad, realidad, transformación
1991) se sitúa en los márgenes del discurso filosófico uniendo, al mismo
tiempo, poesía, filosofía y religión. Para acercarse a la obra de la filósofa
veleña, es necesario adentrarse en una forma de pensar que se aleja del
tradicional método sistemático otorgado por una entera tradición y
reconocer la fecundidad de un pensamiento femenino que no ha renunciado
al íntimo vínculo que une el hombre a la realidad generativa y materna.
María Zambrano nos muestra de esta forma la posibilidad de seguir otras
lógicas, diferentes a las otorgadas por el método sistemático de la filosofía
occidental, invitándonos a reconocer la posibilidad de un pensamiento que
no se ha divorciado de la vida misma. El método experiencial que la
pensadora nos invita a seguir se radica entonces en la diferencia entre un
pensamiento androcéntrico que se mueve dentro de las estrechas jaulas de la
abstracción, y un pensamiento auténticamente femenino íntimamente
vinculado a la experiencia, capaz de reconocer en el sentir la raíz misma del
ser. Aceptando la posibilidad que el comento sistemático no sea el único
criterio para acercarse a la filosofía, María Zambrano se mueve justamente
en los márgenes del discurso filosófico, nutriéndose del lenguaje de la
mística y de la poesía y de todas las imágenes que encuentra en su camino
experiencial. Moviéndose siempre en el límite, Zambrano muestra de esta
forma la posibilidad de seguir otras lógicas, que no marcan confines sino
abren, en el respeto de las diferencias, la posibilidad de dar a la luz un
pensamiento siempre inédito. Una sabiduría femenina, la que aquí
intentamos mostrar, que es necesario sacar del olvido para mostrar su
fecunda generatividad.
Palabras claves: María Zambrano, márgenes, pensamiento femenino,
generatividad.
Seguendo questo cammino, si cercherà di mostrare come l’interiorità della persona cristiana si riveli come inesauribile proprio per la capacità di trascendere continuamente se stessa. È dunque nell’interiorità della natura umana che andrà ricercata la verità, fonte e allo stesso tempo anelito inesauribile dell’uomo. Una concezione anticlassica, quella presentata da Zambrano, che segna, con la nascita del pensiero agostiniano, l’inizio della cultura europea, sovvertendo ogni logica oppositiva o dialettica. La via è quella della generatività di un pensiero che, senza recidere il legame con la matrice oscura della realtà, mostra come la verità non vada ricercata nel Cielo dell’astrazione, ma nelle viscere della propria interiorità. Sarà nella profondità di un pensiero mai dimentico delle sue origini, in quella saggezza umile che rimanda all’oscura terra dell’Africa, luogo di nascita di Agostino, che bisognerà attingere per mostrare la generatività del pensiero che il pensatore cristiano ci presenta. La verità in Agostino non coinciderà allora con il Dio del pensiero puro, coincidente con l’idea di massima perfezione, astratta quanto irraggiungibile, ma andrà ricercata nel cuore dell’uomo, in quel luogo generativo di amore capace di nutrire il pensiero europeo. La verità così intesa sarà essa stessa fonte inesauribile di vita, in grado di alimentare l’interiorità dell’uomo cristiano e invitandolo, al contempo, a trascendere continuamente se stesso per diventare pienamente persona.
Parole chiave: interiorità, verità, Agostino, María Zambrano, persona, trascendenza.
Palabras claves: María Zambrano, trópico, exilio, renacer, Emmanuel Mounier.
but rather wishes to show the multiple unprecedented possibilities that María Zambrano’s writing, always in a nascent state, suggests. A line, the one we wish to slide here, which, with its auroral character, appears trembling, undecided like everything in a nascent state. A living writing,
the one we wish to show, faithful to the reality from which it itself originates, palpitating like the obscure and generative matrix
from which it itself emerges. It’s in this perspective that the experience
of the essay in María Zambrano will be explored, through a writing
where, as the Spanish word “ensayar” suggests, originates from
the interior of feeling to come to light with its always unprecedented
force, without ever consolidating itself in rigid forms that prevent
reality from manifesting itself.
Keywords: Essay, Experience, Aurora, Reality, Generativity.
Vi emergono le prime riflessioni della filosofa sull’amore, sul matrimonio e sulla rottura dei pregiudizi borghesi, e le testimonianze di letture significative – l’opera di Ortega y Gasset – e altri grandi classici della letteratura.
