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AI-generated Abstract
Il linguaggio gioca un ruolo fondamentale nel rivelare e nascondere aspetti della realtà, in particolare riguardo alla condizione degli animali. L'analisi delle espressioni linguistiche italiane evidenzia come queste possano riflettere una percezione sottostante di superiorità umana, contribuendo a un disinteresse per le questioni animali. Attraverso il confronto con l'ipotesi Sapir-Whorf, si discute il potere del linguaggio di influenzare il pensiero e la necessità di rivedere le nostre espressioni per promuovere una maggiore empatia nei confronti degli animali.
Galatina: Congedo, 2005. Pp. 187.
Voler possedere il verbum come mezzo di conoscenza è stato il peccato di Adamo nella rilettura di Giorgio Caproni, perché – proseguendo con le parole dell’autore – “Dio ha creato l’universo, l’uomo l’ha nominato”. È, dunque, proprio nella nominazione della realtà circostante che si attua la conoscenza dell’uomo, fornendo significazione alle cose. A partire dall’episodio edenico, la parola orale diviene per Caproni ciò su cui insistere per delimitare la significazione del reale. È la pronuncia di un nome, di una cosa, ad avere il duplice potere di creare e distruggere. Si crea la cosa con la propria voce e, al contempo, si distrugge ogni possibilità di salvezza, perpetrando il peccato di Adamo. Che per Caproni ha parola orale sia in grado di far assumere nuovi significati alla parola scritta, ci è testimoniato già dalla dedica ad Achille Millo de Il congedo del viaggiatore cerimonioso, opera centrale nella sua produzione poetica. La dedica all’attore è giustificata dalla “nota” introduttiva all’edizione in cui si afferma che quelle poesie hanno trovato in Millo «la loro giusta voce, e perciò almeno in parte gli appartengono». La voce ha, dunque, il potere di ricreare una realtà e renderla propria; e in questo senso andrebbe letta la volontà di Caproni – simile a quella di Eliot – di incidere le poesie su dischi e non di stamparle. «Una poesia scritta è come una partitura musicale. Non basta conoscere le note per leggerla. Occorre l’interprete, colui che la anima»; occorre, dunque, una voce, la voce, che dia al verso il giusto valore performativo, che animi il verso da dentro. In questo senso, l’analisi si orienterà verso il valore dell’oralità nella poesia di Caproni, partendo dalla rilettura del mito edenico e giungendo all’uso della propria voce – che egli in altre occasioni definisce “occlusa” e “rinserrata” – in Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini.
Galatina: Congedo, 2005. Pp. 187.
2011
Alcune sfide Commenta i prossimi passaggi alla luce di quanto visto in classe nell'introduzione alla Grammatica Generativa. Fai riferimento a L'Istinto del Linguaggio di S. Pinker e alle prime lezioni. Il grado di difficoltà è segnato in grassetto a lato del numero della consegna. Si precisa che queste risposte possono essere anche nella forma di piccoli temi. La modalità delle domande non corrisponde dunque a quella che sarà presente all'esame (meno spazio, risposte più stringate), ma è un aiuto agli studenti per testare la propria comprensione generale dei concetti. Gli studenti che lo desiderino possono inviare i loro lavori alla docente tramite email: verranno corretti. Ovviamente è prevista anche la consegna a mano a lezione. Italiano: 1) 3 Illustra al tuo meglio le proprietà del linguaggio umano. 2) 9 I caratteri principali della Grammatica Generativa. Discutine.
2016
Agostino Renna La forma della città / The form of the city Il presente volume Agostino Renna. La forma della città raccoglie un insieme di contributi originali sull'opera e il magistero culturale e di ricerca di Agostino Renna a oltre venticinque anni dalla sua prematura scomparsa. La raccolta di testi qui pubblicata ha l'ambizione di contribuire all'approfondimento scientifico dell'approccio analitico al progetto e di rivalutare il suo contributo collocandolo a pieno titolo tra i protagonisti del dibattito teorico-critico e della rifondazione disciplinare operata a cavallo degli anni Sessanta e Settanta nelle Scuole di architettura italiane. Scomponendo secondo molteplici registri la figura di Renna si è giunti a ridefinirne la vicenda intellettuale e umana. Si è tentato, in altri termini, di riformulare una riflessione scientifica su un'opera e un contributo, troppo a lungo trascurati, rilevanti sia per lo spessore teorico nell'ambito dell'architettura e degli studi urbani, sia per i progetti e l'impegno civile riassunti nel progetto di Monteruscello che la Tesi del 1965 aveva inaugurato.
