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Immagini della verità

2023, Mondadori

I cinque capitoli che compongono questo libro sono costruiti intorno a cinque interrogativi fondamentali per l’estetica: che rapporto c’è tra arte e tecnica? che cos’è la bellezza e qual è il suo significato? immagine e verità sono forse essenzialmente legate? che valore hanno l’esperienza estetica e l’immaginazione dal punto di vista epistemologico? c’è o ci deve essere un legame necessario tra estetica, etica e politica? Cercando una risposta a queste domande, l’autore attraversa la storia dell’estetica, presentando un’analisi chiara, ma anche approfondita, di alcuni problemi filosofici controversi, che sono ancora oggi rilevanti.

Immagini della verità Martino Feyles Immagini della verità Percorsi nella storia dell’estetica © 2023 Mondadori Education S.p.A., Milano Tutti i diritti riservati ISBN 979-12-206-0125-2 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web www.clearedi.org. Realizzazione editoriale Coordinamento redazionale Alessandro Mongatti Redazione Scribedit servizi per l’editoria Impaginazione Scribedit servizi per l’editoria Progetto grafico Cinzia Barchielli, Marco Catarzi Progetto copertina Alfredo La Posta Prima edizione Le Monnier Università, marzo 2023 www.mondadorieducation.it Edizioni 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2027 2026 2025 2024 2023 La realizzazione di un libro comporta per l’Autore e la redazione un attento lavoro di revisione e controllo sulle informazioni contenute nel testo, sull’iconografia e sul rapporto che intercorre tra testo e immagine. Nonostante il costante perfezionamento delle procedure di controllo, sappiamo che è quasi impossibile pubblicare un libro del tutto privo di errori o refusi. Per questa ragione ringraziamo fin d’ora i lettori che li vorranno indicare alla Casa Editrice. Le Monnier Università Mondadori Education www.mondadorieducation.it Mail universitaria.lemonnier@lemonnier.it Nell’eventualità che passi antologici, citazioni o illustrazioni di competenza altrui siano riprodotti in questo volume, l’editore è a disposizione degli aventi diritto che non si sono potuti reperire. L’editore porrà inoltre rimedio, in caso di cortese segnalazione, a eventuali non voluti errori e/o omissioni nei riferimenti relativi. Lineagrafica s.r.l. – Città di Castello (PG) Stampato in Italia – Printed in Italy – marzo 2023 In copertina: Metatron’s Cube © Lostefx / Shutterstock. Indice Introduzione Capitolo 1. Lo scudo d’oro e la cesta del letame: arte e tecnica 1. La competenza del tecnico e il magnetismo della poesia 2. L’origine mitica della tecnica e delle arti 3. L’arte è utile e l’utile è bello 4. L’arte prima dell’opera d’arte 5. In difesa delle arti meccaniche 6. La scissione tra arti utili e arti belle 7. La conformità a scopi oggettiva e la differenza tra bellezza e perfezione 8. Tecnica naturale e tecnica intenzionale 9. Giudizio teleologico e giudizio tecnico 10. La conformità a scopi soggettiva e il piacere estetico 11. La bellezza aderente e il giudizio di gusto applicato 12. La definizione specificamente estetica dell’arte 13. La tecnica come tratto antropologico fondamentale 14. L’equivoco dell’‘arte per l’arte’ 15. La tecnica antica e quella moderna 16. Ritorno a Platone? Note al capitolo primo VII 1 1 5 9 14 18 24 29 34 38 42 45 50 53 58 61 64 69 Capitolo 2. «Come un sogno di pietra»: metafisica della bellezza 1. L’argomento estetico 2. L’interpretazione metafisica della nozione di bellezza 3. Geometrie della bellezza 4. Dio, cioè la Bellezza 5. La bellezza terrena e la bellezza del corpo 6. La bellezza in relazione alla facoltà conoscitiva 7. La soggettivizzazione del bello 8. Un piacere, ma disinteressato 9. Un sentimento quasi universale 10. Una nuova interpretazione del legame tra estetica e teleologia 11. L’idolo e la moda 12. La bellezza dannata Note al capitolo secondo 80 80 84 88 91 93 96 99 103 106 113 118 121 125 Capitolo 3. Miti, metafore e verità 1. L’enigmaticità della poesia 2. Un fabbricante di apparenze 3. Il filosofo che dipinge costituzioni 4. Mimesi icastica e mimesi dell’apparenza 5. Il filosofo poeta 6. I miti verosimili 7. Il valore conoscitivo dell’imitazione 8. Il possibile e il verosimile 9. La verità del poeta e la verità del pittore 10. Il valore conoscitivo del racconto 11. Saper vedere le analogie 137 138 141 146 150 153 157 161 164 169 172 178 VI Indice 12. La poesia come «infima doctrina» e il carattere figurale del culto cristiano 13. Metafore umili e immagini