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Orchi e Troll

Simili agli Uomini Selvatici, gli Orchi appartengono di più alla dimensione fatata: sono capaci di trasformarsi, mutando altezza. Vengono descritti come esseri giganteschi e pelosi, vestiti con pelli di animali e trasandati. L'Orco delle fiabe ha denti famelici; spesso possiede tesori e oggetti magici, che gli devono essere sottratti. L'Orco più famoso è quello di Pollicino: "Ucci Ucci, sento odor di cristianucci"; come gli altri Orchi, era antropofago. Una leggenda che si racconta a Pieve di Cadore (BL) racconta di un Orco gigantesco che si divertiva a stare in equilibrio sui tetti delle case, facendo pipì sulle donne che andavano a messa. Una volta si trasformò in un sacco di farina, e venne raccolto da un

Orchi e Troll Info tratte da Simili agli Uomini Selvatici, gli Orchi appartengono di più alla dimensione fatata: sono capaci di trasformarsi, mutando altezza. Vengono descritti come esseri giganteschi e pelosi, vestiti con pelli di animali e trasandati. L'Orco delle fiabe ha denti famelici; spesso possiede tesori e oggetti magici, che gli devono essere sottratti. L'Orco più famoso è quello di Pollicino: "Ucci Ucci, sento odor di cristianucci"; come gli altri Orchi, era antropofago. Una leggenda che si racconta a Pieve di Cadore (BL) racconta di un Orco gigantesco che si divertiva a stare in equilibrio sui tetti delle case, facendo pipì sulle donne che andavano a messa. Una volta si trasformò in un sacco di farina, e venne raccolto da un 1 uomo che passava per la strada: mentre l'uomo tornava a casa col sacco sulle spalle, lo sentiva sempre più pesante e quando lo posò per terra sentì una risata e il sacco si trasformò nell'Orco. Nei pressi di Verona l'Orco, trasformatosi in asino, portava a casa gli ubriachi; se però aveva in antipatia il conducente, l'Orco aumentava di grandezza ad ogni passo fino a poggiare il malcapitato sul tetto, invece che all'ingresso della casa! Nelle zone di Bergamo, si racconta che l'Orco si mettesse con i piedi sui bordi di un ponte, per divertirsi a vedere passare la gente; se qualcuno lo urtava, veniva preso a calci, finendo a diversi metri di distanza. Nel Veneto, si crede che l'Orco lasciasse delle orme ("Peca de l'Orco", pedata dell'Orco) e chi le calpestava doveva camminare in tondo per tre giorni. (Nota di Lunaria: una credenza simile è quella della "Piota vagante": trattasi di un pixie che ha forma di zolla; chiunque lo calpesti, non riuscirà più ad avere orientamento) 2 3 La versione nordica degli Orchi sono i Troll, che abitano boschi e montagne. In Tirolo, Frau Hitt era la regina dei Troll e aveva un figlio, Schwarzegg: entrambi erano vecchi di centinaia di anni. Frau Hitt poteva scatenere un forte vento quando saltava mentre il figlio poteva rubare l'acqua ai montanari. (Nota di Lunaria: potrebbe essere un'antica Dea del Tirolo, forse...) 4 I Troll erano creature lucifughe: se fossero stati esposti alla luce, si sarebbero tramutati in pietra. A Bolzano si credeva ai Lorgg: in inverno si avvicinavano alle case degli uomini battendo i denti, graffiando la porta ed emettendo strani suoni. Se qualcuno si fosse avvicinato a loro in maniera negativa, i Lorgg avrebbero distrutto tutto quello che trovavano; si lasciavano accarezzare sul pelo dalle belle ragazze. In Valle d'Aosta erano temuti gli Orchons, che provocavano tanti problemi ai montanari. Nell'Orrido di Guillemore ci sono delle fenditure nelle rocce che sono considerate le tane degli Orchi: sono chiamate "Trous del Orchons"; l'unico modo di tenerli lontani è quello di lasciare dei semi di finocchio, di cui vanno ghiotti. In Val di Fassa (Trentino) c'era l'Om de la Jacia ("Uomo di Ghiaccio") che rapiva un bambino per ogni madre e lo trasformava in una pernice bianca che poi avrebbe volato sui monti; lo si poteva vedere avvolto in un mantello grigio, mentre contemplava la valle. Nota di Lunaria: un film che mi era piaciuto molto, anche se piuttosto artigianale, è "La Casa dell'Orco" 5 6 Dove l'Orco diventava metafora non solo della pedofilia ma anche della libido femminile repressa 7 APPROFONDIMENTO SUI