La relazione d’amore giovanile e la maternità segreta sono elementi di fondamentale importanza per una biografia esaustiva della filosofa spagnola e per l’elaborazione del suo pensiero della nascita, come testimoniano le numerose allusioni contenute nelle sue opere a quell’evento luttuoso.
KEYWORDS
María Zambrano, Edison Simons, Lucrecia de León, sueños, Antígona
Palabras claves: vocación, sueño, nacimiento, Chaplin, payaso
Drawing upon María Zambrano's essay "Charlot o el histrionismo", this paper aims to show how Limelight, Chaplin's final American film, manages to reveal what is most essential in human beings: personal vocation. The topic of the dream as a primary manifestation able to reveal the metaphysical structure of human life will also be investigated. Finally, the article aims to show how birth could offer a valid hermeneutic key to interpreting Zambranian essays.
La genesi dello stupore iniziale non sarà qui da ricercarsi in quella domanda che dà origine alla risposta che molta filosofia si è affannata a ricercare, ma piuttosto nel processo inverso, ovvero nell’esistenza stessa della risposta già nell’esperienza. Si tratta dunque di una sapienza, quella che qui si intende riportare alla luce, che non va in cerca di risposte, ma che è in grado di aprirsi a una dimensione trascendente solo grazie a una fedele adesione alla realtà. Il processo che porta dal pasmo, ovvero dalla semplice ammirazione iniziale, all’asombro, all’autentica meraviglia, andrà dunque ricercato nella capacità di farsi vuoto per accogliere ciò che è altro da sé, dando origine a quell’autentico stupore che trova in ogni nuova nascita il suo paradigma più adeguato. Dinnanzi alla semplice ammirazione nei confronti della realtà sono infatti possibili due atteggiamenti: ridurre l’insolito a ciò che già si conosce, omologandolo con la sola ragione all’ambito del già noto, oppure aprirsi all’inedito, unico atteggiamento in grado di suscitare autentica meraviglia. L’ascensione dal pasmo all’ asombro sarà possibile allora solo dopo essersi addentrati all’interno della realtà stessa, mediante una sapienza che travalica i confini delle astratte categorie filosofiche per nutrirsi di un sapere che non ha reciso il suo legame con la realtà.
Nello stupore del sentirsi vivi, nel sentimento di profonda gratitudine che deriva dal riconoscimento della nostra originaria condizione non solo mortale, ma anche, e soprattutto, natale, l’uomo potrà ritrovare quella capacità di meravigliarsi imprescindibile a ogni conoscenza autentica.
Parole chiave: Nascita, meraviglia, stupore, María Zambrano
Un pensamiento auténticamente femenino, el que aquí se va delineado, que no carece de actualidad, ofreciendo fecundos puntos de reflexión para repensar el rol de la mujer incluso en nuestro tiempo.
El intento es mostrar el camino hacia la verdad que María Zambrano nos invita a seguir, esa ascensión en las escalas de las formas que nos conduce hacia los más altos grados del ser. Para nuestra filósofa, el hombre es un ser que tiene que irse haciendo, integrándose y al mismo tiempo yendo más allá de la realidad misma. Si bien es cierto que conocemos la realidad en función activa, operante, hay que a la vez reconocer que no conocemos solamente a través de ella. Así como la sola realidad no es suficiente para el conocimiento, la sola verdad no podrá ser operante sin punto de apoyo en la realidad misma. El movimiento transformador que Zambrano nos indica tiene su equilibrio entre el ser y el pensar, entre el sentir y el preguntar, sin que nunca ninguna parte de este delicado balance quede excluida nunca. Siguiendo esta órbita, será posible transformar la realidad obscura gracias a esa apertura luminosa que indica cada movimiento trascendente. Inmanencia y trascendencia han de ser unidos en esta búsqueda de la verdad, en un movimiento ascensional que tiene su imán en lo más misterioso del hombre, en ese centro obscuro y generador que coincide con su obscuro corazón. Es justamente en la metáfora del corazón que el método de María Zambrano se expresa, gracias a una razón que no ha renunciado al sentir y que nunca podrá expresarse en una lógica puramente abstracta. La verdad que aquí vamos buscando no podrá entonces nunca coincidir con las verdades meramente lógicas del puro ateísmo, donde la acción es verificada solo racionalmente, ni tampoco con una absoluta fe en algo que, perdido el vínculo con la realidad, no se muestra.