non mimetiche 14. Metafore per dire Dio 15. L’analogia e il nome di Dio 16. Ad immagine di Dio Note al capitolo terzo 182 186 189 194 197 204 Capitolo 4. Il valore epistemologico dell’esperienza estetica e la scoperta dell’immaginazione 1. Il sentimento non ha valore conoscitivo 2. La distinzione tra l’esperienza estetica e la conoscenza teoretica 3. Il filo rosso che unisce i problemi eterogenei della terza Critica 4. Il giudizio e l’unità dei fenomeni 5. Trovare l’universale 6. Le leggi empiriche della scienza: alla scoperta dell’acqua ghiacciata 7. Riflettere, cioè classificare 8. Il valore epistemologico del piacere estetico 9. Immaginazione empirica e immaginazione trascendentale 10. L’immaginazione e gli schemi dei concetti puri 11. L’immaginazione e la costruzione dei concetti matematici 12. L’immaginazione e la costruzione dei concetti geometrici 13. L’immaginazione e gli schemi dei concetti empirici 14. L’immaginazione come facoltà della sintesi 15. L’immaginazione e la sintesi percettiva 16. L’accordo tra immaginazione e intelletto nella terza Critica 17. L’immaginazione nell’esperienza estetica 18. L’immaginazione e gli ideali della sensibilità 19. Immagini che danno da pensare 20. L’immaginazione simbolica 21. Schematismo simbolico e linguaggio metaforico Note al capitolo quarto 213 213 217 220 226 228 236 239 242 247 250 253 255 259 262 264 268 271 273 276 279 283 286 Capitolo 5. Il potere dell’arte, l’etica delle immagini 1. L’argomento etico-politico contro le arti 2. L’argomento pedagogico-politico contro le arti 3. I miti buoni e i poeti utili 4. Il secondo concilio di Nicea e il problema politico delle immagini 5. Cenni sul contesto storico 6. Gli argomenti teologici contro le immagini 7. A Dio, attraverso le immagini 8. L’etica delle immagini dell’età cristiana 9. L’interesse nel disinteresse 10. L’autonomia dell’estetica e la sintonia con gli altri 11. Il valore etico-politico dell’esperienza estetica 12. La fine dell’estetica moderna e la perdita dell’aura 13. Le immagini e la massa 14. L’estetizzazione della politica e la politicizzazione dell’arte Note al capitolo quinto 296 297 302 306 309 311 312 314 318 321 324 328 333 336 340 344 Profili biobibliografici Riferimenti bibliografici Indice dei nomi 355 365 371 Introduzione Da molto tempo siamo abituati alle mode filosofiche. Il frenetico mutare dei ‘trend’ di riferimento coinvolge anche il mondo accademico e così i problemi filosofici che sono di moda oggi saranno immediatamente dimenticati domani. Questo libro è un tentativo un po’ fuori moda, che nasce dalla convinzione che gli interrogativi più antichi non siano quelli che sono stati già archiviati, ma quelli che rimangono sempre attuali. In effetti gli interrogativi che il libro pone sono i più classici, nella storia dell’estetica: che rapporto c’è tra arte e tecnica? Che cos’è la bellezza e qual è il suo significato? Che rapporto c’è tra immagine e verità? Che valore hanno dal punto di vista epistemologico l’esperienza estetica e l’immaginazione? C’è o ci deve essere un legame necessario tra estetica, etica e politica? Ho cercato di rileggere alcuni testi fondamentali della storia dell’estetica alla luce di questi interrogativi, ma questo libro non ha la pretesa di essere la storia di una disciplina filosofica. I capitoli che seguono sono organizzati secondo un criterio cronologico: si tratta di cinque diversi percorsi tematici, che attraversano la storia dell’estetica, partendo dall’antichità e arrivando fino all’età contemporanea. Ma si tratta di percorsi frammentari e la scansione cronologica in base alla quale sono organizzati presenta delle lacune temporali, a volte molto ampie. Queste lacune e i conseguenti salti temporali sono molto evidenti: nessuno può pensare che, dopo Kant, il problema che viene affrontato nel primo capitolo – che rapporto c’è tra arte e tecnica? – non venga più rielaborato fino a Gropius. Allo stesso modo non si potrebbe costruire una storia dell’idea della bellezza, minimamente esauriente, saltando direttamente da Tommaso d’Aquino a Hume, come accade nel capitolo secondo. Il medesimo discorso vale anche per tutti gli altri capitoli, dove il percorso cronologico è sempre interrotto da lacune temporali notevoli. Questa frammentarietà ha dei vantaggi. Non avendo la pretesa di restituire un’immagine completa della storia dell’estetica, o della storia di alcune idee dell’estetica, ho potuto assumere un punto di vista più ravvicinato, mantenendomi il più possibile vicino ai testi. È chiaro che un loro