A cura di Zecchini Giuseppe e Schettino Maria Teresa Anno di Edizione: 2018 Edizione: L'ERMA di BRETSCHNEIDER Collane: Monografie del Centro Ricerche di Documentazione sull'Antichità Classica, 44 ISBN: 978-88-913-1696-7 Rilegatura: Brossura Pagine: 264 Formato: 17 x 24 cm Dai contributi di questo volume emergono importanti indicazioni per la ricostruzione di una nuova immagine di Silla: egli non voleva affermare il proprio potere personale o riaffermare il potere della nobilitas, ma piuttosto voleva e credeva di aver realizzato una nuova unità di tutti gli elementi costitutivi del popolo romano: coerente con questa volontà è lampliamento / ridimensionamento del senato, la centralità della potestas dei magistrati elettivi, la legislazione sul debito, lattenzione alle esigenze dei militari attraverso la fondazione di colonie, il mantenimento dellimmissione degli Italici nelle 35 tribù. MARIA TERESA SCHETTINO è Professore ordinario di Storia romana presso lUniversité de Haute-Alsace, membro del centro di ricerca UMR 7044 Archimède (Unistra, UHA, CNRS), presidente del Collegium Beatus Rhenanus (2017-2018), vicepresidente e responsabile delle relazioni internazionali della SoPHAU, cosegretario degli États Généraux de lAntiquité (2018). Dirige attualmente il programma di ricerca La culture politique dune République finissante : les optimates de la mort de Sylla à la mort de Crassus. La sua attività scientifica verte principalmente sui rapporti istituzionali nella tarda repubblica e nellalto impero, sulle relazioni diplomatiche in epoca repubblicana, sulla storiografia di lingua greca di età imperiale. GIUSEPPE ZECCHINI è Professore ordinario di Storia romana presso lUniversità Cattolica di Milano e membro del Consiglio direttivo dellIstituto Italiano per la Storia antica e dellAccademia Ambrosiana - Classe di Studi Ambrosiani. E in uscita presso lErma di Bretschneider il suo volume su Polibio. La solitudine dello storico.
FrancoAngeli, 2023
La maggior parte del patrimonio architettonico italiano è racchiuso nei piccoli centri. Questi ultimi, esclusi dalle grandi trasformazioni del dopoguerra, conservano nel patrimonio architettonico inalterato l’identità di un luogo. La rete delle piccole città della costa ionica siciliana è il perfetto campo d’indagine per una ricerca che mira a sperimentare le potenzialità del disegno. Questi piccoli centri conservano, infatti, l’identità culturale e architettonica di questa porzione di Sicilia; affondano le radici nel medesimo substrato economico e culturale, ed hanno conservato, almeno in parte, un linguaggio autoctono tanto nell’architettura che nella struttura morfologica urbana. La ricerca che le riguarda è stata progettata per essere sostenibile. Essa tiene conto non solo dell’accrescimento della conoscenza scientifica, tramite la nuova documentazione, ma coinvolge l’ambito sociale e, indirettamente, quello economico. In primo luogo la ricerca amplifica la visibilità dei centri utilizzando una strategia comunicativa comune che rappresenta le città come i nodi di un’unica rete. In secondo luogo la “comunicazione ampia” e “attrattiva” coinvolge un pubblico vasto e incrementa consapevolezza del valore del patrimonio e il senso di appartenenza delle comunità locali. Rinsaldare il legame affettivo fra la comunità locale e lo scenario urbano è, a mio avviso, il primo passo per un processo di salvaguardia e di conservazione sostenibile. Di fatto la ricerca prova a interpretare alcune esigenze che la valorizzazione di questo territorio richiede: la transizione digitale; le strategie per la comunicazione; l’identità dei luoghi.
Il finale di un film rappresenta sempre un momento privilegiato, in cui il significato del film stesso e le emozioni che trasmette si concentrano nella mente e nel cuore degli spettatori. Il classico “lieto fine” hollywoodiano non è una categoria assoluta: il cinema classico e quello moderno e contemporaneo offrono una varietà di finali, in cui la “felicità” implica spesso una varietà molto ampia di significati ed emozioni. Ancora più intrigante è la distinzione tra finali “chiusi”, in cui la storia narrata dal film trova una risoluzione compiuta, e finali “aperti”, in cui gli eventi e i personaggi rimangono “sospesi”: assume allora un’importanza cruciale il ruolo dello spettatore, che può percepire questo tipo di finali in modi diversi a seconda della sua sensibilità e dei suoi atteggiamenti. Sempre più il cinema contemporaneo tende a “dialogare” con lo spettatore e a coinvolgerlo in esperienze “aperte”, complesse e stratificate. La Prima parte è pure disponibile su Academia.edu
British Journal of Visual Impairment, 2017
Studi Emigrazione – International Journal of Migration Studies, 2016
SURF2020, 2020
Revista de história da sociedade e da cultura/Revista de história da sociedade e da cultura, 2024
Inspiring: English Education Journa, 2024
Moebius : écritures / Littérature, 2000
Film-Philosophy, 2025
International Journal, 2009
Journal of Psychosocial Oncology, 2017
IMPLEMENTACION DE CEDEMI, 2023