Verdad y realidad tendrán su equilibrio en el centro mismo del hombre, en esa simple desnudez inapresable que es lugar generativo y generador de vida, allí donde será posible renacer bajos nuevas formas todas las veces que será necesario. La verdad operante marca entonces el método que María Zambrano nos indica, allí donde el anhelo de trascendencia se transforma en alimento de vida, hasta esa conversión que cada proceso humano exige.
Palabras clave: María Zambrano, verdad, realidad, transformación
1991) se sitúa en los márgenes del discurso filosófico uniendo, al mismo
tiempo, poesía, filosofía y religión. Para acercarse a la obra de la filósofa
veleña, es necesario adentrarse en una forma de pensar que se aleja del
tradicional método sistemático otorgado por una entera tradición y
reconocer la fecundidad de un pensamiento femenino que no ha renunciado
al íntimo vínculo que une el hombre a la realidad generativa y materna.
María Zambrano nos muestra de esta forma la posibilidad de seguir otras
lógicas, diferentes a las otorgadas por el método sistemático de la filosofía
occidental, invitándonos a reconocer la posibilidad de un pensamiento que
no se ha divorciado de la vida misma. El método experiencial que la
pensadora nos invita a seguir se radica entonces en la diferencia entre un
pensamiento androcéntrico que se mueve dentro de las estrechas jaulas de la
abstracción, y un pensamiento auténticamente femenino íntimamente
vinculado a la experiencia, capaz de reconocer en el sentir la raíz misma del
ser. Aceptando la posibilidad que el comento sistemático no sea el único
criterio para acercarse a la filosofía, María Zambrano se mueve justamente
en los márgenes del discurso filosófico, nutriéndose del lenguaje de la
mística y de la poesía y de todas las imágenes que encuentra en su camino
experiencial. Moviéndose siempre en el límite, Zambrano muestra de esta
forma la posibilidad de seguir otras lógicas, que no marcan confines sino
abren, en el respeto de las diferencias, la posibilidad de dar a la luz un
pensamiento siempre inédito. Una sabiduría femenina, la que aquí
intentamos mostrar, que es necesario sacar del olvido para mostrar su
fecunda generatividad.
Palabras claves: María Zambrano, márgenes, pensamiento femenino,
generatividad.
Seguendo questo cammino, si cercherà di mostrare come l’interiorità della persona cristiana si riveli come inesauribile proprio per la capacità di trascendere continuamente se stessa. È dunque nell’interiorità della natura umana che andrà ricercata la verità, fonte e allo stesso tempo anelito inesauribile dell’uomo. Una concezione anticlassica, quella presentata da Zambrano, che segna, con la nascita del pensiero agostiniano, l’inizio della cultura europea, sovvertendo ogni logica oppositiva o dialettica. La via è quella della generatività di un pensiero che, senza recidere il legame con la matrice oscura della realtà, mostra come la verità non vada ricercata nel Cielo dell’astrazione, ma nelle viscere della propria interiorità. Sarà nella profondità di un pensiero mai dimentico delle sue origini, in quella saggezza umile che rimanda all’oscura terra dell’Africa, luogo di nascita di Agostino, che bisognerà attingere per mostrare la generatività del pensiero che il pensatore cristiano ci presenta. La verità in Agostino non coinciderà allora con il Dio del pensiero puro, coincidente con l’idea di massima perfezione, astratta quanto irraggiungibile, ma andrà ricercata nel cuore dell’uomo, in quel luogo generativo di amore capace di nutrire il pensiero europeo. La verità così intesa sarà essa stessa fonte inesauribile di vita, in grado di alimentare l’interiorità dell’uomo cristiano e invitandolo, al contempo, a trascendere continuamente se stesso per diventare pienamente persona.
Parole chiave: interiorità, verità, Agostino, María Zambrano, persona, trascendenza.
Palabras claves: María Zambrano, trópico, exilio, renacer, Emmanuel Mounier.