commento analitico non sarebbe stato possibile, se avessi dovuto menzionare tutti gli autori che hanno un rilievo nella storia dell’estetica, condensandone il pensiero in poche battute riassuntive. D’altra parte ci sono già diverse storie dell’estetica di rilievo, anche nel contesto italiano, che sono un utile strumento teorico e che offrono una veduta panoramica, più distanziata e perciò anche più comprensiva, dello sviluppo storico di questa disciplina. In questo libro la prospettiva è più ravvicinata e dunque inevitabilmente più frammentaria: direi che si tratta non tanto di una storia completa, quanto piuttosto di una narrazione ad episodi, organizzata per momenti salienti. VIII Immagini della verità Nell’articolare questa narrazione, ho cercato sempre di evidenziare la distanza storica tra i punti di vista dei diversi autori che ho analizzato, mettendo le loro idee in relazione con il contesto più ampio della cultura del loro tempo. I testi che ho scelto sono particolarmente significativi a questo riguardo, perché esemplificano in modo molto chiaro la distanza che separa le quattro grandi epoche in cui viene comunemente articolata la storia del pensiero: l’antichità, il medioevo, l’età moderna, l’età contemporanea1 . Così, mettendo a confronto la concezione della bellezza di Platone, Agostino e Kant (come avviene nel capitolo secondo) è possibile intravedere sullo sfondo il diverso orizzonte storico e culturale che distingue l’età antica, da quella medioevale e poi dall’età moderna. Oppure, rileggendo di seguito la Repubblica, gli atti del secondo concilio di Nicea e la terza Critica – come accade nel capitolo quinto – emerge in modo molto evidente la differenza tra il mondo antico e medioevale da una parte e la cultura moderna dall’altra, quando si tratta di comprendere il significato etico-politico dell’esperienza estetica e dell’arte. Ma anche qui è necessario precisare che l’ambizione del libro non è la completezza. Ovviamente Platone e Aristotele non sono tutta l’antichità; Agostino e Tommaso non sono tutto il Medioevo. Ancora meno si può pensare che Kant, Hume e Batteux siano gli unici protagonisti dell’estetica moderna o che Gropius, Baudelaire e Benjamin siano i soli autori di rilievo nell’estetica contemporanea. Scegliere alcuni autori, invece di altri, significa certamente limitare la propria prospettiva. Ma questa scelta può non essere del tutto arbitraria. Saper costruire una storia non significa voler raccontare tutto – come insegnava già Aristotele –, ma saper scegliere ciò che è più significativo. In questo senso i testi che sono analizzati in questo libro non dicono tutto – certamente –, ma sono senza dubbio testi esemplari: testi, cioè, che esibiscono in modo paradigmatico i modelli teorici che hanno caratterizzato una cultura; oppure testi che segnano una rottura epocale, rimarcando il passaggio da un’età all’altra. Rimane inteso, con ciò, che questa narrazione frammentaria, articolata per momenti esemplari, è solo una delle tante possibili trame che si potrebbero tessere all’interno del vasto campo della storia delle idee estetiche. Non esiste la storia della filosofia 2 : il passato della nostra cultura è un labirinto intricato, che bisogna cercare di percorrere senza smarrirsi, sapendo che le strade che conducono al presente sono sempre molteplici3 . Introduzione ■ Note all’introduzione 1 Come sempre accade in tutti i libri che nascono da un approccio storico, la periodizzazione non è affatto ovvia e implica già una serie di scelte ermeneutiche. In questo libro la periodizzazione che adotto è quella proposta, tra gli altri, da Tatarkiewicz, il quale, distingue quattro grandi epoche storiche – Antichità, Medioevo, Età Moderna, Età Contemporanea – e situa il passaggio dall’Antichità al Medioevo «tra Plotino e Agostino», il passaggio dal Medioevo alla Modernità «tra Dante e Petrarca», il passaggio tra Modernità e Contemporaneità (che io chiamo talvolta ‘postmodernità’) «tra il XIX e il XX secolo». W. Tatarkiewicz, Storia di sei idee, trad. it. di O. Burba e K. Jaworska, Aesthetica Edizioni, Palermo, 2002, p. 31 2 Di conseguenza, come nota opportunamente Griffero, «non esiste una storia dell’estetica» (T. Griffero, Storia dell’estetica moderna, Edizioni Nuova Cultura, Roma, 2008, p. 7). 3 Vorrei ringraziare Paolo Pecere che mi ha aiutato a trovare la giusta collocazione editoriale per questo volume, e Pietro Montani, con il quale ho avuto modo discutere le tesi più importanti del libro. IX
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