TROLL Tratto da I Troll di Grìmsey Secondo una leggenda locale, l'isola di Grìmsey fu creata da alcuni troll malvagi, ora pietrificati nei faraglioni rocciosi di Drangsnes. Con l'intento di tagliare via i Fiordi Occidentali dal resto dell'Islanda, i troll decisero di scavare un fossato attraverso la penisola nel corso della notte. Sfortunatamente per loro, erano talmente impegnati nell'impresa da non accorgersi del sorgere del sole; così non appena i primi raggi apparvero all'orizzonte, i due troll che erano al lavoro all'estremità occidentale del fossato si trasformarono nelle pietre di Kollafjörður. La troll femmina che si trovava all'estremità orientale del fossato era quasi riuscita a mettersi in salvo, ma apprestandosi a fuggire si era resa conto di aver lasciato la sua mucca sull'isoletta di Grìmsey, appena creata dalla terra smossa dal fossato: non fece in tempo a tornare a riprendersela che rimase pietrificata in quella posizione, con lo 8 sguardo per sempre rivolto verso la bestia perduta. Roccia lavica: secondo le leggende popolari molti cumuli di sassi e le formazioni laviche più strane sarebbero in realtà troll che, sorpresi dalla luce dell'alba, si sono trasformati per sempre in pietre. Nota di Lunaria: Non penso neanche che sia da escludere una primitiva litolatria comune a tanti altri popoli... I "pantaloni del morto" Di tutti i bizzarri reperti in mostra al Museo Islandese della Magia e della Stregoneria, forse il più raccapricciante è la riproduzione in plastica dei leggendari "Nàbròkar", pantaloni fatti con la pelle delle gambe e dell'inguine di un morto. Si riteneva che, una volta indossati, questi pantaloni producessero magicamente del denaro se il "donatore" avesse stipulato un onesto accordo verbale consentendo di essere spellato dopo la morte. Una volta morto e sepolto, il cadavere del donatore doveva essere trafugato nel cuore della notte e nello scroto del morto si dovevano inserire una runa magica e una moneta rubata a una povera vedova. I "pantaloni del morto" portavano una ricchezza incalcolabile a chi li avesse 9 indossati: ogni volta che si aveva bisogno di denaro, bastava infilare la mano nello scroto e... voilà! C'era un inghippo però: chi moriva indossando i pantaloni stregati si sarebbe dannato l'anima, condannata a vagare sulla terra senza meta fino alla fine dei tempi. Il Piccolo Popolo Molti Islandesi credono che il loro paese sia popolato da genìe occulte di piccole creature come "Jarðvergar" (gnomi) "àlfar" (elfi), "Ljòsàlfar" (fate) "Dvergar" (nani), "Ljùflingar" (folletti), "Tìvar" (spiriti montani), "Englar" (angeli) e "Huldufòlk" ("Popolo nascosto"); quasi tutti i giardini islandesi ospitano piccole casupole di legno chiamate "àlfhòl" ("Case degli Elfi"). Si ritiene che Hafnarfjörður si trovi alla confluenza di alcune potenti linee di energie mistica e che per tale ragione sia popolata da un numero particolarmente elevato di 10 queste creature misteriose. Hafnarfjörður, la "Città della lava" sorge su una colata lavica risalente a 7000 anni fa e secondo la gente del posto celerebbe un universo elfico parallelo. Come in Irlanda, circolano molte storie su come durante i lavori di costruzione di una strada che passava per una collina abitata dall'Huldufòlk il tempo sia improvvisamente peggiorato, i macchinari si siano misteriosamente guastati, gli operai si siano ammalati. Nel 2011 i lavori per lo scavo del tunnel di Bolungarvik sono stati minati da una situazione simile. I fantasmi islandesi non sono le ombre evanescenti di cui si narra nel resto dell'Europa, sono piuttosto stranamente "concreti": per esempio "ìrafell-Mòri" ("Mòri" e "Skotta" indicano rispettivamente i fantasmi maschili e femminili) ha bisogno di cenare ogni sera; uno degli spiriti più famosi del paese, Sel-Mòri, trovandosi per caso su un'imbarcazione ha sofferto il mal di mare. I fantasmi islandesi invecchiano: una tristissima Skotta sosteneva di essere talmente decrepita da doversi trascinare sulle ginocchia. Nota di Lunaria: gli Haggard hanno dedicato una bella canzone ai 11 troll, "Herr Mannelig" 12
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