Pur rimanendo fedele al nucleo della tragedia sofoclea, dove Antigone viene condannata per aver dato sepoltura al cadavere del fratello Polinice, trasgredendo così l’editto di Creonte, Zambrano attribuisce a Sofocle un vero e proprio errore. Per la filosofa spagnola la fanciulla, diversamente da quanto accade nella tragedia sofoclea, non può morire. Nel Prologo dell’opera leggiamo infatti che Antigone non si suicidò, come ci racconta Sofocle, ma venne sepolta viva, come voleva l’editto di Creonte. Addentrandosi nell’oscurità della sua tomba, e riavvicinandosi simbolicamente alla physis, all’oscurità del sentire, l’Antigone di Zambrano trasforma la sua tomba in luogo di rinascita. Nel suo agire sempre pietoso, la fanciulla non segue l’astro unico del Sole, simbolo di una razionalità puramente astratta che bandisce le ombre e prende possesso di tutto ciò che illumina, ma si lascia guidare da una luce tenue, aurorale, che non ha divorziato dall’oscurità del sentire.
Per rinascere la fanciulla dovrà addentrarsi sempre più nelle viscere della realtà, restando sempre fedele a sé stessa e al suo essere verginale. Rispetto all’uomo che, con la sua ansia di dominio nei confronti della natura, segna una rottura con la physis, con la realtà originaria, Zambrano, attraverso la riscrittura della tragedia sofoclea, apre così a una nuova modalità della ragione. Quella di Antigone è infatti una logica pietosa, che rimanda alla capacità di sentire l’altro come tale, senza la pretesa di ridurlo in un’astrazione. Un modo di pensare dove non c’è spazio per il calcolo razionale e che permette di entrare in relazione anche con la physis, senza la pretesa di ridurre la natura al proprio dominio.
Paragonata a Persefone, eroina primaverile che, come lei, viene divorata viva dalla terra per poter rinascere, Antigone mostra così, attraverso la sua azione pietosa, la possibilità di una diversa e nuova abitabilità della dimora che ci ospita.
Parole chiave: María Zambrano, Antigone, physis, pietà, abitabilità
Quello che ritroviamo all’interno della filosofa spagnola è infatti un concepire che invita a comprendere la realtà non mediante i meccanismi dell’astrazione, ma che richiama piuttosto a una “condizione di amore preesistente” che non può essere concettualizzata. María Zambrano ricorre alla metafora della generazione per indicare quel luogo oscuro e originario che coincide con le viscere maternali della realtà, lì dove quell’amore che aveva trovato rifugio nella mistica continua a dimorare. È da quel luogo oscuro, sacro e primordiale, dove risuonano importanti echi della poesia e della mistica di Juan de La Cruz, che l’uomo dovrà continuare a nascere, in un eterno, e mai concluso, incipit vita nova.
Parole chiave: nascita, rinascita, amore, mistica, María Zambrano, Juan de La Cruz
La bianchezza allo stato nascente in María Zambrano. Una visione estetico-religiosa
L’intervento intende mettere in luce il significato della bianchezza in María
Zambrano nella sua duplice valenza estetica e religiosa. È soprattutto nella
pittura spagnola che la filosofa coglie una luce allo stato nascente, che
si origina da un fondo oscuro e sacro, dal sogno e dalla luce religiosa dei
misteri, senza perdere nulla della sua condizione ombrosa. Essa è annuncio di
rinascita e si mostra in modo emblematico nel bianco dei dipinti di Francisco
de Zurbarán. Le opere del pittore spagnolo rivelano la bianchezza allo stato
nascente, che è promessa di risurrezione, in una visione insieme estetica e
religiosa, che verrà indagata nel suo duplice significato.
Parole chiave: sacro, bianchezza, nascita, luce, sogno, visioni
The whiteness in a nascent state in María Zambrano. An aesthetic-religious vision
The speech intends to highlight the significance of whiteness in María
Zambrano in its twofold aesthetic and religious value. It’s especially in
Spanish painting that the philosopher captures a light in a nascent state,
arising from a dark and sacred place, from the dream and the religious light of
the mysteries, without losing any of its shadowy qualities. It’s a proclamation
of rebirth and shows itself in an emblematic way in the white of Francisco de
Zurbarán’s paintings. The works of the Spanish painter reveal the whiteness
in a nascent state, which is a promise of resurrection, in a vision that is both
aesthetic and religious, which will be investigated in its double meaning.
Keywords: sacred, whiteness, birth, light, dream, visions
Parole chiave: confine, esilio, María Zambrano, inizio, rinascita.